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LA FEDE E L'ERESIA piccolo catechismo fondamentale

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2013 10:14
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30/07/2013 10:09
 
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Il Modernismo

 

    Nel suo libro Athanasius, monsignor Rudolf Graber, vescovo di Ratisbonna, spiega come il Demonio nel corso dei secoli attacca la santa Chiesa cattolica, in modo sempre più raffinato, insidioso, ed intimo. Cominciava attaccando i fedeli con le persecuzioni, ma vedendo che esse conducevano piuttosto alla crescita della Fede, adottò un altro metodo: quello di attaccare la Fede stessa.

     Con le eresie di Martin Lutero è riuscito a staccare un gran numero di fedeli dalla Chiesa cattolica; con le eresie e le dottrine eretizzanti e non-cattoliche che circolono allora riesce persino, attualmente, a contaminare la Fede di un gran numero di persone dentro la Chiesa stessa.

     Questo grave pericolo alla Chiesa è stato esposto, profondamente analizzato, e condannato sotto il nome di ‘Modernismo’ dal Papa san Pio X nel sillabo Lamentabili Sane e nell’enciclica Pascendi Dominici Gregis, tutti e due dall’anno 1907. A quell’epoca le dottrine false si insinuavano nell’insegnamento non-ufficiale di vari membra della Chiesa. Oggi, invece, le stesse dottrine si sono insinuati nello stesso Magistero (come vedremo in seguito) e nella liturgia della Chiesa, cioè nel Novus Ordo Missae.[1] Jacques Maritain nel suo libro Le Paysan de la Garonne (1966) constata: ‘Il Modernismo all’epoca di san Pio X era in confronto alla febbre moderna neomodernista solo un’ innocua febbre da fieno’.

 

     Cos’è il Modernismo? San Pio X lo descrive nella sua enciclica Pascendi come ‘l'insieme di tutte le eresie’. Abbiamo già citato la definizione dell’eresia data nel codice di Diritto Canonico (CIC.751):‘Vien detta eresia, l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per Fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa …’ Ora, colle parole ‘una qualche verità che si deve credere per Fede divina e cattolica’ viene definito il dogma cattolico. Dunque il Modernismo consiste nella negazione ostinata di tutti i dogmi.

    E’ chiaro, comunque, che il Modernismo comprende più che la sola negazione dei dogmi: comprende anche l’oscurazione dei dogmi, come vedremo più avanti. Ma non si limita neanche ai dogmi, bensì si estende a tutte le dottrine cattoliche tradizionali. San Pio X scrive nella stessa enciclica Pascendi che i Modernisti: ‘…fanno pompa di un certo disprezzo delle dottrine cattolice, dei Santi padri, dei sinodi ecumenici, del magistero ecclesiastico…’ Si può dire in sintesi che il Modernismo costituisce la negazione o oscurazione di tutte le dottrine cattoliche tradizionali, sia quelle che sono state definite come dogmi, sia quelle che non sono state ancora definite come tali[2], in altre parole ha come bersaglio la Fede intera[3].

    Si possono descrivere le dottrine moderniste come ‘ereticali’ quando negano un dogma; ‘eretizzanti’ quando oscurano un dogma; e semplicemente ‘non-cattoliche’ quando negano o oscurano una dottrina cattolica tradizionale.

   

      Innanzitutto presenteremo due caratteristiche particolari del Modernismo: 1. l’ ubiquità; 2. l'oscurantismo.

                                                        

                                                  I     Caratteristiche del Modernismo

   

        1. L’Ubiquità

    

     L’ubiquità concerne l’estensione dell’eresia.

     Nel passato la Chiesa sempre condannava le eresie, e coglieva questa occasione per formulare più profondamente e più chiaramente le sue dottrine. In conseguenza, il ramo marcio della Chiesa, quello eretico, fu tagliato dal tronco sano; e il tronco sano, nutrito da un nuovo influsso della luce di Verità, poteva ancor più gloriosamente fiorire.

     Da cinquant'anni invece, le eresie del Modernismo non sono più condannate, o se lo sono, lo sono di rado, in modo fievole, e senza sanzioni. In conseguenza, quasi tutto l'albero della Chiesa è ormai stato infestato da errori.

     Questa infestazione, come già accennato, prende il suo spunto dal Magistero stesso, dall'insegnamento della Chiesa: della gerarchia e del clero. Il detto insegnamento costituisce un uso illegittimo del munus docendi affidato alla Chiesa da Nostro Signore Gesù Cristo, illegittimo e dunque anche fuori competenza: extra vires.

     Osserviamo a questo punto che intendiamo il termine ‘Magistero’ come l'organo o lo strumento del munus docendi della Chiesa e ne distinguiamo due sensi: un senso positivo che si riferisce al suo esercizio legittimo; e un senso neutro, che utilizziamo in questo capitolo, che si riferisce al suo esercizio simpliciter, senza specificare se sia legittimo oppure illegittimo. Che il Magistero può essere esercitato in modo illegittimo, verrà dimostrato dagli esempi infra dati. E’ evidente, e solo da un idealogo può essere negato.

     

     Il Modernismo dentro la Chiesa è difficile da combattere per vari motivi:

     i) è difficile discernere in quanto ubiquito, onnipresente - Jacques Maritain parla dell’‘apostasia immanente’. Ciò significa che è divenuto parte della fabbrica propria della Chiesa, o, in un’altra immagine, è divenuto troppo grande persino da vedere;

     ii) è difficile comprendere, in quanto tipicamente oscuro, come esporremo nella sezione seguente;

    iii) è difficile valutare, perché per essere valutato richiede conoscenze teologiche che non sono più insegnate nei seminari, o nelle parocchie, o non esclusivamente insegnate;

    iv) è difficile accettare, perché richiede onestà intellettuale e coraggio per affrontare la devastazione dottrinale della Chiesa di oggi;

     v) è difficile criticare, soprattutto per un chierico, perché un tale sarà etichettato non solo come ‘duro’, ma anche ‘empio’ o persino ‘scismatico’ (o ‘cripto-scismatico’) verso la Chiesa, il Papa, e il Magistero (inteso solo nel primo senso del termine), e avrà da affrontare des mauvais quarts d’heure presso il suo Superiore o Vescovo, e forse anche la perdita del suo apostolato. Ovviamente più si consolida nel Magistero, ribadendo le nuove dottrine del Concilio Vaticano II in encicliche ed altri documenti successivi+, più sarà difficile criticare.

 



[1] vide il saggio Il Rito Romano: antico e nuovo.

[2] Queste dottrine si possono al massimo chiamare dogmi ‘virtuali’, dogmi ‘nella divina intenzione’, dogmi ‘di per se stessi’, dogmi ‘materiali’, in distinzione ai dogmi già definiti che sono dogmi ‘attuali’, ‘per noi’, e ‘formali’ (cf. LThK 1933 voce ‘Dogma’, Martin Grabmann).

[3] La Fede consiste delle verità sia definite sia non ancora definite. Il fedele presta ossequio a tutte e due, mentre il Modernista nega tutte e due. Nell’enciclica Tuas libenter del 1863 il Beato Pio IX richiama che l’ossequio da parte dei fedeli ‘non dovrebbe tuttavia limitarsi alle verità che furono espressamente definite dai Concili ecumenici, o da’ Romani Pontefici, o da questa Sede Apostolica; ma estendersi altresi a quell’altre, che come divinamente rivelate si propongono a credere dal magistero ordinario della Chiesa, diffusa per tutto l’universo, e che però da’ teologi si dicono, per universale e costante consenso, appartenere alla Fede’. Qualche riga dopo aggiunge: ‘…a’ sapienti cattolici non basta l’accettare e rispettare i predetti dogmi della Chiesa; ma egli è altresì mestieri che si assoggettino sia alla decisioni che appartengono alla dottrina e si pronunciano dalle Congregazioni Pontificie, sia a quell’altre parti della dottrina che per comune e costante consenso de’cattolici si ritengono come verità teologiche e conclusioni così certe, che le opinioni alle medesime contrarie, sebbene non si possano dire ereticali, meritano pertanto un’altra censura teologica’.

+ un esempio è quella sulle finalità del matrimonio di cui tratteremo infra.



[SM=g1740771]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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