È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Breve storia degli Ordini Mendicanti: Domenicani, Francescani....

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2013 22:29
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
10/03/2013 22:24
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

7. Martirio di san Pietro da Verona

Tommaso Agni da Lentini, patriarca di Gerusalemme († 1277) è uno dei più antichi agiografi di Pietro Martire. Si propone alla lettura la pagina più colorita e drammatica della sua Vita sancti Petri Martyris secondo il volgarizzamento trecentesco (cfr. S. ORLANDI, S. Pietro Martire da Verona, Leggenda, Firenze, Il Rosario, 1952, cap. X).

Nelli anni domini MCCLII in sabato, ch'è la fine de la settuagesima, e ch'è chiamato il sabato d'alba e Pasqua annovale [1], il cavaliere di Cristo, del convento suo ritornando a Melano a la battaglia de la fede, sì si sforzava di venire innanzi al termine. Sì che essendo a mezza via, un maladetto eretico e crudele masnadiere delli eretici, indotto a ciò per lor prieghi e pattovito con loro di prezzo di XL lire, questo scellerato fece assalto incontra al santo uomo compiente il viaggio del salutevole proponimento. Il lupo contra l'agnello, il fiero contra 'l benigno, l'empio contra 'l pietoso, il furibondo contra 'l mansueto, lo sfrenato contra 'l modesto, lo scomunicato contra 'l giusto ardisce di fare assalti, adopera isforzamento, presumme [2] la morte, e del sacerdote facciendo sacrificio, quel santo capo crudelmente percotendo co lo scellerato mannarese, [3] e sazio il coltello del sangue del giusto, radoppiando in lui e premendo crudeli piaghe, [il giusto] non cansandosi [4] dal nemico, ma donando se medesimo per sagrificio, e sostegnendo in pazienzia le crudeli percussioni, abbattuto nel luogo de la passione, sì 'l lasciò per mezzo morto. E rivolgendosi quello micidiale a frate Domenico suo compagno, riempiente l'aire di prieghi di misericordia chiamando aiuto, sì li diede quattro fedite mortali. E dando a costui crudelmente sì dure percussioni, il santo uomo dall'altra parte raccomandava lo spirito suo a messer Domenedio, dicendo: Ne le mani tue, Segnore, raccomando lo spirito mio [5] . Non cessando la loda de la fede eziandio in questo articolo, non si dimenticoe per l'angoscie de la morte di confessare la fede sicome banditore de la fede, la quale per le lusinghe del suo zio da fanciullo non avea voluto sconfessare. Secondamente che esso maladetto, ingannato dall'aiuto del fuggire, poi preso dai fedeli commossi alle grida di frate Domenico, e el detto frate Domenico, sopra vivendo alquanti dì, raccontarono poi. Ma con ciò fosse cosa che ancora il martire di Dio palpitasse per terra, il crudele micidiale tolse il coltello, e trafiggendol [6] per la latora di colui che in tale guisa confessava la fede, sì compiette il beato martirio. E così finita la settuagesima di questo pelegrinaggio, il beato viandante venne al paese celestiale. In tal guisa imbiancoe la stola sua il martire e 'l vergine nell'alba; in tal guisa di questo sabato temporale passoe a celebrare lo sabato eternale: e la Pasqua annovale non ebbe meno il suo agnello, quando in essa, Piero, sì come agnello innocente sacrificato in quel die del suo martirio, per alcuno modo meritoe d'essere a un'otta confessore, martire, profeta e dottore. Da poi che in quel die fatta la confessione al modo usato, offerse a Dio sacrificio di laude, e confessando la fé di Cristo in gran costanza infra tormenti, ammaestrò la verace fede, confessando il Credo in Deo con chiara voce mentre ch'elli sostenea passione. E da poi che 'l sangue suo sparse per difensione de la fede, a' confessori e a' dottori et a' martiri s'accompagnoe, et al collegio de li profeti meritoe d'esser congiunto, predicendo per spirito di profezia quello che intervenne poscia.

[1] Annuale.

[2] Cioè «osa colpire a morte».

[3] Mannaia.

[4] Scansandosi.

[5] Luca 23, 46. È il versetto responsorio della Compieta.

[6] Conficcandolo. «Trafiggere» qui sembra avere uso transitivo.

***

8. Predicazione di fra Ubertino da Casale

Angelo Clareno († 1337), capo degli Spirituali, descrisse nel Chronicon seu Historia septem tribulationum (ed. A. GHINATO, Roma, 1959) le peripezie dell'ala rigorista dei Minori. Protagonista della sesta tribolazione è Ubertino da Casale, della cui attività il Clareno offre una rapida e precisa notizia. Il passo che segue è tratto dal volgarizzamento trecentesco della Cronaca (seguo il Ms. Riccardiano 1487, c. 124r-v).

Questo frate Ubertino, abitando nel monte della Verna della Provincia di Toscana, tutto divoto a santo Francesco, fedele testimonio della prima e ultima perfezione regolare, sincero e fervente predicatore della evangelica verità, infiammò e destò per essemplo della vita e per virtù della sua parola molti nella religione [1] e spetialmente nella provincia della Marca e della Valle [2] e di Toscana, alla pura e fedele observanzia della promessa perfezione. E per la vera carità, lasciando lui stare la sua quiete, la quale aveva in Iesù Cristo, attendendo solamente a Dio e alle cose celestiali, e assentendo al consiglio delle sante persone per potere favoreggiare gli frati e le persone spirituali, li quali pativono dalli aversari molte tribulazioni nella provincia di Toscana e della Valle di Spoleto, sì si mise scientemente a molti pericoli, e dettesi a molte fatiche.

[1] Cioè nell'ordine francescano.

[2] S'intende la Valle di Spoleto.

***

9. Una predica segreta di fra Michele Minorita

Un anonimo fraticello ha descritto in una prosa precisa e disadorna il martirio di Michele da Calci (Pisa). Riproduco l'inizio della Storia di fra Michele Minorita come fu arso in Firenze nel 1389 secondo l'ed. di F. ZAMBRINI («Scelta di curiosità inedite o rare», Bologna, Romagnoli, 1864, pp. 1-5).

NEL NOME DI IESU' CRISTO, POVERO CRUCIFISSO, E DELLA SUA MADRE, E DEL BEATO FRANCESCO

Com'è per usanza, i poveri frati di santo Francesco (i quali oggi, e per più tempo passato, perseguitati per la povertà di Cristo), abitanti nella Marca, mandarono qua a Firenze frate Michele e C. per soddisfare i fedeli da Firenze; e giunsono qua a dì 26 di gennaio, 1388 [1]. E la domenica dell'Ulivo, di quaresima, il detto frate Michele, avendo soddisfatto ciascuno de' bisogni de l'anime nostre, e benedetto l'ulivo e dato e mandato a ciascuno, ebbe a dire, che pensava che i poveri nollo astettassero [2]; e che volentieri si partirebbe. Ma da l'altra parte considerando i dì santi che veniano della settimana santa, e il dì della santa Pasqua, a lui e a molti altri parve si dovesse muovere il dì dopo la Pasqua, cioè il lunedì mattina, il 19 aprile, MCCCLXXXVIIII. E la mattina della Pasqua, comunicate molte persone, sì disse (essendo a l'altare, nella parte della confessione, con molte ammonizioni infine), come si partìa l'altra mattina, e che non vedea esso, per la parte sua, più a fare nulla, e che l'avessono per scusato, e perdonassongli sed egli avesse errato, che non sapea più: con molta umiltà e' prese il commiato da ciascuno.

Et il lunedì mattina, in sul dì, essendo per moversi, e già mosso con certi, cominciò a dire frate Michele, che non gli dava il cuore di potere andare. E dopo molte parole, noi la rimettemmo in lui [3]; e deliberò la mattina di non muoversi, ma che arebbe ben caro d'abergare [4] la sera fuori della città, per potere la seguente mattina fare una buona levata: e così diliberato e ordinato, ancora non si poté. Et in questo intervallo, che parve che dovesse essere pur così, certe figliuole di Giuda, che s'erano più volte schifate per l'adrieto, instigate dal diavolo, con più molta sollicitudine cercavano di confessarsi e di volere la salute dell'anima loro ecc., sì diliberoe d'andarvi. Et essendo menato alle predette femine (cioè due pinzochere [5] e tre donne vedove), andando per la via, il compagno C. gli disse: – Datemi alcuno modo di parlare con queste donne. – E que' rispuose: – Io dirò ciò che mi verrà a bocca, dì tu quello che Dio t'ispira. – E giunto in casa loro, essendo incominciato a parlare, disse: – Io dico con l'Apostolo santo Paulo, che dice, che ogni cosa che altri à a fare, ciò è né per aguri, né per osservanza di dì ecc.; ma nel nome di Iesu Cristo io incomincio a parlare, e proporrò a voi la parola del Santo Evangelio, che dice: Guardatevi da' falsi profeti ecc. [6]. E parlò loro molte cose della verità; e dando loro a vedere le innumerabili persecuzioni che seguitano a chi dirittamente in questo tempo vuole seguitare e osservare i comandamenti di Dio e della Santa Chiesa, dicendo: – Non credete a noi, ma alle Sante Scritture, imperò che, se i santi non ci ingannano, questa è la verità –. E quando ebbe molto favellato loro a terrore de' pericoli di questi tempi, fue pregato, e dettogli: voi ci avete pronunciato le pene, diteci alcuna cosa del premio. E quegli non parea che potesse dire altro, se non cose da spaventarle, per vedere la loro fermezza; in tanto che, parendone molto spaventate, altro che due voleano venire alla confessione. Ma essendo pregato dicesse del conforto che ricevono coloro che seguitano la verità; detto quello che intorno a ciò bisogna, attese alle loro confessioni.

[1] Intendi 1389, perché a Firenze gli anni si computavano dal 25 marzo.

[2] Forma popolare per «aspettassero».

[3] Da queste parole si deduce che l'autore della Storia era uno dei compagni di fra Michele.

[4] Arebbe è forma popolare per «avrebbe»; abergare per «albergare».

[5] Qua non ha il senso spregiativo moderno, ma sembra indicare le aderenti alla setta dei Fraticelli.

[6] Matteo 7, 15.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:41. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com