A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

MA CHI SONO I FALSI MAESTRI, COME RICONOSCERLI? (qui alcuni esempi) (3)

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2020 13:43
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
12/09/2015 20:55
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

<header class="entry-header">

Enzo Bianchi: la Madonna “ruota del carro”. Il commento di Mons. Antonio Livi



</header>

BIANCHIQuando, pur nella grave situazione di notevole confusione nel mondo cattolico, riusciamo a scherzarci sopra io e mia sorella rievochiamo quel vecchio film –“L’invasione degli ultracorpi”- nel quale spaventosamente uno dopo l’altro i protagonisti vengono “contagiati” e, appunto, diventano degli “ultracorpi”. Così pare stia accadendo negli ambiti ecclesiali dove, con prassi e modalità diverse, molti ecclesiastici si distanziano pericolosamente dal Magistero.


Non è il caso di fare una black list (sarebbe troppo complesso) ma in questa sede vorremmo citare gli ultimi due casi, in ordine di tempo, di gravi deviazioni dalla retta Dottrina. Anzitutto il Vescovo di Vienna, Cardinale Christoph Schönborn, che in una lunga intervista concessa al Gesuita siciliano Antonio Spadaro (LEGGI IL TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DEL CARDINALE) contribuisce alla demolizione del Magistero cattolico: “E’ un altro tassello nel mosaico della rivoluzione sessuale avviata dal clero modernista” è l’amaro ma lucido commento di Monsignor Antonio Livi, teologo e filosofo di spessore ( LEGGI DI PIU)


LIVI

Teologo e filosofo di notevole spessore Monsignor Antonio Livi ha fondato la Associazione “Fides et Ratio”. E’ scrittore ed editore: autore e curatore di innumerevoli pubblicazioni. Si menziona il suo “Dogma e pastorale” (Ed. Leonardo da Vinci)



Che con notevole comprensione del fenomeno in atto aggiunge: “Alla fine – secondo le intenzioni di chi promuove questa rivoluzione – il magistero della Chiesa dovrebbe sancire ufficialmente (dogmaticamente) la distruzione totale della legge morale naturale e della legge divina positiva (non di alcuni sviluppi tradizionali ma proprio della dottrina del Vangelo, dei comandamenti espliciti di Gesù stesso).”


E’ un quadro spaventoso ma vero o comunque assolutamente verosimile. Non è solo Mons. Livi, grazie a Dio, ad avvedersi di tale spaventoso sbandamento che il Papa Giovanni Paolo II definì “apostasia silenziosa” nella Esortazione Apostolica “Ecclesia in Europa”. Era il 2003 e da allora le cose non sono migliorate, anzi. Ma per Grazia di Dio, in quegli anni,  i vertici massimi della Chiesa hanno garantito di essere autenticamente una roccia ove milioni e milioni di fedeli hanno potuto saldamente afferrarsi con la certezza di essere nella Verità di Cristo.


permanere


Ecco, questo il punto: permanere nella Verità di Cristo. Ma torniamo a Schönborn che, come detto, ha praticamente toccato tutti i punti della morale sessuale coniugale con “aperture” spaventose ma purtroppo vere. E che fanno eco a molti altri ecclesiastici che hanno oramai nettamente deviato dal Vangelo. Monsignor Antonio Livi ha parlato della intenzione oramai in atto di “distruzione totale della legge morale naturale e della legge divina positiva” ma subito aggiunge che  “ciò non può avvenire, logicamente, e forse si arriverà soltanto a enunciazioni ambigue e confusionarie, utili a lasciar parlare impunemente i cattivi maestri e i falsi profeti che ora dominano la scena pubblica.”


 



Il Cardinale Schonborn durante una Celebrazione Eucaristica



Sistemato Schönborn, che pure qualche lustro fa era visto come una “roccia” della sana teologia e della retta dottrina, passiamo brevemente alle ultime pazzesche sortite di un laico piemontese, tale Enzo Bianchi, eccole testuali: “Nella chiesa c’è buona volontà ma poi della donna si hanno immagini irreali: il modello di Maria, vergine e madre, che non può essere il riferimento per una promozione della donna nella chiesa; l’idea, insinuata per moda, che la Madonna sia più importante di San Pietro, idea insipiente come dire che la ruota in un carro è più importante del volano…”.


Da piccolo son stato educato che le parolacce non si ripetono neppure e, col tempo, ho imparato che non si fa pubblicità al male neppure per denunciarlo (cercando di attuare l’ammonimento paolino “di queste cose neppure si parli”) ma quando una persona che gode, incredibilmente, della stima incondizionata di molti ecclesiastici e persino di Bergoglio stesso arriva a definire la Madre di Dio “una ruota del carro” davvero non si può tacere.


INTESA

SGUARDO D’INTESA – Il signor Enzo Bianchi e Papa Bergoglio



Ecco come, con calma, monsignor Livi arriva in soccorso dell’Immacolata e commenta le incredibili esternazioni di Enzo Bianchi:  “sono anni che io denuncio inutilmente le assurdità teologiche di Enzo Bianchi (che materialmente sono eresie, ma formalmente non hanno la dignità di un discorso eretico, perché sono solo strumenti dialettici di una politica ecclesiastica a favore della lobby modernista). Lui, imperterrito, continua a pontificare, forte dell’appoggio dei caporioni di quella lobby e della cultura massonica ad essa associata (come “la Stampa”, la “Repubblica” eccetera). A noi non resta che pregare e consigliare a tutti di non ascoltare, o per lo meno di non prendere per magistero quello che Magistero non è.”


Ecco, preghiamo Lei, la Vergine Santa, debellatrice di tutte le eresie; ci doni il suo perdono per le autentiche bestemmie rivolteLe  E’ certo il trionfo del Suo Cuore Immacolato.


cosimo de matteis


IMG_0444







Enzo Bianchi, l'«umanista ateo» getta la maschera
di mons. Antonio Livi

14-09-2015
Enzo Bianchi

 

L’intervista apparsa su la Repubblica il 9 settembre scorso sarebbe ripetitiva e insignificante se non fosse anche il riassunto del vasto progetto politico-religioso di Enzo Bianchi ("La Chiesa del futuro", a cura di Silvia Ronchey, il cui testo è stato tolto dal sito del Monastero di Bose e di Repubblica, ndr). Il “piccolo riformatore” piemontese ha affisso le sue “tesi” alla porta, non di una chiesetta della Germania cinquecentesca ma di un quotidiano romano la cui sede è a pochi passi dalla basilica di San Pietro. 

Tutto è chiaramente simbolico: il giornale che lo intervista proprio perché parli male del cristianesimo e bene dell’islam (le domande sembrano proprio redatte da chi deve rispondere) è lo stesso giornale dove il suo fondatore, Eugenio Scalfari, ha lodato papa Francesco per avergli dato ragione in tutto, e in particolare sul rifiuto di Dio come creatore del mondo e come autore della legge morale naturale. Erano altri tempi quando La Repubblica usciva con un articolo in prima pagina intitolato «Il Papa contro le donne» (si trattava di una delle reiterate condanne dell’aborto da parte di san Giovanni Paolo II). Quel papa era da criticare ferocemente, e con lui tutta la tradizione dogmatica e morale della Chiesa cattolica. Il papa attuale invece va elogiato perché – dice esplicitamente Scalfari e dice implicitamente anche Bianchi – ha iniziato un’opera di demolizione della Chiesa come depositaria della verità rivelata da Cristo, per trasformarla in uno dei tanti movimenti “spirituali” che contribuiscono al “nuovo ordine mondiale”, che mira all’annullamento delle differenze tra le religioni e ultimamente all’annullamento della religione stessa. 

Perché questo progetto mondialista si presenta talvolta come espressione del più genuino senso religioso, ma i suoi presupposti sono sempre quelli dell’umanesimo ateo. Lo scrissi nel 2012 a proposito della riduzione che Bianchi fa di Cristo a semplice modello di umanità, e lo ho ripetuto a proposito della riduzione che il cardinale Kasper fa dell’Eucaristia a mero strumento rituale dell’identificazione dei fedeli nella comunità. Ora, nel cosiddetto monastero di Bose, Bianchi ha chiamato proprio il suo maestro Kasper a parlare dell’ecumenismo, inteso logicamente come attività  politico-culturale con la quale la Chiesa cattolica dovrebbe dissolversi in un’indifferenziata religiosità umanistica. E alla vigilia del convegno, Bianchi illustra alla compiacente e compiaciuta giornalista di Repubblica i criteri fondamentali del suo progetto etico-politico, che passa dalla critica di ogni dottrina e di ogni prassi della Chiesa cattolica che non siano omologabili all’ecumenismo inteso come indifferentismo religioso.

La prima critica di Bianchi colpisce la cristianità del quarto e quinto secolo: «Quando con Teodosio il cristianesimo è diventato religione dello stato imperiale la furia dei monaci – lo dico con dolore, mi strappa il cuore – ha distrutto i templi pagani, fatto uno scempio di opere d'arte non diverso da quello dell'Is, ma ben più vasto. È il motivo per cui san Basilio non ha mai usato nei suoi scritti la parola "monaco": designava integralisti violenti, i talebani del momento. Guardando i secoli mi permetto di dire, pur con tutte le differenze: vediamo che altri rifanno a noi quello che abbiamo fatto». Poi fa continuare il discorso all’ignara giornalista: «Come ad Alessandria d'Egitto, quando fu distrutto il Serapeo e i parabalani del vescovo Cirillo assassinarono Ipazia. Nel "Libro dei testimoni", lo straordinario martirologio ecumenico di Bose, questa martire pagana potrebbe trovare posto?». Ecco la scontata risposta di Bianchi alla non-domanda della giornalista diRepubblica: «Sì, come tutti coloro che – da Buddha a Savonarola, da Rumi a Gandhi – in qualunque religione o anche all'esterno hanno perseverato in una posizione di umanità». 

Il discorso di Bianchi non potrebbe essere più chiaro: invece di unirsi alla Chiesa cattolica, che nelMartirologium Romanum, elenca i cristiani che hanno testimoniato eroicamente la loro fede in Dio, Enzo Bianchi elenca nel suo “martirologio ecumenico” una serie eterogenea di personaggi che avrebbero testimoniato una non precisata «posizione di umanità». Insomma, si tratta di un’altra esplicita professione di fede nella “religione dell’uomo”. La cosa strana, peraltro, è che Bianchi nomina, accanto al Buddha (che è un maestro di sapienza nichilistica e quindi atea) e ad altri maestri di spiritualità naturalistica (il persiano Rumi e l’indiano Gandhi), anche il frate domenicano Girolamo Savonarola, che per quanto vittima di lotte politiche tra Firenze e il Papa, non ha nulla a che vedere con l’umanesimo ateo, anzi è stato un uomo di autentica fede e di grande rigore morale, tanto che a Firenze si oppose energicamente ai costumi e anche alle arti dell’Umanesimo paganeggiante, tanto da far bruciare libri e quadri sconvenienti, proprio come avevano fatto i «monaci integralisti» contro i quali Bianchi  si era scagliato qualche riga più sopra.

Ma non è questa l’unica incongruenza del discorso di Bianchi (le ideologie non riescono a esprimersi senza tradire le loro contraddizioni interne). Più avanti egli si mostra entusiasta di papa Francesco, non perché sia, come tutti i suoi predecessori, il Vicario di Cristo (figuriamoci!), ma solo perché in qualche caso le sue direttive pastorali sembrano in sintonia con le direttive politiche emanate dalle lobbies installate negli organismi internazionali, dall’ONU all’UE, delle quali sono zelanti propagandisti La Repubblica e gli altri media di orientamento laicista, cioè massonico. Ad esempio, parlando delle direttive pastorali di papa Francesco riguardo all’accoglienza dei profughi in Italia, Bianchi va all’attacco di ogni opinione e di ogni prassi che a lui sembrano “disobbedienza” al Papa: «Il papa ha lanciato l'allarme già due anni fa, dopo la visita a Lampedusa. È rimasto inascoltato e credo che anche questo suo nuovo appello lo sarà. Il fastidio di un certo clero verrà magari dissimulato dall'ipocrisia religiosa, che è la più bieca e spaventosa di tutte». E poi: «Un mese fa il vescovo di Crema ha chiesto di ospitare i rifugiati in locali adiacenti una scuola cattolica, è stato contestato dalle famiglie. La situazione italiana è una vergogna, soprattutto nelle regioni tradizionalmente più cattoliche, il Veneto e la Lombardia». L’intervistatrice domanda a Bianchi: «Il rifiuto è più sociale o più confessionale?», volendo forse far dire a Bianchi che si tratta di ragioni più religiose che politiche. E infatti Bianchi risponde: «Quello confessionale l'hanno gridato a suo tempo il cardinal Biffi e il vescovo Maggiolini, secondo cui bisognava eventualmente accogliere solo i cristiani. Ma il problema è la vera e propria fabbrica di paura dei barbari, edificata da forze politiche attente solo all'interesse locale, forze che prima di Francesco la chiesa italiana ha assecondato, anche se all'inizio sembravano assumere riti pagani, precristiani, quelli sì barbarici. Ora si proclamano cattolici ma io li chiamo cristiani del campanile. Il grande silenzio di una chiesa complice li ha aiutati a iniettare nel tessuto sociale del territorio il veleno della xenofobia». 

Insomma, dove ci sono principi formulati dal pensiero unico, non c’è spazio per la coscienza e la responsabilità personale, non sono possibili interpretazioni e applicazioni prudenziali, nemmeno se vengono suggerite da pastori esemplari come Biffi e Maggiolini, la cui memoria (sono entrambi defunti) Bianchi non esita a infangare. E pensare che lo stesso Bianchi – i cui discorsi mancano non solo di fede soprannaturale ma anche di logica naturale – poco dopo sostiene che il dettame della propria coscienza prevale sull’obbedienza al Papa: «La dottrina cattolica del Vaticano II ribadisce con chiarezza che la coscienza prevale su qualsiasi autorità, anche su quella papale». Non è affatto questa la «dottrina cattolica» sul rapporto tra legge morale e coscienza: è piuttosto  la “dottrina Scalfari”, che ignora l’esistenza di Dio creatore e legislatore e la natura libera e responsabile degli atti umani. 

La dottrina morale cristiana – che si estende anche agli orientamenti socio-politici che costituiscono la “dottrina sociale della Chiesa” – non è stata affatto rivoluzionata dal Concilio, come peraltro ebbe a chiarire definitivamente san Giovanni Paolo II con la sua enciclica Veritatis splendor. Ma tant’è: quando non è d’accordo con il Papa, Bianchi incita tutti a disobbedirgli, e quando invece è d’accordo esige da tutti la più assoluta obbedienza, anche quando non si tratta di veri e propri ordini (come sono quelli contenuti in precise leggi canoniche, dove sono specificati i tempi, i modi e i soggetti interessati).

Dove l’incoerenza del discorso raggiunge i vertici della più volgare dialettica ideologica è quando Bianchi tesse le lodi della «tolleranza islamica», da contrapporre all’intolleranza dei cristiani, sia di Oriente che di Occidente. Senza preoccuparsi di distinguere l’espansione militare degli Arabi da quella dei Turchi, senza accennare alle persecuzioni di cristiani e di ebrei iniziate già con Maometto, Bianchi racconta questa favola: «Al tempo della conquista musulmana i cristiani del Medio Oriente hanno aperto le porte delle loro città agli arabi che portavano libertà di culto e affrancavano dalle angherie economiche del governo imperiale cristiano. La convivenza di cristiani, ebrei e musulmani nel corso del medioevo islamico ha fatto fiorire momenti di cultura straordinari, come nel mondo sufita, che conosco bene». Allargando il discorso, aggiunge: «L'islam è una religione di pace e mitezza con una mistica di forza pari a quella cristiana». 

Ecco di nuovo la voluta confusione dei termini propriamente religiosi, con l’intenzione di riconoscere in ogni religione – e anche al di fuori di ogni religione, come prima ha detto – valori umanistici. Bianchi sa bene che la parola “mistica”, in un contesto religioso cristiano, ha il significato di unione di volontà e di affetti con Dio Uno e Trino, e non è mai possibile senza la fede nel Verbo Incarnato; al di fuori di questo contesto la parola “mistica” non ha il medesimo significato religioso, soprattutto se la divinità di  Cristo viene negata e la Trinità viene considerata una corruzione blasfema della vera nozione di Dio. E non ne parliamo nemmeno se di tratta della mistica che si pretende di riscontrare nel pensiero panteistico (neoplatonismo) o addirittura ateo (buddismo, induismo). 

Passando poi dalla  mistica alla violenza, e volendo ripartirne equamente la colpa a cristiani e islamici, Bianchi espone la teoria aberrante della pari verità e della pari falsità di tutti i cosiddetti “libri sacri”, che andrebbero interpretati alla luce – guarda un po’ – della morale umanistico-atea: «Se nel Corano ci sono testi di violenza, non sono molto diversi da quelli che troviamo nella Bibbia e che ci fanno inorridire. La lettura integralista della Bibbia può rendere integralisti quanto quella del Corano. L'esegesi storico-critica delle scritture, cui il cristianesimo è approdato con fatica e subendo terribili condanne dell'autorità ecclesiastica, è il primo passo di un lungo cammino che aspetta anche i musulmani. Nel frattempo servono ascolto, dialogo, seri studi universitari per dissipare la propaganda ideologica che attecchisce sull'ignoranza: non è vero che l'islam è una religione della violenza e della jihad, affermarlo serve solo a giustificare la nostra nei suoi confronti». 

Insomma, nel cristianesimo non ancora riformato da Bianchi c’è solo violenza, ipocrisia e/o ignoranza. E la colpa dell’ignoranza va attribuita all'«autorità ecclesiastica» (san Pio X?) che avrebbe ostacolato con «terribili condanne» la lotta dei teologi illuminati (i modernisti?) per liberare i fedeli dall’interpretazione integralistica della Scrittura. Così Bianchi conferma il suo progetto di graduale eliminazione di tutti quegli aspetti di verità soprannaturale che sono propri della Chiesa cattolica, a cominciare dall’ispirazione divina della Scrittura e dal carisma dell’infallibilità conferito da Cristo al Magistero, che della retta interpretazione della Scrittura è garante (contrariamente a quanto pretende Lutero con la dottrina del “libero esame”)... 

Eliminata la verità di Dio creatore e autore della legge naturale; eliminata la verità di Cristo, unico «Salvatore dell’uomo», e quindi la verità di Dio uno e trino; resta da eliminare – per finire di togliere al cristianesimo la sua dimensione soprannaturale - la verità di Maria «Madre del Redentore». E Bianchi, per denigrare il culto mariano (inviso ai protestanti e quindi considerato da Bianchi un ostacolo sulla via dell’ecumenismo), non esita a tirare in ballo il vecchio tema della misoginia nella Chiesa cattolica: «Si dice sbrigativamente che certi musulmani siano ancora nel medioevo. Ma il velo completo per le suore di clausura è stato abolito solo nel 1982. È molto recente la presa di coscienza della pari dignità della donna e dell'uomo nel cristianesimo, che non ha ancora nemmeno il linguaggio per esprimerla. La soggezione delle donne agli uomini è un retaggio scritturale nell'islam, ma è presente anche nelle nostre scritture: san Paolo afferma che le donne non devono assolutamente parlare nell'assemblea della chiesa e devono stare a capo coperto. Di nuovo, serve una rilettura storico-critica di tutti i libri sacri, per scorgerne l'intenzione e non le forme. Nella chiesa c'è buona volontà ma poi della donna si hanno immagini irreali: il modello di Maria, vergine e madre, che non può essere il riferimento per una promozione della donna nella chiesa; l'idea, insinuata per moda, che la Madonna sia più importante di San Pietro, idea insipiente come dire che la ruota in un carro è più importante del volano... Non siamo ancora capaci di prendere sul serio l'uguaglianza indubbia tra uomini e donne. Il cammino per la chiesa è ancora lunghissimo perché ovunque ci sia un esercizio di comando restano gli uomini, mentre le donne sono confinate al servizio umile». 

Indubbiamente Bianchi sogna (assieme a Hans Küng) una riforma della Chiesa cattolica che la porti ad assomigliare alle comunità protestanti, con donne-sacerdoti e donne-vescovi. Ma per i cattolici dotati di buon senso e di autentico sensus fidei questo non è un bel sogno, anzi è un incubo. Ho letto tanti commenti di laici che sul web hanno espresso la loro indignazione di fronte alle assurdità teologiche di Bianchi nel suo ultimo intervento pubblico. Trascrivo uno qualsiasi di questi commenti: «Le monache di clausura sapevano che, consacratesi a Cristo, avrebbero fatto anche la scelta del velo. Purtroppo le donne islamiche vengono costrette in quanto donne, e non è loro scelta quella di portare il velo. La Bibbia dice cose che prese alla lettera sono peggio del Corano? Bianchi dimentica che siamo cristiani cattolici. Che la nostra non è una religione del libro, che Cristo è Dio incarnato che ha portato quelle novità che hanno spazzato via le regolette molto care ai Farisei. Che c'è il Vangelo... Di che cosa parla quest'uomo? La Madonna è meno importante di San Pietro? Maria è l'unica creatura nata senza peccato originale, San Pietro era un peccatore, poi pentito e scelto per fondare quella Chiesa che Bianchi pare non amare. Stiamo parlando di due livelli diversi, non vedo classifiche, non ci ho pensato mai». 

Aggiungo, per completezza, che il culto dovuto a Maria è baso su dogmi fondamentali della verità cristiana. Bianchi non ignora il concilio ecumenico di Efeso (anno 351), dove la Madonna è stata proclamata “theotokos”, ossia “madre di Dio”. Ma a Bianchi non interessano i dogmi, anzi vorrebbe eliminarli tutti uno per uno. Io, se qualche volta volesse ascoltare, gli ricorderei che anche il Vaticano II, che per lui è “il Concilio”, l’unico, ha confermato la dottrina di sempre sul culto mariano nel capitolo ottavo della costituzione dogmaticaLumen gentium. E gli farei anche notare che, se si ostina a non accettare gli insegnamenti di san Giovanni Paolo II sul culto mariano e sul ruolo della donna nella Chiesa (vedi la Mulieris dignitatem), potrebbe almeno rispettare la grande devozione mariana di Francesco, il papa del quale egli si presenta come legittimo interprete.  

Concludo allargando il discorso. Come i lettori della Nuova Bussola Quotidiana sanno bene, sono anni che io denuncio inutilmente le assurdità teologiche di Enzo Bianchi. Ho detto e ripeto che materialmente sono indubbiamente eresie, anche se formalmente non hanno la dignità di un discorso eretico, perché sono solo strumenti dialettici di una politica ecclesiastica a favore della lobby umanistico-atea. Lui, imperterrito, continua a pontificare, forte dell’appoggio istituzionale di chi è a capo di quella lobby e dell’appoggio mediatico della cultura “laica” (così si suole dire per non dire “massonica”). 

Il bello è che nemmeno lo stesso Bianchi è stato capace di contraddire le mie critiche alla sua falsa teologia, ad esempio quando gli facevo notare che parlava di Cristo come di una creatura, negandone esplicitamente la divinità (del resto lo ha imparato dal suo maestro Walter Kasper, il quale lo ha imparato a sua volta da Karl Rahner). Ogni volta che ha replicato alle mie critiche teologiche, Bianchi non ha saputo dire altro che in Vaticano lo stimano e lo nominano consulente di questo o di quello, e che i vescovi italiani lo chiamano continuamente a parlare ai fedeli delle loro diocesi, eccetera. Cose che sono vere (purtroppo!) ma nulla hanno a che vedere con le mie critiche, che non sono rivolte alla persona ma alle sue dottrine, e sono teologicamente ineccepibili, perché fondate sulla fede e sulla logica (l'una e l'altra cosa insieme). 

Bianchi si è sempre comportato come Bruno Forte, Gianfranco Ravasi e tanti altri che di fronte alle mie critiche teologiche (cfr il mio trattato su Vera e falsa teologia) non tentano nemmeno di confutarle ma si accontentano di mostrarmi orgogliosamente le loro insegne episcopali o cardinalizie. A me non resta che pregare, mentre continuo a consigliare tutti di non prendere per magistero quello che Magistero assolutamente non è.

 

da LaNuovaBussolaQuotidiana




[Modificato da Caterina63 14/09/2015 21:28]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:49. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com