È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Ignazio di Loyola e la riforma cattolica. Discernere la volontà di Dio e mettere ordine nella propria vita.

Ultimo Aggiornamento: 31/07/2013 18:24
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
11/08/2012 19:33
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


2.3/ La scelta della fede: l’opzione fondamentale della ricerca di piacere a Dio

dagli Esercizi spirituali [23] PRINCIPIO E FONDAMENTO.
L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l'uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato
. Da questo segue che l'uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l'onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati.

da A. Sicari, Il terzo libro dei ritratti dei santi, Jaca, Milano, 1993, p. 31
Si recò quindi a Manresa, una città che Ignazio definì poi «la mia chiesa primitiva». Qui gli accaddero le cinque visioni che lo plasmarono dal punto di vista cristiano.
È un momento importante. Prima della conversione Iñigo si riteneva, tutto sommato, un buon cristiano - nonostante le sue debolezze - ed era fiero de a sua fede. Ma, dopo la conversione, egli diventa cristiano: la luce della rivelazione lo afferra e dilaga nel suo cuore e nella sua intelligenza; la pretesa e la novità dell' avvenimento cristiano lo afferrano e lo dominano
.

Parliamo di «visioni», ma Ignazio insisterà sempre che non si trattò di immagini o di forme distinte (nemmeno quando vide Cristo o Maria), ma piuttosto di illuminazioni interiori. La sua formula è questa: «Vide con li occhi interiori».
La prima «Visione» riguardò la Trinità: il mistero vivo, caldo, delle tre Persone divine
, lo penetrò con una tale forza e un tale struggimento di cuore che egli pianse a lungo, e ciò gli capiterà poi spesso nella vita (cfr. n. 28).
La seconda «visione» riguardò la Creazione
: «Gli si rappresentò nell'intelletto, accompagnato da grande allegria spirituale, il modo con cui Dio aveva creato il mondo» (n. 29).
La terza «visione» riguardò «come nostro Signore stava nel Sacramento dell'altare»
(n. 29).
La quarta «visione» riguardò «l'umanità di Cristo e la figura di Maria»
(n. 29).
La quinta «visione» riguardò il significato di tutta l'esistenza
, e fu così importante che «in tutto il corso della sua vita, fino a sessantadue anni suonati, sommando tutti gli aiuti di Dio e tutto ciò che ha imparato, anche riunito tutto assieme, non gli pare di aver appreso tanto come in quella sola volta».

Essa accadde lungo le rive del fiume Cardoner. Ascoltiamone il racconto, sempre dall'Autobiografia:
«Camminando così assorto nelle sue devozioni, egli si sedette un momento, rivolto verso l'acqua che scorreva in basso, e stando lì seduto, cominciarono ad aprirglisi gli occhi dell'intelletto. Non già che avesse una visione, ma capì e conobbe) molte cose della vita spirituale, della fede, e delle Scritture, con una tale luce che tutte le cose gli parevano nuove» (n. 30).
Un confidente di Ignazio lo udì dire che gli sembrò allora «d'essere un altro uomo e che l'intelletto fosse diverso da quello di prima».
Trinità, Creazione, Eucaristia, Umanità di Cristo e di Maria, il significato unitario di tutto (oggi diremmo: «una cultura nuova»): furono le basi dogmatiche e spirituali su cui Ignazio poté iniziare la sua costruzione.

-l’opzione fondamentale

2.4/ La I settimana degli Esercizi spirituali: solo la coscienza del peccato rivela la misericordia

dagli Esercizi spirituali
[50] Primo punto. Il primo peccato è quello degli angeli: su questo devo esercitare la memoria, poi l'intelletto ragionando, infine la volontà. Voglio ricordare e capire tutto questo per vergognarmi e umiliarmi sempre più, confrontando l'unico peccato degli angeli con i miei tanti peccati: essi sono andati all'inferno per un solo peccato, e io l'ho meritato innumerevoli volte per i miei tanti peccati. Devo dunque richiamare alla memoria il peccato degli angeli: essi furono creati in grazia, ma non vollero usare la libertà per prestare rispetto e obbedienza al loro Creatore e Signore; perciò, divenuti superbi, passarono dalla grazia alla perversione e furono precipitati dal cielo nell'inferno. Devo poi ragionare più in particolare con l'intelletto e suscitare gli affetti con la volontà.
[51] Secondo punto. Il secondo peccato è quello di Adamo ed Eva: anche su questo devo esercitare le tre facoltà dell'anima. Richiamerò alla memoria che, in seguito a questo peccato, essi fecero penitenza per tanto tempo, e fra gli uomini dilagò tanta corruzione, per cui molti andarono all'inferno. Devo dunque richiamare alla memoria il secondo peccato, quello dei nostri progenitori: dopo che Adamo fu creato nella regione di Damasco e posto nel paradiso terrestre, e dopo che Eva fu formata da una sua costola, fu loro proibito di mangiare il frutto dell'albero della scienza; ma essi ne mangiarono e così peccarono; perciò, coperti di pelli e scacciati dal paradiso, trascorsero tutta la vita fra molti travagli e molta penitenza, senza la giustizia originale che avevano perduto. Devo poi ragionare più in particolare con l'intelletto ed esercitare la volontà nel modo già indicato.
[52] Terzo punto. Devo fare ancora lo stesso sul terzo peccato particolare: è il caso di una persona che per un solo peccato mortale è andata all'inferno, e di moltissime altre persone che vi sono andate per meno peccati di quanti ne ho fatto io. Devo dunque fare lo stesso sul terzo peccato particolare, richiamando alla memoria la gravità e la malizia del peccato contro il mio Creatore e Signore. Devo poi ragionare con l'intelletto, considerando che chi ha peccato e agito contro la bontà infinita, giustamente è stato condannato in eterno, e concludere con la volontà nel modo già indicato.
[53] Colloquio. Immaginando Cristo nostro Signore davanti a me e posto in croce, farò un colloquio: egli da Creatore è venuto a farsi uomo, e dalla vita eterna è venuto alla morte temporale, così da morire per i miei peccati. Farò altrettanto esaminando me stesso: che cosa ho fatto per Cristo, che cosa faccio per Cristo, che cosa devo fare per Cristo. Infine, vedendolo in quello stato e appeso alla croce, esprimerò quei sentimenti che mi si presenteranno.
[54] Il colloquio deve essere spontaneo, come quando un amico parla all'amico, o un servitore parla al suo padrone, ora chiedendo un favore, ora accusandosi di una colpa, ora manifestando un suo problema e chiedendo consiglio. Alla fine si dice un Padre nostro.
[55]SECONDO ESERCIZIO: MEDITAZIONE SUI PECCATI. DOPO LA PREGHIERA PREPARATORIA E DUE PRELUDI, COMPRENDE CINQUE PUNTI E UN COLLOQUIO.
La preghiera preparatoria è la stessa.
Il primo preludio è la stessa composizione.
Il secondo preludio consiste nel domandare quello che voglio: qui sarà chiedere un profondo e intenso dolore e lacrime per i miei peccati.
[56] Primo punto. Il primo punto consiste nel passare in rassegna i miei peccati: devo cioè richiamare alla memoria tutti i peccati della mia vita, esaminando anno per anno o periodo per periodo. A questo proposito sono utili tre considerazioni: rivedere il luogo e la casa dove ho abitato, le relazioni che ho avuto con altri, le attività che ho svolto.
[57] Secondo punto. Valuto i miei peccati, considerando la bruttura e la malizia che ogni peccato mortale commesso ha per sua natura, anche se non si trattasse di cosa proibita.
[58] Terzo punto. Considero chi sono io, ridimensionando me stesso mediante confronti.

- la confessione generale

-cfr. la banalizzazione frequente del cristianesimo: Dio è buono, Dio ci ama, qualsiasi cosa facciamo ci ama... ma è questo il cristianesimo?

appunti da p. Daniele
1 comprendere quanto sia brutto il peccato in sé. Prima usiamo l'intelligenza... perché non dovremmo desiderare il male? Perché brutto, è detestabile, fa male... noi non faremo il peccato quando ci disgusterà. Come fare perché il peccato non ci dia più gusto?
2 coinvolgere l'emotività. Considerare il peccato di un uomo, vedere la cronaca... mettersi nei panni di coloro che hanno subito il male (es. Natan che parla al re Davide), far scattare la ribellione al peccato, prendere atto emotivamente del peccato ed esserne disgustato (per questo per Ignazio sono importanti gli affetti o mozioni o emozioni)
3 vedere il peccato nella propria vita. Vedere l'effetto oggettivo del peccato: Cristo crocifisso. Nessuno può dire più... mi dispiace che tu sia lì, ma io non c'entro. No! anche io sono responsabile. Io che mi appello spesso alla giustizia ho fatto le stesse cose, ma Dio non mi ha fulminato. Provare grande stupore dinanzi alla misericordia di Dio! Percepire di non poter pagare il debito
Abbiamo annullato la Legge ma la gente ha lo stesso sensi di colpa! Perché il peccato è l’esperienza dell’uomo!

Ecco la grazia, il fare grazia... ti devo uccidere, ma ti mando vivo. A questo punto io non desidererò più il male.... desidererò di essere grato! Che cosa posso fare per te che hai fatto tanto per me?

2.5/ La memoria e la “sensibilità”/vedere e gustare nella vita spirituale

da A. Sicari, Il terzo libro dei ritratti dei santi, Jaca, Milano, 1993, p. 32
Vi si recò infatti [in Terra Santa], ma pur cogliendo l'essenziale del viaggio, la decisione di restare si rivelò irrealizzabile
(venne addirittura minacciato di scomunica, se non ripartiva). Ci era andato per respirare la stessa aria che aveva respirato Cristo, vedere gli stessi luoghi, le stesse città, percorrere gli stessi sentieri.
Meditava e ricostruiva nel suo intimo paesaggi, suoni, immagini, odori: tutto ciò che serviva a tener desto il realismo dell'Incarnazione
.

Addirittura, quando tornò aveva imparato a esprimersi come pensava che avesse fatto Gesù (ad esempio: usando il «voi» nel rivolgersi alle persone!).
Su questa esperienza di «immersione» nell'ambiente vivo di Cristo incarnato, egli fondò a sua pedagogia: il mistero di Cristo va accostato «come se fossimo presenti e partecipando alla totalità del suo mistero».
Il nostro Papini giustamente a commentato:
«Ignazio ha ricondotto i cristiani alla familiarità visiva, uditiva, quasi tattile e spirante, di Cristo figlio del Dio vero; il suo metodo sopprime l’illusione dei secoli e fa di tutti i cristiani obbedienti i contemporanei di Pilato e di san Giovanni».

dagli Esercizi spirituali
[91] LA CHIAMATA DEL RE TERRENO AIUTA A CONTEMPLARE LA VITA DEL RE ETERNO.
Il primo preludio è la composizione vedendo il luogo
: qui sarà vedere con l'immaginazione le sinagoghe, le città e i paesi attraverso i quali Cristo nostro Signore predicava.

2.6/ L’indifferenza delle scelte particolari rispetto a  ciò che realmente si desidera!

dagli Esercizi spirituali [23] PRINCIPIO E FONDAMENTO.
L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l'uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l'uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l'onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati.

2.7/ L’elezione dello stato di vita (l’opzione vitale)

dagli Esercizi spirituali
[91] LA CHIAMATA DEL RE TERRENO AIUTA A CONTEMPLARE LA VITA DEL RE ETERNO.
[...] Il secondo preludio consiste nel domandare la grazia che voglio: qui sarà chiedere a nostro Signore la grazia di non essere sordo alla sua chiamata, ma pronto e sollecito nell'adempiere la sua sanissima volontà.
[92] Primo punto. Immagino di avere davanti a me un re terreno, designato direttamente da Dio nostro Signore, a cui portano rispetto e obbedienza tutti i principi e tutti i cristiani.
[93] Secondo punto. Osservo questo re che parla a tutti i suoi e dice: "È mia volontà sottomettere al mio potere tutto il territorio degli infedeli; perciò chi vuole venire con me deve accontentarsi di mangiare come me, e così bere, vestire e tutto il resto. Inoltre deve faticare con me di giorno, vegliare di notte e via dicendo; così alla fine avrà parte con me nella vittoria, come l'avrà avuta nelle fatiche".
[94] Terzo punto. Penso che cosa devono rispondere i sudditi fedeli a un re così generoso e così umano, e quindi come sarebbe degno di essere disprezzato da tutti e considerato un vile chi non accettasse la proposta di un tale re.
[95] La seconda parte di questo esercizio consiste nell'applicare l'esempio precedente del re terreno a Cristo nostro Signore, seguendo gli stessi tre punti.
Primo punto. Se l'appello del re terreno ai suoi sudditi merita attenzione, quanto più degno di considerazione è vedere nostro Signore, re eterno, che ha davanti a sé tutti gli uomini del mondo, e chiama ciascuno in particolare dicendo: "È mia volontà sottomettere al mio potere tutto il mondo e tutti gli avversari, e così entrare nella gloria del Padre mio; perciò chi vuole venire con me deve faticare con me, perché, seguendomi nella sofferenza, mi segua anche nella gloria".
[96] Secondo punto. Penso che tutte le persone ragionevoli e di buon senso si offriranno senza riserve alla fatica.
[97] Terzo punto. Quelli che vorranno impegnarsi di più e distinguersi in ogni servizio del loro re eterno e signore universale, non soltanto si offriranno alla fatica, ma, andando anche contro le inclinazioni dei sensi, le affezioni disordinate e le vanità mondane, faranno una offerta di maggior valore e di maggiore importanza dicendo:
[98] "Eterno Signore dell'universo, con il tuo favore e il tuo aiuto io faccio la mia offerta davanti alla tua infinita bontà, davanti alla tua gloriosa Madre e a tutti i santi e le sante della corte celeste: io voglio e desidero ed è mia ferma decisione, purché sia per tuo maggior servizio e lode, imitarti nel sopportare ogni ingiuria e disprezzo e ogni povertà, sia materiale che spirituale, se la tua santissima Maestà vorrà scegliermi e ricevermi in questo genere di vita".

appunti da p. Daniele
Che cosa posso fare per te che hai fatto tanto per me?
Ecco che si innesta qui la ricerca dell'elezione. L’elezione non è la chiamata da parte di Dio, la vocazione è domandarsi che cosa io posso fare per Dio
. Tanta più generosità ci sarà nel mio cuore nel domandarmi cosa posso fare io per Dio che ha fatto per me la grazia.
Carlo V in quel tempo realizzò l’impresa di riconquistare il nord Africa e liberare gli schiavi cristiani dai mori: chi è quel cavaliere che dinanzi all'appello del re non si tirerebbe indietro?
Intelligenza: misurarsi su di un progetto nobile: cosa vorresti fare da grande? Se è una cosa così bella far fare la pace tra i popoli, quanto più grande ancora è il progetto di Cristo sull'uomo!

C’è il re, anche cattivo, che spinge alla violenza e c’è il re buono, Cristo, che dice che il mondo non si salva con la violenza: ecco l'Agnello di Dio! Questa è la parola che fa zittire tutti i nostri modi di vedere.
Un innamorato non aspetta che l'altra mi dica cosa vuole... tu lo ami tanto da fare cosa per lui? Vocazione... a meno che non avvenga una chiamata diretta, una vocazione si chiarisce sempre attraverso la chiarificazione di un desiderio!
Non persone che vogliono farsi gestire... Piuttosto: tu mi ami tanto, e allora cosa fai per me? Quando una ragazza si sposa è lei che decide di sposarsi, è lei che comanda il gioco!

dagli Esercizi spirituali
[189] PER EMENDARE E RIFORMARE IL PROPRIO STATO DI VITA.
Un'avvertenza per coloro che sono legati a una dignità ecclesiastica o al matrimonio, sia che abbiano molti beni terreni, sia che non ne abbiano. Se non hanno la possibilità o la risoluta volontà di fare l'elezione su cose soggette ad elezione mutabile, giova molto, invece di proporre loro l'elezione, presentare un metodo per emendare e riformare lo stato di vita proprio di ciascuno, indirizzando la loro esistenza e il loro stato di vita alla gloria e lode di Dio nostro Signore e alla salvezza della propria anima. Per raggiungere e conseguire questo fine, chi si trova in tale condizione deve considerare a lungo, attraverso gli esercizi e i modi di fare l'elezione già spiegati [175-188], quale genere di casa e di servitù deve avere, come dirigerla e governarla, come educarla con la parola e con l'esempio; così anche riguardo ai suoi averi, quanto destinare per la famiglia e la casa e quanto per essere distribuito ai poveri o in altre opere pie, senza volere o cercare, in tutto e per tutto, nient'altro che la maggior lode e gloria di Dio nostro Signore. Ciascuno, infatti, deve pensare che tanto progredirà nella vita spirituale, quanto si libererà dell'amore di sé, della propria volontà e del proprio interesse.



[SM=g1740771]  continua.....

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:50. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com