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I Santi di Pio X e nei suoi Decreti

Ultimo Aggiornamento: 09/04/2016 23:34
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PUBBLICAZIONE DEI DECRETI SULLE VIRTÙ EROICHE DI:

Giovanna d'Arco
Giovanni Eudes
Francesco de Capillas
Giovanni Teofano Vénard e Compagni

PAROLE DEL SANTO PADRE PIO X

Domenica, 13 dicembre 1908


 

Sono grato, venerabile Fratello*, al vostro cuor generoso, che vorrebbe che io lavorassi nel campo del Signore, sempre al lume del sole, senza nubi e senza burrasche. Però e voi ed io dobbiamo adorare le disposizioni della divina provvidenza, che, avendo stabilito quaggiù la Chiesa, permette che incontri nel suo cammino ostacoli d'ogni genere e resistenze formidabili.

E la ragione è evidente, perchè la Chiesa è militante e quindi in una continua lotta: lotta che fa del mondo un vivo campo di battaglia e del cristiano un prode soldato, che combatte sotto il vessillo del Crocefisso; lotta che, inaugurata con la vita del nostro Redentore santissimo, non si compirà che alla fine dei tempi: per cui tutti i giorni, come i prodi della tribù di Giuda al ritorno dalla schiavitù, noi dobbiamo con una mano respingere il nemico e con l'altra innalzare le mura del tempio santo, vale a dire, lavorare per la nostra santificazione.

E in questa verità ci conferma la vita stessa degli eroi, per i quali furono testè pubblicati i decreti: eroi che arrivarono alla gloria non solo fra nere nubi e passeggere burrasche, ma fra continui contrasti e fra duri cimenti, fino a dare per la fede il sangue e la vita.

Non posso negare però di essere ben lieto, che con la glorificazione di tanti Santi Iddio manifesti le sue misericordie in tempi di tanta incredulità e indifferenza religiosa; che in tanta fiacchezza di caratteri si presentino ad imitazione anime generose che, in conferma della loro fede, hanno dato la vita; e che questi esempi per la massima parte vengano, venerabile Fratello, dal vostro paese, dove i reggitori della pubblica cosa hanno spiegato apertamente il vessillo della ribellione ed hanno voluto rompere ad ogni costo ogni legame con la Chiesa.

Sono lieto perchè in una età in cui molti hanno vergogna di dirsi cattolici, molti altri prendono a catafascio Dio, fede, rivelazione, culto e ministri, di tutto discorrono con beffarda empietà, tutto negano e volgono a derisione ed a scherno, non rispettando nemmeno il santuario della coscienza; è impossibile che di fronte a queste manifestazioni del soprannaturale, per quanto cerchino di chiudere gli occhi in faccia al sole che li illumina, un raggio divino non li penetri, e, non fosse altro, per la via del rimorso li riconduca alla fede.

Sono lieto, perchè la virtù di questi eroi deve rianimare i fiacchi ed i paurosi nella pratica della dottrina e credenza cristiana e renderli forti nella fede. Il coraggio infatti non ha la sua ragione di essere se non in quanto ha per fondamento una convinzione. La volontà è una potenza cieca, quando non è illuminata dalla intelligenza; né si può camminare con piè sicuro fra le tenebre. Ma se la generazione attuale ha tutte le incertezze e i dubbi dell'uomo che va a tentoni, è segno evidente che non si fa più tesoro della parola di Dio, che è lucerna che guida i nostri passi, e luce che illumina i nostri sentieri, lucerna pedibus meis verbum tuum et lumen semitis meis.

Verrà il coraggio quando sarà viva nel cuore la fede, quando si praticheranno tutti i precetti che dalla fede vengono imposti, perchè è impossibile la fede senza le opere, come è impossibile immaginare un sole che non dia luce e calore. E di questa verità sono testimoni i martiri che abbiamo commemorati, perchè non è da credere che il martirio sia un atto di semplice entusiasmo, in cui si sottomette il capo alla scure per andare diritti in Paradiso, ma suppone il lungo e penoso esercizio di tutte le virtù, omnimoda et immaculata munditia.

E per parlare di colei che più di tutti è da voi conosciuta, la Pulcella d'Orléans, dessa come nell'umile paese natio, così fra le licenze delle armi, si conserva pura come un angelo, fiera come un leone in tutti i cimenti della battaglia, e pietosa verso i miseri e gli infelici. Semplice come una bambina, nella quiete dei campi e nel tumulto della guerra, essa è sempre raccolta in Dio, ed è tutta amore per la Vergine e per la santissima Eucaristia come un Cherubino: l'avete detto bene, venerabile Fratello.
Chiamata dal Signore a difendere la sua patria, risponde alla vocazione per una impresa, che tutti, ed ella stessa, credevano impossibile; ma ciò che è impossibile per gli uomini, è sempre possibile con l'aiuto di Dio. Non si esagerino pertanto le difficoltà per praticare quanto la fede ci impone per compiere i nostri doveri, per esercitare il fruttuoso apostolato dell'esempio, che il Signore aspetta da ciascuno di noi: unicuique mandavit de proximo suo.
Le difficoltà vengono da chi le crea e le esagera, da chi confida in se stesso senza gli aiuti del cielo, da chi cede vilmente pauroso per le beffe e le derisioni del mondo; per cui bisogna conchiudere, che ai nostri dì più che mai la forza principale dei tristi è la viltà e la debolezza dei buoni, e tutto il nerbo del regno di satana sta nella fiacchezza dei cristiani. — Oh! se mi fosse permesso, come lo faceva in ispirito il profeta Zaccaria, di dimandare al Redentore divino: che sono elleno queste piaghe nel mezzo delle tue mani: quid sunt plagae istae in medio manuum tuarum? la risposta non sarebbe punto dubbiosa: queste mi sono state fatte nella casa di coloro che mi amavano: his plagatus sum in medio eorum qui diligebant me; dai miei amici, che han fatto niente per difendermi e che in ogni incontro si sono fatti complici dei miei avversari.

E a questo rimprovero, dato ai cristiani infingardi e paurosi di tutti i paesi, non si possono esimere molti cristiani della Francia, la quale, se dal venerato mio Predecessore, come voi, venerabile Fratello, avete ricordato, fu chiamata la nobilissima nazione missionaria, generosa, cavalleresca, io aggiungerò a sua gloria quanto scriveva al re S. Luigi il Papa Gregorio IX: « Iddio, al quale obbediscono le legioni celesti, avendo stabilito quaggiù dei regni differenti secondo le diversità delle lingue e dei climi, ha conferito a molti governi delle missioni speciali per il compi« mento dei suoi disegni. E come altra volta preferì a quelle degli altri figli di Giacobbe la tribù di Giuda e la donò di speciali benedizioni, così elesse la Francia a preferenza di tutte le altre nazioni della terra per la protezione della fede cattolica e per la difesa della libertà religiosa. Per questo « la Francia è il regno di Dio stesso, i nemici della Francia sono i nemici di Cristo. Per questo Dio ama la Francia, perchè ama la Chiesa, che traversa « i secoli e recluta le legioni per l'eternità. Dio ama la Francia, che nessuno sforzo ha potuto mai distaccare interamente dalla causa di Dio. Dio ama la Francia, dove in nessun tempo la fede ha perduto del suo vigore; dove i re e i soldati non hanno mai esitato ad affrontare i pericoli e a dare il loro sangue per la conservazione della fede e della libertà religiosa ».

Fin qui il nono Gregorio. Quindi, Voi, venerabile Fratello, nel vostro ritorno direte ai vostri connazionali che, se amano la Francia, devono amare Iddio, amare la fede, amare la Chiesa che, come dei padri vostri, è madre di tutti loro tenerissima. Direte che facciano tesoro dei testamenti di S. Remigio, di Carlomagno e di S. Luigi, che si compendiano nelle parole tante volte ripetute dalla loro eroina di Orléans: Vive le Christ qui est roi des Francs.
A questo titolo soltanto la Francia è grande fra le nazioni, a questo patto Iddio la proteggerà facendola libera e gloriosa, a questa condizione le si potrà applicare quanto nei libri santi è detto d'Israello, « che non si è « trovato alcuno, che insultasse a questo popolo se non quando si è allora « tanato da Dio », et non fuit qui insuttaset, populo ipsi visi quando reeessit a cultu Domini Dei sui. Non è dunque un sogno il vostro, venerabile Fratello, ma una realtà, né in me vi è solo la speranza, ma la certezza del pieno trionfo. Moriva il Papa, martire in Valenza, quando la Francia, misconosciuta e annientata l'autorità, proscritta la religione, abbattuti i templi e gli altari, esiliati, perseguitati e decimati i sacerdoti, era caduta nella più detestabile abbominazione.
Non passarono due anni dalla morte, di chi doveva essere l'ultimo Papa, e la Francia, rea di tanti delitti, intrisa ancor del sangue di tanti innocenti, volge pietosa gli occhi verso di chi, eletto prodigiosamente Papa, lontano da Roma, a Roma s'introna, e la Francia implora col perdono l'esercizio di quel divino potere che nel Papa aveva tante volte contestato; e la Francia è salva. È possibile a Dio ciò che pare impossibile agli uomini. E in questa certezza mi conferma la protezione dei martiri che diedero il sangue per la fede e l'intercessione di Giovanna d'Arco, che, come vive nel cuore dei Francesi, così del continuo ripete in cielo la preghiera: gran Dio, salvate la Francia!


* Mons. Touchet, Vescovo di Orléans.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Il Crocifisso del Perdono



Il Crocifisso del Perdono NON È un nuovo sacramentale e NON NASCE DA UNA RIVELAZIONE PRIVATA, si tratta, piuttosto, di un Sacramentale Cattolico approvato dal Sommo Pontefice SAN PIO X e inspiegabilmente scomparso nel nulla.

La storia del Crocifisso del Perdono

Questo Crocifisso venne presentato al Congresso Mariano di Roma nel 1904, con il supporto di S.E. Cardinal Coullié, Arcivescovo di Lione.

Fu grazie al discorso fattogli da Fr. Léman che il Crocifisso ottene l'approvazione generale. Il progetto di costituire un'unione attorno a questo Crocifisso venne presentata a Sua Santità dall'Eminentissimo Card. Vivès, presidente del Congresso.

L'iscrizione, storica e sacra, della regalità di Cristo appare in un'incisione posta al di sopra del capo di Cristo stesso, all'interno di questo oggetto.

E' un'irrefutabile testimonianza contro i dinieghi e l'audacia delle empietà. Nella Basilica della Santa Croce di Gerusalemme a Roma, è conservata la vera iscrizione posta sulla Croce e recuperata da S. Elena sul Golgotha.

Nonostante i vituperi del tempo, ed il fatto che la Reliquia probabilmente non sia completa, due parole, due soltanto, continuano a risplendere, rispettate persino dal tempo: “Nazarenus Re”, “Il Re Nazareno”. E' una profezia incisa nel legno: tutte le regalità scompaiono, eccetto quella del Nazareno.

Sul rovescio della croce, al centro, l'immagine del S. Cuore risplende, circondata da due iscrizioni che richiamano la tenera misericordia del Salvatore; una è una preghiera di perdono, esclamata durante l'agonia del Calvario: “Padre, perdona loro”; l'altra, è invece una preghiera d'amore, esclamata contro l'ingratitudine, nel santuario di Paray-le-Monial: “Guarda questo cuore, che tanto ha amato gli uomini”.

Al di sotto, la figura di Nostra Signora Addolorata sormontata da una stella, occupa i piedi della croce. Essa si erge là per dire ad ogni anima afflitta: “Non dimenticare i dolori di tua Madre”. Dice “Io sono colei che conforta”. La disperazione mormora al nostro cuore che è ormai troppo tardi; Ella risponde “fra il tardi ed il troppo tardi v'è un abisso. Osserva il Sangue del Mio Gesù, osserva la Mia materna devozione nei tuoi confronti.”.

Decreto Pontificio del Giugno 1905, al M.M. L'Abate Lemann:

Prefettura della Sacra Congregazione delle Indulgenze

“Ai fedeli, che divotamente baciano questo Crocifisso e ne ottengono le preziose indulgenze, raccomandiamo di tenere a mente le seguenti intenzioni: Testimoniare l'amore per Nostro Signore e per la Beata vergine; gratitudine nei confronti del Santo Padre, il Papa, per pregare per la remissione dei propri peccati; la liberazione delle Anime del Purgatorio; il ritorno delle Nazioni alla Fede; il perdono tra i Cristiani; la riconciliazione tra i membri della Chiesa Cattolica.”
*
In un altro decreto, datato 14 Novembre 1905, Sua Santità Papa S. Pio X, ha dichiarato che le indulgenze legate al Crocifisso del Perdono possono essere applicate alle Anime Purganti. Se, immediatamente dopo la S. Messa, il Rosario è lo strumento più potente per alleviare le sofferenze delle Anime del Purgatorio, questo Crocifisso rappresenta una efficacissima aggiunta da spendere in loro favore.

In conclusione il Crocifisso del Perdono è una spina nel fianco di Satana, ivi piantata dal Santo Padre S. Pio X.

Non è ben chiara la ragione per la quale così pochi Cattolici abbiano mai sentito parlare di questo prezioso Sacramentale, ciò che sappiamo certamente è che chiaramente Satana lo odia.

Perché?

Perchè il Crocifisso del Perdono è potente quanto la Medaglia Miracolosa e la Medaglia di S. Benedetto. Vedete, Papa S. Pio X ha utilizzato le chiavi del Cielo allo scopo di legare a questo oggetto ricche indulgenze e, com'è ovvio, Satana odia i sacramentali. In particolar modo quelli potenti. Cosa fa, quindi, quando odia un sacramentale così potentemente imbevuto di Grazie Divine?

Semplicemente fa sì che rimanga nascosto. Ed il Crocifisso del Perdono venne, in effetti, nascosto non molto tempo dopo la sua promulgazione, nel 1905. Stessa sorte toccò ad altre devozioni e reliquie nel corso della Storia.

Le Indulgenze

Chiunque porti sulla propria persona il Crocifisso del Perdono, può ottenere un'indulgenza.

Qualora si baci il Crocifisso con divozione, si ottiene un'indulgenza.

Chiunque reciti una di queste invocazioni inanzi a questo Crocifisso può ottenere un'indulgenza ogni volta: “Padre nostro, che sei nei Cieli, rimetti a noi i nostri debiti così come noi li rimettiamo ai nostri debitori.” “Supplico la Beata Vergine Maria di pregare il Signore nostro Dio per me.”

Coloro che, abitualmente devoti a questo Crocifisso, adempiano alle condizioni necessarie della Confessione e della Comunione Eucaristica, possono ottenere un'Indulgenza Plenaria nelle seguenti feste:

La Festa delle Cinque Piaghe di Cristo,

dell'Esaltazione della Santa Croce,
dell'Invenzione (ritrovamento) della Santa Croce,

dell'Immacolata Concezione,

e dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria.

Chiunque al momento della morte, fortificato dai Sacramenti della Chiesa, o con cuore contrito, nella supposizione dell'impossibilità di riceverli, bacerà questo Crocifisso e chiederà perdono a Dio dei propri peccati, e perdonerà il suo prossimo, guadagnerà un'Indulgenza Plenaria.

PER ACQUISTARLO CLICCATE QUI




Fraternamente CaterinaLD

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(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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