| | | OFFLINE | Post: 39.989 | Sesso: Femminile | |
|
02/02/2013 12:06 | |
CAPITOLO IV - VERSO LA CELEBRAZIONE DELLE NOZZE19. Dal rischio dell’isolamento a una viva fraternitàIl compito della Chiesa locale si esprime nell’educare progressivamente i fidanzatialla comprensione della fede nel sacramento, per condurli a prendere parteconsapevolmente alla celebrazione nuziale, riconoscendo il significato dei gesti e deitesti. A tale scopo la comunità parrocchiale, sotto la guida del proprio parroco, ha ilcompito di formulare itinerari e iniziative per la preparazione al matrimonio, così daaiutare i fidanzati a porsi progressivamente nel mistero di Cristo, a servizio della Chiesae del mondo.Lo stesso Rito del matrimonio riconosce alla comunità un ruolo indispensabile e lainvita a parteciparvi pienamente, impegnandosi anche ad aiutare i fidanzati a scoprire ilvalore del loro amore, sia per la comunità ecclesiale che per quella civile. Occorrequindi che la comunità cristiana riconosca che i fidanzati e gli sposi sono risorsepreziose. Varrà quindi la pena cogliere ogni occasione per far sentire coinvolti tutti ifedeli a valorizzare la presenza sponsale all’interno della comunità.L’esperienza di un cammino di preparazione alle nozze è occasione propizia dimissionarietà, in quanto diventa per la coppia il momento favorevole per riscoprire unafede adulta, a seguito, per alcuni, di un prolungato vuoto di formazione cristiana; ilpercorso con altre coppie è anche un’opportunità straordinaria per fare esperienzaecclesiale. È importante quindi che essi incontrino una Chiesa accogliente, che siaccosta con premura al loro progetto di vita e che è disponibile ad accompagnarli in unastoria di amore umanamente e spiritualmente ricca, anche dopo le nozze.Questa educazione della comunità ecclesiale va fatta utilizzando al meglio le tanteoccasioni che si vengono a presentare negli incontri e negli appuntamenti dellaparrocchia. Suggeriamo qui alcuni possibili segni concreti che, a discrezione dellaChiesa locale e del singolo parroco, possono venire realizzati nel presentareufficialmente i fidanzati all’assemblea liturgica durante il percorso di preparazione almatrimonio:- inserire periodicamente una intenzione particolare nella preghiera dei fedeli;- annunciare con gioia il fatto che una nuova famiglia stia venendo ad abitare inquel territorio;- affidare pubblicamente il mandato agli sposi che durante l’annoaccompagneranno i fidanzati nel percorso di preparazione;- invitare caldamente a partecipare alla celebrazione di ogni matrimonio; a talescopo è opportuno, almeno qualche volta, celebrare le nozze nell’Eucaristiadomenicale.20. L’incontro con il parrocoPer consentire il cammino di preparazione, i fidanzati sono invitati a presentarsi alparroco, cui spetta procedere all’istruttoria e al cosiddetto esame prematrimoniale,possibilmente circa un anno prima della data prevista per le nozze. Il parroco a cuirivolgersi può essere uno dei due delle parrocchie di residenza dei nubendi, a lorodiscrezione. In questo primo colloquio è cura del sacerdote accogliere la richiesta dicelebrazione del matrimonio cristiano, aiutando la coppia a chiarire le ragioni di talescelta e invitandola a partecipare agli itinerari per i fidanzati programmati dallaparrocchia o dalla diocesi. Il parroco deve tener conto della diversa situazione spiritualedei singoli fidanzati, che richiede molte volte approcci differenziati, e favorire, sin daallora, anche forme personalizzate di riscoperta della fede, avvalendosi dellacollaborazione di famiglie che siano di riferimento per queste giovani coppie.In questo colloquio, o in più colloqui, il parroco pone cura e attenzionenell’accompagnare i fidanzati a compiere una scelta libera e consapevole, che interpellanon solo le loro convinzioni ideali e di fede, da riscoprire e rafforzare in occasione delmatrimonio, ma anche tutte le dimensioni dell’intelletto e della volontà che necessitanodi essere accolte con grande maturità, perché la chiamata al matrimonio sia il piùpossibile libera e consapevole, e così pienamente umana.Il colloquio, come facilmente si intuisce, dovrebbe aiutare la persona a comunicaresinceramente i propri punti di vista e le proprie decisioni in ordine al matrimonio,manifestando in modo libero e autentico i contenuti del proprio progetto matrimoniale.Infatti, «il diritto a contrarre matrimonio – ha richiamato Benedetto XVI – presupponeche si possa e si intenda celebrarlo davvero, dunque nella verità della sua essenza cosìcome è insegnata dalla Chiesa. Nessuno può vantare il diritto a una cerimonia nuziale.Lo ius connubii, infatti, si riferisce al diritto di celebrare un autentico matrimonio. Nonsi negherebbe, quindi, lo ius connubii laddove fosse evidente che non sussistono lepremesse per il suo esercizio, se mancasse, cioè, palesemente la capacità richiesta persposarsi, oppure la volontà si ponesse un obiettivo che è in contrasto con la realtànaturale del matrimonio»20. In questa fase, quindi, da parte dei pastori è opportunol’esercizio di un sapiente discernimento, in un accompagnamento premuroso che siavvalga eventualmente di coppie mature e prudenti come collaboratori. 21. Il Rito del matrimonioAuspicando che l’intensa fase di discernimento abbia avuto buon esito, si esorta ilparroco o, in accordo con lui, il sacerdote o il diacono che assisteranno al matrimonio, apromuovere uno o più incontri con i prossimi sposi per prepararli alla celebrazioneliturgica delle nozze. In questo momento, tenendo conto delle varie situazioni di fedeche si possono presentare, va valorizzata e spiegata ai fidanzati la bellezza della liturgianuziale, aiutandoli a comprendere il significato di ogni gesto rituale e della preghieradella Chiesa, ad avvalersi della possibilità prevista dal Rito stesso di personalizzarealcune parti: potranno scegliere le letture bibliche, tra quelle proposte dal lezionario;preparare i canti e le preghiere; individuare persone adatte a cui affidare ministeri ecompiti specifici. Si può anche invitare i fidanzati a rendersi animatori e promotori diuna celebrazione viva e partecipata, ricordando la loro identità e il loro ruolo comeministri del sacramento. È opportuno poi aiutarli a far propri i criteri con cui può esserepreparata e animata la celebrazione, tenendo presenti anche le indicazioni più concreteche a tal fine sono state predisposte nelle varie diocesi.Il Rito del matrimonio, in questo particolare momento, si rivela uno strumento riccoe prezioso sotto il profilo teologico e per la sapienza umana. Gli stessi fidanzati sono________________________________________20 BENEDETTO XVI, Discorso alla Rota Romana, 22 gennaio 2011.***chiamati a cogliere questa sorprendente densità già nel vivere la dimensione sponsaledel proprio battesimo.«Nell’esperienza pastorale italiana si verifica sempre di più il caso di coppie che,pur non avendo maturato un chiaro orientamento cristiano e non vivendo una pienaappartenenza alla Chiesa, desiderano la celebrazione religiosa del Matrimonio, essendobattezzati e non rifiutando esplicitamente la fede»21. Il Rito, venendo incontro inparticolare a queste situazioni, ha predisposto la possibilità della celebrazione delsacramento nella liturgia della Parola, per coloro che da tempo non frequentano laMessa, prevedendo al termine la consegna della Bibbia, nell’auspicio di incoraggiare unitinerario di riscoperta del battesimo in chiave sponsale. La novità del Rito è, dunque, in tutte le sue varie forme, la sottolineatura delladimensione battesimale dei nubendi, e di conseguenza dell’importanza della comunitàcristiana all’interno della quale il sacramento si celebra. Si consiglia quindi di agevolarela scelta e l’uso delle varie possibilità rituali, facendole approfondire alle coppie findall’inizio del percorso di preparazione al matrimonio, perché li possano gradualmentescoprire. La liturgia, e nello specifico la celebrazione del matrimonio con i suoi riti,attua con parole e gesti un evento di salvezza, e manifesta il significato profondo di ciòche gli sposi stanno vivendo e attuando. La storia della salvezza infatti è descritta dallaBibbia come una storia d’amore tra Dio e il suo popolo, che culmina nelle nozze traCristo e la sua Chiesa, per la quale egli dona pienamente se stesso e che unisce a sécome suo corpo. Nei sacramenti, in particolare nella celebrazione della Messa e anchenel sacramento del matrimonio, si celebra la fedeltà del Signore con il suo popolo e glisposi vengono associati a tale potenza d’amore. Il rito diviene così una “parolacreativa”, rendendo gli sposi un’icona della sponsalità tra Cristo e la Chiesa esacramento permanente del suo amore, di cui ormai sono soggetto attivi e protagonisti.Ecco la grande realtà del matrimonio e l’altissima vocazione degli sposi all’interno dellacomunità cristiana e della società: quella di rappresentare e rendere presente, attraversol’amore sponsale, l’amore di Cristo per gli uomini e la fedeltà a lui della Chiesa.La liturgia nuziale deve esprimere pienamente il significato ecclesiale delmatrimonio attraverso uno stile celebrativo improntato a una gioiosa semplicità, chefavorisca il coinvolgimento dell’intera comunità ecclesiale in cui gli sposi sono inseriti.A tale scopo, i fidanzati siano aiutati a cogliere la bellezza del rito e a vivere pienamenteil loro ruolo di ministri del sacramento, e la comunità dei fedeli sia guidata a parteciparein modo consapevole alla liturgia nuziale, predisponendone accuratamente ogni aspetto. 22. La riscoperta di una fede adulta in una Chiesa accogliente Oggi più che mai, occorre un profondo invito alla sobrietà nel vivere lapreparazione dell’evento. La celebrazione delle nozze può diventare occasione peresprimere «la fede che si rende operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6) con gesti dicondivisione verso i poveri e per mostrare attenzione alle necessità della comunitàparrocchiale. È auspicabile che ogni parrocchia, zona pastorale o diocesi, organizziperiodicamente, oltre al consueto itinerario di preparazione, con una cadenza legata alnumero di matrimoni da celebrare nell’anno, un momento di ritiro spirituale o unincontro di preghiera per i futuri sposi, a cui possibilmente invitare le famiglie di origine_______________________________________21 Rito del matrimonio, n. 7.***e i testimoni delle nozze. Il cammino di preparazione alla celebrazione si concluderàcon la segnalazione della nuova famiglia al parroco del luogo ove essa prenderà dimora,per favorirne l’inserimento nella nuova comunità parrocchiale. Riguardo al luogo dellacelebrazione, «il luogo normale delle nozze è la comunità della parrocchia nella quale ifidanzati sono inseriti e alla cui vita e missione prendono parte»22. Quanto poi almomento delle nozze, si ricordi quanto afferma il Direttorio di pastorale familiare: «persottolineare la dimensione ecclesiale della celebrazione e il coinvolgimento dell'interacomunità parrocchiale, può essere talvolta opportuna una celebrazione del rito delmatrimonio durante una delle messe di orario. Per gli stessi motivi sono normalmenteda sconsigliare celebrazioni nuziali nel giorno di domenica in momenti diversi da quellidelle messe di orario. È comunque necessario che in ogni diocesi vengano precisaticriteri e vengano offerte direttive al riguardo, onde favorire una prassi comune»23.Queste indicazioni relative alla celebrazione nel giorno del Signore e nella parrocchiavogliono superare una concezione privatistica del matrimonio, purtroppo molto diffusa. 23. Itinerari di fede: verso la celebrazioneAbbiamo già sottolineato l’opportunità che il percorso di preparazione almatrimonio non sia compiuto negli ultimi mesi prima della celebrazione, ma vengaanticipato almeno di un anno, affinché possa incidere in modo significativo sul progettodi vita della coppia, fino a rendere possibile anche una decisione diversa rispetto allenozze, una volta comprese le caratteristiche del matrimonio cristiano. Il numero degliincontri deve permettere di affrontare almeno i temi essenziali del matrimonio cristianoe della relazione di coppia. Un approccio equilibrato e realistico suggerisce di impostarei percorsi su un numero di circa dodici incontri. Soggetto degli itinerari di fede verso ilmatrimonio è la comunità cristiana, che attua così la sua opera di evangelizzazione.Pertanto i percorsi di fede verso il sacramento del matrimonio non possono esseredelegati ad altri (cfr n. 26), in quanto costituiscono un impegno primario della Chiesache, con la presenza e partecipazione dei suoi vari membri, esprime la varietà deicarismi, annuncia il Vangelo e si propone ai fidanzati nel concreto vissuto della loroesistenza. Proprio in questa occasione, talvolta essi fanno di nuovo, spesso dopo anni,l’esperienza della Chiesa che li cerca e li accoglie con premura. La proposta di percorsidi fede verso il sacramento del matrimonio incontra oggi le molteplici situazioni di vitadei destinatari dovute al lavoro, allo studio, alla maggiore mobilità, e richiede anche unaformulazione nuova e duttile, che però non deve mai contraddire il carattere di percorsoe negare, di fatto, la presenza e la soggettività della comunità cristiana.Anche quando ci si avvale del contributo di esperti e di professionisti per affrontarealcune tematiche, è opportuno che il gruppo sia accompagnato nel cammino da unaéquipe fissa di animatori, costituita – come già detto – da un sacerdote, da coppie disposi e da persone consacrate, in proporzione ragionevole rispetto al numero di coppiedi fidanzati partecipanti. Questa sinergia tra diverse figure è importante: i fidanzatihanno così la possibilità di sperimentare dal vivo la complementarità e cordialecollaborazione tra i ministeri e i carismi con cui si edifica la Chiesa._______________________________________________________________22 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Evangelizzazione e sacramento del matrimonio. Documentopastorale dell’Episcopato italiano, 20 giugno 1975, n. 84.23 Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia, n. 82.***Rispetto ai metodi utilizzati per la conduzione degli incontri, l’esperienza evidenzial’opportunità di creare momenti ricchi di confronto all’interno della coppia e fra lecoppie partecipanti, che vedano il coinvolgimento dei fidanzati a partire dalla loroconcreta situazione di vita, evitando le lezioni frontali. È molto apprezzato, e quindiconsigliabile, il lavoro in piccoli gruppi, coordinati e stimolati dalle coppie di sposidell’équipe. Si tratta in sostanza di costruire un clima nel quale i fidanzati si sentanoprotagonisti del loro cammino di formazione, in un contesto di relazioni interpersonalisignificative. Perché ciò si verifichi, sono necessarie alcune condizioni. Il primo passo èquello di accogliere i fidanzati con familiarità e amore, accettandoli come sono,amandoli senza giudicarli e accompagnandoli per un tratto di strada nello stile diEmmaus (cfr Lc 24,13-35): ascoltandoli, condividendo il loro cammino, partecipandoalle loro emozioni e difficoltà, e aiutandoli a scoprire, con l’aiuto della parola di Dio, laprofondità e la bellezza del mistero che stanno vivendo. L’ambiente in cui si svolgonogli incontri deve essere accogliente, familiare e mettere a proprio agio i fidanzati. Ilnumero delle coppie in ogni gruppo sia compatibile, oltre che con le risorse di animatoridisponibili, con la possibilità di conoscere bene ogni persona e di ascoltare e di farintervenire tutti.È auspicabile che tutti gli operatori, i sacerdoti, adeguatamente formati già dalseminario, le persone consacrate, gli sposi accompagnatori, siano sempre più preparatial ministero di accompagnamento dei fidanzati verso il matrimonio. Certamente puòessere un buon inizio la formazione sul campo con l’affiancamento a persone giàesperte, ma non è sufficiente. È necessario che vengano approntati percorsi formativi,con appositi sussidi, sia sui contenuti che sul metodo, a livello diocesano o regionale, egli operatori siano stimolati e sostenuti, in tutte le forme necessarie, nell’impegno chequesti percorsi comportano. Un’altra realtà, anch’essa riscontrabile nell’esperienzapastorale, è la grande varietà di sussidi utilizzati per l’articolazione dei corsi. Senzanulla togliere alla loro validità, l’enorme frammentazione riscontrata non giovacertamente alla possibilità di offrire a tutti i fidanzati un percorso completo, equilibrato,coerente.Se non pochi dei fidanzati che richiedono il sacramento del matrimonio sono datempo distanti dalla pratica religiosa e dalla partecipazione attiva alla vita dellacomunità cristiana, non possiamo dimenticare che vi sono giovani che scelgono disposarsi in chiesa con una chiara coscienza di fede, magari dopo cammini pluriennaliall’interno della comunità. È bene che a loro siano offerte occasioni formative piùapprofondite e distese nel tempo, con cammini più prolungati e articolati, anche con lacollaborazione delle aggregazioni laicali che, portando metodologie e carismi loropropri, da tempo collaborano efficacemente con la pastorale familiare diocesana. È dasimili coppie che possono scaturire gli operatori della pastorale familiare di domani, epossono nascere le opportune iniziative di continuità, quali ad esempio i gruppifamiglia, per proseguire l’accompagnamento dei fidanzati dopo il matrimonio. 24. Percorsi personalizzati per cercatori di Dio Quando una coppia si presenta agli incontri di gruppo dove si propone un camminoeducativo e di fede, occorre un attento discernimento da parte del presbitero e dei suoicollaboratori per dare loro un aiuto adeguato. Accanto a quella comunitaria è necessariooffrire un’accoglienza specifica, con dialoghi individuali finalizzati a costruire percorsidi fede personalizzati attenti alla coppia e alla persona. Una persona che si dichiara noncredente o poco credente, ma che accetta e rispetta il suo partner per la fede che ha, nonva lasciata nella condizione iniziale: è proprio l’amore umano che apre al dialogo e allacomprensione dell’altro e della sua fede. Spesso i non credenti pongono interrogativifondamentali, che hanno radice nel mistero dell’uomo, che non sono scontati anche per icredenti: la loro posizione, se non è pregiudiziale, li apre ad una ricerca che aiuta ilproprio partner e il gruppo stesso. Da questo deriva l’importanza dell’ascolto e deldialogo, da parte del presbitero o della coppia animatrice, per far sentire ciascunoaccolto e messo a proprio agio. A partire da qui, facendosi compagni di cammino dellacoppia, si può iniziare una pre-evangelizzazione e poi una vera evangelizzazione,illuminando la riscoperta della fede.Ogni autentico cammino ecclesiale porta in sé molteplici dimensioni: è cammino inuna comunità e in un gruppo, è cammino di coppia e comporta una crescita personale.Queste caratteristiche si intrecciano tra loro e solo così risulteranno formative econdurranno ad una fede adulta.Importante è ripensare e offrire itinerari di tipo catecumenale, nello spirito e neicontenuti, che accompagnino alla presa di coscienza e riscoperta della vocazionebattesimale in chiave sponsale. Un itinerario siffatto, nella partecipazione alla vita dellacomunità cristiana, sostiene la coppia nel maturare, nella riscoperta di Cristo e dellaChiesa, l’incontro con il Dio vivente.Proprio partendo da un religioso ascolto del vissuto di questi fratelli e sorellecercatori di Dio «affiora la risposta: la preghiera, la Parola di Dio, i sacramenti, ilservizio, l’attesa della casa futura, sono le esperienze concrete in cui è possibileincontrare il Dio di Gesù Cristo»24 e maturare una risposta libera e consapevole allachiamata al matrimonio e alla famiglia.Con l’aumento del numero di queste situazioni differenziate nella comunitàcristiana, si rende sempre più necessario formare e incrementare il numero di operatoripastorali che affianchino i presbiteri e che si assumano per vocazione questo servizio diaccompagnatori, educatori e testimoni della bellezza della vocazione sponsale efamiliare cristianamente vissuta.25. L’accompagnamento delle persone che convivono Oggi molte coppie si presentano a chiedere il matrimonio cristiano e a compiere ilcammino di preparazione in una condizione di convivenza. È una situazione cherichiede un’ulteriore riflessione, per assumere un criterio pastorale unitario eappropriato. Se da una parte dobbiamo accompagnare per tutto il tempo possibile lecoppie già conviventi che chiedono il matrimonio cristiano, perché comprendano larealtà del sacramento che chiedono e si rafforzino nell’amore, dall’altra non possiamorassegnarci a un generale senso di impotenza di fronte al dilagare di un fenomeno che _______________________________________________________________________________ 24 COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, L’ANNUNCIO E LA CATECHESI, Lettera aicercatori di Dio, 12 aprile 2009, cap. III. Per possibili percorsi con tali coppie e nei gruppi dove questivengono ad inserirsi, si può attingere alla lettera citata. Sono inoltre utili tutti quei suggerimenti giàpresenti nella Nota pastorale del Consiglio Episcopale Permanente Orientamenti per il risveglio della fedee il completamento dell’iniziazione cristiana in età adulta, 8 giugno 2003.*** Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |