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L'Ordine domenicano ha compiuto 796 anni, il 22.12.2012..... ci avviamo verso gli 800

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2013 11:34
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07/01/2013 11:09
 
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Le “Edizioni Cerf”

Molte tra le persone che collaborarono strettamente con padre Bernadot ammiravano in lui non solo il profondo spirito di preghiera e lo slancio apostolico, ma anche la sua tenacia, la sua perseveranza, per non parlare della sua natura sognatrice, della sua caparbietà e della sua audacia, che, se anche a uno sguardo puramente umano potevano sembrare manifestazioni di incoscienza un po’ infantile, si rivelano, invece, con il passare del tempo delle straordinarie qualità messe a servizio di Dio e della sua Chiesa.
Infatti, all’inizio del 1927 chi avrebbe mai immaginato che dopo neanche due anni il padre Bernadot avrebbe fondato addirittura una casa editrice destinata a diventare la più grande casa editrice tra quelle cattoliche a livello mondiale?
L’11 ottobre 1929, a Juvisy, nella periferia di Parigi, nacque la casa editrice Cerf che nei suoi primi dodici anni di vita fu diretta e animata da padre Bernadot e che può vantare dei grandi meriti nella promozione della cultura cristiana anche al di fuori dell’area francofona.

Gli ultimi anni della sua vita

“Pio XI è appena deceduto. I ricordi riaffiorano nella mia memoria. Egli ha avuto un’influenza decisiva nella mia vita almeno negli ultimi dieci anni”: ecco quanto padre Bernadot scriveva nel suo diario all’indomani del 10 febbraio 1939. Tutte le grandi imprese editoriali di Bernadot, infatti, furono permeate e orientate dal grande pensiero di questo Papa.
Già nel 1930 Pio XI nel corso di un’udienza privata invitò padre Bernadot a fondare un settimanale, raccomandando anche “di fare degli articoli incisivi e corti, che colpiscono per la loro brevità e chiarezza, perché – diceva il Papa – nel nostro secolo l’attenzione si stanca presto”.

Questo settimanale prenderà il nome di Sept e vedrà la luce soltanto nel marzo del 1934. I suoi obiettivi saranno gli stessi de La Vie Intellectuelle ma trattati in modo più giornalistico e rivolti a un pubblico più vasto.
Fin dai suoi inizi, Sept entrò nel vivo delle questioni politiche e sociali più accese suscitando numerosi dibattiti e polemiche, come quando prese posizione sulla guerra d’Etiopia e sulla guerra civile spagnola.
Improvvisamente, ii 27 agosto 1937, Pio XI ordinò di sospendere la pubblicazione di questo settimanale. Ancora oggi gli storici discutono sulle ragioni precise di questa scelta del Papa. Tuttavia, padre Bernadot e 1’“équipe” di Sept obbedirono con fedele umiltà.
Nonostante questa prova e la sua malattia, padre Bernadot continuò a servire appassionatamente la Chiesa e il Papa attraverso il suo apostolato diffondendo ancora una volta le verità più feconde della fede mediante un piccolo libro che ebbe subito un enorme diffusione, La Madonna nella mia vita, e poi con la nuova rivista La Vie Chrétienne avec Notre Dame.
Intanto la sua malattia si aggravava: scoppiata la guerra, Bernadot si ritirò a LabastideLéveque, un piccolo villaggio nella sua regione natale. Consacrò le sue ultime forze all’evangelizzazione di quella zona, deciso a non rifiutare alcuna occasione pur di predicare il Vangelo di Cristo e rendere servizio a tutti con grande generosità, anche nei compiti più semplici, come fare catechismo, sostituire per alcuni giorni un parroco assente, celebrare un battesimo.
La paralisi lo colpì progressivamente, facendogli perdere l’uso della parola e l’espressività del volto. Soltanto la sua intelligenza rimase lucida fino alla fine e con il suo sguardo luminoso poté continuare a manifestare la sua ardente comunione con la Trinità che aveva vissuto e predicato durante tutta la sua vita. Mori il 25 giugno 1941.
“Fu un grande spirituale e un grande uomo di azione, nonostante la malattia che lo consumava rendendolo talvolta febbricitante o suscettibile; aveva gli occhi puntati verso il cielo e, cosa rara nell’Ordine di san Domenico, i piedi per terra, con una specie di buon senso appassionato che lo rendeva invincibile”.

Dall’Eucaristia alla Trinità

Dall’Eucaristia alla Trinità è stato il primo libro scritto da padre Bernadot nel 1917. In esso possiamo ritrovare sintetizzate tutte le idee che saranno successivamente sviluppate dalla rivista La Vie Spirituelle. Con grande realismo e precisione teologica Bernadot propone a tutti i cristiani, anche ai laici che vivono immersi nelle occupazioni più assorbenti del mondo, la contemplazione, che è la più autentica vita della Chiesa.
Allora, come oggi, il materialismo e il paganesimo erano dilaganti sotto varie forme. Perciò Bernadot avverte l’urgenza di predicare attraverso i suoi scritti i misteri più alti della fede cristiana, cioè la grazia santificante, le missioni divine nell’anima umana, la presenza della Trinità in noi, l’unione e la trasformazione che l’Eucaristia produce in noi. Egli mostra come tutte queste verità non sono astratte, ma anzi, quando sono comprese nella loro stupefacente bellezza, sono in grado di orientare e trasformare la nostra vita. Sono, perciò, verità altamente pratiche che ci rendono capaci di “ricapitolare tutte le cose in Cristo” (Ef 1, 10).
Molti, a quel tempo, ritenevano che la contemplazione, l’unione con Dio, e gli altri aspetti della vita mistica fossero riservati esclusivamente ai religiosi e ai sacerdoti. Bernadot, invece, insiste nell’introdurre tutti i cristiani, nessuno escluso, alla contemplazione e alle verità della vita mistica. Anzi insegna che solo la vita mistica costituisce l’essenza della vita cristiana.
Possiamo segnalare anche un altro grande merito di questo piccolo libro: ci fa uscire dal pericolo di vivere l’Eucaristia in modo intimistico o individualistico. Innanzitutto perché insegna che grazie all’Eucaristia entriamo in una comunione sempre più stretta con Cristo stesso, e quindi con il suo Corpo mistico che è la Chiesa. E in secondo luogo, perché l’Eucaristia non è solo un incontro personale con Gesù Cristo, Risorto, Sposo, Salvatore e Signore, ma dev’essere considerata in un contesto molto più vasto, anzi infinito e grandioso, perché è l’incontro con tutta la Santissima Trinità.
Bernadot parla sempre dell’Eucaristia e della comunione eucaristica, e con ciò sembra riferirsi solo al rito della comunione, cioè all’ultimo momento della Liturgia eucaristica. Non c’è alcun riferimento alla Liturgia della Parola, la quale insieme alla Liturgia eucaristica costituisce un solo atto di culto reso a Dio. Come anche manca qualche riferimento agli altri due momenti della Liturgia eucaristica, cioè il rito dell’offertorio in cui vengono preparati il pane e il vino, e la preghiera eucaristica in cui il pane e il vino sono consacrati o santificati.
La riforma liturgica e la Costituzione sulla divina Liturgia del Concilio Vaticano II hanno rivalutato l’importanza della presenza di Dio mediante la Liturgia della Parola e hanno messo in evidenza che tutta la celebrazione è eucaristica, cioè è tutta pervasa dall’atteggiamento del rendere grazie a Dio per i suoi doni innumerevoli, ma soprattutto per il mistero della salvezza in Cristo che si rende presente nella stessa celebrazione. Tutti i momenti della celebrazione sono altrettanto importanti perché in ognuno di essi il fedele è chiamato a vivere la propria partecipazione attiva alla Messa. Infatti, “la Chiesa ha una sollecitudine speciale perché i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma, comprendendolo bene per mezzo dei riti e delle preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente, siano istruiti sulla Parola di Dio, si nutrano alla mensa del Corpo del Signore, rendano grazie a Dio, offrendo l’ostia immacolata, non solo per le mani del sacerdote, ma insieme con lui imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno siano perfezionati, per mezzo di Cristo Mediatore, nell’unità con Dio e tra di loro, cosicché Dio sia finalmente tutto in tutti”.
Tuttavia, nonostante che padre Bernadot abbia concentrato la sua attenzione sull’ultimo momento della Liturgia eucaristica, il suo messaggio non ha perso la sua attualità. Esso può essere facilmente applicato all’Eucaristia, considerata in tutti i suoi momenti, e ci educa a partecipare in modo attivo e pieno alla sua celebrazione per trovare in essa la fonte autentica e inesauribile della nostra vita spirituale e di ogni nostro impegno apostolico.
Inoltre, il pensiero di Bernadot ha il grande merito di sottolineare come il fine ultimo dell’Eucaristia sia quello di introdurre ogni credente in quel grande ed eterno movimento di lode e glorificazione di cui Cristo è Capo e Sommo Sacerdote.
E infine, chi mai in così poche pagine è stato capace di introdurci al mistero di Cristo in noi, del Cristo totale costituito da Gesù e dalla sua Chiesa, con una tale sicurezza dottrinale e con un tale slancio di gioia?

Padre Giorgio Carbone o.p, Bologna, 22 luglio 2004

[SM=g1740758] ricordiamo anche le seguenti letture:
MONACHE DOMENICANE CLAUSTRALI

SUORE DOMENICANE NEL MONDO

E IL SITO DEDICATO A MADRE ANTONIA LALIA, FONDATRICE DELLE DOMENICANE DI SAN SISTO - ROMA NEL QUALE TROVERETE ALTRO MATERIALE DOMENICANO

[SM=g1740762]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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