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ANNUS FIDEI- NOVA ET VETERA testo prezioso di mons. Carli del 1969

Ultimo Aggiornamento: 12/10/2012 22:28
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12/10/2012 22:10
 
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NOTE

(1) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 23.
(2) S. AMBROGIO: “non in se sed in nobis vulneratur Ecclesia; caveamus, igitur, ne lapsus noster vulnus Ecclesiae fiat” (P. L. 16, 278 D).
(3) Cfr. S. TOMMASO D’AQUINO, Summa Theol., I, q. 48, a. 3.
(4) F. AMIOT, 365 meditazioni sui Vangeli e S. Paolo, trad. dal franc., ed. Paoline 1962, pp. 1036-37.
(5) S. VINCENZO LIRINENSE, Commonitorium, 23 (P. L. 50, 667).
(6) CONC. VATICANO II, Costit. dogm. Dei Verbum, n. 13.
(7) S. VINCENZO LIRINENSE, Commonitorium, 22 (P. L. 50, 667).
(8) S. IRENEO, Adversus haereses, IV, 26, 2 (P. G. 7, 1053).
(9) S. CIPRIANO: “de unitate Patris et Filii et Spiritus Sancti plebs adunata” (De oratione dominica, 23: P. L. 4, 553).
(10) Intervista al quotidiano La Croix di Parigi, 22 gennaio 1963.
(11) PAOLO VI: “Sapiens reformatio ea dicenda est, quae apta ratione nova et vetera componere valeat” (A.A.S. 1968, p. 734: discorso del 14 ottobre 1968 al Consilium ad exsequendam Constitutionem liturgicam).
(12) L. M. CARLI, La Chiesa a Concilio, ed. Ancora, Milano 1964, pp. 138-140.
(13) Cfr. L’Osservatore Romano, 28 aprile 1968, pag. 3.
(14) A.A.S. 1966, pag. 879.
(15) A.A.S. 1962, pp. 791-792.
(16) CONC. VATICANO II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 4.
(17) CONC. VATICANO II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 4.
(18) CONC. VATICANO II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 11.
(19) Mi richiamo ad un bel pensiero di S. Ireneo: “Ubi Ecclesia ibi Spiritus Dei, et ubi Spiritus Dei ibi Ecclesia et omnis gratia; Spiritus autem veritas” (Adv Haer. III, 24, 1: P.G. 7, 966).
(20) CONC. VATICANO II, Dichiar. Nostra aetate, n. 2.
(21) Penso che una simile affermazione sia una abusiva estensione di una frase del Concilio (bisognosa, forse, di diverse precisazioni) relativa ai cristiani separati: “Perciò le stesse Chiese e Comunità separate, quantunque crediamo che hanno delle carenze, nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di peso. Infatti lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse come di mezzi di salvezza, il cui valore deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità che è stata affidata alla Chiesa cattolica” (Decr. Unitatis redintegratio, n. 3). Se fuori del cristianesimo si trova qualche frammento di verità religiosa e di grazia, questo non fa corpo col sistema religioso entro il quale viene a trovarsi. Perciò, più che di cristianesimo anonimo sarebbe più esatto parlare di cristiani anonimi.
(22) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentiurn, n. 10.
(23) Cfr. CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 42; Decr. Optatam totius, n. 10.
(24) CONC. VATICANO II, Decr. Presbyterorum ordinis, n. 16.
(25) CONC. VATICANO II, Dichiar. Dignitatis humanae, n. 8.
(26) A.A.S. 1963, p. 260.
(27) Cfr. CONC. VATICANO II, Decr. Presbyterorum ordinis, n. 15; Decr. Perfectae caritatis, n. 14; Cost. dogm. Lumen gentium, n. 37.
(28) Cfr. CONC. VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 50.
(29) Cfr. PAOLO VI, Enciclica Humanae vitae, n. 10.
(30) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 30.
(31) Cfr. CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, capp. II e IV; Decr. Apostolicam actuositatem sull’apostolato dei laici.
(32) CONC. VATICANO II , Decr. Christus Dominus, n. 20.
(33) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 13.
(34) CONC. VATICANO II, Cost. lit. Sacrosanctum Concilium, n. 37.
(35) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 23.
(36) CONC. VATICANO II, Cost. lit. Sacrosanctum Concilium, n. 38.
(37) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, nn. 19, 21, 22; Nota esplicativa previa, nn. 3-4.
(38) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 23.
(39) P. RICCA, Dopo la seconda sessione del Vaticano II. Il Cattolicesimo in stato di Concilio (fascicoletto edito a Torre Pellice nel gennaio 1964, ed inviato a tutti i Padri conciliari), pp. 3; 7.
(40) Cfr. la nota 8.
(41) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 4.
(42) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 12.
(43) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 12.
(44) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 30.
(45) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 12.
(46) A.A.S. 1962, pp. 791-792. La traduzione dal latino è nostra, ed è aderentissima all’originale, l’unico che faccia fede. Si rilevi la notevole differenza tra la nostra traduzione e quella data a suo tempo da L’Osservatore Romano, e poi recepita in tutte le collezioni italiane dei documenti del Vaticano II (p. e. Il Concilio Vaticano II. Testo latino italiano, ed. Dehoniane, 1a ed. Bologna 1966, pp. 995-996; Sacro Concilio Ecumenico Vaticano II. Costituzioni Decreti Dichiarazioni, a cura di Salvatore Garofalo, ed. Ancora, Milano 1966, 1a ed. pp. 1231-1232). Non è, purtroppo, l’unico caso in cui la traduzione italiana apparsa su L’Osservatore Romano si differenzia notevolmente dal testo latino originale.
Nel caso di cui stiamo occupandoci, è stata inspiegabilmente omessa la traduzione di un inciso fondamentale, e cioè delle parole “eodem tamen sensu eademque sententia”. Sono parole che riaffermano il dovere di mantenere intatto il senso della dottrina, anche quando se ne modifichi la formulazione. Parole che più di altre riflettono il genuino carattere spirituale ed intellettuale di Giovanni XXIII; parole che riallacciano il suo pensiero a quello di S. Vincenzo Lirinense (a. 434 d. C.), dal quale appunto sono state mutuate! (cfr. nota 5).
(47) CONC. VATICANO II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 11.
(48) CONC. VATICANO II, Decr. Christus Dominus, n. 13.
(49) CONC. VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 4.
(50) CONC. VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 44.
(51) CONC. VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 58.
(52) CONC. VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 62.
(53) Cfr. L’Osservatore Romano, 4 gennaio 1969, p. 1.
(54) Citato in Z. ALSZEGHY-M. FLICK Lo sviluppo del dogma cattolico, Queriniana, Brescia, 1967, p. 13.
(55) Professione di Fede tridentina (DENZINGER-SCHÖNM. 1863).
(56) CONC. TRIDENTINO, Sess. IV (DENZINGER-SCHÖNM. 1501).
(57) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 37.
(58) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 8.
(59) CONC. VATICANO II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 6.
(60) S. AGOSTINO: “obstinationern suam vetustate defendunt” (P. L. 33, 1003).
(61) S. TOMMASO D’AQUINO, Summa Theol. I-II, q. 97, aa. 1-2.
(62) L’Osservatore Romano, 28 aprile 1968, p. 3.
(63) Non ci si può, richiamare al Rituale dei Sacramenti e dei Sacramentali, edito nel 1966 a cura della Commissione Liturgica della Conferenza Episcopale Italiana (Rituale che abbonda, purtroppo, di difetti talora rilevanti nella traduzione delle rubriche), perché quel Rituale non fa legge, non essendo stato approvato, anzi neppure esaminato in prima bozza, dall’intera Conferenza Episcopale Italiana. Il predetto Rituale, che vorrebbe essere la traduzione del Rituale Romanum vigente, si permette sopprimere nella versione i due commi che espressamente parlano della S. Comunione in ginocchio! Questo è un abuso intollerabile.
(64) A. H. MALTHA, Die neuwe Theologie. Informatie en orientatie, Desclée de Brouwer, 1960; traduzione italiana: La nuova teologia. Panorama e orientamenti, ed. Paoline 1964.
(65) Dagli atti appariranno tutti gli emendamenti proposti, e da chi proposti; appariranno le motivazioni dell’accettazione o del rigetto degli emendamenti; appariranno anche quelli che non furono fatti conoscere ai Padri, o di cui non furono fatte conoscere le motivazioni addotte. Apparirà se sempre, e con la dovuta ponderazione teologica, siano stati esaminati gli emendamenti proposti allo scopo di ottenere maggiore chiarezza ed univocità di linguaggio, onde prevenire possibili (ed ormai reali!) equivoci ed abusi. Risulterà infine come per far entrare in un testo un emendamento gradito, poniamo, ad un dato orientamento, bastasse che ve lo introducessero due o tre periti addetti ai lavori, ma poi per espungernelo occorressero dai 700 agli 800 voti contrari dei Padri conciliari!
(66) L’Osservatore Romano, 25 agosto 1967, p. 1.
(67) Da Documentation catholique, 7-7-1968, col. 1222.
(68) Di uno di codesti nomi la stampa progressista ha scritto il seguente... modesto elogio “È uno degli spiriti più eminenti e più solidi della Chiesa d’Europa, uno di quelli che sono i più adatti a tentare di realizzare lo sforzo di creazione teologica che è la conseguenza logica, legittima, ineluttabile dei testi votati dal Concilio Vaticano II”!
(69) L’osservazione è del Card. HEENAN di Westmister, in L’osservatore Romano, 28 aprile 1969, p. 3.
(70) A.A.S. 1962, p. 792.
(71) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 32.
(72) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 40.
(73) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 11.
(74) Cfr. DENZINGER-SCHÖNM., 2006.
(75) Cfr. CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 22; Nota esplicativa previa, n. 3.
(76) È sul concetto di Corpo mistico che l’argomento poggia, piuttosto che sul concetto di Popolo.
(77) GIOVANNI XXIII, radiomessaggio 11 settembre 1962: “Altro punto luminoso. In faccia ai paesi sottosviluppati la Chiesa si presenta quale è, e vuol essere, come la Chiesa di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri. Ogni violazione del quinto e sesto precetto del Decalogo santo: il passar sopra agli impegni che conseguono dal settimo precetto: le miserie della vita sociale che gridano vendetta al cospetto di Dio: tutto deve essere chiaramente richiamato e deplorato...” (A.A.S. 1962, p. 682). La sottolineatura è nostra.
(78) Sono i testi di Lc. 4, 18 e Mt. 5, 3; 11, 5 che si richiamano ad Is. 61, 1.
(79) DENZINGER-SCHÖNM., 3894.
(80) CONC. VATICANO II, Decr. Optatam totius, n. 15.
(81) CONC. VATICANO II, Decr. Optatam totius, n. 16.
(82) CONC. VATICANO II, Dichiar. Gravissimum educationis, n. 10.
(83) C. FABRO, L’uomo e il rischio di Dio, Ed. Studium, 1967, p. 383.
(84) L’une pense notions et normes, elle met tout son soin à leur donner une netteté irréfragable, et si possible univoque... L’autre Ecole pense Histoire-du-Salut et Annonce aux hommes de la “Bonne Nouvelle”, c’est-à-dire de l’Evangile” ... “Les uns dominés par les normes, et les autres par la vie” (R. LAURENTIN, L’enjeu du Concil, I, Bilan de la première Session, Paris 1963, pp. 29, 34).
(85) Fin dal tempo dei lavori conciliari potei notare in parecchi colleghi una spiccata allergia alle definizioni “essenziali” o “quidditative”, ritenute statiche, e specialmente a quelle espresse in forma negativa. Si sa dalla logica che tali definizioni fissano dei limiti invalicabili, e quindi bloccano ogni velleità di indebite estensioni o “aperture”. Secondo quei tali, la Chiesa dovrebbe limitarsi ad esporre positivamente la sua dottrina, senza fare menzione delle opposte. Ma come è possibile insegnare con autorità una dottrina senza che, automaticamente, vengano proscritte le opposte? Già il Conc. Tridentino diceva che alla esposizione positiva della dottrina cattolica è bene aggiungere i canoni “affinché tutti sappiano non solo ciò che si deve tenere e seguire, ma anche ciò che si deve evitare e fuggire” (DS 1550); e “poiché non è sufficiente enunziare la verità senza che del pari siano smascherati e confutati gli errori, è parso bene aggiungere anche i canoni, affinché tutti, dopo aver conosciuta la dottrina cattolica, comprendano anche quali siano le eresie da cui guardarsi” (DS 1650). In senso analogo anche il Conc. Vaticano I (DS 3000, 3052).
(86) Enc. Humani generis (DS 3892).
(87) A.A.S. 1962, p. 526.
(88) Nova et vetera, ott.-dic. 1964.
(89) Cfr. A. CATTABIANI in L’Osservatore Romano, 28 marzo 1968, p. 3
(90) PAOLO VI, Discorso a Fatima il 13-5-1967 (A.A.S. 1967, p. 595).
(91) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 24.
(92) PAOLO VI, A.A.S. 1966, p. 891.
(93) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 8.
(94) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 10.
(95) CONC. VATICANO II, Decr. Optatam totius, n. 16.
(96) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 23.
(97) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 12.
(98) PAOLO VI, A.A.S. 1966, p. 893.
(99) Cfr. La civiltà cattolica, quad. 2846, 18 gennaio 1969, pp. 172-174.
(100) In una redazione anteriore dello Schema conciliare si leggeva “christiana libertas”(Cfr. Constitutio pastoralis de Ecclesia in mundo huius temporis [sub secreto], Typ. Polygl. Vat. 28 maii MCMLXV, p. 58). Poi fu cambiata in “iusta libertas”, con questa spiegazione: “ut recta significatio istius libertatis melius appareat, iuxta votum alicuius Patris Commissionis”. (Cfr. Schema constitutionis pastoralis de Ecclesia in mundo huius temporis. Textus recognitus et relationes, Pars II, [sub secreto], Typ. Polygl. Vat. MCMLXV, p. 37).
(101) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 25.
(102) Tra le stranezze della lettera si trova anche questa: “La Congregazione per la dottrina della fede collabori strettamente con la Commissione teologica internazionale”. Si invertono letteralmente le parti!
(103) PAOLO VI, A.A.S. 1966, p. 895.
(104) Una bella osservazione di Mons. SCHÄUFELE, arcivescovo di Friburgo in Germania: “Coloro precisamente che proibiscono alla Chiesa di dire NO s’arrogano essi stessi il diritto di dire NO al Magistero ecclesiastico, a tutti i dogmi, a tutta la tradizione e, naturalmente, a tutta la teologia che non sia moderna. Ogni SÌ include in sé il NO a ciò che contraddice la sua verità. Solo a mezzo del NO l’affermazione si distingue chiaramente e senza equivoco. Solo il NO obbliga l’uomo a prendere partito. Un SÌ senza un NO corrispondente autorizza ciò che dev’essere respinto. Indebolisce il SÌ e lo rende inefficace. Vela la verità, imbroglia il pensiero e turba la fede. Colui che nega alla Chiesa il diritto di dire NO apre la porta a tutte le eresie”.
(105) PAOLO VI, A.A.S. 1966, p. 880.
(106) PAOLO VI, A.A.S. 1966, p. 890.
(107) Cfr. DENZINGER-SCHÖNM., n. 3004.
(108) Cfr. CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 12.
(109) PAOLO VI, A.A.S. 1966, pp. 893-894.
(110) PAOLO VI, A.A.S. 1966, p. 878.
(111) L’assioma si deve a S. Prospero d’Aquitania (ca. 435-442), benché erroneamente attribuito al papa Celestino I (P. L. 50, 535; DENZINGER-SCHÖNM., 246).
(112) PIO XII, Bolla Munificentissimus Deus (A.A.S. 1950, p. 760), ha dato la interpretazione autentica dell’assioma di S. Prospero d’Aquitania.
(113) Osservazioni molto pertinenti in proposito ha fatto il notissimo storico del Concilio Tridentino H. JEDIN in L’Osservatore Romano, 15 gennaio 1969, p. 3.
(114) CONC. VATICANO II, Cost. lit. Sacrosanctum Concilium, n. 22.
(115) Cfr. CONC. VATICANO II, Cost. lit. Sacrosanctum Concilium, n. 40.
(116) PAOLO VI, disc. al Consiliurn ad exsequendam Const. lit. 14 ottobre 1968 (A.A.S. 1968, p. 735).
(117) CONC. VATICANO II, Cost. lit. Sacrosanctum Concilium, n. 23.
(118) PAOLO VI, discorso al Consilium ad exsequendam Const. lit. 13 ottobre 1966 (A.A.S. 1966, p. 1146).
(119) R. SPIAZZI O. P., S. Tommaso dopo il Concilio, ed. Città Nuova, 1966, p. 211.
(120) Atti della XVI Settimana Biblica Italiana, Roma 1961, pp. 97, 103.
(121) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 10.
(122) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 10.
(123) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 10.
(124) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 12.
(125) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 12.
(126) PAOLO VI, A.A.S. 1967, p. 198.
(127) DENZINGER-SHONM., 3919.
(128) CONC. VATICANO II, Decr. Inter mirifica, n .6.
(129) CONC. VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, nn. 50, 51.
(130) PIO XII, Enc. Mystici corporis, trad. it. Opera Regalità 1959, p. 51.
(131) CONC. TRIDENTINO, sess. XIII, de reform. proem.: cfr. Conciliorum Oecumenicorum decreta, Herder 1962, p. 674 sg.
(132) Così, per esempio, il Concilio Lugdunense II (Denz.-Schönm. 850), il Concilio Tridentino (Denz.-Schönm. 1868), il Concilio Vaticano I (Denz.-Schönm. 3001, 3060). Peccato che il Vaticano II abbia ricordato tale identificazione soltanto in nota (cfr. Cost. dogm. Lumen gentium, n. 8, nota 13), mentre ragioni di opportunità contingente, a mio sommesso avviso, avrebbero potuto consigliare di porla nel testo.
(133) PIO XII, A.A.S. 1952, p. 824.
(134) CONC. TRIDENTINO, sess. XXIV, can. 10 (DENZINGER-SCHÖNM. 1810).
(135) Cfr. Card. PERICLE FELICI, Il Vaticano II e il celibato sacerdotale, Tip. Poligl. Vaticana 1969.
(136) CONC. VATICANO II, Decr. Presbyterorum ordinis, n. 16.
(137) TERTULLIANO, De praescript., 23: “utique conversationis fuit vitium, non praedicationis” (P. L. 2, 42).
(138) GIOVENALE, Satyr. VIII, 5, 84.
(139) Cfr. S. AGOSTINO: “Qui praeter viam currit, inaniter currit, immo ad laborem currit. Tanto plus errat quanto praeter viam currit” (P. L. 35, 2054).
(140) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 8.
(141) Cfr. CONC. VATICANO II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 6.
(142) Cfr. CONC. VATICANO II, Decr. Optatam totius, proemio.
(143) Cfr. CONC. VATICANO II, Decr. Perfectae caritatis, n. 2.
(144) A causa della difficoltà del testo di S. IRENEO, pervenutoci soltanto in traduzione latina, e non del tutto limpida, occorre riferire il brano in latino: “Sed quoniam valde longum est in hoc tali volumine omnium ecclesiarum enumerare successiones, maximae et antiquissimae et omnibus cognitae, a gloriosissimis duobus apostolis Petro et Paulo Romae fundatae et constitutae ecclesiae, eam quam habet ab apostolis traditionem et annuntiatam hominibus fidem, per successiones episcoporum pervenientem usque ad nos indicantes, confundimus omnes eos qui, quoquo modo, vel per sibi placentia vel vanam gloriam, vel per cecitatem et malam sententiam, praeterquam oportet colligunt. Ad hanc enim ecclesiam, propter po(ten)tiorem principalitatem, necesse est omnem convenire ecclesiam, hoc est, eos qui sunt undique fideles, in qua semper ab his, qui sunt undique (vel: qui praesunt ecclesiis) conservata est ea quae est ab apostolis traditio” (Adv Haer. III, 3, 2: P. G. 7, 848).
(145) CONC. VATICANO I, Const. dogm. I de Ecclesia, cap. III. (DENZINGER-SCHÖNM., 3061).
(146) Cfr. L’Osservatore Romano, 8 novembre 1968.
(147) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 18.
(148) Testimone non sospetto di tali indegne manovre è il P. E. SCHILLEBEECKS O. P., in De Bazuin 48 (1965), n. 16, 23 gennaio 1965.
(149) CONC. VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, Nota esplicativa previa, nn. 3-4.
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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