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LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA nella Tradizione e Magistero

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2017 21:58
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04/07/2013 22:13
 
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XVIII. - DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

Non c'è, quasi, cittadino, uomo o donna, che non si interessi oggi - ma discutendo le notizie lette sul giornale o ascol­tate alla radio - dei problemi della sua nazione e del mondo. Molto bene. Il male comincia però quando - ed è costume, pur­troppo, - assai diffuso - il cittadino si contenta di fare, intorno ai problemi sociali, le sue « chiacchiere », senza intervenire, poi, in alcun modo, a collaborare al bene della società. Spesso non conosce nemmeno i suoi diritti o, comunque, trascura di esercitarli, magari perché gli costano qualche scomodità; non si parli, poi, di doveri. È evideatte quanto questo modo d'agire sia irragione­vole, ingiustificabile, dannoso.

Diritti e doveri.

È diffusa oggi la convinzione, in molti, d'avere solo dei diritti - rispetto agli altri e rispetto allo Stato - e non dei doveri. Un tal modo di pensare e d'agire è evidentemente irragionevole e rovinoso, frutto d'egoismo e di prepotenza, nonché di cortezza di vedute: perché la riflessione dimostra (e la storia l'ha sempre provato) che, a lungo andare, il rivendicare solo i diritti, senza riconoscere e praticare i doveri, conduce gli uomini e i popoli alla rovina.

Il cittadino, perciò - come l'uomo - deve, insieme, cono­scere diritti e doveri, e rivendicare i primi, mentre adempie i secondi.

 

I diritti.

I diritti d'un cittadino sono anzitutto quelli che gli vengo­no, perché uomo, dal diritto naturale; essi sono fondamentali, irrinunziabili, inviolabili, base di tutti gli altri diritti, e devono, esplicitamente o implicitamente, essergli riconosciuti dallo Stato. Ciò premesso, ecco i fondamentali diritti del cittadino.

a) Diritti civili. Essi affermano, chiariscono, sviluppano, quelli naturali. Fra i principali diritti civili vanno ricordati i seguenti: libertà di coscienza, di culto, di manifestazione del pensiero, di scelta dello stato e della professione, di movimento; diritto di proprietà, di scelta del domicilio, di segreto epistolare; diritto alla difesa attiva, nei termini consentiti dalla legge, di sé e dei propri diritti.

Come i diritti umani sono limitati, perché sottoposti alla leg­ge morale, così i diritti civili, riconosciuti dallo Stato, sono limi­tati dal dovere di rispettare e promuovere il bene comune, non­ohé dall'esistenza dei correlativi diritti degli altri cittadini.

b) Diritti politici. Sono i diritti che conferiscono al cittadi­no la facoltà di prendere parte all'amministrazione del proprio Paese, e, conseguentemente, alla vita pubblica, da quella del co­mune a quella della nazione e a quella internazionale.

Il principale diritto politico è il voto, attivo (eleggere) e pas­sivo (essere eletto), libero e segreto. Si aggiungano quelli di poter fondare partiti politici, iscriversi e militare in essi, nonché di svolgere attività critica ed anche opposizione al governo, nei li­miti e nei modi consentiti dal diritto naturale e dalla legge.

c) Diritti di difesa. Sono i diritti - provenienti dalla legge naturale come dalla legge dello Stato - che danno al cittadino la facoltà di resistere al male, passivamente o attivamente, di ricorrere a determinate autorità contro ogni forma d'ingiustizia, di applicarsi per una migliore organizzazione della società.

Va qui ricordato che le leggi si presumono sufficientemente giuste ed il cittadino è tenuto ad osservarle; in caso, però, di legge evidentemente ingiusta, il cittadino non ha tale obbligo, anzi, in determinati casi, ha il dovere di non ubbidire.

 

I doveri.

Ai diritti corrispondono, come s'è osservato, i doveri. Ecco quelli fondamentali, che comprendono tutti gli altri.

a) Obbedire alle giuste leggi della comunità sociale. Ciò per le ragioni e nei limiti già detti.

b) Partecipare alla vita della comunità politica. La realizza­zione del bene comune deve essere raggiunta con la coopera­zione, in qualche modo, di tutti. Ciò, a più forte ragione, in uno Stato democratico. La principale forma di partecipazione alla vita politica è l'esercizio del diritto di voto (elezioni sindacali, amministrative, politiche). Ciò è sempre un dovere; esso è grave e può essere gravissimo in circostanze particolarmente impe­gnative - come sono, certo, le attuali condizioni in cui si svolge la vita politica italiana -.

A tale proposito occorre

1) impedire che si facciano brogli nelle compilazioni del­le liste elettorali nonché nelle operazioni di voto e di scrutinio;

2) zelare l'iscrizione propria e. dei familiari aventi diritto al voto; prestarsi a fungere da membri dei seggi;

3) cooperare - nei giorni di elezione - affinché nessuna violenza, fisica o morale, tolga la libertà e la segretezza del voto;

4) recarsi a votare ed invitare gli altri ad adempiere a così alto dovere civico;

5) votare secondo coscienza, e cioè dare il voto a liste e ad uomini che diano sicuro affidamento di voler realizzare il vero bene, materiale e spirituale, della comunità (categoria professio­nale, comune, nazione), nella luce dei princìpi sociali cristiani.

c) Corrispondere i tributi, data la necessità, per lo Stato, di imporli (cfr. cap. XIII).

La possibilità che le imposte siano mal distribuite o esage­rate non annulla la realtà fondamentale ch'esse sono necessarie è che, perciò, devono essere pagate; se poi fondati motivi convin­cono, in particolari casi, di una loro ingiustizia, la coscienza e il consiglio dei pastori di anime - maestri qualificati della vita morale -. dirà come regolarsi.

 
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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