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Gesù nella Santa Messa dalla predicazione di San Vincenzo Ferreris

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2013 10:10
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15/07/2013 09:44
 
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4. – La quarta opera fatta da Gesù fu il guidare col segno d’una stella dagli estremi confini del mondo orientale i santi Re Magi che L’adorarono coricato poveramente nel presepio tra gli animali: Aprirono poi i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt. 2,11).
E questo il sacerdote lo ripresenta quando dopo fatta la confessione, inchina il capo profondamente [nel testo: fino alle ginocchia], e così con la testa inchinata adora e dice questa preghiera: “Togli da noi, o Signore, le nostre iniquità, affinché possiamo entrare con mente pura nel Santo dei Santi …”.
Allora come i santi Re Magi offrirono tre doni – oro, incenso e mirra – così il sacerdote quando è inchinato offre l’incenso della devota orazione dicendo: “Togli da noi”, ecc. e offre oro quando s’abbraccia all’altare con una grande e riverente adorazione, offre mirra amara al segnarsi con la santa croce ricordando la dolorosa e crudele Passione di nostro Signore Gesù Cristo, come dicendo col profeta Geremia nelle Lamentazioni, secondo il terzo lamento (Lm. 3, 20-21): Ben se ne ricorda e si accascia dentro di me la mia anima. Questo intendo richiamare alla mia mente, e per questo voglio riprendere speranza. E questa memoria dolorosa è ripresentata nell’amarezza della mirra.

5. – La quinta opera realizzata dal nostro Salvatore Gesù Cristo in questo mondo fu quando volle presentarsi nel Tempio e la Beata Vergine e Madre sua lo portò allo stesso Tempio e l’offrì al sacerdote, stando lì presenti anche Simeone e quella santa profetessa Anna che lodavano Dio.
Questo il sacerdote lo ripresenta quando passa all’angolo dell’altare e preso il libro dice l’Introito della Messa; il diacono e il suddiacono che gli sono accanto ripresentano Simeone e Anna. Gli accoliti e tutti gli altri che ascoltano l’ufficio, ma che non devono salire all’altare, ripresentano quando la Vergine Maria e Giuseppe e altri amici stavano di lontano ascoltando umilmente [da altri manoscritti: la Vergine Maria era degna di avvicinarsi all’altare] dov’era il santissimo Bambino, però non volle farlo per darci esempio di come non dobbiamo avvicinarci all’altare [da altri manoscritti: quando non c’è necessità; nel caso contrario sempre ne avremo responsabilità]. E quando San Simeone ricevette tra le sue braccia il prezioso e glorioso Figlio della Vergine, intonò quel canto (Lc. 2, 29-32): Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, che ha quattro strofe che si cantano [nel manoscritto: capella] e perciò il sacerdote ripresentando questo compie quattro azioni. Dapprima: l’Introito della Messa; poi: i Kyrie eléison [nel manoscritto: los kirios]; poi ancora: il Gloria in excelsis e infine: l’orazione.

6. – La sesta opera compiuta dal Salvatore e Signore Nostro Gesù Cristo in questo mondo fu la fuga dalla Terra Promessa verso la terra d’Egitto, scappando dal pazzo furore di Erode, ed ivi per sette anni visse in esilio e nascosto con la sua divina Madre e Giuseppe. Ciò è ripresentato nella Messa quando il suddiacono con un accolito si appresta a pronunciare (proclamare) l’Epistola mentre il sacerdote e il diacono restano seduti separati dall’altare, e così stando seduto alla sede compie sette opere che ripresentano quei sette anni che Gesù Cristo con Maria e Giuseppe passò in esilio. Prima: si legge l’Epistola; seconda: si dice o legge il Responsorio; terza: si legge l’Alleluia; quarta: si legge il verso e la prosa della Messa solenne; quinta: si prepara un servizio per sé medesimo, l’acqua e il vino; sesta: benedice l’incenso; settima: dà la benedizione al diacono.
Queste sette cose le compie restando nel medesimo posto per dimostrare che il Salvatore dimorò sette anni in Egitto.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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