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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA nella Tradizione e Magistero

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2017 21:58
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04/07/2013 21:46
 
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[SM=g1740758] nel raccomandarvi la meditazione anche di queso thread nel quale si parla della Dottrina Sociale della Chiesa nel Magistero dei Papi, specialmente da Leone XIII, vi offriamo a seguire:

DOTTRINA SOCIALE CRISTIANA

Di Carlo Carbone – “DOMANI” Editrice Roma - 1957

PREMESSA


Il presente volumetto è il testo per lo studio della Religione da parte degli Uomini dell'Azione Cattolica Italiana durante l'anno sociale 1957-59.
Esso espone la dottrina cattolica intorno ai problemi sociali: terna assai importante e particolarmente attuale. La vita di ogni uomo, in verità, è profondamente influenzata dalla situazione economica, sociale, politica, nazionale e internazionale, nella quale si svolge; l'attività d'ogni singola persona, d'altra parte, reca un suo contributo a modifi­care, in bene o In male, tale situazione. Conoscere il mondo economico-sociale-politico; conoscere la dottrina della Chiesa intorno ai problemi d'ordine morale ch'esso pone; agire perché essi siano risolti nella luce del messaggio evangelico: ecco una meta altissima, ecco l'impegno dei più che trecentomila organizzati dell'Unione Uomini.

Il presente volumetto, necessariamente breve, è stato condotto secondo una traccia concordata - per gli evidenti benefici che ne derivano a tutta l'Orga­nizzazione - dagli Assistenti Ecclesiastici Centrali dell'Azione Cattolica Italiana e sviluppata dall'egregio Mons. Pietro Pavan cui vanno i più sentiti ringraziamenti. Per chi volesse approfondire, consiglio appunto la ben sviluppata «guida», con lo stesso titolo del presente libro, di Mons. P. Pavan (Ed. C.E.N.A.C. - Roma) ; chi volesse vedere, da se stesso più ampiamente, quanto qui è esposto in sintesi, può consultare i miei libri: « Dall'individuo alla società internazionale» (A.V.E. Roma 1945); « Verso un mondo nuovo» (Sales, Roma 1951); « Per una migliore vita sociale» (Domani, Roma 1952); «Questioni attuali sulla famìglia» (ivi, 1954); « Valore dell'uomo» (ivi, 1955); « Uomo e società» (ivi, 1956); « L'uomo e la comunità internazionale» (ivi 1957). CARLO CARBONE


ATTENZIONE: CLICCANDO QUI TROVERAI L'INTERO COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA firmato da Giovanni Paolo II dopo le riforme del Concilio.... le fondamenta dottrinali sono le medesime di ieri....



PARTE PRIMA

L'UOMO E LA SOCIETA’

1. - LA PERSONA UMANA


Troppa gente, oggi, dimentica l'uomo, il singolo uomo. Si parla della classe, dei popoli, dell'umanità; si parla dell'arte e del progresso, della scienza e della ricchezza, della giustizia e della libertà, ecc. Ma poco si parla dell'uomo, dimostrando - almeno coi fatti - di poco stimarlo e servirlo.

E invece l'uomo va considerato come il fondamento, il sog­getto d'azione e lo stesso fine di ogni società: a cominciare dalla famiglia fino alla società internazionale e fino alla società soprannaturale, la Chiesa. È importante assai conoscere l'uomo e la sua altissima di­gnità; è di capitale importanza comprendere come base e coro­namento della vita associata sia precisamenzè la persona umana.



Un essere a sé stante.

Ci sono cose che non hanno un'esistenza a sé stante, ma sono inerenti ad un'altra cosa ad es. il colore di una parete, la bellezze di un quadro, la parola di un uomo. L'uomo, invece, è una realtà. che esiste in se stessa: è ciò che si dice « sostanza ».



Un essere individuo.

Il concetto di « individualità » significa un essere tutt'unito intimamente in sé e diviso dagli altri esseri, anche se simili. È evidente che l'uomo è un individuo. Anche se composto di molte parti -- e così diverse tra loro: il corpo e l'anima; e nel corpo: il cervello, il cuore, l'occhio, ecc. - ogni uomo è, innegabil­mente, una unità. Esso è anche distaccato da ogni altro essere: è in rapporto, sì, con l'aria, con i cibi, con altri uomini, ecc., ma è chiaro che è distinto, diverso, separato da ogni altra cosa.

C'è ancora di più. Come dice il noto proverbio: « in natura non ci sono due foglie uguali »; a maggior ragione è vero che non ci sono due uomini uguali.

L'individuo non è, perciò, soltanto un essere tutt'unito in sé e diviso dagli altri; è anche un essere che ha qualcosa che lo distingue, lo caratterizza, gli è proprio. Ce ne accorgiamo anche solo a guardare il volto di due persone, fossero pure due fratelli; a maggior ragione se consideriamo tutto il complesso delle caratteristiche di una persona.



Un essere ragionevole, libero, figlio di Dio.

L'uomo è « una sostanza, individua, razionale »: ne è venuta fuori, semplicemente, quella che è stata la definizione della « persona » data un giorno dal filosofo Severino Boezio - vis­suto dal 480 al 524 - e seguita poi da quasi tutti i pensatori cri­stiani. La dote della razionalità è quella che caratterizza pro­priamente la persona umana, innalzandola su di un piano asso­lutamente superiore rispetto alle altre realtà individue che sono in natura, come ad es., una pianta o un animale. Dalla raziona­lità vengano il linguaggio, la scienza, il progresso; basti ricor­dare Aristotele, Dante, Michelangelo, Volta, Pasteur, Fleming.

Dalla razionalità sgorga anche l'umana libertà, per cui l'uomo si muove alla conquista delle cose che vuole (v. il cap. XVI). La rivelazione ci dice, poi, che l'uomo è stato chiamato alla dignità di « figlio di Dio ». Il Signore, per sua infinita degnazio­ne, ci ha, infatti, adottati come suoi figli: il Nuovo Testamento è pieno di questa mirabile affermazione, elemento fondamentalis­simo di tutta la vita cristiana.



Un essere chiamato alla felicità eterna.

Ragione e Rivelazione dimostrano che l'anima umana è immortale. Basti ricordare:

a) che essa è spirituale;

b) che Dio è così sapiente e buono che non può distruggere quanto ha fatto imperituro;

c) che Dio è giustizia infinita, e perciò non può non essere, in un'altra vita, il giudice che giudica e che, rispettivamente, premia o condanna chi ha fatto il bene e chi ha fatto il male;

d) che l'uomo si sente fatto per la conquista di una feli­cità che non può avere se non in Dio;

e) che Dio stesso ci ha rivelato che siamo fatti per cono­scerlo e goderlo eternamente nel cielo.

Essere l'uomo, poiché ha un'anima immortale, destinato al Paradiso, non toglie ch'egli debba anche vivere su questa terra. Il cielo è la mèta, la vita terrena è il viaggio; non solo non c'è tra essi opposizione, ma l'una è, proprio, indirizzata all'altra.

Il Cristianesimo non nega nessuno dei valori terreni; afferma, però, che l'uomo è più grande di essi; perciò impone all'uomo di non dimenticare, incantato da essi, il suo ultimo fine; perciò gli ordina di rispettare la gerarchia dei valori sapendo rinun­ziare, nel caso di un contrasto, alle cose terrene per quelle celesti.



Una persona che si sviluppa ed afferma.

L'uomo è, dunque, una persona, un essere, cioè, sostanziale, individuo, razionale, dotato di volontà libera, chiamato a divenire figlio di Dio, con un'anima immortale.

Ma la persona umana non va considerata solo come un fatto, una cosa esistente; essa va considerata anche come una realtà vivente, che si muove, prende sempre più coscienza di sé e delle sue doti, le afferma e sviluppa.

Insomma, si è « persona » sin dal primo momento di vita; ma lo si diventa sempre più e sempre meglio, di giorno in giorno, di momento in momento, mettendo a frutto i talenti che Dio ci ha dati, sviluppando, come si dice, « la propria personalità ». Con l'intelligenza e la volontà, l'uomo:

a) rende sempre maggiore la sua indipendenza dalle cose;

b) precisa le sue caratteristiche individuali, differenzian­dosi dagli altri uomini - fossero anche suoi fratelli gemelli - e realizzando la sua propria vocazione e missione;

c) affina il suo potere di ragionare ed amplia il raggio delle sue conoscenze, della sua cultura;

d) piega un sempre maggior numero di cose al suo domi­nio, riuscendo ad impadronirsi sempre più a fondo dei beni della natura e giungendo a dare alle cose da lui trasformate - si con­sideri specialmente l'arte - l'impronta della sua personalità;

e) vivendo cristianamente cresce come figlio di Dio, giun­gendo a maturità spirituale ed avvicinandosi alla perfezione del Padre celeste;

f) raggiunge con le sue opere buone - assistito e confortato dalla grazia - il premio del Paradiso.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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