| | | OFFLINE | Post: 39.989 | Sesso: Femminile | |
|
02/02/2013 11:43 | |
CAPITOLO I - L’ABBRACCIO ACCOGLIENTE DELLA CHIESA MADRE:UNA COMUNITÀ CHE ACCOMPAGNA1. La comunità cristiana accompagna le tappe dell’amoreCarissimi, con questo documento ci rivolgiamo a voi, sacerdoti, persone consacrate,sposi e laici impegnati, membri di ogni Chiesa locale del nostro Paese, per ricordarviche la vostra comunità cristiana ha il compito e il dono prezioso di poter accompagnarei propri figli più giovani nelle affascinanti ed impegnative tappe dell’amore. Quelladell’amore sponsale è tra le esperienze più significative della vita dell’uomo; eccoperché la comunità cristiana deve rendersi sempre più capace di proporre un itinerario aquei giovani, ragazze e ragazzi, che stanno vivendo l’esperienza dell’affettività fin dalleprime fasi dell’innamoramento. Questo intento dovrà concretizzarsi in proposteadeguate all’età dei ragazzi o dei giovani, caratterizzandosi come un cammino dicatechesi e sensibilizzazione all’interno dei gruppi di appartenenza nella comunitàcristiana, ma anche come un cammino più personalizzato. Si tratta di illuminare ildesiderio di pienezza che quel ragazzo e quella ragazza stanno sperimentando, e lachiamata alla comunione che portano scritta nel cuore.Come efficace antidoto alla frammentarietà della vita moderna e all’abitudine diintraprendere relazioni superficiali e strumentali, occorre che li sosteniamo in uncammino di crescita, orientato a costruire gradualmente un vero e proprio progetto, checorrisponda sempre più alla scoperta del disegno di Dio su di loro. È importante allorache nella comunità parrocchiale, nelle zone pastorali, o per lo meno a livello diocesano,si individuino coppie di sposi, persone consacrate e laici che, insieme ai presbiteri, siformino per essere, accanto ai giovani, autentici compagni di viaggio nelle varie tappedell’amore. Allo stesso tempo è necessario che la comunità cristiana riconosca nei duegiovani una preziosa risorsa perché, impegnandosi con sincerità a crescere nell’amore enel dono vicendevole, possono contribuire a rinnovare il tessuto stesso di tutto il corpoecclesiale: la particolare forma di amicizia che essi vivono può diventare contagiosa, efar crescere nell’amicizia e nella fraternità la comunità cristiana di cui sono parte.2. Educare all’amore sponsale in un mondo che cambiaL’accompagnamento nel tempo del fidanzamento comporta, da parte dell’interacomunità cristiana, una responsabilità educativa di grande rilievo. Purtroppo il contestoculturale in cui viviamo non aiuta a scoprire la bellezza dell’amore umano e delsacramento del matrimonio, rischiando di disorientare le giovani generazioni rispetto auna scelta compiuta “per sempre”. Si diffonde una mentalità individualistica, che minala scelta del dono di sé a tutti i livelli, e quindi in particolare mette in crisi l’autenticitàdi un rapporto di coppia vissuto non per se stessi, ma nella prospettiva di un donosincero di sé all’altro e, nella forza di questa donazione, nel servizio agli altri nellaChiesa e nella società. Sembra oggi essere in discussione l’istituto stesso delmatrimonio, con il suo patrimonio di valori, atteggiamenti e scelte. Si diffonde peresempio il fenomeno della convivenza pre-matrimoniale e anche di quelle forme chenon mostrano di essere orientate a una scelta definitiva. Il Card. Joseph Ratzinger,appena prima della sua elezione a pontefice, ha affermato che oggi «si va costituendouna dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia comeultima misura solo il proprio io e le sue voglie»1. Tale tendenza spinge in particolare igiovani a considerare come equivalenti forme di vita diverse quali la convivenza e ilmatrimonio, o la relazione tra persone dello stesso sesso. Essa viene definita come unaforma di dittatura perché, se in apparenza lascia una totale libertà ai singoli diautodeterminarsi, in realtà impone la sua logica, che appiattisce le diverse esperienze ele rende uguali, ignorandone la specificità e impedendo di valutarle, ed eventualmentevalorizzarle, per quello che sono.La comunità cristiana, mentre cerca di interpretare le cause di questa situazione e siinterroga su come rimanere vicina a quanti la vivono, manifesta la sua fortepreoccupazione. Si vorrebbero infatti porre sullo stesso piano del matrimonio sceltediverse e meno impegnative, come la semplice convivenza o la scelta di rimaneresempre fidanzati, continuando ad abitare nelle rispettive famiglie di provenienza,offuscando l’orizzonte dell’amore, che per sua natura rende capaci del dono totale di sé.La Chiesa non giudica e non intende allontanare chi compie tali scelte; al contrariodesidera entrare in un proficuo dialogo con loro e li invita a non allontanarsi dalla vitaecclesiale. Non può però rinunciare ad affermare che vi è una forma di relazione dellacoppia, quella matrimoniale, che non può essere comparata con le altre forme diconvivenza o accompagnamento, perché basata sull’assunzione definitiva del proprioimpegno nei confronti dell’altro.Siamo dunque particolarmente riconoscenti alle tante coppie di sposi e genitori che,in un simile contesto, ogni giorno testimoniano il Vangelo del matrimonio e dellafamiglia, e con la loro vita annunciano che la famiglia e il matrimonio sono un Vangelo,cioè una vita piena e degna di essere vissuta. Sono proprio queste famiglie che sipropongono di aiutare i propri figli nel discernimento della loro chiamata e diaccompagnarli nella preparazione al matrimonio. A partire dal loro esempio e insieme aloro, vogliamo metterci alla ricerca di risposte adeguate a questi problemi così urgenti,per favorire l’accoglienza da parte dei giovani della loro vocazione. Nel far questo cisentiamo pieni di speranza, consapevoli di proporre ai più giovani un cammino checorrisponde al loro desiderio più profondo; si tratta cioè di far loro scoprire ciò che essistessi cercano, sebbene spesso non se ne rendano conto appieno.3. Nel cammino della ChiesaSiamo consapevoli che in questi ultimi decenni l’attenzione all’educazioneall’amore ha ricevuto nuovi e fecondi impulsi, fino ad allargare gli orizzonti e creare inmolti luoghi una vera e propria pastorale del tempo del fidanzamento, nelle sue varietappe, illuminandolo e aiutando a viverlo come evento di grazia. Già il Direttorio dipastorale familiare così esortava: «La pastorale prematrimoniale, in ogni suaarticolazione, costituisce uno dei capitoli più urgenti, importanti e delicati di tutta lapastorale familiare. Tale pastorale si trova di fronte a una svolta storica: essa è chiamataa un confronto chiaro e puntuale con la realtà»2. Le famiglie cristiane e tutte le strutturepastorali devono sentirsi coinvolte nella preparazione al matrimonio e nella celebrazionedelle nozze. In questi passi, coloro che si dispongono a formare una nuova famiglia nondevono sentirsi soli: il loro matrimonio non è una questione privata, ma coinvolge tutta_______________________________________1 J. RATZINGER, Omelia alla Missa pro eligendo Romano Pontifice, 18 aprile 2005.2 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia, 25 luglio1993, n. 40.***la comunità ecclesiale. Tutte le fasi della loro nuova vita familiare dovranno essereaccompagnate dall’affetto premuroso della comunità cristiana, e questa non potràdisinteressarsi delle loro situazioni di difficoltà, delle eventuali crisi nella vitamatrimoniale o degli eventi lieti o tristi, quali la nascita dei figli e la morte di personecare.A questo fine, sono da sollecitare e incoraggiare il dialogo e la collaborazione tra lapastorale familiare e quella giovanile, ma anche catechistica, vocazionale, scolastica,sociale e del tempo libero, e con tutte le altre dimensioni ecclesiali impegnatenell’evangelizzazione per la crescita della persona umana. Infatti, risulta evidente che,come in modo profetico aveva indicato l’esortazione apostolica Familiaris consortio,«la preparazione al matrimonio va vista e attuata come un processo graduale e continuo.Essa, infatti, comporta tre principali momenti: una preparazione remota, una prossima euna immediata»3. Oggi appare ancora più evidente che, per quanto fatta con grandecura, una preparazione esclusivamente immediata rischia di essere gravementeinsufficiente nell’offrire solide basi alla vita sponsale e familiare e orientare i fidanzati avivere lo stesso amore con cui «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei»(cfr Ef 5,25).4. Costruire la famiglia rinnova la societàL’impegno della comunità cristiana a favore della famiglia ha un forte impatto sututta la società, di cui la famiglia stessa costituisce la cellula fondamentale. Infatti, «lafamiglia si propone come spazio di quella comunione, tanto necessaria in una societàsempre più individualistica, nel quale far crescere un’autentica comunità dipersone grazie all’incessante dinamismo dell’amore, che è la dimensione fondamentaledell’esperienza umana e che trova proprio nella famiglia un luogo privilegiato permanifestarsi»4. Essa è la prima società naturale e «precede, per importanza e valore, lefunzioni che la società e lo Stato devono svolgere»5. Per questo la famiglia non puòvivere come chiusa al suo interno, ma è chiamata ad aprirsi nella solidarietà e a vivereun vero impegno nella società. Questa vocazione di ogni famiglia potrà essere vissutapiù appieno da chi comprende che la famiglia è sostenuta dall’amore di Cristo. Taleconsapevolezza va accresciuta nei giovani che si incamminano verso il matrimonio, perfar sì che, anche grazie a loro, tutto il tessuto sociale sia rinnovato. Costruire la famigliadiviene così una tappa fondamentale per apportare alla comunità civile istanze di verità,di giustizia e di solidarietà6, soprattutto attraverso la procreazione e l’educazione deifigli. Per questo, la famiglia, cellula vivificante e risorsa feconda, partecipa alla vitadella società per far crescere in umanità i suoi membri, singoli e collettivi, rinnovandocosì lo sguardo della società stessa; infatti la comunione familiare alimenta la coesionesociale e ne è l’autentica sorgente.______________________________________________________3 GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica Familiaris consortio, 22 novembre 1981, n. 66.4 PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina sociale della Chiesa,2 aprile 2004, n. 221.5 Ib., n. 214.6 Cfr CONCILIO VATICANO II, Costituzione pastorale Gaudium et spes, n. 26. Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |