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La Città di Dio (De civitate Dei) Libro XVIII profezie sul Cristo, la Chiesa, il giudizio

Ultimo Aggiornamento: 01/01/2013 12:29
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22/12/2012 22:38
 
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Giona: passione e risurrezione.
30. 2. Il profeta Giona ha preannunziato il Cristo non con la parola ma con la sua dolorosa esperienza, più apertamente che se avesse proclamato la sua morte e risurrezione. Fu appunto ingoiato nel ventre di una bestia e restituito il terzo giorno per simboleggiare il Cristo che al terzo giorno doveva tornare dal regno dei morti 91.

La pentecoste in Gioele.
30. 3. Gioele costringe a spiegare con molte parole le vicende che preannunzia in modo che siano chiare quelle che riguardano il Cristo e la Chiesa. Citiamo comunque un solo evento che anche gli Apostoli hanno indicato quando lo Spirito Santo venne dall'alto sui credenti riuniti, come era stato promesso dal Cristo 92. Dice: Dopo questo io effonderò il mio Spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni e i vostri giovani avranno visioni ed anche sopra i miei schiavi e le mie schiave effonderò il mio Spirito 93.

Abdia: la Chiesa nella Giudea.

31. 1. I tre Profeti minori Abdia, Naum, Abacuc non riferiscono il periodo in cui vissero, né si riscontra nella Cronaca di Eusebio e di Girolamo il tempo in cui hanno scritto le proprie profezie. Abdia da loro è stato collocato assieme a Michea 94 ma dal suo libro, nello spazio riservato ai dati cronologici, non appare l'epoca in cui Michea ha profetato. Ritengo che sia avvenuto per un errore degli amanuensi che trascrivono con negligenza le opere degli altri. Né ho trovato nominati gli altri due nelle cronologie che ho avuto a disposizione. Tuttavia poiché sono inseriti nel canone, non è conveniente che da me siano tralasciati. Abdia, il più succinto di tutti i Profeti per quanto riguarda il suo libro, parla contro l'Idumea, la stirpe di Esaù, il maggiore non riconosciuto dei gemelli d'Isacco e nipote di Abramo. Se interpretiamo che l'Idumea è stata menzionata in senso figurato per indicare tutti i popoli, come il tutto con una parte, possiamo riferire al Cristo, fra le altre, anche queste parole: Sul monte Sion vi saranno salvezza e santità 95. Poco dopo, alla fine della profezia, dice: E saliranno i rigenerati dal monte Sion per difendere il monte di Esaù e sarà il regno del Signore 96. È evidente che l'evento si è verificato quando i rigenerati, che hanno creduto nel Cristo e quindi soprattutto gli Apostoli, salirono dal monte Sion, cioè dalla Giudea, per difendere il monte di Esaù. Lo difesero certamente salvando con la predicazione del Vangelo quelli che credettero, affinché fossero liberi dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno di Dio. Ha espresso il concetto aggiungendo: E il regno sarà del Signore. Difatti il monte Sion simboleggia la Giudea, perché in essa, secondo la predizione, si sarebbero realizzate la salvezza e la santità, cioè Cristo Gesù. Il monte di Esaù invece è l'Idumea, con la quale è stata simboleggiata la Chiesa dei pagani che i rigenerati, come ho spiegato, hanno difeso dal monte Sion, perché fosse il regno del Signore. L'evento era difficile a intendersi prima che si avverasse, ma una volta avverato ogni credente lo ravvisa.

Naum: contro l'idolatria.
31. 2. Il profeta Naum, o meglio Dio in lui, dice: Farò sparire le statue scolpite e quelle fuse: opererò il tuo seppellimento; perché ecco sui monti i passi veloci d'un messaggero che annuncia la pace. Celebra le tue feste, o Giuda, sciogli i tuoi voti: perché non avverrà più che passino in disuso. [Il male] è terminato, è stato distrutto e travolto. È asceso chi ti soffia in viso liberandoti dalla sofferenza 97. Chi ha letto il Vangelo richiami alla mente chi è stato che è salito dal regno dei morti e ha soffiato sul viso di Giuda, cioè dei discepoli giudei, lo Spirito Santo. Appartengono alla Nuova Alleanza coloro i cui giorni festivi sono rinnovati nello spirito sicché non possono passare in disuso. Con il Vangelo poi vediamo bandite le statue scolpite e fuse, cioè gli idoli dei falsi dèi, e consegnate all'oblio come a un seppellimento e notiamo che anche in questo la profezia ha avuto compimento.

Abacuc: l'attesa del Cristo.
31. 3. Si capisce bene che Abacuc non di alcun altro ma del Cristo, che doveva venire, dice: Il Signore mi rispose e mi disse: Scrivi chiaramente la visione su una tavoletta di bosso affinché chi legge la segua speditamente perché v'è ancora una visione con un termine, sarà palese alla scadenza e non invano; se indugerà, attendila perché si avvererà e non tarderà 98.

Parafrasi del cantico messianico di Abacuc.
32. Nella sua orazione con cantico si rivolge certamente al Cristo Signore quando dice: Signore, ho udito il tuo annunzio e ho avuto timore, Signore, ho esaminato le tue opere e ho provato spavento. È questo certamente l'ineffabile stupore per la previsione della nuova e inaspettata salvezza degli uomini. La frase: Sarai conosciuto in mezzo a due animali, può significare o fra le due alleanze, o fra i due ladroni, o fra Mosè ed Elia mentre discorrevano con lui sul monte Tabor. Il passo: Mentre si avvicinano gli anni, sarai conosciuto, quando giungerà il tempo, ti mostrerai non ha bisogno di spiegazione. L'altro passo: Mentre è turbata l'anima mia, nell'ira ti ricorderai di avere clemenza 99 significa che egli ha parlato a nome dei Giudei, che erano della sua razza e mentre essi, sconvolti da una grande ira, crocifiggevano il Cristo, egli memore della clemenza invocava: Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno 100. Dio verrà da Teman e il Santo da un monte ombroso e boschivo. Alcuni hanno interpretato l'inciso: Verrà da Teman nel senso del vento australe o del libeccio, da cui è indicato il Mezzogiorno, cioè il calore della carità e lo splendore della verità. Preferirei ravvisare nel monte ombroso e boschivo, sebbene si possa interpretare in vari sensi, l'altezza delle divine Scritture con cui è stato preannunziato profeticamente il Cristo. In esse vi sono molte idee fitte di ombre e di piante che esercitano la mente di chi fa indagini. E da esse viene il Cristo quando ve lo trova chi le comprende. La sua maestà ricopre i cieli e della sua lode è piena la terra 101.
Ha il medesimo significato che ha il versetto del Salmo: Innalzati sopra i cieli, o Dio, e su tutta la terra con la tua gloria 102. II suo splendore è come la luce significa che con la sua fama illuminerà i credenti. L'inciso: Vi sono bagliori nelle sue mani significa il trofeo della croce. E pose la carità base stabile del suo potere non ha bisogno di spiegazioni. La parola procederà davanti a lui e uscirà nel campo dopo di lui significa che fu preannunziato prima della sua venuta, e fu annunziato dopo la sua dipartita dal mondo. Si fermò e la terra fu mossa significa che egli si fermò per soccorrere e la terra si mosse a credere. Guardò e i popoli si strussero nel dolore, cioè ebbe pietà ed indusse i popoli al pentimento. I monti furono atterrati con la violenza, cioè, la superbia degli esaltati fu atterrata dai miracoli che hanno forza di convincere. Si abbassarono i colli eterni, cioè furono depressi nel tempo per essere esaltati nell'eternità. Ho visto i suoi proventi eterni in cambio delle fatiche, cioè, non ho visto la fatica della carità, senza la ricompensa dell'eternità.
Si spaventeranno i padiglioni degli Etiopi e quelli del paese di Madian, cioè le nazioni, improvvisamente atterrite all'annunzio delle tue opere mirabili, apparterranno al popolo cristiano anche se non sono sotto la giurisdizione di Roma. Forse, Signore, sei adirato con i fiumi e contro di essi è la tua collera e contro il mare il tuo sdegno? 103. Questo passo significa che non è venuto per giudicare il mondo ma affinché il mondo abbia la salvezza per la sua mediazione 104. Salirai sui tuoi cavalli e la tua cavalcata è salvezza, cioè, i tuoi Evangelisti, da te guidati, ti porteranno e il tuo Vangelo sarà la salvezza di coloro che credono in te. Tenderai con forza il tuo arco sugli scettri, dice il Signore, cioè, tu comminerai il tuo giudizio anche ai re. La terra sarà solcata da fiumi 105, cioè, il cuore degli uomini si aprirà al riconoscimento con i discorsi irriganti di coloro che ti annunziano. Di loro si dice: Lacerate i vostri cuori e non le vesti 106. La frase: I popoli ti vedranno e soffriranno ammonisce che essi diventano felici nel pianto. L'inciso: Tu che effondi le acque nel tuo cammino significa che, muovendoti in coloro che ti annunziano da ogni parte, effondi qua e là i fiumi della dottrina.
L'abisso ha fatto udire la propria voce significa che la profondità del cuore umano ha espresso la propria opinione.
La profondità della propria immaginazione è come un chiarimento del versetto precedente perché profondità equivale ad abisso. Nell'inciso: Della propria immaginazione si deve intendere come sottinteso che fece udire la propria voce, cioè, come ho detto, ha espresso la propria opinione. L'immaginazione è una visione che il Profeta non ha nascosto, non ha velato, ma ha svelato con le parole: Il sole si è levato in alto e la luna è rimasta nel suo ordine, cioè Cristo è asceso al cielo e la Chiesa ha avuto un ordinamento sotto il suo re. Le tue frecce appariranno nella luce, cioè, le tue parole non saranno pronunciate in segreto ma all'aperto. Nella frase: Nel balenare dello splendore delle tue armi 107 si deve sottintendere che andranno le tue frecce. Aveva detto ai suoi discepoli: Quel che dico nelle tenebre ditelo nella luce 108. Con lo sdegno renderai più piccola la terra, cioè con lo sdegno renderai sottomessi gli uomini. Nell'ira abbatterai i popoli, perché farai cadere per punizione quelli che si esaltano. Sei uscito per la salvezza del tuo popolo, per salvare i tuoi consacrati, hai mandato la morte sulla testa dei disonesti. Qui non c'è nulla da spiegare. Nel versetto: Hai allacciato i legami fino al collo si possono ravvisare i buoni legami della saggezza perché si infilino i piedi nei suoi ceppi e il collo nella sua collana 109. In: Hai troncato nell'ammirazione della mente 110 sottintendiamo i legami perché ha allacciato quelli buoni e troncato quelli cattivi. Di questi si dice appunto: Hai spezzato le mie catene 111, e questo nell'ammirazione della mente, cioè in modo meraviglioso.
La testa dei potenti si muoverà in essa, cioè nell'ammirazione. Apriranno la propria bocca a mordere, come il povero che mangia di nascosto 112. Difatti alcuni capi dei Giudei, che ammiravano le sue opere e le sue parole, andavano dal Signore e, sebbene avessero fame, per timore dei Giudei mangiavano il pane della dottrina di nascosto, come ce li ha presentati il Vangelo 113. Hai lanciato nel mare i tuoi cavalli che agitavano molte acque, le quali significano molti popoli, perché alcuni non si convertirebbero per timore e altri non perseguiterebbero per rabbia se gli uni e gli altri non fossero agitati. Ho udito e fremette il mio cuore al suono del discorso uscito dalle mie labbra, un tremito è penetrato nelle mie ossa e sotto di me ha ondeggiato la mia andatura. Ha riflettuto su quel che diceva ed è stato atterrito dalle sue stesse parole con cui preannunziava profeticamente e nelle quali presagiva l'avvenire. Poiché molti popoli sarebbero stati turbati, previde le imminenti tribolazioni della Chiesa, si riconobbe immediatamente come suo adepto e disse: Riposerò nel giorno dell'angoscia 114, come uno di quelli che godono nella speranza e soffrono nella tribolazione 115.
Per appartenere, dice, al popolo del mio esilio, cioè separandosi dal malvagio popolo della propria affinità razziale, che non è in esilio in questa terra e non attende la patria del cielo. Perché il fico non porterà frutti e non vi saranno i prodotti nelle vigne e cesserà il raccolto dell'olivo e i campi non daranno più cibo. I greggi spariranno dal pascolo e non rimangono buoi nelle stalle 116. Previde che il popolo, il quale avrebbe ucciso il Cristo, avrebbe perduto la produttività delle ricchezze spirituali che, secondo l'uso profetico, ha allegorizzato mediante l'abbondanza dei beni terreni. Ma quel popolo subì l'indignazione di Dio perché, ignorando la giustizia di lui, volle sostituirle la propria 117. Perciò il Profeta dice di seguito: Ma io gioirò nel Signore, esulterò in Dio mio Salvatore. Il Signore, mio Dio, è la mia forza, renderà i miei piedi sommamente veloci, mi porrà in alto perché io vinca nel suo cantico 118. Si tratta di quel cantico, di cui si dice alcunché di simile in un Salmo: Ha stabilito i miei piedi sulla roccia e ha reso sicuri i miei passi, mi ha messo sulla bocca un cantico nuovo, un inno al nostro Dio 119. Vince nel cantico del Signore colui che è gradito nella lode di lui, non nella propria affinché chi si vanta si vanti nel Signore 120. Ritengo che i codici, i quali hanno interpretato: Esulterò in Dio, il mio Gesù, siano da preferirsi a quelli che, traducendo il termine in latino, non hanno usato quel nome che ci è così caro e dolce nominare.


Messianismo e vocazione dei pagani in Geremia.

33. 1. Il profeta Geremia come Isaia è dei maggiori, non dei minori, come gli altri, dai cui libri ho già tratto alcune citazioni. Fu profeta mentre in Gerusalemme regnava Giosia e a Roma Anco Marzio, poco prima della conquista della Giudea. Pose termine alla sua profezia cinque mesi dopo la conquista, come rileviamo dal suo libro 121. Si aggiunge a lui Sofonia, uno dei minori. Anche egli infatti dice di aver profetato al tempo di Giosia, ma non specifica fino a quando 122. Dunque Geremia ha profetato non solo al tempo di Anco Marzio ma anche di Tarquinio Prisco, che fu il quinto re di Roma. Egli infatti, quando avvenne la conquista, aveva già cominciato a regnare. Preannunziando il Cristo Geremia dice: Il respiro della nostra bocca, il Cristo Signore, è stato fatto prigioniero per i nostri peccati 123. Mostra così con poche parole che il Cristo è nostro Signore e che ha patito per noi. In un altro passo dice: Questi è il mio Dio e nessun altro può essergli paragonato. Egli ha scrutato la via della sapienza e ne ha fatto dono a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo diletto. E dopo è apparso sulla terra e ha vissuto fra gli uomini 124. Alcuni esegeti non attribuiscono questo testo a Geremia ma al suo amanuense, che aveva nome Baruch, ma più convenientemente si ritiene di Geremia. Il medesimo Profeta del Cristo dice anche: Ecco vengono giorni, dice il Signore, nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele sarà sicuro nella sua dimora, questo sarà il nome con cui lo chiameranno: Signore nostra giustizia 125. Sulla vocazione dei pagani, che allora doveva avvenire ed ora costatiamo nel suo adempimento, ha parlato così: Signore mio Dio, mio rifugio nel giorno della tribolazione, a te verranno i popoli dalle estremità della terra e diranno: Veramente i nostri padri hanno adorato idoli menzogneri e non v'è in loro alcun giovamento 126. Il medesimo Profeta esprime in questi termini il motivo per cui i Giudei non l'avrebbero riconosciuto, anche perché era opportuno che da loro fosse ucciso: Più duro di tutte le cose è il cuore e anche l'uomo, chi può conoscerlo? 127. Di lui è anche il passo che nel libro diciassettesimo ho citato sulla Nuova Alleanza, il cui Mediatore è Cristo 128. Dice Geremia: Ecco, verranno giorni, dice il Signore, e io concluderò con la casa di Giacobbe una nuova alleanza, e il resto che vi si legge 129.


Sofonia: vocazione dei pagani.

33. 2. Del profeta Sofonia, che era contemporaneo di Geremia, citerò queste predizioni sul Cristo: Attendimi, dice il Signore, nel giorno in cui mi rialzerò, perché è mia decisione radunare i popoli e riunire i regni 130. Dice ancora: Terribile sarà il Signore con loro, poiché annienterà tutti gli idoli della terra, mentre a lui si prostreranno, ognuno dal proprio suolo, i popoli di tutti i continenti 131. E poco dopo dice: Allora io darò ai popoli un linguaggio e la discendenza perché invochino tutti il nome del Signore e lo servano tutti sotto lo stesso giogo; da oltre i fiumi di Etiopia mi porteranno offerte. In quel giorno non avrai vergogna di tutti i tuoi misfatti, che hai commesso contro di me, perché allora eliminerò da te la perversità del tuo oltraggio e non continuerai a inorgoglirti sopra il mio santo monte, farò restare in te un popolo mansueto e umile e avrà rispetto del nome del Signore il resto d'Israele 132. Questo è il resto, di cui si preannunzia in altri passi, come anche l'Apostolo ricorda: Se fosse il numero dei figli d'Israele come la sabbia del mare il resto avrà la salvezza 133. Difatti il resto di quel popolo ha creduto nel Cristo.

Regno eterno al Messia in Daniele.

34. 1. Durante la cattività babilonese hanno profetato Daniele ed Ezechiele, gli altri due dei Profeti maggiori 134. Daniele ha stabilito cronologicamente il tempo della venuta e della passione del Cristo. Richiede tempo eseguire il computo che comunque da altri prima di me è stato eseguito nei dettagli. Del suo potere e della Chiesa ha parlato in questi termini: Guardavo nella visione notturna ed ecco venire sulle nubi del cielo uno, simile a un figlio d'uomo, giunse fino al Vegliardo e fu presentato a Lui e gli fu dato potere, gloria e regno e tutti i popoli, nazioni e lingue lo serviranno. Il suo potere è un potere eterno che non tramonta mai e il suo regno non sarà distrutto 135.

Il buon pastore in Ezechiele.
34. 2. Ezechiele secondo l'uso profetico simboleggia in Davide il Cristo perché ha assunto la carne dalla discendenza di Davide 136. Sul fondamento della forma di servo, con cui è divenuto uomo il Figlio di Dio, è denominato anche servo di Dio. Lo preannunzia dunque profeticamente, a nome di Dio Padre, con queste parole: Susciterò per loro un pastore che le pascerà, Davide mio servo; egli le condurrà al pascolo, sarà il loro pastore. Io, il Signore, sarò il loro Dio e Davide, mio servo, sarà principe in mezzo a loro: io, il Signore, ho parlato 137. In un altro passo dice: Un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né più saranno divisi in due regni; non si contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità. Li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato; li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio; e il mio servo Davide sarà re su di loro e non vi sarà che un unico pastore per tutti loro 138.

L'atteso dei popoli in Aggeo.
35. 1. Rimangono ancora tre Profeti minori che profetarono verso la fine dell'esilio. Sono Aggeo, Zaccaria e Malachia 139. Aggeo preannunzia il Cristo e la Chiesa con molta chiarezza e brevità: Questo dice il Signore degli eserciti: Ancora un po' di tempo e io attirerò il cielo e la terra, il mare e il continente, attirerò tutti i popoli e verrà il desiderato di tutti i popoli 140. Si sa per esperienza che questa profezia è in parte già adempiuta e si attende che si adempia in parte alla fine. Ha attirato il cielo con la testimonianza degli angeli e delle stelle quando si è incarnato il Cristo 141, ha attirato la terra con il grandioso prodigio del parto di una vergine 142: ha attirato il mare e il continente poiché il Cristo è predicato nelle isole e in tutto il mondo. Costatiamo così che tutti i popoli sono attirati alla fede. L'inciso che segue: E verrà il desiderato di tutti i popoli riguarda l'attesa della sua ultima venuta. Perché sia il desiderato di coloro che lo attendono, deve prima essere il prediletto dei credenti.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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