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LE PIAGHE DELLA CHIESA DOPO IL CONCILIO - Don G. Lentini - ed altri testi

Ultimo Aggiornamento: 25/07/2016 12:43
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24/11/2014 19:56
 
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  La grande paura dei conformisti: Non prendiamo lezioni da coloro che hanno assassinato moralmente Benedetto XVI!


 

Sono ora in grado di mettere a disposizione il testo dell'imperdibile invettiva da Rorate caeli [qui

«Obbedienza»? «Rispetto»? Non accettiamo lezioni da coloro che hanno assassinato moralmente Benedetto XVI!
Siamo molto onorati di pubblicare questo nuovo articolo di un ecclesiastico molto saggio, competente e molto influente, che scrive sotto lo pseudonimo di don Pio Pace.
 
La grande paura dei conformisti:
Non prendiamo lezioni da coloro che hanno assassinato moralmente Benedetto XVI!
don Pio Pace

Da qualche tempo, modernisti, liberali, o auto-definentisi «moderati» e anche documenti e blog «mediamente conservatori» hanno inveito contro la «guerra senza quartiere» condotta dai cattolici ortodossi a Papa Francesco e ai suoi orientamenti.
 
Siamo proprio nel bel mezzo della parabola della pagliuzza e della trave! Queste anime buone che ora danno lezioni non hanno forse criticato, senza un attimo di riposo, Giovanni Paolo II e il suo tentativo di «restaurazione» minore? Non hanno forse distrutto Benedetto XVI fino al punto che si può parlare di suo assassinio morale?
Benedetto XVI, riguardo al quale i liberali, tra loro dicevano, il giorno dopo la sua elezione: «Questo non durerà più di un paio di anni!»
Benedetto XVI, ai nemici del quale Piero Marini aveva apertamente fornito il grido di battaglia: «Resistere! Resistere! Resistere!».
Proprio loro vorrebbero darci lezioni, coloro che, con i loro incessanti e brutali attacchi a Benedetto XVI, da parte dei cattolici o attraverso i media di regime, fughe di documenti, pressione finanziaria, distruggendogli tutto quello che faceva o non gli permettevano di fare, ciò che diceva o ciò che non diceva, lo hanno spinto a presentare le sue dimissioni. Non solo vogliono annientarci come hanno fatto con lui, ma vogliono che li ringraziamo per essere giustiziati, che troviamo divertente esser massacrati, e anche che ci scusiamo con loro per il fatto che il nostro sangue possa macchiare le loro vesti immacolate.

Ora, questi buoni apostoli hanno improvvisamente scoperto le virtù di «obbedienza» e «umiltà», predicano a noi il «rispetto» per Pietro, come se, affermando la verità - non facile da intendere, e in toni molto più miti nonché in maniera più equilibrata di quanto essi non abbiano mai fatto - venissimo meno a questa obbedienza e rispetto. Eppure è proprio a causa della nostra fede in Pietro e grazie alla nostra obbedienza incondizionata alla Chiesa e a tutta la sua tradizione che dobbiamo parlare come facciamo.

La verità è che hanno paura.
Vedo tre ragioni per questo. 
  1. La prima ragione è che i conservatori hanno mostrato una capacità assolutamente straordinaria e inaspettata di adattamento ai nuovi media. La loro capacità di essere presenti, il loro desiderio di reagire, di commentare tempestivamente, per fornire analisi non appena gli eventi accadono, moltiplicata attraverso i blog, i siti web e tutto il mondo dei social media ... C'è da dire che il cattolicesimo tradizionale oggi, in tutte le sue forme e tendenze, è in parte il risultato della modernità e ... del Vaticano II. Questo Concilio ha voluto dare voce ai laici. E, per lo stupore dei custodi dello «spirito del Concilio», i laici hanno preso la parola! Non i laici clericalizzati dell'establishment liberale, ma i nuovi cattolici ortodossi. Dalla promozione dell'individualismo scaturita dai cambiamenti attuati nella Chiesa, sono stati in grado di trarre profitto in una maniera che gli artigiani e i partigiani di questi stessi cambiamenti non avrebbero mai potuto prevedere. Al tempo del Vaticano II, la rabbia dei liberali si è scatenata contro il cardinale Ottaviani, che sono riusciti a far fuori. Oggi, i liberali si trovano di fronte eserciti di piccoli Ottaviani in tutti i forum e media cattolici. E molti di loro sono abbastanza abili!
  2. La seconda ragione è che la fazione pro-Vaticano II sta invecchiando rapidamente e viene colpita da una emorragia di «laici impegnati», di laici clericalizzati divenuti «de-spiritualizzati», cioè scoraggiati e divenuti vittime dei costumi e delle pratiche correnti borghesi. C'è anche un considerevole numero di cattolici che Joseph Malègue - un romanziere francese apprezzato da Papa Francesco - chiama «la classe media della salvezza», i cattolici che praticano la loro religione in modo più o meno regolare, che non vanno a confessarsi, che organizzano la loro religione e il loro sistema di credenze cattoliche calibrate sulle tendenze liberali di pensiero e di azione nelle quali essi vivono. Queste sono le pecore senza pastori, perché la Chiesa attualmente al potere non interrompe affatto il loro letargo spirituale. (E non si pensi trattarsi di una tendenza che riguarda solo le nazioni «del nord», piuttosto il contrario: in America Latina, mentre quelli che sono spiritualmente impegnati e vibrante e celebrare i costumi della famiglia tradizionale non trovano posto e non sono accolti nella Chiesa e scelgono il pentecostalismo, la maggior parte di coloro che rimangono nominalmente cattolici sono proprio i membri di queste letargiche e disimpegnate «classi medie».)
    D'altra parte, il cattolicesimo «conservatore» rappresenta, in tutte le sue sfumature, tendenze, correnti, nuove comunità, comunità, nuovi tradizionalisti, movimenti giovanili, gruppi di identità, seminari neo-classici, «nuovi sacerdoti», «suore con il velo», scuole e università decisamente cattoliche, che possiamo chiamare le «forze vive» della Chiesa di oggi. È vero ch'è un mondo estremamente diversificato, ma per esso, dai tradizionalisti da un lato e dai conservatori moderati dall'altro, e comprendente quasi tutta Chiesa africana, il nuovo orientamento assunto da Roma nel marzo 2013 «non può essere inghiottito». Ebbene, questo è chiaramente il cattolicesimo di domani. È evidentemente minoritario, ma è una minoranza che non cessa di crescere, perché è l'unica che è veramente feconda di vocazioni (o anche feconda e basta).
  3. Questo secondo motivo, sottolineato dal dibattito pubblico offerto dal primo, chiarisce l'esistenza di uno «iato» tra una parte considerevole dell'attuale «establishment» cattolico e dell'«elite» di cardinali e vescovi da un lato e il «nuovo Cattolicesimo» dall'altro; una discrepanza sempre più evidente. L'errore fondamentale del pontificato di Benedetto XVI è stato quello di non aver ridotto questo divario attraverso nomine episcopali di peso (tranne, in parte, negli Stati Uniti). Qualunque sia l'interpretazione «profonda» che si può dare al pontificato attuale, è del tutto evidente che si sta allargando questa lacuna. Papa Francesco, con tutte le sue capacità di manovra, è un uomo di un'altra epoca. Ha commesso errori notevoli, come la vicenda dei Francescani dell'Immacolata e la presentazione al voto sinodale della indissolubilità del matrimonio, errori che hanno danneggiato la sua credibilità (in profondità) molto più di quanto sia potuta costare a Benedetto XVI la vicenda Williamson e Vatileaks.

Insomma: se i liberali mirano a riempire i conservatori di un complesso di colpa, sono essi stessi che si mostrano(colpevole di assassinio morale come sono) ridotti a un atteggiamento molto difensivo. Non riusciranno a ridurre al silenzio coloro che agiscono attraverso la via della preghiera, di scritti, petizioni, dibattiti, proteste. E che lo fanno perché ispirati da Colui che è la Verità e la Giustizia. E chi sanno che il Cristo della beatitudine e della pace è lo stesso che ha cacciato i mercanti dal tempio.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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