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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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L'Evangelio di Maria Valtorta? una vita di Gesù malamente romanzata, parola della CdF e di Ratzinger

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2012 15:21
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29/04/2012 15:16
 
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ATTENZIONE..... l'abolizione dell'Indice non significa affatto approvazione o riconoscimento di ogni opera presunta "cattolica"....

SACRA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

 

Notificazione
riguardante l’abolizione dell’Indice dei libri

 

Dopo la Lettera Apostolica Integrae servandae data in forma di Motu Proprio il 7 dicembre 1965, non poche richieste sono pervenute alla Santa Sede per conoscere la sorte dell'Indice dei libri proibiti sin qui tenuto dalla Chiesa per salvaguardare, secondo il mandato divino, l'integrità della fede e dei costumi.

Per rispondere alle suindicate domande, questa Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, dopo aver interrogato il Beatissimo Padre, comunica che l'Indice rimane moralmente impegnativo, in quanto ammonisce la coscienza dei cristiani a guardarsi, per una esigenza che scaturisce dallo stesso diritto naturale, da quegli scritti che possono mettere in pericolo la fede e i costumi; ma in pari tempo avverte che esso non ha più forza di legge ecclesiastica con le annesse censure.

Pertanto la Chiesa confida nella matura coscienza dei fedeli, soprattutto degli autori e degli editori cattolici e di coloro che si occupano della educazione dei giovani. Ripone la sua più ferma speranza nella sollecitudine vigile dei singoli Ordinari e delle Conferenze Episcopali, cui spetta il diritto e il dovere di esaminare e anche di prevenire la pubblicazione di libri nocivi e, qualora si dia il caso, di riprenderne gli autori e di ammonirli.

La Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo lo spirito della Lettera Apostolica Integrae servandae e dei Decreti del Concilio Vaticano II, si pone a piena disposizione, in quanto sia necessario, degli Ordinari, per aiutare la loro solerzia nel vagliare le opere pubblicate, nel promuovere la sana cultura in opposizione a quella insidiosa, in stretto contatto con gli Istituti e le Università ecclesiastiche.

Qualora, poi comunque rese pubbliche, emergessero dottrine e opinioni contrarie ai principi della fede e della morale e i loro autori, benevolmente invitati a correggerle, non vogliano provvedere, la Santa Sede userà del suo diritto-dovere di riprovare anche pubblicamente tali scritti, per provvedere con proporzionata fermezza al bene delle anime.

Si provvedere pertanto, in modo adeguato, a che sia data notizia ai fedeli, circa il giudizio della Chiesa sulle opere pubblicate.

Dato a Roma, dal Palazzo del S. Offizio, il 14 giugno 1966.

 

+ A. Card. Ottaviani
Pro-Prefetto della S.C. per la Dottrina della Fede

+ P. Parente
Segretario



[SM=g1740733]Iter burocratico e, attualmente, l'unico definitivo e ufficiale, emesso dalla Chiesa Cattolica sulla vicenda...


Lettera del Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede,
 al cardinale Siri, arcivescovo di Genova

Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede.
Prot. N. 144/58.
Roma 31 gennaio 1985.

Eminenza reverendissima, con lettera del 18 maggio pp, il Reverendo...chiedeva a questa Sacra Congregazione, una chiarificazione circa gli scritti di Maria Valtorta, raccolti sotto il titolo: "Il Poema dell'Uomo Dio", e se esisteva una valutazione del Magistero della Chiesa sulla pubblicazione in questione con il corrispettivo riferimento bibliografico.
In merito mi pregio significare all'Eminenza Vostra - la quale valuterà l'opportunità di informare il reverendo ... - che effettivamente l'opera in parola fu posta all'Indice il 16 Dicembre 1959 e definita da l'osservatore Romano del 6 gennaio 1960, "Vita di Gesù malamente romanzata". Le disposizioni del decreto vennero ripubblicate con nota esplicativa ancora su l'Osservatore Romano del 1 Dicembre 1961, come rilevabile dalla documentazione qui allegata.
Avendo poi alcuni ritenuta lecita la stampa e la diffusione dell'Opera in oggetto, dopo l'avvenuta abrogazione dell'Indice, sempre su l'Osservatore Romano (15 Giugno 1966) si fece presente quanto pubblicato su A.A.S. (1966) che, benché abolito, l' Index conservava tutto il suo valore morale, per cui non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un'Opera la cui condanna non fu presa alla leggiera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti. [SM=g1740733]
Grato di ogni sua cortese disposizione in proposito, profitto dell'occasione per confermarmi con sensi di profonda stima dell'Eminenza vostra reverendissima.
 
Dev.mo Joseph Cardinale Ratzinger.

**********

Osservatore Romano, mercoledì 6 gennaio1960.
 
Suprema Sacra Congregatio Sancti Officii. Decretum Proscriptio Librorum. Feria IV, die 16 decembris 1959.
 
In generali consessu Supremae Sacrae Congregationis Sancti Officii Em.mi ac Rev.mi Domini Cardinales rebus fidei ac morum tutandis praepositi, praehabito Consultorum voto, damnarunt atque in Indicem librorum prohibitorum inserendum mandarunt opus anonymum , quattuor complectens volumina, quorum primum:
 
Il Poema di Gesù (Tipografia Editrice M. Pisani, Isola del Liri); reliqua vero
 
Il Poema dell'Uomo Dio (Ibidem) inscribuntur.
Feria autem VI, die 13 eiusdem mensis et anni, SS.mus D. N . D. IOANNES Divina Providentia Pp. XXIII, in Audentia Em.mo ac Rev.mo D.mo Cardinali Secretario S. Officii concessa, relatam Sibi Em.morum Patrum resolutionem adprobavit et publicari iussit.
 
Datum Romae, ex aedibus S. Officii, die 5 ianuarii 1960.
Sebastianus Masala, Notarius
 
 
 
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MOTIVAZIONI DELLA MESSA ALL'INDICE "UNA VITA DI GESU' MALAMENTE ROMANZATA"
OSSERVATORE ROMANO DEL 6 GENNAIO 1960
(La messa all'Indice e sua Spiegazione, apparvero entrambi nell'Osservatore Romano del 6 gennaio 1960)

In un'altra parte del nostro giornale è riportato il decreto del S. Offizio con cui viene messa all'Indice un'opera in quattro volumi, di autore anonimo (almeno in questa stampa) edita all'isola del Liri.
Pur trattando esclusivamente d'argomenti religiosi, detti volumi non hanno alcun Imprimatur, come richiede il Canone 1385 § 1 m. 2 C.I.C.
L'editore in una breve prefazione scrive che l'Autore, "A somiglianza di Dante ci ha dato un'opera in cui, incorniciati da splendide descrizioni di tempi e di luoghi, si presentano innumerevoli personaggi i quali si rivolgono e ci rivolgono la loro dolce o forte o ammonitrice parola. Ne è risultata un'opera umile ed imponente: l'omaggio letterario di un dolorante infermo, al Grande Consolatore Gesù" .
 
Invece ad un attento lettore questi volumi appaiono nient'altro che una lunga, prolissa, vita romanzata di Gesù.
A parte la vanità dell'accostamento a Dante e nonostante che illustri personalità (la cui indubbia buona fede è stata sorpresa) abbiano dato il loro appoggio alla pubblicazione, il S. Offizio ha creduto necessario metterla nell'Indice dei libri proibiti.
 
I motivi sono facilmente individuabili da chi abbia la certosina pazienza di leggere le quasi quattromila pagine di fitta stampa.
Anzitutto il lettore viene colpito dalla lunghezza dei discorsi attribuiti a Gesù e alla Vergine SS.ma; dagli interminabili dialoghi fra molteplici personaggi che popolano quelle pagine.
I quattro Vangeli ci presentano Gesù umile, riservato; i suoi discorsi sono scarni, incisivi, ma della massima efficacia. Invece in questa specie di storia romanzata, Gesù è loquace al massimo, quasi reclamistico, sempre pronto a proclamarsi Messia e Figlio di Dio e ad impartire lezioni di teologia con gli stessi termini che userebbe un professore dei nostri giorni.
 
Nel racconto dei Vangeli noi ammiriamo l'umiltà ed il silenzio della Madre di Gesù; invece per l' Autore (o l'Autrice) di quest'opera, la Vergine SS.ma ha la facondia di una moderna propagandista, è sempre presente dappertutto, è sempre pronta ad impartire lezioni di teologia mariana, aggiornatissima fino agli ultimissimi studi di [noti] specialisti in materia.
 
Il racconto si svolge lento, quasi pettegolo: vi troviamo nuovi fatti, nuove parabole, nuovi personaggi e tante, tante donne al seguito di Gesù.
Alcune pagine poi sono piuttosto scabrose e ricordano certe descrizioni e certe scene di romanzi moderni, come, per portare solo qualche esempio, la confessione fatta a Maria da una certa Aglae, donna di cattivi costumi (colI pag. 790 segg), il racconto poco edificante a pagina 887 e segg del I vol, un balletto eseguito non certo pudicamente, davanti a Pilato, nel Pretorio (vol. IV pag 75), etc .
 
A questo punto viene spontanea una particolare riflessione: l'Opera per la sua natura e in conformità con le intenzioni dell'Autore e dell'Editore, potrebbe facilmente pervenire nelle mani delle religiose e delle alunne dei loro collegi. In questo caso, la lettura di brani del genere, come quelli citati, difficilmente potrebbe essere compiuta senza pericolo o danno spirituale.
 
Gli specialisti di studi biblici vi troveranno certamente molti svarioni storici, geografici e simili. Ma trattandosi di un...romanzo, queste invenzioni evidentemente aumentano il pittoresco e il fantastico del libro.
Ma in mezzo a tanta ostentata cultura teologica, si possono prendere alcune.. perle che non brillano certo per l'ortodossia cattolica.
Qua e là si esprime circa il peccato , io Adamo ed Eva, un'opinione piuttosto peregrina ed inesatta.
 
Nel vol. I a pag. 63 si legge questo titolo: Maria può essere chiamata la secondogenita del Padre : affermazione ripetuta nel testo nella pagina seguente. La spiegazione ne limita il significato, evitando un'autentica eresia; ma non toglier la fondata impressione che si voglia costruire una nuova mariologia, che passa facilmente i limiti della convenienza.
 
Nel II vol. a pag. 772 si legge: "Il Paradiso è luce, profumo ed armonia. Ma se in esso non si beasse il padre, nel contemplare la tutta Bella che fa della Terra un Paradiso, ma se il Paradiso dovesse in futuro non avere il Giglio vivo nel cui seno sono i tre pistilli di fuoco della divina Trinità, luce, profumo, armonia, letizia del Paradiso, sarebbero menomati della metà" .
 
Qui si esprime un concetto ermetico e quanto mai confuso, per fortuna; perché se si dovesse prendere alla lettera, non si salverebbe da severa censura.
Per finire accenno ad un'altra affermazione strana ed imprecisa, in cui si dice della Madonna: "Tu nel tempo che resterai sulla Terra, 'seconda a Pietro come gerarchia ecclesiastica' " (il corsivo -tra virgole- è nostro N.d. R.).
 
L'opera dunque, avrebbe meritato una condanna anche se si fosse trattato soltanto di un romanzo, se non altro per motivi di irriverenza.
Ma in realtà, l'intenzione dell'autore pretende di più. Scorrendo i volumi qua e là si leggono le parole "Gesù dice" , oppure "Maria dice", oppure "Io vedo" e simili. Anzi verso la fine del IV volume (pag. 839) l'autore si rivela ...un'autrice e scrive di essere testimone di tutto il tempo messianico e di chiamarsi Maria.
 
Queste parole fanno ricordare che circa dieci anni fa, giravano alcuni voluminosi dattiloscritti, che contenevano pretese visioni e rivelazioni. Consta che allora la competente autorità ecclesiastica aveva proibito la stampa di questi dattiloscritti ed aveva ordinato che fossero ritirati dalla circolazione. Ora li vediamo riprodotti quasi del tutto nella presente Opera.
 
Perciò questa pubblica condanna della Suprema Sacra Congregazione è tanto più opportuna, a motivo della grave disobbedienza .

******************************

La posizione della Chiesa su queste "rivelazioni private" si precisa ulteriormente quando il Cardinale Ratzinger, davanti all’aumentato interesse per l'opera di Maria Valtorta, gira al Segretario della Conferenza Episcopale Italiana di prendere contatto con l'Editore delle Opere valtortiane per chiarire per l'ennesima volta la posizione della Chiesa.

Ecco la lettera inviata: Conferenza Episcopale Italiana Prato N. 324/92 Roma, 6 maggio 1992

Stimatissimo Editore,

In seguito a frequenti richieste, che giungono anche a questa Segreteria, di un parere circa l'atteggiamento dell'Autorità Ecclesiastica sugli scritti di Maria Valtorta, attualmente pubblicati dal "Centro Editoriale Valtortiano", rispondo rimandando al chiarimento offerto dalle "Note" pubblicate da "L'Osservatore Romano" il 6 gennaio 1960  e il 15 giugno 1966.
Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della Chiesa, sono a chiederLe che, in un' eventuale ristampa dei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le "visioni" e i "dettati" in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie di cui si è servita l'Autrice per narrare, a suo modo, la vita di Gesù.
Grato per questa collaborazione, Le esprimo la mia stima e Le porgo i miei rispettosi e cordiali
saluti. + Dionigi Tettamanzi - Segretario Generale CEI

********************

La Società Editrice dell'opera Maria Valtorta, insieme ai tanti suoi "discepoli", specialmente nel Clero, continuano a disobbedire alle direttive dei Superiori Ecclesiali: non avvisano i lettori dell'opera valtortiana che più volte e in termini oltremodo chiari è stata dichiarata "non soprannaturale", e sollecitano nuovi "fedeli" ad una lettore come se tale opera fosse soprannaturale.

***************************

pertanto, la risposta del cattolico obbediente e fiducioso, deve essere la seguente:

Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della Chiesa, sono a chiederLe che, in un' eventuale ristampa dei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le "visioni" e i "dettati" in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie di cui si è servita l'Autrice per narrare, a suo modo, la vita di Gesù.


[SM=g1740733]


[Modificato da Caterina63 29/04/2012 15:21]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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