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Alle porte di Gerusalemme, catechismo apologetico popolare intramontabile

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2019 08:47
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TRATTO DA: Alle porte di Gerusalemme, catechismo apologetico popolare. Scritto dal Mons. Giovanni Grimaldini Vicario generale di Vicenza, con imprimatr del Censore Ecclesiastico Mons. Agostino Marcato giugno 1922.

Ora in questo libretto scritto con lo stile: domande e risposte, il Maestro spiega ad un operaio tutte le cose che riguardano la fede. I punti in questione sono quando parlano della salvezza dell'anima dei non cristiani...

...................

GLI ERETICI E SCISMATICI SI SALVANO?

Operaio — La Chiesa cattolica è la vera, la sola vera Chiesa di Gesù Cristo perchè una, santa, cattolica, apostolica. E' la Chiesa intransigente perchè sicura della verità; la perseguitata, la grande benefattrice.

Dunque tutti quelli che non appartengono a questa Chiesa non possono conseguire l'eterna salute. Dunque quanti milioni andranno dannati senza loro colpa!

MAESTRO — Non temere; senza colpa non va perduto nessuno.

Operaio — Ma come? si salvano anche quelli che sono fuori della Chiesa cattolica sì, o no?

MAESTRO — Rispondo subito. Si dannano quelli che sono fuori per colpa loro, cioè perché non vogliono entrarci. Quelli invece che sono fuori senza loro colpa, e sarebbero pronti ad entrare, appena conoscessero d'esser fuori, non si dannano.

Operaio — Mi ha sciolto un gran dubbio; m'ha levato da una grande ansietà. Si sente ripetere: Tutti quelli che non sono cattolici perchè condannarli all'inferno?

MAESTRO — Però bisogna che spieghi meglio la risposta. Per far ciò prendiamo in rassegna le diverse classi di -persone che non appartengono alla Chiesa cattolica. Osserviamo prima gli eretici e gli scismatici.

Operaio — Va bene. So quali sono eretici, e quali scismatici. Questi si salvano o si dannano ?

MAESTRO — Costoro hanno ricevuto il battesimo, se l'hanno ricevuto validamente e muoiono bambini, certo si salvano e vanno in Paradiso come i cattolici.

Operaio — Ma se muoiono quando sono adulti?

MAESTRO — Se credono in buona fede o per mancanza di ingegno, o per mancanza di studio, d'essere nella vera Chiesa di Cristo e sono senza colpa grave, si salvano.
Se, commesse gravi colpe, si pentono coll'aiuto della grazia che mai non manca a nessuno; che sia ben disposto, si salvano pure.

Operaio — Allora è meglio lasciare gli eretici e gli scismatici come si trovano. Perche tanto studio per ridurli ad abiurare la loro religione ed entrare nella Chiesa cattolica ?

MAESTRO — E' chiaro. Perché la Chiesa cattolica ha il dovere d'insegnare la verità, e confutare e abbattere l'errore in genere, senza badare al caso particolare degli individui, che talvolta si trovano in buona fede.
Perché non tutti si trovano in buona fede, anzi molti non vi sono in buona fede specialmente i più istruiti, e quelli che vivono mescolati ai cattolici.

Sebbene poi sono in buona fede, restando fuori dalla vera Chiesa col corpo, sono privati di tanti mezzi per astenersi dal peccato e praticare in modo più perfetto le virtù cristiane, e conseguire così più facilmente l'eterna salute.
E' un fatto che la così detta suggestione cioè la ferma persuasione che una medicina sia vera fa si che l'ammalato abbia a conseguire il vantaggio come se la medicina fosse vera. Però per assicurare questo vantaggio, anzi accrescerlo, non è' meglio dare all'ammalato la medicina vera?

GLI INFEDELI SI SALVANO?

Operaio — Lasciamo ora da parte quelli che hanno ricevuto il. Battesimo. Ma che dire degli ebrei, dei pagani, dei mussulmani che muoiono senza battesimo? Sono tutti condannati all'inferno?

MAESTRO — Adagio anche qui. Cominciamo dai bambini che muoiono senza battesimo.

Due sono le vite dell'uomo; naturale e soprannaturale; vita di natura e vita di grazia. A queste due vite rispondono due modi di vedere e godere Dio visione naturale e visione beatifica. Chi non ha la vita della grazia, non può godere e vedere Iddio colla visione beatifica, come chi non ha il cannocchiale non può vedere che colla sola forza dell'occhio.

Per il peccato originale l'uomo perde la vita della grazia, vita soprannaturale, ma gli rimane la vita naturale dell'anima e la visione naturale di Dio. Perciò il bambino che muore senza Battesimo cioè in peccato originale non ha la vita della grazia, e non può essere ammesso alla visione beatifica di Dio; però gli rimane la visione naturale.

Operaio — E allora se non possono andare in Paradiso questi bambini, se non è giusto che siano condannati all'inferno, perchè colla loro volontà non hanno potuto commettere alcuna colpa, dove andranno?

MAESTRO — Si troveranno in uno stato di naturale felicità. Non soffriranno, saranno impassibili e contenti del loro stato senza desiderio di uno stato migliore perché non ne sono capaci. È una felicità relativa.

Operaio — Fin qui andiamo, bene. Ma che sarà di quelli che muoiono senza Battesimo quando sono adulti?

MAESTRO — Anche costoro, come i bambini, senza il Battesimo di acqua, o di sangue, o di desiderio, non avendo la vita della grazia divina non possono godere la visione soprannaturale beatifica di Dio. Si dovranno però condannare all'inferno? No.

Mi spiego con un esempio. Per occupare un posto, un ufficio ci vuole un certificato legale. Chi lo ha questo certificato può occupare quel posta ; chi non lo ha, si dovrà condannarlo alla prigione? No. Alla prigione si condanna chi ha violata la legge chi ha commesso qualche delitto. Chi non ha il certificato richiesto non potrà occupare quel posto, non sarà maestro, medico ma rimarrà sempre libero cittadino.

Operaio — Questo è chiaro. Chi muore adulto senza Battesimo non può andare in Paradiso. Dove andrà dunque?

MAESTRO — Se egli è in buona fede, se vive tranquillo nella sua religioni senza il minimio dubbio che sia vera, se non commette alcuna colpa contro la legge naturale che Iddio ha impressa in tutti gli uomini, o avendola commessa se ne pente mèglio che può, morendo rimane nello stato di felicità naturale in cui si trovano i bambini morti senza Battesimo.

Operaio — E se non è in buona fede, o muore con qualche colpa contraria alla leggi naturale, contraria alla sua coscienza ?

MAESTRO — Allora come col peccato vanno all'inferno quelli che hanno ricevuto il Battesimo, tanto più facilmente ci andrà chi non l'ha ricevuto.




[SM=g1740733]



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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TRATTO DA: Alle porte di Gerusalemme, catechismo apologetico popolare. Scritto dal Mons. Giovanni Grimaldini Vicario generale di Vicenza, con imprimatr del Censore Ecclesiastico Mons. Agostino Marcato giugno 1922.

Ora in questo libretto scritto con lo stile: domande e risposte, il Maestro spiega ad un operaio tutte le cose che riguardano la fede. I punti in questione riguardano qui il LIBERALISMO...

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Operaio - Che cosa s'intende dunque per liberalismo?

Maestro - Non c'è cosa più lodata e non c'è cosa più detestabile del liberalismo. Chi lo piglia in un modo e chi un altro. Pochi sanno cosa sia realmente. Liberalismo deriva da libertà.

Operaio - Bella dote la libertà, e perciò suppongo che il liberalismo sia un sistema da approvarsi.

Maestro - Non è la prima volta che una cosa per sé bella e buona guastandosi finisce col divenire brutta e cattiva, e tanto più cattiva quanto prima era buona. Anche nelle virtù ci sono confini fuori dei quali si cade nei vizi opposti. E' una virtù l'economia, ma da una parte c'è il vizio dell'avarizia, dall'altra quello della prodigalità. Bella dote la libertà, ma da una parte sta la tirannia, dall'altra una esagerata licenza. C'è libertà si, ma non libertà di fare il male, ma di fare il bene. La legge infatti suppone e tutela la libertà, ma la stessa libertà ha bisogno della legge, come il cavallo ha bisogno di freno, come la locomotiva ha bisogno delle rotaie, come il fiume ha bisogno dei suoi argini.
Il liberalismo in generale è l'esagerazione della libertà, una libertà senza freni, una libertà senza rotaie, una libertà senza argini. E' quel sistema che guasta la libertà allargandone i confini a danno dell'autorità.
E' libero il figlio, ma dentro i confini segnati dall'autorità genitoriale.
E' libero lo scolaro e il servo, ma dentro i confini segnati dal maestro e dal datore di lavoro.
E' libero il cittadino, ma dentro i limiti segnati dall'autorità della legge e all'interno di un sistema che si chiama dovere.

Operaio - E' giusto; altrimenti la troppa libertà per gli uni, si cambia in tirannia e schiavitù per altri.

Maestro - Hai detto benissimo. In pratica quelli che vanno predicando la libertà per sé e si chiamano liberali, diventano per gli altri più fieri tiranni.

Operaio - M'immagino che siccome sono diverse le relazioni tra gli uomini, e perciò diversi abusi ed esagerazioni di libertà, così il liberalismo si divide in molte specie.

Maestro - Il liberalismo purtroppo abbraccia tutto l'uomo, l'uomo individuo, l'uomo sociale, l'uomo cittadino e specialmente l'uomo religioso. Io non ti parlerò che del liberalismo religioso.

Operaio - Conosciuto il liberalismo in genere, ho una idea del liberalismo religioso. Però me la rischiari.

Maestro - E' l'esagerazione della libertà contro l'autorità religiosa, la indipendenza dalla legge di Dio e della Chiesa. Vedi come il protestante e il liberale siano fratelli, o meglio, il protestante sia padre e il liberale figliolo.

Liberalismo assoluto e moderato.

Operaio - Ho capito che cosa s'intende per liberalismo religioso. Passiamo alla sua divisione.

Maestro - L'indipendenza dalla legge di Dio e dalla sua Chiesa può avere diversi gradi secondo l'estensione, e può essere di varie specie secondo la persona in cui si trova.

Operaio - Secondo l'estensione di quanti gradi può essere il liberalismo?

Maestro - Può essere assoluto quando non crede e non pratica nulla di ciò che Dio vuole, quando è una ribellione perfetta, e una negazione completa della legge di Dio.
Può essere moderato quando ammette le verità puramente di fede, ma non le verità che sono connesse con la fede. In Italia il liberalismo di alcuni non ammette la dottrina del Papa su materie politiche le quali toccano la Religione e la Chiesa.

Operaio - Questi liberali mi pare che siano giusti. Obbligati infatti a obbedire al Papa nelle cose di fede e morale, è giusto. Ma obbedire al Papa per scelte politiche, questo non mi sembra necessario.

Maestro - Adagio! C'è politica pura e politica religiosa. Politica che non ha a che fare colla religione, colla libertà e indipendenza della Chiesa, colla salvezza delle anime; e qui non c'è obbligo di obbedire. Ma c'è la politica che riguarda la religione, la libertà e l'indipendenza della Chiesa, anzi la vita stesse delle anime quando è messa in pericolo da scelte pericolose, e qui c'è l'obbligo di obbedire. Certo, chi non vi obbedisce non viene dichiarato eretico perchè non si tratta di verità di fede, ma pecca gravemente e diventa un ribelle perchè si tratta di disciplina e di disobbedienza a quelle scelte che la Chiesa ritiene indispensabili per la salvezza delle anime.

Operaio - Ma qui bisogna ammettere che il Papa può fallare! Dunque....

Maestro - Il padre può fallare: dunque il figlio non è tenuto ad obbedire ai suoi insegnamenti? Forse che il soldato non è tenuto ad obbedire al suo capitano? Forse che il cittadino al legislatore, lo scolaro al maestro, sebbene possano sbagliare non sono tenuti per questo ad obbedire? Dove se ne va allora l'autorità, l'ordine, la disciplina?
Quando il Papa dichiara che deve essere pienamente libero e indipendente come Capo visibile della Chiesa da ogni potere civile, e che questa libertà e indipendenza, stando le cose come ora stanno, non la può avere da nessun patto (i Patti Lateranensi arrivarono nel 1929 -nota mia), non siamo noi obbligati ad obbedire, e reclamare ciò che Egli giustamente reclama non per sé stesso come individuo, ma come Vicario di Cristo per il ministero che deve compiere a beneficio di tutte le anime e della stessa Chiesa?
Facendo il contrario non siamo invece ribelli al capitano, sudditi ribelli al re, disobbedienti al maestro, figli ribelli al padre?

Operaio - Però sarebbe questo liberalismo moderato un male e un disordine di poca importanza, perchè lascerebbe intatta la libertà nell'obbedienza alla Chiesa in materia di fede e nella morale....

Maestro - No, perchè l'imperfezione e i limiti di cui siamo soggetti, dilagherebbero ben presto in malattie gravi. E' l'infezione, che un pò alla volta si trasmette in tutto il corpo. E' una tisi al primo stadio, ma sempre tisi che lasciata libera un pò alla volta conduce alla morte.
Un liberalismo di tal fatta, ai tempi nostri,difficilmente si trova. Sarà una maschera. In tanto svolgersi di cose chi non è col Papa in materia politica, ma dice di esserlo in materia congiunta alla fede e morale, in verità non è col Papa neppure in materia di morale e di fede, anche perchè certa politica è questione morale.

Liberalismo privato e di Stato

Operaio - Il liberalismo, se si guarda alla sua estensione, è assoluto o moderato. Quanto poi alla persona in cui si trova, come si divide?

Maestro - Si divide in liberalismo privato, cioè dell'uomo nella sua vita privata; in liberalismo pubblico, cioè dell'uomo nella sua vita pubblica.

Operaio - In cosa consiste propriamente il liberalismo privato?

Maestro - Consiste nella libertà (da ogni vincolo religioso e dai Comandamenti di Dio) di pensiero e di coscienza. Credere e fare ciò che si vuole, come si vuole, e perchè si vuole.

Operaio - E il liberalismo pubblico in cosa consiste?

Maestro - Consiste nella libertà del governo di fare ciò che gli pare e piace senza tenere conto della Chiesa, dei suoi diritti, dei suoi doveri, della sua legge, della legge stessa di Dio, assorbendo tutto in se stesso. Questo liberalismo che è il più diffuso, si può chiamare anche liberalismo di Stato.

Operaio - Perchè questa specie di liberalismo è più diffusa?

Maestro - Perchè v'è mancanza di carattere, perchè vi sono uomini di due pesi e due misure, credenti e cristiani in famiglia, ma che come cittadini e persone pubbliche si mostrano apertamente laici, cioè, senza alcuna religione, e qualche volta persino ostili alla religione pubblica.

Operaio - Il liberalismo dunque dipende dalla forma di governo?

Maestro - Non necessariamente dipende dal governo, quanto piuttosto dipende dalle persone che governano. Il liberalismo infatti può trovarsi tanto nella monarchia assoluta, come nella repubblica quando, per esempio, la monarchia e la repubblica invadessero i confini della Chiesa, o non le permettessero di svolgere la Sua specifica missione.

Operaio - Anche il liberalismo di Stato può essere assoluto o moderato?

Maestro - Si, può essere assoluto o moderato. E' assoluto quando nega tutto l'ordine soprannaturale, quando non riconosce alcuna autorità fuori che la propria, quella dello Stato, e che fa dello Stato il padrone, la regola, il giudice di tutti i diritti.
E' moderato quando non accetta né rifiuta l'ordine soprannaturale, ma suppone che non esista, separa i diritti dello Stato da quelli della Chiesa, facendone due società indipendenti l'una dall'altra dove per la Chiesa conseguirebbe meno diritti, o un trattamento alla pari con altri Stati dimenticando la particolarità del suo stato e della sua missione.
Il liberalismo assoluto in sostanza dice: Serva Chiesa in Stato sovrano;
il liberalismo moderato dice: Libera Chiesa in libero Stato, imponendo un senso di libertà nocivo per la Chiesa e per le anime le quali vivono nello Stato.

[SM=g1740771] continua.....

Intanto sullo stesso argomento vi invitiamo a leggere questi due link:

Vehementer Nos del 1906 contro la legge francese che relegava la Chiesa ad un fatto privato

Enciclica sui PRECETTI CRISTIANI di Leone XIII e sulla ricerca dell'autentica LIBERTA'

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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TRATTO DA: Alle porte di Gerusalemme, catechismo apologetico popolare. Scritto dal Mons. Giovanni Grimaldini Vicario generale di Vicenza, con imprimatr del Censore Ecclesiastico Mons. Agostino Marcato giugno 1922.

Ora in questo libretto scritto con lo stile: domande e risposte, il Maestro spiega ad un operaio tutte le cose che riguardano la fede. I punti in questione riguardano qui il LIBERALISMO...

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Uno vale l'altro

Operaio - C'è dunque grande differenza tra liberalismo assoluto e liberalismo moderato. Il liberalismo assoluto di Stato è da rigettarsi, ma il liberalismo moderato è da accettarsi. Giusto?

Maestro - La differenza è più apparente che sostanziale. Ambedue partono dai medesimi principi. Ma l'uno dai principi va fino in fondo, l'altro, per suo tornaconto, vuole fermarsi a mezza via. L'uno dati i principi, ne accetta tutte le conseguenze, l'altro ne accetta solo in parte. Facciamo un esempio. Ci sono due fratelli. Uno ribelle in tutto ai voleri del padre, l'altro solo in certe cose ubbidisce. In questo senso l'autorità del padre rimane uccisa tanto dall'uno che dall'altro.

Operaio - Non sono convinto. Non mi pare poiché uno è ribelle in tutto, ma l'altro solo in parte.

Maestro - Ma obbedendo in parte, obbedisce non in rispetto dell'autorità del padre, poichè allora dovrebbe obbedire in tutto, ma obbedisce solo a quello che fa comodo a lui. L'altro che è più schietto non obbedisce in nulla, ma questo non è meno disobbediente, è solo più furbo o così crede; ma entrambi sono contro l'autorità. Il giorno in cui anche questo figlio non trovasse più vantaggi, non avrebbe alcuna difficoltà per disobbedire in tutto.

Operaio -  Vorrei che mi facesse un confronto affinché mi apparisse più chiaro come in pratica il liberalismo moderato equivale il liberalismo assoluto.

Maestro - Il liberalismo assoluto non riconosce altra autorità che quella dello Stato. Egli nega la divina istituzione della Chiesa, e perciò è "anticattolico" per partito preso. Nega tutta l'opera di Gesù Cristo, e perciò è "razionalista". Nega la superiorità dello spirito sulla materia, e perciò è "pagano". Anzi nega ogni religione e ogni culto come se Dio non esistesse e perciò è "ateo". Invero egli concepisce lo Stato come potenza suprema del genere umano, e lo Stato diventa il "suo dio".

Operaio - Dalle tinte fosche del liberalismo assoluto, passiamo alle tinte meno cariche del liberalismo moderato.

Maestro - Certo, è un liberalismo meno selvaggio, meno invadente, meno assoluto, ma non per questo meno pericoloso,  il fine è sempre lo stesso. E' meno immediato, ma inesorabilmente è lo stesso. Non si oppone direttamente all'ordine soprannaturale, ma prescinde da esso e in modo moderato lo esclude dalla vita politica, lo fa in modo indolore. Non schiaccia la Chiesa, non la opprime, anzi, si presenta anche benevola verso di Essa come se fosse lo Stato ad essere caritatevole verso di Lei, ma solo a parole, alla base c'è il rifiuto dei suoi insegnamenti e non si prende cura dei suoi diritti fondamentali. Esso non tiene in nessun conto il Cristianesimo e le leggi di Dio, e questo porta lentamente gli stessi cattolici dediti alla politica ad accedere facilmente alla apostasia. Tratta l'uomo come se Iddio non lo avesse innalzato alla grazia e destinato alla gloria; e questo si chiama "naturalismo". Alla fine questo liberalismo moderato non professa alcuna religione, ma tuttavia si presta per un genere di liberalismo di ogni forma di fede equiparando anche l'ateismo pratico. Infine attribuisce al potere politico ogni autorità, ogni regola della moralità e della giustizia, anche il controllo sulla fede pubblica dei cittadini, e questo è lo Stato onorato come un dio, sostituito al vero Dio.
Che ti pare di questo confronto?

Libera Chiesa in libero Stato

Operaio - Non c'è che dire, il confronto è davvero interessante. Dunque che ne dice ora della formula del liberalismo moderato: Libera Chiesa in libero Stato? Non mi dica che è inaccettabile!

Maestro - Può essere vera e probabilmente avverrà (ricordiamo che il dialogo è del 1922 prima dei Patti Lateranensi - nota mia), ma nella pratica è falsa.

Operaio - Quando può essere vera e perciò si potrebbe accettare?

Maestro - Può essere vera quando fra Chiesa e Stato siano rispettati i mutui diritti. Senza il rispetto ai diritti della Chiesa, è falsa. La Chiesa e lo Stato sono due poteri legittimi, la Chiesa fu istituita da Gesù stesso e il "potere di Cesare" venne riconosciuto da Gesù (cfr Mt.22,21),
questi due poteri, uno umano l'altro divino, possono essere completamente estranei e indipendenti l'uno dall'altro. Ci vuole un comune accordo affinchè la libertà dell'uno non distrugga la libertà dell'altro. Senza questo comune accordo, senza questo rispetto ai mutui diritti è inevitabile la lotta e la persecuzione. Tuttavia occorre tener presente che i diritti su cui punta la Chiesa spesso non sono di natura materiale ma spirituale, il bene delle anime che vivono come cittadini dello Stato i quali devono obbedire alle sue leggi, quando queste non incidono o non vogliono distruggere le leggi di Dio e della Chiesa, in questo caso il Cattolico ha il dovere di schierarsi in difesa della Chiesa, istituzione divina.

Operaio - Dunque si può ammettere la separazione della Chiesa dallo Stato?

Maestro - Attenzione: distinzione si, separazione no. La distinzione permette il mutuo rispetto e la collaborazione civile dei doveri che lo Stato e la Chiesa hanno verso gli uomini, la separazione porta al rifiuto dei doveri della Chiesa verso i cittadini, dal suo insegnamento ai Sacramenti avanzando una seria persecuzione dello Stato e della sua politica contro la Chiesa. Inoltre non dimentichiamo che la Chiesa è società superiore allo Stato perchè è una istituzione divina, ma mai la Chiesa ha cercato di spadroneggiare sugli Stati o Imperi, al contrario Essa ha sempre cercato di trovare accordi, pur senza cedere a compromessi per Lei impossibili da accettare.

Operaio - Eppure in America c'è questa separazione senza che la Chiesa Cattolica abbia a lamentarsi.

Maestro - E no, la situazione è diversa, non è separazione ma tolleranza politica. Nella stessa Costituzione americana, per ogni incarico statale, c'è l'obbligo di giurare sulla Bibbia. Inoltre in America esiste una pluralità religiosa molto marcata, lo Stato le rispetta tutte, senza offenderne alcuna. Ci si potrebbe lamentare semmai per il sincretismo religioso, ma questo discernimento spetta al cattolico non al politico. La separazione è già apostasia visto che il politico benchè laico dovrebbe avere in sé il sacro "timor di Dio" e non dello Stato, mentre la tolleranza civile è una accettabile forma di prudenza. La separazione è sempre un male, la tolleranza invece può girarsi in bene o per i mali maggiori che con essa verrebbero schivati, o per i beni maggiori che con essa si potrebbero ottenere.

Operaio - Ma allora cosa dovrebbero fare la Chiesa e lo Stato perchè siano rispettati i mutui diritti, e ci sia concordia fra di loro?

Maestro -  Tunc ait illis: “ Reddite ergo, quae sunt Caesaris, Caesari et, quae sunt Dei, Deo ”. / Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio". (Mt.22,21). Se si tratta di cose prettamente spirituali religiose come sarebbe la fede, il culto, la disciplina ecclesiastica, la Chiesa è indipendente dallo Stato, e lo Stato è indipendente dalla Chiesa. Se si tratta di cose temporali e civili, come le leggi di contratti
statali, e come gran parte del codice civile, gli assetti comunali ecc... lo Stato è pienamente libero nella sua sfera di azione, perchè soprattutto se mossa per il bene dei cittadini, essa è "società perfetta" la cui autorità proviene sempre da Dio, e le persone di Chiesa devono obbedire alle leggi giuste dello Stato.
Ma se si tratta di cose miste fra spirituale e temporale, ossia fra le cose utili all'uomo e il suo bene spirituale, quali sarebbero il matrimonio quanto agli effetti civili, l'orientamento dei cittadini verso il rispetto di tutti e dieci i comandamenti che ha influssi anche sociali e temporali, quando si tratta di beni ecclesiastici, di opere della Chiesa sia assistenziali quanto materiali con lo scopo di servire alla propria missione, allora lo Stato e la Chiesa hanno il dovere di mettersi d'accordo e di trovare intese fra di loro che possano dare ai cittadini quei beni spirituali che lo Stato non può dare.

Operaio - E se per caso succedesse un contrasto tra i diritti della Chiesa e quelli dello Stato, chi sarebbe giudice, e quali dei due dovrebbe essere superiore?

Maestro - Sarebbe giudice la Chiesa perchè, come spiegato sopra, è società superiore allo Stato, e perciò il diritto dello Stato dovrebbe cedere al diritto della Chiesa. Quando ciò non avviene si hanno le persecuzioni, ma non è mai la Chiesa a perseguitare lo Stato, in questi casi è sempre un Impero, uno Stato a perseguitare i Cristiani e la Chiesa, basta studiare bene la storia.


[SM=g1740771] continua...........

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Perché si perde la FEDE?

"Le passioni sono il fumo, e la impurità è quella nube che ci impedisce di vedere il sole che è Dio. Dio è spirito perfettissimo; ma l'uomo nella sua animalità non conosce e non intende ciò che è spirito. Ora quale altra passione rende l'uomo animale come la passione adulterata e la concupiscenza frutto dell'amore deviato?
Voi siete increduli: mantenetevi puri un solo anno e vedrete risplendere di nuovo la luce della Fede.

Operaio - Ma che tutti quelli che non credono sieno impuri?

Maestro - Ammetto che certi sieno increduli per altre cause non dipendenti da una loro volontà perversa, ma la principale, credimi, è l'attaccamento alla passione, anche fosse una passione di apparente bellezza e spuria da una volontà perversa. Se la passione comanda l'uomo, l'uomo ha la volontà per porvi rimedio. Ma poi bisogna dire che ci sono di quelli che non vogliono credere perchè vogliono vivere secondo quello che credono e perchè certe verità quali l'inferno, la giustizia di Dio e la Sua legge, turbano troppo i loro sonni e non vollono essere svegliati, gli piace di vivere così.
E del resto è più facile non credere che vivere di Fede.

Tanti prima credevano ed oggi non più, ma perchè questo? Perchè la concupiscenza viene legittimata ogni giorno di più e l'uomo ritiene che ciò gli è dovuto e che può vivere benissimo concupiscente, mentre non si importa più che va verso il baratro della perdizione eterna. Ma tolli da loro quella vernice superficiale di felicità, e troverai fango, inquietudine, persino la disperazione, l'amara solitudine di chi è fallito.
L'impurità fa perdere la fede, non la dottrina del santo Vangelo; l'impurità tolle la fede a chi la possiede perchè essa è incompatibile con la purezza del cuore, la purità al contrario la fa brillare a chi ne era privo perchè un cuore puro trova la Fede.



Fraternamente CaterinaLD

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