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San Giovanni XXIII era devotissimo del beato Pio IX e di san Pio X

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2015 18:22
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25/08/2012 19:55
 
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Pio IX nel pensiero e sul cuore di Giovanni XXIII


I due pontefici che verranno beatificati insieme il 3 settembre sembrano agli antipodi: l’ultimo Papa re e il Papa buono. Ma non è così. Angelo Roncalli aveva una venerazione particolare per Pio IX come spiega in questo studio il suo segretario, monsignor Capovilla


di Loris Francesco Capovilla su 30giorni di luglio-agosto 2000


Giovanni XXIII e Loris Francesco Capovilla, suo segretario particolare prima a Venezia poi in Vaticano

Giovanni XXIII e Loris Francesco Capovilla, suo segretario particolare prima a Venezia poi in Vaticano

1. In apertura di queste note, non volendo discostarmi dal tema né avanzare proposizioni e conclusioni personali, amo dare subito la parola a Giovanni XXIII, il Pontefice che auspicò tra i cattolici italiani una conoscenza di Pio IX meno approssimativa e più documentata. Sono quattro righe della sua agenda 1962, alla data del 31 agosto: «Nel pomeriggio veramente magnifica ed indimenticabile la visita improvvisa a Marino (Laziale). Un vero trionfo, di rispetto e di amore al Papa. La ricorderò finché viva. Egualmente cara la visita che feci a monsignor Alberto Canestri e infine alla cripta rimessa a nuovo della chiesa parrocchiale di Castello».

Quell’avverbio e quell’aggettivo: «egualmente cara», da sentirsi quindi animato a conservare della visita il ricordo «finché viva» vorrebbero, accanto alla copiosa illustrazione fotografica, la rilettura della relazione redatta, con encomiabile misura, dal compianto monsignor Alberto Canestri (La visita di Sua Santità al postulatore, 31 agosto 1962. Estratto da La Voce di Pio IX, n. 47, 1962).

Mi accontento della conclusione: «Gesù benedetto, spoglia chi scrive da qualsiasi senso di vanità per tanto onore, e lascia nel suo cuore soltanto, con la doverosa umiltà e la devozione al tuo Vicario, il desiderio di una vicina glorificazione del suo grande predecessore: il Papa dell’Immacolata e della infallibilità. Nei giorni che hanno seguito il fausto avvenimento sino ad oggi, il postulatore è stato coperto da una pioggia di telefonate e lettere di congratulazioni per lui e di ammirazione per la paterna degnazione del Papa».


Giovanni XXIII, entrato nella successione dell’apostolo Pietro il 28 ottobre 1958, non attese molto tempo per mettersi in relazione con monsignor Canestri. Lo attesta un delizioso biglietto autografo, di cui diamo il testo: «Vaticano 12 gennaio 1959. Saluto di cuore il rev.mo monsignor Alberto Canestri, di cui ho letto il discorso sulla “Coscienza di un Papa dell’Ottocento”. So della sua validissima cooperazione alla causa di beatificazione di Pio IX, di cui mi compiaccio assai. Intanto umilmente ma fervidamente benedico la sua persona che sarei ben lieto di accogliere in udienza, e lo incoraggio per una santa impresa che mi sta molto a cuore, come questa della glorificazione di Pio IX. Joannes XXIII Pp.».
Pio IX, uomo eminente, sacerdote integerrimo, rimase sempre vivo nella memoria di Angelo Giuseppe Roncalli, non a seguito di mitica infatuazione, bensì come espressione di festosa conoscenza, di profondo rispetto, di devoto amore. Piace ricordare che il 16 ottobre 1958, nell’imminenza del conclave, si recò al Verano per soffermarsi, in cimitero, presso la tomba dei suoi antichi superiori del Seminario romano e per venerare, a San Lorenzo, l’ipogeo di Pio IX.

Divenuto papa, gli riuscì naturale e ritenne doveroso riferirsi ripetutamente alla persona e all’operato di Pio IX. Seppe farlo senza alcuna inibizione, così che non si potrebbe asserire essersi trattato di improvvisa simpatia né di omaggio protocollare reso a un suo lontano predecessore. Volle anzitutto leggere quanto, in proposito, gli venne sotto mano: i volumi dei processi, editi dalla postulazione e dalla Congregazione dei riti; il Pio IX di Alberto Serafini, primo volume, pubblicato a fine settembre 1958 e non potuto presentare a Pio XII cui era dedicato; il Pie IX (primo volume) di Pierre Fernessole. Questo lo lesse in due notti, e dispose che il cardinale Tardini, segretario di Stato, redigesse un riscontro non di semplice complimento, ma auspicante la prosecuzione del lavoro: «Sa Sainteté, qui n’a pas oublié les souvenirs de ses rencontres avec vous à la nonciature de Paris, forme les meilleurs voeux pour que vous puissiez mener à bon terme l’oeuvre que vous avez entreprise» (Lettera 57604, 15 mars 1961).

Non minore attenzione egli portò sui tre volumi del gesuita Pietro Pirri: La laicizzazione dello Stato sardo, La Questione romana, La Questione romana dalla Convenzione di settembre alla caduta del potere temporale. Su quest’ultimo si soffermò con particolare curiosità. Esplorò sovente la Biographie du Souverain Pontife Pie IX, di Francesco Massi, nella collezione “Actes et histoire du Concile Oecuménique de Rome MDCCCLXIX”, Pilon et Lemercier, Impr., Paris.

Pio IX in preghiera nella cripta di Santa Cecilia, dipinto del XIX secolo conservato nel Palazzo Apostolico Lateranense, Roma

Pio IX in preghiera nella cripta di Santa Cecilia, dipinto del XIX secolo conservato nel Palazzo Apostolico Lateranense, Roma

Troppo lungo sarebbe enumerare le svariate letture proseguite ininterrottamente; ed ancor più arduo determinare il giudizio che se ne sarebbe fatto su ciascuna. Su alcune delle citate pubblicazioni i competenti nutrivano non poche riserve. Egli lo sapeva.
Lo storico Giacomo Martina, pur riconoscendo che il Serafini pubblicò «vari documenti interessanti», giudica l’opera nel suo complesso «farraginosa, apologetica, prolissa»; e definisce l’altra, del Fernessole, addirittura «tipico esempio di un’apologetica deteriore ascientifica» (G. Martina, Pio IX e mondo moderno, in Studium, 1976, p. 199).
Molti personaggi dei dicasteri e degli atenei romani potrebbero attestare circa l’interesse che Giovanni XXIII portava alle ricerche e agli studi intesi a far piena luce sulla vita e sul pontificato di Pio IX, e a sgombrare il terreno verso la sua eventuale e da molti desiderata glorificazione.

È sintomatico l’inciso di Arturo Carlo Jemolo in un suo articolo su papa Giovanni: «Desidererei procedesse la canonizzazione di Pio IX, di cui pur gli avversari riconobbero la profonda bontà, la generosità, la fede sconfinata» (Un Papa di genio, in La Stampa, 2 giugno 1964).



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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