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2017 festeggeremo Lutero o le Apparizioni della Vergine Santa a Fatima?

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2016 16:24
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20/12/2013 10:27
 
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   Presenza efficace nella nostra storia


Maria è posta nell'intimo della confessione cristiana nel Dio vivente, che non può essere pensato senza la Vergine di Nazaret.

Mai forse come il 26 giugno 2000 la sala stampa vaticana è stata affollata da giornalisti a nome di testate diffuse in tutto il mondo. Clamore mediatico comprensibile perché stava per essere rivelato il terzo segreto di Fatima. E, come si sa, un segreto suscita sempre curiosità.

Lo stesso attentatore Alì Agcà nel colloquio a quattr'occhi con Giovanni Paolo II a Rebibbia nel 1983 gli chiede espressamente: «Che cos'è il terzo segreto di Fatima?», nell'intento di trovare una spiegazione al suo gesto criminale. Scriverà nel libro farneticante Io, Gesù Cristo: «Ho capito di essere al centro di un mistero che cominciava il 13 maggio 1917».

Altri, come il tedesco L. Einrich, giungono a pubblicare nel 1963 in Neues Europa un testo inventato del segreto di Fatima che contiene notizie allarmanti circa cataclismi universali («catastrofe di fuoco e di fiamme») e lotte all'interno della Chiesa, dove «cardinali saranno contro cardinali e vescovi saranno contro vescovi. Satana si metterà in mezzo a loro».

Beato Angelico, Il paradiso, part. del Giudizio universale (1430 ca.), Museo di San Marco, Firenze (foto LORES RIVA).

Beato Angelico, Il paradiso, part. del Giudizio universale (1430 ca.), Museo di San Marco, Firenze (foto LORES RIVA).

Dal segreto alla rivelazione. La rivelazione della terza parte del segreto di Fatima è affidata da Giovanni Paolo II al card. J. Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Tale rivelazione sconfigge ugualmente la mania del sensazionale e il facile allarmismo, suscitando in alcuni delusione, in altri soddisfazione, in altri infine indifferenza.

Delusi rimangono quanti si aspettavano annunci di cataclismi universali e di mali catastrofici. soddisfatti invece si dichiarano quanti vivevano il segreto come un incubo da cui sono finalmente liberati. Indifferenti quanti pensano che nel Vangelo c'è già tutto ciò che è necessario per la salvezza dei singoli e del mondo, incorrendo verosimilmente nel rimprovero biblico a quanti sono insensibili a visioni e profezie: «Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti, aveva ordinato…: Convertitevi dalle vostre vie malvagie» (2Re 17,13).

Da vero teologo, il card. Ratzinger ha distinto i due livelli della rivelazione, rivendicando il primato assoluto a quella definitiva, pubblica e necessaria avvenuta una volta per tutte in Cristo, mentre le ulteriori comunicazioni celesti hanno funzione sussidiaria: «L'autorità delle rivelazioni private è essenzialmente diversa dall'unica rivelazione pubblica», ma «la rivelazione privata è un aiuto per questa fede, e si manifesta come credibile proprio perché mi rimanda all'unica rivelazione pubblica».

In ciò che egli chiama «un tentativo di interpretazione del "segreto" di Fatima », Ratzinger spiega innanzitutto come possa costituire «una via di salvezza» qualcosa di «sorprendente per persone provenienti dall'ambito culturale anglosassone e tedesco: la devozione al Cuore immacolato di Maria».

Essa consiste praticamente in un'opzione fondamentale, che sulla scia di Maria inserisce la disponibilità al volere di Dio nel nucleo profondo dell'io umano. Per capire questo può bastare qui una breve indicazione. «Cuore» significa nel linguaggio della Bibbia il centro dell'esistenza umana, la confluenza di ragione, volontà, temperamento e sensibilità, in cui la persona trova la sua unità ed il suo orientamento interiore. Il «cuore immacolato» è secondo Mt 5,8 un cuore, che a partire da Dio è giunto ad una perfetta unità interiore e pertanto «vede Dio». «Devozione» al Cuore immacolato di Maria pertanto è avvicinarsi a questo atteggiamento del cuore, nel quale il Fiat – «Sia fatta la tua volontà» – diviene il centro informante di tutta quanta l'esistenza.

Continuando nell'analisi, il Cardinale comprende che come parola chiave della prima e della seconda parte del «segreto » è quella di «salvare le anime», così la parola chiave della terza parte è il triplice grido: «Penitenza! Penitenza! Penitenza! ».

Tale grido dev'essere situato nel momento storico attuale, «caratterizzato da grandi pericoli, i quali verranno delineati nelle immagini successive». Ed ecco balzare con evidenza la figura luminosa di Maria come efficace antidoto alle perniciose tendenze necrofile in atto nel mondo. Esaminiamo ora un poco più da vicino le singole immagini.

L'Angelo con la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio ricorda analoghe immagini dell'Apocalisse. Esso rappresenta la minaccia del giudizio, che incombe sul mondo. La prospettiva che il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non appare assolutamente più come pura fantasia: l'uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco.

La visione mostra poi la forza che si contrappone al potere della distruzione – lo splendore della Madre di Dio – e, proveniente in un certo modo da questo, l'appello alla penitenza.

Ritornare al cuore di Maria. Come si può notare, esiste uno scontro frontale tra le forze di morte(necrofile), rappresentate dalla spada di fuoco che vorrebbe incenerire il cosmo, e le pulsioni di vita(biofile), condensate paradigmaticamente nello «splendore della Madre di Dio».

Il ritorno al Cuore immacolato di Maria è inevitabile quanto benefico: tutto si risolve con il richiamo alla libertà umana affinché si orienti decisamente al volere divino «in una direzione positiva » per la salvezza e la vita, e non per la distruzione e la morte. In tal modo viene sottolineata l'importanza della libertà dell'uomo: il futuro non è affatto determinato in modo immutabile e l'immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato.

Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per richiamare sullo scenario la libertà e per volgerla in una direzione positiva. Il senso della visione non è quindi quello di mostrare un film sul futuro irrimediabilmente fissato. Il suo senso è esattamente il contrario, quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene. La salvezza è dunque ancorata ad un'autentica antropologia, secondo cui al fatalismo si sostituiscono la responsabilità e l'impegno, capaci di cambiare il volto degli esseri umani e il movimento della storia.

L'arcangelo Michele pesa le anime, part. del Giudizio universale (sec. XII), Cattedrale di Autun (Francia, foto BONOTTO).

L'arcangelo Michele pesa le anime, part. del Giudizio universale (sec. XII), Cattedrale di Autun (Francia, foto BONOTTO).

Il problema dell'essere umano. Con lucida visione il filosofo M. Heidegger presenta il problema dell'uomo come la questione fondamentale del nostro tempo. Nessuna epoca ha accumulato conoscenze tanto numerose e diverse concernenti l'uomo come la nostra. Ma nello stesso tempo nessuna epoca ha saputo meno che cos'è l'uomo. Mai l'uomo è apparso tanto misterioso. La ragione del mistero dell'uomo è la sua condizione di essere tra gli estremi: «L'uomo è l'essere della frontiera (Tommaso d'Aquino) tra natura e spirito, tempo ed eternità, tra Dio e il mondo ».

Si comprende perciò perché l'uomo è celato a se stesso e agli altri. È un homo absconditus. È un mistero della speranza e al tempo stesso un mistero della malvagità. Proprio in questa problematica s'innesta la figura di Maria che contribuisce con Cristo a rivelare l'uomo all'uomo. Questo homo revelatus, questa creatura manifestata a se stessa trova la sua icona nella Vergine Maria: su di lei si riverbera come primizia lo splendore del nuovo Adamo, che ella porta nel grembo; in lei, la plasmata dalla grazia, rifulge la creatura «ricreata» nell'immagine perfetta di Dio, il Cristo (cf Gv 1,18; 14,9; Col 1,15).

Beato Angelico (1395 ca.-1455), Cristo giudice, Museo di San Marco, Firenze (foto LORES RIVA).

Beato Angelico (1395 ca.-1455), Cristo giudice, Museo di San Marco, Firenze (foto LORES RIVA).

In questa linea teo-antropologica e storico-salvifica si era posto il contributo di J. Ratzinger, tanto da suscitare una ammirazione per il teologo tedesco che elabora con perspicacia e coerenza unamariologia essenzialmente teologica, più che mai necessaria oggi nell'ambiente della boriosaintellighentia incline a dileggiare la mariologia riducendola al ruolo di cenerentola o disciplina para-teologica.

Di fondamentale significato è da una parte il fatto che Maria con la sua maternità verginale strappa definitivamente il velo del nascondimento di Dio: ormai da Dio lontano egli «diventa il nostro Dio, l'Emmanuele, "Dio con noi"».

D'altra parte non meno pregno di senso è il consenso della Vergine, che mentre rivela il Dio del dialogo nella libertà, manifesta l'essere umano non già come una marionetta mossa dall'alto senza risposta propria, ma come assunto da Dio unitrino alla partecipazione attiva nell'opera di salvezza.

G.B. Tiepolo (1696-1770), La Penitenza e l'Umiltà, Santa Maria del Carmelo, Venezia (foto BONOTTO).

G.B. Tiepolo (1696-1770), La Penitenza e l'Umiltà, Santa Maria del Carmelo, Venezia (foto BONOTTO).

Maria diviene specchio dell'uomo che risponde a Dio offrendo la propria attività per la salvezza del mondo. Ne consegue che eliminare oppure obnubilare Maria immette nella negazione della creazione e nella negazione della realtà della grazia, in una concezione dell'attività solitaria di Dio che trasforma la creatura in una maschera e disconosce quindi anche il Dio della Bibbia, caratterizzato dal fatto che egli è il Creatore e il Dio dell'alleanza.


Padre Stefano de Fiores

da Madre di Dio maggio 2011



 


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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