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Magistero Cattolico in pillole, a piccole dosi ma indispensabile... (2)

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2019 08:34
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13/07/2013 21:30
 
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E Ildegarda fece vergognare il prete infedele…

Ritratto di Santa Ildegarda di Bingen. Solo nella Chiesa cattolica le donna hanno un ruolo fondamentale per l'umanità.

Ritratto di Santa Ildegarda di Bingen. Solo nella Chiesa cattolica le donna hanno un ruolo fondamentale per l’umanità.

Cara Strega, il mio parroco guida la parrocchia come si gestisce un negozio. Non sto a raccontarti i particolari, ma a volte mi sembra di stare in un “supermarket di sacramenti”. Noi laici dobbiamo sempre stare in silenzio e non dir nulla perché non si può mancare di rispetto ad un sacerdote? Cosa mi consigli? (email firmata)

La correzione fraterna è un dovere di ogni cristiano, chierico o laico. Naturalmente quando un laico deve riprendere un sacerdote deve essere molto delicato e molto attento, perché non bisogna mai mancare di rispetto all’immensa e sublime dignità sacerdotale, rispettata anche dagli angeli. Sarebbe opportuno chiedere un incontro col parroco ed esporgli i casi, senza accusarlo apertamente di negligenza, che generano scandalo o disagio nei fedeli. Se ne terrà conto e farà gli opportuni cambiamenti, benissimo, altrimenti è giusto rivolgersi al vescovo ordinario del luogo e informarlo di ciò che avviene in parrocchia, senza accusare in modo pesante il parroco. Noi laici non possiamo fare altro, se non pregare intensamente per i nostri pastori, come del resto la Madonna ci raccomanda in ogni sua apparizione. Dobbiamo anche ricordaci che il Signore non manca mai, in modi che Egli solo conosce, di richiamare i suoi ministri infedeli. Cosi dobbiamo essere pronti ad essere “strumenti” di questi richiami.

Secoli fa, in Svezia, nel borgo di Rudesheim, un sacerdote celebrò la Santa Messa, assistito da un giovane chierico il quale gli fece notare che erano comparse delle scritte sul corporale. Il sacerdote, molto sorpreso, vide che il giovane aveva ragione: vi erano cinque lettere in forma di croce. Orizzontalmente si leggeva: A.P.H., verticalmente: K.P.D. «Se vedremo (comprenderemo) le lettere che sono scritte sul corporale dell’altare, non moriremo», disse il chierico, senza rendersene conto, lasciando senza parole il parroco. Purtroppo però nessuno dei due riuscì a decifrarne il messaggio. Per ben sedici anni il sacerdote cercò, anche con l’aiuto di prelati e laici, di risolvere l’arcano, ma fu tutto inutile. Finché un giorno conobbe una donna sua compatriota considerata santa in tutta Europa: Ildegarda di Bingen, proclamata santa e Dottore della Chiesa nel 2012 da papa Benedetto XVI.
Il sacerdote mostrò il corporale a santa Idelgarda, la quale in pochi minuti svelò il contenuto del messaggio: K Kyrium (il Signore), P presbyter (il sacerdote), D derisit (derise), A ascendat (risalga), P poenitens (pentendosi), H homo (l’uomo). Ovvero, sul corporale stava scritto: “Il sacerdote derise il Signore, risalga pentendosi l’uomo”. Il parroco divenne rosso per la vergogna, ma comprese i suoi peccati e da allora visse in santità il suo sacerdozio, ascoltando anche i consigli di santa Idelgarda.

Il Signore non manca di correggerci.

BIBLIOGRAFIA
Ildegarda di Bingen, di Cristina Siccardi (Paoline Edizioni, 2012)




[SM=g1740733]

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Consigli di san Josè M. de Escrivà

Che ansia di riformare hanno molti!
Non sarebbe meglio che ci riformassimo, tutti, singolarmente, per compiere fedelmente ciò che è comandato?
(Solco, 132)

Dobbiamo alimentare nelle nostre anime un vero orrore per il peccato. Signore ripetilo con cuore contrito , non voglio offenderti mai più!

Ma non ti meravigliare se noti il peso del tuo povero corpo e delle umane passioni: sarebbe sciocco e ingenuamente puerile che ti accorgessi solo ora che «questo» esiste. La tua miseria non è di ostacolo, bensì di sprone per unirti di più a Dio, per cercarlo con costanza, perché è Lui che ci purifica.
(Solco, 134)

Non dialogare con la tentazione. Lascia che te lo ripeta: abbi il coraggio di fuggire; e la forza di non soppesare la tua debolezza, pensando fino a che punto potresti arrivare. Taglia, senza fare concessioni!
(Solco, 137)

Non hai scuse. La colpa è solamente tua. Se sai ti conosci quanto basta che, per questa strada con queste letture, con questa compagnia... , puoi finire nel precipizio, perché ti ostini a pensare che forse questa è una scorciatoia che facilita la tua formazione o fa maturare la tua personalità?

Cambia radicalmente progetto, anche se ti comporta maggior sforzo, meno svaghi a portata di mano. Ormai è ora che ti comporti da persona responsabile. (Solco, 138)

[SM=g1740758]  vi ricordiamo il nuovo thread nel Monastero: LETTURE PER L'ANIMA.... testi ampi per letture quotidiane di grande edificazione....


[SM=g1740771]

"Voi che piangete, voi che soffrite, voi che avete fame e sete di qualcosa di diverso e di vero, rallegratevi perchè la buona notizia del Vangelo è che la felicità è alla vostra porta, è vostra se comprenderete che il dono  dell’amore di Dio, che  si manifesta attraverso la Croce e le croci di ognuno, è più grande del vostro dolore e che ogni apparente insoddisfazione nel portare la croce è piuttosto la soddisfazione di Dio stesso che usa ciò che al mondo appare stolto, pur di salvare quante più anime è possibile. Rallegratevi, dice il Signore Gesù, perchè se saprete offrirvi quali vittime con Lui, grande sarà la ricompensa nell'eternità.
Il Signore ha pagato per tutti, ma ci concede ora di diventare come Lui agnelli immolati affinchè la missione della Chiesa e la misericordia di Dio, sia manifestata al mondo intero.
Non avremmo altre opportunità, dopo questo tempo di grazia arriverà il giudizio di Dio e allora nessuno avrà più scampo, non ci sarà più l'Agnello a difenderci, Egli diventerà Giudice; e non ci saranno più le vittime, esse attendono che si compia per loro la giustizia di Dio, la sua giusta vendetta contro ogni ingiustizia subita (Apoc. 6,9-10) la pazienza di Dio, infatti, se è vero che si dice infinita nel tempo che viviamo, dove ci è concesso di vivere, finirà e il Signore Gesù sarà il Giudice di ogni cosa, tutto sarà sottomesso alla sua potestà, ogni agnello immolato per il suo nome sarà vendicato, ogni cosa troverà il suo posto, ogni ingiustizia riceverà il tributo.
Allora c'è chi piangerà, chi supplicherà, chi invocherà misericordia, ma allora non sarà più possibile per questo il Signore ci offre oggi, nel tempo della vita, le Beatitudini, qui ora siamo beati se ci offriremo vittime di espiazione per la conversione dei peccatori, ora in questa vita, dopo sarà troppo tardi: chi piange a causa delle ingiustizie, riderà e sarà felice; chi soffre in nome di Cristo, non soffrirà più, ma chi ride oggi disprezzando la grazia, tremendo sarà il giudizio di Dio: "quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete" (Lc.13,25), oppure dirà: "si certo che  vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio" (Gv.5,42).

La severità del giudizio di Dio è riscontrabile ed accettabile solo davanti al mistero delle Beatitudini attraverso le quali il Signore attende il sacrificio di vittime innocenti per rimandare, il più a lungo possibile, con il suo ritorno, il giorno del Giudizio con il quale non ci saranno sconti, nè ripensamenti, ma solo la sua giustizia : "lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti" (Mt.24,51) e "mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti" (Mt.8,12).
Siate lieti, perciò di essere figli della luce, nella Beatitudine promessa dal Cristo".
(Giovanni Paolo II - brani tratti dalle Catechesi sulle Beatitudini 1988/89)

[SM=g1740771]



[Modificato da Caterina63 19/07/2013 16:03]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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