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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Maggio Mese dedicato al Rosario di Maria (Meditazioni) (3)

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2013 11:34
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[SM=g1740733] Cari Amici apriamo questo nuovo mese mariano con una pagina nuova rimandandovi agli anni passati per continuare a meditare....

Maggio Mese dedicato al Rosario di Maria (Meditazioni) (2)


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Farsi belle dinanzi al Signore? (da Divo Barsotti)

Farsi belle dinanzi al Signore?
da Gesù e la Samaritana
di Divo Barsotti


Noi crediamo di farci belle... Guardate le donne, no? Quando una donna vuol piacere a un uomo cerca di nascondere qualche difetto della sua per­sona, no? Ma con Dio è il contrario. Fintanto che non ti sei smascherata completamente, tu non ti unisci a Lui. E sicco­me tu stessa non conosci fino a che punto sei imperfetta, sei debole, sei misera, sei povera, bisogna che Lui stesso ti sveli, bisogna che Lui stesso ti riveli quello che sei. Se tu accetti la tua povertà, supplicando il Signore che Egli ti doni l'acqua, allora tutte le cateratte del cielo si aprono e tutto il cielo pio­ve, si effonde nell'anima tua. Ma quello che fanno certe don­ne con gli uomini - mascherare qualche difetto - cerchiamo anche noi di farlo quando andiamo a Nostro Signore. Siete donne e rimanete donne anche quando vivete la vostra vita religiosa, sicché cercate di farvi belle quando andate da Nostro Signore, quasi che Egli non vi conoscesse, quasi che Egli non sapesse fino in fondo cosa c'è nell'intimo vostro; se dunque voi non siete disposte a conoscervi come Egli vi conosce, a farvi vedere da Lui così come siete, il Signore non vi conosce, il Signore vi rimanda; il Signore non si dona. E un po' curioso Nostro Signore!

Per unirci a Lui, perché Lui si doni a noi come sposo, non è mica necessario che noi ci mettiamo il bel vestito da nozze per apparire più belle di quello che siamo.

Bisogna nudarci fino in fondo e apparire nella nostra povertà, allora Egli ci unisce a sé. È quello che dice il profe­ta Ezechiele al cap. XVI, quando Dio passa e vede Israele come una bambina che è ancora nel suo sangue, appena par­torita, sporca, moribonda e abbandonata da tutti. Proprio perché è in questo stato pietoso, quasi di morte, Dio la rico­pre del suo manto, la purifica e poi a questa bambina che è cresciuta si unisce come sposo a sposa. Lo sposo va a cerca­re la sua sposa proprio in una bambina che è ancora sudicia dal sangue della madre. Così Egli fa anche con noi. Noi cerchiamo di agghindare bene il vestito, metterci un bel velo... E Lui dice: “Butta giù questo velo, fammi vedere quello che sei”. Quando tu hai buttato via tutti i tuoi veli e ti manifesti a Lui nella tua nudità, allora Egli dice: “Ecco viene l’ora, è questa...” – badate che queste parole sono le più belle di tutto il capitolo. “Venit hora et nunc est...”. Ora che ti sembra di aver perduto ogni speranza, ora si compiono le nozze divine, ora che conosci fino in fondo la tua povertà, ora Egli si dona a te e non ti rifiuta più nulla.




[SM=g1740771]

Il Santo Padre, Francesco, invita al Rosario nell'Udienza di oggi primo maggio 2013





E in questo mese di maggio, vorrei richiamare all’importanza e alla bellezza della preghiera del santo Rosario. Recitando l'Ave Maria, noi siamo condotti a contemplare i misteri di Gesù, a riflettere cioè sui momenti centrali della sua vita, perché, come per Maria e per san Giuseppe, Egli sia il centro dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni e delle nostre azioni. Sarebbe bello se, soprattutto in questo mese di maggio, si recitasse assieme in famiglia, con gli amici, in Parrocchia, il santo Rosario o qualche preghiera a Gesù e alla Vergine Maria! La preghiera fatta assieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia! Impariamo a pregare di più in famiglia e come famiglia!

Cari fratelli e sorelle, chiediamo a san Giuseppe e alla Vergine Maria che ci insegnino ad essere fedeli ai nostri impegni quotidiani, a vivere la nostra fede nelle azioni di ogni giorno e a dare più spazio al Signore nella nostra vita, a fermarci per contemplare il suo volto. Grazie.

**********************************

[SM=g1740758] Maria e il mese di maggio
di Rosanna Brichetti Messori
da La Bussola Quotidiana
04-05-2013

Vergine del Rosario

Oggi è il primo sabato di maggio, cioè del mese che la tradizione vuole  - insieme ad ottobre, mese del rosario – dedicato in particolare al culto della Vergine Maria. È un fatto che, se siamo cresciuti all’interno della cattolicità, abbiamo appreso fin da  bambini e che diamo ormai per scontato. Ma forse, proprio per questo, è interessante cercare di risalire alle origini della speciale attenzione per Maria in questo momento dell’anno, per renderci conto meglio di come essa è nata e si è diffusa nell’intera cristianità.

Incominciamo col dire che essa è un piccolo vanto tutto italiano come, del resto, la famosa “supplica” alla Madonna di Pompei. E questo perché, se è vero che già qualcuno come il re di Castiglia e Leòn, Alfonso X il Saggio (vissuto nel XIII sec.), in uno dei suoi Cantici aveva in qualche modo associato la figura di Maria al mese di maggio e tre secoli dopo a Monaco di Baviera il benedettino Wolfang Seidl aveva pubblicato un abbozzo di mese mariano, sarà solo in età barocca e in Italia che la devozione andrà chiaramente strutturandosi.

In realtà, occorre precisarlo subito: ciò da cui sembra che tutto abbia preso le mosse non è un aggancio con il ciclo liturgico, come in teoria si potrebbe pensare e come, per esempio, è avvenuto per il mese mariano presente nel rito bizantino fin dal XIII secolo, che viene celebrato in agosto in relazione alla festa della Assunta, la Dormitio Mariae per gli ortodossi. Il nostro “mese di maggio” si ricollega piuttosto, per un verso, al bisogno di riproporre Maria alla devozione dei fedeli dopo quella sorta di diminuzione di ruolo che le era derivata dalla Riforma. Ma anche dal rilancio che alcuni culti pagani, come quelli legati alle feste di primavera, accentrate sui Calendimaggio, stavano ritrovando spazio all’interno del Rinascimento e ciò preoccupava assai gli ambienti religiosi. 

Per questo non sembra un caso che proprio attorno a Firenze, centro di questo rinascimento, e precisamente nel noviziato domenicano di Fiesole, nel 1677, sia nata la Comunella, cioè una sorta di confraternita che cominciò a dedicare alla Vergine il mese di maggio con degli esercizi di devozione. Ecco che cosa possiamo leggere negli archivi: << Essendo giunte le feste di maggio… e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominciavano a “cantar maggio”e a far festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo vantare anche noi alla Santissima Vergine Maria e che non era dovere che ci lasciassimo superare dai secolari>>. Dunque alla regina della primavera viene quantomeno affiancata la Regina del Cielo.

Da quel momento in poi è tutto un susseguirsi di iniziative prima sporadiche e poi sempre più organizzate fino al “Mese di Maria” pubblicato a Verona nel 1725 da un gesuita, padre Dionisi, seguito nel 1747 dal “ Mese di Maggio” di padre Saporiti e poi ancora da quelli di padre Lalomia e infine nel 1787 di padre Muzzarelli. Con quest’ultimo la devozione assume il suo aspetto definitivo. La pubblicazione che la illustra viene infatti inviata a tutti i vescovi perché la introducano nelle parrocchie della loro diocesi. Cosa che avverrà praticamente dovunque. 

Durante la prima metà dell’800 il “Mese di Maggio” è già affermato in Europa e in America; progressivamente raggiungerà anche i paesi di missione. Diversi papi lo sosterranno esplicitamente: Pio VII, Gregorio XVI, Pio IX addirittura lo indulgenzieranno. Al punto che questa devozione è stata definita «l’omaggio più grandioso che i tempi moderni hanno offerto alla Santa Vergine».

Grandioso, certamente, ma per alcuni anche un po’ troppo debordante. A raccogliere critiche e proposte, inseguendo il giusto equilibrio, è certamente servita la riflessione conciliare sul ruolo di Maria che, contro ogni rischio di deviazione e di devozionalismo sentimentale l’ha riportata in pienezza all’interno della storia della salvezza. Poi, l’enciclica di Paolo VI , la Marialis cultus, ha completato il quadro. La riforma del calendario liturgico, da parte sua, ha contribuito a favorire l’aggancio con il ciclo solenne della Chiesa ponendo proprio il 31 maggio, cioè tra l’annunciazione il 25 marzo, e la nascita del Battista il 24 giugno, la Festa della Visitazione. Così oggi, il “Mese di Maggio” continua a restare, per chi lo voglia, una grande occasione pastorale capace di unire la devozione liturgica a Maria con la più genuina pietà popolare.



[SM=g1740750] [SM=g1740752]


[Modificato da Caterina63 05/05/2013 21:08]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Ignoranza dei sacerdoti

Da un'Omelia ai sacerdoti, tenuta il 3 gennaio 1584

da S. Carlo Borromeo

 



O ignoranza, nemica dei sacerdoti, quanto sei nociva ad essi, quanto indecorosa! Il sacerdote ha nelle sue mani delle anime: deve saper distinguere una forma di lebbra da un’altra; è suo compito pascere il popolo che gli è stato affidato con la sua dottrina e il suo esempio, insegnare la Legge di Dio, dare un latte e un cibo solido, e offrire un nutrimento proporzionato a ciascuno.
Quali intoppi a tutto ciò porta l’ignoranza! A quale severo giudizio sarà sottoposto il sacerdote senza erudizione, incapace di adempiere a qualcuno dei suoi uffici pastorali! Credetemi: nessuno mai è sufficientemente sapiente per portare degnamente il peso del suo ministero! Se questo è vero per chiunque abbia la necessità di sapere per sé – ed anche in modo eccellente – che dovremo dire di coloro che devono essere sapienti per sé e per gli altri? Dice il Signore, per bocca del profeta: “Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza”.

Ai suoi sacerdoti il Signore richiedeva una scienza così palese e manifesta che potesse essere notata “sulle labbra”; voleva che custodissero la comprensione profonda di ogni cosa. “Dalla sua bocca si ricerca l’istruzione”, come una cosa dovuta per diritto. Ma coloro che sono ignoranti come potranno saldare questo debito?

Vorrei che voi meditaste spesso questa cosa; dovete sempre avere davanti agli occhi queste parole, soppesarle, meditarle. Mi rattristo non poco di tutto ciò; e, d’altra parte, ho molta paura per voi, quando da un lato vedo quante possibilità ci sono in questa città di aggiornarsi; quando ricordo quanti maestri, corsi, luoghi di convegno vi siano offerti; mentre dall’altro constato la negligenza di molti che recalcitrano di fronte ai gesti di benevolenza divina che sono loro offerti, perché ritengono di avere studiato a sufficienza e di avere progredito molto nella dottrina.

Non capiti che tra voi si trovi qualcuno di animo così vile e mente così ottenebrata che osi dire: Ho conseguito il sacerdozio; per quale motivo dovrei consumare altro tempo per studiare? Abbiamo imparato dalla esperienza che ci sono stati alcuni che hanno affrontato l’esame e sono risultati idonei, così da essere immessi nella cura pastorale; è capitato che, dopo qualche mese o qualche anno, si sia ritenuto opportuno saggiare di nuovo la loro preparazione dottrinale: abbiamo scoperto che sapevano meno di quando avevano affrontato il primo esame, nonostante che alla preparazione mostrata si fosse aggiunta una lunga cura delle anime e la pratica di ciò che avevano imparato. Avevano predicato spesso la Parola di Dio, avevano avuto molte occasioni di approfondire i loro studi ma, dando pure per accertate queste cose, è apparso chiaro che avevano dimenticato tutto perché, contenti di quello che sapevano, avevano smesso di studiare.
Animi ignobili e meschini! E’ evidente che quando costoro studiavano non lo facevano per amore della scienza o per crescere in virtù, ma solo meccanicamente, per conseguire il sacerdozio. Non vogliate, dilettissimi, perdere le occasioni che Dio vi offre a causa dell’ozio: non mostratevi ingrati verso la clemenza di Dio.

Mostrate con i fatti la purezza e la grandezza del vostro animo; che desiderate gioire di ciò che è virtuoso e progredire nella dottrina.



[SM=g1740733]


I gradi di contemplazione

dai «Discorsi» di san Bernardo, abate (Disc. 5 su argomenti vari, 4-5; Opera omnia ed. Cisterc. 6, 1 [1970] 103-104)


Entriamo nella fortezza fondata su Cristo, pietra solidissima che non vacilla mai. Sforziamoci con tutto l’impegno di rimanere in essa. Si verificherà allora su di noi il detto: «Egli ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi» (Sal39,3). Così, bene fondati e resi sicuri, diamoci ormai alla contemplazione per considerare cosa voglia il Signore da noi, cosa gli piaccia e cosa torni gradito ai suoi occhi. Sappiamo che «tutti quanti manchiamo in molte cose» (Gc3,2) e che il nostro sforzo malauguratamente si dirige contro il suo santo volere, invece di unirsi e aderire ad esso. Umiliamoci perciò sotto la mano potente del Dio altissimo e cerchiamo in ogni modo di riconoscerci come realmente siamo agli occhi della sua misericordia, dicendo: «Guariscimi, o Signore, e sarò guarito, salvami e io sarò salvo» (Ger17,14).

Possiamo fare anche quest’altra preghiera: «Pietà di me, Signore; risanami, contro di te ho peccato» (Sal40,5). Quando l’occhio del cuore si è schiarito alla luce di questa preghiera, rigettiamo l’amarezza che vuole entrare nel nostro spirito, e apriamoci piuttosto alla grande gioia che sta nel riposare sullo Spirito di Dio. Più che la volontà di Dio, qual è in noi, contempliamo la volontà di Dio in se stessa. Infatti «nella volontà di Dio si trova la vita» (Sal29,6 volg.).
Ciò che combacia con la sua volontà è senza dubbio per noi più utile e più rispondente alle nostre esigenze. Conserviamo con sollecitudine la vita dell’anima e, con una medesima premura, asteniamoci dal seguire vie che non si concilino con essa. Quando ormai abbiamo fatto qualche progresso nella via spirituale sotto la guida dello Spirito Santo, che scruta anche le profondità di Dio, usciamo da noi ed entriamo in lui che è tanto buono. Preghiamo con il profeta per conoscere la sua volontà, e visitiamo non più il nostro cuore, ma il suo tempio dicendo: «In me si abbatte l’anima mia, perciò di te mi ricordo» (Sal41,7).
Dobbiamo guardare noi stessi e dolerci dei nostri peccati in ordine alla salvezza. Ma dobbiamo anche guardare Dio, respirare in lui per avere la gioia e la consolazione dello Spirito Santo. Da una parte ci verrà il timore e l’umiltà, dall’altra la speranza e l’amore.



[SM=g1740771]

Il dono di Giovanni Paolo II (da Benedetto XVI)

Il dono di Giovanni Paolo II
dal Discorso di Benedetto XVI ai membri della Curia e della Prelatura Romana per la presentazione degli auguri natalizi, 22 dicembre 2006


Il dono più grande di Giovanni Paolo II per tutti noi è stata la sua fede incrollabile e il radicalismo della sua dedizione. Totus tuus era il suo motto: in esso si rispecchiava tutto il suo essere. Sì, egli si è donato senza riserve a Dio, a Cristo, alla Madre di Cristo, alla Chiesa: al servizio del Redentore ed alla redenzione dell’uomo. Non ha serbato nulla, si è lasciato consumare fino in fondo dalla fiamma della fede. Ci ha mostrato così come, da uomini di questo nostro oggi, si possa credere in Dio, nel Dio vivente resosi vicino a noi in Cristo. Ci ha mostrato che è possibile una dedizione definitiva e radicale dell’intera vita e che, proprio nel donarsi, la vita diventa grande e vasta e feconda.


[SM=g1740771]

La parola “amore” (da Benedetto XVI)

La parola “amore”
da Perché ho scelto l'amore come tema della mia prima enciclica,
di Benedetto XVI (Discorso del 23 gennaio 2006 ai partecipanti ad un incontro internazionale promosso in Vaticano dal Pontificio Consiglio “Cor Unum”)


La parola "amore" oggi è così sciupata, così consumata e abusata che quasi si teme di lasciarla affiorare sulle proprie labbra.

Eppure è una parola primordiale, espressione della realtà primordiale; noi non possiamo semplicemente abbandonarla, ma dobbiamo riprenderla, purificarla e riportarla al suo splendore originario, perché possa illuminare la nostra vita e portarla sulla retta
via.


[SM=g1740733]


Maria

 

 

dall’omelia tenuta nel concilio di Efeso

da S.Cirillo d’Alessandria, vescovo

Omelia 4; PG 77, 991.995-996

(Ufficio delle letture del 5 agosto, Dedicazione della basilica di S.Maria Maggiore in Roma)

 


 

Ti salutiamo, o Maria, Madre di Dio, venerabile tesoro di tutta la terra, lampada inestinguibile, corona della verginità, scettro della retta dottrina, tempio indistruttibile, abitacolo di colui che non può essere circoscritto da nessun luogo, madre e vergine insieme per la quale nei santi vangeli è chiamato “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Mt 21, 9).

Salve, o tu che hai accolto nel tuo grembo verginale colui che è immenso e infinito. Per te la santa Trinità è glorificata e adorata. Per te la croce preziosa è celebrata e adorata in ogni angolo della terra. Per te i cieli esultano. Per te gli angeli e gli arcangeli si allietano. Per te i demoni sono messi in fuga.
Per te il diavolo tentatore è precipitato dal cielo. Per te la creatura decaduta è innalzata al cielo. Per te tutto il genere umano, schiavo dell’idolatria, è giunto alla conoscenza della verità. Per te i credenti arrivano alla grazia del santo battesimo. Per te viene l’olio della letizia. Per te sono state fondate le chiese in tutto l’universo. Per te le genti sono condotte alla penitenza.

E che dire di più? Per te l’unigenito Figlio di Dio risplende quale luce “a coloro che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte” (Lc 1, 79). Per te i profeti hanno vaticinato.
Per te gli apostoli hanno predicato al mondo la salvezza. Per te i morti sono risuscitati. Per te i re regnano nel nome della santa Trinità.

E qual uomo potrebbe celebrare in modo adeguato Maria, degna di ogni lode? Ella è madre e vergine. O meraviglia! Questo miracolo mi porta allo stupore.
Chi ha mai sentito che al costruttore sia stato proibito di abitare nel tempio, che egli stesso ha edificato? Chi può essere biasimato per il fatto che chiama la propria serva ad essergli madre?

Ecco dunque che ogni cosa è nella gioia. Possa toccare a noi di venerare e adorare la divina Unità, di temere e servire l’individuale Trinità, celebrando con lodi la sempre Vergine Maria, che è il santo tempio di Dio, e il suo Figlio e sposo senza macchia, poiché a lui va la gloria nei secoli dei secoli. Amen.  

[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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03/05/2013 18:05
 
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La devozione al Cuore Immacolato di Maria



 
Editoriale del mese di maggio di “Radicati nella fede”
 
Si è parlato tanto di Fatima nel decennio passato, dopo che il Papa Giovanni Paolo II ha voluto rivelare ciò che è stato presentato come il terzo segreto. Si è parlato tanto di Fatima, nelle polemiche che sono seguite alla rivelazione del terzo segreto, che molti pensano non completa. Ricordiamo tutti il segretario di stato Tarcisio Bertone alla televisione nazionale, presentare i biglietti scritti da Lucia e le buste che li contenevano, per smentire chi sosteneva che il terzo segreto era stato rivelato solo in parte. Ricordiamo tutti almeno il documentato libro di Socci, “Il quarto segreto di Fatima”, e tutto il vivace dibattito che ne è seguito.
 
Insomma, si è parlato tanto di Fatima, ma che fine ha fatto la devozione al Cuore Immacolato di Maria?
 
Certo, è vivissima in alcuni circoli ristretti, ma è ancora predicata e praticata nel tessuto concreto delle nostre parrocchie? Ci sembra proprio di no.
 
La pratica dei primi 5 sabati del mese è praticamente scomparsa, quasi fosse una cosa per anime piccole, che non corrisponde più al modo che ha oggi la Chiesa di intendere la devozione alla Madonna. Ben inteso, nessuno negherà pubblicamente che si può essere devoti al Cuore Immacolato di Maria, ma presenteranno questa devozione come una pia pratica personale, che lascia il tempo che trova. Ma così non è!
 
Di fronte al disastro del mondo sempre più ateo, Dio stesso è intervenuto a Fatima, indicando la via d'uscita alla distruzione dell'umanità: la devozione al Cuore Immacolato di Maria.
 
Il 13 luglio 1917 così parlò la Madonna ai pastorelli:
"La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le Mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate. Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace"
 
E due anni prima, nel 1915, l'angelo dell'apparizione invitò i bambini a pregare prostrati con lui in riparazione delle offese subite da Dio da parte dei peccatori, e in particolare con le parole: "Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima, Divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli stesso è offeso, e per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria vi chiedo la conversione dei poveri peccatori.”
 
C'è questo continuo ritorno della parola “riparazione”, che è ormai completamente incomprensibile per il mondo cattolico di oggi: eppure è questo il cuore di Fatima e della devozione al Cuore Immacolato. La Madonna chiede di pregare il Rosario e di offrire la comunione riparatrice, per riparare, appunto, agli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui si offende Dio. La Madonna chiede la comunione riparatrice per la conversione dei peccatori, perché si salvino da quell'inferno che mostrò loro il 13 luglio 1917: "La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell'incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento”
 
E' accettabile questo per la Chiesa “rinnovata” della modernità, per i cosiddetti cristiani adulti del post-concilio? Questi considerando Fatima, parlano dell'attentato a Giovanni Paolo II e dei cristiani uccisi nel '900 come se fossero il cuore di questo messaggio... ma non parlano più della riparazione, perché?
 
Semplicemente perché è cambiato lo sguardo nei confronti del peccato dell'uomo e della misericordia di Dio: per i nuovi cristiani, in sostanza, il peccato non offende più Dio.
 
Ci risiamo: il cattolicesimo modernista modifica i dogmi, le verità di fede, e quando parla di peccato non intende più dire ciò che la Chiesa ha detto per diciannove secoli.
 
Per i modernisti, teorici o pratici, il peccato praticamente non esiste più, poiché esso non offende Dio. Dicono che il peccato non offende Dio, ma nuoce solamente al peccatore. Il peccato, per loro, non fa niente a Dio. Il peccato, dicono, non fa che nuocere al peccatore facendogli perdere la vita divina - questo lo si concede - e, al tempo stesso, offende gli altri uomini. In queste condizioni il peccato non ha più la caratteristica dell’offesa, della distruzione dell’onore di Dio, della Sua gloria, della Sua lode; non ha più la caratteristica della disobbedienza alla legge di Dio. Insomma il peccato non è più cattolico, e quindi non va più riparato!
 
Ci rendiamo conto fratelli, come fanno ha parlare di Fatima tutti costoro, che ne hanno distrutto il cuore? Dobbiamo vigilare contro una falsa devozione alla Madonna, fatta solo di sentimentalismo, che non porta mai a ciò che la Beata Vergine chiede sempre: la nostra conversione, per il bene nostro e del mondo intero.
 
È sorta una nuova religione che distrugge la nozione stessa di peccato.
 
Abbiamo trovato una bella descrizione di questa drammatica situazione nella Chiesa, fatta da un vescovo illuminato per dottrina:
“In seguito, ci si dice, come conseguenza, che Dio non punisce il peccato con una qualche pena temporale o eterna. Poiché il peccato non offende Dio, Dio non lo punisce. Del resto Dio è la bontà stessa: come potrebbe infliggere delle pene all’uomo peccatore? No, è l’uomo stesso che si punisce, subendo le conseguenze dei suoi errori, e l’inferno - se mai qualcuno vi si trova - l’inferno non è altro che l’esclusione, l’auto-esclusione dall’amore divino. Dunque l’inferno (per questi falsi cattolici moderni ndr) non è più una pena inflitta da Dio. Dio non ha più il diritto di punire. Ne consegue che l’uomo è esentato da ogni dovere di riparazione verso Dio. Ciò che noi chiamiamo, nel nostro catechismo, la soddisfazione dopo il peccato, il fatto che il peccatore debba soddisfare la giustizia divina a causa dei suoi peccati, la soddisfazione, il bisogno di espiare i propri peccati per riparare l’onore di Dio, non esiste più. L’uomo deve solo riparare la sua salute spirituale. Ma riparare la gloria di Dio, cooperare al recupero della creatura caduta nel peccato, non lo si vuole più! Mentre voi conoscete la bella dottrina cattolica della soddisfazione che è tutta a gloria di Dio, perché l’uomo peccatore possa rialzarsi e ridare a Dio la gloria e la lode, risollevando la sua decaduta natura per mezzo della soddisfazione, per mezzo della pena che egli subisce volontariamente”.
 
Ma, alcuni diranno, e la Misericordia di Dio, dove la lasciate? La Misericordia infinita di Dio è tutta sulla Croce, dove Gesù ripara i nostri peccati versando il suo Preziosissimo Sangue. Gesù ha soddisfatto la giustizia divina morendo per i nostri peccati... è infinita questa misericordia, è infinita questa soddisfazione, e ci chiede di entrare in questa grande riparazione!
 
Che senso avrebbero la Passione e la Morte di Gesù Cristo, se non fosse per questa soddisfazione della giustizia di Dio? La Croce di Cristo diventerebbe una specie di finzione, di buon esempio dato da Gesù, per dimostrarci che ci ama! No! Gesù soddisfa la giustizia divina, ripara i nostri peccati realmente, non fa un “teatrino” del suo amore.
 
Ma fa di più: domanda a noi, per sua misericordia, di partecipare alla grande riparazione, non di negarla! Appartieni al corpo mistico di Cristo, ti è data la grazia di poter offrire il tuo sacrificio quotidiano, in unione alla Croce di Cristo, per riparare il tuo peccato e il peccato del mondo: questa è la dignità del cristiano! Dio, in Cristo, rende utile la fatica del vivere! Senza questa bontà di Dio che rende utile la tua sofferenza, essa sarebbe solo infinitamente triste perchè vuota. Che grazia! Ma occorre accogliere la verità di fede racchiusa nella parola “riparazione” perchè questa grazia agisca.
 
Viviamo così il mese di maggio, fedeli al Rosario, ma con questo cuore di riparazione.
 


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PREGHIERA DEL SANTO ROSARIO

PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO

[Video]




Basilica Papale di S. Maria Maggiore
Sabato, 4 maggio 2013

Ringrazio l’Eminentissimo Signor Arciprete di questa Basilica per le parole dette all’inizio. Ringrazio lei, fratello e amico, un’amicizia che nacque in quel Paese alla fine del mondo! Grazie tante. Ringrazio per la presenza il Signor Cardinale Vicario, i Signori Cardinali, i Vescovi, i Sacerdoti. E ringrazio voi, fratelli e sorelle, che oggi siete venuti a pregare la Madonna, la madre, la “Salus Populi Romani”. Perché questa sera siamo qui davanti a Maria. Abbiamo pregato sotto la sua guida materna perché ci conduca ad essere sempre più uniti al suo Figlio Gesù; le abbiamo portato le nostre gioie e le nostre sofferenze, le nostre speranze e le nostre difficoltà; l’abbiamo invocata con il bel titolo di “Salus Populi Romani” chiedendo per tutti noi, per Roma, per il mondo che ci doni la salute. Sì, perché Maria ci dona la salute, è la nostra salute.

Gesù Cristo, con la sua Passione, Morte e Risurrezione, ci porta la salvezza, ci dona la grazia e la gioia di essere figli di Dio, di chiamarlo in verità con il nome di Padre.  Maria è madre, e una madre si preoccupa soprattutto della salute dei suoi figli, sa curarla sempre con grande e tenero amore. La Madonna custodisce la nostra salute. Che cosa vuol dire questo, che la Madonna custodisce la nostra salute? Penso soprattutto a tre aspetti: ci aiuta a crescere, ad affrontare la vita, ad essere liberi; ci aiuta a crescere, ci aiuta ad affrontare la vita, ci aiuta ad essere liberi.

 1. Una mamma aiuta i figli a crescere e vuole che crescano bene; per questo li educa a non cedere alla pigrizia - che deriva anche da un certo benessere -, a non adagiarsi in una vita comoda che si accontenta di avere solo delle cose. La mamma ha cura dei figli perché crescano sempre di più, crescano forti, capaci di prendersi responsabilità, di impegnarsi nella vita, di tendere a grandi ideali. Il Vangelo di san Luca dice che, nella famiglia di Nazareth, Gesù «cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui» (Lc 2,40). La Madonna fa proprio questo in noi, ci aiuta a crescere umanamente e nella fede, ad essere forti e non cedere alla tentazione dell’essere uomini e cristiani in modo superficiale, ma a vivere con responsabilità, a tendere sempre più in alto.

2. Una mamma poi pensa alla salute dei figli educandoli anche ad affrontare le difficoltà della vita. Non si educa, non si cura la salute evitando i problemi, come se la vita fosse un’autostrada senza ostacoli. La mamma aiuta i figli a guardare con realismo i problemi della vita e a non perdersi in essi, ma ad affrontarli con coraggio, a non essere deboli, e a saperli superare, in un sano equilibrio che una madre “sente” tra gli ambiti di sicurezza e le zone di rischio. E questo una mamma sa farlo! Non porta sempre il figlio sulla strada della sicurezza, perché in questa maniera il figlio non può crescere, ma anche non lo lascia soltanto sulla strada del rischio, perché è pericoloso. Una mamma sa bilanciare le cose. Una vita senza sfide non esiste e un ragazzo o una ragazza che non sa affrontarle mettendosi in gioco, è un ragazzo e una ragazza senza spina dorsale! Ricordiamo la parabola del buon samaritano: Gesù non propone il comportamento del sacerdote e del levita, che evitano di soccorrere colui che era incappato nei briganti, ma il samaritano che vede la situazione di quell’uomo e la affronta in maniera concreta, anche con rischi. Maria ha vissuto molti momenti non facili nella sua vita, dalla nascita di Gesù, quando «per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,7), fino al Calvario (cfr Gv 19,25). E come una buona madre ci è vicina, perché non perdiamo mai il coraggio di fronte alle avversità della vita, di fronte alla nostra debolezza, di fronte ai nostri peccati: ci dà forza, ci indica il cammino di suo Figlio. Gesù dalla croce dice a Maria, indicando Giovanni: «Donna, ecco tuo figlio!» e a Giovanni: «Ecco tua madre!» (cfr Gv 19,26-27). In quel discepolo tutti noi siamo rappresentati: il Signore ci affida nelle mani piene di amore e di tenerezza della Madre, perché sentiamo il suo sostegno nell’affrontare e vincere le difficoltà del nostro cammino umano e cristiano; non avere paura delle difficoltà, affrontarle con l’aiuto della mamma.

3. Un ultimo aspetto: una buona mamma non solo accompagna i figli nella crescita, non evitando i problemi, le sfide della vita; una buona mamma aiuta anche a prendere le decisioni definitive con libertà. Questo non è facile, ma una mamma sa farlo. Ma che cosa significa libertà? Non è certo fare tutto ciò che si vuole, lasciarsi dominare dalle passioni, passare da un’esperienza all’altra senza discernimento, seguire le mode del tempo; libertà non significa, per così dire, buttare tutto ciò che non piace dalla finestra. No, quella non è libertà! La libertà ci è donata perché sappiamo fare scelte buone nella vita! Maria da buona madre ci educa ad essere, come Lei, capaci di fare scelte definitive; scelte definitive, in questo momento in cui regna, per così dire, la filosofia del provvisorio. È tanto difficile impegnarsi nella vita definitivamente. E lei ci aiuta a fare scelte definitive con quella libertà piena con cui ha risposto “sì” al piano di Dio sulla sua vita (cfr Lc 1,38). Cari fratelli e sorelle, quanto è difficile nel nostro tempo prendere decisioni definitive. A tutti con quella libertà piena con cui ha risposto “sì” al piano di Dio sulla sua vita (cfr Lc 1,38).

Cari fratelli e sorelle, quanto è difficile, nel nostro tempo, prendere decisioni definitive! Ci seduce il provvisorio. Siamo vittime di una tendenza che ci spinge alla provvisorietà… come se desiderassimo rimanere adolescenti. E’ un po’ il fascino del rimanere adolescenti, e questo per tutta la vita! Non abbiamo paura degli impegni definitivi, degli impegni che coinvolgono e interessano tutta la vita! In questo modo la nostra vita sarà feconda! E questo è libertà: avere il coraggio di prendere queste decisioni con grandezza.

Tutta l’esistenza di Maria è un inno alla vita, un inno di amore alla vita: ha generato Gesù nella carne ed ha accompagnato la nascita della Chiesa sul Calvario e nel Cenacolo. La Salus Populi Romani è la mamma che ci dona la salute nella crescita, ci dona la salute nell’affrontare e superare i problemi, ci dona la salute nel renderci liberi per le scelte definitive; la mamma che ci insegna ad essere fecondi, ad essere aperti alla vita e ad essere sempre fecondi di bene, fecondi di gioia, fecondi di speranza, a non perdere mai la speranza, a donare vita agli altri, vita fisica e spirituale.

Questo ti chiediamo questa sera, O Maria, Salus Populi Romani, per il popolo di Roma, per tutti noi: donaci la salute che solo tu puoi donarci, per essere sempre segni e strumenti di vita. Amen.

* * *

All’uscita dalla Basilica, dal Sagrato il Santo Padre ha rivolto le seguenti parole ai numerosi fedeli radunati in Piazza:

Fratelli e sorelle,

Buona sera! Grazie tante per la vostra presenza nella casa della mamma di Roma, della nostra Madre. Viva la Salus Populi Romani. Viva la Madonna. E’ la nostra Madre. Affidiamoci a lei, perché lei ci custodisce come una buona mamma. Io prego per voi, ma vi chiedo di pregare per me, perché ne ho bisogno. Tre “Ave” per me. Vi auguro una buona domenica, domani. Arrivederci. Adesso vi do la benedizione - a voi e a tutta la vostra famiglia. Vi benedica il Padre Onnipotente.. Buona domenica.

 

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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07/05/2013 14:48
 
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[SM=g1740717] Cari amici riprendiamo la serie dedicata alla Patristica: Maria nei Padri della Chiesa.

Qui abbiamo un video con un passo eccellente sulla Dormizione di Maria Santissima, di San Germano, utile testo per la meditazione, per esempio, del quarto Mistero Glorioso.
www.gloria.tv/?media=440721

I video precedenti:
- San Girolamo spiega Isaia Ecco la Vergine
www.gloria.tv/?media=384972

- Da la santa Verginità di sant'Agostino di Ippona Maria e la Chiesa
www.gloria.tv/?media=387259

- Sant Ambrogio descrive Maria Santissima nella sua verginità
www.gloria.tv/?media=390209


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Pace e misericordia per la Chiesa e per il mondo.

È l’intenzione che Papa Francesco ha affidato alla Madonna nella mattina di mercoledì 8 maggio all'Udienza generale, festa di Nostra Signora di Luján. Proprio davanti alla piccola statua della patrona dell’Argentina, eccezionalmente collocata accanto alla cattedra in piazza San Pietro, il Pontefice ha sostato in preghiera, deponendo ai piedi della Vergine un omaggio floreale. Poi non ha mancato di ricordare anche la ricorrenza della tradizionale Supplica alla Madonna del Rosario che si recita nella basilica di Pompei.



Oggi, 8 maggio, si eleva l’intensa preghiera della “Supplica alla Madonna del Rosario” di Pompei, composta dal Beato Bartolo Longo. Ci uniamo spiritualmente a questo popolare atto di fede e di devozione, affinché per intercessione di Maria, il Signore conceda misericordia e pace alla Chiesa e al mondo intero.

[SM=g1740733] [SM=g1740750] [SM=g1740752]



__________________
"Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (Santa Caterina da Siena)


Questa Preghiera che segue....me la insegnarono le Suore Domenicane Missionarie di san Sisto, quando ero al collegio.......
Ogni anno a Maggio, andavamo in pellegrinaggio sia alle Tre Fontane, quanto al Divino Amore, e lì si alzava al Cielo la seguente supplica che da allora non ho più dimenticato....


O Maria, Regina del mese di Maggio e Madre degli Uomini.

Eccoci a Te, come ritornati da un lungo cammino senza meta.
Eccoci a Te, come stremati dalla ricerca di Pace e di felicità
Tu puoi ridonarci la speranza e l'ardire.

Noi ritorniamo a Te, perchè il tuo sorriso e la tua bellezza,
ci facciano dimenticare tante cose che ci angustiano e ci turbano.
Noi ritorniamo a Te, in questa primavera dell'anno,
per risentire la tua voce materna, ammonitrice e dolce.
Noi ritorniamo a Te, dopo in nostri sbandamenti,
perchè tu ci indichi la strada da percorrere:
quella segnata da Gesù ai suoi veri seguaci,
difficile e impegnativa, stretta e sassosa,
ma l'unica orientata veramente al successo.

Guidaci all'ascolto del Tuo Figlio;
guidaci ad impegnativi propositi
capaci di rifare il mondo così stanco
e così affamato di serenità:
Tu ci conosci!

Sai quello che vogliamo, quello che possiamo,
quello di cui abbiamo veramente bisogno:
aiutaci ad ottenerlo da Dio,
o Regina del Mondo,
o Madre di tutti

Amen!






[Modificato da Caterina63 13/05/2013 11:34]
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13/05/2013 14:46
 
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[SM=g1740733] Papa Francesco Salus Populi Romani e il Rosario di Maria

Cari Amici, in questo tempo Pasquale e Mariano, il santo Padre Francesco ci ha donato subito un ricco magistero mariano con l'esplicito invito al santo Rosario.
Ci pare di cogliere così la sua bella devozione alla Salus Populi Romani: "la nostra mamma, la nostra salute".
Ascoltiamolo e mettiamo in pratica i suoi consigli.
www.gloria.tv/?media=443992


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[SM=g1740717]


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17/05/2013 19:38
 
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Il Vicariato della Città del Vaticano informa che il prossimo venerdì 31 maggio, in occasione della conclusione del mese mariano, il Santo Padre Francesco presiederà la preghiera del Santo Rosario in piazza San Pietro alle ore 20.00.

Durante la preghiera, un’immagine della Madonna percorrerà la piazza in processione come per raccogliere le invocazioni dei fedeli. Papa Francesco concluderà la celebrazione con una meditazione e con la benedizione apostolica. Sono invitati a partecipare tutti: non c’è bisogno di biglietti d’ingresso.



[SM=g1740733]


Bussate e vi sarà aperto

21.05.2013 14:58

 

Bussate e vi sarà aperto

 

Una preghiera coraggiosa, che lotta per arrivare a quel miracolo; non quelle preghiere per cortesia, ‘Ah, io pregherò per te’: dico un Pater Noster, un’Ave Maria e mi dimentico. No: preghiera coraggiosa, come quella di Abramo che lottava con il Signore per salvare la città, come quella di Mosé che aveva le mani in alto e si stancava, pregando il Signore; come quella di tante persone, di tanta gente che ha fede e con la fede prega, prega. La preghiera fa miracoli, ma dobbiamo credere! Io penso che noi possiamo fare una bella preghiera … e dirgli oggi, tutta la giornata: ‘Credo, Signore, aiuta la mia incredulità’ ..."

(Papa Francesco omelia del mattino 20.5.2013)

 

Le parole del Santo Padre ci hanno rammentato una antica catechesi tratta da un libricino cattolico del 1897 che vogliamo proporvi e che riteniamo utile non solo in questo mese di maggio, dedicato al Santo Rosario di Maria Santissima, ma anche per giugno, mese dedicato ai Sacratissimi Cuori di Gesù e Maria e alla Divina Eucaristia, il Corpus Domini.


"Chi pretendesse di seminare senza aver prima dissodato il terreno, non conosce bene l'arte contadina e non ricaverebbe alcun prodotto.

Così è a riguardo delle anime nostre: abbiamo bisogno di sacerdoti suore e laici che si impegnino di dissodare prima il terreno nel quale si intende seminare.

Ora se la semina è la Parola di Dio, il dissodare è la Preghiera insistente, supplichevole e continua che prepara il terreno rendendolo fertile e fecondo per accogliere il seme e produrre così frutto.

Quanto all'irrigarlo, lo dice bene San Paolo, è Nostro Signore Gesù Cristo che irriga, Lui è l'acqua viva che disseta.

Non solo siamo stati resi fecondi e fertili mediante il Battesimo, ma continuiamo ad essere irrigati dall'acqua viva, se qualcuno continuerà a pregare per noi, e se noi stessi continueremo a pregare per gli altri con insistenza e con supplica.

Imperciocchè l'acqua che nutre e fa germogliare il seme della Parola necessita anche dei Sacramenti della Redenzione.

Come è vero che Nostro Signore ci ricorda che bussando a Lui saremo esauditi, è pure vero che una Preghiera senza supplica, senza insistenza, fatta poi persino in uno stato di grave peccato perché non ci si pente, privata dei Sacramenti come pure privata dei Dieci Comandamenti, non sarà mai esaudita.

Nostro Signore Gesù Cristo, infatti, dove ci ha promesso le Sue elargizioni, ci ha anche ammonito sulle nostre perdizioni.

Noi ci meravigliamo tanto di quello che hanno fatto i Santi e dei miracoli che erano in grado di fare, ma non ci interessa seguirli nei sacrifici, nelle suppliche, nelle tante rinunce, nella conversione, nel perseguire la via dei Sacramenti, non ci curiamo di diventare veri cattolici come lo erano loro.

Senza la Preghiera supplichevole, costante e purificata dai peccati con atti di profonda conversione e pentimento, ogni semina andrà perduta, nessun seme gettato potrebbe portare frutto. Sarebbe come aver seminato in un deserto arido dove il sole battente brucerebbe il germoglio appena uscisse dal terreno.

Pregare sempre e frequentare la Santa Messa, anche ogni giorno quando fosse possibile, insegnano tutti i Santi e lo raccomandano".

***

"Nel Divino Sacrificio dell'Eucaristia è il cuore dell'incontro fra noi e Dio; è un "Tu per tu" che si incontra, il Signore ci viene incontro e si fa dono e noi andando da Lui portiamo le nostre suppliche, i sacrifici, le preghiere, i suffragi, anche i difetti perché Egli ci corregga e ci dia la forza di cambiare...

Se vogliamo che le nostre Preghiere siano esaudite, dobbiamo essere insistenti a cominciare dall'andare alla Messa, ogni domenica, ogni festa comandata, e se possibile anche durante la settimana. Confessarci, ricevere la Comunione in stato di grazia, abituarci ad entrare in confidenza con il Signore, ad entrare in questo "Tu" perché il nostro "io" scompaia e lasci il posto alla Grazia.

Così ci insegna Maria Santissima con  il suo racconto dell'Annunciazione.

La più grande attesa, la più grande Preghiera dell'Israele dei Profeti, viene esaudita grazie all'atteggiamento di Colei che è definita dalla Scrittura stessa "Figlia di Sion", la Beata Vergine Maria.

Tutti pregavano e supplicavano Dio affinché giungesse il Salvatore, con Maria e in Lei si realizzano le promesse, la supplica è accolta, la grazia è concessa, la Salvezza "si è fatta carne". Possiamo anche ricordare l'episodio dei coniugi Zaccaria e Elisabetta: la loro supplica nel desiderare di avere un bambino verrà esaudita, ma ricordiamo anche il sacrificio di Zaccaria di rimanere muto fino alla nascita del piccolo a causa della sua incredulità, e poi la vita stessa di San Giovanni Battista, di questo figlio unico avuto in età avanzata, che culminerà nell'estremo sacrificio di sé a favore del progetto di Dio.

La Preghiera è un entrare nella logica di Dio ed un lasciarci afferrare da Lui, non possiamo pensare di essere esauditi se pregando pretendessimo di voler fare la nostra volontà, questo ci insegna il Padre Nostro: la prima cosa da fare è metterci a disposizione del Padre affinché si compia sempre la Sua volontà "come in cielo così in terra".

Preghiamo incessantemente, supplichiamo il Signore con insistenza e fiducia, accostiamoci a Lui nello stato di penitenti e allora il Signore stesso manterrà fede alle Sue promesse. Bussando in questo modo Egli ci aprirà le porte alle Sue grazie e saremo esauditi secondo la Sua volontà..."

(alcuni interventi di Benedetto XVI sulla Preghiera)

 

***



[SM=g1740733] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

[Modificato da Caterina63 21/05/2013 15:47]
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22/05/2013 13:28
 
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Venerdì prossimo 24 maggio, nella memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, venerata con grande devozione nel Santuario di Sheshan a Shanghai, si celebra la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, istituita da Benedetto XVI nel 2007.

Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, 24 maggio 2008 - Preghiera a Nostra Signora di Sheshan (15 maggio 2008)
[Cinese semplificato, Cinese tradizionale, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

PREGHIERA A NOSTRA SIGNORA DI SHESHAN
composta da Benedetto XVI - maggio 2008


 
Vergine Santissima, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra,
venerata col titolo di “Aiuto dei cristiani” nel Santuario di Sheshan,
verso cui guarda con devoto affetto l’intera Chiesa che è in Cina,
veniamo oggi davanti a te per implorare la tua protezione.
Volgi il tuo sguardo al Popolo di Dio e guidalo con sollecitudine materna
sulle strade della verità e dell’amore, affinché sia in ogni circostanza
fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini.

Con il docile “sì” pronunciato a Nazaret tu consentisti
all’eterno Figlio di Dio di prendere carne nel tuo seno verginale
e di avviare così nella storia l’opera della Redenzione,
alla quale cooperasti poi con solerte dedizione,
accettando che la spada del dolore trafiggesse la tua anima,
fino all’ora suprema della Croce, quando sul Calvario restasti
ritta accanto a tuo Figlio che moriva perché l’uomo vivesse.

Da allora tu divenisti, in maniera nuova, Madre
di tutti coloro che accolgono nella fede il tuo Figlio Gesù
e accettano di seguirlo prendendo la sua Croce sulle spalle.
Madre della speranza, che nel buio del Sabato santo andasti
con incrollabile fiducia incontro al mattino di Pasqua,
dona ai tuoi figli la capacità di discernere in ogni situazione,
fosse pur la più buia, i segni della presenza amorosa di Dio.

Nostra Signora di Sheshan, sostieni l’impegno di quanti in Cina,
tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare,
affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù.
Nella statua che sovrasta il Santuario tu sorreggi in alto tuo Figlio,
presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto d’amore.
Aiuta i cattolici ad essere sempre testimoni credibili di questo amore,
mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa.
Madre della Cina e dell’Asia, prega per noi ora e sempre.  Amen!




http://www.maranatha.it/Benvenuti/mapa/shesham2.jpg

Il Papa Francesco, al termine dell’udienza generale di oggi 22 maggio, l'ha ricordata.
Queste le sue parole

Invito tutti i cattolici nel mondo a unirsi in preghiera con i fratelli e le sorelle che sono in Cina, per implorare da Dio la grazia di annunciare con umiltà e con gioia Cristo morto e risorto, di essere fedeli alla sua Chiesa e al Successore di Pietro e di vivere la quotidianità nel servizio al loro Paese e ai loro concittadini in modo coerente con la fede che professano.
Facendo nostre alcune parole della preghiera alla Madonna di Sheshan, vorrei insieme con voi invocare Maria così: “Nostra Signora di Sheshan, sostieni l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù”.
Maria, Vergine fedele, sostenga i cattolici cinesi, renda i loro non facili impegni sempre più preziosi agli occhi del Signore, e faccia crescere l’affetto e la partecipazione della Chiesa che è in Cina al cammino della Chiesa universale".

 

Fraternamente CaterinaLD

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23/05/2013 18:44
 
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[SM=g1740717] Offriamo alla vostra attenzione, in questo Anno della Fede, una serie di interventi che l'allora Pontefice Benedetto XVI ha fatto proprio per i giovani, anche per i bambini, su Maria e il Rosario attraverso una breve catechesi che riepiloga un pò tutti i Misteri principali della vita di Gesù.
Buona meditazione.

upload.gloria.tv/?media=445410

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[SM=g27998]


[SM=g1740738]


Cari Amici, con questo video vogliamo condividervi, per quanto ci sarà possibile, una serie di catechesi molto importanti del venerabile e compianto Domenicano Padre Tomas Tyn del quale è in atto la causa di beatificazione.
I video, per questioni di spazio, non saranno integrali pur restando fedeli alle intenzioni dell'amato Predicatore, perciò, per approfondimenti e per trovare testi integrali, vi raccomandiamo il sito ufficiale: www.studiodomenicano.com/bibliografia.htm
curato da Padre Giovanni Cavalcoli OP.
Anche qui, su GloriaTV potrete trovare ulteriore materiale alla voce dell'username "Matilde".
Buona meditazione a tutti.
www.gloria.tv/?media=448624

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[SM=g28002] [SM=g1740733]

Papa Francesco Visitazione di Maria a santa Elisabetta e Preghiera a Maria

Cari Amici, nel mese di maggio il santo Padre Francesco ci ha donato molti spunti di riflessione per una profonda devozione mariana. A chiusura di questo mese e dopo aver partecipato al santo Rosario, ha così fatto un Discorso per meditare sulla Visitazione di Maria a santa Elisabetta, donandoci anche una Preghiera che vi proponiamo in questo video.
Buona meditazione
www.gloria.tv/?media=454241

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[SM=g1740750] [SM=g1740752]
[Modificato da Caterina63 04/06/2013 11:34]
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31/05/2013 22:10
 
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A conclusione del Mese Mariano, il cardinale Angelo Comastri, Vicario generale del papa per la Città  del Vaticano e Arciprete della Basilica di San Pietro ha presieduto  stasera in piazza San Pietro, la recita del Santo Rosario alla presenza del Santo Padre.  
Nel corso celebrazione con la meditazione dei Misteri Dolorosi del Rosario, la statua della Madonna è stata portata in processione attraverso i vari reparti della piazza. 

Poi la meditazione del Papa con queste parole ed una preghiera finale

 

 



--------

Cari fratelli e sorelle,

questa sera abbiamo pregato insieme con il Santo Rosario; abbiamo ripercorso alcuni eventi del cammino di Gesù, della nostra salvezza e lo abbiamo fatto con Colei che è nostra Madre, Maria, Colei che con mano sicura ci guida al suo Figlio Gesù.Oggi celebriamo la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria alla parente Elisabetta. Vorrei meditare con voi questo mistero che mostra come Maria affronta il cammino della sua vita, con grande realismo, umanità, concretezza. Tre parole sintetizzano l’atteggiamento di Maria: ascolto, decisone, azione; parole che indicano una strada anche per noi di fronte a ciò che ci chiede il Signore nella vita.

 

1. Ascolto. Da dove nasce il gesto di Maria di andare dalla parente Elisabetta? Da una parola dell’Angelo di Dio: «Elisabetta tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio…» (Lc 1,36). Maria sa ascoltare Dio. Attenzione: non è un semplice “udire” superficiale, ma è l’“ascolto” fatto di attenzione, di accoglienza, di disponibilità verso Dio. Non è il modo distratto con cui a volte noi ci mettiamo di fronte al Signore o agli altri: udiamo le parole, ma non ascoltiamo veramente. Maria è attenta a Dio, ascolta Dio. Ma Maria ascolta anche i fatti, legge cioè gli eventi della sua vita, è attenta alla realtà concreta e non si ferma alla superficie, ma va nel profondo, per coglierne il significato. La parente Elisabetta, che è già anziana, aspetta un figlio: questo è il fatto. Ma Maria è attenta al significato, lo sa cogliere: «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). Questo vale anche nella nostra vita: ascolto di Dio che ci parla, e ascolto anche della realtà quotidiana, attenzione alle persone, ai fatti perché il Signore è alla porta della nostra vita e bussa in molti modi, pone segni nel nostro cammino; a noi la capacità di vederli. Maria è la madre dell’ascolto, ascolto attento di Dio e ascolto altrettanto attento degli avvenimenti della vita.

 

2. Decisione. Maria non vive “di fretta”, con affanno, ma, come sottolinea san Luca, «meditava tutte queste cose nel suo cuore» (cfr Lc 2,19.51). E anche nel momento decisivo dell’Annunciazione dell’Angelo, Ella chiede: «Come avverrà questo?» (Lc 1,34). Ma non si ferma neppure al momento della riflessione; fa un passo avanti: decide. Non vive di fretta, ma solo quando è necessario “va in fretta”. Maria non si lascia trascinare dagli eventi, non evita la fatica della decisione. E questo avviene sia nella scelta fondamentale che cambierà la sua vita: «Eccomi sono la serva del Signore…» (cfr Lc 1,38), sia nelle scelte più quotidiane, ma ricche anch’esse di significato. Mi viene in mente l’episodio delle nozze di Cana (cfr Gv 2,1-11): anche qui si vede il realismo, l’umanità, la concretezza di Maria, che è attenta ai fatti, ai problemi; vede e comprende la difficoltà di quei due giovani sposi ai quali viene a mancare il vino della festa, riflette e sa che Gesù può fare qualcosa, e decide di rivolgersi al Figlio perché intervenga: «Non hanno più vino» (cfr v. 3).Nella vita è difficile prendere decisioni, spesso tendiamo a rimandarle, a lasciare che altri decidano al nostro posto, spesso preferiamo lasciarci trascinare dagli eventi, seguire la moda del momento; a volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio o ci pare troppo difficile perché vuol dire andare controcorrente. Maria nell’Annunciazione, nella Visitazione, alle nozze di Cana va controcorrente; si pone in ascolto di Dio, riflette e cerca di comprendere la realtà, e decide di affidarsi totalmente a Dio, decide di visitare, pur essendo incinta, l’anziana parente, decide di affidarsi al Figlio con insistenza per salvare la gioia delle nozze.

 

3. Azione. Maria si mise in viaggio e «andò in fretta…» (cfr Lc 1,39). Domenica scorsa sottolineavo questo modo di fare di Maria: nonostante le difficoltà, le critiche che avrà ricevuto per la sua decisione di partire, non si ferma davanti a niente. E qui parte “in fretta”. Nella preghiera, davanti a Dio che parla, nel riflettere e meditare sui fatti della sua vita, Maria non ha fretta, non si lascia prendere dal momento, non si lascia trascinare dagli eventi. Ma quando ha chiaro che cosa Dio le chiede, ciò che deve fare, non indugia, non ritarda, ma va “in fretta”. Sant’Ambrogio commenta: “la grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze”. L’agire di Maria è una conseguenza della sua obbedienza alle parole dell’Angelo, ma unita alla carità: va da Elisabetta per rendersi utile; e in questo uscire dalla sua casa, da se stessa, per amore, porta quanto ha di più prezioso: Gesù; porta il suo Figlio. A volte, anche noi ci fermiamo all’ascolto, alla riflessione su ciò che dovremmo fare, forse abbiamo anche chiara la decisione che dobbiamo prendere, ma non facciamo il passaggio all’azione. E soprattutto non mettiamo in gioco noi stessi muovendoci “in fretta” verso gli altri per portare loro il nostro aiuto, la nostra comprensione, la nostra carità; per portare anche noi, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso e che abbiamo ricevuto, Gesù e il suo Vangelo, con la parola e soprattutto con la testimonianza concreta del nostro agire. Ascolto, decisione, azione.

 Rivolto alla Madre del Salvatore, esempio di ascolto, decisione e azione, Papa Francesco ha quindi pronunciato questa preghiera:

Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi;
fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù
tra le mille parole di questo mondo;
fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo,
ogni persona che incontriamo,
specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà.
Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore,
perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù,
senza tentennamenti; donaci il coraggio della decisione,
di non lasciarci trascinare perché altri orientino la nostra vita.
Maria, donna dell’azione,
fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in fretta” verso gli altri,
per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù,
per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo.
Amen
.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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