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02/02/2013 11:39 | |
PRESENTAZIONEEducare all’amore e accompagnare nel percorso del fidanzamento sembrano, oggi,imprese particolarmente difficili, per alcuni, addirittura, improponibili, ritenendo che imutamenti culturali e sociali siano tali da mettere radicalmente in discussionel’esistenza stessa dell’istituto del matrimonio. Su questa linea perde valore lacondizione del fidanzamento a favore di ormai diffuse forme di convivenza,prematrimoniali o permanenti o almeno “finché ci vogliamo bene”. Anche il percorso dieducazione all’amore pare seguire questa deriva, a tutto vantaggio della pretesa di unaneutra informazione che assicuri un esercizio della sessualità privo di rischi per sé e pergli altriLa comunità cristiana conosce bene queste posizioni e le scelte che ne derivano, mariconosce ancor più e ribadisce il valore e la fiducia nella persona umana come essereeducabile all’amore totale, unico, fedele e fecondo, come è l’amore degli sposi,attraverso un percorso progressivo e coinvolgente. Crede, infatti, che la radicedell’amore sia in Dio uno e trino e il suo compimento sia in Cristo, morto e risorto, chedona la sua vita per l’umanità. Crede che questo amore abiti ogni essere umano, cheancora oggi lo ricerca per una vita buona e felice.La comunità cristiana, per questo, non si stanca di riproporlo ai ragazzi e ai giovani,convinta che le ombre del presente non siano tali da oscurare il loro futuro e che ancorasiano attratti dalla luce che promana dall’amore vero.Ecco, allora, questo testo che, proprio credendo alla possibilità di educare ecrescere nell’amore, definisce linee rinnovate per i percorsi verso il matrimonio,chiarisce punti delicati, riconferma il valore del fidanzamento come tempo necessario eprivilegiato per conoscersi tra innamorati, per compiere passi importanti e peraccogliersi come dono reciproco, se questo è nel pensiero di Dio.Roma, 22 ottobre 2012 Enrico Solmi Vescovo di Parma Presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita ****INTRODUZIONELa Conferenza Episcopale Italiana fin dal suo sorgere ha manifestato grandeattenzione al matrimonio e alla famiglia e ai percorsi e itinerari di preparazione. Ne èscaturita una ricca storia che ha progressivamente interessato la grande maggioranza deifidanzati e ha coinvolto numerosissimi operatori pastorali, in particolare presbiteri esposi, che hanno dato vita ad avanzate e feconde esperienze di comunione. Nel temposono maturate forme diverse e si sono meglio definiti i contenuti, rimanendo inalteratoil proposito di annunciare il Vangelo a uomini e donne che compiono il passosignificativo del matrimonio. La pubblicazione del Direttorio di pastorale familiare perla Chiesa in Italia del 25 luglio 1993 ha raccolto e rilanciato questa ricca esperienza,che è stata oggetto, negli ultimi anni, di un accurato studio, sostenuto da una vastaindagine sui percorsi di preparazione al matrimonio tenuti in ogni regione d’Italia,compiuta nel 2008-2009 dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia con ilsupporto competente del Centro Internazionale Studi Famiglia. Ne è venuta unaconoscenza vasta e capillare, tale da evidenziare, nella prassi in atto, la varietà delleproposte, la loro ricchezza e anche problemi e difficoltà che sembrano richiedereulteriori sviluppi per annunciare il Vangelo del matrimonio. Tale impegno risultaparticolarmente urgente in una condizione, come la nostra, di continuo mutamento, econtrassegnata da nuove forme di crisi, come la radicale messa in discussionedell’istituto stesso del matrimonio.Il presente testo si mette al servizio di questo rinnovamento, nella consapevolezzache l’itinerario di preparazione al matrimonio anche in un simile contesto mantiene,anzi accresce, il proprio valore, assumendo il carattere di un autentico percorso di fede.Infatti, mentre segue il cammino dei fidanzati verso le nozze, li sostiene in unarinnovata adesione al Signore e offre loro l’occasione per ripartire nella fede,raccogliendo domande e richieste profonde che anche oggi i nubendi pongono allaChiesa. Proponiamo alle comunità cristiane di essere attente alla preparazione deifidanzati al matrimonio, ma, anche prima, all’affetto tra i giovani, perché lo vivano inmodo conscio e responsabile.Questo documento si rivolge ai presbiteri e agli sposi, alle persone consacrate, ailaici impegnati nell’azione pastorale e a tutti coloro che, nella comunità cristiana, hannoa cuore che si compia un buon cammino verso le nozze. Vuole mettere al centro ilmandato della comunità cristiana nell’articolazione degli itinerari di fede verso ilmatrimonio, ponendosi in ascolto e in dialogo con i destinatari, dei quali riconosce ledomande profonde, e li aiuta ad affrontare le dinamiche proprie della scelta di vita. Iltesto ribadisce inoltre modalità e contenuti fondamentali per costruire e proporre, ancheoggi, itinerari di fede capaci di accompagnare verso il sacramento del matrimonio e lacostituzione della famiglia, che resta la cellula fondamentale della Chiesa e dellasocietà. Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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02/02/2013 11:43 | |
CAPITOLO I - L’ABBRACCIO ACCOGLIENTE DELLA CHIESA MADRE:UNA COMUNITÀ CHE ACCOMPAGNA1. La comunità cristiana accompagna le tappe dell’amoreCarissimi, con questo documento ci rivolgiamo a voi, sacerdoti, persone consacrate,sposi e laici impegnati, membri di ogni Chiesa locale del nostro Paese, per ricordarviche la vostra comunità cristiana ha il compito e il dono prezioso di poter accompagnarei propri figli più giovani nelle affascinanti ed impegnative tappe dell’amore. Quelladell’amore sponsale è tra le esperienze più significative della vita dell’uomo; eccoperché la comunità cristiana deve rendersi sempre più capace di proporre un itinerario aquei giovani, ragazze e ragazzi, che stanno vivendo l’esperienza dell’affettività fin dalleprime fasi dell’innamoramento. Questo intento dovrà concretizzarsi in proposteadeguate all’età dei ragazzi o dei giovani, caratterizzandosi come un cammino dicatechesi e sensibilizzazione all’interno dei gruppi di appartenenza nella comunitàcristiana, ma anche come un cammino più personalizzato. Si tratta di illuminare ildesiderio di pienezza che quel ragazzo e quella ragazza stanno sperimentando, e lachiamata alla comunione che portano scritta nel cuore.Come efficace antidoto alla frammentarietà della vita moderna e all’abitudine diintraprendere relazioni superficiali e strumentali, occorre che li sosteniamo in uncammino di crescita, orientato a costruire gradualmente un vero e proprio progetto, checorrisponda sempre più alla scoperta del disegno di Dio su di loro. È importante allorache nella comunità parrocchiale, nelle zone pastorali, o per lo meno a livello diocesano,si individuino coppie di sposi, persone consacrate e laici che, insieme ai presbiteri, siformino per essere, accanto ai giovani, autentici compagni di viaggio nelle varie tappedell’amore. Allo stesso tempo è necessario che la comunità cristiana riconosca nei duegiovani una preziosa risorsa perché, impegnandosi con sincerità a crescere nell’amore enel dono vicendevole, possono contribuire a rinnovare il tessuto stesso di tutto il corpoecclesiale: la particolare forma di amicizia che essi vivono può diventare contagiosa, efar crescere nell’amicizia e nella fraternità la comunità cristiana di cui sono parte.2. Educare all’amore sponsale in un mondo che cambiaL’accompagnamento nel tempo del fidanzamento comporta, da parte dell’interacomunità cristiana, una responsabilità educativa di grande rilievo. Purtroppo il contestoculturale in cui viviamo non aiuta a scoprire la bellezza dell’amore umano e delsacramento del matrimonio, rischiando di disorientare le giovani generazioni rispetto auna scelta compiuta “per sempre”. Si diffonde una mentalità individualistica, che minala scelta del dono di sé a tutti i livelli, e quindi in particolare mette in crisi l’autenticitàdi un rapporto di coppia vissuto non per se stessi, ma nella prospettiva di un donosincero di sé all’altro e, nella forza di questa donazione, nel servizio agli altri nellaChiesa e nella società. Sembra oggi essere in discussione l’istituto stesso delmatrimonio, con il suo patrimonio di valori, atteggiamenti e scelte. Si diffonde peresempio il fenomeno della convivenza pre-matrimoniale e anche di quelle forme chenon mostrano di essere orientate a una scelta definitiva. Il Card. Joseph Ratzinger,appena prima della sua elezione a pontefice, ha affermato che oggi «si va costituendouna dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia comeultima misura solo il proprio io e le sue voglie»1. Tale tendenza spinge in particolare igiovani a considerare come equivalenti forme di vita diverse quali la convivenza e ilmatrimonio, o la relazione tra persone dello stesso sesso. Essa viene definita come unaforma di dittatura perché, se in apparenza lascia una totale libertà ai singoli diautodeterminarsi, in realtà impone la sua logica, che appiattisce le diverse esperienze ele rende uguali, ignorandone la specificità e impedendo di valutarle, ed eventualmentevalorizzarle, per quello che sono.La comunità cristiana, mentre cerca di interpretare le cause di questa situazione e siinterroga su come rimanere vicina a quanti la vivono, manifesta la sua fortepreoccupazione. Si vorrebbero infatti porre sullo stesso piano del matrimonio sceltediverse e meno impegnative, come la semplice convivenza o la scelta di rimaneresempre fidanzati, continuando ad abitare nelle rispettive famiglie di provenienza,offuscando l’orizzonte dell’amore, che per sua natura rende capaci del dono totale di sé.La Chiesa non giudica e non intende allontanare chi compie tali scelte; al contrariodesidera entrare in un proficuo dialogo con loro e li invita a non allontanarsi dalla vitaecclesiale. Non può però rinunciare ad affermare che vi è una forma di relazione dellacoppia, quella matrimoniale, che non può essere comparata con le altre forme diconvivenza o accompagnamento, perché basata sull’assunzione definitiva del proprioimpegno nei confronti dell’altro.Siamo dunque particolarmente riconoscenti alle tante coppie di sposi e genitori che,in un simile contesto, ogni giorno testimoniano il Vangelo del matrimonio e dellafamiglia, e con la loro vita annunciano che la famiglia e il matrimonio sono un Vangelo,cioè una vita piena e degna di essere vissuta. Sono proprio queste famiglie che sipropongono di aiutare i propri figli nel discernimento della loro chiamata e diaccompagnarli nella preparazione al matrimonio. A partire dal loro esempio e insieme aloro, vogliamo metterci alla ricerca di risposte adeguate a questi problemi così urgenti,per favorire l’accoglienza da parte dei giovani della loro vocazione. Nel far questo cisentiamo pieni di speranza, consapevoli di proporre ai più giovani un cammino checorrisponde al loro desiderio più profondo; si tratta cioè di far loro scoprire ciò che essistessi cercano, sebbene spesso non se ne rendano conto appieno.3. Nel cammino della ChiesaSiamo consapevoli che in questi ultimi decenni l’attenzione all’educazioneall’amore ha ricevuto nuovi e fecondi impulsi, fino ad allargare gli orizzonti e creare inmolti luoghi una vera e propria pastorale del tempo del fidanzamento, nelle sue varietappe, illuminandolo e aiutando a viverlo come evento di grazia. Già il Direttorio dipastorale familiare così esortava: «La pastorale prematrimoniale, in ogni suaarticolazione, costituisce uno dei capitoli più urgenti, importanti e delicati di tutta lapastorale familiare. Tale pastorale si trova di fronte a una svolta storica: essa è chiamataa un confronto chiaro e puntuale con la realtà»2. Le famiglie cristiane e tutte le strutturepastorali devono sentirsi coinvolte nella preparazione al matrimonio e nella celebrazionedelle nozze. In questi passi, coloro che si dispongono a formare una nuova famiglia nondevono sentirsi soli: il loro matrimonio non è una questione privata, ma coinvolge tutta_______________________________________1 J. RATZINGER, Omelia alla Missa pro eligendo Romano Pontifice, 18 aprile 2005.2 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia, 25 luglio1993, n. 40.***la comunità ecclesiale. Tutte le fasi della loro nuova vita familiare dovranno essereaccompagnate dall’affetto premuroso della comunità cristiana, e questa non potràdisinteressarsi delle loro situazioni di difficoltà, delle eventuali crisi nella vitamatrimoniale o degli eventi lieti o tristi, quali la nascita dei figli e la morte di personecare.A questo fine, sono da sollecitare e incoraggiare il dialogo e la collaborazione tra lapastorale familiare e quella giovanile, ma anche catechistica, vocazionale, scolastica,sociale e del tempo libero, e con tutte le altre dimensioni ecclesiali impegnatenell’evangelizzazione per la crescita della persona umana. Infatti, risulta evidente che,come in modo profetico aveva indicato l’esortazione apostolica Familiaris consortio,«la preparazione al matrimonio va vista e attuata come un processo graduale e continuo.Essa, infatti, comporta tre principali momenti: una preparazione remota, una prossima euna immediata»3. Oggi appare ancora più evidente che, per quanto fatta con grandecura, una preparazione esclusivamente immediata rischia di essere gravementeinsufficiente nell’offrire solide basi alla vita sponsale e familiare e orientare i fidanzati avivere lo stesso amore con cui «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei»(cfr Ef 5,25).4. Costruire la famiglia rinnova la societàL’impegno della comunità cristiana a favore della famiglia ha un forte impatto sututta la società, di cui la famiglia stessa costituisce la cellula fondamentale. Infatti, «lafamiglia si propone come spazio di quella comunione, tanto necessaria in una societàsempre più individualistica, nel quale far crescere un’autentica comunità dipersone grazie all’incessante dinamismo dell’amore, che è la dimensione fondamentaledell’esperienza umana e che trova proprio nella famiglia un luogo privilegiato permanifestarsi»4. Essa è la prima società naturale e «precede, per importanza e valore, lefunzioni che la società e lo Stato devono svolgere»5. Per questo la famiglia non puòvivere come chiusa al suo interno, ma è chiamata ad aprirsi nella solidarietà e a vivereun vero impegno nella società. Questa vocazione di ogni famiglia potrà essere vissutapiù appieno da chi comprende che la famiglia è sostenuta dall’amore di Cristo. Taleconsapevolezza va accresciuta nei giovani che si incamminano verso il matrimonio, perfar sì che, anche grazie a loro, tutto il tessuto sociale sia rinnovato. Costruire la famigliadiviene così una tappa fondamentale per apportare alla comunità civile istanze di verità,di giustizia e di solidarietà6, soprattutto attraverso la procreazione e l’educazione deifigli. Per questo, la famiglia, cellula vivificante e risorsa feconda, partecipa alla vitadella società per far crescere in umanità i suoi membri, singoli e collettivi, rinnovandocosì lo sguardo della società stessa; infatti la comunione familiare alimenta la coesionesociale e ne è l’autentica sorgente.______________________________________________________3 GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica Familiaris consortio, 22 novembre 1981, n. 66.4 PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina sociale della Chiesa,2 aprile 2004, n. 221.5 Ib., n. 214.6 Cfr CONCILIO VATICANO II, Costituzione pastorale Gaudium et spes, n. 26. Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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02/02/2013 11:46 | |
CAPITOLO II - AFFETTIVITÀ E INNAMORAMENTO5. Una promessa di felicitàNell’enciclica Redemptor hominis il Beato Giovanni Paolo II insegna che «l’uomonon può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la suavita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, senon lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente»7. È a questapienezza di vita e di amore che aspirano i più giovani quando il loro affetto li spinge acercare la relazione con l’altra persona. La spinta pulsionale invita a uscire da se stessiper entrare in una relazione di reciprocità. La relazione amorosa ha come punto dipartenza l’attrazione per l’altro, la profonda aspirazione all’incontro presente in ogniessere umano, il desiderio di superare la solitudine. È una risposta al bisogno profondodi essere riconosciuti, scelti e amati, ma rappresenta anche un’occasione dicambiamento e di crescita, che può condurre il giovane da un narcisistico amore di sé,che generalmente si annida nei primi passi della relazione amorosa, a un amore cheimpara a tradursi in dono di sé per l’altro.Nell’esperienza amorosa si incontrano l’eros, cioè l’esperienza pulsionale, legata aldesiderio e alla fisicità della persona, e l’agape, che è la capacità di un amore gratuitonel dono di sé. Questi due elementi si integrano e si rinforzano a vicenda nellacostruzione di una relazione autentica che porta al dono di sé reciproco, come insegnaBenedetto XVI nella sua prima enciclica, dedicata all’amore: «anche se l’erosinizialmente è soprattutto bramoso, ascendente…, nell’avvicinarsi poi all’altro si porràsempre meno domande su di sé, cercherà sempre di più la felicità dell’altro, sipreoccuperà sempre di più di lui, si donerà e si desidererà esserci per l’altro»8. Questaintegrazione deve essere favorita e gradualmente costruita all’interno della coppia,perché l’amore in una coppia di fidanzati e di sposi è l’esito del convergere armonico dieros e agape. Infatti, l’innamoramento e i sentimenti che lo accompagnano sono aspettipositivi, che vanno coltivati e avvalorati, ma rappresentano anche un elemento fragile edelicato della relazione fra i due. Nel cammino di crescita della coppia i giovani devonoportare a compimento l’innamoramento in un passaggio che li conduca, attraverso isentimenti, verso un’autentica scelta d’amore, nel graduale emergere della sollecitudineper l’altro, dal rispetto reciproco, dalla volontà di cercare, insieme con la propria,l’altrui felicità. Il risultato di questo progredire deve portare al vero incontro con lapersona amata, assumendone generosamente e fedelmente i desideri e le aspettative, legioie e le sofferenze, i progetti e le speranze.6. Educazione integrale: l’alfabeto della corporeitàIl tempo dell’adolescenza comporta profonde trasformazioni del corpo, che èsessuato fin dalla nascita. Preadolescenti e adolescenti sentono parlare la lingua direttadel corpo che cambia; nello stesso tempo il loro mondo interiore si costituisce e siaffina, con tempi diversi fra maschi e femmine, dettando imperiosamente emozioni esentimenti. Di questa esperienza travolgente spesso si parla solo con i coetanei, e___________________________________________________________7 GIOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Redemptor hominis, 4 marzo 1979, n. 10.8 BENEDETTO XVI, Lettera enciclica Deus caritas est, 25 dicembre 2005, n. 7.***mediante le categorie offerte dai media e dagli immensi e incontrollati spazi del virtuale.Attorno agli adolescenti molti messaggi della società e comportamenti diffusi nelmondo degli adulti tratteggiano uno scenario dove il fascino dell’amore vero appareoffuscato. È così che i giovani corrono il rischio di idealizzare la realtà dell’affettività edella relazione con l’altro, di assolutizzare questa esperienza ancora non pienamentematura, e di ridurre alla sola dimensione emotiva la relazione di coppia. Per questo essidevono essere aiutati a comprendere il giusto valore dell’esperienza in cui muovono iprimi passi: imparare ad amare è un’arte che richiede pazienza e sacrificio, e che habisogno di guide sapienti.Nell’intento di non lasciare i ragazzi in balia di fonti ambigue, occorre pazienza peraccogliere la loro vivace curiosità di sapere. Genitori ed educatori sono chiamati a farerete, proponendo un’educazione alla corporeità e alla sessualità che sia franca, diretta eintegrale, evitando rischiose forme di delega. Occorre infatti presentare la personaumana e il suo sviluppo sessuale e affettivo nella sua globalità, senza cadere in formeriduttive. Sottoposti al bombardamento mediatico di stimoli emotivi contraddittori, iragazzi talvolta stentano a collegare vissuti e sentimenti; è proprio in questa fase chediviene determinante il ruolo dei genitori, coadiuvati da altre figure educative, peraiutarli a non vivere la loro relazione in modo superficiale e istintivo. Incontrarsi edialogare con questo universo richiede che non si svicoli rispetto al punto di partenza: ilcorpo che cambia e al contempo un’interiorità che percepisce la bellezza e la grandezzadell’amore a due.7. In un mare di messaggiCome già abbiamo accennato, le modalità con cui oggi i giovani affrontano leesperienze d’amore sono fortemente condizionate dal contesto culturale e sociale nelquale vivono. Spesso il corpo, in particolare quello della donna, è presentato come unoggetto o come semplice fonte di piacere, rendendo più difficile percepirne la preziositàe la stessa bellezza, che viene paradossalmente deturpata dalla pornografia e da un usostrumentale del corpo. A questi condizionamenti si aggiungono le oggettive precarietàdella vita sociale: la crisi economica, che riduce la disponibilità di risorse ecompromette uno sguardo fiducioso al futuro; le difficoltà lavorative, che comprimonoin modo preoccupante la progettualità all’interno della coppia in vista della costituzionedi una nuova famiglia; la carenza di alloggi, o quantomeno la maggiore difficoltà adacquistare una casa, se non sostenuti dalle famiglie di appartenenza. È così che il futuroè spesso percepito come opaco e indecifrabile e i giovani vivono una dimensione diincertezza circa il proprio avvenire, così che la temporaneità e frammentarietàdell’amore possono prevalere sull’istanza progettuale. Questo accentua la tendenza acostruire relazioni di coppia di tipo intimistico, in cui spicca la ricerca di un rapportocaldo sul piano emotivo-affettivo, ma slegato da un impegno per il futuro.8. Il pudore e la castità: la custodia di un dono preziosoGli adolescenti, assediati da un clima generale fortemente erotizzato nellacomunicazione, nella moda, nei modelli proposti, devono essere guidati ad acquisire unsano senso critico. In tale prospettiva, la comunità cristiana offre i giusti anticorpi neiconfronti del consumismo dilagante e della spudoratezza, della banalizzazione e dellasuperficialità, che inquinano affettività e coniugalità. Per lo sviluppo di questo percorsorisultano particolarmente importanti, per gli adolescenti, e in particolare «per i giovani,le esperienze di condivisione nei gruppi parrocchiali, nelle associazioni, e neimovimenti, nel volontariato, nel servizio in ambito sociale e nei territori di missione. Inesse imparano a stimarsi non solo per quello che fanno, ma soprattutto per quello chesono. Spesso tali esperienze si rivelano decisive per l’elaborazione del proprioorientamento vocazionale, così da poter rispondere con coraggio e fiducia alle chiamateesigenti dell’esistenza cristiana: il matrimonio e la famiglia, il sacerdozio ministeriale,le varie forme di consacrazione, la missione ad gentes, l’impegno nella professione,nella cultura e nella politica»9.I due valori più importanti per giungere alla maturità affettiva sono quelli delpudore e della castità, di cui la vita all’interno della comunità cristiana deve favorirel’acquisizione. Il pudore riporta alla parte più intima e preziosa della persona, facendocomprendere che la sessualità non è solo ricerca del piacere, ma ricerca di una personanella sua unicità e dignità. L’essere umano nasce aperto all’infinito, in un corposessuato di maschio e femmina, che evidenzia il suo essere creatura e la sua fragilità;per questo va custodito nel suo valore, in quanto icona dello spirito umano creato daDio. Allo stesso modo vanno sostenute, fin dai primi anni di vita, la scoperta el’accoglienza della differenza sessuale e la bellezza della reciprocità fra il maschile e ilfemminile. Il pudore custodisce e tutela i valori intimi e profondi della persona; nonlimita la sessualità, ma la protegge e l’accompagna verso un amore integrale eautenticamente umano. A tal fine, occorre educare al pudore fin dalla fanciullezza: lavera forza liberante sta nell’ammettere di essere fragili e che questa evidente fragilità vacustodita bene, come il guscio di una perla di gran valore, secondo la felice immaginebiblica (cfr Mt 13,46). In questa stessa luce si può comprendere «il significato morale epedagogico della castità»10, grazie alla quale la sessualità è posta a servizio dei valoripiù alti a cui deve tendere, facendo sì che essa divenga «il mezzo di un amore umanoautentico, quale poi si manifesterà compiutamente, secondo distinte modalità, nellavocazione matrimoniale o verginale»11.9. Innamorarsi dell’altro incontrando l’AltroIl periodo dell’innamoramento chiama la coppia a riconoscere e a scoprire semprepiù l’amore di Dio, le cui tracce si possono trovare già nell’amore umano, che rinviaalla sua presenza come sorgente. Vi sono infatti alcuni segni che conducono asperimentare la presenza di un amore che supera e trascende il semplice legame vissuto.Un primo dato è riconoscere il limite e l’infinitezza dell’esperienza amorosa: il limite èdato dal fatto che nessuna esperienza o sentimento saziano il cuore dell’uomo, sempreportato a desiderare e cercare qualcosa di più grande, che in definitiva si trova solo inDio; ciò fa sì che, soprattutto nell’esperienza amorosa, si sperimenti, insieme al limite,anche l’assoluto. Un altro dato che emerge è dunque che in ogni innamoramento vi è ildesiderio del per sempre che si pone alla base della relazione, quasi che il momento_________________________________________________________________________9 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastoralidell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, 4 ottobre 2010, n. 32.10 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Matrimonio e famiglia oggi in Italia. Documento pastoraledell’Episcopato italiano, 15 novembre 1969, n. 18.***presente trasporti in un orizzonte infinito. In definitiva, nell’innamoramento si vivel’esperienza della totalità nella quale si è condotti a “perdersi”, a dare tutto di sé, perritrovare se stessi nell’altro (cfr Gv 12,25). Così Dio si rivela dentro l’amore umano, trauomo e donna, e si comunica nel cammino verso il sacramento del matrimonio12. Saràproprio a partire dalla scintilla dell’innamoramento che il ragazzo e la ragazza potrannoiniziare il proprio itinerario interiore, di coppia ed ecclesiale, per accogliere e vivere lapresenza di Dio.L’esperienza dell’innamoramento e le tappe attraverso cui si impara ad amarsi inmodo sincero e totale sono così grandi e coinvolgenti che lasciano trasparire l’amorestesso di Dio. La Deus Caritas est ci insegna proprio questo: che l’amore umano non èseparato dall’amore divino. Al contrario, come annuncia l’apostolo Giovanni, «Dio èamore» (1Gv 4,8), e chi fa esperienza dell’amore fa esperienza di Dio, che dell’amore èla prima sorgente e colui dal quale attingiamo la forza di amare. Nell’accompagnare igiovani nelle tappe dell’amore siamo dunque consapevoli che tale percorso ha unlegame molto stretto con la fede, e facilita la loro accoglienza del Vangelo di Gesù, chedell’amore di Dio è rivelazione piena.______________________12 Cfr ib., n. 7. Fraternamente CaterinaLD
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02/02/2013 11:59 | |
CAPITOLO III - IL PERCORSO VERSO IL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA 10. Il ruolo educativo dei genitoriSono in primo luogo i genitori, ma anche quanti con loro operano nell’ambitoeducativo e quanti accompagnano i giovani nel loro cammino di fede, che hanno lamissione preziosa di aiutare a interpretare e far maturare l’esperienza amorosa. Genitoried educatori, con il supporto di specialisti illuminati dalla fede, prevedano momenti incui affrontare le domande scottanti dei ragazzi sulla sessualità, con la sapienza di andareoltre interrogativi e curiosità per dischiudere a poco a poco la bellezza della vocazioneall’amore. Gli interventi saranno tanto più incisivi quanto più ben strutturati eorganizzati in forma di percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità, all’internodel loro normale itinerario di fede. È particolarmente utile con ragazzi e adolescentil’aiuto di operatori della pastorale della comunicazione, che collaborino per proporreoccasioni di educazione all’immagine e al linguaggio dei media. I ragazzi sonoperennemente a contatto con musica, tv e radio, immersi nel web: non vanno lasciatisoli in quegli ambienti, ma accompagnati in una fruizione critica e intelligente. Nellacatechesi e nei gruppi formativi si possono coinvolgere con profitto fidanzati e coppie disposi, perché testimonino la loro esperienza di amore. I consacrati e le persone incammino verso questa meta non temano di raccontarsi: troveranno negli adolescentiinteresse e capacità di comprensione sorprendenti.11. Il prezioso apporto dei carismi e della vita consacrataCi permettiamo di sollecitare, pur nella consapevolezza della profonda crisi divocazioni che attraversa la nostra epoca, una rinnovata presenza degli Istituti di vitaconsacrata nell’accompagnare, insieme ai sacerdoti e agli sposi, le tappe di maturazioneaffettiva nei fanciulli e adolescenti. In passato molte generazioni di sposi hanno ricevutoun prezioso apporto nel campo educativo attraverso i fecondi carismi della vitareligiosa. A maggior ragione oggi, in una emergenza educativa che ci interpellaseriamente, la vitalità dei carismi della vita consacrata, in particolare di quellafemminile, potrà rivelarsi una straordinaria opportunità di crescita per i fidanzati, glisposi e l’intera comunità cristiana. Ciò aiuterà a comprendere l’amore sponsaleall’interno della vocazione all’amore ricevuta nel battesimo, e vissuta dai religiosi e daiconsacrati secondo una modalità differente e complementare rispetto a quella sponsale.Il reciproco rimando tra la vocazione al matrimonio e la vocazione celibataria everginale permette infatti di illuminare più pienamente il significato ultimo delmatrimonio, che è quello di vivere nel dono di sé e nella comunione con Dio.12. Un cammino graduale e continuoPoiché la preparazione al matrimonio è una scelta vocazionale, nel contesto di uncammino graduale e continuo13, la comunità cristiana è chiamata a offrire percorsi diaccompagnamento per i diversi momenti dello sviluppo affettivo, relazionale espirituale della persona e della coppia. Il tempo del fidanzamento, oggi ancora non__________________________13 Cfr Familiaris consortio, n. 66.***pienamente valorizzato dalla comunità cristiana, è un momento prezioso in cui i giovanisono più sensibili a domande che interpellano la loro libertà. Per questo è urgenteaiutarli a motivare la scelta e la decisione per un’alleanza nella fiducia enell’affidamento l’uno all’altro, facendo scaturire la riflessione, se pur in fase iniziale,del perché sposarsi e perché sposarsi in Chiesa. Nella coppia nascente la costruzione diuna relazione autentica nella libertà e nel rispetto reciproco nasce dalla consapevolezzache l’amore comporta una responsabilità: amare è desiderare il vero bene dell’altro,diventare capaci di donarsi reciprocamente e generare, nella stabilità della vitafamiliare, la vita, il figlio dono dal dono14. Nei cammini di accompagnamento, oltre allarelazione di coppia, è determinante l’esperienza di gruppo per crescere nellaconsapevolezza che la consistenza del “noi” si realizza nell’appartenenza a un contestoecclesiale e sociale.13. I passi del camminoGli obiettivi da perseguire nei cammini di formazione dei giovani innamoratipossono essere articolati in tre grandi ambiti: identità, reciprocità, progettualità; tredimensioni che sono da considerarsi in unità, sia nella vita personale che di coppia e digruppo.- Identità: questo aspetto mira a favorire l’integrazione di tutte le potenzialitàdella persona, facendo emergere che la corporeità-sessualità è una dimensionecostitutiva del maschile e del femminile, opportunità di comunicazionerelazione,linguaggio di amore, comunione e fecondità. Acquisire l’identità èimparare ad assumere il tempo come un progetto di vita personale e di coppia,partendo dalla propria storia per arrivare a una storia condivisa. È importante farscoprire la bellezza dell’attesa e del rispetto reciproco, aiutando a costruireun’armonia tra intelligenza, affettività e volontà.- Reciprocità: la reciprocità è frutto di equilibrio dinamico tra autonomia edipendenza: è necessario creare occasioni per crescere nella stima personale ereciproca, per imparare a fare verità su di sé e vedere l’altro come risorsa. Lacapacità di dialogo e confronto è una dimensione necessaria a scoprire che larelazione è sorgente per la vita personale e di coppia, elemento indispensabiledel vivere insieme e del bene comune. «L’educazione è strutturalmente legata airapporti tra le generazioni, anzitutto all’interno della famiglia, quindi nellerelazioni sociali. Molte delle difficoltà sperimentate oggi nell’ambito educativosono riconducibili al fatto che le diverse generazioni vivono spesso in mondiseparati ed estranei. Il dialogo richiede invece una significativa presenzareciproca e la disponibilità di tempo»15. Per maturare in pienezza occorre quindil’apporto significativo delle figure genitoriali e del mondo degli adulti.- Progettualità: questo obiettivo vuol far crescere la consapevolezza dellanecessità di un progetto di vita per se stessi e per la coppia che sta nascendo.Spesso in molti giovani che percepiscono di amarsi manca una vera e propriaprogettualità che dia un orizzonte aperto e di speranza all’amore. Si rischia divivere solo i frammenti del presente, senza dare pienezza alla relazione. È bello____________________________________________________________14 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle famiglie Gratissimam sane, 2 febbraio 1994.15 Educare alla vita buona del Vangelo, n. 12.***e liberante prendere coscienza che la propria esistenza è un dono ricevuto peressere donato nella vocazione sponsale, vissuta nell’orizzonte della fede, sulleorme di Cristo sposo che si offre alla Chiesa sua sposa.14. Nel cantiere dell’amoreUn itinerario di accompagnamento per i giovani innamorati sta a cuore allapastorale familiare e giovanile, alle parrocchie e alle associazioni. Nell’impostazione deipercorsi per accompagnarli è importante, in un lavoro di équipe, curare l’attenzione atutte le dimensioni della persona, usando modalità diversificate e linguaggi adeguati percomunicare la sorgente del loro amore e il fascino della fede. La vocazione di ciascunoè dono e ricchezza per tutti, è testimonianza di Chiesa. Per questo è importante un climadi accoglienza e ascolto reciproco, valorizzando i contributi che ciascuno può dare.L’équipe degli educatori dei giovani è chiamata a curare in modo particolare lacomunione e l’unità di intenti, suscitando la sete di conoscere la parola di Dio. Lapeculiarità di questi cammini richiede agli operatori coinvolti una formazione specifica,una profonda sensibilità verso i desideri e le difficoltà del mondo giovanile e ladisponibilità a collaborare con altre realtà formative.15. Un passaggio importanteNel processo di formazione di una famiglia cristiana è determinante la durata e laqualità del percorso di «preparazione particolare e immediata al sacramento delmatrimonio»16, che deve sollecitare la responsabilità e l’impegno della comunitàcristiana. È indispensabile un percorso di fede attraverso il quale i fidanzati arrivino almatrimonio preparati e con una sufficiente consapevolezza del mistero che celebrano edegli impegni che ne conseguono. La proposta dell’itinerario di preparazione almatrimonio va fatta per tempo, possibilmente già un anno prima delle nozze17, in mododa cogliere in pieno l’opportunità pastorale che si offre. Se fatta con largo anticipo,potrà costituire anche una verifica rispetto al progetto che i fidanzati, più o menoconsapevolmente, hanno costruito nel tempo. Nel percorso formativo va data moltaattenzione sia ai contenuti del messaggio da trasmettere sia alle modalitàdell’accompagnamento dei fidanzati, che normalmente si svolge in forma comunitaria.L’équipe, composta da presbiteri, sposi e possibilmente da persone consacrate, puòavvalersi del supporto del consultorio di ispirazione cristiana e dell’ausilio di esperti,nel caso in cui il progetto formativo sia pienamente condiviso. La composizione stessadell’équipe già rappresenta la realtà e il volto missionario della Chiesa.16. Si avvicinano le nozzeIn un percorso di accompagnamento dei fidanzati verso il matrimonio, quando ladata delle nozze è ormai decisa, non si può avere la pretesa di affrontare in modoesaustivo tutti i temi che interessano il matrimonio cristiano e la vita di famiglia. Èimportante però dare una panoramica sufficiente degli aspetti essenziali della relazionedi coppia, del matrimonio cristiano e delle scelte di vita che caratterizzano una famiglia_____________________________________________________16 Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia, n. 50.17 Cfr ib., n. 61.***cristiana. Occorre suscitare la curiosità e il gusto di approfondire tali tematiche, perché inubendi sentano che la proposta di vivere la propria unione di amore, alla luce di unavocazione divina, conferisce pienezza e fascino al progetto di vita coniugale e familiare.«I contenuti proposti, partendo dalla realtà umana vissuta dai fidanzati e illuminandola einterpretandola con l’annuncio del Vangelo, dovranno permettere ai fidanzati digiungere a conoscere e a vivere il mistero cristiano del matrimonio»18. Alcune tematicheriguardano prevalentemente l’area delle scienze umane, altre la dimensione spiritualeteologicadel matrimonio e della famiglia. È opportuno fare sintesi tra la dimensioneumana e quella spirituale, in un intreccio da cui emerga la logica dell’incarnazione: unastoria umanamente piena che lasci trasparire la presenza e la guida dello Spirito Santo.Le tematiche che non possono mancare all’interno di un percorso formativo delle coppieche chiedono di sposarsi in Cristo e nella Chiesa hanno alcune fonti essenziali diriferimento:- la parola di Dio, privilegiando il lezionario per la Messa degli sposi,recentemente ampliato, che permette di formulare un itinerario alla fede per inubendi e che può con frutto essere usato nella sua portata kerigmatica;- il Rito del matrimonio, frutto di un lungo cammino in cui la Chiesa italiana si èfatta ancora più vicina agli sposi di questo tempo;- il magistero della Chiesa, sintetizzato nel documento pastorale Evangelizzazionee sacramento del matrimonio (20 giugno 1975), nel Direttorio di pastoralefamiliare per la Chiesa in Italia (25 luglio 1993) e nel sussidio pastoraleCelebrare il “mistero grande” dell’amore. Indicazioni per la valorizzazionepastorale del nuovo Rito del matrimonio (14 febbraio 2006).17. Fedeli alla vocazione: una relazione umanamente maturaIn Chiesa non ci si sposa per caso, ma per rispondere a una chiamata di Dio,personale e di coppia, a vivere l’amore come una strada di santità e un servizio al benecomune della società. Se nella prima fase dell’innamoramento è determinante la forzadei sentimenti e dell’attrazione reciproca, la prospettiva del matrimonio cristiano dovràspostare l’attenzione prevalentemente sulla vocazione ad accogliere la persona nella suaverità, ricca e povera insieme, e a orientare le scelte nell’orizzonte dell’amore sponsale,capace di superare anche le inevitabili fragilità dei sentimenti: dall’innamoramentoall’amore, dal sentimento al sacramento.Si tratta di cogliere il senso profondo della vocazione come chiamata a una storiadella quale fanno parte anche eventi diversi da quelli previsti e progettati. L’accoglienzadi questa chiamata fa parte di un cammino spirituale degli sposi, che affonda le radici inuna comunione profonda con colui che ha chiamato Abramo ad abbandonare lasicurezza presente per avventurarsi in una strada sconosciuta: «Vattene dalla tua terra,dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò.… Tibenedirò… possa tu essere una benedizione» (Gen 12,1-2).La “materia prima” del sacramento del matrimonio è la persona e la relazione tra glisposi: una relazione sufficientemente matura, improntata al rispetto vicendevole dellapersonalità e della storia di ognuno dei due, disponibile ad accogliere la diversità e di______________18 Ib., n. 58.***vederla come ricchezza, cogliendo il positivo degli eventi e degli imprevisti della vitaquotidiana e capace di generare la vita con generosa responsabilità. La nuova relazionetra gli sposi non potrà essere vissuta in modo privatistico, al contrario è costitutivamentecaratterizzata dall’apertura all’altro da sé: è aperta a Dio che pone su di essa il suosigillo, ed è aperta al dono dei figli, nei quali la stessa relazione di coppia riceve la suaoggettivazione. Pur se non è istituito unicamente in vista di questo fine, «il matrimonionella sua verità oggettiva è ordinato alla procreazione e all’educazione deifigli. L’unione matrimoniale, infatti, fa vivere in pienezza quel dono sincero di sé, il cuifrutto sono i figli, a loro volta dono per i genitori, per l’intera famiglia e per tutta lasocietà»19.18. Il lieto annuncio di Dio sull’amore umanoOccorre tener conto del pregiudizio, oggi presente nella maggior parte dei giovani enella mentalità comune, secondo il quale la Chiesa sarebbe timorosa sulla corporeità esevera nel valutare la realtà dell’amore umano. Partendo dai testi biblici, è opportunodelineare la visione radicalmente positiva della Rivelazione sull’amore sponsale. Allostesso tempo, è necessario mettere in luce anche la dimensione della fragilità dell’amoreumano, continuamente insidiato dal peccato radicato nel cuore dell’uomo (cfr Gen 4,7):la capacità affettiva e la sessualità, che Dio ci ha dato per l’amore, per il dono e per lagioia, possono divenire strumento di egoismo, di sopraffazione e di tristezza. In questoambito vanno affrontati in particolare i temi della necessaria autonomia rispetto allefamiglie di origine e della gestione dei momenti di incomprensione e di litigio. Nellastoria di ogni persona l’amore va liberato e aiutato a crescere con un progetto aperto altrascendente._____________________________________________19 Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, n. 218.***Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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CAPITOLO IV - VERSO LA CELEBRAZIONE DELLE NOZZE19. Dal rischio dell’isolamento a una viva fraternitàIl compito della Chiesa locale si esprime nell’educare progressivamente i fidanzatialla comprensione della fede nel sacramento, per condurli a prendere parteconsapevolmente alla celebrazione nuziale, riconoscendo il significato dei gesti e deitesti. A tale scopo la comunità parrocchiale, sotto la guida del proprio parroco, ha ilcompito di formulare itinerari e iniziative per la preparazione al matrimonio, così daaiutare i fidanzati a porsi progressivamente nel mistero di Cristo, a servizio della Chiesae del mondo.Lo stesso Rito del matrimonio riconosce alla comunità un ruolo indispensabile e lainvita a parteciparvi pienamente, impegnandosi anche ad aiutare i fidanzati a scoprire ilvalore del loro amore, sia per la comunità ecclesiale che per quella civile. Occorrequindi che la comunità cristiana riconosca che i fidanzati e gli sposi sono risorsepreziose. Varrà quindi la pena cogliere ogni occasione per far sentire coinvolti tutti ifedeli a valorizzare la presenza sponsale all’interno della comunità.L’esperienza di un cammino di preparazione alle nozze è occasione propizia dimissionarietà, in quanto diventa per la coppia il momento favorevole per riscoprire unafede adulta, a seguito, per alcuni, di un prolungato vuoto di formazione cristiana; ilpercorso con altre coppie è anche un’opportunità straordinaria per fare esperienzaecclesiale. È importante quindi che essi incontrino una Chiesa accogliente, che siaccosta con premura al loro progetto di vita e che è disponibile ad accompagnarli in unastoria di amore umanamente e spiritualmente ricca, anche dopo le nozze.Questa educazione della comunità ecclesiale va fatta utilizzando al meglio le tanteoccasioni che si vengono a presentare negli incontri e negli appuntamenti dellaparrocchia. Suggeriamo qui alcuni possibili segni concreti che, a discrezione dellaChiesa locale e del singolo parroco, possono venire realizzati nel presentareufficialmente i fidanzati all’assemblea liturgica durante il percorso di preparazione almatrimonio:- inserire periodicamente una intenzione particolare nella preghiera dei fedeli;- annunciare con gioia il fatto che una nuova famiglia stia venendo ad abitare inquel territorio;- affidare pubblicamente il mandato agli sposi che durante l’annoaccompagneranno i fidanzati nel percorso di preparazione;- invitare caldamente a partecipare alla celebrazione di ogni matrimonio; a talescopo è opportuno, almeno qualche volta, celebrare le nozze nell’Eucaristiadomenicale.20. L’incontro con il parrocoPer consentire il cammino di preparazione, i fidanzati sono invitati a presentarsi alparroco, cui spetta procedere all’istruttoria e al cosiddetto esame prematrimoniale,possibilmente circa un anno prima della data prevista per le nozze. Il parroco a cuirivolgersi può essere uno dei due delle parrocchie di residenza dei nubendi, a lorodiscrezione. In questo primo colloquio è cura del sacerdote accogliere la richiesta dicelebrazione del matrimonio cristiano, aiutando la coppia a chiarire le ragioni di talescelta e invitandola a partecipare agli itinerari per i fidanzati programmati dallaparrocchia o dalla diocesi. Il parroco deve tener conto della diversa situazione spiritualedei singoli fidanzati, che richiede molte volte approcci differenziati, e favorire, sin daallora, anche forme personalizzate di riscoperta della fede, avvalendosi dellacollaborazione di famiglie che siano di riferimento per queste giovani coppie.In questo colloquio, o in più colloqui, il parroco pone cura e attenzionenell’accompagnare i fidanzati a compiere una scelta libera e consapevole, che interpellanon solo le loro convinzioni ideali e di fede, da riscoprire e rafforzare in occasione delmatrimonio, ma anche tutte le dimensioni dell’intelletto e della volontà che necessitanodi essere accolte con grande maturità, perché la chiamata al matrimonio sia il piùpossibile libera e consapevole, e così pienamente umana.Il colloquio, come facilmente si intuisce, dovrebbe aiutare la persona a comunicaresinceramente i propri punti di vista e le proprie decisioni in ordine al matrimonio,manifestando in modo libero e autentico i contenuti del proprio progetto matrimoniale.Infatti, «il diritto a contrarre matrimonio – ha richiamato Benedetto XVI – presupponeche si possa e si intenda celebrarlo davvero, dunque nella verità della sua essenza cosìcome è insegnata dalla Chiesa. Nessuno può vantare il diritto a una cerimonia nuziale.Lo ius connubii, infatti, si riferisce al diritto di celebrare un autentico matrimonio. Nonsi negherebbe, quindi, lo ius connubii laddove fosse evidente che non sussistono lepremesse per il suo esercizio, se mancasse, cioè, palesemente la capacità richiesta persposarsi, oppure la volontà si ponesse un obiettivo che è in contrasto con la realtànaturale del matrimonio»20. In questa fase, quindi, da parte dei pastori è opportunol’esercizio di un sapiente discernimento, in un accompagnamento premuroso che siavvalga eventualmente di coppie mature e prudenti come collaboratori. 21. Il Rito del matrimonioAuspicando che l’intensa fase di discernimento abbia avuto buon esito, si esorta ilparroco o, in accordo con lui, il sacerdote o il diacono che assisteranno al matrimonio, apromuovere uno o più incontri con i prossimi sposi per prepararli alla celebrazioneliturgica delle nozze. In questo momento, tenendo conto delle varie situazioni di fedeche si possono presentare, va valorizzata e spiegata ai fidanzati la bellezza della liturgianuziale, aiutandoli a comprendere il significato di ogni gesto rituale e della preghieradella Chiesa, ad avvalersi della possibilità prevista dal Rito stesso di personalizzarealcune parti: potranno scegliere le letture bibliche, tra quelle proposte dal lezionario;preparare i canti e le preghiere; individuare persone adatte a cui affidare ministeri ecompiti specifici. Si può anche invitare i fidanzati a rendersi animatori e promotori diuna celebrazione viva e partecipata, ricordando la loro identità e il loro ruolo comeministri del sacramento. È opportuno poi aiutarli a far propri i criteri con cui può esserepreparata e animata la celebrazione, tenendo presenti anche le indicazioni più concreteche a tal fine sono state predisposte nelle varie diocesi.Il Rito del matrimonio, in questo particolare momento, si rivela uno strumento riccoe prezioso sotto il profilo teologico e per la sapienza umana. Gli stessi fidanzati sono________________________________________20 BENEDETTO XVI, Discorso alla Rota Romana, 22 gennaio 2011.***chiamati a cogliere questa sorprendente densità già nel vivere la dimensione sponsaledel proprio battesimo.«Nell’esperienza pastorale italiana si verifica sempre di più il caso di coppie che,pur non avendo maturato un chiaro orientamento cristiano e non vivendo una pienaappartenenza alla Chiesa, desiderano la celebrazione religiosa del Matrimonio, essendobattezzati e non rifiutando esplicitamente la fede»21. Il Rito, venendo incontro inparticolare a queste situazioni, ha predisposto la possibilità della celebrazione delsacramento nella liturgia della Parola, per coloro che da tempo non frequentano laMessa, prevedendo al termine la consegna della Bibbia, nell’auspicio di incoraggiare unitinerario di riscoperta del battesimo in chiave sponsale. La novità del Rito è, dunque, in tutte le sue varie forme, la sottolineatura delladimensione battesimale dei nubendi, e di conseguenza dell’importanza della comunitàcristiana all’interno della quale il sacramento si celebra. Si consiglia quindi di agevolarela scelta e l’uso delle varie possibilità rituali, facendole approfondire alle coppie findall’inizio del percorso di preparazione al matrimonio, perché li possano gradualmentescoprire. La liturgia, e nello specifico la celebrazione del matrimonio con i suoi riti,attua con parole e gesti un evento di salvezza, e manifesta il significato profondo di ciòche gli sposi stanno vivendo e attuando. La storia della salvezza infatti è descritta dallaBibbia come una storia d’amore tra Dio e il suo popolo, che culmina nelle nozze traCristo e la sua Chiesa, per la quale egli dona pienamente se stesso e che unisce a sécome suo corpo. Nei sacramenti, in particolare nella celebrazione della Messa e anchenel sacramento del matrimonio, si celebra la fedeltà del Signore con il suo popolo e glisposi vengono associati a tale potenza d’amore. Il rito diviene così una “parolacreativa”, rendendo gli sposi un’icona della sponsalità tra Cristo e la Chiesa esacramento permanente del suo amore, di cui ormai sono soggetto attivi e protagonisti.Ecco la grande realtà del matrimonio e l’altissima vocazione degli sposi all’interno dellacomunità cristiana e della società: quella di rappresentare e rendere presente, attraversol’amore sponsale, l’amore di Cristo per gli uomini e la fedeltà a lui della Chiesa.La liturgia nuziale deve esprimere pienamente il significato ecclesiale delmatrimonio attraverso uno stile celebrativo improntato a una gioiosa semplicità, chefavorisca il coinvolgimento dell’intera comunità ecclesiale in cui gli sposi sono inseriti.A tale scopo, i fidanzati siano aiutati a cogliere la bellezza del rito e a vivere pienamenteil loro ruolo di ministri del sacramento, e la comunità dei fedeli sia guidata a parteciparein modo consapevole alla liturgia nuziale, predisponendone accuratamente ogni aspetto. 22. La riscoperta di una fede adulta in una Chiesa accogliente Oggi più che mai, occorre un profondo invito alla sobrietà nel vivere lapreparazione dell’evento. La celebrazione delle nozze può diventare occasione peresprimere «la fede che si rende operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6) con gesti dicondivisione verso i poveri e per mostrare attenzione alle necessità della comunitàparrocchiale. È auspicabile che ogni parrocchia, zona pastorale o diocesi, organizziperiodicamente, oltre al consueto itinerario di preparazione, con una cadenza legata alnumero di matrimoni da celebrare nell’anno, un momento di ritiro spirituale o unincontro di preghiera per i futuri sposi, a cui possibilmente invitare le famiglie di origine_______________________________________21 Rito del matrimonio, n. 7.***e i testimoni delle nozze. Il cammino di preparazione alla celebrazione si concluderàcon la segnalazione della nuova famiglia al parroco del luogo ove essa prenderà dimora,per favorirne l’inserimento nella nuova comunità parrocchiale. Riguardo al luogo dellacelebrazione, «il luogo normale delle nozze è la comunità della parrocchia nella quale ifidanzati sono inseriti e alla cui vita e missione prendono parte»22. Quanto poi almomento delle nozze, si ricordi quanto afferma il Direttorio di pastorale familiare: «persottolineare la dimensione ecclesiale della celebrazione e il coinvolgimento dell'interacomunità parrocchiale, può essere talvolta opportuna una celebrazione del rito delmatrimonio durante una delle messe di orario. Per gli stessi motivi sono normalmenteda sconsigliare celebrazioni nuziali nel giorno di domenica in momenti diversi da quellidelle messe di orario. È comunque necessario che in ogni diocesi vengano precisaticriteri e vengano offerte direttive al riguardo, onde favorire una prassi comune»23.Queste indicazioni relative alla celebrazione nel giorno del Signore e nella parrocchiavogliono superare una concezione privatistica del matrimonio, purtroppo molto diffusa. 23. Itinerari di fede: verso la celebrazioneAbbiamo già sottolineato l’opportunità che il percorso di preparazione almatrimonio non sia compiuto negli ultimi mesi prima della celebrazione, ma vengaanticipato almeno di un anno, affinché possa incidere in modo significativo sul progettodi vita della coppia, fino a rendere possibile anche una decisione diversa rispetto allenozze, una volta comprese le caratteristiche del matrimonio cristiano. Il numero degliincontri deve permettere di affrontare almeno i temi essenziali del matrimonio cristianoe della relazione di coppia. Un approccio equilibrato e realistico suggerisce di impostarei percorsi su un numero di circa dodici incontri. Soggetto degli itinerari di fede verso ilmatrimonio è la comunità cristiana, che attua così la sua opera di evangelizzazione.Pertanto i percorsi di fede verso il sacramento del matrimonio non possono esseredelegati ad altri (cfr n. 26), in quanto costituiscono un impegno primario della Chiesache, con la presenza e partecipazione dei suoi vari membri, esprime la varietà deicarismi, annuncia il Vangelo e si propone ai fidanzati nel concreto vissuto della loroesistenza. Proprio in questa occasione, talvolta essi fanno di nuovo, spesso dopo anni,l’esperienza della Chiesa che li cerca e li accoglie con premura. La proposta di percorsidi fede verso il sacramento del matrimonio incontra oggi le molteplici situazioni di vitadei destinatari dovute al lavoro, allo studio, alla maggiore mobilità, e richiede anche unaformulazione nuova e duttile, che però non deve mai contraddire il carattere di percorsoe negare, di fatto, la presenza e la soggettività della comunità cristiana.Anche quando ci si avvale del contributo di esperti e di professionisti per affrontarealcune tematiche, è opportuno che il gruppo sia accompagnato nel cammino da unaéquipe fissa di animatori, costituita – come già detto – da un sacerdote, da coppie disposi e da persone consacrate, in proporzione ragionevole rispetto al numero di coppiedi fidanzati partecipanti. Questa sinergia tra diverse figure è importante: i fidanzatihanno così la possibilità di sperimentare dal vivo la complementarità e cordialecollaborazione tra i ministeri e i carismi con cui si edifica la Chiesa._______________________________________________________________22 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Evangelizzazione e sacramento del matrimonio. Documentopastorale dell’Episcopato italiano, 20 giugno 1975, n. 84.23 Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia, n. 82.***Rispetto ai metodi utilizzati per la conduzione degli incontri, l’esperienza evidenzial’opportunità di creare momenti ricchi di confronto all’interno della coppia e fra lecoppie partecipanti, che vedano il coinvolgimento dei fidanzati a partire dalla loroconcreta situazione di vita, evitando le lezioni frontali. È molto apprezzato, e quindiconsigliabile, il lavoro in piccoli gruppi, coordinati e stimolati dalle coppie di sposidell’équipe. Si tratta in sostanza di costruire un clima nel quale i fidanzati si sentanoprotagonisti del loro cammino di formazione, in un contesto di relazioni interpersonalisignificative. Perché ciò si verifichi, sono necessarie alcune condizioni. Il primo passo èquello di accogliere i fidanzati con familiarità e amore, accettandoli come sono,amandoli senza giudicarli e accompagnandoli per un tratto di strada nello stile diEmmaus (cfr Lc 24,13-35): ascoltandoli, condividendo il loro cammino, partecipandoalle loro emozioni e difficoltà, e aiutandoli a scoprire, con l’aiuto della parola di Dio, laprofondità e la bellezza del mistero che stanno vivendo. L’ambiente in cui si svolgonogli incontri deve essere accogliente, familiare e mettere a proprio agio i fidanzati. Ilnumero delle coppie in ogni gruppo sia compatibile, oltre che con le risorse di animatoridisponibili, con la possibilità di conoscere bene ogni persona e di ascoltare e di farintervenire tutti.È auspicabile che tutti gli operatori, i sacerdoti, adeguatamente formati già dalseminario, le persone consacrate, gli sposi accompagnatori, siano sempre più preparatial ministero di accompagnamento dei fidanzati verso il matrimonio. Certamente puòessere un buon inizio la formazione sul campo con l’affiancamento a persone giàesperte, ma non è sufficiente. È necessario che vengano approntati percorsi formativi,con appositi sussidi, sia sui contenuti che sul metodo, a livello diocesano o regionale, egli operatori siano stimolati e sostenuti, in tutte le forme necessarie, nell’impegno chequesti percorsi comportano. Un’altra realtà, anch’essa riscontrabile nell’esperienzapastorale, è la grande varietà di sussidi utilizzati per l’articolazione dei corsi. Senzanulla togliere alla loro validità, l’enorme frammentazione riscontrata non giovacertamente alla possibilità di offrire a tutti i fidanzati un percorso completo, equilibrato,coerente.Se non pochi dei fidanzati che richiedono il sacramento del matrimonio sono datempo distanti dalla pratica religiosa e dalla partecipazione attiva alla vita dellacomunità cristiana, non possiamo dimenticare che vi sono giovani che scelgono disposarsi in chiesa con una chiara coscienza di fede, magari dopo cammini pluriennaliall’interno della comunità. È bene che a loro siano offerte occasioni formative piùapprofondite e distese nel tempo, con cammini più prolungati e articolati, anche con lacollaborazione delle aggregazioni laicali che, portando metodologie e carismi loropropri, da tempo collaborano efficacemente con la pastorale familiare diocesana. È dasimili coppie che possono scaturire gli operatori della pastorale familiare di domani, epossono nascere le opportune iniziative di continuità, quali ad esempio i gruppifamiglia, per proseguire l’accompagnamento dei fidanzati dopo il matrimonio. 24. Percorsi personalizzati per cercatori di Dio Quando una coppia si presenta agli incontri di gruppo dove si propone un camminoeducativo e di fede, occorre un attento discernimento da parte del presbitero e dei suoicollaboratori per dare loro un aiuto adeguato. Accanto a quella comunitaria è necessariooffrire un’accoglienza specifica, con dialoghi individuali finalizzati a costruire percorsidi fede personalizzati attenti alla coppia e alla persona. Una persona che si dichiara noncredente o poco credente, ma che accetta e rispetta il suo partner per la fede che ha, nonva lasciata nella condizione iniziale: è proprio l’amore umano che apre al dialogo e allacomprensione dell’altro e della sua fede. Spesso i non credenti pongono interrogativifondamentali, che hanno radice nel mistero dell’uomo, che non sono scontati anche per icredenti: la loro posizione, se non è pregiudiziale, li apre ad una ricerca che aiuta ilproprio partner e il gruppo stesso. Da questo deriva l’importanza dell’ascolto e deldialogo, da parte del presbitero o della coppia animatrice, per far sentire ciascunoaccolto e messo a proprio agio. A partire da qui, facendosi compagni di cammino dellacoppia, si può iniziare una pre-evangelizzazione e poi una vera evangelizzazione,illuminando la riscoperta della fede.Ogni autentico cammino ecclesiale porta in sé molteplici dimensioni: è cammino inuna comunità e in un gruppo, è cammino di coppia e comporta una crescita personale.Queste caratteristiche si intrecciano tra loro e solo così risulteranno formative econdurranno ad una fede adulta.Importante è ripensare e offrire itinerari di tipo catecumenale, nello spirito e neicontenuti, che accompagnino alla presa di coscienza e riscoperta della vocazionebattesimale in chiave sponsale. Un itinerario siffatto, nella partecipazione alla vita dellacomunità cristiana, sostiene la coppia nel maturare, nella riscoperta di Cristo e dellaChiesa, l’incontro con il Dio vivente.Proprio partendo da un religioso ascolto del vissuto di questi fratelli e sorellecercatori di Dio «affiora la risposta: la preghiera, la Parola di Dio, i sacramenti, ilservizio, l’attesa della casa futura, sono le esperienze concrete in cui è possibileincontrare il Dio di Gesù Cristo»24 e maturare una risposta libera e consapevole allachiamata al matrimonio e alla famiglia.Con l’aumento del numero di queste situazioni differenziate nella comunitàcristiana, si rende sempre più necessario formare e incrementare il numero di operatoripastorali che affianchino i presbiteri e che si assumano per vocazione questo servizio diaccompagnatori, educatori e testimoni della bellezza della vocazione sponsale efamiliare cristianamente vissuta.25. L’accompagnamento delle persone che convivono Oggi molte coppie si presentano a chiedere il matrimonio cristiano e a compiere ilcammino di preparazione in una condizione di convivenza. È una situazione cherichiede un’ulteriore riflessione, per assumere un criterio pastorale unitario eappropriato. Se da una parte dobbiamo accompagnare per tutto il tempo possibile lecoppie già conviventi che chiedono il matrimonio cristiano, perché comprendano larealtà del sacramento che chiedono e si rafforzino nell’amore, dall’altra non possiamorassegnarci a un generale senso di impotenza di fronte al dilagare di un fenomeno che _______________________________________________________________________________ 24 COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, L’ANNUNCIO E LA CATECHESI, Lettera aicercatori di Dio, 12 aprile 2009, cap. III. Per possibili percorsi con tali coppie e nei gruppi dove questivengono ad inserirsi, si può attingere alla lettera citata. Sono inoltre utili tutti quei suggerimenti giàpresenti nella Nota pastorale del Consiglio Episcopale Permanente Orientamenti per il risveglio della fedee il completamento dell’iniziazione cristiana in età adulta, 8 giugno 2003.*** Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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coinvolge sempre più persone verso le quali la comunità cristiana deve sviluppare unaprudente attenzione pastorale.Assistiamo infatti a una specie di “paralisi del desiderio”: quasi che i grandidesideri restino come paralizzati senza riuscire a formulare un vero progetto di vita.Difficilmente si va a convivere avendo un progetto. Talvolta è una decisionedeterminata dalle circostanze, presa perché intimoriti dalle difficoltà. In altri casi non èuna vera scelta, ma si è mossi da un’abitudine acquisita nel frequentarsi. Si cede talvoltaalle distanze date dalla mobilità lavorativa o alla sensazione di inadeguatezza nel vivereancora in casa con i propri genitori, nella fatica di trovarsi adulti, ma praticamenteincapaci di compiere un passo decisivo. La paura prende quindi il sopravvento suldesiderio. Da una parte si vorrebbe condividere la vita con la persona che si ama,dall’altra si ha paura di legarsi in modo definitivo.Come ci ha ricordato il Santo Padre Benedetto XVI, «l’indissolubilità, prima cheuna condizione, è un dono che va desiderato, chiesto e vissuto, oltre ogni mutevolesituazione umana. Non pensate, secondo una mentalità diffusa, che la convivenza siagaranzia per il futuro. Bruciare le tappe finisce per bruciare l’amore, che invece habisogno di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare spazio aCristo, che è capace di rendere un amore umano fedele, felice e indissolubile»25. Ancoraappare opportuno intensificare la comunione in un progetto che veda coinvolta lapastorale familiare, giovanile, catechistica, per analizzare il fenomeno e trovare nuoveforme di iniziative comuni.26. Dal Municipio alla ChiesaTalvolta, in ambito non ecclesiale, si propongono incontri e corsi di formazione percoppie di fidanzati o conviventi; sono promossi da associazioni o organi amministrativilocali, e non è rara la richiesta di collaborazione rivolta a credenti e ad associazioniecclesiali. Al riguardo, occorre valutare con molta attenzione la concezione di persona edi matrimonio sottesa, e rispondere con prudenza. Non mancano inoltre associazioni diispirazione ecclesiale, o addirittura uffici diocesani per la pastorale della famiglia, chepropongono, al di fuori degli ambienti ecclesiali, cicli di conferenze sui temi propridella preparazione al matrimonio, con il fine di favorirne la conoscenza e di aiutare unmaggior numero di persone. È benemerito lo spirito missionario che li anima, ed è daconsiderare positivamente la proposta di tali temi e il dialogo che si attua, tenendo peròben presente la differenza rispetto ai percorsi di fede verso il sacramento delmatrimonio, che pertanto non sono da questi sostituiti.Sempre più, in questi ultimi decenni, assistiamo anche al moltiplicarsi dellarichiesta del sacramento del matrimonio da parte di chi vive già, talvolta da anni e conla presenza di figli, un matrimonio civile. La comunità cristiana è chiamata adaccoglierli con riguardo e attenzione, riservando loro un cammino di preparazioneattraverso un accompagnamento alla fede e al dono della grazia sponsale. Infatti ilsacramento del matrimonio produce in loro una novità di vita che deve essere scoperta evissuta proprio nel momento della sua preparazione. A tal riguardo si possonopresentare situazioni in cui uno o entrambi i nubendi chiedano il sacramento dellaconfermazione. Questa, che apparentemente sembrerebbe una difficoltà, può divenire__________________________________________________________25 BENEDETTO XVI, Discorso ai giovani fidanzati ad Ancona, 11 settembre 2011.***una risorsa, quando la coppia dei fidanzati può essere accompagnata, gradualmente, auna riscoperta del proprio battesimo in vista del dono dello Spirito da ricevere. È beneper i battezzati sposati civilmente o conviventi promuovere nella preparazione almatrimonio un cammino di fede che preveda la celebrazione della confermazione dopola celebrazione delle nozze26. Essa costituisce una preziosa opportunità di crescita per lacoppia e per la famiglia.Vi potrà essere anche la richiesta di far battezzare i figli nati da quell’unione civile;anzi, talora tale richiesta precede quella di celebrare il matrimonio o diventa occasioneper avviare un percorso di maturazione verso di esso. L’accompagnamento di coppie disposi può essere importante per prepararsi al battesimo, consentendo di fare esperienzadella chiesa domestica che hanno formato celebrando il sacramento del matrimonio. Inogni caso, non si inserisca il battesimo dei figli nella stessa celebrazione delle nozze. 27. Amarsi e sposarsi nei matrimoni mistiNel corso degli ultimi decenni è aumentata la consistenza numerica dei matrimoniin cui una parte è cattolica e l’altra parte, pur essendo battezzata, non è cattolica, oppurenon è battezzata. Tale situazione richiede una peculiare attenzione pastorale, sia nellapreparazione al matrimonio sia nell’accompagnamento delle famiglie dopo lacelebrazione delle nozze. Infatti, spesso si è in presenza di differenze nella concezionedel matrimonio, della vita coniugale, dell’educazione dei figli, dei rapporti all’internodella famiglia, che richiedono un chiarimento e un confronto costruttivo, nel rispettodelle legittime diversità ma non facendo venire meno l’essenziale per una valida efruttuosa celebrazione del matrimonio.Per un corretto accompagnamento, è necessario distinguere il matrimonio celebratotra due battezzati, di cui uno cattolico, da quello celebrato tra un cattolico e un nonbattezzato. Il matrimonio tra un cattolico e un battezzato non cattolico si radica nelcomune battesimo e nel dinamismo della grazia, che «forniscono agli sposi… la base ela motivazione per esprimere la loro unità nella sfera dei valori morali e spirituali»27.Questo, tuttavia, non può far dimenticare le differenze esistenti: nel periodo delfidanzamento è facile che queste differenze vengano sminuite, ritenendo che l’armonianella vita di coppia e l’amore vi possano supplire. È quindi essenziale, da parte di coloroche accompagnano queste coppie, aiutarle a comprendere l’importanza di eventualidifficoltà, cercando soluzioni condivise, in una prospettiva dialogante e percependosempre la vicinanza della comunità cristiana: «nell’apposita preparazione a questo tipodi matrimonio deve essere compiuto ogni ragionevole sforzo per far ben comprendere ladottrina cattolica sulle qualità ed esigenze del matrimonio, come pure per assicurarsiche in futuro non abbiano a verificarsi le pressioni e gli ostacoli»28 che impediscono lalibera manifestazione della propria fede, pur nella fatica della differenza religiosa.______________________________________________________ 26 «I pastori d’anime siano… animati da grande prudenza pastorale nel curare la preparazione dei nubendinon cresimati che già vivono in situazione coniugale irregolare (conviventi o sposati civilmente). Inquesto caso, di norma, l’amministrazione della confermazione non preceda la celebrazione delmatrimonio» (CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Decreto generale sul matrimonio canonico, 5novembre 1990, n. 8).27 Familiaris consortio, n. 78.28 Ib.***In tale orizzonte si comprende pienamente il significato della normativa canonica29,che prevede per la celebrazione di tali matrimoni la licenza dell’Ordinario del luogo (cfrcan. 1124). A tale scopo è opportuno invitare i fidanzati a instaurare per tempo unconfronto con il parroco della parte cattolica. In tal modo gli adempimenti canonici nonvengono visti come formalità o pratiche da sbrigare, bensì come un ulteriore aiuto adapprofondire la loro situazione personale e di coppia, e a maturare scelte sempre piùcondivise. Particolare importanza assume la dichiarazione della parte cattolica con laquale si dichiara pronta ad allontanare tutti i pericoli di abbandonare la fede cattolica epromette di fare quanto è in suo potere perché i figli siano educati nella Chiesa cattolica;di tali impegni deve essere informata e consenziente l’altra parte30. In tale contesto nonva dimenticato che spesso la parte non cattolica è tenuta ad impegni analoghi verso lasua comunità religiosa di appartenenza.Anche la scelta della celebrazione del matrimonio richiede particolare attenzione.Infatti, per la celebrazione del matrimonio si richiede di osservare la forma canonica,secondo le indicazioni previste nel Rito del matrimonio31, facendo quindi riferimento alrito della celebrazione del matrimonio nella liturgia della Parola32, salva diversavalutazione della circostanza. Tale requisito incide nella validità stessa dellacelebrazione, salvo in caso di matrimonio con una parte non cattolica di rito orientale, incui la forma canonica è richiesta per la liceità (cfr can. 1127 §1). In presenza diparticolari e motivate difficoltà, l’Ordinario del luogo della parte cattolica ha il diritto didispensare da tale forma33, evitando in ogni caso una duplice celebrazione religiosa o ilrinnovo del consenso (cfr can. 1127 §3).L’accompagnamento e il sostegno, visibile nella preparazione al matrimonio,richiedono di continuare nel periodo successivo la celebrazione: con l’appoggio dellacomunità cristiana, la parte cattolica può essere fortificata nella sua fede e aiutata amaturare positivamente nella comprensione e nella pratica della fede, per diventaretestimone credibile in seno alla famiglia, attraverso la sua vita e la qualità dell’amoredimostrati all’altro coniuge e ai figli34.Un’attenzione ancora maggiore si richiede qualora la parte cattolica intenda unirsiin matrimonio con una parte non battezzata. Sussiste in questi casi un impedimento allacelebrazione del matrimonio (cfr can. 1086), per cui esso può essere celebratovalidamente solo con la dispensa. Infatti, notevoli possono essere le differenze circa lavisione del matrimonio e della vita familiare, con una maggiore difficoltà a coltivare etestimoniare la propria fede e a educare cristianamente i figli. Per questo, nel cammino ___________________________________________________________________ 29 Cfr PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELL'UNITÀ DEI CRISTIANI, Direttorio perl’applicazione dei principi e delle norme sull’ecumenismo, 25 marzo 1993, nn. 143-160; Decretogenerale sul matrimonio canonico, nn. 47-52. È utile tenere presenti inoltre i documenti comunisottoscritti dalla Conferenza Episcopale Italiana e i valdesi i metodisti e i battisti: CONFERENZAEPISCOPALE ITALIANA – CHIESA EVANGELICA VALDESE, Testo comune per un indirizzo pastorale deimatrimoni tra cattolici e valdesi o metodisti, Roma, 16 giugno 1997, e il suo Testo applicativo, TorrePellice, 25 agosto 2000; CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA – UNIONE CRISTIANA EVANGELICABATTISTA D’ITALIA, Documento comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni tra cattolici e battisti inItalia, Roma, 30 giugno 2009.30 Cfr cann. 1125-1126 e Decreto generale sul matrimonio canonico, n. 48.31 Cfr n. 36.32 Cfr ib., nn. 96-146.33 Cfr can. 1127 § 2 e Decreto generale sul matrimonio canonico, n. 50.34 Cfr Familiaris consortio, n. 78.***di preparazione di tali coppie al matrimonio, è importante aiutarli a cogliere ledifferenze esistenti, confrontandosi sugli elementi essenziali e concordando su quanto sirichiede per una valida celebrazione del matrimonio. È evidente che in taleaccompagnamento si richiede una conoscenza basilare della religione non cristiana cuiappartiene il coniuge non battezzato35, ispirata ai principi conciliari e del dialogointerreligioso e alla dignità della persona umana. Anche qualora tale persona nonprofessi alcuna religione, come per il matrimonio tra un cattolico e un battezzato noncattolico, è opportuno che, nel cammino di preparazione alle nozze, si tenga presentequanto richiesto dalla normativa canonica. Infatti, per poter far richiesta di dispensadall’impedimento, è necessaria la dichiarazione della parte cattolica di essere pronta adallontanare i pericoli di abbandonare la fede e la promessa di fare quanto in suo potereper educare cristianamente i figli (cfr cann. 1125-1126). Per la celebrazione delmatrimonio, si richiede inoltre di osservare la forma canonica (cfr can. 1117), usando ilrito apposito36, salvo dispensa dalla forma canonica37.____________________________________________________________________________________35 Per il matrimonio tra una parte cattolica e una musulmana, si rinvia a: PRESIDENZA DELLA CONFERENZAEPISCOPALE ITALIANA, I matrimoni tra cattolici e musulmani in Italia, 29 aprile 2005.36 Cfr Rito del matrimonio, nn. 147-170.37 «Le motivazioni che giustificano la dispensa sono, particolarmente, quelle relative al rispetto delleesigenze personali della parte non cattolica, quali, ad esempio, il suo rapporto di parentela o di amiciziacon il ministro acattolico, l’opposizione che incontra nell’ambito familiare, il fatto che il matrimoniodovrà essere celebrato all’estero, in ambiente non cattolico, e simili. Fermo restando quanto disposto dalcan. 1127 § 2, di norma - salvo che sia disposto diversamente da eventuali intese con altre confessionicristiane - si richieda che le nozze siano celebrate davanti a un legittimo ministro di culto, e non con ilsolo rito civile, stante la necessità di dare risalto al carattere religioso del matrimonio» (Decreto generalesul matrimonio canonico, n. 50). Tali indicazioni vanno seguite anche nel matrimonio tra due battezzati,di cui uno solo cattolico.*** Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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CAPITOLO V - GIOVANI COPPIE IN CAMMINO28. Il matrimonio via di santificazioneIl battesimo, del quale si fa memoria all’inizio della celebrazione del matrimonio,fonda l’universale chiamata alla santità nella Chiesa, che comprende anche gli sposi e lefamiglie. «Modellata e ispirata all’amore di Gesù Cristo, la vita coniugale appare unatipica espressione della vita cristiana, cioè una vera via di imitazione di Cristo Gesù»38.La via specifica di santità degli sposi è data dal sacramento del matrimonio, che è «fontepropria e mezzo originale di santificazione per i coniugi e per la famiglia cristiana»39.La preghiera, la parola di Dio, l’Eucaristia e i sacramenti sono pertanto vissuti ecelebrati nella forma propria della coppia sponsale, nata dal matrimonio, e dallafamiglia, chiesa domestica40. La spiritualità coniugale e familiare comprende così tuttala loro vita, si caratterizza per le espressioni tipiche della relazione nuziale e parentale e,in particolare, dall’amore coniugale, che è pienamente umano, unico, fedele e fecondo41.La vita a due, il legame affettivo e la vita sessuale tra i coniugi, il mutuo aiuto «nellagioia e nel dolore, nella salute e nella malattia»42, il servizio responsabile nella Chiesa enella società, la partecipazione ai sacramenti e la vita di preghiera sono ingredientiessenziali della spiritualità degli sposi cristiani, che si allarga agli altri componenti dellafamiglia nelle dinamiche proprie del rapporto tra le generazioni, della trasmissione dellavita e dell’educazione dei figli, comprendendo l’educazione alla fede el’accompagnamento per il discernimento della loro vocazione. Gli sposi sono dunquechiamati a divenire santi «seguendo la loro propria via»43; il loro cammino si nutre cosìdi una spiritualità propria e originale, che accoglie, nella dimensione nuziale, lacondizione laicale che annuncia nel mondo, nella vita quotidiana, il regno di Dio.29. Gli sposi ministri dell’amore: ricolmi dello Spirito per essere inviatiIn forza del sacramento del matrimonio, i coniugi sono rafforzati nell’amorereciproco e diventano ministri della grazia per la propria famiglia e per la comunitàcristiana. Essi ricevono «la missione di custodire, rivelare e comunicare l’amore, qualeriflesso vivo, e reale partecipazione dell’amore di Dio per l’umanità e dell’amore diCristo Signore per la Chiesa sua Sposa»44. Sono «ministri di santificazione nellafamiglia»45, ministri della vita e dell’educazione dei figli46. «Deve crescere laconsapevolezza di una ministerialità che scaturisce dal sacramento del matrimonio echiama l’uomo e la donna a essere segno dell’amore di Dio che si prende cura di ognisuo figlio»47. La fecondità del loro amore – sempre assicurata anche ai coniugi che nonpossono fisicamente generare – diventa anche seme di fraternità, di solidarietà e di___________________________________________38 Matrimonio e famiglia oggi in Italia, n. 839 Familiaris consortio, n. 56.40 Cfr CONCILIO VATICANO II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 11.41 Cfr Gaudium et spes, n. 49.42 Rito del matrimonio, nn. 71-73.43 Lumen gentium, n. 41.44 Familiaris consortio, n. 17.45 Evangelizzazione e sacramento del matrimonio, n. 104.46 Cfr Familiaris consortio, n. 38.47 Educare alla vita buona del Vangelo, n. 38.***comunione nella comunità cristiana e nella società civile. I coniugi ricevono inoltre dalsacramento un ministero particolare per la edificazione della Chiesa, in comunione esinergia con il ministero dei presbiteri: «l’Ordine e il Matrimonio sono ordinati allasalvezza altrui; se contribuiscono alla salvezza personale, questo avviene attraverso ilservizio agli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa, servonoall’edificazione del popolo di Dio»48.La ministerialità sponsale e quella presbiterale hanno radice nell’unico battesimo,sorgente di ambedue le vocazioni, e si differenziano per i diversi doni dello Spiritoconferiti nei rispettivi sacramenti49. Nell’unità dello Spirito, fra presbiteri e sposipossono così nascere una cordiale amicizia e una relazione feconda volta anche aun’efficace missione pastorale, oggi particolarmente richiesta. Anche verso la più ampiacollettività civile, gli sposi sono rivestiti di un compito proprio che, compreso nelministero della vita e dell’educazione, si attua nella trasmissione di quell’insieme divalori che innestano nella società l’anima della comunione familiare. Si tratta di unservizio necessario e oggi particolarmente urgente, che deve trovare nella società nonsolo un doveroso ringraziamento, ma anche forme concrete di tutela e di sostegno per lefamiglie dalle quali è composta.30. Un solo corpo offerto a lode di DioCosì San Paolo scrive ai cristiani di Roma: «Vi esorto, fratelli, per la misericordiadi Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo ilvostro culto spirituale» (Rm 12,1). La relazione di coppia, oltre ai sentimenti e aldialogo spirituale, coinvolge tutta la persona anche nella sua dimensione corporale esessuale. La dimensione della sessualità va quindi inserita nel più ampio contesto dellacomunicazione tra due persone responsabili di se stesse e del valore sociale e moraledelle loro azioni. La relazione sessuale cresce insieme ai linguaggi della corporeità es’impoverisce quando questi diventano avari, rarefatti, bloccati, funzionali. Al contrario,e in particolare nell’odierno clima di banalizzazione della sessualità, è più che mainecessario comprendere la bellezza di una relazione sponsale vissuta nell’unità delle suevarie dimensioni, non come momento isolato ma vertice e sintesi della vita della coppia.31. Il dialogo di coppia e la gestione dei conflittiFa parte di una sana spiritualità coniugale e familiare l’impegno a non lasciare chegli affanni familiari e la fatica, o altri fattori esterni come la televisione e i media,tolgano spazio al dialogo della coppia e la conducano all’aridità comunicativa. Il temadel dialogo è fortemente presente oggi nell’accompagnamento dei fidanzati e deglisposi. Nella fase dell’innamoramento i fidanzati danno enfasi al dialogo, riducendolospesso a un parlare spontaneo di cose piacevoli e condivise, evitando gli argomenti chenon trovano sintonia e provocano conflitto. La coppia che nasce dal sacramento non èesente allora dal rischio dell’impoverimento del dialogo e dalle fatichedell’incomprensione._______________________________________________48 Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1534.49 Cfr San Tommaso d’Aquino, Summa contra gentes, IV, 58.***La fede può mantenere vivo uno sguardo profondo che sappia cogliere nellapersona amata quella ricchezza umana e spirituale che le debolezze e le fragilitàtendono a nascondere. È fondamentale trovare il tempo per fermarsi e parlare insieme,sedersi l’uno davanti all’altro per un sereno dialogo, che può essere favorito eaccompagnato dalla preghiera comune mediante l’invocazione allo Spirito Santo, lalettura della Sacra Scrittura o la liturgia delle ore. Le differenze personali dovute almaschile e al femminile, al modo diverso di gestire emozioni e sentimenti, alla propriastoria, dovranno divenire non motivo di distanza, ma occasioni privilegiate peralimentare il dialogo e la scoperta delle proprie risorse.32. Una piena feconditàLa vita cristiana di una coppia si manifesta soprattutto nella dimensione dellafecondità. Il matrimonio e l’amore coniugale infatti sono ordinati, per loro natura, allagenerazione ed educazione dei figli, che sono il «preziosissimo dono del matrimonio econtribuiscono pure al bene dei coniugi»50. Quando diciamo fecondità, non intendiamosoltanto la fertilità biologica; la fecondità si può esprimere pienamente anchenell’infertilità biologica. Infatti, «la fecondità dell’amore coniugale non si restringe allasola procreazione dei figli…, si allarga e si arricchisce di tutti quei frutti di vita morale,spirituale e soprannaturale che il padre e la madre sono chiamati a donare ai figli e,mediante i figli, alla Chiesa e al mondo»51. Quando diciamo fecondità, quindi, vogliamocomprendere anche quel modo straordinariamente ricco di generare alla vita che èl’educazione.Non si può negare che sia molto diffusa tra i giovani che si sposano una mentalitàche vede il figlio come rivale della felicità di coppia oppure, in altri casi, un ingredienteassoluto e indispensabile per il proprio benessere. Va invece proposta una visionedell’amore che comprenda la generosa e responsabile apertura alla vita52 come una suadimensione imprescindibile, che si concretizza nella generazione e nell’educazione, onell’affido e nell’adozione, e nel divenire in tanti modi ricchezza per la comunità.Nel contesto della procreazione, va proposto ai fidanzati che si preparano almatrimonio il valore dei metodi naturali di regolazione della fertilità53, come lostrumento per esprimere la responsabilità e la generosità procreativa, nel pieno rispettodell’integrità dell’atto coniugale, perché aiutano gli sposi a vivere la loro sessualità nelrispetto e nell’accoglienza totale dell’altro. Se non sempre deve generare la vita, nellasua stessa essenza l’atto coniugale vede congiunte la dimensione unitiva della coppia equella procreativa che, se forzatamente separate, ne minano l’integrità e la possibilità direalizzazione piena dell’unità tra i coniugi. Nel far conoscere i metodi naturali, siincentivi la collaborazione con i Centri di regolazione naturale della fertilità._______________________________________50 Gaudium et spes, n. 50.51 Familiaris consortio, n. 28.52 Cfr Gaudium et spes, n. 51.53 Cfr PAOLO VI, Lettera enciclica Humanae vitae, 25 luglio 1968, nn. 13-14.***33. La scelta della sobrietàLa sequela di Gesù comprende anche il rapporto con i beni materiali di cui, insegnail Vangelo, è lecito usare, perché sono un dono di Dio, ma verso i quali è necessariomantenere un sano distacco, che si traduce in una grande libertà di fronte a ciò che ciappartiene. Questo equilibrio deve essere ricercato anche nella conduzione dellafamiglia: le persone sono più importanti delle cose che si possiedono, le relazioniumane un bene che contribuisce alla felicità molto più della ricchezza materiale. Gesùcosì esorta i suoi discepoli: «Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello chemangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non valeforse più del cibo e il corpo più del vestito?» (Mt 6,25). Questo non significa certo nonprocurarsi ciò di cui vivere, ma è un invito ad affidarsi alla Provvidenza e a nonassolutizzare i beni terreni. Il contesto odierno ci pone davanti a due fenomenicontrastanti: un consumismo dilagante, che fa del possesso dei beni il parametro dellafelicità umana, e d’altra parte la crisi economica, che riduce fortemente la disponibilitàfinanziaria di molti. Ciò dovrà spingere chi ha di più ad atteggiamenti di sobrietà econdivisione, e ispirare in chi ha meno sentimenti di fiducia e valorizzazionedell’essenziale. La sobrietà che porta la solidarietà verso i poveri deve manifestarsi giànella celebrazione delle nozze e nella festa nuziale.34. La sofferenza come esperienza di crescitaLa sofferenza, nel cammino della vita, si presenta in molti modi: nella malattia delconiuge, nella salute fragile dei figli, nella vecchiaia dei genitori, nell’esperienzadrammatica della disabilità, nell’incomprensione e nell’isolamento, nel tradimento enell’abbandono, nel fallimento educativo e nell’esperienza precoce della morte di unproprio caro. Anche la crisi fa parte del cammino sofferto della coppia. Essa si presenta,sovente, come fisiologica nei passaggi propri della vita coniugale, talvolta assume ilcarattere della sorpresa o può essere causata da scelte e atteggiamenti colpevoli. Crisinon è sinonimo di morte, ma di un passaggio delicato che richiede giudizio, preghiera,aiuto per evolvere in una situazione risanata e migliore.Senza guastare l’incanto del sogno dei fidanzati rispetto al loro futuro, è importanteaiutarli ad affrontare con realismo la vita, che presenta nodi critici, confidando semprenell’aiuto di Dio, che non abbandona la famiglia nel momento della prova, ma è vicinocon un supplemento di amore. Condividere la sofferenza di altri e vivere con fede lefatiche e le sofferenze della propria famiglia può rendere più solido l’amore e generosoil servizio agli altri.Per affrontare questa tematica così delicata potrebbe essere significativa latestimonianza, nei percorsi per i fidanzati, di persone di fede che fanno esperienza divedovanza, di separazione o che hanno affrontato situazioni difficili.35. Sostenere i primi passi dopo il matrimonioI primi anni di matrimonio sono spesso i più bisognosi di cura e di un autenticoaccompagnamento. «Perché la famiglia divenga sempre più una vera comunità diamore, è necessario che tutti i suoi membri siano aiutati e formati alle lororesponsabilità di fronte ai nuovi problemi che si presentano, al servizio reciproco, alla [Modificato da Caterina63 02/02/2013 12:17] Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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02/02/2013 12:20 | |
compartecipazione attiva alla vita di famiglia. Ciò vale soprattutto per le giovanifamiglie, le quali, trovandosi in un contesto di nuovi valori e di nuove responsabilità,sono più esposte, specialmente nei primi anni di matrimonio, ad eventuali difficoltà,come quelle create dall’adattamento alla vita in comune o dalla nascita di figli»54. Questo percorso implica diverse sfide: la costruzione e il consolidamentodell’identità individuale, del legame affettivo di coppia e la responsabilità di diventaregenitori. Nell’affrontare il tema dell’accompagnamento in questa fase, è importanteriflettere sugli atteggiamenti che la comunità cristiana può assumere di fronte a tutto ciò.Occorre, infatti, promuovere una comprensione sempre più approfondita di queste sfide,che permetta uno sguardo di apertura e possa associare alla definizione di “giovanecoppia” non solo gli aspetti di inesperienza, fragilità, incertezza che più spessoemergono, ma anche la novità, l’entusiasmo e la vivacità che questo termine include. 36. Fili da non spezzare con la comunità cristianaÈ necessario, in primo luogo, distinguere le situazioni in cui la giovane coppia disposi in qualche modo si rivolge alla comunità cristiana per presentare una richiesta,come la celebrazione del battesimo del proprio figlio, da quelle in cui si trovaoccasionalmente a incrociare gli eventi della Chiesa locale.Nel primo caso, al di là delle motivazioni più varie che sottendono la domanda, sitratta di momenti privilegiati di incontro, in cui la comunità cristiana e, in particolare,gli operatori coinvolti (presbitero, animatori, catechisti, coppie che frequentano laparrocchia) sono chiamati ad ascoltare non solo la richiesta, ma le singole persone e lacoppia con tutto il carico delle storie e delle esperienze che li precedono. Il primocompito di una comunità cristiana è l’accoglienza nelle parole, nei gesti, nelle modalitàe nei percorsi più o meno articolati che propone. Un secondo obiettivo può delinearsi nella possibilità di un sostegno alla coppia nelvivere la quotidianità della vita familiare e un percorso di crescita spirituale che illuminie aiuti a vivere l’attesa e la nascita del figlio e il compito educativo o, in altri casi,eventuali problemi di fertilità. Proprio in questo periodo, di solito, crescono le difficoltànel conciliare le esigenze della coppia sponsale con i ritmi di vita e di lavoro, il rapportocon gli amici, la relazione con le famiglie d’origine. È quindi necessario proporreitinerari per giovani sposi e iniziative che possano illuminare queste dimensioni,risvegliando la fede e favorendo l’avvicinamento e l’appartenenza alla comunitàecclesiale, nelle sue varie forme. In tal senso sono una preziosa risorsa le coppie e isacerdoti che hanno curato la loro preparazione al matrimonio e che, con relazioniumane significative, possono fungere da ponte per custodire il legame dei giovaniconiugi con la propria comunità parrocchiale.Infatti, «la famiglia stessa è il grande mistero di Dio. Come “chiesa domestica”,essa è la sposa di Cristo. La Chiesa universale, e in essa ogni Chiesa particolare, sirivela più immediatamente come sposa di Cristo nella “chiesa domestica” e nell’amorein essa vissuto: amore coniugale, amore paterno e materno, amore fraterno, amore diuna comunità di persone e di generazioni»55. Questo itinerario di scoperta della bellezza__________________________________54 Familiaris consortio, n. 69.55 Gratissimam sane, n. 19.***dell’amore sponsale e familiare va dunque sostenuto, investendo le migliori energie,attraverso operatori pastorali competenti e appassionati, esperti di umanità e testimonidi una fede feconda. Sarà quindi necessario, nei prossimi anni, investire maggioririsorse nella loro formazione, con percorsi qualificati e opportuni. 37. Alleanze educative attorno alle giovani famiglieDiviene quindi fondamentale creare, dove è possibile, sinergie e feconde alleanzeeducative con quanti possano fornire conoscenze e metodologie (consultori,associazioni, istituti e scuole di formazione) o costituiscano luoghi di incontro e difrequentazione (asili nido, scuole dell’infanzia, agenzie per il tempo libero) perelaborare progetti, in una chiara antropologia cristiana. Si pensi, ad esempio, alleiniziative, in molti casi già in atto, che cercano di creare occasioni di approfondimentosu tematiche che riguardano la coppia, agli interventi di sostegno alla genitorialitàattivate dai consultori diocesani, agli incontri legati alla pastorale pre e post-battesimale,alle occasioni di riflessione sul dono della vita durante il periodo della gravidanza.Occorre sempre più costituire un collegamento fra la preparazione al matrimonio, iprimi passi della vita di coppia e l’iniziazione cristiana attraverso significativi progettidi accompagnamento. La comunità cristiana può allora proporsi come una rete difamiglie in grado di custodire un patrimonio ricco di esperienza che affonda le radicinella tradizione viva del magistero della Chiesa. In questo modo possono essere offerteiniziative e percorsi che favoriscano questo scambio di stimoli ed esperienze frafamiglie, per sostenere la crescita della coppia nelle fasi più critiche dei suoi passaggievolutivi. «La famiglia va amata, sostenuta e resa protagonista attiva dell’educazionenon solo per i figli, ma per l’intera comunità… Corroborate da specifici itinerari dispiritualità, le famiglie devono a loro volta aiutare la parrocchia a diventare famiglia difamiglie»56.Le forme di accompagnamento che possono emergere dalla creatività ed esperienzadelle diverse realtà pastorali sono molte e variegate. Ad esempio, quella di creareoccasioni di dialogo in coppia, fornire metodologie per migliorare la comunicazione,intrecciare relazioni di amicizia con altre coppie, proporre incontri per imparare apregare e a confrontarsi con la parola di Dio attraverso la Sacra Scrittura, suggerireluoghi o persone che possono offrire un ascolto attento e qualificato in momenti didifficoltà, favorire l’incontro con presbiteri e coppie più mature che sappiano porsiaccanto e offrire uno sguardo di fede sulle esperienze quotidiane, ritiri o forme diesercizi spirituali per le famiglie.Attraverso queste modalità, la comunità cristiana può esprimere il suo desiderio difarsi carico della fragilità e della complessità del vivere la relazione coniugale, offrendosostegno e accoglienza, stimolando una riflessione consapevole sul valore delsacramento del matrimonio e della famiglia, lasciandosi interpellare dalla novità chenasce dall’incontro con le coppie che incontra.________________________________________________38. Percorsi di comunione fra sposi e presbiteri56 Educare alla vita buona del Vangelo, n. 38.***Questa attenzione alle giovani coppie le condurrà a divenire soggetto attivo efermento di comunione per l’intera comunità parrocchiale. La loro ministerialitàsponsale, unita al ministero comunionale dei sacerdoti, potrà costituire una sorgente difecondità educativa per la vita della parrocchia.C’è infatti una custodia e una stima reciproca da sollecitare fra sposi e presbiteri.Non si tratta solo, da parte dei sacerdoti, di aver cura delle giovani famiglie, ma diricevere da loro stesse luce per la propria identità sacerdotale e nuovi impulsi perun’incisiva laboriosità pastorale. È infatti particolarmente preziosa una coppia diconiugi che, in modo efficace, collabora con il presbitero diventando essa stessasoggetto di evangelizzazione, così da affiancarsi a lui come catechisti ed educatori neigruppi giovanili o animatori della Caritas parrocchiale.Così, dopo un cammino di formazione adeguata, i giovani sposi, vicino ai loropresbiteri, potranno approfondire sempre più il mistero del sacramento (cfr Ef 5,32),consapevoli che «la famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana erimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale; essa è un donoprezioso per l’edificazione della comunità»57. 39. La famiglia cellula vivificante della Chiesa e della societàLa dimensione cristiana della famiglia non domanda soltanto un impegno dicoerenza personale nella vita familiare e nella comunità cristiana, ma chiede anche diessere presente in modo attivo nella società civile e di contribuire al suo ordinatosviluppo. La famiglia cristiana, prima cellula della società, può e deve dare un suooriginale contributo alla vita sociale anche in forma di intervento politico, attraverso levarie forme di vita associativa: «Le famiglie devono crescere nella coscienza di essere“protagoniste” della cosiddetta “politica familiare” ed assumersi la responsabilità ditrasformare la società: diversamente le famiglie saranno le prime vittime di quei mali,che si sono limitate ad osservare con indifferenza»58.In particolare la famiglia cristiana ha a cuore un’equa e giusta distribuzione dei benie delle risorse tra le singole comunità e le generazioni59. Allo stesso modo la societàcivile, per il principio di sussidiarietà, è chiamata a sostenere la famiglia fondata sulmatrimonio con politiche familiari adeguate ed efficaci, che incoraggino i giovanifidanzati alla scelta sponsale. Si sta facendo sempre più strada la convinzione che ilpunto di partenza di un coraggioso rinnovamento sociale stia nel dedicare una specialeattenzione alla famiglia, per metterla in condizione di liberare la sua capacità generativaper la vita comunitaria._________________________________________________________57 BENEDETTO XVI, Incontro con le famiglie e con i sacerdoti ad Ancona, 11 settembre 2011.58 Familiaris consortio, n. 44.59 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Sollicitudo rei socialis, 30 dicembre 1987, n. 42.*** Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |
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02/02/2013 12:23 | |
CONCLUSIONE L’itinerario verso il matrimonio costituisce ancora oggi un’occasione privilegiataper la comunità cristiana di camminare insieme a donne e uomini che fanno un passoimportante per la loro vita. Un percorso che inizia da lontano, e che procede attraversole fasi della crescita, per raggiungere la capacità di pronunciare un pieno consenso comerisposta alla chiamata di Dio a formare una nuova famiglia: è un autentico percorsoeducativo verso l’amore coniugale nel quale fare dono di sé corrispondendo allavocazione matrimoniale, un’espressione qualificante del più ampio impegno perl’educazione della Chiesa, indirizzato a coloro che nella formazione di nuove famigliecostituiscono il futuro della Chiesa stessa e della società civile.La comunità cristiana rinnova con gioia il desiderio di accostarsi ai fidanzati in unastrada così importante, consapevole di essere coinvolta in tanti suoi membri in questodelicato accompagnamento. Riveste grande importanza la testimonianza di sposi e difamiglie che vivono nella verità la loro vocazione, insieme alla vita delle personeconsacrate che manifesta, nel “sì” incondizionato al Signore, la gioia dell’essere dono.Così pure è significativa la presenza e la preghiera di persone che perseverano nellafedeltà al matrimonio nella sofferta via della vedovanza e della separazione. Sonotestimonianze particolarmente efficaci, perché riscontrabili nella vita quotidiana e nellecomuni occupazioni e che, pertanto, si verificano da persona a persona nel tessuto dellerelazioni ordinarie.Rivestono poi grande valore i rapporti e le sinergie tra i vari uffici pastorali nellaprogettazione e attuazione dei percorsi. È auspicabile che la pastorale giovanile e lapastorale familiare si ritrovino a riflettere e a maturare insieme questi itinerari,coinvolgendo gli altri uffici pastorali.La preparazione al matrimonio è così un dato essenziale del cammino organico dellaChiesa locale, delle parrocchie e delle zone pastorali, con il coinvolgimento in primapersona di sposi e presbiteri ben consapevoli del loro valore, in quanto costituisconoun’occasione propizia di incontro fecondo e missionario, di annuncio del Vangelo e diripresa del cammino di fede.È importante che l’accompagnamento verso le nozze venga posto al centro dellariflessione e dello studio dei vari organismi della Chiesa locale e delle parrocchie, inparticolare il consiglio presbiterale e i consigli pastorali.Siamo certi che, anche con l’apporto del presente documento, si aprirà una fasenuova di questo fecondo cammino, nella quale lo Spirito indicherà alla nostra Chiesaforme e modi rinnovati per educare all’amore sponsale e annunciare con sempremaggiore cura il Vangelo del matrimonio.Il Santo Padre Benedetto XVI ci ha incoraggiato in questo cammino: «assumendol’educazione come filo conduttore dell’impegno pastorale di questo decennio, avetevoluto esprimere la certezza che l’esistenza cristiana – la vita buona del Vangelo – èproprio la dimostrazione di una vita realizzata. Su questa strada voi assicurate unservizio non solo religioso o ecclesiale, ma anche sociale, contribuendo a costruire lacittà dell’uomo. Coraggio, dunque! Nonostante tutte le difficoltà, “nulla è impossibile aDio” (Lc 1,37)»60.La Vergine Maria, Madre del bell’amore, e San Giuseppe, suo fedele sposo,guidino le nostre comunità nell’accompagnare le giovani generazioni nella verifica enell’accoglienza della vocazione sponsale._________________________________________60 BENEDETTO XVI, Discorso alla 63a Assemblea Generale della CEI, 26 maggio 2011.***INDICE
PresentazioneIntroduzioneCap. I - L’abbraccio accogliente della Chiesa madre: una comunità cheaccompagna (1-4)1. La comunità cristiana accompagna le tappe dell’amore2. Educare all’amore sponsale in un mondo che cambia3. Nel cammino della Chiesa4. Costruire la famiglia rinnova la societàCap. II - Affettività e innamoramento (5-9)5. Una promessa di felicità6. Educazione integrale: l’alfabeto della corporeità7. In un mare di messaggi8. Il pudore e la castità: la custodia di un dono prezioso9. Innamorarsi dell’altro incontrando l’AltroCap. III - Il percorso verso il matrimonio (10-18)10. Il ruolo educativo dei genitori11. Il prezioso apporto dei carismi e della vita consacrata12. Un cammino graduale e continuo13. I passi del cammino14. Nel cantiere dell’amore15. Un passaggio importante16. Si avvicinano le nozze17. Fedeli alla vocazione: una relazione umanamente matura18. Il lieto annuncio di Dio sull’amore umanoCap. IV - Verso la celebrazione delle nozze (19-27)19. Dal rischio dell’isolamento a una viva fraternità20. L’incontro con il parroco21. Il Rito del matrimonio22. La riscoperta di una fede adulta in una Chiesa accogliente23. Itinerari di fede: verso la celebrazione24. Percorsi personalizzati per cercatori di Dio25. L’accompagnamento delle persone che convivono26. Dal Municipio alla Chiesa27. Amarsi e sposarsi nei matrimoni mistiCap. V - Giovani coppie in cammino (28-39)28. Il matrimonio via di santificazione29. Gli sposi ministri dell’amore: ricolmi dello Spirito per essere inviati30. Un solo corpo offerto a lode di Dio31. Il dialogo di coppia e la gestione dei conflitti32. Una piena fecondità33. La scelta della sobrietà34. La sofferenza come esperienza di crescita35. Sostenere i primi passi dopo il matrimonio36. Fili da non spezzare con la comunità cristiana37. Alleanze educative attorno alle giovani famiglie38. Percorsi di comunione fra sposi e presbiteri39. La famiglia cellula vivificante della Chiesa e della societàConclusione Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |
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