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Prima uscita di Papa Francesco: alla Salus Populi Romani e a SAN PIO V

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2013 16:25
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Papa Francesco a Santa Maria Maggiore per una preghiera alla Madonna


Papa Francesco si è recato stamani nella Basilica di Santa Maria Maggiore per una preghiera rivolta alla Madonna, come aveva annunciato ai fedeli nelle sue prime parole rivolte dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana di San Pietro subito dopo la sua elezione.
Le agenzie sottolineano che il Papa non ha viaggiato con l'automobile tradizionalmente usata dai Pontefici targata SCV 1, ma con un veicolo targato SCV 3578. Hanno accompagnato il Papa il prefetto della Casa Pontificia, mons. George Gaenswein, e il viceprefetto della Casa Pontificia, Leonardo Sapienza.
E' stata una visita molto breve, caratterizzata esclusivamente dal raccoglimento di Papa Francesco in preghiera davanti all'Altare della Vergine e presso le spoglie di San Pio V.





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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Città del Vaticano, 14 marzo 2013 (VIS). Non era un segreto. Come a coloro ai quali non importa che tutti sappiano cosa intenda fare, Papa Francesco ha annunciato al mondo durante la sua prima apparizione pubblica, alle 20:24 di ieri sera: "Domani desidero andare a pregare la Vergine, perché guidi tutta la città di Roma". E alle 8:05 in punto, nella sua prima uscita dal Vaticano, il Romano Pontefice appena eletto si recava in una semplice automobile della gendarmeria vaticana alla Basilica di Santa Maria Maggiore, la chiesa dedicata alla Vergine più antica e più grande di Roma. Il Papa è voluto entrare in Basilica da una delle porte laterali.

Appena entrato il Papa si è diretto all'immagine della "Salus Populi Romani", accompagnato dal Cardinale Santos Abril y Castelló, Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore - una delle quattro grandi Basiliche di Roma, il cui Protocanonico è il Re di Spagna, e il Cardinale Vicario per la Diocesi di Roma, Agostino Vallini.

Il Santo Padre, dopo aver offerto alla Vergine un mazzo di fiori, ha pregato in silenzio per 10 minuti davanti all'altare maggiore, dove c'è una cripta che custodisce le reliquie della mangiatoia di Betlemme. Successivamente si è recato alla Cappella Sistina della Basilica, dove si trova l'altare dove Sant'Ignazio di Loyola ha celebrato la sua prima messa a Roma, la notte di Natale del 1538. "Un luogo - ha precisato Padre Lombardi - molto significativo per la Compagnia di Gesù". Ed infine, il nuovo Romano Pontefice ha voluto pregare davanti alla tomba di San Pio V.

Nella Basilica il Papa Francesco ha salutato i membri del Capitolo, i confessori, i frati e il personale della Basilica, i fedeli e i giornalisti che ha incontrato passando.

Il Santo Padre ha lasciato la Basilica come è arrivato: con un seguito e una scorta minima, accompagnato dal Prefetto della Casa Pontificia, Arcivescovo Georg Gänswein. Ma il Pontefice nel tragitto ha sorpreso tutti: prima nel rivolgere un affettuoso saluto ad alcuni scolari e dopo, quando ha chiesto all'autista di fermarsi in Via della Scrofa (nei pressi di Piazza Navona), presso la Casa Internazionale del Clero, dove risiedeva prima dell'inizio del Conclave. Il Papa ha recuperato i bagagli ed ha pagato il conto del suo soggiorno.

[SM=g1740758] MESSA CON I CARDINALI NELLA CAPPELLA SISTINA

La prima celebrazione liturgica del Santo Padre sarà con i Cardinali Elettori che hanno partecipato al Conclave, questo pomeriggio, nella Cappella Sistina, alle 17:00. La Messa concelebrata "Per la Chiesa" sarà celebrata in latino, con le letture in italiano, e come ha commentato il portavoce della Sala Stampa della Santa Sede, "l'omelia del Papa sarà probabilmente in italiano". (Le letture e le altre preghiere sono consultabili sul sito www.vatican.va

Al termine della Messa con i Cardinali, il Santo Padre si recherà all'appartamento papale preparato nella Casa Santa Marta, anche se, come ha informato Padre Lombardi "abiterà lì per breve tempo, perché si prevede che il Papa possa presto trasferirsi nell'appartamento pontificio, che non necessita di grandi lavori".

Padre Lombardi ha ricordato la prima apparizione di Papa Francesco, ieri sera, quando ha salutato la grande folla accorsa in Piazza San Pietro, sottolineando la semplicità e la serenità che hanno caratterizzato questo incontro, cominciato con la richiesta del nuovo Pontefice ai fedeli, di pregare per lui. La semplicità era palese anche nella scelta dell'abito. "Il Santo Padre - ha detto Padre Lombardi - ha salutato la folla portando al collo la stessa croce pettorale che portava in questi giorni: non ha scelto la croce pettorale per le grandi cerimonie, non ha indossato la mozzetta rossa, né la stola. È anche significativa la scelta del nome, Francesco, come Francesco di Assisi, che ricorda la spiritualità e la povertà evangeliche. Il suo nome da Papa è Francesco, non Francesco I, poiché è il primo Pontefice a portare questo nome. Se dopo di lui, si eleggesse un papa che adottasse lo stesso nome, allora si chiamerebbe Francesco I.

Fra i gesti del nuovo pontefice segnaliamo, ha proseguito Padre Lombardi, sempre ieri, nella Cappella Sistina ha ricevuto, in piedi, l'omaggio e l'obbedienza dei Cardinali e non ha preso posto sul trono. Inoltre è rientrato in autobus con il Collegio Cardinalizio alla casa Santa Marta e non nell'automobile destinata abitualmente al Papa. Alla fine della cena con gli Elettori ha detto: "Che Dio vi perdoni per quello che avete fatto".

Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha risposto anche ad una domanda sul rinnovamento degli incarichi dei Capi Dicastero della Santa Sede. "È tradizione che nei primi giorni del suo Pontificato il Papa li riconfermi. In passato alcune volte, li riconfermava nei primi giorni, con la formula fino quando non si provveda diversamente, per poi, a poco a poco, eleggere in tutta libertà i suoi collaboratori. Si tratta di atti di governo molto personali che sono di competenza esclusiva del Papa".

Relativamente ai problemi della sicurezza che potrebbero sorgere per lo stile molto "informale" del nuovo Papa, Padre Lombardi ha precisato che "gli incaricati della sicurezza del Pontefice sono al suo servizio ed adottano le misure per proteggerlo secondo lo stile di ogni Papa. Per esempio, Giovanni Paolo II non agiva secondo quanto programmato, andava a salutare le persone senza avvisare prima, così gli incaricati della sicurezza adeguavano i loro metodi di protezione a queste caratteristiche".

Parlando della salute di Papa Francesco, Padre Lombardi ha confermato che effettivamente da giovane, a 40 anni, Papa Francesco ebbe una malattia polmonare per cui gli fu asportato un pezzo di polmone ma questo fatto "non è mai stato un ostacolo né per il suo ritmo di lavoro, né per la sua vita e la sua attività pastorale, come ha dimostrato nella guida di una Arcidiocesi tanto impegnativa come quella di Buenos Aires".


[SM=g1740758] PRIME ATTIVITÀ DI PAPA FRANCESCO

Città del Vaticano, 14 marzo 2013 (VIS). Nel corso del briefing con i giornalisti, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, da Padre Federico Lombardi, S.I., ha annunciato le prime attività di Papa Francesco, dopo la celebrazione di questo pomeriggio con i Cardinali Elettori nella Cappella Sistina.

Venerdì alle 11:00, il nuovo Romano Pontefice riceverà tutti i Cardinali (elettori e non elettori) nella Sala Clementina. Sarà, come ha precisato il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, un incontro familiare con grande vicinanza del nuovo Papa ad ogni Cardinale.

Sabato, alle 11:00, nell'Aula Paolo VI, tutti i giornalisti accreditati a Roma (permanenti a temporanei) sono invitati a partecipare all'Udienza con Papa Francesco.

Domenica il Papa reciterà il primo Angelus del Pontificato, come di consueto, dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico.

Martedì 19 marzo, alle 9:30, solennità di San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale, la Piazza San Pietro sarà lo scenario della celebrazione della Messa per l'inizio del Ministero petrino. Padre Lombardi ha annunciato che non sono necessari i biglietti e tutti coloro che lo desiderano possono assistere.

Infine, mercoledì 20 marzo, non è prevista l'Udienza Generale, il Papa riceverà i Delegati Fraterni di altre confessioni religiose.



[SM=g1740771]



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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14/03/2013 18:25
 
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Papa Francesco ha presieduto nel pomeriggio la Santa Messa nella Cappella Sistina con i cardinali che hanno partecipato al Conclave. Il Vangelo della Messa, tratto da Matteo, parlava della professione di fede di Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù gli risponde: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». La prima Lettura era tratta da Isaia sulle genti che affluiscono al monte del Signore e la seconda da Pietro sulle pietre vive che edificano la Chiesa. RealAudioMP3

Il Papa, nella sua prima omelia da Pontefice, pronunciata a braccio in italiano, ha sottolineato che in queste tre Letture c’è qualcosa di comune: "è il movimento. Nella Prima Lettura il movimento è il cammino; nella seconda Lettura, il movimento è nell’edificazione della Chiesa; nella terza, nel Vangelo, il movimento è nella confessione. Camminare, edificare, confessare".

La prima cosa che Dio ha detto ad Abramo è questa: “Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile”. Dunque - ha proseguito - "la nostra vita è un cammino. Quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, alla presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiede ad Abramo nella promessa".

Quindi ha proseguito: "Edificare. Edificare la Chiesa, si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore".

Terzo punto: confessare. "Noi possiamo camminare quanto vogliamo, possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo a Gesù Cristo, la cosa non va". Diventeremo - ha detto - una ong filantropica, "ma non la Chiesa, sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno i castelli di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza". Il Papa ha citato una frase di Leon Bloy riferita a quando non si confessa Gesù Cristo: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”, perché "quando non si confessa Gesù Cristo - ha spiegato - si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio".

E ha proseguito: "Camminare, edificare-costruire, confessare. Ma la cosa non è così facile, perché nel camminare, nel costruire, nel confessare delle volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino: sono movimenti che ci tirano indietro".

Il brano evangelico proposto dalla liturgia - ha sottolineato - prosegue in realtà con una situazione speciale: "Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice: 'Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivo. Io ti seguo, ma non parliamo di Croce. Questo non c’entra'. Ti seguo ... senza la Croce'. Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce - ha osservato - non siamo discepoli del Signore: siamo mondani: siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore!".

"Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia - ha detto Papa Francesco - abbiamo il coraggio - proprio il coraggio - di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria, Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti".

Quindi ha concluso: "Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso. Così sia".

Una preghiera particolare è stata elevata a Dio perché Benedetto XVI possa servire la Chiesa anche “nel nascondimento con una vita dedicata alla preghiera e alla meditazione”.

******************


SANTA MESSA CON I CARDINALI OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
 
Cappella Sistina Giovedì, 14 marzo 2013 testo integrale
 


" In queste tre Letture vedo che c’è qualcosa di comune: è il movimento.
 
Nella Prima Lettura il movimento nel cammino; nella Seconda Lettura, il movimento nell’edificazione della Chiesa; nella terza, nel Vangelo, il movimento nella confessione. Camminare, edificare, confessare.
 Camminare. «Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore» (Is 2,5).
 
Questa è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo: Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile.
 Camminare: la nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va.
 Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa.
 
Edificare.
 
Edificare la Chiesa. Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo.
 Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore.
 Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare.
 Terzo, confessare.
 Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va.
 
Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore.
 
Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza. Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Léon Bloy: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”.
 
Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.
 Camminare, edificare-costruire, confessare.
 Ma la cosa non è così facile, perché nel camminare, nel costruire, nel confessare, a volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino: sono movimenti che ci tirano indietro.
 
Questo Vangelo prosegue con una situazione speciale.
 Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice: Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivo. Io ti seguo, ma non parliamo di Croce.
 Questo non c’entra.
 
Ti seguo con altre possibilità, senza la Croce.
 Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore. Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso.
 
E così la Chiesa andrà avanti. Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, per la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso. Così sia".










[Modificato da Caterina63 14/03/2013 21:53]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Francesco e il miracolo dell'icona

Perché il papa ha posto al centro della veglia per la pace la più venerata immagine della Madre di Dio conservata a Roma. Una storia di fede che risale a Gregorio Magno. Il commento di padre Innocenzo Gargano

di Sandro Magister




ROMA, 12 settembre 2013 – A distanza di giorni diventa sempre più percepibile la straordinarietà della veglia presieduta da papa Francesco in piazza San Pietro, la sera di sabato 7 settembre.

Anzitutto il motivo: una giornata di digiuno e di preghiera per invocare la pace in Siria, in Medio Oriente e dovunque c'è guerra. Con la partecipazione non solo di cattolici ma di uomini di ogni religione o semplicemente "di buona volontà". Non solo a Roma ma in numerose città del mondo.

Poi la durata. Non si ricorda una veglia pubblica di preghiera di quattro ore consecutive, dal tramonto a notte fonda, alla presenza costante del papa.

Poi ancora il silenzio. Nell'intero arco della veglia il raccoglimento delle centomila persone che gremivano piazza San Pietro e le aree antistanti è stato intenso e commosso. In sintonia con l'accentuata austerità della stessa presenza del papa.

Poi soprattutto la forma che ha assunto la preghiera. È cominciata con il rosario, la più evangelica e universale delle preghiere "popolari", e con una meditazione di papa Francesco. È proseguita con l'adorazione del sacramento dell'eucaristia. È continuata con l'ufficio delle letture – cioè la salmodia notturna dei monaci – con la lettura di brani di Geremia, di san Leone Magno e del Vangelo di Giovanni. Si è conclusa con il canto del "Te Deum" e con la benedizione eucaristica impartita dal papa.

Ma forse ciò che ha più colpito i presenti è stato l'ingresso nella piazza, all'inizio della celebrazione, dell'icona mariana della "Salus Populi Romani", sorretta da quattro alabardieri delle Guardie Svizzere e preceduta da due bambine con fasci di fiori. L'icona è stata intronizzata davanti a papa Francesco, che l'ha venerata devotamente. Ed è stata punto di riferimento dell'intera veglia, a lato dell'altare.

*

La datazione di questa icona della Madre di Dio, conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore e denominata dal XIX secolo "Salus Populi Romani", è controversa. Oscilla tra il VII e il XII secolo.

La tradizione sostiene che sia una copia, dipinta dall'evangelista Luca, di un'immagine di Maria col Bambino comparsa miracolosamente a Lydda in una chiesa costruita dagli apostoli Pietro e Giovanni.

Conservata dapprima a Bisanzio, si narra che l'icona arrivò a Roma via mare, accolta da papa Gregorio Magno sulle rive del Tevere.

Il cardinale Cesare Baronio, storico della Chiesa, scrisse che fu papa Gregorio a portare l'icona nella basilica di Santa Maria Maggiore, nel 590, al termine di una processione per invocare la cessazione di una delle più gravi pestilenze dell'urbe. In quell'occasione fu visto sopra la Mole Adriana l'arcangelo Michele che riponeva la spada nel fodero. La peste cessò e la Mole prese il nome di Castel Sant'Angelo.

Un'altra pestilenza cessò nel XVI secolo grazie all'intercessione della Madonna raffigurata in questa icona, quando san Pio V la portò in processione alla basilica di San Pietro.

I gesuiti accompagnarono le loro prime missioni con riproduzioni di questa icona, da loro veneratissima.

Pio XII le rese omaggio quando proclamò il dogma dell’Assunta nel 1950 e la incoronò nuovamente in San Pietro nel 1954, nel centenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata.

Giovanni Paolo II associò una copia di questa icona alla Giornata Mondiale della Gioventù del 2000, a Roma.

E a partire da quella di Colonia del 2005, celebrata da Benedetto XVI, tutte le successive Giornate Mondiale della Gioventù hanno portato in pellegrinaggio una copia dell'icona della "Salus Populi Romani", assieme alla Croce.

Anche papa Francesco l'ha voluta alla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, lo scorso mese di luglio. Eletto papa, la sua prima uscita era stata alla basilica di Santa Maria Maggiore, per inginocchiarsi in preghiera davanti a questa icona.

L'immagine in essa raffigurata è quella cosiddetta "Odigitria": la Vergine tiene tra le braccia il Bambino che la guarda amorosamente mentre con la destra benedicente sembra indicare la via di cui la madre ben conosce la direzione e il cammino.

Colpisce in questa icona lo sguardo intenso di Maria, che invita a percorrere la strada indicata dal Figlio. Ella guarda lontano, proprio nella direzione indicata da lui. La sua mano destra, che sostiene il Bambino, ripete il gesto di Gesù e lo amplifica.

Nell'antico rituale romano, nella festa dell'Assunzione di Maria al cielo, l'icona della "Salus Populi Romani" accoglieva sulla porta della basilica di Santa Maria Maggiore l'icona di Cristo "acheropita" (non dipinta da mano d'uomo) conservata nel "Sancta Sanctorum" della residenza del papa al Laterano e portata fin lì in processione. In una sorta di danza tra le due icone, il Figlio rendeva omaggio alla Madre.

*

La decisione di papa Francesco di porre al centro della veglia per la pace questa icona della Madre di Dio – non una sua copia, ma l'originale – porta dunque in sé tutta la forza di significato della sua storia. In essa il papa vede la fede del popolo di Dio che per secoli, in tutti i momenti di crisi, si è stretto attorno a questa icona per impetrare un segno di grazia dal cielo, perché "ciò che è impossibile agli uomini non è impossibile a Dio".

Nella nota che segue, padre Innocenzo Gargano entra in profondità nel significato della presenza dell'icona della "Salus Populi Romani" nella veglia indetta da papa Francesco.

Padre Gargano, monaco camaldolese, è stato priore del monastero romano di San Gregorio al Celio, fondato dal papa di cui prende nome, ed è grande studioso dei Padri della Chiesa e in particolare di questo insigne pontefice, al quale la storia di questa icona è particolarmente legata.

__________



SALVEZZA NON SOLO DEI ROMANI MA DEL MONDO INTERO

di Innocenzo Gargano



L’ostensione dell’icona autentica della "Salus Populi Romani" a conclusione del digiuno indetto da papa Francesco per ottenere dal Signore, tramite l’intercessione della Vergine Maria Madre di Dio, la pace in Siria, nel Medio Oriente e su tutta la faccia della terra, ha interrogato tantissimi fedeli.

Che senso poteva avere l’ostensione di questa icona, posta accanto all’altare e al Santissimo Sacramento con un papa Francesco quasi costantemente genuflesso?

Si può rispondere soltanto ricordando che un’icona non è mai riconducibile ad un quadro pittorico, quale che sia stato il genio artistico che lo ha prodotto, perché, a differenza di un semplice quadro, che sollecita lo sguardo dello spettatore a verificarne l’armonia e la bellezza, l’icona rende presente, a suo modo, la persona stessa che viene rappresentata.

Non solo. Ma essendo l’icona carica dell’energia di fede che le è stata consegnata da tutti coloro che di fronte ad essa, e grazie ad essa, hanno rivolto il loro cuore al Signore, essa distribuisce, a tutti coloro che l’accostano con fede, ciò che essa stessa ha ricevuto.

In particolare l’icona, questa icona – riconosciuta dalla Chiesa  come occasione di particolari "mirabilia Dei" che noi chiamiamo abitualmente "miracoli" –  riflette, riproduce e riversa nel cuore di chi le si rivolge con semplicità e con totale disponibilità alla volontà di Dio quelle stesse grazie delle quali fu pienamente gratificata la Vergine Madre di Dio, secondo la misura della fede di ciascuno.

L’icona autentica della "Salus Populi Romani" – e dunque non una riproduzione qualsiasi, come quelle che si portano spesso nei nostri portafogli – è carica di tutto questo. Infatti essa porta con sé l’eredità di fede delle generazioni cristiane che, sollecitate dall’archetipo al quale questa icona stessa rimanda, cioè alla Vergine Madre di Dio, hanno chiesto e ottenuto per fede: pace, sicurezza e salute come caparra della salvezza promessa a tutti da Gesù Suo Figlio, il Salvatore.

Da qui la particolare importanza che ha avuto sabato 7 settembre la presenza e l’ostensione dell’icona della "Salus Populi", che diveniva così non più caparra di salvezza solo dei romani, ma del mondo intero, a conclusione del digiuno richiesto e ottenuto da papa Francesco con la partecipazione di milioni di cattolici, di cristiani, di credenti e di uomini di buona volontà, amanti dell’armonia del mondo e della pace.

Solo la basilica di Monreale con i suoi meravigliosi mosaici avrebbe potuto reggere il confronto con la visione paradisiaca di piazza san Pietro, in questa veglia vissuta dai popoli del mondo intero intorno all’altare e alla Parola di Dio, col Santissimo Sacramento, in compagnia dell’icona, alla presenza del papa.

__________


Il riferimento a Monreale fatto da padre Innocenzo Gargano nelle sue ultime righe rimanda a un capolavoro assoluto dell'arte cristiana: la basilica eretta nel XII secolo dai re normanni a Monreale, sui monti sopra Palermo, interamente coperta al suo interno da mosaici che ripercorrono l'intero disegno di Dio sul mondo e sulla storia.

I mosaici che a Monreale narrano la creazione sono una vetta artistica e teologica dell'intero ciclo. Nella prima di queste raffigurazioni lo Spirito di Dio fende l'abisso con una energia impressionante, creando "armonia" dove prima era caos.

Ed è proprio l'armonia originaria impressa dalla sapienza di Dio al creato e tra gli esseri umani – cui fa contrasto l'irrompere del peccato e l'uccisione di Abele, di cui le guerre sono tragica eredità – il primo tema della meditazione svolta da papa Francesco nella veglia del 7 settembre:

> "Dio vide che era cosa buona"

In dodici suggestive puntate realizzate nel 2013 per TV 2000, il canale televisivo di proprietà dei vescovi italiani, padre Innocenzo Gargano e la storica dell'arte Sara Magister hanno illustrato a fondo la lettera e lo spirito dell'intero ciclo dei mosaici di Monreale.

Le dodici puntate, di mezz'ora ciascuna, possono essere riviste in qualsiasi momento al computer sul canale YouTube di TV 2000:

> Il "Credo" nei mosaici di Monreale

E la prima puntata è quella in cui si ammirano i meravigliosi mosaici della creazione:

> "Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra"

__________


Il libretto con i testi, i canti e le preghiere della veglia del 7 settembre, distribuito ai presenti in piazza San Pietro:

> Veglia di preghiera per la pace con il Santo Padre Francesco

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