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Arriva la sospirata riforma : i Cardinali e il nuovo Consiglio del Papa

Ultimo Aggiornamento: 30/10/2017 08:47
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27/10/2015 21:48
 
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Papa: Costituzione "Pastor bonus" è pienamente in vigore

Assunzioni e trasferimenti all’interno dello Stato vaticano devono essere effettuati secondo le normative vigenti: l’attuale transizione disegnata dal processo di riforma della Curia, tuttora allo studio, non va intesa come una fase di vuoto legislativo.

“Pastor bonus” pienamente in vigore
È quanto afferma in sostanza la lettera inviata dal Papa al cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nella quale Francesco si sofferma su “alcuni problemi” che, scrive, lo sollecitano a intervenire con prontezza per riaffermare che – stante le riforme all’esame del Consiglio di cardinali – “sono ancora pienamente in vigore la Costituzione Apostolica “Pastor bonus”, con le successive modifiche ad essa apportate, ed il “Regolamento Generale della Curia Romana”.

Rispetto delle norme comuni
Poiché il rispetto delle “norme comuni”, si afferma nella lettera, è necessario “sia per garantire l'ordinato svolgimento del lavoro nella Curia Romana e nelle Istituzioni collegate con la Santa Sede, sia per assicurare un equanime trattamento, anche economico, a tutti i collaboratori e le collaboratrici”, il Papa dispone “che sia osservato scrupolosamente” quanto stabilito nei documenti citati, come pure nel “Regolamento per il personale dirigente laico della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano” e nel “Regolamento della Commissione indipendente di valutazione per le assunzioni di personale laico presso la Sede Apostolica”.

Assunzioni e trasferimenti
Di conseguenza, prosegue Francesco, “anche che le assunzioni ed i trasferimenti del personale dovranno essere effettuati nei limiti delle tabelle organiche, escluso ogni altro criterio, con il nulla osta della Segreteria di Stato e nell'osservanza delle prescritte procedure, compreso il riferimento ai parametri retributivi stabiliti”.

Governatorato e altri enti vaticani
Tutto questo, conclude Francesco, “per quanto compatibile con i Regolamenti propri, vale pure per il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e le Istituzioni dipendenti dalla Sede Apostolica, anche se non espressamente indicate nella Costituzione Apostolica “Pastor bonus”, fatta eccezione per l'Istituto per le Opere di Religione”. (A.D.C.)








LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO 
AL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO 
SULLA RIFORMA DI ALCUNE STRUTTURE DELLA CURIA ROMANA

 

Al Venerato e Caro Fratello
il Signor Cardinale Pietro Parolin
Segretario di Stato

Mentre il percorso di riforma di alcune strutture della Curia Romana, alla quale si sta dedicando il Consiglio di Cardinali da me istituito il 28 settembre 2013, sta procedendo secondo il programma stabilito, debbo rilevare come siano emersi nel frattempo alcuni problemi, ai quali intendo prontamente provvedere.

Desidero anzitutto ribadire come il presente periodo di transizione non sia affatto tempo di vacatio legis. Pertanto, confermo che sono ancora pienamente in vigore la Costituzione Apostolica Pastor bonus, con le successive modifiche ad essa apportate, ed ilRegolamento Generale della Curia Romana.

Poiché l'osservanza delle norme comuni è necessaria sia per garantire l'ordinato svolgimento del lavoro nella Curia Romana e nelle Istituzioni collegate con la Santa Sede, sia per assicurare un equanime trattamento, anche economico, a tutti i collaboratori e le collaboratrici, dispongo che sia osservato scrupolosamente quanto stabilito nei summenzionati documenti, nonché nel Regolamento per il personale dirigente laico della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano e nel Regolamento della Commissione indipendente di valutazione per le assunzioni di personale laico presso la Sede Apostolica.

Ne consegue anche che le assunzioni ed i trasferimenti del personale dovranno essere effettuati nei limiti delle tabelle organiche, escluso ogni altro criterio, con il nulla osta della Segreteria di Stato e nell'osservanza delle prescritte procedure, compreso il riferimento ai parametri retributivi stabiliti.

Tutto ciò, per quanto compatibile con i Regolamenti propri, vale pure per il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e le Istituzioni dipendenti dalla Sede Apostolica, anche se non espressamente indicate nella Costituzione Apostolica Pastor bonus, fatta eccezione per l'Istituto per le Opere di Religione.

Sono pertanto a chiederLe, Signor Cardinale, di portare alla conoscenza dei Superiori dei Dicasteri, degli Uffici e degli Organismi della Curia Romana, come pure delle Commissioni, dei Comitati e delle Istituzioni collegate, nonché del Governatorato, le disposizioni che ho richiamato, evidenziando in modo particolare gli aspetti che richiedono maggior attenzione, e di vigilare sulla loro osservanza.

Mentre La ringrazio per la collaborazione, in comunione di intenti e di preghiera, La saluto cordialmente nel Signore.

Dal Vaticano, 14 Ottobre 2015.

Francesco




a pochi giorni dal testo del Papa sulle cose vaticane, non possiamo ignorare la gravità di quanto è accaduto in questi giorni perchè il Papa era stato "avvisato" degli errori fatti con due nomine, ma non ha voluto ascoltare.....


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Settimo Cielo di Sandro Magister

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Halloween a Casa Santa Marta. Agli arresti Vallejo Balda e Chaouqui

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La notte di Halloween, fra il 31 ottobre e il 1 novembre, è stata infausta per i due più famosi titolari della commissione messa in piedi da papa Francesco per riorganizzare le amministrazioni vaticane, con libero accesso a tutte le carte e le contabilità riservate.

Interrogati e arrestati entrambi. Lui, il monsignore spagnolo dell'Opus Dei Lucio Angel Vallejo Balda, ex numero uno della commissione. E lei, la dottoressa Francesca Immacolata Chaouqui.

Poi però la magistratura pontificia ha rimesso in libertà lei, "a motivo della sua collaborazione alle indagini".

I dettagli tecnici dell'operazione sono nel comunicato diffuso dalla sala stampa vaticana nel primo pomeriggio di lunedì 2 novembre, che termina collegando la coppia a un paio di libri in uscita nei prossimi giorni, con le carte da loro sottratte con "grave tradimento della fiducia accordata dal papa".

Peccato che della loro inaffidabilità si sapeva "ad abundantiam" fin da quando Jorge Mario Bergoglio aveva affidato ai due i galloni del repulisti amministrativo.

Nel loro piccolo, sia questo blog, sia www.chiesa avevano lanciato l'allarme da subito, e poi ripetutamente.

Aveva cominciato Settimo Cielo con questo post del 22 luglio 2013, quattro giorni dopo la nomina della Chaouqui e del suo mentore:

> Bella presenza, intraprendente, chiacchierona

Un mese dopo c'era tornato sopra il sito www.chiesa con un ampio servizio ricchissimo di dettagli sull'uno e sull'altra, oltre che sul monsignore dai trascorsi scandalosi incomprensibilmente promosso anche lui da papa Bergoglio a prelato dello IOR:

> Ricca e Chaouqui, due nemici in casa

Il mese successivo Settimo Cielo aveva aggiornato i lettori su ulteriori performance della Chaouqui, compresa l'onorificenza attribuitale dall'associazione americana "Go-Topless" per le sue messe in posa fotografiche: "Go-Topless congratulates Francesca Chaouqui, the only female aide appointed by the Vatican for freely showing her nude torso":

> Francesca Immacolata Chaouqui si confessa due volte

Ma non è tutto. Settimo Cielo ha recensito anche uno spettacolo teatrale della disinvolta PR, al Teatro Parioli di Roma, con lei a recitare la parte della segretaria di Sir Winston Churchill e un euforico monsignor Vallejo Balda dietro le quinte e nel foyer:

> Chaouqui e Vallejo Balda, la strana coppia

Tutto inutile. Il circuito mediatico-ecclesiastico che da Casa Santa Marta in là incensa quotidianamente il papa non poteva ammettere dubbi sull'infallibilità di queste "sue" nomine.

Finché è arrivata la notte di Halloween. Col comunicato vaticano che già mette le mani avanti contro la linea di difesa sia dei due arrestati, sia dei libri che ne raccolgono la refurtiva:

"Pubblicazioni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del papa".

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NOTA BENE !

Il blog “Settimo cielo” fa da corredo al sito “www.chiesa”, curato anch’esso da Sandro Magister, che offre a un pubblico internazionale notizie, analisi e documenti sulla Chiesa cattolica, in italiano, inglese, francese e spagnolo.

Gli ultimi tre servizi di "www.chiesa":

30.10.2015
> Kasper contro Ratzinger, la disputa che non finisce mai
Francesco l'ha rinfocolata e il sinodo non l'ha risolta. Nei paragrafi sui divorziati risposati la parola "comunione" non c'è. Ma il papa potrebbe introdurla lui, d'autorità

27.10.2015
> Chiesa sinodale. Ma a decidere tutto sarà il papa
La parola "comunione" nemmeno c'è, nel testo approvato dal sinodo che riguarda i divorziati risposati. Ma in pratica ciascuno fa già come vuole. Lo spirito vale più della lettera, dice Francesco

23.10.2015
> Ma il sinodo dei media ha già vinto su quello reale
Non importa come finirà davvero. L'opinione pubblica mondiale ha già formulato il suo verdetto. Con l'aiuto di tanti uomini di Chiesa






Divulgazione notizie e documenti riservati: due arresti in Vaticano

Fuga documenti riservati in Vaticano: le indagini della Gendarmeria hanno portato all'arresto di  due persone - OSS_ROM

Fuga documenti riservati in Vaticano: le indagini della Gendarmeria hanno portato all'arresto di due persone - OSS_ROM

02/11/2015  da Radio Vaticana comunicato ufficiale

Nel quadro di indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Gendarmeria vaticana ed avviate da alcuni mesi a proposito di sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati, sabato e domenica scorsi sono state convocate due persone per essere interrogate sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunte. Lo riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana.

Si tratta di un ecclesiastico, mons. Lucio Angel Vallejo Balda, e della dott.ssa Francesca Chaouqui, che in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della COSEA (Commissione referente di Studio e indirizzo sull’organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede, istituita dal Papa nel luglio 2013 e successivamente sciolta dopo il compimento del suo mandato). In seguito alle risultanze degli interrogatori queste due persone sono state trattenute in stato di arresto in vista del proseguimento delle indagini.

Nella giornata odierna l’Ufficio del promotore di Giustizia, nelle persone del prof. avv. Gian Piero Milano, promotore di Giustizia, e prof. avv. Roberto Zannotti, promotore di Giustizia aggiunto, ha convalidato l’arresto dei predetti, provvedendo a rimettere in stato di libertà la dott.ssa Chaouqui, nei confronti della quale non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini. La posizione di Mons. Vallejo Balda rimane al vaglio dell’Ufficio del Promotore di Giustizia.

Si deve ricordare che la divulgazione di notizie e documenti riservati è un reato previsto dalla Legge n. IX dello Stato della Città del Vaticano (13 luglio 2013) art. 10 (art. 116 bis c.p.).

Quanto ai libri annunciati per i prossimi giorni - sottolinea il comunicato - va detto chiaramente che anche questa volta, come già in passato, sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito di consegna di documentazione riservata, operazione i cui risvolti giuridici ed eventualmente penali sono oggetto di riflessione da parte dell’Ufficio del Promotore in vista di eventuali ulteriori provvedimenti, ricorrendo, se del caso, alla cooperazione internazionale.

Pubblicazioni di questo genere - conclude la Sala Stampa - non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa.






EDITORIALE
Francesca I. Chaouqui
 

L’arresto in Vaticano di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e di Francesca Immacolata Chaouqui, oltre alla condanna per la fuga di documenti riservati, fa nascere alcune domande: sulla modalità delle nomine in Vaticano ma anche sulla strana prudenza della stampa.

di Riccardo Cascioli

L’arresto in Vaticano di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e di Francesca Immacolata Chaouqui, accusati di aver passato a giornalisti documenti riservati riguardanti le finanze vaticane, rappresenta una nuova sgradevole puntata della stagione dei “corvi”. Probabilmente è un episodio che non è collegato al primo Vatileaks se non per le modalità dell’accaduto e per il fatto che ancora una volta persone chiamate a servire il Papa hanno tradito la sua fiducia. Fatto sta che giovedì 5 novembre usciranno due libri costruiti con il materiale trafugato e con confidenze personali.

Deve esser chiaro che non c’è nulla che giustifichi tali azioni, anche se qualcuno pensasse in questo modo di fare il bene del Papa o della Chiesa. 

Detto questo ci sono un paio di aspetti che vale la pena mettere in rilievo. Il primo riguarda la modalità - canali informali - delle nomine spesso usata in questo pontificato, anche in quelle episcopali. È vero che dato il funzionamento della macchina vaticana, la trafila ordinaria per le nomine può risultare farraginosa e rimanere ostaggio di burocrazia e cordate varie. Ma è altrettanto vero che le scelte fatte sulla base di intuizioni o di segnalazione degli amici degli amici, al di fuori di processi seri di selezione, comportano altrettanti rischi, se non peggiori.

È il caso sicuramente della Chaouqui, nominata a sorpresa nella commissione incaricata di studiare la riforma del sistema economico-finanziario della Santa Sede: era stata raccomandata – a quanto da lei stessa dichiarato – proprio da monsignor Vallejo Balda, che peraltro da segretario della Prefettura per gli Affari economici aveva svolto un ottimo servizio. Eppure che fosse una nomina discutibile era chiarissimo, per chi conoscesse il soggetto. Tanto che il vaticanista Sandro Magister aveva messo subito in evidenza i motivi della inidoneità (clicca qui), ricordando i veleni sparsi durante il precedente pontificato e poi anche i suoi conflitti d’interesse: la Chaouqui lavorava infatti per la Ernst & Young, società di consulenza poi curiosamente ingaggiata dalla Santa Sede. Ma è rimasta una denuncia isolata, soprattutto perché la maggior parte dei vaticanisti ha preferito continuare a costruire un’aurea di infallibilità intorno a papa Francesco, anche su questioni dove non è in discussione il Magistero, magari pensando a prossime nomine. Quanto sta avvenendo in questi giorni dimostra però che così facendo si fa il male del Papa che a parole si dice di difendere.

Del resto il caso Chaouqui non è l’unico: lo stesso Magister aveva immediatamente sollevato il caso di monsignor Battista Ricca, nominato nel 2013 da papa Francesco prelato dello IOR, ma con una brutta storia di scandalo pubblico legato all’omosessualità durante il suo servizio presso la nunziatura in Uruguay.  E altri personaggi che hanno scalato posizioni in questi anni rischiano di provocare problemi in un prossimo futuro. 

Una seconda questione riguarda le reazioni della stampa. Anche se non manca chi prova a riciclare il ritornello della “vecchia guardia” che si oppone alle riforme di papa Francesco, questa volta stupisce l’estrema prudenza, il distacco di quanti fino a pochi giorni fa gridavano al complotto a ogni piè sospinto, perfino per una lettera con tanto di firme consegnata a mano al Papa. Indubbiamente stavolta lo schema della “vecchia guardia” non funziona un granché, visto che la Chaouqui è nomina tutta bergogliana e lo stesso Vallejo Balda da papa Francesco era stato promosso.

Ma la sensazione è che ci sia anche dell’altro. Come se si aspettasse di leggere il contenuto dei libri in uscita per capire verso chi lanciarsi o con quali argomenti. Del resto essendo il tema le finanze della Santa Sede, non si può non ricordare che a capo del dicastero dell’Economia c’è quel cardinale George Pell che da mesi è nel mirino di progressisti e stampa di regime. Hanno già provato – invano - a coinvolgerlo in un caso di pedofilia in Australia; lo hanno poi preso di mira per la lettera dei 13 cardinali durante il Sinodo sulla famiglia. E ora, la Vatileaks 2 potrebbe metterlo in serio imbarazzo. Il motivo di tanto accanimento è che nel Consiglio dei 9 cardinali chiamati a coadiuvare papa Francesco nella riforma della Curia, Pell rappresenta l’unica voce chiaramente opposta a certe pretese progressiste. E vista l’aria che tira di questi tempi, non ci si può stupire di nulla.





- DOVE OSANO I CORVI, di L. Bertocchi

Parafrasando un titolo di un vecchio film si può dire che il Vaticano è là dove osano i corvi. Dopo la triste vicenda del maggiordomo che fotocopiava i documenti dal tavolo di lavoro di Papa Benedetto XVI, e fu Vatileaks 1, oggi va in onda il secondo episodio con passaggio di documenti che riguardano le vicende economiche del Vaticano. E siamo in pieno Vatileaks 2.

 

Di mezzo c'è ancora il giornalista Mediaset, Gianluigi Nuzzi, che ha fatto la sua bella fortuna anche grazie al maggiordomo Paolo Gabriele, il primo corvo, e che sta per presentare in libreria il suo nuovo scoop - “Via Crucis” - probabile frutto del lavoro dei nuovi corvi, che da ieri sono in stato di arresto da parte della Gendarmeria Vaticana. 

 

Si tratta del monsignore spagnolo Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni, già segretario della Prefettura degli Affari economici e della Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative della Santa Sede, e  la pr italiana Francesca Immacolata Chaouqui, 33 anni, già componente della Commissione referente sulle attività economiche della Santa Sede (Cosea), dove era stata assunta proprio su segnalazione di Vallejo Balda. La dottoressa Chaouqui è stata già rilasciata per aver dimostrato collaborazione alle indagini, mentre il prelato rimane in stato di fermo.

 

Oltre a Nuzzi, questa volta c'è di mezzo anche un altro giornalista, Emiliano Fittipaldi, gruppo Espresso, che pubblica “Avarizia”, un altro libro sempre sul tema scandali e soldi in Vaticano. Su questi tomi, previsti in uscita per giovedì prossimo, la Sala Stampa della Santa Sede fa sapere che si tratta di una “operazione i cui risvolti giuridici ed eventualmente penali sono oggetto di riflessione da parte dell’Ufficio del Promotore in vista di eventuali ulteriori provvedimenti, ricorrendo, se del caso, alla cooperazione internazionale.”

 

Una vicenda triste che mette insieme monsignori, giornalisti e affaristi, che girano, anzi volteggiano, intorno ai sacri palazzi. I nuovi corvi avrebbero passato ai giornalisti frasi pronunciate dal Papa in occasioni private, documenti relativi alle revisioni contabili e alla riorganizzazione della curia. 

 

Quindi, pur essendo questa volta nominati da Papa Francesco, la situazione rimane la stessa di Vatileaks 1: persone di fiducia del pontefice, di fatto, lo tradiscono. Tra l'altro sulla  Chaouqui le chiacchiere si sprecavano già all'epoca della sua nomina, estate 2013. Come scriveva l'informato vaticanista Sandro Magister le notizie su di lei erano già nelle mani della Segreteria di Stato Vaticana, ma il Papa procedette in autonomia su quelle nomine. Era conosciuta per essere la fonte degli scoop di “Repubblica” a proposito delle vicende di Vatileaks 1 e anche di interviste anonime poco prima del conclave che elesse papa Bergoglio. Ed era sempre la Chaouqui che vantava la sua amicizia con Gianluigi Nuzzi, oltre che essere la fonte del noto sito Dagospia.com in materia di Chiesa e dintorni. 

 

Con buona probabilità fu proprio monsignor Balda a scavalcare il suo superiore, il “bertoniano” cardinale Versaldi, e a consigliare la nomina della Chaouqui direttamente al Papa. Il quale assegnò allo stesso monsignore poteri di un certo spessore all'interno della commissione. "Coordinatore che ha poteri di delegato ed agisce in nome e per conto della commissione nella raccolta di documenti, dati ed informazioni necessari allo svolgimento delle funzioni istituzionali", così si leggeva nel chirografo papale di istituzione della commissione a proposito del ruolo di monsignor Balda.

 

Per quanto riguarda i due libri di prossima uscita si deve sottolineare che la Sala Stampa vaticana sottolinea come  «non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose. Bisogna assolutamente evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa.»  

 

In mezzo a questa confusione gli unici a rimetterci sono proprio coloro che cercano chiarezza e verità, perchè anche le interpretazioni mediatiche di questo Vatileaks 2 potrebbero essere tendenziose. Così come lo furono quelle di Vatileaks 1.

 

 

 


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NON CHIAMIAMOLO COMPLOTTO…

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Aspettiamo l’uscita dei due libri che ci riveleranno antichi e sempre nuovi peccati di avidità degli uomini di Chiesa. Niente di nuovo sotto il sole ma fa sempre colpo. Ma se sono quelli che hanno votato Bergoglio al conclave del 2013 a impedire la riforma dell’economia come l’aveva disegnata all’inizio, dove è l’errore?

di Marco Tosatti (04-11-2015)

Aspettiamo tutti con ansia e curiosità l’uscita dei due libri che ci riveleranno antichi e ahimè sempre rinnovellantisi peccati di avidità di prelati e uomini di chiesa. Niente di nuovo, da Giuda e dagli Atti degli Apostoli in poi, ma fa sempre colpo.

Anche se da quello che appare, chiamarlo complotto sembra esagerato; una fuga di documenti, per motivi che possono essere giornalisticamente comprensibili, o anche economicamente interessanti (pensate ai diritti d’autore) non mi sembra possa assurgere a tanta altezza.

OSSROM16796_ArticoloUn paio di cose sono interessanti.

La prima è che il responsabile, o i responsabili siano stati tanto maldestri da farsi beccare. Dai tempi di Vatileaks, e ancora di più con il pontificato di papa Francesco, non c’è nessuno che dica cose possibilmente compromettenti sui telefoni della linea vaticana; e anche sulla mail c’è chi sostiene che sia prudente essere prudenti.

La seconda è la risposta, molto severa, verso i presunti responsabili. Perché? Per avere violato la riservatezza di documenti e colloqui, giustamente; ma forse anche per aver messo in luce che uno dei punti cardine della riforma è partito in una certa direzione, ed è approdato in un’altra.

Se non ricordiamo male, nel suo primo documento istitutivo della Segreteria per l’Economia papa Francesco affidava alla nuova istituzione l’intero comparto finanziario, e la gestione dei dipendenti. Proprio per chiarire una volta per tutte, e per evitare per il futuro zone d’ombra e orti chiusi. Per questo scopo ha chiamato il cardinale Pell da Sidney. Che ha cercato di svolgere quello che era il compito affidatogli dal Papa.

Ma Pell piano piano ha visto ridurre gradualmente quelli che erano i suoi poteri. Così Propaganda Fide – che ha un bilancio autonomo superiore al bilancio della Santa Sede, compreso un patrimonio immobiliare riguardevole, a Roma e fuori – continua a essere autonoma. Così la Segreteria di Stato, la cui sezione economica è uno dei misteri meglio custoditi del Vaticano (c’è chi dice che abbia un tesoretto superiore a quello dello IOR) dopo un non breve braccio di ferro ha convinto il Papa a far restare le cose come sono. Così l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) ha ottenuto, sempre dal Papa, di mantenere la gestione del patrimonio, in particolare immobiliare. E la Segreteria per l’Economia e le Finanze, a cui inizialmente doveva essere affidata anche la gestione del personale, Segreteria di Stato compresa, quindi nunzi e ambasciate (ma anche questa è rimasta dove era) è conformata adesso per un compito di coordinazione e controllo in buona misura a posteriori.

C’è da chiedersi perché. E le risposte possono essere almeno due: o c’è stata avventatezza all’inizio, nell’immaginare una riforma troppo tranciante e accentratrice, che forse non teneva abbastanza conto di realtà complesse. Oppure non c’è sufficiente volontà e capacità di fare seguito con i fatti a grandi dichiarazioni di principio.

Ma attenti: nessuno dei protagonisti di questa “resistenza” alla prima volontà di riforma economica può essere identificato fra gli oppositori del Papa, quelli che nel recente Sinodo sono stati identificati come gli abietti conservatori. Anzi: quello che più si è battuto per realizzare il contenuto del primo documento del Papa è proprio George Pell, l’australiano co-firmatario della famosa lettera dei cardinali al Papa sul Sinodo. E che è stato vittima, durante questa battaglia, di attacchi velenosi a mezzo stampa.

Ma se sono quelli che hanno votato Bergoglio in Conclave, e quelli che sono considerati suoi amici, dividendo anche la mensa con lui, a impedire la riforma dell’economa come l’aveva disegnata all’inizio, dove è l’errore?

Fonte: lastampa.it


[Modificato da Caterina63 04/11/2015 17:42]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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