A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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MEDITAZIONI tra Cattolici ed Evangelici

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2012 15:25
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23/12/2011 13:45
 
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Consiglia (6 suggerimenti finora)  Messaggio 1 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN_Mariastella_  (Messaggio originale) Inviato: 02/10/2003 22.20
Sia lodato Gesù Cristo:
 
Prendendo suggerimento da fraver che consigliava di trovare cose in comune specialmente con il Gruppo di Cristiani Evangelici, ho pensato io di rompere gli indugi sperando di trovare d'accordo i gestori di questo gruppo DVF  e i gestori di Cristiani Evangelici, inserendo una bellissima meditazione che ho trovato nella bacheca dedicata a questo scopo, comunque metto anche il collegamento al termine del testo.
Io l'ho trovata molto bella e profonda, spero che abbiate anche voi gli stessi sentimenti.
 
 

Il tempio di Dio

L'apostolo Paolo, parlando della chiesa nella sua prima lettera ai Corinzi, afferma: "Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che Io Spirito di Dio abita in voi?" (1Cor.3:16). Questo ci mostra come chiunque confessa che Gesù è il Signore e riceve il battesimo nello Spirito Santo vive una verità suscitata in lui dallo Spirito di Dio. Dallo Spirito riceve i doni per adoperarsi nella edificazione della chiesa del Signore. Infatti, l’apostolo Paolo così si esprime riguardo ai doni: "Ora vi è di-versità di doni, ma vi è un medesimo Spirito. E vi è diversità di ministeri, ma non vi è che un medesimo Signore. E vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio il quale opera Tutte le cose in tutti. Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utile comune" (1 Cor.12:4-6). La chiesa di Gesù Cristo, ricoperta di doni, quale frutto della Pentecoste, è come un cantiere sempre aperto. Vorrei paragonarla al gioco delle costruzioni che tanto appas-siona i bambini: gli stessi pezzi, diversamente combinati, creano sempre nuove figure. Lo Spirito Santo indica il nuovo, l’inedito. Richiede da noi una continua ginnastica spirituale nel riconoscerLo seguendone le istruzioni. Vi sono però alcune condizioni che permettono di riconoscere l’opera dello Spirito Santo nella chiesa che devono essere visibili. Queste condizioni sono espresse dall’a-postolo Paolo con i concetti di dono, diversità e bene comune. Consideriamole l’una dopo l’altra:

DONI. Sono legati alla grazia di Dio. Non sono attitudini ereditarie, non si trasmettono per via istituzionale perché vengono dall’alto, come le lingue di fuoco che si posarono sul capo dei discepoli che erano radunati nell’alto solaio il giorno della Pentecoste. Senza il battesimo dello Spirito Santo non ci sono doni e senza doni non c’è chiesa. Ma la chiesa non riproduce questi doni, non ne ha la licenza, non ne ha l’imprimitura. Come cristiani di fede pentecostale possiamo soltanto invocare questi doni dicendo: «Vieni, Spirito Creatore!» Non è recitare una preghiera, ma è pre-ghiera vera arrendevole, perché lo Spirito Santo mette a nudo la nostra incredulità, sferza le nostre certezze, mette in crisi la nostra programmazione, ci invita ad altre decisioni che sono da parte dello Spirito Santo, alla disciplina biblica, ad una nuova agenda con nuovi appuntamenti: invita ad uscire dalla paura e dal sospetto e ad entrare nella gioia della comunione. L’istituzione della chiesa può funzionare apparentemente lo stesso anche senza doni: ogni religione ha i suoi professionisti. Però, là dove non si riconosce più il dono nasce il potere, si restringe lo spazio della libertà del Signore. Tutto si assomiglia ma, non è la vera chiesa. Tutto diventa sospetto perché manca la realtà. Non è forse questa l’idea che molti si fanno oggi della chiesa? Troppa programmazione, scarsa passione, crisi della credibilità. Ai Corinzi che hanno innalzato solo la capacità di parlare altre lingue a criterio di ammissione nella comunità, tralasciando la carità, Paolo ricorda che ciò che deve animare la chiesa è la comuninione fra i suoi membri, la piena comprensione di tutto ciò che avviene nell’espletare il culto al Signore, la condivisione dei diversi doni: solo così si può combattere la carnalità nella vita e adoperarsi al progresso della chiesa.

DIVERSITÀ O VARIETÀ. Vi è una diversità di doni, di ministeri, di operazioni da compiere perché la chiesa cresca. Se tutti i pezzi fossero uguali come potremmo pensare di costruire? Ma questa diversità di doni, di ministeri, di operazioni che ci è data per costruire la chiesa ha una sola ed unica sorgente: lo Spirito Santo, il Signore della chiesa, Dio il Padre di tutti i membri. Quando si perde di vista questo orizzonte, questa unica sorgente, nascono i dissensi ed i conflitti si fanno insanabili. Trionfa l’io a danno del bene comune. La costruzione cresce soltanto quando si individua il giusto pezzo per il giusto posto. Vuol dire che ciascuno di noi non soltanto deve sapersi accettare come creatura di Dio, ma anche deve riconoscere che è una piccola parte del tutto e non è il tutto. Diversità di doni significa accogliere il principio di unità della chiesa nella sua necessaria diversità. Rifiutare questo principio significa mettersi fuori gioco, vuol dire rivendicare una centralità ed unicità che contraddicono l’opera creatrice dell’unico Spirito che si dà nella varietà e nella diversità. L’idea di una chiesa che smussa gli angoli o che vuole trasformare i triangoli in quadrati e i quadrati in cerchi non è la chiesa in cui si confessa che Gesù è il Signore. L’unità della chiesa sta nell’unità dello Spirito Santo che crea e mantiene la diversità e la varietà dei doni.

BENE COMUNE. Costruire la chiesa significa riconoscere la diversità di doni, di ministeri, di operazioni, in vista del bene comune. La chiesa di Gesù Cristo è uno spazio grande, in cui ognuno può trovare una sua collocazione senza sentirsi soffocato, impedito, senza soffocare ed ostacolare gli altri. Questo bene comune non posso costruirlo da solo. L’apostolo Paolo parla di un bene comune da costruire e spendere nella relazione e comunione con l’altro, un bene comune riconoscibile unicamente nell’incontro e nel confronto con la diversità degli altri da me. In ogni tem-po vi è chi cerca la propria strada in una religiosità individuale a danno degli altri, nel misticismo e nella trance in forme sempre nuove, ma che spesso sono riedizioni del vecchio. Così si appaga il proprio desiderio, ma non si costruisce la chiesa; è la via che va e viene dentro al proprio egoismo come in un campo magnetico da cui non esce. La via dell’egoismo è la tomba della guida dello Spirito Santo. L’egoismo soffoca lo Spirito perché ritiene di poter fare a meno della diversità e della varietà che è nell’altro da me. La diversità dei doni che lo Spirito crea nella chiesa è in vista del loro incontro e non dell’isolamento: l’incontro crea il bene comune. È nell’incontro dei diversi che nasce la testimonianza della chiesa che confessa: Gesù è il Signore! Concludo dicendo a me e ai miei fratelli nella medesima fede: «Viviamo nella pace di Dio, costruiamo il bene comune nella chiesa» Lo Spirito Santo ci sostiene, ci aiuta a rialzarci quando cadiamo, ci indica il sentiero da percorrere quando ci smarriamo. Il Signore è vivente, ci ama, ci protegge. Benedetto sia il Nome del Signore.

Giovanni Scribano

Da " RISVEGLIO PENTECOSTALE LUGLIO/AGOSTO 2003

Dalla Comunità di Cristiani Evangelici: Il tempio di Dio

 

 



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Consiglia  Messaggio 2 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN_Mariastella_ Inviato: 02/10/2003 22.28
Vorrei rispondere a questa meditazione dei fratelli evangelici con queste preghiere che noi usiamo per tentare di mantenere salda in noi quella fede donataci dallo Spirito Santo.
 
Atto di fede
Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che voi avete rivelato e la Santa Chiesa ci propone a credere. Credo in Te, unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlioe Spirito Santo. Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnato e morto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa Fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia fede.


Atto di speranza
Mio Dio, spero dalla tua bontà vostra, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Signore, che io possa goderti in eterno.

Atto di carità
Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei Bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor tuo amo il prossimo mio come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, fa' ch'io vi ami sempre più.

Atto di adorazione
Ti adoro mio Dio in tutte le tue bellezze e perfezioni. Adoro il tuo splendore, la tua maestà, più bella mille volte di quella del sole. Adoro il tuo fulgore infinitamente più ammirabile di quello che appare negli astri. Adoro la tua vita, infinitamente più deliziosa di quella dei fiori. Adoro la tua attività, infinitamente più operosa di quella che appare nel fuoco. Adoro la tua stabilità, ferma e solida infinitamente più di quella della terra. Adoro la tua trasparenza, infinitamente più delicata di quella dell'aria. Adoro la tua dolcezza e la tua calma, mille volte più placida di quella dei nostri grandi fiumi. Adoro la tua immensità, mille volte più vasta dell'estensione dell'oceano e dei mari che circondano la terra. Adoro la tua sublimità, mille e mille volte più elevata di quella delle montagne e dei cieli. Dio mio, ti adoro in tutte le tue creature! Dio mio, nelle tue opere, nulla è paragonabile a te stesso! (Olier)

Atto di amor puro
Tu lo sai bene, o Signore. Se io ti amo, non ti amo per il Cielo che mi hai promesso. Se temo di offenderti, non è per l'inferno che mi minaccia. Quel che mi attira a te, o Signore, sei tu stesso, tu solo: è di vederti, o mio Signore Gesù, inchiodato sulla croce, col corpo coperto di piaghe, in preda alle angosce della morte. E il tuo amore si è talmente impadronito del mio cuore che anche se il Paradiso non esistesse, ti amerei lo stesso; se non esistesse l'inferno ti temerei ugualmente. Tu nulla hai da promettermi, nulla da darmi per provocare il mio amore, perché anche non sperando affatto quel che spero, ti amerei come ti amo. (s. Teresa di Gesù)

 

PREGHIERE DI OGNI GIORNO

 

 


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Consiglia  Messaggio 3 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 04/10/2003 12.19
Buona idea...............speravo che altri si accodassero a questo forum......
 
Fraternamente C.
 
Dalla "Lettera a tutti i fedeli" di san Francesco d'Assisi
(Opuscoli, ed. Quaracchi 1949,87-94)
Dobbiamo essere semplici, umili e puri

Il Padre altissimo fece annunziare dal suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria che il Verbo del Padre, così degno, così santo e così glorioso, sarebbe disceso dal cielo, e dal suo seno avrebbe ricevuto la vera carne della nostra umanità e fragilità. Egli, essendo oltremodo ricco, volle tuttavia scegliere, per sé e per la sua santissima Madre, la povertà.
All'approssimarsi della sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Poi pregò il Padre dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice" (Mt 26,39).
Pose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre. E la volontà del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso, dato a noi e nato per noi, offrisse se stesso nel proprio sangue come sacrificio e vittima sull'altare della croce. Non si offrì per se stesso, non ne aveva infatti bisogno lui, che aveva creato tutte le cose. Si offrì invece per i nostri peccati, lasciandoci l'esempio perché seguissimo le sue orme (cfr. 1Pt 2,21). E il Padre vuole che tutti ci salviamo per mezzo di lui e lo riceviamo con puro cuore e casto corpo.
O come sono beati e benedetti coloro che amano il Signore e ubbidiscono al suo Vangelo! È detto infatti: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutta la tua anima, e il prossimo tuo come te stesso" (Lc 10,27), Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice "I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità"(Gv 4,23). Dunque tutti quelli che l'adorano devono adorarlo in spirito e verità. Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perché dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18,1), e diciamogli: "Padre nostro, che sei nei cieli" (Mt 6,9).
Facciamo inoltre "frutti degni di conversione"(Mt 3,8) e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.
Gli uomini perdono tutto quello che lasciano in questo mondo. Portano con sé solo la mercede della carità e delle elemosine che hanno fatto.
È il Signore che da loro il premio e la ricompensa.
Non dobbiamo essere sapienti e. prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare. di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore, E su tutti coloro che avranno fatte tali cose e perseverato fino alla fine, riposerà lo Spirito del Signore
. Egli porrà in essi la sua dimora ed abitazione. Saranno figli del Padre celeste perché ne compiono le opere.
Saranno considerati come fossero per il Signore o sposa o fratello o madre.
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15/01/2012 17:07
 
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Consiglia Messaggio 4 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 04/10/2003 19.08
QUANDO ASCOLTI LA VOCE DI DIO.......
 
credo di averlo imparato a memoria per le volte che l'ho ascoltato....un amico Evangelico me lo fece ascoltare tre anni orsono...quando si dialogava le prime volte.....L'ho proposto a voi più volte e visto che gli iscritti nuovi arrivano, perdonatemi, ma lo rimetto perchè è uno dei canti più belli che io abbia imparato e che proviene dalla Chiesa Evangelica ......
 
Cliccate qui....:    SUONA ........
 
Il file è in "Media player" ci vorrà un pò per caricarsi, ma credetemi ne vale la pena.....
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 5 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNSoloGesùSalvaInviato: 04/10/2003 21.05
Pace a tutti da Michele.
 
Da maggio non mi sono presentato e vi chiedo di scusarmi per questo.
 
Vorrei ringraziare Alfonso del gruppo cristiani evangelici per avermi dato il permesso di inserire qui delle meditazioni che io personalmente le ho trovate buone per tutti noi cristiani, e ringrazio anche i gestori di questo gruppo che mi stanno ospitando ed hanno acconsentito a questo forum.
 
Alfonso mi ha dato il permesso di inserire questo collegamento con queste parole:
 
Voglio infine ricordarvi che già da tempo esiste una bacheca in questo gruppo dedicato ai fratelli Cattolici Cliccate Qui 
 
Dopo che avrò inserito la meditazione evangelica, metterò questa lettera bellissima di Francesco di Assisi in cristiani evangelici. Ringrazio fraveri per aver dato un bellissimo suggerimento.
 
Che il Signore ci benedica tutti, fino a martedì non ci sarò.
 
 

La Potenza del Sangue di Cristo

"La potenza appartiene a Dio". Pertanto è a disposizione dell'uomo. Vi è una cosa che crea la separazione tra Dio e l'uomo: il peccato. Leggiamo in Isaia "Ecco, la mano del Signore non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma sono le nostre iniquità quelle che han posto una barriera fra voi e il vostro Dio; sono i vostri peccati quelli che han fatto sì ch'Egli nasconda la sua faccia da voi, per non darvi più ascolto" (Isaia 59:1,2). Il peccato deve essere tolto fra Dio e noi, se vogliamo conoscere la potenza di Dio nella nostra vita. E' il sangue che toglie il peccato (Ebrei 9:26). Pertanto, prima ancora di conoscere la potenza di Dio dobbiamo esperimentare l'efficacia purificatrice del sangue di Cristo Gesù.

Il sangue di Cristo è una propiziazione per il peccato. Romani 3:25 "... il quale Iddio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue d'esso, per dimostrare la sua giustizia, avendo Egli usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza". Nei primi versi di questo capitolo Paolo ha dimostrato che tutti gli uomini sono peccatori, "ogni bocca sia turata", tutto il mondo "è colpevole dinanzi a Dio".

Dio è santo ed Egli odia il peccato. L'odio di Dio verso il peccato è una cosa seria: è reale, è vivo, è attivo. L'ira di Dio contro il peccato deve colpire in qualche modo. Che speranza vi è dunque per noi, dal momento che "tutti abbiamo peccato e siamo privi della gloria di Dio"? Al verso 25 troviamo la risposta di Dio a questa domanda di massima importanza. Vi è speranza per noi, perché Dio ha provveduto una propiziazione, il sangue versato di Cristo. "Il quale (Cristo) Dio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue d'esso". L'ira di Dio contro il peccato ha colpito lui invece di colpire noi. Di questa grande verità il profeta Isaia aveva ricevuto pallida rivelazione centinaia d'anni prima della nascita di Cristo. "Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognun di noi seguiva la sua propria via; e l'Eterno ha fatto cadere su lui l'iniquità di noi tutti" (Isaia 53:6).

Il sangue di Cristo è prima di tutto una propiziazione per il peccato, un segno che soddisfa l'ira santa di Dio contro il peccato. Egli è la "nostra pasqua" (1Co 5:7), nel vedere il Suo sangue Dio passa oltre e ci risparmia, peccatori come siamo.

Questa propiziazione è principalmente per il credente "una propiziazione mediante la fede". Tutta l'ira di Dio contro i peccati del credente è pienamente soddisfatta nel sangue di Cristo.

Se qualcuno si domanda, come ha potuto Dio aver misericordia dei peccatori prima della venuta e morte di Cristo, la risposta è semplice. Gesù è l'agnello che è stato "ucciso avanti la fondazione del mondo" (Ap 13:8). Nello stesso istante in cui il peccato entrava nel mondo Dio ebbe i suoi occhi volti sul sacrificio ch'Egli stesso aveva predisposto prima della fondazione del mondo. Nello stesso giardino d'Eden il sangue dei sacrifici che raffigurava quello del vero sacrificio cominciò a scorrere.

In Efesini 1:7 si legge "In Lui noi abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati, secondo le ricchezze della sua grazia". La remissione dei peccati non è qualche cosa che il credente deve aspettare che avvenga nel futuro, ma un qualche cosa ch'egli già possiede. "Noi abbiamo" dice Paolo "la remissione dei peccati". Non dobbiamo fare nulla per assicurarcela, perché il sangue di Cristo già ce l'ha assicurata, è per la fede che ce ne appropriamo e la godiamo. Il perdono è già stato provveduto per ogni credente in Cristo per la potenza del sangue.

Un'anziana signora era morente. Il ministro di culto andò a vistarla e le chiese: "Avete fatto pace con Dio?" "No", fu la risposta.

"Non avete timore d'incontrare Dio, senza prima aver fatto pace con Lui?" "Niente affatto!". Un sorriso si dipinse sul volto della donna morente: "Non ho fatto la mia pace con Dio perché non ne ho bisogno. Cristo l'ha fatta per me, con il sangue della Croce. Io riposo sulla pace ch'Egli ha fatto. Abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati, secondo le ricchezze della sua grazia".

"Ma se camminiamo nella luce, com'Egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù suo Figliolo, ci purifica da ogni peccato" (1Gv 1:7). Questo ci offre la completezza del perdono per mezzo del sangue. Il sangue di Cristo ha la potenza di purificare il credente da "ogni peccato". Esso continuamente "purifica", ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Questa purificazione è dalla colpa del peccato. Dovunque nella Bibbia è menzionata la purificazione dalla potenza e dalla presenza del peccato si ha per mezzo della Parola di Dio, per mezzo dello Spirito Santo, e per mezzo del Cristo vivente e dimorante. Cristo sulla Croce ci salva dalla colpa del peccato, ed il Cristo che ritorna ci salverà dalla presenza del peccato.

Il sangue di Cristo ci salva da tutta la colpa del peccato. Se camminiamo nella luce in Cristo che è la luce, il sangue di Cristo ci purga da ogni peccato. Il sangue di Cristo è potente di lavare il più nero dei peccatori e farlo bianco. Noi tutti abbiamo avuto un passato nero, perché se avessimo potuto vedere il nostro passato con gli occhi di Dio anche il migliore di noi si sarebbe visto nero, nero, nero. Ma se camminiamo nella luce, sottomessi alla verità di Dio, credendo in Cristo, veniamo imbiancati dentro, come bianche erano le vesti di Cristo quando i discepoli lo videro sul Monte della Trasfigurazione (Mt 17:2; Lu 9:29; Mr 9:3). Chi accuserà gli eletti di Dio? (Rm 8:33). Non v'è dunque ora alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù (Rm 8:1). Nuovamente, in Rm 5:9 si legge: "tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira". Il sangue di Cristo è potente di giustificare. Ogni credente in Cristo è già giustificato per il sangue di Cristo. Giustificato significa qualche cosa di più di perdonato e purificato. Il perdono, per quanto è glorioso, è una cosa negativa; significa che i nostri peccati sono allontanati da noi e noi appariamo come se non avessimo mai peccato. La giustificazione è positiva; significa che siamo considerati giusti, significa che ci è stata accreditata la giustizia perfetta di Cristo.

Se è buono essere stati spogliati dei propri cenci sozzi e vili, è di gran lunga migliore essere rivestiti di vesti di gloria e bellezza. Con il perdono noi siamo spogliati dei cenci vili e maleodoranti dei nostri peccati, con la giustificazione siamo rivestiti della gloria e della bellezza di Cristo. E' la potenza del sangue che ci assicura questo. Nel versare il suo sangue quale prezzo di riscatto per il peccato, Cristo ha preso il nostro posto, credendo in Lui noi prendiamo il Suo posto. "Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l'ha fatto esser peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui" (2Co 5:21).

Leggiamo ora Ebrei 9:14: "Quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito Santo eterno ha offerto sé stesso puro d'ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all'Iddio vivente?" Il sangue di Cristo è potente di purificare la coscienza dalle opere morte per servire all'Iddio vivente. Comprendi ciò che vuol dire? E' una gloriosa verità che cercherò di rendere semplice. Quando l'uomo prende coscienza dei suoi peccati e s'accorge d'essere un peccatore e che Dio è santo, sente di dover fare qualche cosa per piacere a Dio ed espiare per il peccato. Egli deve "fare penitenze", "osservare la Quaresima", "fare elemosine", ed altre cose per espiare per i suoi peccati. Tutti questi sforzi sono "opere morte". Non possono mai compiere ciò che si prefiggono e non possono mai dare pace. Per quanti anni Martin Lutero cercò la pace in questo modo e non la trovò! Ma quando scopriamo la potenza del sangue, che ha già perfettamente espiato per il peccato, che ci ha già purificati dai nostri peccati e giustificati davanti a Dio, che ci ha resi graditi e accettevoli agli occhi di Dio, allora le nostre coscienze non soltanto sono alleggerite dal peso della colpa, ma anche dal peso di questi sforzi, e possiamo con libertà servire l'Iddio vivente, non nella schiavitù della paura, ma nella libertà e nella gloria di coloro che sanno d'essere figliuoli graditi ed amati.

Vi sono molti cristiani oggi che non hanno permesso al sangue di Cristo di purificare le loro coscienze dalle opere morte. Essi continuamente sentono di dover fare qualche cosa per espiare. Caro fratello e cara sorella, guarda a quel che guarda Iddio, al sangue, e vedi che tutto è stato fatto, già fatto! Dio è soddisfatto, il peccato è espiato, noi siamo giustificati e non dobbiamo più fare opere morte per raccomandarci a Dio; ma, considerando che già siamo stati raccomandati, serviamoLo nella libertà della gratitudine e dell'amore, e non nei legami della paura.

In Atti 20:28 si legge: "Badate a voi stessi ed a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, la quale Egli ha acquistato col proprio sangue". Ed ancora in Ap 5:9 "E cantavano un nuovo cantico dicendo: Tu sei degno di prendere il libro e d'aprirne i suggelli, perché sei stato immolato e hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d'ogni tribù e lingua e popolo e nazione". Il sangue di Cristo mi rende proprietà di Dio. Questo pensiero mi da' un senso di responsabilità: se appartengo a Dio, vuol dire che debbo servirLo interamente, corpo, anima e spirito, devo appartenerGli tutto. Ma il pensiero che sono proprietà di Dio mi da' anche un senso di sicurezza: Dio prenderà cura di ciò che Gli appartiene. Il sangue di Cristo è potente di darmi sicurezza eterna.

Apprendiamo qualche cosa di più della potenza del sangue in Ebrei 10:19,20: "Avendo dunque, fratelli, libertà d'entrare nel santuario in virtù del sangue di Gesù, per quella via recente e vivente che Egli ha inaugurata per noi, attraverso la cortina, vale a dire la sua carne". Il sangue di Cristo è potente di dare al credente franchezza per entrare nel santuario, di accostarsi alla presenza stessa di Dio. Nei giorni del giudaesimo antico del tabernacolo e del Tempio, Dio si manifestava nel luogo santissimo. Quello era il luogo designato per incontrare Dio. Ma in quel luogo era permesso l'accesso ad un solo Giudeo in tutta la nazione, al sommo sacerdote; ed a questi soltanto una volta all'anno, nel giorno dell'espiazione, e soltanto con il sangue. Dio insegnò ai giudei, e tramite loro a tutto il mondo, tre grandi verità: la santità inaccessibile di Dio, la peccaminosità dell'uomo, e che l'uomo peccatore poteva accedere all'Iddio santo soltanto tramite il sangue dell'espiazione, perché "senza versamento di sangue" non poteva esservi "remissione di peccato", e di conseguenza non poteva esserci accesso a Dio (Eb 9:22). Il sangue dei sacrifici del Vecchio Testamento era soltanto una figura del vero sacrificio, Gesù Cristo; e, a motivo del Suo sangue versato, il più vile dei peccatori che oggi crede in Lui ha il diritto di accedere a Dio, di entrare nella Sua presenza ogni qualvolta che lo desideri "senza timore e in piena certezza di fede". Oh, la meravigliosa potenza del sangue di Cristo che allontana ogni timore allorché mi avvicino all'Iddio che è santo e che è "un fuoco consumante"! Dio è santo? Sì! Ed io sono un peccatore? Sì! Ma in virtù dell'offerta meravigliosa di cristo, valevole per sempre, "una volta per sempre" il mio peccato è stato per sempre allontanato, ed io sono stato "giustificato" e "reso perfetto", e grazie a quel sangue tanto prezioso e accettevole a Dio posso accostarmi con franchezza nella presenza stessa di Dio.

Il sangue di Cristo ha ancora maggior potenza. In Ap 22:14 si legge "Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte della gloria"! Facendo un confronto con il verso 14 del cap. 7 si comprende chiaramente che è tramite il sangue di cristo che le vesti possono essere lavate. Il sangue di cristo dunque è potente di dare a coloro che credono in lui il diritto all'albero della vita e accesso nella città di Dio. Il peccato nel giardino dell'Eden ha tolto all'uomo il diritto all'albero della vita e lo ha cacciato via (Ge 3:22-24). Il sangue di Cristo ci riapre la via all'albero della vita e alla Nuova Gerusalemme. Il sangue di cristo ci fa riavere tutto ciò che Adamo perse a cagione del peccato ed ancora di più:

Abbiamo visto qualche cosa che si riferisce alla potenza del sangue di Cristo. Hai fatto tesoro di quel sangue? Gli hai permesso di operare nella tua vita come si deve? Alcuni oggi cercano di escogitare una teologia che tagli fuori il sangue. Quale stoltizia! Il cristianesimo senza il sangue espiatore è un cristianesimo senza misericordia per il peccatore, senza pace per la coscienza, senza perdono autentico, senza giustificazione, senza purificazione, senza libertà d'accesso alla presenza di Dio, senza potenza.

Non è affatto Cristianesimo, ma la contraffazione stessa del diavolo.

Se vogliamo conoscere la pienezza della potenza nella vita e nel servizio cristiano, dobbiamo prima di tutto conoscere la potenza del sangue di cristo, perché è quella che ci da' il perdono, la giustificazione e la libertà di appressarci a Dio.

Non possiamo conoscere la potenza dello Spirito prima ancora della potenza del sangue; non possiamo neppure conoscere la potenza della preghiera prima ancora della potenza del sangue per mezzo del quale possiamo appressarci a Dio. Vi sono alcuni che insegnano "la vita più elevata" ignorando la verità fondamentale del sangue. Costoro cercano di erigere una sovrastruttura senza fondamenta sicure. E' necessario cominciare dal sangue per arrivare al "luogo santissimo".

 

R.A.Torrey

(da: Risveglio Pentecostale)

 
 

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Consiglia Messaggio 6 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 05/10/2003 23.11
Nella meditazione Evangelica inserita da Maristella e che apre questo forum, ho letto questo passo che mi è piaciuto molto:
Lo Spirito Santo indica il nuovo, l’inedito. Richiede da noi una continua ginnastica spirituale nel riconoscerLo seguendone le istruzioni. Vi sono però alcune condizioni che permettono di riconoscere l’opera dello Spirito Santo nella chiesa che devono essere visibili. Queste condizioni sono espresse dall’a-postolo Paolo con i concetti di dono, diversità e bene comune.
.........
e meditandolo mi chiedevo come sarebbe bello che riuscissimo a trovare affinità fra coloro che noi chiamiamo SANTI e coloro che nel mondo evangelico sono e si no comportati da santi......pensavo ad esempio a questa santa della quale vi lascio la scheda e della quale ricorre oggi la memoria della sua nascita al Cielo......il suo incontro con Gesù, la sua disponibilità  A LUI, le hanno permesso di scoprire "quell'inedito" indicato dallo Spirito Santo......
Buona meditazione
Fraternamente Caterina
 

Santa Faustina Kowalska

5 ottobre

Glogowiec (Polonia), 25 agosto 1905 - Cracovia, 5 ottobre 1938 

Etimologia: Faustina (come Fausta) = propizia, favorevole, dal latino

Una suora che parla della misericordia divina e del dovere nostro di “usare misericordia”. Dov’è la novità? All’insegna della Misericordia è nato un gran numero di comunità, istituzioni, gruppi, in ogni tempo. Sì, ma suor Faustina Kowalska, sotto questa insegna, fa nascere un grandioso movimento spirituale proprio tra i due momenti meno misericordiosi della storia: le guerre mondiali. 
Nata in un villaggio polacco e battezzata col nome di Elena, è la terza dei 10 figli di Marianna e Stanislao Kowalski. Che sono contadini poveri, nella Polonia divisa tra gli imperi russo, tedesco e austriaco. Lei fa tre anni di scuola, poi va a servizio. Pensava di farsi suora già da piccola, ma realizza il progetto solo nell’agosto 1925: a Varsavia – ora capitale della Polonia indipendente – entra nella comunità della Vergine della Misericordia, prendendo i nomi di Maria Faustina. E fa la cuoca, la giardiniera, la portinaia, passando poi per varie case della Congregazione (tra cui, quelle di Varsavia, Vilnius e Cracovia). Ma al tempo stesso è destinataria di visioni e rivelazioni che i suoi confessori le suggeriscono di annotare in un diario (poi tradotto e pubblicato in molte lingue). E tuttavia non crede che questi fatti straordinari siano un marchio di santità. Lei scrive che alla perfezione si arriva attraverso l’unione intima dell’anima con Dio, non per mezzo di “grazie, rivelazioni, estasi”. Queste sono piuttosto veicoli dell’invito divino a lei, perché richiami l’attenzione su ciò che è stato già detto, ossia sui testi della Scrittura che parlano della misericordia divina e poi perché stimoli fra i credenti la fiducia nel Signore (espressa con la formula: Gesù, confido in te) e la volontà di farsi personalmente misericordiosi
Muore a 33 anni in Cracovia. Beatificata nel 1993, è proclamata santa nel 2000 da Giovanni Paolo II. Le reliquie si trovano a Cracovia-Lagiewniki, nel santuario della Divina Misericordia.


Autore: 
Domenico Agasso


Fonte:
Famiglia Cristiana

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15/01/2012 17:08
 
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Consiglia Messaggio 7 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 10/10/2003 11.12
 
Gustare il tuo Amore, o Dio, godere della tua grandezza,
sentirmi amato fino a piangere di gioia, essere pervaso
da un fremito in tutto il corpo nel cibarmi del tuo Corpo, o Signore,
sentire la pelle d'oca nel pensare che sei morto per me, commuovermi
nel pensarti abbandonato e deriso per difendere me,
rimanere senza parole di fronte all'Eucaristia esposta,
pensando che anche Tu non mi rimproveri mai e te ne stai
in attesa che io mi ricordi di te, desiderare di essere completamente tuo,
di poter dare la mia vita per il Vangelo, di poter offrire
la mia esistenza per la famiglia, i figli, i fratelli, incurante
della stanchezza, del nervoso, della schiena che duole,
del cuore che palpita, degli occhi che si chiudono, delle umiliazioni
che si subiscono, sperimentare che anche se tutti mi abbandonassero,
tu, mio Dio, mai mi lasceresti solo, pensare con gioia alla tua Risurrezione,
immaginando quale potrebbe essere la mia, sentirmi orgoglioso
di essere stato scelto da te, Signore. Ma chi sono io, o Dio?
Ma mi conosci? Lo sai che ti offendo, che pecco continuamente
contro di Te, che giudico tutto e tutti, che non sono capace di amare,
che faccio tutto pregustando il tornaconto, che cado sempre negli
stessi peccati....Lo so, sono indegno, non riesco nemmeno ad
alzare il mio capo per guardare i tuoi occhi pieni di amore per me...
Lo so....perdonami, Signore.
So che mi hai già perdonato, so che mi ami, so che non guardi i risultati
ma le intenzioni, e questo mi consola e mi affligge....vedi, vorrei
riuscire a farti vedere che ti amo...come sono presuntuoso!
Tutto questo, Signore, mi fa gioire, sì, sono felice di essere
quello che sono, sono contentissimo di questa vita assurda che mi fai vivere,
sono entusiasta della tua presenza...sì, Signore, sono felice perché...
so che ti piaccio così.
 
Un grazie all'amico Eugenio:
 
 

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Consiglia Messaggio 8 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 10/10/2003 11.33
UN CROCIFISSO NON DIVIDE

di Mario Cicala

 Quando i  cristiani decisero di assumere la croce a proprio segno distintivo, operarono una scelta difficile, ma dal profondo significato religioso ed umano.  La croce è un patibolo, non un palco di trionfo; colui che pende da essa è per i credenti  cattolici, protestanti, ortodossi, il Figlio di Dio,   che con il suo sangue ha riscattato le colpe degli uomini.

Per i mussulmani un grande profeta, per gli ebrei un giusto. Per tutti, anche i non credenti,  è il simbolo dell'umanità sofferente, della moltitudine di "poveri cristi" che tribolano negli ospedali, nei campi  profughi, nelle prigioni...

Non mi pare quindi che il crocifisso possa essere definito "un simbolo che divide"; ciascuno può identificarsi in esso e vedervi un frammento della sua  umanità, delle sue sofferenze.  Nessuno può sentirsi offeso o leso dalla sua  presenza in un'aula scolastica, in un ospedale, in un tribunale (ove ricorda ai giudici l'obbligo dell'umiltà, la possibilità dell'errore)


LA CROCE ETERNO SEGNO DI CONTRADDIZIONE

di Mario Altobello

Numerosi esponenti della cultura laica e non e parte consistente dell' opinione pubblica sono insorti al recente annuncio del Ministro della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti, di reintrodurre nelle scuole l' esposizione del Crocifisso. Quest'ultimo offenderebbe la "sensibilità religiosa" di chi non è cristiano è stata la giustificazione più utilizzata.

Come questo possa avvenire, per me, sarà sempre un mistero visto che l'unico realmente "offeso" è solo colui che pende su quella Croce.

Io credo, invece, che la ragione di quel netto rifiuto all'iniziativa del Ministro Moratti sia molto più profonda. Infatti, oggigiorno, viviamo in una società impregnata da una cultura esasperatamente edonistica che rinnega qualsiasi forma di sofferenza, che proprio il Crocifisso simbolicamente rappresenta. L'uomo di oggi è portato a rimuovere tutto ciò che possa condurlo a riflettere sulla propria Croce, che gli appare come il vero ostacolo alla sua felicità, alla sua realizzazione! (è questo il grande inganno in cui è caduta la società attuale).

La divisione che si è creata non solo tra la classe politica e gli addetti ai lavori oggetto di tale proposta, ma anche tra l'opinione pubblica non deve sorprendere ma dimostra come la Croce (segno di contraddizione) produca principalmente proprio tale effetto.

Basti citare alcuni esempi odierni. Due coniugi che non si sopportano più decidono di divorziare; la madre che abortisce si separa dalla creatura che ha concepito, non vedendola più come dono di Dio, ma come un intralcio alla sua libertà. Ma questo non vale solo per il non credente ma anche per il cristiano. Infatti nel momento in cui Dio gli dona la Croce nasce nel suo cuore un profondo e doloroso conflitto interiore tra la parte umana che si ribella e vorrebbe scappare, scendere da quella Croce e la parte spirituale che riconosce in quel dono la via obbligata per la sua conversione e vorrebbe abbandonarsi alla volontà del Padre.

Un esempio legato al passato invece, ce lo danno i primi cristiani che in massa venivano crocifissi nelle arene o lungo le strade dell'Appia antica, la croce era per loro simbolo di UNITA' nella fede e nella corsa al martirio. Tutto veniva accolto come DONO DI DIO, la malattia era usata quale compartecipazione alle sofferenze di Gesù, i figli che nascevano erano definiti Dono di Dio.

Chi non si è riconciliato con la propria Croce non potrà mai accettare di vedere il Crocifisso in qualsiasi luogo e non solo nelle scuole. La Croce sarà per lui solo scandalo e stoltezza (1Cor 1, 23). Non riuscirà mai a vedere in quel segno la forma più alta di Amore che esiste!

Infatti, Gesù, un giorno, rivolto ai suoi discepoli pronunciò questa bellissima frase: "non c'è amore più grande di chi dà la propria vita per la persona amata". Il cristiano è, dunque, chiamato a testimoniare con la sua vita quell'amore che il non credente non riesce a vedere. Solo se si farà crocifiggere assolverà la stessa funzione del Crocifisso. Dare un senso alla sofferenza! Il Crocifisso è allora una ulteriore testimonianza, una fotografia possiamo definirla, di questo Dio che si fa uomo per morire sulla Croce esclusivamente per Amore, e tale oggetto di venerazione è li a ricordarcelo ogni momento della nostra giornata. Del resto amiamo circondarci di oggetti che possano ricordarci una gita, una vacanza, il matrimonio, il compleanno di un figlio. Il Crocifisso non è altro che il compendio di tutto il Vangelo, una croce vuota ci ricorda che vana sarebbe la nostra fede se Cristo non fosse realmente risorto ma che prima ha dovuto sostenere per noi la croce.

Davanti a questo martirio (che significa testimonianza) gli unici sentimenti  che si possono provare sono solo ammirazione, incanto, stupore. Altro che rimanere offesi!

E proprio questi sentimenti suscita in me il Santo Padre che più di ogni altro, oggigiorno, incarna il Crocifisso. Nel luglio scorso è volato a Toronto per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, mettendo seriamente a repentaglio la sua vita per donarla ai numerosi giovani presenti provenienti da tutto il mondo. A ciascuno di loro il Pontefice, con le sue parole ma soprattutto con il suo esempio, ha dato un senso alle loro sofferenze, alle loro Croci. Le ragazze che gli lanciavano baci, i ragazzi che lo guardavano con dolcissima tenerezza, mai si erano sentiti così amati da qualcuno. Io ho avuto la grazia da Dio di vivere direttamente questo spettacolo.

Da quanto suddetto non può che evincersi la banalità della giustificazione addotta da chi è contrario all'esposizione del Crocifisso nelle scuole.Solo motivazioni ideologiche o superficiali possono portare a rigettare quella valida proposta. Io, anzi, ritengo che proprio la scuola, per la sua capacità formativa, sia il luogo più idoneo per mostrare il Crocifisso proprio perché la Croce costituisce la migliore scuola di vita! Del resto nella scuola, ma anche negli edifici pubblici, abbiamo le foto del Presidente della Repubblica,abbiamo i lavori degli studenti, tutti gli sforzi volti ad un impegno di ammaestramento, come può dunque la Croce essere definita quale oggetto di inutilità o addirittura di fastidio?

Dicono, a ragion veduta, che la storia sia la migliore maestra. Diversi regimi totalitari hanno, invano, cercato di cancellare qualsiasi traccia del Cristianesimo tra cui il Crocifisso che ne è il simbolo più importante. Non ci sono riusciti perché perseguitando i cristiani rendevano ancora più manifesto quel simbolo. E fin quando ci saranno cristiani capaci di testimoniare il Crocifisso, di amare in quel modo, la speranza non potrà mai venire meno.

 


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Consiglia Messaggio 9 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 10/10/2003 20.41
Pace a tutti voi fratelli,
in serbo nel mio cuore ho avuto sempre l'unità dei cristiani, ma spesso questo sentimento viene nascosto dall'intento di difendere le proprie convinzioni esegetico-bibliche.
Noi cristiani abbiamo il dovere di cercare nell'altro prima quello che ci unisce.
 
1) La base fondamentale che ci unisce è la fede in Cristo Gesù.
 
2) Il credere nella SS. Trinità ci unisce.
 
3) Il credere nella vita eterna, ci unisce.
 
4) Il praticare la carità ci unisce.
 
5) L'amore per il prossimo ci unisce.
 
Ma voglio presentarvi alcune miei vecchie riflessioni:
 
In un momento di bisogno fisico, economico, o mentale se ho poter scegliere un appoggio, e devo scegliere tra un pagano e un cristiano chi scelgo?
 
Ovviamente il mio istinto, ma direi piuttosto il mio spirito mi suggerisce di appoggiarmi al cristiano.
 
Se devo dare fiducia a qualcuno preferisco darla ad un cristiano.
 
Perchè il mio spirito mi suggerisce di appoggiarmi ai cristiani piuttosto che ad altri?
Perchè il mio spirito sa, che in Cristo siamo UNO con gli altri cristiani, e il mio spirito cerca i suoi simili, e li trova nei cristiani, anche se di denominazione diversa.
 
Se dovrei affidare un mio bene, per necessità, a qualcuno, se possibile sceglierei un cristiano, anche un pentecostale, perchè un pentecostale vero merita fiducia.
Questo perchè al di là delle nostre divergenze esegetiche, so benissimo che un vero pentecostale non mi farebbe mai del male, nè si approprierebbe di un mio bene.
 
Spesso nei nostri accesi dialoghi, magari diamo l'impressione di odiarci, ma sono sicuro che nessuno di noi (cattolici o evangelici) ha mai odiato il fratello che dialoga con lui in un forum, ma che la pensa in maniera diversa.
 
Perchè sono sicuro? Perchè tutti noi che in questi siti, scriviamo, in fondo parliamo di Cristo. Ci sono migliaia di altri siti in cui si parla di tutto tranne di Cristo, e spesso (troppo spesso) si parla di pornografia, di oscenità, di cose frivole che portano alcuni alla perdizione.
 
Noi siamo qui presenti (ma anche quelli di cristiani evangelici) siamo appassionati di Cristo, e i nostri sentimenti non sono minimamente paragonabili a quelli messi in mostra in altri siti.
 
Anche questo ci unisce, Cristo ci unisce. Io mi sono sposato una ex pentecostale, ma quando ci siamo fidanzati lei era pentecostale, non per questo mi sono allontanato da lei. Alcuni miei parenti sono pentecostali, li rispetto moltissimo, e anche loro lo fanno con me. Cristo ci unisce, cerchiamo i nostri punti in comune.
 
Pace a tutti, in questo momento vi chiedo un preghiera per me e la mia famiglia,
la preghiera la chiedo anche ai fratelli evangelici. Dedicate un minuto della vostra vita per un preghiera in mio favore. Dio sa quello che mi bisogna.
 
Grazie
Salvatore
 
 

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Consiglia Messaggio 10 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 10/10/2003 21.23

dal sito www.vidimusdominum.org

 

Messaggio dei giovani dehoniani


Costruire ponti 

Cari amici, care amiche e cari dehoniani,

 

Vi scriviamo per raccontarvi dell´incontro dei giovani dehoniani in Germania.

 

Abbiamo accolto l´invito a riflettere sul tema dell´unita sintetizzato da padre

Dehon con l´espressione "Sint unum". L´abbiamo sperimentata a Berlino, Neustadt,

Maria Martental e ad Handrup, nell´accoglienza degli amici tedeschi.

 

Insieme abbiamo vissuto molte esperienze: viaggiato, discusso, giocato, cantato,

ballato, scherzato, pregato e condiviso molto tempo. Ciò che ci sta più a cuore,

però è comunicarvi la nostra esperienza di fede.

 

Dio è amore-Agape: si dona a ciascuno di noi. È questo il messaggio che vogliamo

trasmettervi perché lo sentiamo fondamentale per sostenere ogni attività e

momento della nostra vita.

 

L´amore di Dio non è una favola per bambini, ma una storia seria che, per essere

vissuta, chiede impegno, coraggio e responsabilità verso voi stessi, il vostro

mondo e la vostra chiesa.

 

Crediamo che per costruire un mondo più unito, una chiesa più viva e persone più

vere non dobbiamo temere la diversità anche se può apparire barriera

insormontabile; l´abbiamo invece  scoperta come una ricchezza perché vissuta nel

dialogo e nella tolleranza.

 

Il dialogo ci ha richiesto confronto, conoscenza, condivisione delle idee per

superare i pregiudizi che ognuno porta in sé. Crediamo in giovani che non hanno

paura di compromettersi con la storia, una storia che non è fatta solo di gioia

e soddisfazioni, ma anche di ingiustizia, povertà, violenza, emarginazione…

 

Crediamo in giovani capaci di impegnarsi nella realtà, solidali nel quotidiano e

testimoni visibili del vero senso dell´unità.

 

Ci sentiamo di dirvi che se vogliamo un mondo più unito dobbiamo batterci

insieme per la giustizia.

 

Crediamo in noi e in voi, giovani che possono abbattere qualunque barriera e

costruire nuovi ponti con la fede e l´amore che Dio ci dà.

 

Queste semplici parole sono per noi un importante regalo che ci portiamo a casa.

 

Le offriamo anche a voi perché abbiamo la certezza che insieme possiamo

contribuire a rendere i nostri giorni più vicini al progetto di Dio.

 

Vi salutiamo affidandoci al Cuore di Gesù..

 

I Giovani Dehoniani d´Europa.


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Consiglia Messaggio 11 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 11/10/2003 11.20
Piccola preghiera
 
 
Perdonaci,
Dio dell'Unione,
per le divisioni
che sappiamo crearci
 
Perdonaci,
Dio dell'Amore,
per non saper amare
allo stesso modo
tutti i fratelli
che hai messo al nostro fianco
 
Perdonaci,
Dio di Giustizia,
per tutti coloro
che soffrono
a causa dei nostri egoismi
e della nostra indifferenza.
 
Perdonaci.
Dio di Verità
per tutte le volte
che abbiamo stravolto
la tua Verità
per i nostri fini.
 
Perdonaci,
Dio di Misericordia,
per la nostra intolleranza
e per non saper riconoscerti
in tutti i nostri fratelli
 
Perdonaci,
Dio della Carità,
per la nostra stupida protervia
che ci rende ciechi
e incapaci di accettare
le differenze
 
Perdonaci,
Padre di tutto il creato,
per come siamo bravi a distruggere
i doni che tu ci hai dato.
 
E infine perdonaci
per non saperti amare
come tu vorresti.
 
 
 
 
 
 

Rispondi
Consiglia Messaggio 12 di 159 nella discussione 
Da: lisaInviato: 13/10/2003 8.59
Bellissime queste riflessioni e questa ultima preghiera!!!,
sapete una cosa?!!, da quando  ho ritrovato la mia strada , mi capita spesso di sentirmi piccola, piccola nella fede, mancante nei confronti  di Gesù e di Dio nostro Padre, percepisco l'enorme debito d'amore che ho nei confronti  di chi ha dato la propria vita per noi, ...ma sapete un'altra cosa?...non vorrei sentirmi diversamente , per chè così ho la possibilità giorno per giorno di chiedere  a Dio , di riempire la mia giornata, di guidarmi ed esortarmi, di riprendermi se necessario, perchè così la mia sete di Dio è una sete che non si placa, è un bisogno continuo , più cerco la sua mano , più Egli si rivela, non solo in grandi cose, ma nei piccoli gesti di ogni giorno, nella pazienza, nell'amore per il prossimo, nella sincerità, nella tolleranza, nella preghiera, nella lettura , nella riflessione....le cadute sono tante, fare i conti tutti i giorni col mio egoismo, la mia indifferenza, a volte la mia insofferenza.......non sempre è facile, ma proprio perchè mi sento piccola  e mai abbastanza giusta ai Suoi occhi, trovo la forza per rivolgermi  a chiedere  aiuto e sostegno. Quello che vorrei dire, e che non ci si dovrebbe mai sentire arrivati nella fede, credo sia impossibile esserlo, Dio richiede una costante ricerca di sè, se abbandoniamo la presa , se ci sentiamo dotti in materia dottrinale, se crediamo di sapere e conoscere il necessario per essere a posto con Dio, ecco che siamo già nella strada sbagliata, una strada che porta  al compiacimento pe ril proprio sapere, a una certa  forma di supremazia sugli altri, se crediamo di essere abbastanza forti  nella fede , quello è il momento in cui ci allontaniamo, il valore più importante insieme all'amore che ci ha insegnato Gesù è proprio l'umiltà, se Gesù ricercava con umiltà il volere del Padre, tanto più dovremo farlo noi, sempre.
Il titolo di questo forum è "meditazioni fra noi e cristiani evangelici", credo che questa riflessione sia adatta ad entrambi, io credo che se entrambe le parti si impegnassero a ricercare la volontà di Dio ci si accorgerebbe che non esistono divisioni , che non esistono cristiani  di prima e seconda categoria, si eviterebbero queste guerre di parole che non edificano, ma offendono Dio  che ci ha creati uguali, con la stessa capacità di amarlo e servirlo. Una delle mie battaglie quotidiane è proprio questa , far comprendere che io amo il Signore allo stesso modo di quando ero evangelica, e non sono diversa , sono sempre io, solo che dove propongo unione e comunione nella preghiera, mi si risponde che non è possibile, perchè io non prego, ma recito a memoria, vorrei che tutti i fratelli  si chiedessero quando stanno per lanciare accuse , o fare discriminazioni, se è questo che Dio vorrebbe, non si può essere divisi dall'amore di Dio, si è divisi dal nostro egoismo, dalla nostra cecità spirituale, dal nostro sentirci nel giusto, basterebbe ricordare che per quanto facciamo, Gesù disse che nessuno è giusto, ma tutti siamo peccatori!!
Scusate se alla fine come al solito ho parlato di me!!
un abbraccio
lisa

Rispondi
Consiglia Messaggio 13 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 13/10/2003 9.54
Cara Lisa,
 
non hai parlato solo di te , ma anche di tutti noi.
Hai espresso dei pensieri molto veri e molto giusti. C'è sempre molta luce nelle tue parole, così come credo che ci sia nel tuo animo.
Grazie per questa tua meditazione.
 
iyvan

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Consiglia Messaggio 14 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/10/2003 11.09
Quello di pregare con delle Preghiere imparate a memoria......CE LO INSEGNA LO STESSO CRISTO......, vediamo come:
 
Gesù, si legge nei Vangeli conosceva si può dire A MEMORIA l'A.T. e citava anche in forma di preghiera i SALMI, dunque li aveva imparati a memoria......i cristiani del primo secolo SALMODIAVANO, cioè, intercalavno brani dei salmi, CANTANDO ed usandoli come INNI......
 
Quando Gesù era nel Getsemani, leggiamo in Mt.26,43..." Ritornato di nuovo, li trovò addormentati...se ne andò di nuovo E PER LA TERZA VOLTA PREGO' RIPETENDO LE STESSE PAROLE"......
 
Gesù dice chiaramente che NON è ciò che esterno o esteriore a contaminare l'uomo, ma ciò che esce dalla sua bocca può contaminare....se dunque io prego con una preghgiera a memoria, che contaminazione potrò fare?.......Una statua di un santo NON PUO' CONTAMINARMI, può contaminarmi l'uso che ne faccio nel momento in cui la preghiera che mi esce dal cuore NON fosse diretta a Dio......
 
Nella Preghiera del Padre Nostro abbiamo UN COMANDO DEL CRISTO: "Quando pregate DITE così..Padre Nostro che sei nei cieli..ecc....", è ovvio che se non sono impedita mentalmente questa preghiera finirò per impararla a memoria....... e se la dirò una volta leggendola dalla Bibbia, o la dirà tre volte in un giorno a memoria...dove sta scritto che è peccato?
 
Un altro esempio è dato dall'Ave Maria...se io leggo ogni giorno il brano di Luca perchè mi piace e desidero meditarlo, che differenza c'è se avendolo imparato a memoria lo ripeto esempio..all'Angelus spezzando il mio lavoro quotidiano per pensare a Dio ed al mistero dell'Incarnazione? Dov'è il peccato? dove sta la contaminazione? Sto forse parlando male di Dio nel momento in cui invoco pregando la Salutazione angelica? Sto forse mettendo Maria al di sopra di Cristo se medito la salutazione angelica dal momento che resto affascinata DAL PRODIGIO DELL'INCARNAZIONE nel suo seno riconoscendola Beata?
 
Ognuno conservi serenamente il suo modo di percepire il VALORE DELLA PREGHIERA.......sforziamoci di non condannare nè di giudicare come pregano gli altri.....perchè NON è ciò che è esterno che contamina l'uomo....ma il giudizio che ne esce dalla nostra bocca.....
 
Fraternamente Caterina
 
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Consiglia Messaggio 15 di 159 nella discussione 
Da: francesco2Inviato: 13/10/2003 15.01
Pace a te cara lisa che con te  condivido il tuo tremore e il tuo amore cristiano.
Sono addolarato di dover constatare che in altro gruppo invece di condividerci le belle testimonianze di essere cristiani insieme se anche in luoghi diversi, si continui a fomentare la divisione e l'odio.
Si scrivono spesse volte le solite cose quasi a diventare ripetibili, ma si continua ad ignorarle fomentando confusione come quella di insegnare che i cattolici hanno come capo il papa, ingannando con questo modo quanti cercano il Signore Gesù, perchè dicono che nella Chiesa Egli non c'è.
Si continua ad insegnare che la Chiesa dica che solo da lei c'è tutta la Verità della nostra fede, ma è un inganno anche questo, vi riporto le parole del Papa che dice il contrario di quello che altri insegnano per ingannare.
Il dialogo si fonda sulla speranza e la carità, e porterà frutti nello Spirito.
Le altre religioni costituiscono una sfida positiva per la Chiesa: la stimolano, infatti, sia a scoprire e a riconoscere i segni della presenza del Cristo e dell'azione dello Spirito sia ad approfondire la propria identità e a testimoniare l'integrità della rivelazione, di cui è depositaria per il bene di tutti.
(Giovanni Paolo II, Redmptoris Missio, n. 56)
 
Insegnare che la Chiesa dice che in altri non c'è lo Spirito che li anima e li fa vivere è una bugia. Dicono che la Chiesa fa fare cose contrarie al Vangelo quando noi poniamo le mani per un dialogo di confronto e di come dimostriamo che le dottrine sono dentro il Vangelo, ma siccome non sanno alcuni come rispondere allora ci accusano seminando la zizzania e la menzogna. Ci accusano che quello che dice la Chiesa è superiore al Vangelo, ma poi non vogliono confrontarsi su quello dice la Chiesa e non lo sanno, perchè si fermano alle apparenze, non leggono i documenti, io ho scoperto sulla mia esperienza che cosa vuole dire interpretarsi la Bibbia da soli, quando cade questa eresia cadranno una ad una tutte le altre accuse, per questo difendono la dottrina della Sola Scrittura, perchè sanno benissimo che qualcun altro dovrà interpretarla, e che questo qualcuno può essere solo la Chiesa.
 
Loro possono anche dire  come accusa che abbiamo la fedeltà all'insegnamento della Chiesa, loro hanno messo davanti la loro interpretazione personale sulla verità della Bibbia stessa.
A me tutto questo fa male!
 
Preghiamo fratelli tutti, lo chiedo anche agli Evangelici fratelli per me di un Gesù scoperto nella mia adolescenza con voi. Non vi ho mai dimenticati e vi amo perchè Gesù è tutto quello che ci unisce, perdonatemi di essere diventato cattolico, e perdonatemi se nelle mie povere preghiere faccio ancora oggi i vostri nomi con la certezza che il Cuore di Gesù che è grande e immenso e che non fa differenze, ci avvolge tutti e ci riscalda e ci anima. Abbiamo l'umiltà di conoscere i nostri limiti e quando non sappiamo come spiegare una cosa, non insegnamola come accusa rivolta a qualcuno, ma cerchiamo di scoprire quanto è grande l'amore in Gesù e per Gesù che ci unisce e che ci dice che siamo fratelli.
 
Pace in Cristo
 
 
 

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Consiglia Messaggio 16 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 13/10/2003 17.40
Lo Spirito Santo soffia dove vuole,
non forza mai nessuno, lo Spirito vede chi è veramente in buona fede nel professare la propria fede.
Se ogni cristiano si limitirebbe a credere senza andare ad accusare altri di colpe che spesso non hanno, allora l'unità sarebbe ad un passo, veramente vicina.
 
Ma putroppo noi uomini non sappiamo concentrarci solo su Cristo, e spesso ci andiamo a prendere pensieri che ci avvelenano la serenità.
 
Perchè Dio permette questi continui scambi di accuse tra cristiani?
Per mantenere vivo il nostro interesse per la Bibbia, senza le divergenze di opinione si sarebbe arrivati presto ad una fase di stagno, verso un indurimento dei cuori, che ormai certi di conoscere bene la Bibbia, ci si sarebbe accampati nella noia e nell'ozio più totale, non trovando più stimoli al continuo studio.
 
Quindi il dialogo tra cristiani, che interpretano la Bibbia in maniera differente è utile a mantenere vivo l'interesse per le Scritture.
Certi atteggiamenti assolutistici, messi in giro da alcuni protestanti, però avvelenano il clima di dialogo. Praticamento loro sono i veri cristini, e noi cattolici saremmo nel migliore dei casi, dei cristiani di serie C, oppure "quelli del mondo" e quindi pagani da evangelizzare.
Bè, l'orgoglio è opera di satana, il sentirsi superiore (anche solo culturalmente) a qualcuno è opera di satana, spesso si assiste a evidenti manifestazioni di orgoglio pentecostale, e a continui alti e bassi, tipo onda, che vedono accuse e scuse, accuse e scuse, alcune volte le scuse non si vedono neppure.
 
Io penso che se ognuno di noi farebbe un serio, dico serio, esame di coscienza, e invece di sentirsi "a posto" con la coscienza, cominciasse a focalizzare la propria attenzione su certi atteggiamenti messi in campo contro il pensiero di altri fratelli di diversa denominazione, allora ognuno di noi qualcosa la troverebbe da migliorare nel proprio modo di scrivere e di pensare.
Migliorare per piacere meglio a Cristo, migliorare per poter essere più vicini allo stato d'animo dei fratelli di fede diversa.
Ma dirlo o scriverlo è molto più facile, che metterlo in atto, di solito il nostro istinto umano ci porta a prendere di petto il fratello, tanto siamo così "sicuri" che noi e solo noi siamo nel giusto, che quasi ricalcando le orme dei grandi apostoli, ci sentiamo in "dovere" di difendere la nostra fede, spesso calpestando l'altro, mostrando un certo orgoglio di fondo, che scaturisce dal sentirsi sicuri di quello che si scrive, arrivando ad usare disinvoltamente termini offesivi, quali "idolatra" "papisti", "eretici" ecc..
 
Queste sferzate che cosa producono in chi le riceve?
 
Producono ravvedimento?
 
No, il più delle volte producono solo reazioni veementi, che di cristiano hanno proprio poco, e si vedono dipinti scenari pieni di insulti, che di cristiano hanno sempre avuto poco o nulla.
 
L'auto analisi, l'autocritica può produrre solo effetti positivi sulla propria personalità, sul proprio carattere, ma deve essere fatta quasi quotidianamente, altrimenti resta solo vapore, buone intenzioni mai realizzate, e niente di più.
E' difficile dominare il proprio carattere, ma il cristiano è proprio da qui che dovrebbe cominciare, per poter produrre frutti migliori.
 
Pace
Salvatore
Consiglia Messaggio 17 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/10/2003 18.11
Amici......proviamo anche noi...a condividerci testi che ci uniscono......
 
Riporto dal momento che tale autorizzazione è stata rilasciata....una meditazione riportata dal gestore del gruppo "cristianievangelici":
 
Fraternamente Caterina
 
 
Gesù disse: " Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare i giusti, mai peccatori (Matteo 2:17).Furono queste le parole del Maestro che ancora una volta misero a tacere i Scribi e i Farisei, che lo avevano accusato avendoLo visto mangiare con i pubblicani in casa di Levi d'Alfeo. Sono queste parole che ci aprono il cuore e ci donano gioia, ma soprattutto ci fanno comprendere che Gesù è venuto per visitare i peccatori e per redimerli. Egli offre amore e perdono a tutti e a nessuno è preclusa la strada che porta in cielo. Quindi sbarazziamoci da ogni superbia, di ogni invidia, di ogni sciocco orgoglio, di ogni gelosia ed ascoltiamo le Sue parole, perchè Egli è il nostro Condottiero, che ci condurrà amorosamente alla vittoria finale.
Gesù è venuto per quanti ammettono la gravità della situazione in cui versano: il peccato è la malattia mortale che fa di ogni uomo un condannato a morte. L'opera di Cristo e quella dei veri credenti turba e scandalizza la mentalità religiosa, denunciando la frode della religione, smascherando l'inganno di quanti avvolgono la verità nelle nebbie della menzogna per tener nascosta agli uomini l'urgenza del bisogno di redenzione. Andiamo quindi per il mondo, e parliamo di Lui a coloro che attendono di essere salvati e guariti. Portiamo loro l'unica vera medicina efficace contro il peccato: La Parola di Cristo Gesù.
Dal nostro testo troviamo espressioni di amore incontenibile: Cristo con la Sua venuta ha rivelato al mondo intero un sentimento nuovo, anzi antico: l'amore di Dio. Non si può mettere il vino nuovo in otri vecchi, non si può annunciare l'Evangelo restando legati alle vecchie leggi ed ai vecchi pregiudizi. L'evangelo è un annuncio di amore, è il dono di Dio a tutti gli uomini.
 
Da: "La Parola giorno per giorno"
 
 
 
 

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Consiglia Messaggio 18 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/10/2003 19.26

San Teofilo, Vescovo di Antiochia (II secolo d.C.), fu autore di molte opere, alcune delle quali ci sono pervenute, mentre di altre conosciamo soltanto il titolo.
Dalle pagine di queste opere, possiamo riudire la parola del Santo, in difesa della dottrina e della fede cristiana, anche allora oggetto di accuse da parte dei miscredenti e dei viziosi.
Ma se tu mi dici - scriveva l'antico Vescovo: - Mostrami il tuo Dio, io ti dirò: Mostrami il tuo uomo, e io ti mostrerò il mio Dio. Mostrami dunque che vedono chiaro, gli occhi della tua anima, e che bene intendono gli orecchi del tuo cuore...


" Dio si mostra a coloro che possono vederlo, quando hanno aperti gli occhi dell'anima. Tutti hanno i loro bravi occhi, ma qualcuno li ha velati, incapaci di vedere la luce del sole. Il fatto però che i ciechi non vedono, non dimostra affatto come la luce del sole non appaia. I ciechi se la prendano con loro stessi, e con i loro occhi.


" Allo stesso modo, ragazzo mio, se tu hai gli occhi dell'anima velati dalle tue colpe e dalle tue cattive abitudini, non potrai vedere la luce. Come uno specchio limpido: ecco come l'uomo deve tenere la propria anima pura.


" Se lo specchio è arrugginito, il volto dell'uomo non appare sulla sua superficie. Nello stesso modo, se l'uomo è peccatore, quest'uomo non può contemplare Dio ".


L'autore di queste frasi, che più tardi lo stesso Sant'Agostino avrebbe ripreso, era nato in una regione dell'Oriente, presso il Tigri e l'Eufrate. Era pagano, e ricevette un'educazione di stampo ellenistico. Si convertì osservando i costumi dei cristiani, chiaramente superiori a quelli dei pagani, e leggendo la Bibbia. Delle sue esperienze di convertito, e della sua conoscenza della cultura profana, si sarebbe poi servito abilmente nella polemica contro i miscredenti e i filosofi ellenizzanti.


Venne eletto Vescovo di Antiochia nel 169, e reggeva ancora il pastorale della grande città, dove lo stesso San Pietro aveva avuto la sua prima cattedra, alla morte di Marc'Aurelio, nel 180. Forse vide anche i primi anni dell'Impero di Commodo, suo successore.
Le cure apostoliche, in mezzo a una delle comunità più popolose e anche più agitate dei primo mondo cristiano, non lo distolsero dagli studi e dall'attività intellettuale. Scrisse opere polemiche, contro gli eretici del tempo, opere di catechesi, a commento delle Scritture, opere di storia, per sfrondare i miti pagani. Fu insomma un Vescovo che lasciò forte impronta della sua intelligenza e della sua cultura nella storia del tempo, come lasciò traccia della sua carità e della sua misericordia nelle anime a lui affidate.


Fonte:
Archivio Parrocchia

Caro Teofilo.....oggi ricorreva questo onomastico...e dal momento che usi questo nome per il tuo servizio.....che lo stesso grande vescovo Teofilo guidi il tuo cuore alla fedeltà sempre in Cristo e che tu possa continuare a sostenere la santa evangelizzazione a vantaggio e per l'edificazione di tutti.....

 


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Consiglia Messaggio 19 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/10/2003 22.04
Fiori Carmelitani new 
Iscrivendosi a questa newsletter si riceve ogni giorno, dal lunedì al venerdì, un breve pensiero dei santi del Carmelo: San Giovanni della Croce, Santa Teresa D'Avila, Santa Teresa di Lisieux, Edith Stein e tanti altri ancora.
 
 

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Consiglia Messaggio 20 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 15/10/2003 19.37
Non si può mettere il vino nuovo in otri vecchi, non si può annunciare l'Evangelo restando legati alle vecchie leggi ed ai vecchi pregiudizi. L'evangelo è un annuncio di amore, è il dono di Dio a tutti gli uomini.
 
Ma se tutto questo rimane una semplice affermazione, se tutto questo non diventa vita, a cosa serve proclamarlo?
Cosa mai ci resterà quando, dopo esserci quasi commossi di fronte a queste parole, richiudiamo il libro con un sospiro e dopo qualche ora ritorniamo ad essere quelli di prima?
Troppe volte ci riempiamo la bocca con la parola "amore", ma sappiamo veramente cosa essa significhi? L'amore non è emozionalità, l'amore è una spinta interiore che porta verso tutti indistintamente, non perchè così dobbiamo fare, ma perchè non possiamo fare altro che così, perchè è un moto istintivo che non tiene conto delle differenze di razza, di religione, di simpatie, antipatie e di niente altro se non del fatto di sentirsi veramente fratelli.
Proviamo a pensare a quanto noi riusciamo veramente ad amarci, ed avremo la misura di quanto noi amiamo Dio, e quando potremo veramente dire di aver imparato ad amare, avremo una pallida idea di ciò che è l'amore divino.
Ci sentiamo ancora lontani?
Allora cominciamo dal poco: il rispetto.
 
Fraternamente
iyvan
 

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Consiglia Messaggio 21 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 15/10/2003 22.38
 
 
"Per fede Noè...preparò un'arca per la salvezza della propria famiglia" (Ebrei 11:7)
 
Che sfera umile e modesta per l'esercizio della fede! Qualcuno direbbe che lo scopo era sproporzionato rispetto all'opera. L'arca era una grande impresa, ma per chi avrebbe dovuta realizzarla Noè? Per salvare la sua famiglia. Una sfera così circoscritta è degna di essere l'obiettivo della fede? Una scena così comune come la vita di un ristretto nucleo familiare può essere definita un santuario del servizio di Dio?
Quando hai terminato le tue preghiere e concluso le tue meditazioni, non dire che hai terminato di compiere il volere del Signore. Il grande piano di Dio per te include sicuramente la tua casa. La tua famiglia è il primo campo di missione nel quale impegnarti; è un aspetto prioritario dell'opera di Dio per te. Sentirai che ognuno dei doveri ad essi collegati è un atto di sublime comunione con il Padre celeste. Quindi fa in modo che la tua casa diventa la Sua casa. Consacra a Lui ogni parola, sguardo e atto che ha luogo nella tua famiglia.
Costruisci la tua arca di salvezza con premura, ogni giorno, per accogliervi i tuoi cari.
Come Noè, la tua fatica d'amore sarà definita un atto di fede.

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15/01/2012 17:14
 
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Consiglia Messaggio 22 di 159 nella discussione 
Da: fraverInviato: 16/10/2003 0.30

Trovo di grande interesse le meditazioni inserite nonché le preghiere di lode e di adorazione a Dio.

Rispondo in particolare a Mariastella che forse si è un po’ risentita non vedendo ancora miei interventi in questa discussione.

Condivido ed approvo questa ricerca di dialogo affinché ciascuno, anche se inserito in un gruppo religioso diverso si avvicini sempre più all’esempio perfetto di Cristo. Non è buono evidenziare ciò che divide, in quanto tale agire tende a portare rancori e contrapposizioni non positive per nessuno e certamente non volute ne approvate da Dio.

Evidenziamo piuttosto ciò su cui concordiamo, affinché in questo possiamo sempre più migliorare prendendoci il buono da tutti.

Certamente ci sono tante cose su cui probabilmente la vediamo allo stesso modo e possiamo addirittura completarci a vicenda, qualche esempio:

Gesù Salvatore del mondo,

Dio è amore, ed i veri Cristiani amano, amano addirittura anche i propri nemici,

dobbiamo vivere una vita santa,

dobbiamo ubbidire a Dio,

dobbiamo leggere la Bibbia,

ecc.

C’è un verso nella Bibbia, rivolto a quanti vogliono fare la volontà di Dio, di grande insegnamento:

"cerca la pace e procacciala"

prodighiamoci per la pace, così, mostreremo di essere figliuoli di pace, e senz’altro Iddio guarderà la nostra vita.

 

Iddio è amore.

Fraver


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Consiglia Messaggio 23 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°63CaterinaInviato: 20/10/2003 23.12
Non dobbiamo mai avere paura di portare le nostre "contraddizioni" in un mondo che non sa che cosa vuol dire essere di Cristo, appartenergli, fare la sua volontà. Le membra vere del Corpo di Cristo, visibili nella sua Chiesa, non temono le contraddizioni, non si lasciano offuscare dalle mode, non temono il martirio, non temono le calunnie: esse rispettano tutte le culture del mondo, sanno convivere con gli altri perchè Cristo sa vivere in mezzo agli uomini e se siamo "un altro Cristo", anche noi che siamo le sue membra vive, dobbiamo imparare a stare con tutti.
Noi viviamo come una palpitante contraddizione, perchè il cristiano non scende a compromessi, ma si dona o tutto o nulla.
L'Amore più grande di Cristo resta nel mistero della sua frase: "HO SETE", senza questa "SETE" io non avrei fatto nulla di ciò che ho fatto, perchè sono stata una semplice matita nelle mani di Dio, io non ho fatto nulla!
Se non l'avete ancora capito, provate a chiudere i vostri rubenetti dell'acqua per una settimana, quando comincerete a provare quell'arsura che induce la mente ad impazzire, allora forse comprenderete di che cosa stiamo parlando!
I Figli della Chiesa non hanno paura delle contraddizioni del mondo, ma temono la divisione, perchè è innaturale che dei fratelli restino divisi a lungo, è innaturale che i fratelli si facciano la guerra, è innaturale che si possa provare tanta cattiveria.
Una famiglia veramente cristiana non può condividere nè essere d'accordo sull'aborto, perchè la Pace vera comincia dal seno materno e il mondo non avrà mai Pace fino a quando questa non comincerà dal grembo di una madre, specialmente se è una cristiana.
Un vero cristiano semina la cultura dell'amore e della pace, non scende a compromessi, il cristianesimo non è una merce che può essere svenduta, si può convivere con gli altri, ma non si può rinnegare ciò che Gesù ci ha dato.
Io non avrei fatto nulla, se alle mie spalle non avessi avuto una Madre così travolgente nell'Amore e nella Preghiera, la Chiesa, verso la quale sarò sempre debitrice. E quando dico Chiesa intendo ringraziare tutti i fratelli e le sorelle sparsi nel mondo che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno spirituale e materiale.
Quando non trovate risposte alle vostre domande, allora è più conveniente affidarsi alla Provvidenza, abbandonarsi a Lei con profonda umiltà, perchè al Signore non interessano coloro che credono di avere tutte le soluzioni.

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Consiglia Messaggio 24 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/10/2003 19.50
Una CONDIVISIONE PER TUTTI.....
 
 
Cliccate sopra per la presentazione.......
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 25 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/10/2003 0.08
Scusatemi se faccio un doppione.......ma poichè abbiamo dedicato qusto forum alla condivisione con altri cristiani, forse qui, il testo di Domenica della Lectio Divina nostra, sta anche meglio.....
 
Mc.10,46-52
Il Cieco di Gerico
 
Quando leggo il Vangelo cerco di lasciarmi catturare da diversi aspetti....e di trovarli, analizzarli nel loro contesto.....ed ogni volta sono una sorpresa perchè scopro sempre cose nuove, meditazioni che in un primo momento sfuggono, o forse perchè in quel momento lo Spirito a me dice una cosa, ad un altro fa cogliere ciò che il suo stato d'animo in quel momento esige.....
Come sarà di versa la mia meditazione da quella di Gino o dalla Suora che ci offre questa base di partenza......o da voi se vorrete intervenire.....
 
Guardando, ad esempio,  dove è collocato questo brano nel contesto del Vangelo di Mc, vediamo che chiude la lunga sezione consacrata alla tematica della sequela. Dopo il cap. 8 della sezione di Cesarea "chi vuole venire con me deve prendere la sua croce e seguirmi", inizia l'ingresso messianico in Gerusalemme. E questa sezione trova la sua conclusione proprio nel racconto del cieco di Gerico.
Bartimeo è il protagonista cieco del racconto, ma non è solo il personaggio più importante bensì colui attorno al quale si snoda tutto il discorso. Anche Gesù appare un secondo piano, in modo incidentale....... Tuttavia non è male se ognuno di noi che legge si rendesse al tempo stesso protagonista del racconto, questo ci faciliterà l'incontro con Cristo......
 
Possiamo analizzare fin anche dei particolari: di Bartimeo ad esempio sappiamo molto, è figlio di Timeo, è un mendicante che stava lungo la strada, e anche la fine del racconto è indirizzata a lui che  si mette così al seguito di Gesù, lungo la strada, gridando di gioia..... Pensavo a questi particolari abbinandoli alla mia vita, al mio nome, al nome di chi sono figlia, al mio essere "mendicante", a quell'attesa di mettermi "al seguito di Gesù" e poterlo gridare per le strade della vita....... senza vergognarmi...
 
Mi soffermo allora a meditare cominciando sul quel "sedeva lungo la strada": alla fine si legge, colui che era immobile adesso si muove "e si mise a seguirlo per la via"....... Pensavo qui all'attesa, a quell'attesa che ognuno di noi VIVE nel proprio ed intimo contesto personale....siamo come in attesa,  fermi lungo la strada della vita  A MENDICARE.... ciechi....Era al bordo della strada e invece adesso lascia il suo posto per andare al centro, nel gruppo. La sequenza che segue ha dell'incredibile: uno immobile che si muoveuno cieco che vedeun emarginato che entra far parte del gruppo e tutto questo perchè?, Perchè....la tua fede ti ha salvato.
 
Il comportamento di Bartimeo è interpretato come la manifestazione della sua fede, che gli merita la salvezza, che è un dono molto più grande che la vista. Fino a che non giunge a "vedere" Gesù con la vista del cuore, resta a mendicare....resta emarginato...
 
La prima domanda ora... è cercare di capire come si è comportata la fede di Bartimeo: anche se lo sappiamo, fermiamoci a pensare...: la tua fede ti ha salvato.
 
Lui stava a mendicare presso il bordo della strada, sente un brusio, e domanda chi è, e quando gli dicono che è Gesù comincia a gridare: Figlio di Davide, abbi pietà di me. lo sgridano, ma lui insiste sempre di più, e il grido da sempre fastidio, crea confusione e reazione negativa da parte degli astanti. Quale tipo di catechesi poteva mai avere questo Bartimeo? Solo delle voci che correvano fra le gente del suo tempo, sul conto di questo Gesù....un "Tizio che fa miracoli", gli avranno detto..." dice di essere il Messi che aspettavamo" gli avranno detto.... e chissà, forse Bartimeo nel suo mendicare avrà qualche volta sperato d'incontrarlo. Ecco l'occasione...."Gesù sta passando proprio qui, davanti a me".....
 
E allora GRIDA....GRIDA FORTE IL SUO NOME.... ma non è disperato, forse è stanco di mendicare, forse avrà pensato "se potessi VEDERE non dovrei più mendicare"..... Lo rimproverano, non importa, "in questo momento VOGLIO INCONTRARE GESU' " .... Questo grido ripetuto è innanzitutto una preghiera, ma insieme suppone la fede. E poi la sua forza è credere che lui abbia un potere per guarirlo dalla sua infermità di vista: "se potrò vedere non sarò più emarginato...."
 
Bartimeo chiama Gesù con vari termini, Gesù che è il suo nome, e insieme lo chiama anche Figlio di Davide, o rabbunì che ha un significato inizialmente regale.
È il tono di una confidenza umile, anche se audace. Ma oltre a manifestare la fede c'è un altro aspetto importante: sapendo che Gesù lo chiama, il cieco si slancia verso di lui, viene guarito, ci vede... poi si mette ad andargli dietro. E' una sequenza veloce, IMMEDIATA che potrebbe passare inosservata....., ma c'è un altro particolare:
 
gettato via il mantello balzò in piedi e venne da Gesù. Il primo gesto è quello di buttare via il mantello, e non è soltanto un tratto pittoresco, nella Bibbia nulla è scritto a caso e tutto ha un senso...: un po' prima in 10,28 si è parlato dei discepoli che avevano lasciato tutto per seguire GesùAvevano abbandonato le reti, e lo avevano seguitoQui si parla del mantelloche era stato interpretato come il lasciarsi alle spalle i vestiti per accedere nudi al battesimoE' l'immagine del lasciarsi alle spalle tutto ciò che impedisce la sequela del Signore. E balzando in piedi immagine di slancio e di apertura al mistero. La fede di Bartimeo necessita così di UNA CONFERMA visibile....getta il mantello, getta tutto ciò che potrebbe impedirgli di essere UNA ZAVORRA...
 
C'è un altro particolare: Gesù dice "Va, la tua fede ti ha salvato", ma Bartimeo non se ne va, ma si mette a seguirlo, caso unico in Marco di un miracolato che entra al seguito di Gesù. Anche all'indemoniato che aveva chiesto di potere restare con lui Gesù aveva opposto un rifiuto.
 
In questo frangente sembra proprio che Gesù OFFRA A Bartimeo la possibilità di un nuovo impegno. proprio perché ha conquistato la vista, egli può mettersi in cammino verso Gerusalemme con Gesù. Non è un racconto di conversione, ma di vocazione o crescita nella fede, simile alla chiamata dei primi discepoli. Perchè non è di conversione? Perchè Bartimeo CREDEVA.....evidentemente già aveva saputo di questo Gesù, dei miracoli che faceva e il particolare nel chiamarlo non "Figlio di Giuseppe o del falegname", ma bensì FIGLIO DI DAVIDE, lascia presupporre che in qualche modo egli credesse in questo Messia.....In un altra occasione Gesù al ricco che gli chiede cosa debba fare per avere la vita eterna, dice " VA, VENDI QUELLO CHE HAI....ecc...", ecco un altro "VAI"...ma che è un invito a ponderare bene DOVE ANDARE.....il ricco NON seguirà Gesù perchè, dice il Vangelo "AVEVA TROPPI BENI", qui Bartimeo l'unica cosa preziosa che forse possedeva era proprio quel MANTELLO.....e lo getta via....non possiede più nulla, ora che ha avuto la vista, può seguire il Maestro, se vuole...se voglio...se vogliamo...
 
È la logica della fede che dopo aver chiesto la guarigione ed essersi lanciato verso di lui lasciando il mantello, il recupero della vista gli da la possibilità di poter vedere Gesù e di seguirlo. La sua condotta è quella di un credente che va fino in fondo nella logica della sua fede. Dopo aver fatto l'esperienza della sua presenza, il credente non vuole più separarsi da colui che ha conosciuto come suo maestro.
 
Vediamo adesso l'atteggiamento di Gesù.
 
La sua prima reazione, sentendo il grido, è quello di fermarsi. Nel suo cammino verso Gerusalemme niente lo interrompe tranne il grido, e lui sta andando verso Gerusalemme, verso la morte. Si ferma, prende la Parola, e ci vengono riportate tre parole. Chiamatelo, a questa attenzione di Gesù, l'atteggiamento della gente si modifica. "Coraggio, alzati, ti chiama". Gesù fa forza sulla sua capacità e autorità per far maturare i suoi discepoli, o ascoltatori.
 
E poi la domanda: "che cosa vuoi che io ti faccia?", permettendo così all'interlocutore di poter esprimere la sua fede, di far venire alla luce quello che è nel suo cuore
 
Come Bartimeo anche noi siamo chiamati ad esprimerci....siamo chiamati a GIOCARCI TUTTO, a dare sempre una risposta a quel che vogliamo da Dio.....E infine Gesù dice "Va, la tua fede ti ha salvato!", è il racconto della salvezza donata, non guarigione da una malattia, ma l'impegno ad andare secondo il progetto del dono del Signore. Sembrerebbe tutto finito, invece c'è quel "VA"..... Mi piace pensare a che il favore ricevuto non comporta alcun obbligo, Gesù non chiede nulla a chi ha donato la salvezza, e la salute interiore. Solo la fede può ispirargli questa adesione al progetto di Dio, al di fuori di ogni pressione esterna. GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE.....La persona va dietro al Signore perché risucchiata da lui, dal suo amore, non per costrizione o per ricatto grazie al dono della salute.
 
Facciamo una piccola nota al contesto generale per chiudere..... Marco nota la funzione della follaa noi viene chiesto di fare da intermediari tra Gesù e chi è lungo la strada.
 
Lui è separato a causa della sua immobilità, e anche qui il seguito di Gesù interviene tre volte: prima per informarlo sulla causa di quel rumore. Così informato Bartimeo si mette a gridare.
 
E vediamo subito che da neutro (mendicante seduto sul bordo della strada, emarginato) diviene subito aggressivo e protagonista: molti di loro gridavano di farlo tacere. Gesù è ben difeso, questo gruppo in cui dobbiamo imparare a identificarci si comporta come se Gesù fosse loro proprietà
 
Allora qui Gesù, che all'inizio ha un ruolo negativo, adesso cambiaPerché l'atteggiamento della folla era un attacco a chi tentava di avvicinarsi al Signore mendicando, da cieco, ma con cuore puro...., e vediamo la fatica di Bartimeo per arrivare a luiMarco fa presagire... un rimprovero per noi comunità cristiana: non possiamo e non dovremmo FERMARE LE PERSONE che si accostano al Signore PER ALTRE VIE....BENSì, essere sempre in funzione del Cristo, un dito puntato sul Signore affinchè i tanti Bartimeo possano incontralo e avvicinarlo.....O la comunità porta a Cristo, o è un fallimento, è un ostacolo e non un aiuto che indica la via. E Gesù si rivolge a quelli che lo circondano dice: "Chiamatelo!". Quest'ordine trasforma il loro atteggiamento. Prima erano barriera, adesso, diviene impegno di vita.
 
È la lezione per tutti noi: essere segno, semplice, povero ma trasparente, non impedimento per il  cammino di chi avendo un cuore puro, attende l'incontro per altre vie.
 
Tra il seguito di Gesù, chiunque esso sia, la fede deve essere accolta e proclamata per quello che è: fede nella parola viva del Signore.
 
La fede rende liberi, pochi versetti come abbiamo visto, ma estremamente significativi per il nostro cammino di credenti, perché significativi di uno stile di vita diverso, e di una logica Evangelica che cambia la vita, la trasforma.......permettendoci di metterci alla sequela del Cristo......

Fraternamente Caterina


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Consiglia Messaggio 26 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 25/10/2003 12.26
Condivido le parole di Ivan,
cominciamo dal poco rispetto che c'è tra i cristiani di differente denominazione, e non facciamo finta che non è vero. Esistono dei muri tra noi ed i pentecostali ad esempio, e questi muri vengono sostenuti dal finto amore che spesso pervade certi cuori.
Ognuno esamini se stesso e cerchi di capire se nutre vero amore verso il fratello di denominazione diversa, o se invece ama vincere ogni scontro verbale, intestardendosi, e rifugiandosi nel crogiolo abitato dai solo fratelli di denominazione, dove naturalmente si ricevono solo consensi e incoraggiamenti.
Ma un vero cristiano deve andare oltre, a volte deve lasciar stare (dando il misurato peso) i suggerimenti dei fratelli di comunità, deve imparare a ragionare con la propria testa, ci vuole pazienza, tenacia, si andrà incontro ad umiliazioni, difficoltà dubbi temporanei, ma alla fine nei cuori veramente sincerità la Verità trionferà.
I preconcetti avvelenano i rapporti tra cristiani di differente denominazione, e i preconcetti non vengono da Dio, ma dalla nostra miseria umana.
 
Pace
Salvatore

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Consiglia Messaggio 27 di 159 nella discussione 
Da: francesco2Inviato: 29/10/2003 10.38
Pace a tutti in Gesù.
 
Desidero far presente a tutti i fratelli evangelici che sarò lieto di pregare in spirito con loro e con tutti i santi che abbiamo in condivisione per l'amore verso Gesù e che ora ci hanno preceduti e sono accanto a Gesù nella verità tutta intera.
 
Desidero che in questo giorno che commemoriamo tutti i santi del mondo, senza bandiere e senza frontiere e senze barriere di chiese, ma tutti e solo per Gesù, di stare uniti con loro in una preghiarea unica che raggiunga il Cuore misericordioso di Gesù affinchè ci aiuti e ci sostenga nel portare la sua testimonianza di amore verso il nostro prossimo.
 
Sia lodato Gesù Cristo, nostro Signore

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Consiglia Messaggio 28 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/10/2003 11.58

 Il vero amore è un sentimento che sebbene provochi dolore e ci faccia soffrire ci rende felici. Ecco perché dobbiamo pregare Dio chiedendogli il coraggio di amare. 

(Madre Teresa 
di Calcutta)

 


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Consiglia Messaggio 29 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/10/2003 14.19

Prendere la propria croce

di Angelo Gargano

 

"Allora Gesù disse ai suoi discepoli: Se uno vuol venire dietro me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Matteo 16:24).


Prendere la propria croce è parte del prezzo da pagare se si vuol essere discepoli di Gesù.
A volte sembra che siamo proprio noi predicatori a non far comprendere bene cosa significa essere un vero cristiano. Si tende troppo a semplificare, a sostituire la sostanza con l'apparenza, a far leva sulle emozioni passeggere invece di puntare a scelte ponderate, anche dolorose, ma durature.
A volte capita di udire qualche predicatore che dice: "Se ti alzi e vieni avanti, io pregherò il Signore per te e sarai salvato". Certo rispondere ad un appello può essere il primo passo, ma non è sufficiente per essere salvati né è sufficiente la preghiera del predicatore per nascere di nuovo.
Gesù continua ad affermare in modo categorico e serio quali sono le condizioni per appartenergli e per essere eredi con Lui nel regno dei cieli: "Non chiunque dice: Signore, Signore! Entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Matteo 7:21), e ancora: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Matteo 16:24).
Certo nessuno di noi può guadagnarsi la salvezza perché essa è il dono di Dio, ma molti di noi possono perderla non comprendendo quella che è la volontà di Dio per la nostra vita. E' ora di finirla di illudere la gente, perché di questa gente un giorno dovremo renderne conto.

Essere cristiani non è la decisione di un momento, ma la scelta di una vita. Non sto parlando di perfezione, so molto bene che siamo lacunosi in molti modi, ma so anche bene che bisogna scegliere da che parte stare: con Dio, condividendo la Sua volontà, o con il mondo seguendo l'andazzo del presente secolo.
Oggi la Parola di Dio ci dice che se vogliamo essere Suoi discepoli, dobbiamo fare delle scelte, dobbiamo prendere la nostra croce.

Prendere la nostra croce significa morire al mondo

Noi cantiamo: Il mondo non è più per me! Ma è veramente così?
Morire al mondo richiede un atto di fede definitivo, che risulta da un atteggiamento ben chiaro nei confronti della vecchia natura. Noi dobbiamo vedere la vecchia natura, quello che eravamo, come Dio la vede, cioè crocifissa con Cristo.
Il primo passo in un cammino di santità pratica è riconoscere la crocifissione "dell'uomo vecchio".
La crocifissione era una delle forme di esecuzione più orrende mai concepite dall'uomo. Era la più ignobile delle morti riservate ai ribelli, agli assassini. Cicerone la definì "la pena capitale suprema, la più dolorosa, terribile e ripugnante".
Non esisteva sofferenza ed umiliazione più grande.
La Parola di Dio ci dice, che avendo creduto nel Signore ed avendo accettato la Sua salvezza, il nostro "vecchio uomo" è stato crocifisso. Cosa significa ciò?

Significa che il nostro "vecchio uomo" è morto

Colui che veniva crocifisso, stava andando a morire, diceva "addio" a questo mondo. E' troppo facile sembrare religiosi e santi. E' troppo facile usare termini devoti e pii. Ma quanti di noi hanno veramente crocifisso il "vecchio uomo"? Quanti di noi possono dire in verità: "Signore non la mia volontà ma la Tua volontà sia fatta" - qualunque sarà la volontà di Dio?
Seguire Cristo portando la croce significa morire a noi stessi e vivere per Lui.
Gesù volle ancora rendere più chiaro questo concetto dicendo che "se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, sua moglie, i fratelli , le sorelle e persino la propria vita, non può essere mio discepolo" (Luca 14:26). Il prezioso Maestro non sta qui parlando di "odio" nel senso negativo del termine, sta volendo dare una scala di priorità alla cima della quale ci deve stare Lui, mentre per tutto e tutti gli altri ci deve essere un amore minore di quello che siamo chiamati ad avere per Lui. Come può affermare di aver preso la sua croce e di stare seguendo il Maestro colui che pensa più d'ogni altra cosa alla sua carriera, alla sua vita, a soddisfare i propri desideri.
Chi è morto al mondo non ha sogni che riguardano solo lui, ma il suo sogno sarà soddisfare pienamente il Signore e per quest'alta vocazione vivrà la propria vita. Portare la croce e morire al mondo è l'unico modo per vivere godendo della completa libertà che è propria dei figli di Dio.

"Perchè chi vorrà salvare la propria vita, la perderà: ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà" (Matteo 16:25).

Prendere la nostra croce significa morire al peccato

L'apostolo Paolo aveva ben chiaro ciò che voleva intendere Gesù ed era per questo che esortava i credenti di Roma, dicendo:"Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato; infatti colui che è morto è libero dal peccato" (Romani 6:6,7).
Il vero discepolo di Cristo non ha più alcun diritto di peccare. Ciò significa che abbiamo chiuso con il peccato, perché un uomo morto non pecca più. E' la vecchia natura che è peccaminosa, quindi avendola crocifissa, la concupiscenza e le passioni carnali diventano una cosa del passato. Il ladro crocifisso non poteva rubare più. L'assassino crocifisso non poteva uccidere più. I piaceri peccaminosi erano finiti per sempre.
La "carne" era stata inchiodata sul legno. Questo è quello che è accaduto a noi avendo crocifisso "l'uomo vecchio", e quindi essendo morti al peccato (Romani 6:6,7). Prima di andare avanti è bene accertarsi se veramente si è morti al peccato. Non voglio chiederti se continui ad uccidere, rapinare, a commettere adulterio o altre cose terribili che sicuramente hai allontanato dalla tua vita e ti guardi bene dal ritornare a conviverci. Ci sono però dei peccati che sfuggono alla coscienza o che vengono giustificati inconsciamente e razionalmente in tanti modi. Essere morti al peccato significa essere morti ad ogni forma di peccato.

"Adiratevi e non peccate" (Efesini 4:26). L'ira: che peccato comune! Risentimenti che ardono lentamente; irritazioni nascoste; malignità coltivate nella mente; collere che all'improvviso scoppiano. Tutti peccati che vengono tollerati con grande pazienza. Adirarsi e non peccare è possibile quando, come Gesù, ci si adira contro il peccato e le ipocrisie e non contro i peccatori e gli ipocriti.

"Chi rubava non rubi più" (Efesini 4:28). Menzogna, collera e furto sono peccati assai comuni e sono spesso condonati. Chi si converte a Cristo, deve abbandonare la condotta della vecchia vita. Alcuni credenti del ventesimo secolo, sarebbero inclini a trascurare tale comandamento come se non li riguardasse, non essendosi mai macchiati di furto, di prevaricazioni o crimini di questo genere. Ma forse abbiamo bisogno di considerare il furto sotto un altro punto di vista. Tutti saranno d'accordo nel convenire che ottenere qualcosa ingiustamente, con la frode o con la forza significa rubare.Il modello di assoluta santità di Dio và molto più lontano e pone nella categoria del furto anche ogni sorta di profitto illecito, di sotterfugio, di cattivo uso del denaro, di parassitaggio, di rifiuto di pagare i debiti. Rubare può essere anche togliere a Dio ciò che dovrebbe essergli dato (Mal. 3:8). Sei veramente morto al peccato? Giudichi il peccato che è attorno a te con lo stesso ardore con cui lo faceva Gesù, oppure ti sei abituato a conviverci? Pensi anche tu che tanto il mondo va così per questo non c'è nulla da fare? La Parola ha degli ordini ben precisi per coloro che vogliono essere discepoli di Cristo: "Fate dunque morire ciò che in voi è terreno, fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio sui figli ribelli. E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse. Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene. Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliate dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato" (Col. 3:5-10).

Prendere la propria croce significa identificarsi con Cristo

Chi è il tuo eroe? A chi vorresti assomigliare? Chi vorresti essere?
L'apostolo Paolo non aveva dubbi e per questo poteva affermare: "Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!" (Gal. 2:20). Ecco chi era l'eroe di Paolo: Cristo Gesù, il Signore!
Noi come discepoli siamo chiamati ad assomigliare al Maestro, ad identificarci con Lui, con i Suoi atti, con le Sue parole, con la Sua visione.

Identificarsi con Cristo significa:

Avere i suoi desideri. Non un cuore che batte per le cose del mondo ma che aspira alla realizzazione del regno di Dio sulla terra e alla gloria, nel cielo.

Avere i suoi scopi. Non vivere per noi stessi ma vivere per la salvezza dei peccatori e per l'edificazione del corpo di Cristo.

Essere disposti a patire le Sue sofferenze. Vogliamo seguirlo sempre, sia quando si tratta di entrare con Lui trionfanti in Gerusalemme, sia quando si tratta di seguirlo nel Getsemani e finanche alla croce.

Avere il Suo cuore. Un cuore che batte per tutti, che ama tutti disinteressatamente, che vede in ogni creatura un potenziale figlio di Dio e una reale persona per la quale Cristo è morto.

Odiare il peccato. Pur amando i peccatori, come Cristo, siamo chiamati ad odiare il peccato e a giudicarlo come la Parola di Dio lo giudica. Siamo chiamati ad identificarci con Cristo, portando la nostra croce.

Sei veramente discepolo di Gesù Cristo? Non c'è discepolato senza la rinuncia a se stesso e senza prendere la propria croce. Se abbiamo pagato questo prezzo siamo a buon punto. Dio ci darà forza e grazia di risultargli sempre più graditi.
Essere discepoli di Cristo è qualcosa in più che frequentare un locale di culto o avere qualche incarico nella chiesa di cui fai parte. Essere discepoli di Cristo significa appartenerGli.

Un grazie al sito:

http://evangelici.altervista.org/prendcroce.html

 


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Consiglia Messaggio 30 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°63CaterinaInviato: 01/11/2003 0.07
 
Amici.....
con questa nostra desideriamo raggiungere in modo speciale il Gruppo di MSN di CristianiEvangelici (e gli altri Gruppi di MSN Cattolici e Cristiani), ....per augurarvi nel Cuore Misericordioso di Gesù, ogni bene....per domani, Festa di TUTTI i Santi.
Sappiamo bene che non celebrate questa Festa, tuttavia sappiamo anche che in Cielo, grazie a Dio, non ci sono nè divisioni nè barriere e dunque, proprio in questa Comunione dei Santi che entrambi professiamo nel Credo...desideriamo unirci a quanti, seppur in una Chiesa divisa, hanno saputo testimoniare e testimoniano con la vera Carità l'amore del Cristo:
Una unione di Preghiera anche verso i missionari Evangelici sparsi per il mondo e a quanti si dedicano alle opere di carità in diverse missioni....
 
 
Desideriamo raggiungervi con la Preghiera, unico mezzo efficace per tutte le vostre necessità e per una santa comunione evangelica.
 
Desideriamo unirci alle vostre Preghiere anche per il ricordo di tutti i Defunti, pur rispettando il vostro "non fare culto"....., con una raccomandazione speciale verso quanti stanno "vivendo" questo passaggio nell'abbandono più completo, senza una parola di conforto, o magari nella disperazione e senza speranza.....
 
Desideriamo vivamente che Gesù abbia compassione di tutti noi e ci sostenga con la Sua Grazia.....
 
Con fraternità i Gestori tutti di DVF
 
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29/01/2012 23:24
 
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Consiglia Messaggio 32 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°63CaterinaInviato: 13/11/2003 17.30
 

Da un sermone di Martin Luther King del 1963

pastore della Chiesa in Montgomery,

Alabama (Stati Uniti)

 

La Forza di Amare

Vorrei parlarvi di un uomo buono, la cui vita esemplare sarà sempre una luce sfolgorante capace di tormentare la sonnacchiosa coscienza dell’umanità. La sua bontà non consisteva in un passivo abbandono ad un particolare credo, ma nell’attiva partecipazione ad azioni di salvezza; non in un pellegrinaggio morale che raggiungeva il suo punto di destinazione, ma nella morale dell’amore con la quale egli compiva il suo viaggio attraverso la strada maestra della vita: era buono perché era un prossimo.

L’interesse morale di quest’uomo è espresso in una meravigliosa storia breve, che comincia con una discussione teologica sul significato della vita eterna, e si conclude con una concreta manifestazione di compassione su di una strada pericolosa. A Gesù viene posta una domanda da un uomo che si era formato nelle sottigliezze della legge giudaica: <<Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?>>. La risposta è pronta: <<Che cosa è scritto nella legge? Tu cosa ci leggi?>>. Dopo un momento, il dottore della legge recita immediatamente: <<Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e con tutta la tua mente; e il prossimo tuo come te stesso>>. Allora viene da Gesù la parola decisiva: <<Hai risposto bene; fa questo, e vivrai>>.

            Il dottore della legge rimase male. <<Perché>>, avrebbe potuto domandare la gente, <<un esperto della legge avrebbe dovuto fare una domanda a cui anche un novizio poteva rispondere?>>. Volendo giustificare se stesso e mostrare che la risposta di Gesù era tutt’altro che conclusiva, il dottore della legge domanda: <<E chi è il mio prossimo?>>. Egli si stava ora impegnando in un dibattito vigoroso che avrebbe potuto trasformare la conversazione in un’astratta disputa teologica. Ma Gesù, deciso a non lasciarsi prendere nella ‘paralisi dell’analisi’, strappa la domanda da mezz’aria dov’era sospesa e la colloca in una pericolosa curva tra Gerusalemme e Gerico.

Chi è il mio prossimo? <<Non conosco il suo nome>>, dice Gesù in sostanza. <<E’ chiunque verso cui voi agite da buon vicino. E’ chiunque giace nel bisogno all’angolo della strada della vita. Non è giudeo né gentile, né russo né americano, né nero né bianco. E’ “un uomo” – ogni uomo in bisogno – in una delle numerose strade della vita>>. Così Gesù definisce il prossimo, non con una definizione teologica, ma con una situazione vitale.

In che consisteva la bontà del buon samaritano? Perché egli sarà sempre un paragone ispiratore della virtù dell’amicizia? Mi sembra che la bontà di quest’uomo possa essere descritta con una sola parola: altruismo. Il buon samaritano era altruista nell’intimo. Che cos’è l’altruismo? Il dizionario definisce l’altruismo come <<considerazione per, dedizione all’interesse degli altri>>. Il samaritano era buono perché faceva della premura per gli altri la prima legge della sua vita.

Il buon samaritano rappresenta la coscienza dell’umanità, perché egli pure obbediva a un comandamento non coercitivo: nessuna legge al mondo poteva produrre una così pura compassione, un così genuino amore, un così completo altruismo.

Come non mai prima d’ora, amici miei, gli uomini di tutte le razze e nazionalità sono oggi chiamati ad essere “prossimi” gli uni verso gli altri. L’appello ad una politica mondiale di buon vicinato è assai più che effimera parola d’ordine: è l’appello ad una forma di vita capace di trasformare la nostra imminente elegia cosmica in un salmo di pienezza creativa. Non possiamo più a lungo permetterci il lusso di tirare dritto dall’altra parte: una tale follia si chiamava una volta fallimento morale, oggi porterebbe al suicidio universale. 

Non possiamo sopravvivere a lungo separati spiritualmente in un mondo che è unito dal punto di vista geografico. In ultima analisi, io non devo ignorare l’uomo ferito sulla strada di Gerico della vita, perché egli è parte di me ed io sono parte di lui: la sua agonia mi diminuisce, la sua salvezza mi accresce.   

Nel nostro tentativo di fare dell’amore del prossimo una realtà, noi abbiamo, a guidarci, oltre all’esempio ispiratore del buon samaritano, la magnanima vita del nostro Cristo.

Il suo altruismo era universale, perché egli considerava tutti gli uomini, anche i pubblicani e i peccatori, come fratelli.

Il suo altruismo era rischioso, perché egli spontaneamente percorreva vie pericolose per una causa che conosceva giusta.

Il suo altruismo era eccessivo, perché egli scelse di morire sul Calvario, la manifestazione, meravigliosa in tutta la storia, di obbedienza a leggi non coercitive

 


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Consiglia Messaggio 33 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/11/2003 23.27
 

da "discorsi e dialoghi spirituali" di San Macario Simeone:

La perla spirituale.

Il Signore, parlando del regno dei cieli disse cosi': "Il regno dei cieli e' simile ad un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra" (Mt 13,45-46).

Allo stesso modo anche l'anima deve trovare e acquistare la celeste "perla preziosa", lo Spirito di Cristo. Senza questa perla divina l'anima non puo' piacere al re Cristo.

Il prezzo e' avere il cuore libero dalle cose di questo mondo e accettare con coraggio e fiducia le prove che la vita stessa ci presenta, confidando soprattutto nel Signore.

Ogni anima che desidera giungere alla vita cerchi questa perla, e acquisti il Signore che e' tutto in tutti: cibo, bevanda, veste, riposo, gioia ineffabile, vita vera che dona se stessa fino alla morte.

Colui che lo ha trovato, ha trovato una ricchezza per tutti i secoli, una luce incessante, una gloria senza oscurita'.

Percio' l'anima, dopo aver ascoltato la parola di Dio ed essersi accordata con lui, si alzi, si desti all'amore per il Signore desiderato.

Noi siamo veramente figli di Dio e come una mamma prende in braccio il bambino e il bambino si rallegra e gioisce nel vedere la madre, poiche' riceve da lei il latte, cosi' quanti hanno in se' la vera luce dello Spirito e si sono rivestiti di Cristo, al vederlo trovano riposo e si rallegrano di "gioia indicibile".

Da lui infatti ricevono il nutrimento incorruttibile, in lui vivono la vera vita.


 

Domani festeggiamo il ricordo del Vangelo della Gloria del Cristo: Festa dunque di CRISTO RE......credo che questo possa certamente essere un punto d'incontro con TUTTI I CRISTIANI SPARSI SULLA TERRA E CHE IN CRISTO RE NON ESISTANO BARRIERE E DIVISIONI....domani allora, se volete, potremo trovarci in unione di Preghiera, voi nelle vostre Comunità, noi nelle nostre, innalzando a Dio un unica voce di Preghiera.....

Fraternamente ....da tutti e per tutte le persone di buona volontà......


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Consiglia Messaggio 34 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 23/11/2003 16.50
 
 
 


Il libro dei Testimoni
Comunità di Bose

Martirologio Ecumenico
Ediz. San Paolo, 2002; 672 pp.

Il libro dei Testimoni
Comunità di Bose

Fin dai primi secoli della Chiesa, i cristiani cominciarono a raccogliere i nomi dei martiri locali, consci che, come ricorda il celebre adagio di Tertulliano, "il sangue dei cristiani è un seme". Già nel IV secolo a Nicomedia, e pochi decenni più tardi nella regione di Aquileia, si avvertì il bisogno di ricordare la comunione universale tra le Chiese, mettendo insieme diverse liste di martiri locali, fino a produrre una raccolta globale dei testimoni: è il celebre Martirologio geronimiano.
Quando iniziarono le divisioni (nel V secolo con l'oriente non calcedonese, alla fine del primo millennio tra oriente bizantino e occidente latino, quindi nel secolo XVI tra cattolici e protestanti), i martirologi cominciarono a subire un'evoluzione contraria, rispetto a quella che ne aveva caratterizzato più di mille anni di storia: si continuarono ad aggiungere nomi nuovi agli elenchi dei frutti suscitati dallo Spirito lungo i secoli, ma soltanto quelli appartenenti alla propria Chiesa.
Una inversione di tendenza si è avuta con la diffusione sempre più convinta del movimento ecumenico. La contraddizione all'Evangelo rappresentata dalle divisioni tra cristiani è balzata finalmente agli occhi di tutti. Giovanni Paolo II, in uno dei brani giustamente più citati della Tertio millennio adveniente (n. 37), osserva: "La Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri... La testimonianza resa a Cristo sino allo spargimento del sangue è divenuta patrimonio comune di cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti... L'ecumenismo dei santi, dei martiri, è forse il più convincente". Nella enciclica Ut unum sint (n. 84) c'è un chiarimento coraggioso e decisivo: "In una visione teocentrica, noi cristiani abbiamo già un martirologio comune... Sebbene in modo invisibile, la comunione non ancora piena della nostra comunità è in verità cementata saldamente nella piena comunione dei santi. Questi santi vengono da tutte le Chiese". Ancor prima, il decreto conciliare Unitatis redintegratio (n. 4) aveva affermato: "Riconoscere le ricchezze di Cristo e le opere virtuose nella vita degli altri, i quali rendono testimonianza a Cristo talora sino all'effusione del sangue, è cosa giusta e salubre".
Speriamo che questo Martirologio ecumenico, redatto con il concorso dei rappresentanti ufficiali di tutte le Chiese, possa servire a ridare motivazioni e stimoli a coloro che desiderano fare la volontà del Signore: "Che tutti siano uno". Enzo Bianchi


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Numero di iscritti che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti Messaggio 35 di 159 nella discussione 
Inviato: 23/11/2003 16.58
Questo messaggio è stato eliminato dal gestore o dall'assistente gestore.

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Consiglia Messaggio 36 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 23/11/2003 17.25
Perdonami Giacomo....ma questo forum serve per UNA COMUNIONE CON GLI EVANGELICI......e qui cerchiamo anime di buona volontà.....oppure invitiamo di astenersi dallo scrivere se non si hanno cose buone da comunicarci....
 
Comprendo la tua buona fede, ed inserirò il tuo messaggio nel forum dedicato alla Vergine, qui:
 
ma epurandolo da alcune affermazioni un pò inesatte e pesanti....qui leggerai che gli anglicani e molti di loro sono ben predisposti verso la Vergine.....inserire solo ciò che ci divide non farà bene a nessuno, tanto meno al dialogo....
Diverso è invece quando parliamo degli errori di insegnamento della dottrina della Chiesa che purtroppo molti evangelici non conoscono ed anche qui c'è chi in silenzio vuole apprendere e chi invece ne approfitterà per attaccare.....ecco, allora, non agiamo così anche noi......
 
Dialogare con CARITA' vuol dire anche trovare le parole giuste per dirle al momento giusto....sembra facile ma non è affatto così.....
 
Ringrazio Gino per aver inserito questo libro di Bianchi della Comunità di Bose e che parla e credo per la prima volta..DI MARTIRI SIA CATTOLICI CHE PROTESTANTI, che UGUALMENTE HANNO DATO LA VITA PER GESU'.....
Ci sono veramente molti MISSIONARI DA AMBO LE PARTI....ringraziamo comunque Dio perchè non venga a mancare l'operaio nella sua vigna...noi impegnamoci fin dove possiamo...ad arginare il senso della diversità anche se esiste....ma dobbiamo imparare a rispettarci....
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 37 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 24/11/2003 9.18
Amici, nella sezione TESTIMONIANZE  
a cui potete accedere cliccando sul titolo in grassetto  ho inserito un testo che ha trovato Alfonso, gestore di Cristiani Evangelici sui comuni cristiani martiri della Chiesa antica.
L'ho inserisco col suo permesso.
 
Pace
Gino
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29/01/2012 23:26
 
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Consiglia Messaggio 38 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 24/11/2003 21.04
I nuovi movimenti e le nuove comunità ecclesiali aiutano i cristiani a vivere più radicalmente secondo il Vangelo; sono culla di diverse vocazioni e generano nuove forme di consacrazione; promuovono soprattutto la vocazione dei laici e la portano ad esprimersi nei diversi ambiti della vita. 

(Ecclesia in Europa, 16, Giovanni Paolo II)


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Consiglia Messaggio 39 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/11/2003 13.46
13:02 - GERMANIA: CATTOLICI E EVANGELICI: "IL GOVERNO SI IMPEGNI PER LA TUTELA COERENTE DEGLI EMBRIONI"

Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, card. Karl Lehmann e il presidente del consiglio dellaChiesa evangelica, il vescovo Wolfgang Huberhanno diffuso ieri un appello congiunto al governo sulla decisione, attesa per domani 26 novembre, del Consiglio dei ministri Ue sul finanziamento della ricerca sugli embrioni umani.

"Ci appelliamo al governo federale, perché si attenga strettamente al diritto vigente in Germania ed ai criteri fissati dalla legge per la tutela degli embrioni". I capi delle Chiese esprimono "estrema preoccupazione" per il recente voto dell’Europarlamento in materia. "Laddove l’interesse della ricerca su cellule staminali di embrioni umani è così forte da mettere in conto l’uccisione di embrioni umani per ottenere tali cellule staminali, viene strumentalizzata la vita umana, e ciò è inaccettabile", affermano. "La dignità e il diritto alla vita che spettano all’embrione umano fin dall’inizio anche qualora venga concepito al di fuori del grembo materno, sono stati subordinati a determinati interessi scientifici e vengono considerati inferiori", dichiarano Lehmann e Huber, ipotizzando anche il rischio, in sede di fecondazione artificiale, che "in futuro si produca un numero di embrioni superiore a quanto necessario". Nel comunicato, i responsabili della Chiesa cattolica e della Chiesa evangelica si rivolgono al governo con la "richiesta urgente" di opporsi "all’allineamento alla posizione di altri Stati membri dell’Ue" in materia, e di "impegnarsi per una tutela coerente degli embrioni".

 



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Consiglia Messaggio 40 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/11/2003 18.57
Caro Serafino....a questo punto credo che tu possa leggerci......
 
Accolgo l'invito di Alfonso...le questioni passate lasciamole indietro perchè non hanno leso nessuno....abbiamo fatto semplicemente delle discussioni più o meno o per nulla accolte......tutto qui.....Nessuno deve ne può intervenire per convertire un altro, ognuno resti pure delle sue idee..impariamo prima di tutto  A DIALOGARE e a rispettarci nelle diversità..il resto rimettiamolo alla Provvidenza......
 
Se vorrai continuare a leggerci, buon proseguimento.....
 
Fraternamente

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Consiglia Messaggio 41 di 159 nella discussione 
Da: albertoInviato: 27/11/2003 12.25
Che la Pace del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti noi.
 
Ho letto se non mi sbaglio che anche altri vivono l'Avvento, allora desidero augurare di tutto cuore ai fratelli e le sorelle evangelici di camminare insieme in questo periodo di preparazione, perchè Gesù non si ferma davanti a nessuna bandiera, ne davanti a nessuno ostacolo che noi abbiamo creato con la nostra fragilità.
 
Siamo tutti cristiani e tutti abbiamo bisogno del Maestro, Gesù Cristo nostro Salvatore. Accogliamolo in un unico abbraccio, in un cuor solo e in un anima sola, almeno nel momento del Natale, in cui la Madre sua lo offre a tutti a noi e ce lo presenta come ha fatto con i Pastori e con i re dell'Oriente. Lei era li e meditava e pensava quello che accadeva, vedeva e non sinorgogliva il suo cuore quando andavano ad adorare il suo Bambino, insieme al suo sposo San Giuseppe.
 
Diventiamo anche noi come i Pastori, e avviamoci insieme presso la grotta di Betlemme per adorare il Divino Bambino e poter sentire la voce degli angeli che cantano Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama.
 
Sia lodato Gesù Cristo e Ave o Maria, il Signore è con te e con San Giuseppe. Con affetto per voi e le vostre famiglie da Alberto.

Rispondi
Consiglia Messaggio 42 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNSoloGesùSalvaInviato: 27/11/2003 13.07
Pace Alberto, da Michele.
 
Scrivo solamente una parola, grazie.
 
che il Signore ci benedica tutti

Rispondi
Consiglia Messaggio 43 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 27/11/2003 16.18
Scusatemi se sarò ripetitiva, ma vorrei contribuire anch'io agli ultimi messaggi inviando quanto segue.......
Fraternamente Caterina
 
Amici.....da Domenica inizia l'Avvento, un periodo propizio per rivedere un pò la nostra personale situazione spirituale.....
Tante volte siamo presi a vedere sempre gli "altri" che forse ci dimentichiamo di noi stessi.....
E mentre la Pasqua coinvolge più apertamente tutto il genere umano il Natale, per quanto ovviamente coinvolge tutti gli uomini, ci permette di viverlo però in modo molto più personale sulla scia di Maria che, accogliendo Gesù, lo da alla Luce e lo presenta ai Pastori. Come qualcuno ha già detto, i Pastori siamo noi, osiamoci mettere davanti al Presepio di Betlemme e proviamo a riflettere su come accoglieremo il Bambino Gesù......
 
Qui vi diamo modo di sbizzarrirvi in casa con un calendario personalizzato.....
 
Calendario dell'Avvento 2003  Aggiungi una nota su questo testo!

Calendario dell'Avvento 2003 contenente una frase biblica per ogni giorno dell'Avvento fino al S. Natale.Ogni giorno si ritaglia una stellina e si incolla sulla via che conduce alla capanna.
area: preghiera/avvento - nome file: calendario-avvento.zip
autore: Laureana Murrali - invia email - altri files di questo autore
data di inserimento: 23/11/2003 - dimensione: 61 KB - downloads: 589
 
 
Facciamo in modo, anche, che questo Avvento non resti neppure "imprigionato" nelle nostre case. Ricordiamoci se abbiamo qualche "conto in sospeso" e tentiamo di risolverlo....magari con un parente, con un amico, con un vicino di casa.....Dio che si fa Uomo vuol dire APERTURA, apertura totale, che vuol dire anche rischiare.....osare.....
 
E ricordiamoci di ritrovarci nella Preghiera.....
 

Ci siamo messi in viaggio, Signore,

in nessun luogo abbiamo una casa.

Perché i nostri piedi lascino tracce,

vieni e feconda ogni nostra partenza.

 

Noi siamo dei ricchi, anche senza denaro.

Abitiamo un mondo di ricchi,

un mondo di persone che sanno e comandano.

O Dio, se Tu vuoi, donaci almeno un cuore spoglio.

Te lo chiediamo per Gesù

nato tutto nudo in una stalla di poveri.

O Dio, ogni volta che pensiamo di averti raggiunto,

Tu sei già più lontano,

Tu sei sempre altrove.

Liberaci dalle nostre abitudini

perché possiamo correre più in fretta verso di Te

per mezzo di tuo Figlio, nostro cammino.

 
i Gestori

Rispondi
Consiglia Messaggio 44 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNSoloGesùSalvaInviato: 02/12/2003 10.01
Da: <NOBR>Soprannome MSN°Cristiano</NOBR>  (Messaggio originale)Inviato: 04/10/2003 19.11

L'INCARNAZIONE: PERCHÉ DIO HA FATTO CIO'

di Peter Colon
traduzione: Alessandro Valli
Nella carne la Divinità fu velata,
Acclamate la Deità incarnata!
Come uomo visse tra gli uomini quaggiù,
il nostro Emmanuele, il nostro Gesù.
 
Charles Wesley

Quando Gesù Cristo venne sulla Terra per vivere in mezzo agli uomini avvenne l'evento più grande della storia: la manifestazione di Dio nella carne. Gesù, l'eterna seconda persona della trinità di Dio, prese su di sé l'umanità (Gv 1:1,14). Incarnazione è il termine che viene usato nella dottrina cristiana, la quale ha nel suo punto centrale il fatto che Dio ci ha tanto amato che ha accettato di divenire uno di noi, affinché Egli potesse fare per noi ciò che noi non avremmo mai potuto fare per noi stessi.

Le Scritture insegnano che Dio aveva pianificato l'incarnazione prima ancora della fondazione del mondo (1 Pietro 1:20; Ebrei 10:5). Ciò era stato già predetto nell'Antico Testamento.
In Isaia 9:5 vi è scritto che "un fanciullo" (Messia) sarebbe nato, in riferimento alla Sua umanità, ma inoltre vi è aggiunto "un figliuolo ci è stato dato", facendo così intendere il Suo scopo e la Sua divinità. Inoltre, questo verso dice che questo figliuolo sarebbe stato chiamato ""Dio potente" e "Padre Eterno". Gesù Cristo possedeva un corpo umano ma con una grande differenza: Egli era senza peccato. Le Scritture ci dicono chiaramente che Egli venne "in carne simile a carne di peccato" (Romani 8:3). La domanda che spesso ci si pone è: Perché Dio prese su di sé la fragilità della carne umana e decise di vivere in mezzo agli uomini? La Bibbia dà tre principali ragioni all'incarnazione.

Per redimere i peccatori
(Giovanni 6:38-40)

Straordinariamente, Dio voleva identificarsi con l'umanità con lo scopo di provvedere un effettivo sacrificio per il nostro peccato. Un poeta disse una volta: "Egli abbandonò la corte reale degli eterni giorni per stare presso di noi in una casa di oscura argilla". La Redenzione fu la ragione divina dell'incarnazione. La trasgressione di Adamo ed Eva avvenuta nel Giardino dell'Eden condannò l'umanità ad avere una natura peccaminosa (Efesini 2:1-3) creando una separazione nella nostra relazione con Dio. Inoltre, per aggiungere un ulteriore peso alla condizione umana senza speranza, le Scritture aggiungono che il salario del peccato è la morte (Rom. 6:23). Sia che lo sapesse oppure no, il mondo aveva disperato bisogno di un Salvatore.

Ai tempi dell'Antico Testamento, i sacrifici degli animali servivano come soluzione a breve termine. Comunque, vi era necessità di qualcosa di meglio e di permanente. Dio si fece perciò carne così da poter morire di una morte fisica come sacrificio finale per i nostri peccati. Poiché Gesù è Dio, la Sua morte e risurrezione avvenute una volta per sempre furono sufficienti a pagare per i peccati di tutta l'umanità (Ebrei 10:1-9), "una volta per sempre" (Ebrei 10:10). Come Gesù disse: "Se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo." (Giovanni 12:47). Paolo, l'ex rabbino di Tarso, non lascia alcun dubbio sul motivo dell'incarnazione: "Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo." (1 Timoteo 1:15). Dio si fece uomo per redimere i peccatori perduti. Un antico inno di Cecil F. Alexander riflette bene questo sentimento:

Non vi era nessun altro sufficientemente buono 
per pagare il prezzo del peccato; 
Egli solo poteva aprire i cancelli del Regno dei Cieli 
per farci entrare.

Per rigenerare i peccatori
(Giovanni 10:10)

Durante la Seconda Guerra Mondiale, un pilota che si trovava in una missione di bombardamento nel Sud Pacifico si perse e non riusciva più a ritrovare il punto d'atterraggio. Inoltre il suo aereo era a corto di carburante e sapeva che avrebbe dovuto atterrare in una delle isole dell'oceano, molte delle quali erano abitate da cannibali. Il pilota era disperato. Mentre si avvicinava ad una delle isole, il navigatore accanto a lui gridò: "Siamo salvi, vedo che lì vi è una chiesa. Vedo una croce sull'edificio!" Più tardi, quando si ricordò quale grande sollievo ebbe nel vedere la chiesa, il pilota divenne un Cristiano.

Il navigatore sapeva che la presenza di una chiesa significava che vi erano ottime probabilità che lì non vi fossero più i cannibali e che l'isola venisse governata secondo i principi biblici. Questo episodio ci mostra che la seconda ragione dell'incarnazione era di rigenerare i peccatori e distruggere l'influenza del Diavolo sull'umanità (1 Giovanni 3:2).

Il mondo è governato dai poteri delle tenebre (Giovanni 14:30; 16:11; Efesini 2:2; 6:12; Colossesi.1:13). L'incarnazione sfida Satana nella sua stessa arena:

Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita. (Ebrei 2:14,15)

Da quando il Dio incarnato prese l'iniziativa di redimerci a Lui - per liberarci dalle catene di Satana - Egli ha anche avuto la prerogativa di fornire la Sua santa natura a coloro che credono e sono salvati. Essere rigenerati significa vivere una nuova vita, nella quale viene riflessa l'immagine di Dio e la Sua divinità. Dio, divenendo carne, ha reso possibile ai peccatori di vivere una vita abbondante (Giovanni 10:10), libera dal peccato e dalle sue catastrofiche conseguenze.

Lew Wallace fu un famoso generale americano durante la guerra civile e fu anche un genio della letteratura. Egli e il suo famoso amico ateo, Robert Ingersoll, decisero di scrivere un libro che avrebbe distrutto il "mito" della Cristianità - il cui "mito" principale era costituito dal fatto che Gesù era Dio in forma di uomo. Per due anni, Wallace raccolse informazioni dalle più importanti librerie americane ed europee. Dopo aver scritto due capitoli si ritrovò inginocchiato che gridava: "Mio Signore e Mio Dio". Aveva trovato la sua prova che supportava in maniera netta e definitiva la divinità di Cristo. Così non poté più negare che Gesù era il Figlio di Dio. A quel punto Wallace abbandonò il suo progetto e divenne Cristiano. Più tardi scrisse una delle più belle novelle mai scritte riguardanti il periodo storico in cui visse Cristo, Ben Hur.

Solo l'incarnazione può rendere possibile questo cambiamento e cambiare i peccatori a tal punto da farli vivere una vita incentrata su Dio. Le Scritture dichiarano Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, …ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo" (2 Tim. 1:9-10). Dio divenne carne per mettere una natura divina nell'uomo peccatore e schiacciare l'autorità del Diavolo sull'uomo.

Per rivelare il Dio vero e personale 
(Giovanni 14:9)

La Bibbia dice che Dio creò l'uomo a Sua immagine e somiglianza (Gen. 1:26). Molte persone invece credono che siamo noi a creare Dio a nostro immagine e somiglianza. Il filosofo greco Aristotele diceva questo: "Gli uomini creano gli dèi a loro immagine, non solo a riguardo della forma, ma a riguardo anche il loro modo di vivere."

Gli uomini, per loro natura, sono esseri spirituali. La storia umana ci rivela che si è sempre cercato Dio, ma spesso si sono generate confusioni che hanno portato gli uomini ad adorare "dèi" di loro invenzione. Le divinità degli assiri e dei babilonesi erano barbare e brutali. Al contrario, gli dèi greci, come Zeus e Giove, erano stravaganti e spesso portati a litigare l'uno con l'altro. Marte, il dio della guerra romana, incitava i soldati alla violenza. Quanto è triste pensare al numero infinito di offerte di vario tipo fatte per placare queste false divinità dell'antichità.

Anche oggi, il Dio personale dello Scritture è ancora sconosciuto in diverse società. Forse Albert Einstein parlò a nome di tutti gli scettici quando disse: "L'idea di un Dio personale è un concetto antropologico che non sono capace di prendere sul serio". Egli e altri dovrebbero sapere che Dio fece l'incarnazione per intimità, così da rivelare il Suo carattere amorevole e caritatevole. L'incarnazione prova che Dio non si nasconde con la speranza che siano gli uomini a trovarlo. Invece, Egli è un Dio di rivelazione, il quale si è fatto conoscere mediante Gesù Cristo (Ebrei 1:1-2).

La mancanza di apprezzamento del significato dell'incarnazione ha portato diverse persone a farsi una propria idea su Gesù. L'ex dittatore sovietico Mikhail Gorbachiov ha riprovato a ridurre Gesù dicendo che Egli è stato "il primo socialista, il primo che ha cercato di battersi per un miglioramento della vita dell'umanità". La gente ha difficoltà a pensare che un falegname ebreo di un piccolo villaggio possa essere in realtà il Creatore dell'universo. Ma quando un discepolo di Gesù disse "mostraci il Padre", Gesù rispose: "Chi ha visto me, ha visto il Padre" (Giovanni 14:8-9). L'incarnazione ha portato luce a coloro che vivevano nelle tenebre nelle proprie conoscenze di Dio (Giovanni 12:46).

Gesù disse a Ponzio Pilato: "Io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità." (Giovanni 18:37) - la verità è che il Dio dell'Antico Testamento venne nella carne per redimere gli uomini. Nonostante ciò ancora in molti continuano a rifiutarsi di adorarlo.

L'umanità di Gesù Cristo non significa che Egli non era anche totalmente divino. Non era metà uomo e metà Dio. Egli non era Dio travestito da uomo. L'incarnazione non significa che la Sua Deità era mischiata con la Sua umanità così da avere una strana creatura. Il punto fondamentale di fede è che Gesù il Messia era completamente Dio e completamente uomo e che Egli è venuto a redimere e rigenerare i peccatori e a rivelare il vero Dio.

Un autore sconosciuto ha voluto spiegare così l'incarnazione:

Se il nostro più grande bisogno fosse l'informazione, Dio ci avrebbe mandato un educatore. Se il nostro più grande bisogno fossero i soldi, Dio ci avrebbe mandato un economista. Se il nostro più grande bisogno fosse stato il divertimento, Dio ci avrebbe mandato un intrattenitore. Ma il nostro maggior bisogno era il perdono e la salvezza, così Dio ha mandato sé stesso attraverso l'incarnazione per provvederci un Salvatore.

"Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne" (1 Tim. 3:16)

Mentre Gesù stava camminando nel Tempio durante la festa della dedicazione, alcuni capi religiosi gli domandarono se Egli era il Messia, il Cristo. Nella Sua risposta Gesù disse: "Io e il Padre siamo uno" (Giovanni 10-30). Essi non fraintesero le parole di Gesù, ossia che Egli era Dio. La Legge era chiara. Essa prevedeva la morte per coloro che dichiaravano la propria divinità. Così essi "presero delle pietre per lapidarlo" (Giovanni 10:31).

La reazione all'incarnazione non è cambiata in 2000 anni. Alcuni rispondono ancora lanciando pietre all'idea che Gesù sia Dio incarnato. Niente altro può essere detto per coloro che cercano di negare l'evidenza delle Scritture. D'altra parte, invece, chi ha compreso la ragione per cui Dio ha accettato di farsi uomo ha finito con accettarLo come personale Redentore. Solo loro hanno sperimentato il potere di una vita trasformata dallo Spirito Santo, e possono dire di conoscere intimamente il vero e unico Dio vivente della Bibbia, e possono dare una devozione e un'adorazione che viene dal cuore al Dio incarnato Gesù Cristo.

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Consiglia Messaggio 45 di 159 nella discussione 
Da: francesco2Inviato: 02/12/2003 11.35
Pace in Gesù a te fratello Michele
 
e grazie per la bella meditazione che hai inserito. E' veramento edificante leggere come insieme concepiamo l'incarnazione di Dio e lodiamo insieme la Santissima Trinità.
 
Sia lodato Gesù Cristo da Francesco

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Consiglia Messaggio 46 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 09/12/2003 19.19
Certo che se per rispondere alle domande sul Purgatorio....si perde la pazienza quando non si sa cosa rispondere e si inserisce una testimonianza di un ex prete che vomita veleno sulla Chiesa.....c'è veramente da meditare sul concetto della vendetta.....
 
Questo è quanto ha fatto Alfonso perdendo la pazienza sul forum del Purgatorio.......che facciamo apriamo forum con testimonianze di ex pentecostali?.....mà........lasciamo correre......se pensa di poter eliminare una dottrina con questi mezzi, rende solo plausibile di essere messo in difficoltà...
 
Fraternamente Caterina
 
(invito chi può e vuole a continuare ad inserire testi che possiamo condividere........lasciamo il resto alle reazioni di altri...ad altri....)
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Consiglia Messaggio 47 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°63CaterinaInviato: 11/12/2003 16.00
PER TUTTI I FRATELLI EVANGELICI CHE CI LEGGONO E NON.....
 

2003/2004 Anno nuovo:

rinnova la vita!

AUGURI DI PACE E SERENITA' A TUTTI

 NEL NOME DI CRISTO GESU'

Terzo Mistero Gaudioso del Rosario:

La nascita di Gesù nella grotta di Betlemme

Non c'è un albergo, un angolo pur stretto
che accolga i due viandanti nazareni,
fornendoli di un attimo di sosta
per farli poi partir col censimento.
Ma ormai son colmi i giorni dell'evento
che presso una capanna di Betlemme
salutano la nascita di un Dio
venuto a farsi simile ai creati.
Son chissà dove gli altri pellegrini
che in obbedienza all'ordine di Augusto
han dato il proprio nome di soggetti.
Son già al riparo tutti negli alloggi, 
lontani da una notte di fulgori
che svela il giunger della Redenzione

A guardia delle greggi gù nei campi
bivaccan senza strepito i pastori
che al correre di un angelo nel cielo
si interrogan l'un l'altro con timore.
"Vi annuncio che nella città di David
è nato a vostra gioia il Salvatore
avvolto come un bimbo nelle fasce
e posto da sua Madre in una greppia".
E di rincalzo a quella voce sola
le schiere degli spiriti celesti
che danno lode a Dio col loro Gloria.
"Andiamo,dunque" subito i pastori
in mezzo alla gran luce che li abbraccia,
guidandoli alla svelta presso il luogo.

(un grazie al sito: Rosario in sonetti )


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Consiglia Messaggio 48 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNSoloGesùSalvaInviato: 17/12/2003 0.23
Pace a tutti da Michele
 
Nel nome di Gesù, ricambio il pensiero, ma però ricordiamoci che Gesù deve nascere dentro di noi e che dobbiamo accoglierlo come nostro Salvatore per poter dire che ogni giorno è Natale.
 
che il Signore Gesù ci benedica tutti
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Consiglia Messaggio 49 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 17/12/2003 18.25
Grazie Michele.....ed hai ragione......., Gesù non nasce solo a Natale.....a Natale noi ricordiamo un pò il suo compleanno.....L'INCARNAZIONE E LA NASCITA PRODIGIOSA.....gli eventi di Betlemme, i pastori, i Magi, la persecuzione di Erode......la bellissima stella nel cielo.....
 
Mentre fai bene a ricordarci che la conversione diventa più importante del festeggiare il Natale se, appunto...non siamo veramente convertiti......il Natale deve servirci a perfezionarci in questa conversione e a perseverare in questo cammino....
 
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia (1 suggerimento finora) Messaggio 50 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/12/2003 18.38

19 dicembre: Anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Don Biagio Comparato

"Ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni" (Isaia)

Carissimo Don Biagio, ecco ancora il 19 dicembre che ci riporta alla mente lo stupendo ricordo di un grande dono: la tua ordinazione sacerdotale, la gioia dei tuoi parenti e di tutti quanti noi, la tua grande gioia che, sempre presente nelle tue giornate, in quel giorno era centuplicata. Ci uniamo a te con la preghiera per ringraziare il Signore Gesù di averti scelto come suo servo prediletto, vigile e attento ai fratelli, a ciascuno di noi, sempre carico di sorriso e parole di coraggio. Che il Signore benedica ogni giorno della tua vita, ogni tua parola e ogni tuo gesto.
Con immenso affetto.

Auguri e grazie di cuore.

 


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Consiglia Messaggio 51 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 10/01/2004 18.33
La festa del Battesimo del Signore segna, come grande portale, il confine fra il tempo liturgico del Natale e quello Ordinario. Poco nota in occidente, è tenuta in somma considerazione nella chiesa orientale e a ragione: essa accanto al Natale, all'Epifania e alle nozze di Cana, è una delle grandi Manifestazioni del Signore. È nella cornice rupestre del Giordano che avviene la prima rivelazione del Mistero Trinitario, rivelazione che si imprime così profondamente nell'animo dei primi discepoli da essere menzionata da tutti e quattro gli evangelisti e dal libro degli Atti. L'accorata preghiera del profeta Isaia: "Se tu squarciassi i cieli e scendessi!" trova qui piena risposta: Giovanni Battista vede aprirsi i cieli e ode la voce del Padre certificare: "Questi è il Figlio mio prediletto, ascoltatelo!".
 
Lo Spirito Santo poi, sotto apparenze di colomba, scende su Gesù e vi rimane cancellando così l'antica maledizione: "Il mio spirito non rimarrà per sempre nell'uomo a causa del peccato" (Gen 6,3).
Chiunque aderisce per fede a Cristo, entra nell'esperienza del dimorare nello Spirito e contempla nel Figlio la gloria del Padre:Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito pieno di grazia e di verità.

 

Se volete meditare questo giorno in modo nuovo e diverso attraverso, ad esempio....l'uso dell'immagine.....cliccate qui:

Il Battesimo di Gesù nel Dipinto di......

un grazie al sito:

www.culturacattolica.it

Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 52 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 12/01/2004 13.24
Molte volte leggiamo storie di Papi, è vero, ma sempre a senso unico, cioè, dalle fonti di coloro che odiano la Chiesa.....proviamo allora a leggere che cosa è accaduto da dopo la morte di Pietro, sicuro di saperlo?.....
Altre volte leggiamo soltanto ciò che fa comodo della Chiesa, ciò che potrebbe appoggiare un pensiero che ci è stato chissà come insegnato.....magari anche in buona fede.....
Non vi offriamo una risposta che possa risolvere le divisioni che viviamo.....ma vi offriamo fatti storici che non sono soltanto inquisizioni e crociate o abusi sessuali.....quelli li conoscete e li conosciamo, ma vi offriamo la lettura di fatti storici che ci dicono come ha lavorato la Chiesa delle origini.....senza nessuna pretesa.....solo con lo scopo di conoscerci meglio.....
 
.........
Buona meditazione
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 53 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/01/2004 16.27

Lettera delle Chiese Evangeliche

RIAPRIAMO LA PORTA DELL'ECUMENISMO

Care sorelle e cari fratelli,
all'indomani della chiusura dell'Anno Santo, e in vista della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (18-25 gennaio), avvertiamo l'esigenza di riprendere il discorso sull'impegno ecumenico delle nostre Chiese, manifestando la nostra volontà di "riaprire la porta" dell'ecumenismo dopo un anno giubilare segnato da molte ombre. Questa volontà è già stata espressa dalle voci sinodali e assembleari delle nostre chiese, e da ultimo dall'Assemblea della Federazione a Santa Severa (Roma, novembre 2000) i cui membri, pur "consapevoli delle difficoltà che, soprattutto in quest'anno del Grande Giubileo, sono intervenute nelle relazioni con la Chiesa cattolica", hanno ribadito il loro impegno al dialogo "con i fratelli e le sorelle di tutte le Chiese cristiane".
Alle soglie dell'Anno Santo avevamo espresso come FCEI il nostro disagio con il documento "Evangelici e Anno Santo" dell'11 maggio 1999. Affermavamo allora la nostra antica e sperimentata vocazione ecumenica; notavamo che, nonostante le molte buone intenzioni e gli spunti evangelicamente validi presenti nei documenti vaticani, l'Anno Santo si profilava ancora una volta come caratterizzato dalla riproposizione della tradizionale prassi delle indulgenze e da aspetti commerciali e spettacolari totalmente estranei alla nostra sensibilità protestante. Dobbiamo osservare, con rammarico, che quelle preoccupazioni non erano esagerate. Nel campo della società civile, con la grande cassa di risonanza offerta dai mass media e in particolare dalla televisione, nell'anno giubilare è apparsa indebolita la laicità dello Stato italiano, sempre al seguito delle iniziative della Chiesa cattolica; e in questo contesto si sono moltiplicate ingerenze più o meno dirette nel campo dell'attività legislativa del Parlamento sui temi della scuola, della bioetica, del diritto di famiglia. 
Nel campo dei rapporti interecclesiastici, l'anno giubilare ha portato ad un oggettivo rallentamento del dialogo. La questione delle indulgenze ha rischiato di coinvolgere anche quel terreno comune - e perciò non appartenente in proprio ad alcuna confessione religiosa cristiana - che è rappresentato dalla Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Pur prendendo atto delle precisazioni intervenute, il tema resta sempre un ostacolo ecumenico.
Nel corso dell'anno 2000, si sono verificati altri episodi su cui dobbiamo esprimere le nostre perplessità: la beatificazione di Pio IX è parsa agli evangelici (ed a molti altri, a cominciare dagli ebrei) un segnale in contraddizione con la sensibilità, affermata dalla Chiesa cattolica, e da noi condivisa, per i diritti umani e per la libertà religiosa. Alcune dichiarazioni della Congregazione per la dottrina della fede B sia pubbliche che riservate - hanno riletto in senso restrittivo affermazioni del Concilio Vaticano II, identificando in via esclusiva la Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica, e contraddicendo la prassi paritaria tra le Chiese cristiane avviata dalle Assemblee ecumeniche di Basilea e Graz e oggi espressa nella Charta Oecumenica in via di approvazione.
I nostri timori di un "inverno ecumenico" a causa del Giubileo sono quindi stati confermati; e sappiamo che la sofferenza che esprimiamo è condivisa da molti anche all'interno della stessa Chiesa cattolica. Ma come alle soglie dell'Anno Santo, accanto ad una visione lucidamente realista di quanto si profilava, avvertivamo la necessità di "onorare gli impegni ecumenici", così riteniamo che sia giunto il tempo di riprendere con rinnovata energia il difficile cammino ecumenico: una ripresa contrassegnata da segnali positivi e concreti che valgano ad iniziare il non facile recupero di un riequilibrio di quel dialogo che esce dall'anno giubilare così fortemente sbilanciato. Proponiamo quindi alle Chiese che si preparano a ritrovarsi insieme per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani - in molti casi dopo l'interruzione dell'anno 2000 - di indicare ai fratelli e alle sorelle cattolici un cammino comune su alcuni temi che rappresentano aspetti positivi dell'anno che si conclude e/o opportunità di rilancio dell'ecumenismo:

 1. Il primo è il debito internazionale per la cui cancellazione, con modalità diverse, le Chiese cristiane si sono impegnate: le Chiese evangeliche aderendo tramite la Federazione alla campagna "Sdebitarsi", referente italiana del vasto movimento "Jubilee 2000"; la Conferenza episcopale italiana con la "Campagna ecclesiale per la riduzione del debito estero dei Paesi poveri". A partire dall'impegno comune fondato sul significato del Giubileo biblico (Levitico 25), è necessario proseguire nell'azione oltre il 2000, promuovere una maggiore informazione sui meccanismi che hanno generato - e possono riprodurre - il debito, lavorare ad un riavvicinamento dei diversi approcci al problema, prendere decisamente posizione per la cancellazione e non per un limitato alleviamento del debito.
 
2. Il secondo è la pastorale dei matrimoni misti interconfessionali, che costituiscono ancora un terreno difficile nel nostro Paese. L'estate scorsa è stata completata una normativa che sulla base di un accordo bilaterale migliora la comprensione e la prassi relative ai matrimoni misti interconfessionali tra cattolici e valdesi o metodisti. La normativa - che comprende il Testo comune dell'accordo e il relativo Testo applicativo, e che sarà prossimamente pubblicata da Claudiana e LDC - pur riguardando in senso stretto soltanto una parte dei matrimoni misti interconfessionali, innova nel-l'insieme di rapporti che in questo campo sono spesso resi difficili da pregiudizi e mancanza di informazione. È necessario che insieme si passi da accordi scritti ma poco conosciuti ad una conoscenza approfondita dei problemi e delle possibili soluzioni, e che i testi menzionati raggiungano i loro destinatari specifici: sacerdoti, pastori, coppie interconfessionali. Occorre inoltre investigare sulla possibilità di una estensione dell'accordo anche ad altre Chiese evangeliche.
 
3. Il terzo tema è quello della traduzione e della diffusione della Bibbia. In questo campo, il bilancio dell'anno giubilare appena trascorso è nettamente positivo: la collaborazione ecumenica fra le Chiese italiane, tramite l'efficace servizio svolto dalla Società Biblica in Italia, ha portato alla distribuzione di milioni di porzioni bibliche in varie lingue, e alla presentazione di una nuova traduzione italiana del Vangelo di Giovanni, a cui - per la prima volta - hanno collaborato praticamente tutte le tradizioni cristiane presenti nel nostro Paese. Proprio da qui riteniamo che si debba ripartire, verificando la possibilità di realizzare, in tempi ragionevolmente brevi, una traduzione letteraria interconfessionale dell'intero Nuovo Testamento.
 
4. L'ultimo tema è quello suggerito dall'iniziativa del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) che lancerà, a breve, un nuovo "Decennio ecumenico" dedicato al tema "Per vincere la violenza". L'importanza di questo Decennio è stata colta dalla recente Assemblea della FCEI, che ha sottolineato la consapevolezza del fatto che "la violenza delle armi e la violenza sulle donne hanno la stessa radice" e ha incoraggiato i servizi della FCEI e le Chiese a "creare dei progetti a partire dalle sofferenze causate dalle multiformi violenze della vita quotidiana". Tali progetti, riteniamo, potrebbero essere realizzati coinvolgendo anche partner cattolici (e, ove possibile, ortodossi), visto che il Decennio è menzionato fra le possibili iniziative ecumeniche anche nei materiali della Settimana di preghiera per l'unità (che, come è noto, vengono predisposti dal CEC e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani). Un impegno su questi temi - senza trascurare altre possibili collaborazioni - potrà impedire che un ritorno al dialogo ecumenico si esaurisca in una vuota ritualità che copra le difficoltà rese più acute nell'anno del Giubileo, e consentire invece che esso si misuri sulle possibilità concrete di una collaborazione fondata sul rispetto reciproco, attento all'esortazione apostolica: "Accoglietevi gli uni gli altri, come Cristo vi ha accolti alla gloria di Dio." (Rom. 15,7).
 
8 gennaio 2001
il Consiglio della Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia


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Consiglia Messaggio 54 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/01/2004 16.07
Prendiamo atto che ci vengono fatte delle osservazioni anche se indirettamente....ma essendo cattolici proviamo dignitosamente a dare delle risposte......
 
1) Perchè si dice SANTA SEDE? La vera Città Santa non è Gerusalemme?
 
2) Il popolo di Dio non è Israele?
 
Proviamo a rispondere:
 
1) Dire "Santa Sede" non è rimpiazzare alcuna Città Santa che è e rimane la Gerusalemme CELESTE.....la Santa Sede è innanzi tutto una SEDE appunto, ove risiede il Successore degli Apostoli...certamente non abbiamo un riferimento nel N.T. di questa Sede e sono certa che questa affermazione basterà a molti per chiudere i battenti..... Tuttavia sarebbe da stolti ( se si perservera volutamente) ignorare che furono gli  Apostoli a FONDARE DELLE SEDI DETTE POI APOSTOLICHE, le Chiese Apostoliche che negli Atti alcune sono identificate come Antiochia, Gerusalemme e viene accennata Roma ove sia Paolo che Pietro vi trovarono il martirio come abbiamo dimostrato in altri forum:
 
 
è ovvio che se si vengono a negare queste verità storiche, certi termini che ne derivano risulteranno inutili....
 
Perchè diciamo "Santa"....Sede? Santa NON perchè sono santi coloro che ci stanno (la santità se la devono guadagnare come noi....), ma perchè è la Sede della Chiesa VISIBILE che è Santa come pronunciamo nel Credo Apostolico che entrambi professiamo. Gli Apostoli non parlano mai di una Chiesa INVISIBILE, ma visibile sotto tutti gli aspetti, fin anche quelli GOVERNATIVI: 1Cor.4,1-5; Att.15,22-35, e così via....su questa scia ci daranno ragione i primi vescovi dopo la morte degli Apostoli.....
SANTA SEDE dunque, perchè da qui si diramano le direttive descritte in gran parte delle Lettere del N.T. dopo i Vangeli...qual'è sostanzialmente la differenza con i NON cattolici? Che anche VOI avete delle SEDI, ma non le chiamate "Sante"...........Esistono per voi i "DIRETTORI"; le "SEGRETERIE"; altri li chiamano "CIRCOLI DELLE ASSEMBLEE"; "TORRE DI GUARDIA"........ecc..ecc......ecc.....(che non è uno starnuto).... Dunque come vediamo è la solita situazione matematica....adattabile in iatliano: "cambiando i termini e le circostanze, il risultato NON cambia"........, che poi il nome non piaccia, pazienza.....
 
Riguardo al riferimento di Gerusalemme facciamo due appunti:
 
a) la Chiesa in Gerusalemme cessò di essere attiva nel senso evangelico quando fu ucciso il suo vescovo riportato in Atti.....egli venne sostituito, ma dopo la caduta del muro nel 70 d.C. da dove iniziò la Diaspora e la dispersione del popolo Giudaico e dopo il Concilio di Jamnia, Gerusalemme rimase più una SEDE SIMBOLICA essendo IMPOSSIBILE PER I CRISTIANI OPERARVI....rimase dunque sempre una Chiesa, ma purtroppo senza alcuna possibilità di lavorare in grande;
 
b) Per la Santa Sede, Gerusalemme e la Chiesa che ivi opera E' SEMPRE STATA CONSIDERATA LA MADRE DI TUTTE LE CHIESE......il punto è che noi NON abbiamo migliaia di chiese come pensate voi, MA UNA SOLA CHIESA, le altre sono affiliate ma facente parte di UNA SOLA CHIESA che a causa delle DIVISIONE ANCHE CON IL POPOLO EBRAICO, è costretta a vivere separatamente anche la sua VISIBILITA'.....a Roma è rimasta la SEDE DI PIETRO E PAOLO perchè lì hanno subito il martirio, a Gerusalemme è il fulcro della MADRE DI TUTTE LE CHIESE.....dove Gesù è morto e risorto......
 
2) Il popolo di Dio è sempre Israele, perchè Dio è rimasto fedele al suo patto, la prima Alleanza, la seconda, cioè NUOVA Alleanza, non scalza la prima MA LA COMPLETA.....non più un solo popolo, ma intere Nazioni per formare un solo popolo.....Per ora sono gli Ebrei a tenersi dissociati da questa Nuova Alleanza, ma secondo la promessa del Cristo Essi riconosceranno in Lui il Messia e torneranno a formare con noi e noi con loroquel popolo.....
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 55 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/01/2004 21.28
Sempre indirettamente (ma il forum in cui ne parlano è dedicato a noi.....) ci chiedono:
 
(domanda di un iscritto)
 
i cattolici vi ritengono settari o no?
 
Risposta:
 
NO! I Cattolici (ovviamente io parlo NON a nome della Chiesa per come la Chiesa mi insegna) NON ritengono gli Evangelici e i Protestanti dei settari......Ritengono settari ALCUNE forme di movimenti e affini che usando la Parola di Dio, si definiscono CRISTIANI negando i seguenti punti:
 
a) Divinità di Gesù Cristo e Incarnazione prodigiosa mediante la VERGINE Maria.
 
b) Morte vera e reale di Gesù Cristo e vera e reale Risurrezione.
 
c) La Santa Trinità.
 
d) Uso della Bibbia per ingannare i fedeli su queste verità di fede, negazione del dialogo e del confronto diretto sulle dottrine.
 
e) seguono le direttive di quegli Enti che studiano poi in modo particolare le Sètte dando altre definizione che nel nostro caso però, escono dal nostro campo e che riguardano la sfera psicologica, lavaggi del cervello, e affini....
 
Infine, per quanto riguarda QUESTO  Gruppo, non tratterrebbe dialoghi con i settari, dunque li avremo ignorati....a meno che non si pressentano persone pur settarie ma con l'intento di dialogare.....ma non è il caso degli Evangelici.....almeno non ci è capitato.....
 
(Domanda del gestore di CE)
 
I cattolici ci chiamano fratelli separati e questo lo puoi legere nei loro documenti e dicono che le nostre chiese sono comunità ecclesiali e non chiese.
Ora se loro ci considerano a noi fratelli separati, perchè noi li dobbiamo chiamare fratelli? 
........
 
Gli Evangeli sono per noi considerati FRATELLI perchè chi ci UNISCE E' IL MEDESIMO CRISTO: 1Cor.1,10-17
 
Chiariamo un punto:
 
1) Che piaccia o no la Chiesa esiste da 2000 anni ed è quello che stiamo tentando di far capire....Ma che cosa hanno fatto questi PAPI? ......gli evangelici NON possono vantare queste radici se non attraverso il riconoscimento della Chiesa, diversamente stiamo aspettando ancora le prove della loro presenza nei primi secoli.....
 
2) NON siamo noi a dire che sono separati........ma sono loro che NON riconoscono la Chiesa mentre noi riconosciamo in loro una certa spinta dello Spirito Santo...il chè dunque è ben diverso dal dire, "loro ci chiamano....separati"....... 
 
3) Per noi sono FRATELLI  anche se NON condividiamo talune dottrine perchè ciò che ci unisce E' PIU' IMPORTANTE DI OGNI ALTRA COSA:
 
a-  L'Incarnazione di Dio e la manifestazione del Verbo fatto Carne in Cristo Gesù, nostro UNICO SIGNORE, SALVATORE E MEDIATORE.
 
b- La formulazione del Credo Apostolico che entrambi professiamo.
 
c- La Morte e la Risurrezione di Gesù realmente avvenute.
 
d- LA SALVEZZA GRATUITA MEDIANTE LA MORTE DI GESU', il cui Sangue ci purificA.
 
e- Il Battesimo quale SACRAMENTO.
 
f- il riconoscimento UNANIME dell'opera degli Apostoli nella predicazione della salvezza.
 
NON siamo NOI dunque a definirli separati ma sono loro che sorti nel 1900, e rinnegando le comuni radici storiche, ci tengono alla separazione......
 
Ultima affermazione dice:
 
Ora i fratelli spirituali sono quelli che hanno sperimentato la Salvezza per grazia e la nuova nascita e rispecchano la loro fede, condotta, dottrina e morale così come è insegnata dalla Parola di Dio. 
...........
Siete invitati a LEGGERE le vite di queste persone:
e dire con tutta onestà se queste persone NON hanno rispecchiato con la loro condotta, dottrina e morale, ciò che la Parola di Dio insegna......
 
Fraternamente Caterina
P.S.
Mi auguro che Nylus prenda atto anche di queste risposte.....e mi dia un segno che abbia letto......

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Consiglia Messaggio 56 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 15/01/2004 7.16
Abbiamo fin troppi interventi qui da noi, è così importante questo dialogo a distanza con Cristiani Evangelici?
 
Se volevano discutere potevano farli qui, non credi?

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Consiglia Messaggio 57 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 15/01/2004 9.20
E' vero Raptor....ma non dimentichiamo quelle braccia spalancate perchè INCHIODATE.....esse ci insegnano il dovere che abbiamo di lasciare sempre una porta aperta.....Non importa quale essa sia, non sta a noi fare i falegnami e scegliere "la porta", noi siamo solo coloro che aiutano il Falegname...IL COSTRUTTORE......
Approfitto di questo forum semplicemente perchè è a noi, benchè indirettamente, che ci vengono rivolte domande...e noi, fin dove possiamo, abbiamo il dovere di dare "risposta alle ragioni della nostra fede", dopo di che, preghiamo e lasciamo che la Provvidenza faccia il resto....
 
In fondo certe domande con le conseguenti risposte di certo saranno di aiuto anche a noi stessi.....
 
LA FEDE E' GRANDE MA PIU' GRANDE DI TUTTE E' LA CARITA' SE NON AVESSIMO LA CARITA' A NULLA SERVIREBBE LA FEDE CHE PROFESSIAMO.....fra qualche giorno ricorderemo la conversione di san Paolo e l'Inno alla Carità......che il Signore ci aiuti a comprendere il valore di quasta virtù....
 
Fraternamente Caterina

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16/02/2012 15:23
 
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Consiglia Messaggio 59 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 15/01/2004 11.25
 
Per me questo dialogo a distanza con quelli del sito Cristiani Evangelici ha perso senso, non ha più motivo di esistere.
 
Fino a quando tipi come Alfonso, Luca, Serafino, Monia e altri, si mantengono sull'atteggiamento passato ed attuale, non vedo come si possa dialogare con loro.
 
Noi siamo quelli del mondo come i pagani o idolatri, da evangelizzare, loro sono i salvati.
 
Noi più volte abbiamo teso la mano, in segno di pace, e loro ce la bacchettano, (qualcuno ce la vorrebbe pure tagliare).
Per cui le mani le tengo salde solo sulla mia Bibbia, e le uso per scrivere con la mia tastiera.
 
Le false testimonianze di ex preti, come Zacchello, o altre, e tutto il putridume che vanno cercando per pubblicarlo nei loro siti, non ci mette sicuramente in una posizione serena e fraterna.
 
E' da diversi anni che vedo i loro siti, e mi sembra di vedere una videocassetta in autoreverse, arriva alla fine e poi ricomincia da capo, sempre le stesse accuse, sempre le stesse risposte. Con gli irriducibili, come Alfonso, Luca, Monia, Serafino Rausmann, non c'è nulla da fare si perde solo tempo a dialogarci, su qualsiasi argomento.
 
Appena non sanno più come rispondere cambiano argomento, o magari vanno a trovare il solito ex prete o ex suora ecc..
 
Non si può dialogare con gente che appena si trova in difficoltà su qualche argomento risponde evasivamente come ha fatto Rausmann sul canone, compreso Luca in passato, e altri.....
 
Se volete dialogare con loro, fatelo sul loro sito se ve lo permettono, ma questo pur bello tentativo di dialogo a distanza non ha più senso di esistere.
 
Il dialogo lo possiamo intavolare con luterani, valdesi, e altri fratelli protestanti, compresi i pentecostali di Traettino forse, ma con pentecostali della stessa mentalità di Alfonso e compagnia non ha senso continuare.
Io non frequento più il suo sito da parecchio tempo ormai, e più vedo i riporti di certi dialoghi e di certe schifezze pubblicate per calunniare la Chiesa cattolica, più mi convinco che ho fatto bene a cancellarmi da un simile sito.
Praticamente io (non so se l'avete notato) scrivo solo in questo, e nel mio personale, il resto non serve (naturalmente dal mio personalissimo punto di vista), quando scrivevo nei siti evangelici non ero quasi mai sereno, mi trovavo spesso in mezzo liti, o alcune scaturivano da miei interventi più o meno pungenti.
Sacchi di insulti, offese, allusioni, che di cristiano non avevano proprio nulla.
Beh, da quando non frequento più Alfonso, Luca, Monia e compagnia sono più sereno, più in pace come me stesso e con Dio, ma anche con voi fratelli qui presenti. 
 
Pace
Salvatore

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Consiglia Messaggio 60 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 15/01/2004 11.51
Salvatore....il Vangelo ci insegna che se anche riceviamo del Male....TU VA E CONTINUA A FARE DEL BENE.....
 
E per me dare delle risposte quando si fanno domande, è un fare del Bene....poi non sta a me verificare se le accetteranno o no....abbiamo il dovere di seminare e come vedi non lo faccio da loro, ma a distanza, qui...dove il terreno è fertile.....
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 61 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 15/01/2004 19.43
Beh, rispetto il tuo punto di vista,
ma ripeto meno guardo il sito di Alfonso, e più sereno vivo.
Basta dargli una guardata per vedere ogni genere di forum che calunnia la Chiesa cattolica.
Ogni tanto mi vedo tentato dal pubblicare diverse storie più o meno gravi commessi dai protestanti (pentecostali compresi).
 
Ma ripeto, è meglio stare alla larga dal sito di Alfonso, da quell'angolo di inferno, dove Abele dovrebbe chiamarsi Caino, perchè più consono al suo operato e così via.
 
 
Pace
Salvatore
Rispondi
Consiglia Messaggio 62 di 159 nella discussione 
Da: nylusInviato: 15/01/2004 19.58
 
...e quando ce vò ..ce vò, oh!  
 
Nylus
 
 

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Consiglia Messaggio 63 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 16/01/2004 10.09
Un altra domanda che ci viene fatta indirettamente è la seguente:
 
E dove dice la Parola di DIO che Maria va venerate o pregata e che è portatrice di grazie?
..........
 
NELL'ANNUNCIAZIONE..........
Maria è PORTATITRICE DELLA GRAZIA che è appunto Gesù, Dio Incarnato e formatosi nel suo grembo.....
è venerata dunque perchè in Lei si è formato il GERME DI DIO CHE E' DIVENTATO UOMO......è venerata perchè quale Madre del Verbo Incarnato ha dato la sua piena disponibilità alla collaborazione CON Dio al Suo Progetto.....è venerata perchè nel Magnificat è implicita la profezia: "TUTTE LE GENERAZIONI MI CHIAMERANNO BEATA PERCHE....."
Nel momento in cui in termini evangelici chiamiamo una persona BEATA, evangelicamente viene venerata non tanto per sè stessa, ma in funzione di ciò che ha fatto e di cosa può insegnarci........
Se questo non è evangelico, trovate un riferimento specifico che ci dica che Maria NON è Madre di Dio e che NON dobbiamo venerarla...se non è scritto il contrario allora è solo questione di INTERPRETAZIONE e Paolo dice: "NESSUNA SCRITTURA E' SOGGETTA A PRIVATA INTERPRETAZIONE".....
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 64 di 159 nella discussione 
Da: francesco2Inviato: 16/01/2004 16.23
Pace a tutti.
 
Caro Salvatore non dobbiamo provare mai sentimenti di chiusura, lasciatelo dire da una persona come me che ha desiderato per anni delle risposte che nessuno mi dava.
 
Non dobbiamo alimentare coloro che ci rifiutano, ma pensare a coloro che silenziosamente cercano risposte e non trovano il coraggio di fare domande, ti prego di credermi che ce ne sono tanti, e per tanti motivi che qualche volta elenchi anche tu.
 
Prendiamo il problema dottrinale su Maria.
Per capire questa venerazione occorre accettare e riconoscere Maria come Madre di Dio, mentre questo è rifiutato dagli evangelici perchè non è scritturale, però se ci parli ti dicono che Gesù è Dio Incarnato.
Oltre non riescono a vedere e di molti non è una colpa che possiamo imputare loro.
 
Sia lodato Gesù Cristo e un grazie a Maria per il suo magnificat.

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Consiglia Messaggio 65 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/01/2004 14.21
La Riforma Protestante annovera nella sua storia soltanto ciò che ha fatto....e la fuga di cattolici dalla Chiesa in qui secoli di lotte di fede.....forse pochi conoscono e sanno che quel periodo fu invece ricco di fioriture nella Chiesa e che ancora oggi VIVONO operando il Vangelo fra la gente, certamente senza molta pubblicità....., un caso fra molti:
 

Beata Regina Protmann Fondatrice

18 gennaio

Braunsberg – Ermeland (Polonia), 1552 - † 18 gennaio 1613 

Una magnifica figura di donna, religiosa, fondatrice polacca, del XVI-XVII secolo, che sale agli onori degli altari come beata. Regina Protmann visse nel periodo dei grandi conflitti spirituali, scaturiti dalla Riforma Protestante e dalla Controriforma in Germania, nacque a Braunsberg – Ermeland (Polonia) nel 1552 e nella sua città natia fu spettatrice dell’aspra lotta religiosa in atto, che le lascerà una impronta forte nella sua vita
A 19 anni lasciò gli agi della casa paterna per ritirarsi insieme a tre compagne, in una casetta vecchia e cadente, per iniziare una vita di comunità, dedicata a Dio, nella povertà assoluta ed al servizio del prossimo. 
Per aiutare i bisognosi svolgeva i lavori più umili e pesanti, visitava gli ammalati, cui portava il conforto della fede, si occupava dell’educazione dei bambini, in particolare delle ragazze.
 
Fu sempre sollecita e sensibile di fronte a tutte le esigenze ed i bisogni del prossimo; con devozione e fervore si dedicò anche alla cura dell’altare e della chiesa del suo paese. 
Nel 1583, il vescovo Martino Kromer confermò le norme di vita, da lei dettate, per la piccola Comunità e nel 1602 approvò la Regola riveduta, della Congregazione delle ‘Suore di S. Caterina vergine e martire’; ed ebbe l’approvazione pontificia, a Vilnius dal Nunzio Apostolico Rangoni. 
Ben presto la Comunità si ingrandì aprendo altre Case a Wormditt, Heilsberg e Röbel. Attualmente conta 120 Comunità sparse in tutto il mondo, dalla Polonia al Togo in Africa, Brasile, Germania, Lituania, ecc. 
Dopo aver effettuato un disagiato viaggio in inverno, Regina Protmann ritornò ammalata al suo primo convento a Braunsberg, dove dopo una lunga e sofferta malattia, morì il 18 gennaio 1613. 
Solo nel 1957, più di tre secoli dopo la morte, si iniziò il processo per la sua beatificazione. Il 13 giugno 1999 papa Giovanni Paolo II l’ha beatificata a Varsavia, durante il suo settimo pellegrinaggio apostolico in Polonia.


Autore: 
16-Mar-2003


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Consiglia (1 suggerimento finora) Messaggio 66 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/01/2004 14.26
e la fuga di cattolici dalla Chiesa in qui secoli di lotte di fede....
........
arg........
 
c-q-c-q-c-q-c-q-c-q-c-q-c-q............questo è il dilemma.....
 
ehm...ok sbajato....IN CUI SECOLI DI....ecc.....vi risparmio la punizione che si da a scuola.."scrivi 100 volte la parola corretta"......
 
Fraternamente da me: Caterina.....

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Numero di iscritti che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti Messaggio 67 di 159 nella discussione 
Inviato: 18/01/2004 18.09
Questo messaggio è stato eliminato dal gestore o dall'assistente gestore.

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Consiglia Messaggio 68 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/01/2004 19.51
 
Ehm...rimetto il messaggio 67 perchè stavo andando alla Messa e per la fretta di chiudere ho commesso un errore nello trascrivere il Mistero della fede e non l'ho completato.....
 
Diverso tempo fa ero iscritta in CE e un pastore scrisse un testo che però, naturalmente, volgeva ad una condanna della fede dei cattolici nella fattispecie sulla questione del MISTERO DELLA FEDE...insomma la fede è un mistero o no?
Qui tentammo di fare chiarezza sul testo:
 
Poi feci una domanda alla quale a distanza di tempo solo oggi il forum in CE è stato riaperto, ed oggi non posso rispondere direttamente....
 
..............
 
Nel dicembre del 2002 chiesi, riprendendo il testo (dal collegamento lo potrete leggere)
 
Dio ama tutti i Suoi figlioli, ma non è soddisfatto di tutti loro..............
 
Mi ha colpito molto questa frase......ma specialmente quel LORO non un....NOI...come sarebbe stato più logico....e allora mi è venuta in mente questa domanda....io me la son fatta..ora la faccio a voi....
 
Dio è soddisfatto di te?.......
............
Iggi gennaio 2004 è arrivata una risposta che accolgo con fraternità............ed è la seguente che termina con una domanda:
 
 
Dio è soddisfatto di tutti coloro che fanno la Sua volontà, non può essere certamente soddisfatto di coloro che vivono lontano dalla Casa del Padre, anzi Gesù aspetta che l'uomo peccatore và a lui pentito come il figliol prodigo.
Quanto si celebra la messa cattolica il prete dice : mistero della fede. La fede non è un mistero ma è una verità rivelata da Dio, pertanto dove i cattolici dicono mistero della fede, noi diciamo verità della fede.
Ma quali sono questi misteri della fede della chiesa cattolica? Qualcuno sa spiegarmi?
Alfonso   
.........
 
Diciamo che la mia risposta non ha avuto seguito: Dio è soddisfatto di TE?
Rispondere dicendo su cosa Dio pensa degli ALTRI, elude la domanda...e non da risposta.....
A questo punto mi chiedo: cosa c'entra la Messa del Culto a Dio della Chiesa? Già si parla di MISTERI.......
e ci chiedono:
 
Quanto si celebra la messa cattolica il prete dice : mistero della fede. La fede non è un mistero ma è una verità rivelata da Dio, pertanto dove i cattolici dicono mistero della fede, noi diciamo verità della fede.
.........
 
Quando il prete dice MISTERO DELLA FEDE, avrebbe ragione Alfonso se a questa frase seguisse UN SILENZIO, ma non c'è silenzio, i fedeli SVELANO QUESTO MISTERO DELLA FEDE che hanno percepito nella fede della Chiesa e RISPONDONO:
 
< TU CIA HAI REDENTO CON LA TUA CROCE E LA TUA RESURREZIONE! SALVACI SALVATORE DEL MONDO! >
 
Un altra formula dice:
 
< ANNUNCIAMO LA TUA MORTE SIGNORE.
PROCLAMIAMO LA TUA RISURREZIONE, NELL'ATTESA DELLA TUA VENUTA! >
 
Dunque quando il sacerdote dice MISTERO DELLA FEDE, i fedeli LA SVELANO....così come ci è stato insegnato dalle Scritture........e tramandato dalla Chiesa......cioè, in queste formulazioni è la nostra risposta......
 
Perciò, quando Alfonso chiede:
 
Ma quali sono questi misteri della fede della chiesa cattolica? Qualcuno sa spiegarmi?
.........
 
si percepisce che non sa bene che cosa intenda la Chiesa parlando di MISTERI.......
 
Quando diciamo "mistero" non intendiamo nascondere o che parliamo di cose nascoste....si parla di MISTERO perchè si entra nel MONDO DI DIO......nel Suo modo di vedere, e di pensare e qui NESSUNO PUO' DIRE IL PENSIERO ULTIMO DI DIO.....IN QUESTO SENSO NOI PARLIAMO DI MISTERO......per il resto, parlando di Mistero, intendiamo però che ad esso il fedele RISPONDE......
Infine per quanto riguarda la Messa, il Mistero centrale per noi resta il CULTO EUCARISTICO dentro il quale sperimentiamo quel mistero di Dio che diventa "Cibo di vita eterna"....."Chi non mangia la mia carne e ....."(Gv.6)
 
Infine la nostra stessa fede è un Mistero intesa dal punto di vista storico...e perchè?
Perchè di fatto noi NON abbiamo PROVE STORICHE ARCHEOLOGICHE  che ci dicano che questo Gesù sia RISORTO...le prove che abbiamo derivano NON dalla archeologia (qualcosa ce la conferma che viene scoperta) ma proviene DAL RACCONTO DEGLI APOSTOLI.....ed è PER FEDE CHE NOI CREDIAMO....
I Cristiani che morivano NEL NOME DI GESU'....per i pagani essi morivano PER UN MORTO.....Gesù stesso dice "BEATI COLORO CHE PUR NON AVENDO VISTO CREDERANNO!" questo NON vedere diventa dunque motivo di MISTERO.......
 
Idem gli Apostoli le prove che portano partono dalla LORO TESTIMONIANZA E DI CIO' CHE HANNO VISTO LORO.....definiamo MISTERI, ad esempio i CARISMI DELLO SPIRITO SANTO che se pur molteplici essi però si differenziano e cooperano ad un unico PROGETTO quello di Dio......L'opera dello stesso Spirito Santo è un MISTERO....dal momento che è Lui che soffia dove e come e vuole e sta a noi DISCERNERNERE GLI SPIRITI GIUSTI.....
La conversione degli uomini è avvolta dal Mistero in quanto OGNUNO DI NOI VIVE UNA SUA ESPERIENZA PERSONALE CON DIO.....
 
Infine il Mistero dell'Incarnazione è un Mistero per quanto noi sappiamo pronunciare l'Annunciazione scritturalmente...
La Trinità è un Mistero per quanto noi sappiamo dare una definizione delle TRE Persone che la compongono, ma che sono UNA COSA SOLA....
 
Se tutto questo NON fosse MISTERO, non ci sarebbero tante differenze....
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia (1 suggerimento finora) Messaggio 69 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/01/2004 21.11
Nylus altrove dice (lo metto qui perchè li non posso rispondere..)
 
non credo cambi nulla ritenere la fede una verità o un mistero.....
..........
 
Concordo......
 
La questione della Fede è verità RIVELATA, sia che mistero.
 
Ai cristiani viene suggerito dagli apostoli di: "Dare RAGIONE della nostra fede"......ma dal dare "ragione" del perchè credo in Dio a SVELARE DIO il passo è un baratro perchè NESSUNO POTRA' MAI SVELARE DIO......
 
Perchè è un baratro?
 
Perchè subentra l'esperienza PERSONALE DI CIASCUNO che ovviamente NON sarà uguale all'altra....ma allora che cosa è che ci unisce e che può unirci, così da non rischiare di farci una FEDE SU MISURA? IL CRISTO..Gesù è Colui che posto al centro di ogni nostra attenzione è il solo che può UNIRCI e così da sottolineare la UNICA FEDE DELLA CHIESA....che professa IL CRISTO e NON un altro Cristo...
 
Altro esempio è proprio la citazione di Ebrei 11,6 che il pastore ha fatto...ma lui ha citato solo un versetto, mentre il testo inizia dicendo:
 
"La fede è GARANZIA DELLE COSE SPERATE, prova per le realtà che NON si vedono. (...) Per la fede, NOI COMPRENDIAMO che i mondi furono formati per una parola di Dio, di modo che da cose NON visibili è derivato ciò che si vede...."
 
Ovviamente per razionalità uno scienziato NON potrebbe mai accettare una spiegazione del genere sulla creazione del mondo...ma noi ci crediamo PER MEZZO DELLA FEDE IN DIO....gli scienziati ci crederanno solo se crederanno in Dio.....
 
Einstain era Ebreo e credeva in Dio, il suo successo derivò dal DIVIDERE i due aspetti della fede e della razionalità e diceva: "Per fede io VEDO E CREDO, ma se devo insegnarlo NON HO LE PROVE!......
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 70 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSNSoloGesùSalvaInviato: 18/01/2004 22.40
Gente raccogliticcia 


"Or il popolo fece giungere empi mormorii agli orecchi dell'Eterno; e come l'Eterno li udi', la sua ira si accese... E l'accozzaglia di gente raccogliticcia ch'era tra il popolo, fu presa da concupiscenza; e anche i figliuoli d'Israele ricominciarono a piagnucolare e a dire: "Chi ci dara' da mangiare della carne? Ci ricordiamo de' pesci che mangiavamo in Egitto per nulla... E ora... non c'e' piu' nulla! gli occhi nostri non vedono altro che questa manna" (Numeri 11:1, 4-6) 


Israele era sempre pronto a lamentarsi. Sembra che a diffondere il malcontento contribuisse in modo particolare "l'accozzaglia di gente raccogliticcia ch'era tra il popolo". Israele non si rendeva conto che ogni problema od ostacolo era un'opportunita' per esercitare fiducia nella provvidenza di Dio (cfr. Filippesi 4:19). 
Invece di ringraziare e lodare il Signore, si lagnavano che la manna era "nulla" a confronto della varieta' di cibo di cui avevano goduto in Egitto.
Cosi', Dio decise di assecondare le loro richieste, ma cio' ebbe gravi conseguenze (cfr. Salmo 106:15). Il popolo di Dio affronta spesso difficolta' che mettono a dura prova la fede, ma Dio le permette per farci imparare che Lui e' l'unica Fonte a cui fare affidamento.
Quando lodiamo il Signore scopriamo ogni giorno una diversa soddisfazione e un rinnovato piacere (cfr. I Tessalonicesi 5:18). Lamentarsi per le circostanze avverse rivela tutta la nostra incapacita' di riconoscere che le situazioni in cui ci troviamo sono "per la sua benevolenza" (Filippesi 2:13)."

 

Lodiamo Dio per averci dato da meditare la sua parola. adi-it.org/ nella pagina meditazioni

 

che il Signore ci benedica tutti quanti

 

 

 

 

 

 


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Consiglia Messaggio 71 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/01/2004 16.15
Vorrei meditare ed analizzare una cosa particolare con i fratelli evangelici......
 
Un grande loro predicatore John G. Lake  (una storia veramente stupenda) ha avuto una visione che vi presento nello specifico fatto:
 
A conclusione del paragrafo è significativa la visione data a John G. Lake mentre era pastore a Portland, Oregon:

        "In risposta a un grido proveniente dal cuore di Lake, l`angelo prese la Bibbia e aprì il libro degli Atti. Attirò l`attenzione sull`effusione dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, e poi proseguì attraverso tutto il libro facendo notare le grandi e straordinarie rivelazioni e fenomeni in esso. Poi l`angelo disse queste parole:

        «Questa è la Pentecoste così come Dio la diede attraverso il cuore di Gesù. ADOPERATI PER ESSA. COMBATTI PER ESSA. INSEGNA ALLA GENTE A PREGARE PER ESSA. Poiché essa, ed essa soltanto, verrà incontro al bisogno del cuore umano, ed essa soltanto avrà la potenza di sopraffare le forze dell`oscurità».

        Mentre l`angelo si dipartiva, disse: «PREGARE. PREGARE. PREGARE. Insegna alla gente a pregare. La preghiera e soltanto la preghiera, la molta preghiera, la preghiera persistente è la porta d`ingresso al cuore di Dio»".

........

Ora...figuriamoci se noi cattolici non diamo peso a queste cose........, dunque NON solo non dubitiamo, ma prendiamo atto di una similitudine con Fatima....

Anche qui appare ai tre pastorelli UN ANGELO......il quale insegna loro questa preghiera: "Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua divina MisericordiaL'Angelo dice ai pastorelli DI PREGARE.....e:

«Giunto vicino a noi disse:
«-
"Non abbiate paura. Sono l'Angelo della Pace. Pregate con me".
«
E inginocchiato a terra, curvò la fronte fino al suolo. Spinti da un moto soprannaturale lo imitammo e ripetemmo le parole che gli udimmo pronunciare:
«-"Dio mio! Credo, adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano".
«
Dopo avere ripetuto questo tre volte si alzò e disse:
«-
"Pregate così. I Cuori di Gesù e di Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche".
«
E scomparve.
«
L'atmosfera soprannaturale che ci avvolse era tanto intensa che quasi non ci rendevamo conto, per un lungo tratto di tempo, della nostra stessa esistenza restando nella posizione in cui ci aveva lasciato, e ripetendo sempre la stessa preghiera. La presenza di Dio si sentiva così intensa e intima, che non ci decidevamo a parlare neppure fra di noi. Il giorno seguente, sentivamo lo spirito ancora avvolto da questa atmosfera che andò scomparendo soltanto molto lentamente.
«In questa apparizione, nessuno pensò di parlare, né di raccomandare il segreto. Essa lo impose da sé. Era così intima, che non era facile pronunciare su di essa la minima parola. Ci fece anche, f orse, maggiore impressione, per il fatto che fu la prima manifestazione di questo tipo» (
1)...

«-"Che fate? Pregate! Pregate molto! ....

sempre nelle medesime apparizioni, leggiamo:

"Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte e in modo speciale quando fate qualche sacrificio: Oh Gesù, è per amor vostro, per la conversione dei peccatori ...

....

Ora vorrei capire...perchè quando si parla di queste cose a noi citano Gal.1,8 CONTRO DI NOI dove si dice

" Ma se NOI o un angelo disceso dal cielo annunciasse a voi un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia votato a maledizione divina!"

e mentre per loro stessi la visione che ebbe questo pastore dell'angelo NON è posta in discussione?.......

Chiedo agli Evangelici, scacciando OGNI pregiudizio, potreste veramente dire con la Bibbia alla mano che Fatima è diabolica mentre l'esperienza del pastore no?

Nella sostanza i due messaggi rivelatori sia ai TRE  pastorelli e sia che ad UNA sola persona, sono simili nell'essenza: PREGARE........perchè allora accusate di diavoleria la Chiesa?

Fraternamente Caterina

 

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Consiglia Messaggio 72 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 02/02/2004 11.03
 
Amici.....vi è in questa Presentazione di Gesù al Tempio anche....una analogia alla Chiesa e con la Chiesa e con tutte le sue membra.....
 
E' Maria infatti che dopo aver portato in grembo il Verbo del Padre fatto Carne, lo ha partorito presentandolo in un certo senso ai Magi che vennero per adorarlo, prefigurazione dell'adorazione di tutti i popoli della Terra. Oggi ricordiamo che sempre Maria porta Gesù al Tempio per conformarsi alla volontà della Legge......E' Maria che offre il Figlio Gesù a Simeone....piccoli gesti che racchiudono una profonnda teologia.....
Dopo il riconoscimento del Cristo quale "luce del mondo" un altra profezia è indirizzata a Maria, alla Madre del Verbo:
"E a te una spada trapasserà l'anima, AFFINCHE' VENGANO SVELATI I PENSIERI DI MOLTI CUORI.."
 
Questa profezia non avrebbe alcun senso se toglessimo la seconda parte: affinchè vengano svelati.....
 
Dunque è PER MEZZO DI MARIA sotto i piedi della Croce che ci viene svelato IL GRANDE MISTERO DELLA CHIESA......La spada del dolore le trapassa l'anima, non la uccide, ma la rende CONFORME AI PATIMENTI DEL CRISTO, il suo Figlio, sotto la Croce. Lì solo quando la Profezia si avvera, Gesù SVELA IL MISTERO DELLA MATERNITA' DELLA CHIESA SUA SPOSA.....
"Donna, ecco tuo figlio; e rivolto al discepolo che amava: Ecco la tua madre..."
 
Non è un affidamento di vedovanza, nè per colmare un lutto....altrimenti che senso avrebbero le parole della profezia: "affinchè vengano svelati i pensieri di molti cuori" ?
 
Era necessario che per prima Maria si conformasse alla corce del Figlio dopo averlo seguito per tutti questi anni....attraverso Maria abbiamo il primo miracolo mediante il quale, leggiamo: "i discepoli CREDETTERO IN LUI ".....e la risposta di Gesù alla Madre in un primo tempo audace è la prefigurazione della scena al calvario dove li egli si sarebbe rivelato in pienezza...morendo Gesù il centurione dirà: "quest'uomo era veramente il Figlio di Dio!"
 
Ciò che era stato per tanto tempo una discussione continua, ora sotto la Croce si fa certezza......
 
Maria RESTA DUNQUE LA CHIAVE......una chiave che è un dono meraviglioso di Dio che serve a colmare I NOSTRI LIMITI RAZIONALI.......Con la croce TUTTO CI VIENE SVELATO.....tutto appare chiaro, qualcosa di eccezionale è accaduto......nell'attesa serena degli eventi della risurrezione, i discepoli sono INSIEME  a meditare....a pensare....ad attendere...INSIEME A MARIA, così come sempre CON MARIA sono riuniti nel giorno della Pentecoste.....anche li in attesa che qualcosa faccia capire il da farsi......
Ed è qui che si conclude la vicenda del RISORTO, ma attenzione....per aprire e continuare la sua rivelazione NELLA CHIESA dentro la quale e non fuori, MARIA E' IL SUO CENTRO.....è la Madre, Madre del Cristo che è Capo della Chiesa, Madre della Chiesa perchè è un dono di Dio....
Chi accetta la Chiesa non può rinnegarne la Madre, così come colui che accetta Cristo non può nascondere la Madre....
 
 
A te una spada trapasserà l'anima...NON perchè sei semplicemente la Madre di Gesù....ma dice la profezia: "AFFINCHE' VENGANO SVELATI......i pensieri di molti cuori..."
 
Ecco che con il Magnificat possiamo veramente cantare con Lei: "La'anima mia magnifica il Signore...." e realizzare la sua stessa profezia: "Beata sei tu o Maria......perchè grandi cose ha fatto in te l'Onnipotente....."
 
Israele-Maria= CHIESA.......
 
per questo l'apostolo Paolo insisteva con i Giudei chiamandoli appunto FRATELLI, perchè era inconcepibile per lui che i Giudei ne rimanessero fuori.....le prime comunità erano formate dai GIUDEI-CRISTIANI....erano prima Giudei, poi cristiani e questo andava bene fino a quando il pericolo di un Cristo non Verbo eterno del Padre, ma semplicemente uomo senza potere di salvezza, non iniziò ad ombrare la vera predicazione del Vangelo....da qui in Atti la decisione di RIMANERE A TUTTI GLI EFFETTI CRISTIANI, nella Chiesa, per la Chiesa, con la Chiesa...che traduce: In Cristo, Per Cristo e Con Cristo......
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia (1 suggerimento finora) Messaggio 73 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°CristianoInviato: 15/02/2004 11.34
PRESENTARSI A GESÙ

"Poi, venuta la sera, gli presentarono molti indemoniati; ed egli, con la parola, scacciò gli spiriti e guarì tutti i malati, affinché si adempisse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: Egli stesso ha preso le nostre infermità, ed ha portato le nostre malattie" (Matteo 8:16, 17)

Soltanto il Vangelo di Giovanni non riporta la cronaca di questa magnifica serata, nella quale Gesù, trovandosi ancora una volta in Capernaum, guarisce e libera numerosi malati e indemo-niati. Possiamo benissimo immaginare che il posto dove si trovava Gesù fu trasformato in un luogo di lode e di ringraziamento.

I.Una lieta conoscenza

Malati e posseduti venivano presentati a Gesù e mentre Egli li guariva la speranza e la fede crescevano negli altri che ancora non erano stati guariti e liberati. La conoscenza di Gesù per quelle decine e decine di persone rivoluzionò la loro esistenza. Molti, dunque, sperimentarono guarigione e liberazione; altrettanti videro paralitici che camminavano, ciechi che vedevano; sordi che sentivano e muti che parlavano e indemoniati che venivano liberati e salvati. Che serata straordinaria! Come vorremmo anche noi sperimentare una serata così travolgente. Che c’è di meglio o di più importante che vedere operare Gesù Cristo? Oh, se ognuno entrasse nel luogo di culto con lo stesso bisogno e lo stesso desiderio d’incontrare Gesù che avevano quelle per-sone, come cambierebbero le nostre riunioni!

II.Gesù operava con la Sua Parola

Gesù non usava altro che la Sua Parola (cfr. vv. 7, 8), una Parola satura di potenza, capace di guarire anche la più terribile delle malattie; una Parola piena di autorità, capace di liberare anche la possessione più tenace. La Parola di Cristo ancora oggi ha la stessa potenza ed autorità nel liberare l’uomo dal peccato, che conduce alla perdizione (morte eterna), dall’autorità del diavolo (possessione) e dal peso della malattia (guarigione).

III.Un invito: "Presentiamoci a Gesù Cristo "

Gesù è pronto ad accogliere tutti. Non importa quale sia il problema, Egli è pronto ad ascoltarci e ad intervenire. Gesù vuole prendere su di Sé le nostre infermità e le nostre malattie (v. 17b). Egli è pronto a perdonare i nostri peccati e a consolidare la nostra fede vacillante e insicura. L’importante è "presentarsi a Gesù".

Conclusione

Gesù non caccia via nessuno perché Egli ci ama. Presentiamoci come bisognosi davanti a Lui. Se non abbiamo le forze, facciamoci aiutare dagli altri, come sicuramente si facevano aiutare gl’infermi, ma soprattutto facciamoci aiutare dallo Spirito Santo. Non rimaniamo a guardare! Se abbiamo bisogno di Gesù, andiamo a Lui, incontriamoLo, sicuramente ci sta aspettando realizzeremo un beneficio che rivoluzionerà completamente la nostra vita.

Salvatore Ciofalo

Da "Cristiani Oggi" 1-15 Gennaio 2004


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Consiglia Messaggio 74 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°CristianoInviato: 16/02/2004 11.52

La Via della felicità

"Gesù gli disse: ‘Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me’" (Giovanni 14:6)  

Non v’è un solo essere umano che non sia alla ricerca della felicità, tutti la desiderano, ma è soprattutto Dio che vuole la felicità della propria creatura

Il Signore desidera che la nostra vita su questa terra sia serena e felice; per questo ha voluto lasciare agli uomini una strada sicura da percorrere. Seguire il Signore signifi-ca trovarsi davvero sulla "via della felicità". Su questo cammino si ricevono preziosi insegnamenti provenienti direttamente dalla Parola di Dio: "Tutto il popolo, ascol-tandolo, pendeva dalle sue labbra" (Luca 19:48). La via della felicità, quindi, è stret-tamente congiunta con la volontà di Dio dichiarata nella Sua Parola.

Distinguere la vera felicità

Non v’è un solo essere umano che non sia alla ricerca della felicità, tutti la desi-derano, ma è soprattutto Dio che vuole la felicità della propria creatura. Non bisogna confondere, però, la vera felicità dell’anima con i piaceri, che, a volte, il peccato può procurare: "Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone,preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato" (Ebrei 11:24,25). Il peccato spesso si presenta sotto le spoglie del piacere, ma i suoi risultati saranno sempre deleteri per la nostra vita spirituale, perché trae origine proprio da colui che è l’ingannatore: "Il serpente disse alla donna: ‘No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male’" (Gen. 3:4, 5). Come migliaia di anni fa, ancora oggi il peccato si presenta attraente per la nostravita. L’albero, infatti, appariva agli occhi di Eva: "Buono per nutrirsi, … bello da vedere … era desiderabile per acquistare conoscenza", ma dietro quella tentazione erano in agguato il dolore e la tristezza.

La felicità della salvezza

L’insegnamento che Gesù ci dona, invece, afferma ben altra cosa. Il primo passo verso la felicità è quello di accettareGesù come personale Salvatore. La gioia di cui parlia-mo, che si realizza nel profondo del cuore, non è passeggera ma permanente. Dopo aver ascoltato la predicazione della Parola da parte dell’apostolo Pietro alcune persone sentirono che qualcosa nel loro cuore era avvenuto: "Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore …" (Atti 2:37). La nostra vita è stata trasformata dalla potenza di Dio, per l’opera che Gesù ha compiuto sulla croce. Quando siamo disposti alasciare operare il Signore, allora lo Spirito Santo verrà e ci aiuterà a mettere in pratica i consigli della Parola di Dio. La via della felicità non è infatti quella che possono percorrere le cosiddette "persone che non hanno mai fatto del male", le quali pensano che le proprie risorse siano il mezzo con il quale costruirsi una vita serena, ma è quella vita di gioia, risultato del potente e genuino amore di Dio, che trasforma la nostra esistenza. Senza la fede nell’Evangelo, infatti, le persone non possono conoscere la vera felicità. La Parola di Dio dichiara: "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio …" (Rom. 3:23). La vera felicità quindi è, innanzitutto, ricevere il perdono dei propri peccati. Non v’è alcuna macchia o tristezza della nostra vita che il sangue di Gesù non possa cancellare. Senza alcun timore avviciniamoci a Dio per essere trasformati e aiutati: "Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia etrovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno" (Ebrei 4:16).

La gioia della santificazione

Un cammino di reale santificazione con Dio è l’altro passo che ci permette di rag-giungere la pienezza della vera felicità.La presenza della gioia nella nostra vita è garantita dal distacco nei confronti del peccato. La lontananza dal modo di pensare del presente secolo ci pone nella posizione di ricevere, per grazia, la benedizione: "Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eter-no" (I Giov. 2:15-17). Il segreto di un risveglio costante è vivere separati dal mondo: "Chi vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio" (Giac. 4:4).La nostra felicità, mentre siamo su questa terra, è fare sempre la volontà di Dio e servirLo: "Siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori" (I Tess. 2:4). In conclusione, se veramente vogliamo essere felici, dobbiamo con risolutezza coltivare maggiormente la lettura e la meditazione della Parola di Dio, conservarla nei nostri cuori, vivere realmente la santificazione e desiderare di piacere sempre di più a "Colui che ci ha arruolati". Soltanto allora le splendide parole del Salmo 128 troveranno compimento nella nostra vita: "Beato chiunque teme il Signore e cammina nelle sue vie! Alloramangerai della fatica delle tue mani, sarei felice e pro-spererai" (vv. 1, 2)!

Francesco Davide Scianna

Da "Cristiani oggi" 1-15 Settembre 2003


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Consiglia Messaggio 75 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°CristianoInviato: 25/02/2004 21.51

Soltanto continua ad avere fede  

(Marco 5:21-24,35-43)

Iairo è un padre angosciato dalla malattia della figlia dodicenne ormai in fin di vita. Per questo importante uomo religioso della sinagoga di Capernaum non conta più la posizione che ricopre. Si sente semplicemente un padre la cui figlia sta morendo e perciò si reca al porto ad aspettare Gesù, al quale chiederà di fargli grazia.

1. Un padre ai piedi di Gesù

L’amore per una figlia spinge quest’uomo tanto importante a mettersi in ginocchio per strada, tra la folla, senza preoccuparsi dell’opinione della gente. Ha bisogno di aiuto e ha capito che solo Gesù può fare qualcosa per sua figlia. Di fronte a tanta umiltà e sottomissione, Gesù acconsente a seguirlo a casa per risparmiarlo da un indicibile dolore. Ogni genitore prenda esempio da quest’uo-mo, impari a mettere i figli nelle mani di Gesù con la stessa determinazione. Ad un genitore, infatti, è chiesto di credere non solo per se stesso ma anche per la propria famiglia. È la promessa fatta al carceriere di Filippi: "Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la casa tua" (Atti 16:31). Per ri-volgersi a Gesù e avere "salva la vita", i figli devono poter contare sull’esempio di fede di genitori capaci di mettere innanzi tutto loro stessi ai piedi del Maestro.

2. Una complicazione

Il passo di Gesù fu rallentato dalla gente che Lo attorniava. In particolare una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, Gli toccò la veste e fu guarita. Proprio mentre Gesù parlava con lei, vennero da casa del capo della sinagoga alcuni messi ad annunciareche la ragazzina era morta e, quindi, non era più il caso di incomodare il Maestro. La sopravvenuta morte della figlia fu una dura prova per la fede di Iairo, che avrebbe potuto dare ascolto al messo e dire a Gesù: "Grazie, Signore. So che volevi farmi del bene e,se fossimo arrivati in tempo, se quella donna dal flusso di sangue non ti avesse toccato e fatto perdere tempo, sarebbe andato tutto bene, ma è andata com’è andata...". Questo fu proprio quanto disse Maria a Gesù dopo la morte di Lazzaro: "Signore, se tu fossistato qui mio fratello non sarebbe morto" (Giov. 11:32).

3. Una speranza che rinasce

Si può immaginare come si sentì quel padre nell’apprendere la triste notizia, il dolore deve essere stato fortissimo, non c’era più niente da fare. Improvvisamente, però, le parole di Gesù riaccesero la speranza in lui: "Non temere; soltanto continua ad aver fede!"Rendiamo grazie a Dio che con poche parole sa sempre come riaccendere la speranza nell’uomo. Chi ha il Signore non deve mai disperare ma conservare la fede. Gesù si era attardato, sì, tanto che la ragazzina morì, ma quel padre non doveva temere. Gesù aveva un piano preciso, desiderava che quell’uomo sviluppasse "una fede che va al di là d’ogni speranza", che imparasse a sperarecontro speranza (cfr. Rom. 4:18). Chi ha fede nell’Iddio dell’impossibile, non può chiederGli di fare in fretta solo perché ha paura di quel che può succedere da un momento all’altro. Non bisogna commettere l’errore di sperare solo finché c’è qualche speranza, questo significherebbe avere una fede limitata.

4. Una famiglia riunita

La scena che si presentò a Iairo, una volta giunto a casa, non fu delle più incoraggianti. Regnava una gran confusione e c’era gente che piangeva e urlava. Gesù stesso fu accolto come se fosse un altro piagnone venuto a fare le condoglianze. Non sono pochi, in verità, coloro i quali non chiedono altro a Gesù che di unirsi a loro per piangere sulla propria situazione, dimenticando così che "Egli è Colui che viene per cambiare le situazioni". Purtroppo scene in cui tutti piangono e si disperano non sono insolite nelle famiglie, ma non dovrebbe essere così, almeno non dovrebbe più esserlo per chi ha chiesto l’intervento di Gesù. Se continua ad esserci lamento e tristezza, allora significa che non c’è sufficiente fede da credere che Gesù abbia il potere di risuscitare anche ciò che è morto. Se hai invitato il Signore a casa tua perché ne abbia cura, non arrenderti solo perché "la risposta non arriva nel tempo limite". Piuttosto, fatti forza e rinnova la tua fiducia in Colui che può risuscitare i morti e presto tornerà il sereno.

Enzo Martucci

Da "Risveglio Pentecostale" Gennaio 2002 


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