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LA FEDE E L'ERESIA piccolo catechismo fondamentale

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2013 10:14
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30/07/2013 10:00
 
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[SM=g1740733] Chiarificazioni

  

     La parola ‘Fede’ ha due sensi: la conoscenza sovrannaturale, che è il senso soggettivo del termine (fides qua creditur), e l’oggetto di questa conoscenza, che è il suo senso oggettivo (fides quae creditur).

    Altre chiarificazioni della nozione della Fede sono le tre distinzioni di sant’Agostino: credere Deo, credere in Deum, credere Deum. Il primo termine significa che si crede sull’autorità di Dio; il secondo significa che si crede tramite un atto di assenso in Dio; il terzo significa che Dio è l’oggetto della Fede.

    Si notano altrettanto le distinzioni scolastiche tra prima Veritas in dicendo che significa Dio come l’autorità della Fede in quanto Veritiero, e la prima Veritas in essendo che significa Dio come oggetto della Fede in quanto l’Essere Stesso.

 

   

    La struttura del libretto

   

    Il primo capitolo tratta della Fede nel suo senso oggettivo: l’oggetto della conoscenza sovrannaturale. Ciò è stato definito sopra come ‘sostanza’, come ‘verità divina’, come ‘Dio’, oppure come ‘prima Veritas in essendo.

    Il secondo capitolo tratta della Fede nel suo senso soggettivo: la conoscenza sovrannaturale. Questa conoscenza viene intesa come un tipo di luce che, come insegna il Concilio Vaticano I, è altra alla luce naturale.

    Il terzo capitolo tratta della credibilità della Fede che è l’autorità di Dio, la ‘prima Veritas in dicendo.

    Il quarto capitolo tratta del ruolo della volontà nel credere al quale la definizione di san Tommaso dell’atto della Fede accenna.  

    Il quinto capitolo tratta dell’immutabilità della Fede, nel senso oggettivo. Ciò deriva dal fatto che il suo oggetto, l’oggetto della conoscenza sovrannaturale, è sostanza, verità, Dio.

    Il sesto capitolo tratta dell’infallibilità dei dogmi della Fede, che deriva dal fatto che Dio Stesso li ha rivelati, Che è il Veritiero Stesso.

 

    Nella seconda sezione del libretto trattiamo dell’Eresia: prima la definiamo; poi ne diamo un esempio nelle dottrine di Martin Lutero. Dopo consideriamo il Modernismo che è una posizione dottrinale moderna che comprende in se tutte le eresie; poi ne diamo un esempio nell’Ecumenismo.

 

    Nella terza sezione valutiamo brevemente la Fede e l’Eresia: il bene del primo e il male del secondo. Nel primo caso esponiamo la definizione di san Paolo; nel secondo presentiamo il commentario dei Padri della Chiesa su un passo dell’Apocalisse a riguardo.

 

 

                     

                                                            1. L’Oggetto della Fede

 

 

   Ora l'oggetto della Fede è la Verità sovrannaturale conosciuta mediante la Grazia. Cosa significa ‘Verità’ in questa frase? Nei termini più generali, la verità è la corrispondenza tra un’idea e una cosa: in altre parole tra un’idea e la realtà. La Verità che è l'oggetto della Fede è la Verità, la Realtà, fin quanto è conoscibile: la Verità ontologica. Questo senso di verità viene espresso nella frase:‘Io cerco la Verità’. Qua ‘la Verità’ significa la realtà delle cose fin quanto è conoscibile.

 

   L'oggetto della Fede è la Verità fin quanto è conoscibile: la Realtà fin quanto è conoscibile. La Chiesa insegna che questa verità, questa realtà, è nient'altro che Dio stesso, Che è la Verità, la Realtà, e l'Essere, nel senso supremo e assoluto dei termini.

   Dire che Dio è la Verità, o la Realtà, fin quanto è conoscibile, implica che la conoscenza di Dio dipende dal soggetto che Lo conosce: L'uomo, essendo finito ed imperfetto, può conoscere Dio solo in modo finito ed imperfetto, ossia con la Fede; mentre Dio può conoscere Se Stesso in modo infinito e perfetto, perchè in Dio c'è una corrispondenza e unità perfette tra Soggetto che conosce, e Oggetto che è conosciuto.

 

   Abbiamo detto che l'oggetto della Fede viene conosciuto mediante la Grazia; nel prossimo capitolo vedremo che la grazia è una luce sovrannaturale che ci fa conoscere Dio come è di per Se Stesso. Ora la Chiesa distingue tra la Fede, che è una luce sovrannaturale che ci fa conoscere Dio come è di per Se Stesso; e la ragione, che è una luce naturale che ci fa conoscere Dio come la causa e la fine di tutta la creazione.

 

     Se chiediamo cosa bisogna credere per conoscere Dio come è di per Se Stesso, la Chiesa risponde con san Paolo che bisogna ‘credere che Egli esiste e che Egli ricompensa coloro che Lo cercano’ (Ebr.11.6). San Tommaso d'Aquino, sant'Alfonso, e altri teologi, insieme alla prassi universale della Santa Chiesa Cattolica, ci insegnano che bisogna credere inoltre il mistero della Santissima Trinità e in Cristo Redentore, come accenna san Giovanni nel suo vangelo: ‘Questa è la vita eterna, che conoscano Te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo’.

 

   Per conoscere Dio come è di per Se Stesso, per avere la Fede, bisogna credere queste dottrine dunque: più in dettaglio, bisogna credere queste dottrine esplicitamente e tutti gli altri dogmi della Fede implicitamente.

 

   Nell'ultima analisi dobbiamo credere pienamente in Gesù Cristo, perchè se crediamo pienamente in Gesù Cristo, crediamo tutti i dogmi della Fede: crediamo nel Dio-Uomo: la Seconda Persona della Santissima Trinità fatta carne: per redimerci, per giudicarci, e per rimunerarci nella prossima vita. Se crediamo in Gesù Cristo, crediamo la Verità che è Dio fin quanto è conoscibile: come san Giovanni scrive nel prologo del suo vangelo: ‘Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato’.

 

    In sintesi, Nostro Signore Gesù Cristo è l'oggetto della Fede: Lui stesso, Che ha detto:‘Io sono la Verità’, è la Verità che è l'oggetto della nostra Fede, la verità più sublime di tutte le verità naturali: Jesu… veritas sublimior, come cantiamo alle lodi nella festa dei confessori.

   

    Le sedicenti ‘altre’ fedi o religioni, presentano altre visioni della realtà incompatibili con la visione cattolica. Poiché la visione cattolica è vera, come vedremo in seguito, le altre sono false. Se sono false, che lo sono, non vengono da Dio ma dall'uomo e/o dal demonio:‘Omnes dii gentium Daemonia: tutti gli dei delle genti sono demòni’ (Salmo 95.5). San Paolo dice nella Seconda epistola ai Corinzi (6.16): ‘Quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele ed un infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?’

 

    Le altre religioni sono false, e dunque da rigettare, mentre i loro aderenti sono da convertire e da istruire, affinchè possano assumere il dolce giogo di Cristo: Lui è solo da accogliere, solo da abbracciare, solo da servire, solo da seguire, da adorare, e da testimoniare fino alla morte, perchè Lui è l'unica manifestazione della Verità suprema ed assoluta di tutte le cose, fin quanto è conoscibile all'uomo: perchè Lui è la Verità, e non solo la Verità ma anche la Via e la Vita, e chi conosce Lui, conosce la Via e avrà la Vita: la vita di Grazia in questo mondo, e la vita di Gloria nel Cielo. Amen.

 

 

                                                           2.  La luce della Fede

 

   Il fine ultimo dell'uomo è di unirsi a Dio nel Cielo nella visione beatifica, alla gloria di Dio e alla beatitudine eterna dell'uomo. Ma come è possibile, può chiedere qualcuno, che l'uomo, un essere naturale che appartiene al creato, può unirsi a Dio, un Essere sovrannaturale, che trascende assolutamente il creato?          

    L'uomo è naturale, Dio è sovrannaturale; senza un aiuto speciale di Dio, dunque, l'uomo non potrebbe mai unirsi a Lui. Tentare di unirsi a Dio con le proprie forze puramente naturali, sarebbe come tentare di costruire una torre di Babele, con l'idea di salire su di essa per incontrarLo al di là delle nuvole. Comunque, se le nostre forze naturali non possono condurci al nostro fine ultimo, possono già prepararci, perchè per mezzo delle forze naturali dell'uomo, più precisamente della sua intelligenza e della sua volontà, le due facoltà principali dell'anima, l'uomo può in maniera naturale conoscere ed amare Dio.

    Per mezzo della sua intelligenza, cioè tramite la luce della ragione, può conoscere Dio: può dimostrare di fatti con certezza, secondo la parola infallibile di san Pio X nel Giuramento Antimodernista, che Dio esiste, che Dio è l'inizio e il fine di tutte le cose: l'inizio nel senso che è il Creatore; il fine nel senso che è il Giudice e il fine ultimo dell'uomo: l'inizio e il fine, Alfa ed Omega. E’ poichè l'uomo può conoscere Dio come tale, può anche amarLo come tale, cioè come Creatore e fine ultimo, e come Colui in Cui esiste tutto ciò che è di vero, di buono, e di bello.

    Ma per conoscere Dio come è di per Se Stesso, per amare Dio come è di per Se Stesso nella Sua intima natura: per elevare l'intelligenza umana e la volontà umana ad un livello sovrannaturale, bisogna avere un aiuto speciale di Dio, cioè la Grazia.

    La Grazia è sovrannaturale: è al di sopra della natura: un dono gratuito di Dio elargito sull’uomo nei sacramenti. Viene data inizialmente nel Battesimo, e se è persa, viene restituita nella Confessione. E' una qualità dell'anima che permette all'intelligenza di conoscere Dio in modo sovrannaturale, cioè alla luce della Fede; che permette alla volontà di amare Dio ed il prossimo in Dio in modo sovrannaturale, cioè con la Carità.

    Vediamo che ci sono due ordini di conoscenza, due luci: la luce della ragione e la luce della Fede: la luce della ragione che è una luce naturale, e la luce della Fede che è una luce sovrannaturale.

    Vediamo anche che ci sono due oggetti di conoscenza: l'oggetto della ragione che consiste nelle conclusioni alle quali ci può condurre il ragionamento; e l'oggetto della Fede che consiste nei misteri in Dio nascosti, nelle parole del Concilio Vaticano I: ‘che non possono essere noti se non divinamente rivelati’.

    La ragione e la Fede sono compatibili. Il Concilio Vaticano I, nella Costituizione Dei Filius, dichiara: ‘Benchè la Fede sia sopra la ragione, non è in nessun senso contrario ad essa, e non può darsi mai qualsiasi reale disaccordo tra la Fede e la ragione, poiché il Dio che rivela i misteri della Fede e la infonde in noi è lo stesso che ha infuso il lume della ragione nell’animo umano; Dio non può quindi negare Se stesso, né la verità contraddire la verità’.

    Dunque, la ragione e la Fede sono due tipi di luce: il primo naturale, il secondo sovrannaturale. Esse ci prestano aiuto per attraversare, per così dire, la notte oscura di questo mondo. Non sono incompatibili: sono solo diverse. I loro oggetti sono anche diversi: sono due tipi di verità: il primo naturale, il secondo sovrannaturale. Anche loro non sono incompatibili, ma solo diverse, perchè questi due tipi di verità appartengono alla stessa realtà, all'una, unica realtà costituendone due dimensioni.

    Diamo l'esempio di un cammino attraverso un bosco durante la notte: la luna ci mostra il bosco e la torcia ci mostra il cammino dentro al bosco: si tratta di due luci compatibili ma diverse, che ci mostrano entrambe un’unica realtà.

    La Fede non è un insieme di credenze come nelle altre religioni; non è un'esperienza o  sentimento che viene da dentro dell'uomo come pretendono i Modernisti; ma è una Luce, una conoscenza data da Dio.

    Cosa ci mostra questa luce? il suo oggetto non è una fabbricazione dell'uomo o del demonio, come nell'Induismo per esempio; non è una fabbricazione mescolata con la Verità, come l'Islam per esempio; non è una verità parziale come il giudaismo, ma, come abbiamo esposto nel primo capitolo, è la Verità tutta intera che, nell'analisi finale, è Dio Stesso.

 

    La luce della Fede ci rivela il suo oggetto in modo oscuro in questo mondo. Nell'altro mondo questa luce di Fede si trasformerà nella luce della gloria che ci rivelerà il suo oggetto chiaramente (dentro dei limiti del soggetto finito che siamo): ‘adesso vediamo come nello specchio e ora faccia a faccia’(1. Cor.13,12). Questo oggetto è ‘Dio come è’ sicuti est: la visione per la quale siamo stati creati, per la quale siamo stati dotati dell'anima, della conoscenza, e della Fede.

     Proviamo a santificarci, dunque, nella notte oscura di questa vita terrena, per l'intercessione della Santissima Vergine Maria, Sedes Sapientiae e Mater Boni Consilii, per godere pienamente e perfettamente della luce Divina in cielo, alla Gloria del Santissimo Nome di Dio. Amen.

 

 




[SM=g1740771]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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