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Anno della Fede : unità, divisione e crisi nella Chiesa, riflessioni serie....

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2013 16:06
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06/11/2013 19:28
 
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  Editoriale di Radicati nella fedefoglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (dove si celebra la S. Messa tradizionale)
anno VI - NOVEMBRE 2013 n. 11

- impaginazione e neretti sono nostri - 


Cosa fare quando tutto sembra immerso in una confusione tremenda? Cosa fare quando non sembra sussistere nulla di certo?

L’uomo è fatto per vivere di fronte a Dio, e in Dio trovare la propria consistenza e pace. Un tempo la Chiesa Cattolica comunicava questa pace. Era il mondo, quello lontano da Dio, ad essere in continua agitazione, ma la Chiesa no. La Chiesa era la stabilità.

Era il mondo senza Dio ad essere immerso in una continua Rivoluzione e questa Rivoluzione continua era amata dalle anime instabili e disperate che, scontente della vita, cercavano affannosamente un’impossibile novità che appagasse il loro vuoto interiore.

La Chiesa no; sempre uguale a se stessa, composta e pacifica nella stabilità di Dio, avanzava nel mare della storia ed era il vascello sicuro per le anime che non amavano la Rivoluzione riconoscendola falsa e ingannevole.

Era il mondo moderno che, non volendo dipendere più da Dio e da nessuna autorità, criticava la Chiesa accusandola di non cambiare mai! Non credendo in Dio, il mondo moderno non capiva la stabilità della Chiesa, perché in fondo non capiva la stabilità di Dio.

Così, in mezzo a tutte le terribili rivoluzioni, la Chiesa con i suoi santi, con la grazia soprannaturale dei suoi sacramenti, con la verità immutabile rivelata da Dio e trasmessa dalla Tradizione e dalla Scrittura, camminava nel mondo, strappando tutte le anime che poteva alla Rivoluzione che uccide, per portarle nel suo seno, nella stabilità della grazia che edifica.

Tanti venivano colpiti dalla meravigliosa pace che emanava dalla Chiesa Cattolica, pace che convinceva e convertiva, pace che è tra i più grandi segni di Dio.

Quante conversioni anche nel mondo protestante verso la Chiesa Cattolica: i protestanti si erano adattati alla modernità sempre più atea e indifferente, ma questa modernità non dava pace e molti così tornavano alla Chiesa Cattolica. Descrive molto bene questa situazione Carlo Lovera di Castiglione nel suo famoso testo su “Il movimento di Oxford”. Parlando della crisi dottrinale scoppiata dentro la chiesa anglicana a metà dell’800 così dice: 
“…dei fedeli, gli uni non sapevano più che pensarne, altri parteggiavano per i novatori, molti guardavano oltre i confini della Chiesa Stabilita, verso i Cattolici Romani, per i quali la serenità della fede e dell’immutabile dottrina, si rifletteva nel possesso della verità pieno di sicurezza e di pace.” (Carlo Lovera di Castiglione, Il movimento di Oxford, Morcelliana 1935, pag. 220).

La serenità della fede e dell’immutabile dottrina, si rifletteva nel possesso della verità pieno di sicurezza e di pace”: come è dolce questo parlare. È la dolcezza stessa di Dio che dona nella Chiesa quella serenità che ogni cuore cerca.

Ma ora tutto è cambiato... sono giunti giorni terribili che la retorica buonista dei cristiani ammodernati non può nascondere: la Rivoluzione dal mondo ateo è entrata nella Chiesa e sta consumando tutto. Non c’è più stabilità, la Chiesa sembra entrata in una perenne Rivoluzione che tutto cambia continuamente: confusione nei riti, confusione nella dottrina, confusione nella morale, confusione nella disciplina. Non sai se la verità di oggi durerà domani. Tanti, preti e fedeli, corrono affannosamente per non restare indietro, per adattarsi come possono a questa estenuante confusione.

Chi cerca veramente Dio, in questa Chiesa rivoluzionaria, resta terribilmente solo.

Che fare in questo clima asfissiante? e che cosa non fare?

Innanzitutto occorre non farsi prendere dall’agitazione, occorre non reagire da rivoluzionari: sarebbe come curare il male, che è appunto la Rivoluzione, con la stessa malattia. Lo spirito rivoluzionario, anche quando pretende di salvare il bene, non sarà mai la soluzione.

Bisogna invece stare veramente fuori dalla Rivoluzione, vivendo integralmente il cattolicesimo in quella stabilità che era sua, prima che la Rivoluzione invadesse tutto.
Nella confusione nera, nelle tenebre, urge decidere di fronte a Dio di vivere da cattolici, stabilmente. Per questo bisogna riconoscere un luogo che ti comunichi la pace della fede nel possesso della verità rivelata. Un luogo dove è celebrata la Messa tradizionale: eleggerlo come riferimento per la propria vita, lasciandosi educare da questo luogo. Non vivere da agitati in una lotta perenne ma vivere da cattolici nella liturgia di sempre, nella dottrina di sempre, nella grazia di sempre secondo i sacramenti di sempre; e così operare tutto il bene che il Signore ci permette di compiere.

Lo dice padre Calmel: 
“Ciò che sarà sempre possibile nella Chiesa, ciò che la Chiesa assicurerà sempre, nonostante i tentativi diabolici della nuova Chiesa post-vaticanesca, è questo: tendere alla santità realmente, potersi istruire, in un gruppo reale anche se molto piccolo, sulla dottrina immutabile e soprannaturale, sotto un’autorità reale e conservando la sicurezza che resteranno sempre dei veri sacerdoti e dei Vescovi fedeli, che non avranno dimissionato (forse anche senza accorgersene) nelle mani delle commissioni e della collegialità.” (R. T. Calmel, Breve apologia della Chiesa di sempre, Editrice Ichthys, pag. 51).

Carissimi, se vivremo così, le tenebre terribili di oggi resteranno fuori dai nostri cuori.

Preghiamo perché la Madonna ci ottenga questo rifugio, e noi cerchiamo di esserne sempre più degni.


 



A quanto abbiamo letto sopra, ecco due conferme eccllenti, due cardinali di cui uno, mons. Perl, è parte del gruppo del Conciglio del Papa....

Card. Pell e le anomalie dei cattolici

31 ott 2013 di 




Card. Pell e le anomalie dei cattolici

Il Cardinale George Pell, Arcivescovo di Sydney e componente del Consiglio dei Cardinali chiamati da Papa Francesco nel Governo della Chiesa e a studiare un progetto di revisione della Curia Romana,  nel corso di una lezione a Venezia su “La Chiesa Cattolica nel mondo anglofono a 50 anni dal Concilio Vaticano II” in occasione dell’inaugurazione del 10mo Anno Accademico dello Studium Generale Marcianum, in materia di pratiche sessuali ed aborto, ha detto che “il primato della coscienza” da parte di molti Cattolici “viene invocato non solo contro l’insegnamento della Chiesa” andando così a scegliere “a piacimento tra i 10 Comandamenti” per giustificare scelte personali estranee alla Dottrina della Chiesa.

Pell, facendo riferimento ai cambiamenti dal 1968 ad oggi nella società ed al Concilio Vaticano II ha rilevato l’anomalia della posizioni di Cattolici “in materia di contraccezione ma anche per respingere l’idea che l’unione sessuale deve avvenire tra un uomo e una donna uniti in matrimonio, affermare la legittimità della pratica omosessuale, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, l’aborto e l’eutanasia” il tutto ha aggiunto “per giustificare la possibilità di ricevere l’Eucaristia dopo il divorzio civile e le seconde nozze”.

“Molte, troppe di queste persone, non sono particolarmente inclini a concepirsi come ‘meno’ Cattoliche e ancora meno come ‘cattivi’ Cattolici – ha proseguito Pell -. Troppi di loro non frequentano regolarmente la Messa domenicale ma neanche questo sembra impedire loro di considerarsi buoni Cattolici tanto quanto il Papa”.

“Dobbiamo perciò continuare il buon lavoro, iniziato in molti luoghi – ha esortato Pell – e a cominciare dai bambini della scuola primaria, per istillare in loro la convinzione che il rispetto di tutti e 10 i Comandamenti rappresentano il quadro morale di riferimento per la vita quotidiana e che abbracciare i 7 Peccati Capitali e rifiutare le virtù tradizionali non sono opzioni possibili per chi vuole seguire Cristo”.

“I crimini devono essere denunciati alla Polizia, e le mancanze morali possono sempre essere riparate attraverso il pentimento, ma le eresie sia nell’ambito della fede che della morale possono essere curate solo attraverso la libera sottomissione e il riconoscimento delle verità dell’insegnamento Cristiano”, ha detto il Cardinale Pell.

“Sappiamo dalle rivelazioni sugli abusi sessuali che peccati e crimini gravi e reiterati non solo causano grandissimo dolore a chi li subisce ma danneggiano e avvelenano la Chiesa – ha detto -. Il compito immediato è aiutare le vittime assicurando che quanti si sono macchiati di tali crimini saranno denunciati alla Polizia e alle Autorità Civili”.

“Mentre lavoriamo per sradicare questo male dalla Chiesa e per proteggere i bambini e le persone più vulnerabili – ha proseguito -, l’insegnamento Cattolico deve continuare ad essere forte e chiaro rispetto alla realtà del peccato e del male in molti altri importanti ambiti”.

“Rifiutare di riconoscere i mali che sono frutto di alcuni peccati gravi in differenti ambiti – ha aggiunto il Cardinale Pell – costituirebbe nel lungo termine un danno enorme per la testimonianza Cristiana e per la vita Cattolica e per la gente che la Chiesa serve”.

Il Cardinale Pell, inoltre ha detto che “ci vogliono escludere da spazio pubblico voci e le testimonianze religiose fossero escluse dallo spazio pubblico, e io ho il sospetto che questo obiettivo verrà perseguito attraverso piccole modifiche progressive a leggi e regolamenti piuttosto che con un assalto frontale”.

Ma, secondo Pell, “potrà esserci anche un conflitto politico aperto, a partire dalla questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Se questo fosse legalizzato ci sarebbero fortissime pressioni per presentare le unioni omosessuali come equivalenti al matrimonio e impedire l’insegnamento della comprensione Cristiana della sessualità, del matrimonio e della famiglia, anche nelle scuole religiose”.



 


La denuncia del presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum a Trieste per l'inconro delle Conferenze Episcopali europee


REDAZIONE
ROMA


«Persino tra i battezzati e i discepoli di Cristo vi è oggi una sorta di `apostasia silenziosa´, un rifiuto di Dio e della fede cristiana nella politica, nell'economia, nella dimensione etica e morale e nella cultura post-moderna occidentale». Lo ha denunciato il card. Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, intervenendo  a Trieste il 4.11.2013 alla prima giornata dell'incontro sulla carità promosso dalle Conferenze episcopali europee.

«Involontariamente - ha proseguito il presule - respiriamo a pieni polmoni dottrine che sono contrarie all'uomo e generano nuove politiche che hanno un effetto di erosione, distruzione, demolizione e grave aggressione, lente ma costanti, soprattutto sulla persona umana, la sua vita, la sua famiglia, il suo lavoro e i suoi rapporti interpersonali. Non abbiamo più nemmeno il tempo di vivere, amare, adorare. Ecco una sfida eccezionale per la Chiesa e per la pastorale della carità. La Chiesa, infatti - ha sottolineato - denuncia anche le varie forme di sofferenza di cui è vittima la persona umana».

Secondo il cardinale Sarah «un umanesimo senza Dio, abbinato a un soggettivismo esacerbato, ideologie che vengono veicolate oggi dai mezzi mediatici e da gruppi estremamente influenti e finanziariamente potenti, sono nascosti dietro le apparenze del servizio internazionale e operano anche nell'ambiente ecclesiale e nelle nostre agenzie di carità».

Per la Chiesa dunque, ha concluso, «i valori cristiani che la guidano e l'identità ecclesiale dell'attività caritativa non sono negoziabili, debbono respingere qualunque ideologia contraria all'insegnamento divino, rifiutare categoricamente qualunque sostegno economico o culturale che imponga condizionamenti ideologici contrapposti alla visione cristiana dell'uomo».



 



[Modificato da Caterina63 06/11/2013 21:54]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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