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Da L’infanzia di Gesù, di J. Ratzinger-Benedetto XVI- terza serie Gesù di Nazareth

Ultimo Aggiornamento: 11/06/2014 00:54
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del secondo libro di Ratzinzer/Benedetto XVI





Io, protestante convinto
dal Gesù del Papa

Rainer Riesner

Il secondo libro del Papa "Gesù di Nazaret" non è un dono solo per i credenti. È un dono per tutte le persone in cerca della verità. Papa Benedetto è la voce cristiana più ascoltata in tutto il mondo. In questo libro non parla di un tema qualsiasi, bensì del centro della fede cristiana. Si tratta della figura di Gesù di Nazaret. E precisamente di due episodi nella sua vita in cui si decide se Gesù Cristo abbia un significato irrinunciabile anche per il XXI secolo. Al centro di questo secondo volume di Papa Benedetto sulla raffigurazione di Gesù vi sono la Croce e la Risurrezione. Nel libro del Papa su Gesù non si tratta, come lui stesso sottolinea, di una pubblicazione teologica. Questo libro non è stato preparato insieme a commissioni teologiche, il Papa qui presenta la sua personale descrizione di Gesù. In questo modo si è imbarcato senz’altro in un’impresa rischiosa.

  Uno dei punti di forza del libro del Papa è la dimostrazione che proprio le affermazioni del Nuovo Testamento sulla morte di Gesù come espiazione del peccato dell’uomo diventano comprensibili solo con l’aiuto dell’Antico Testamento e della sua traduzione in ebraico antico. Anche qui si esprime una grande stima per l’ebraismo da parte del Papa, che a diritto ha trovato un’eco molto positiva nella stampa internazionale.

Fa parte di quei fenomeni difficili da comprendere il fatto che certi esegeti rilevino in modo particolare la devozione ebraica di Gesù, ma che al tempo stesso gli vogliano togliere quasi tutti i riferimenti alla Sacra Scrittura d’Israele. Ma questi riferimenti non si limitano a citazioni dirette. Le parole di Gesù sono intessute di allusioni all’Antico Testamento. Se le si volesse eliminare tutte, non rimarrebbe molto. Gesù ha vissuto nella Sacra Scrittura d’Israele, come tra l’altro anche il Papa. Non tutte le scoperte sui riferimenti all’Antico Testamento ha potuto desumerle dalla letteratura esegetica. Alcune cose derivano evidentemente da una meditazione sulle Sacre Scritture condotta durante tutta la vita.

Con il racconto evangelico della tentazione e della preghiera di Gesù nel giardino del Getsemani, Papa Benedetto chiarisce perché molte visioni non sono all’altezza di Gesù. Il Getsemani mostra Gesù, soprattutto nella raffigurazione del Vangelo di Luca (22,44) e della Lettera agli Ebrei (5,7-8), in tutta la sua vulnerabile e impaurita umanità. Tuttavia, il Padre celeste si aspetta da lui che beva «il calice» (Mc 14,36), che qui significa nel linguaggio dell’Antico Testamento l’ira distruttiva di Dio (Is 51,17). Ciò indica che Gesù deve essere più di un semplice uomo. Assolutamente di proposito l’evangelista Marco ha trasmesso proprio qui l’intima invocazione «Abbà, padre» nella sua forma semitica, così come si udì dalla bocca di Gesù. «Solo se Gesù è risorto, è accaduto veramente qualcosa di nuovo che cambia il mondo e la situazione dell’uomo. Allora lui diventa il criterio su cui noi possiamo fare affidamento. Perché Dio si è mostrato davvero. Per questo nella nostra ricerca della figura di Gesù la Risurrezione è il punto decisivo. La risposta alla domanda se Gesù 'era' solamente oppure 'è' dipende dalla Risurrezione. Nel rispondere sì o no non si tratta di un singolo evento di fianco ad altri, bensì della figura di Gesù in quanto tale» (p. 202; pp. 212-3).

In questo ineludibile «aut aut» il Papa ha l’apostolo Paolo al suo fianco, che nella prima Lettera alla comunità di cristiani di Corinto scriveva: «Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed vana anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo». (1Cor 15,14-15). «Solo un avvenimento vero di qualità radicalmente nuova poteva rendere possibile la predica apostolica, non spiegabile con speculazioni o esperienze interiori mistiche. Essa vive nella sua audacia e novità dell’impeto di un accadimento che nessuno aveva inventato e che faceva saltare ogni immaginazione»

(traduzione di Maurizio Boni)

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....... ora apriamo questo thread per accogliere l'ultimo lavoro di Papa Benedetto in arrivo nelle librerie... [SM=g1740721]



"GESU' DI NAZARET, VOLUME TERZO. LA PREMESSA DEL SANTO PADRE


"GESU' DI NAZARET" DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI (TERZO VOLUME): LO SPECIALE DEL BLOG

PREMESSA


Finalmente posso consegnare nelle mani del lettore il piccolo libro da lungo tempo promesso sui racconti dell’infanzia di Gesù.

Non si tratta di un terzo volume, ma di una specie di piccola “sala d’ingresso” ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù di Nazaret. Qui ho ora cercato di interpretare, in dialogo con esegeti del passato e del presente, ciò che Matteo e Luca raccontano all’inizio dei loro Vangeli sull’infanzia di Gesù.

Un’interpretazione giusta, secondo la mia convinzione, richiede due passi.

Da una parte, bisogna domandarsi che cosa intendevano dire con il loro testo i rispettivi autori, nel loro momento storico – è la componente storica dell’esegesi. Ma non basta lasciare il testo nel passato, archiviandolo così tra le cose accadute tempo fa.
La seconda domanda del giusto esegeta deve essere: È vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda, in che modo lo fa?
Di fronte a un testo come quello biblico, il cui ultimo e più profondo autore, secondo la nostra fede, è Dio stesso, la domanda circa il rapporto del passato col presente fa immancabilmente parte della nostra interpretazione.
Con ciò la serietà della ricerca storica non viene diminuita, ma aumentata.

Mi sono dato premura di entrare in questo senso in dialogo con i testi.

Con ciò sono ben consapevole che questo colloquio nell’intreccio tra passato, presente e futuro non potrà mai essere compiuto e che ogni interpretazione resta indietro rispetto alla grandezza del testo biblico. Spero che il piccolo libro, nonostante i suoi limiti, possa aiutare molte persone nel loro cammino verso e con Gesù.

Castel Gandolfo, nella solennità dell’Assunzione di Maria in Cielo


15 agosto 2012


Joseph Ratzinger – BENEDETTO XVI



Da L’infanzia di Gesù, di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Rizzoli – LEV, 2012

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[SM=g1740758] Le anticipazioni sul terzo libro del Papa dedicato a Gesù di Nazareth

E’ vero ciò che è stato detto? Riguarda proprio me? E se mi riguarda in che modo?: sono le domande con le quali Benedetto XVI invita il lettore a leggere il suo nuovo libro “L’infanzia di Gesù”, terzo volume della Trilogia su Gesù di Nazareth, un’analisi dei testi dei Vangeli che in Italia uscirà prima di Natale, in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana. L’editore, Rizzoli, ne dà dei brevi cenni in occasione della presentazione del libro del Papa alla Buchmesse di Francoforte, mentre sono in corso le trattative con editori di 32 Paesi per le traduzioni dall’originale tedesco in 20 lingue. Il servizio di Francesca Sabatinelli:


Una “sala d’ingresso” ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù. Così il Papa definisce nella premessa il suo libro.
Benedetto XVI spiega di aver voluto interpretare ciò che Matteo e Luca raccontano sull’infanzia di Gesù all’inizio dei loro Vangeli. Un’interpretazione che parte da due domande: la prima sul significato del messaggio dei due autori nel loro momento storico, la componente storica dell’esegesi. Poi, precisa il Papa, la seconda domanda, del “giusto esegeta”: “E’ vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda in che modo lo fa?”.
Di fronte al testo biblico, il cui ultimo e profondo autore è Dio stesso, spiega Benedetto XVI, la domanda sul rapporto del passato con il presente fa parte della nostra interpretazione. Nelle pagine fornite in anteprima, il Papa scrive che “Gesù è nato in un’epoca determinabile con precisione”, “non è nato e comparso in pubblico nell'imprecisato 'una volta' del mito. Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda”.


Successivamente, si legge che “Maria avvolse il bimbo in fasce”: questa immagine, afferma Benedetto XVI, è “un rimando anticipato all’ora della sua morte: Egli è fin dall’inizio l’Immolato”.

Il Papa, partendo poi dall’interpretazione di Sant’Agostino della mangiatoia, scrive che essa “è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento”, ma è laddove giace “Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo, il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana”. Ecco allora che “la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini”.


 Radio Vaticana



[SM=g1740738]



[Modificato da Caterina63 23/11/2012 19:09]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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