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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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MA CHI SONO I FALSI MAESTRI, COME RICONOSCERLI? (qui alcuni esempi) (3)

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2020 13:43
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27/05/2013 14:37
 
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L’OLIO DI VASELINA DELL’OSSERVATORE ROMANO, L’UNTUOSITÀ DELL’AVVENIRE, LO SCIVOLOSO COMMIATO DI RADIO VATICANA DEDICATO AD ANDREA GALLO

La demagogia clericale sale sul pulpito

La vera vergogna è stato tutto ciò che di ovattato, di untuoso e di cosparso d’olio di vaselina hanno scritto l’Osservatore Romano diretto da Giovanni Maria Vian [vedere qui] e l’Avvenire diretto da Marco Tarquinio, che sul giornale dei Vescovi d’Italia lascia pontificare quel piccolo eresiarca di Enzo Bianchi [vedere qui], impendendo al tempo stesso a un nostro stimatissimo confratello, l’eminente teologo e filosofo metafisico Antonio Livi [vedere qui], di contraddirlo pacatamente e d’indicare l’ovvio: quella di Enzo Bianchi non è teologia cattolica, anzi può essere ed è — aggiungo io — autentico veleno, specie per le giovani menti. In particolare per coloro che si stanno formando al sacerdozio e che solo certi nostri vescovi ormai fuori dalla grazia di Dio possono mandare a fare i ritiri spirituali nella comunità cattoprotestante di Bose prima di impartire loro i sacri ordini. Per non parlare poi dello scivoloso commiato di Radio Vaticana [vedere qui e qui]. Siamo davvero al capovolgimento …

… questa somma di vergogne si edificano su una tragica realtà: viviamo in una Chiesa ridotta ormai alla totale inversione, dove il bene diventa male e il male bene, l’eterodossia ortodossia e l’ortodossia eterodossia da condannare e da perseguitare. Per questo assieme alla mia lettera del 18 aprile rimasta senza risposta, inviai in omaggio ad Angelo Bagnasco anche una copia del mio penultimo libro E Satana si fece Trino [vedere qui], dove illustro e analizzo questo processo di inversione ecclesiale. Sono certo e fiducioso che quando Sua Eminenza avrà imparato a leggere, quel libro forse lo leggerà. Quando avrà imparato a scrivere, mi risponderà come si conviene a un gentiluomo detto anche “Principe della Chiesa”. Infatti, lo spirito principesco, io non lo misuro sulla base dei titoli o di certe dignità onorifiche, per le quali sempre più preti e vescovi in carriera si venderebbero l’anima al diavolo. Lo misuro in base alla buona educazione e al devoto servizio reso alla Chiesa, in nome del quale spesso bisogna avere la forza di esibire i virili attributi per andare contro corrente e per prendersi la dolorosa responsabilità di non piacere alle masse. Per propria natura le masse sono quasi sempre brutte e irragionevoli, non piacque ad esse neppure il Signore Gesù. Tanto che alla domanda rivolta da Ponzio Pilato alla folla su chi dei due liberare, si levò deciso un terribile grido: «Libera Barabba!».

QUANDO UNA CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DA UN VESCOVO RISCHIA DI DIVENIRE UN AUTENTICO LUPANARE SACRILEGO NEL QUALE CRISTO È RIDOTTO A MENO DI UN PRETESTO PER DARE SFOGO ALL’EGO IDEOLOGICO DEGLI ERETICI IN PRIMA LINEA

La pornocrazia sale sul pulpito

Come sacerdote che vive la liturgia come un sacro mistero che appartiene alla Chiesa e non certo a me che ne sono solo servo devoto, non padrone o primo attore, ho vissuto come un vero colpo basso quella processione filmata di preti “trasgressivi … fuori dal coro … disobbedienti … progressivi … arcobalenisti … filocomunisti …” capitanati da quell’altro notorio squallore sociologico-demagogico di Luigi Ciotti [vedere qui], il cui commiato durante la sacra celebrazione è stato — come suo uso — una gazzarra di sociologia politica [vedere qui] priva di teologia, priva di dottrina, intrisa di buoni pensieri sociali ai quali Cristo e il Vangelo fanno da sempre secondario contorto come cornice di tutt’altro quadro, nelle parole di quest’altro arruffapopoli. Che tristezza quelle sciarpette variopinte multicolore dei preti pacifondisti pronti sempre a fare a pezzi i loro confratelli legati alla sana ortodossia cattolica, indossate sopra ai camici al posto di sobrie e consone stole viola, come prevede il rito e la liturgia delle esequie funebri. Che squallore, quell’altra indecente vergogna del sacerdozio di Vitaliano Della Sala, prete filo-omosessualista formato no global [vedere qui e qui] , che ha dichiarato: «Quella di Don Gallo è la vera Chiesa» [vedere qui]. Quanta ignoranza cristologica e teologica, quanta pubblica eresia tollerata dal nostro debole e pavido episcopato italiano! Poveri preti fallimentari fabbricanti di fallimenti e di falliti ecclesiali, grotteschi residuati sessantottini da discarica appartenenti alla “religione” di un non meglio precisato “sociale”, alla “religione” dell’ideologia che nel primo come nel secondo caso finisce spesso per essere una religione senza Cristo Dio, che si serve all’occorrenza di Cristo ma, beninteso: come uomo sociale, come “grande rivoluzionario liberatore”, non come il Verbo Incarnato proclamato e annunciato nel prologo giovanneo [Cf. Gv. 1,1].

DINANZI AI PUBBLICI PECCATORI IO NON CALO LE BRACHE COME IL CARDINALE  BAGNASCO PER TIMORE DEL GIUDIZIO DEI MEDIA E DELLE REAZIONI DEGLI INTEGRALISTI LAICI, LI AMO CON CRISTOLOGICO CUORE SACERDOTALE E CERCO DI LAVORARE PER LA SALVEZZA DELLE LORO ANIME

E un po’ di tette&culi, la Parietti. E una bella fumata di sigaro al posto dell’incenso

Se a calarsi le brache e a presiedere questo teatro funerario porcino è stato il presidente dei Vescovi d’Italia, figurarsi gli altri nostri vescovi! Figurarsi a quale sbando totale siamo esposti noi poveri preti che dalle loro autorità sempre più prive di autorevolezza dipendiamo …

Non aveva l’Arcivescovo Metropolita di Genova un vicario generale, un vicario episcopale o un presidente del capitolo metropolitano al quale far celebrare quel funerale al posto del presidente dei Vescovi d’Italia, semmai nella chiesa di appartenenza anziché nella chiesa cattedrale?

Io vivo nel mondo del reale, al contrario del Cardinale Angelo Bagnasco che vive nel proprio palazzo feudale circondato da devoti e compiacenti segretari e collaboratori ai quali non passerebbe mai per la mente di dire in coscienza al proprio potente prelato: “Ritengo che questo sia sbagliato, ma detto ciò decida come meglio crede perché è Lei l’autorità episcopale e, a meno che non mi comandi cose contrarie alla dottrina e alla morale della Chiesa, io che non la penso come lei, proprio per questo sarò il primo a ubbidirle”.

Diversamente dal Cardinale Angelo Bagnasco io non mi sposto con la scorta perché qualche burlone ha scritto nottetempo sui muri “Morte al Padre Ariel”. Io ho accolto e accolgo tutti, ma lo faccio in modo pastorale, paterno, evangelico e soprattutto cattolico, sempre e di rigore nel silenzio e nel nascondimento. Nel mio confessionale sono giunte decine di omosessuali afflitti e, come di recente ho dichiarato in una intervista a una rivista cattolica [vedere qui] nessuno di loro ne è mai uscito senza assoluzione. Quando celebravo il Sacrificio Eucaristico in una basilica romana, ogni domenica sera, in fondo a quel maestoso tempio, quasi nascosti un gruppo di transessuali sudamericani partecipava sempre alla liturgia eucaristica. Non osavano presentarsi a ricevere il Santissimo Corpo di Cristo poiché consapevoli della vita che vivevano e che avrebbero seguitato a vivere, ma partecipavano con sincera devozione. Poi, dopo la celebrazione, venivano da me a chiedermi la benedizione. Io tracciavo sempre sulla loro fronte un segno di croce col pollice destro e poi li abbracciavo e li baciavo a uno a uno.

Vorrei far notare all’Arcivescovo Metropolita di Genova la sostanziale differenza che corre tra queste anime sofferenti e combattute, che spesso mantengono col loro lavoro di prostituzione intere famiglie nei propri paesi di origine, coscienti che quel loro vivere non è bene ed è molto sbagliato; e l’arrogante trans Vladimiro Guadagno, detto Luxuria, ex politico, ideologo rasente l’integralismo, fiero e orgoglioso e, soprattutto, per nulla contristato dal proprio stile di vita …

VLADIMIRO GUADAGNO DETTO LUXURIA RICEVE LA COMUNIONE DAL PRESIDENTE DEI VESCOVI ITALIANI E CI DONA APPRESSO UN PREDICOZZO SULL’ACCOGLIENZA DAL PRESBITERIO DELLA CATTEDRALE DI GENOVA. NOI SACERDOTI, IN OBBEDIENZA ALLE DISPOSIZIONI DELLA CHIESA ALLE QUALI NON POSSIAMO E MAI DOBBIAMO VENIRE MENO, SI DEVE INVECE NEGARLA AI DIVORZIATI RISPOSATI

L’abominio della desolazione al posto del Cristo detronizzato durante la pesca amorosa nella porno-liturgia ancheggiata da Bagnasco

… è stata cosa imprudente e pure vergognosa l’Eucaristia amministrata dal Presidente dei Vescovi d’Italia al transessuale Luxuria durante la Messa funebre di Andrea Gallo [vedere qui e qui]. Semmai ciò non fosse stato sufficiente, l’Arcivescovo Metropolita di Genova ha concesso a questa creatura di prendere la parola all’interno della sua chiesa cattedrale dall’ambone da dove si amministra la Mensa della Parola di Dio, per fare a tutti noi questo predicozzo: «Grazie per averci aperto le porte della tua Chiesa e del tuo cuore. Grazie per averci dimostrato che in una Chiesa comprensiva, inclusiva, che non caccia via nessuno è possibile. Grazie per averci fatto sentire noi tutte creature transgender figlie di Dio amate da Dio. Noi ci auguriamo che tanti seguano il tuo esempio e ci auguriamo anche che qualcuno ti chieda scusa, Don Gallo» [vedere qui].

Due parole sulla accoglienza, posto che queste persone, notoriamente strapiene di un ego narcisista, disordinato e orgoglioso, aggressive oltre ogni umano limite verso chiunque osi non pensarla come loro, pare non abbiano chiaro che essa procede da Cristo e che la vera Chiesa è quella di Cristo, non certo quella “di base … di piazza … alternativa … disobbediente … arcobalenista” di Andrea Gallo. Il problema è che a questi ideologi del transgender non interessa che la Chiesa apra le porte. Loro vogliono che la Chiesa apra le gambe, possibilmente dalla parte posteriore, per poterla infiltrare da dentro e distruggerla con seme venefico. Ovviamente in nome di una strana carità evangelica e di una non meglio precisata accoglienza e misericordia.

È consapevole Luxuria cosa voglia dire e che cosa comporti in senso ecclesiologico ed escatologico aprire le porte a Cristo per essere accolti da Cristo e dalla Chiesa suo corpo mistico? Comporta anzitutto accogliere Cristo e tutte le regole di vita contenute nel suo messaggio di salvezza, non certo pretendere di sovvertire le regole di Dio per andare incontro ai capricci della cultura gender e ai gravi disordini umani e morali di certi soggetti, che non reclamano affatto accoglienza, perché nei concreti fatti vogliono solo sfondare le porte per prendere possesso della casa cristiana alle loro condizioni, in massimo spregio a quelle che sono le regole dettate dalla divina rivelazione.

È consapevole Luxuria che la Chiesa deve sì accogliere, ma al tempo stesso deve evitare che lupi rapaci facciano irruzione nell’ovile dove il buon pastore dovrebbe custodire e proteggere le pecore che il Signore ha lui affidato? O forse dobbiamo farci distruggere l’ovile e divorare le pecore perché i lupi travestiti da agnelli ci vengono a parlare di accoglienza, invitandoci a prendere esempio dai Gallo, dai Ciotti e dai Dalla Sala che la Chiesa l’hanno così male servita, con tanto di perentorio invito a chiedere scusa fatto da sotto ai nostri altari a chi la Chiesa intende invece proteggerla, il tutto proferito da un alto esponente di coloro che rivendicano il “sacrosanto” diritto a trasformare la Sposa di Cristo in una prostituta, affinché possa corrispondere alla loro desolante immagine e somiglianza da casa di tolleranza transgender?

È consapevole l’Arcivescovo Metropolita di Genova che quel Santissimo Corpo di Cristo da lui amministrato a Vladimiro Guadagno detto Luxuria, noi preti, in devota obbedienza a quanto la Chiesa ci comanda [vedere qui, qui, qui], dobbiamo negarlo a coppie di divorziati risposati?

L’abominio della desolazione: le chiese ridotte a discarica abusiva del monnezzaio ideologico del mondo.

Forse, a questo punto, al Cardinale Angelo Bagnasco non resta che andare a celebrare un solenne pontificale direttamente al Gay Village con Luxuria che fa da madrina alla manifestazione con tutte le accoglienti transgender travestite da agnellini rosa. Per molte volte Luxuria è stata infatti madrina delle parate del Gay Pride [vedere qui] alle quali ha partecipato col politico e determinato spirito ideologico di chi esige che la Chiesa accolga e apra quelle porte che poc’anzi — senza irriverenza ma con molto allarme — ho chiamato gambe. E semmai, tutti gli integralisti gay che di prassi mettono in scena pantomime satirico-dissacranti marciando travestiti da suorine vogliose in calze a rete o da vescovi con mitrie color fucsia [vedere qui e qui], l’eminentissimo cardinale potrebbe portarseli dietro come chierichetti. Siamo o non siamo una Chiesa accogliente, includente, caritatevole, misericordiosa? Però, con debita e caritatevole misericordia, anziché nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, tra una accoglienza e l’altra si dia uno sguardo a certe ripetute immagini dissacranti del gay pride, per avere idea del tasso di rispetto verso l’altrui fede e l’altrui patrimonio di sacralità che alberga in coloro che pretendono di farti sbattere in galera per omofobia, se solo osi semplicemente non condividere il loro stile di vita, improntato sull’evidente disordine umano e morale [VEDI ALLEGATO 2 A FINE ARTICOLO].

LA PUBBLICA PECCATRICE FU PERDONATA DAL REDENTORE PERCHÈ ERA PENTITA E PERCHÉ CAMBIÒ VITA. NON DIVENNE CERTO PALADINA E IDEOLOGA PRE-CRISTIANA  DELL’ASSOCIAZIONE DELLE LIBERE PROSTITUTE PER LA LIBERALIZZAZIONE E LA LEGALIZZAZIONE DEL MERETRICIO, IN NOME DEL CRISTO RISORTO, ACCOGLIENTE E MISERICORDIOSO.     

L’abominio della desolazione

Tutti quanti sappiamo bene che genere di mestiere svolgeva la pubblica peccatrice pentita e perdonata [Lc, 7, 36-50] che bagnò con le proprie lacrime i piedi del Signore, asciugandoli coi propri capelli e cospargendoli col prezioso olio profumato contenuto nel suo vaso di alabastro. Ma sappiamo anche che dopo quell’incontro e quel pianto sui piedi del Redentore, cambiò mestiere e vita. Non divenne certo paladina e ideologa pre-cristiana dell’associazione delle libere prostitute per la liberalizzazione e la legalizzazione del meretricio nel nome del Cristo risorto accogliente, caritatevole e misericordioso.

Devo proprio invitare io, il Presidente dei Vescovi d’Italia, a leggere bene e con attenzione quel Vangelo di cui egli è supremo maestro in sua qualità di sommo sacerdote?

POSSA IL SIGNORE PERDONARE IL CARDINALE ANGELO BAGNASCO PER L’UMILIAZIONE INFERTA ALLA CHIESA D’ITALIA E SPERIAMO CHE QUANDO ACCADUTO CON ANDREA GALLO, NON SI RIPETA TRA ALTRI ANNI CON UN’ALTRA VERGOGNA DEL SACERDOZIO: PAOLO FARINELLA, ANCH’ESSO PRESBITERO GENOVESE

Assicuro le mie sincere preghiere al Cardinale Angelo Bagnasco, perché temo che assieme all’anima di Andrea Gallo oggi si debba cominciare a pensare di salvare anche quella del suo vescovo, nonché presidente dei Vescovi d’Italia, che tutt’oggi, nel proprio presbiterio, può vantare un’altro celebre, impunito e ahimè intoccabile ideologo: Paolo Farinella [vedere qui]. A tempo e luogo, dobbiamo forse attenderci un altro tripudio di plebaglia da osteria e da pornografico bordello transgender, con rumoroso seguito di giovani spinellari da centro sociale che egemonizzano col pugno chiuso alzato anche la scena dei funerali di quest’altra vergogna del sacerdozio, con la turba ebbra di cieca ideologia che dentro la Casa di Dio rinnova ancora il disumano grido sacrilego: «Barabba … Barabba!», ovviamente in nome di una non meglio precisata accoglienza, carità e misericordia?

Possa Dio perdonare Angelo Bagnasco per il male che ha recato in questo delicato frangente alla Chiesa d’Italia e per l’umiliazione inferta ai devoti sacerdoti di Cristo e alle membra vive sempre più sofferenti del Popolo di Dio.

Ariel Stefano Levi di Gualdo

presbitero

* Titoli e didascalie del testo sono a cura della redazione

*ALLEGATI

Allegato 1 – Lettera Bagnasco – Piacenza 

Allegato 2 – pantomima dissacrante 

 





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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