A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Il latino è ancora vivo: a 50 anni dalla Costituzione apostolica Veterum Sapientia

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2012 17:58
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26/10/2012 14:06
 
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Nel novembre 2006, negli Stati Uniti d'America, si è tenuta l'annuale Gateway
Liturgical Conference, organizzata dall'arcidiocesi di St. Louis, nel Missouri, sul tema
Celebrating God's Love, conclusa da S. Em. il card. Francis Arinze, prefetto della
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con un discorso dal
titolo Language in the Roman Rite Liturgy: Latin and Vernacular.
La traduzione è stata pubblicata da “Cristianità” n. 399 del gennaio-febbraio 2007 e di
seguito sono riportati i brani più significativi.

La lingua nella liturgia di Rito
Romano: latino e lingua volgare

1. La dignità superiore della preghiera liturgica

La Chiesa fondata dal nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo si sforza di riunire insieme
uomini e donne di ogni tribù, lingua, popolo e nazione.
Questa Chiesa, questo nuovo popolo di Dio, questo corpo mistico di Cristo, prega. La sua
preghiera pubblica è la voce di Cristo e della Chiesa sua sposa. Capo e membra. La
liturgia è un esercizio del magistero sacerdotale di Gesù Cristo. In essa, il culto pubblico
viene compiuto dall'intera Chiesa, ossia, da Cristo che associa a sé i suoi membri. «Perciò
ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo Sacerdote e del suo corpo, che è la
Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia
l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado» (1). Dalla sacra sorgente della liturgia tutti
noi, che abbiamo sete delle grazie della Redenzione, attingiamo acqua viva (cfr. Gv. 4,
10).
La consapevolezza che Gesù Cristo è il Sommo Sacerdote in ogni atto liturgico dovrebbe
instillare in noi una grande reverenza. Come afferma sant'Agostino d'Ippona (354-430),
«prega per noi come nostro capo; è pregato da noi come nostro Dio. Riconosciamo, dunque,
in lui la nostra voce, e in noi la sua voce» (2).

2. Diversi Riti nella Chiesa

Possiamo individuare quattro Riti originali: Antiocheno, Alessandrino, Romano e Gallicano.
Essi diedero vita a nove Riti principali nell'attuale Chiesa Cattolica: nella Chiesa Latina
domina il Rito Romano e fra le Chiese Orientali troviamo il Rito Bizantino, Armeno, Caldeo,
Copto, Etiopico, Malabarese, Maronita e Siriaco. Ogni rito rappresenta una miscela di liturgia,
di teologia, di spiritualità e di diritto canonico. Le caratteristiche fondamentali di ogni Rito
risalgono ai primi secoli, i tratti essenziali all'era apostolica, se non addirittura all'epoca
di nostro Signore.
Il Rito Romano, che è oggetto della nostra riflessione, nella sua epoca moderna, come
abbiamo detto, è l'espressione liturgica predominante della cultura ecclesiastica da noi
chiamata Rito Latino. Come saprete, all'interno dell' arcidiocesi di Milano è in uso un «rito
gemello» che prende il nome da sant'Ambrogio (339-397), il grande vescovo di Milano: il
Rito Ambrosiano. In alcuni luoghi e in alcune occasioni speciali in Spagna la liturgia è
celebrata secondo un antico Rito Ispanico o Mozambico, Queste rappresentano due
venerabili eccezioni di cui non ci occuperemo in questa sede.
La Chiesa di Roma utilizzò il greco fin dal principio. Solo gradualmente fu introdotto il
latino fin quando, nel secolo IV, la Chiesa di Roma fu definitivamente latinizzata (3).
Il Rito Romano si diffuse ampiamente in quella che oggi chiamiamo Europa Occidentale e
nei continenti evangelizzati per lo più da missionari europei: in Asia, in Africa, in America e
in Oceania. Oggi, con la più facile circolazione delle persone, vi sono cattolici di altri Riti
— generalmente chiamate Chiese Orientali — in tutti questi continenti.
La maggior parte di tali Riti possiede una lingua originale, che dà anche a ogni Rito la
propria identità storica. Il Rito Romano ha il latino come lingua ufficiale. Le edizioni tipiche
dei suoi libri liturgici fino a oggi sono state sempre pubblicate in latino.
È un fenomeno importante il fatto che molte religioni del mondo, o le loro ramificazioni
principali, abbiano una lingua che è a esse cara. Non possiamo pensare alla religione ebraica
senza pensare alla lingua ebraica. L'islam ha l'arabo come lingua sacra nel Corano.
L'induismo classico considera il sanscrito come lingua ufficiale, il buddhismo ha i propri testi
sacri in pali.
Sarebbe superficiale da parte nostra considerare questa tendenza come qualcosa di
esoterico, strano o fuori moda, vecchio o medioevale. Vorrebbe dire ignorare un fine
elemento della psicologia umana. Nelle questioni religiose, le persone tendono a
conservare quanto hanno ricevuto dalle origini, il modo in cui i loro antenati hanno
articolato la propria religione e pregato. Le parole e le formule usate dalle prime
generazioni sono care a quanti oggi le ereditano. Se è vero che non si può certo identificare
una religione con una lingua, il modo in cui essa viene compresa può avere un legame
affettivo con la particolare espressione linguistica in uso nel periodo classico del suo primo
sviluppo.







  continua....


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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