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LA FEDE E L'ERESIA piccolo catechismo fondamentale

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2013 10:14
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30/07/2013 10:14
 
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                                                  IV  Le Origini dell’Ecumenismo

 

       Rivolgiamo uno sguardo adesso sulle origini dei due tipi d’Ecumenismo.

 

      Per sapere l’origine dell’Ecumenismo cattolico, bisogna guadare la natura di Dio Stesso. Dio è la somma di ogni perfezione, che ha creato tutte le cose per la Sua propria gloria. Esse Lo glorificano in quanto Lo imitano: in quanto riflettono in sè stesse qualchecosa delle Sue infinite perfezioni. Il modo particolare in cui l’essere razionale Lo imita è tramite la sua ragione: ossia tramite la sua ragione può conoscere ed amare Dio, e così facendo imitarLo, poiché Dio, come abbiamo già visto, conosce e ama Sè Stesso.      

       L’essere razionale può conoscere Dio come è di per Se Stesso solo tramite quella conoscenza che è la Fede. La Fede gli è dunque essenziale per imitare Dio nel modo che gli è proprio: per glorificarLo da essere razionale e per compiere così lo scopo della sua esistenza.

       La Fede gli è essenziale, dunque, ma lo è non solo in sè, ma anche per un motivo ulteriore, cioè per poter amare Dio come è di per Se Stesso, tramite quel genere di amore che raggiunga Dio come è di per Se Stesso, cioè la Carità. Abbiamo già spiegato in riguardo che bisogna conoscere una cosa prima di poter amarla.  

      Ecco dunque la ragione la più profonda perché occorre la Fede: ecco l’origine dell’Ecumenismo cattolico.

 

       Quanto all’Ecumenismo non-cattolico, la sua origine può essere espressa più brevemente. Nel suo libro luminoso Il Concilio Vaticano II: Una storia mai scritto, professor Roberto de Mattei scrive (I. 6 p.71): ‘ l’ecumenismo nacque fuori dalla Chiesa cattolica e precisamente nell’ambiente missionario protestante, dove la molteplicità delle confessioni creava forti problemi al proselitismo.’

                 

                                                  V  I Mezzi e fini dell’Ecumenismo

 

        L'Ecumenismo cattolico avviene tramite l'insegnamento. Il primo compito della Chiesa è di insegnare la Fede: la Chiesa è in possesso della Fede che è la Verità assoluta ed immutabile, e deve insegnarla agli altri per la loro salvezza. La ragione ne è che per essere salvati devono conoscere Dio con la Fede e amarLo con la Carità (di per Se Stesso e tramite il prossimo), per glorificarLo quaggiù e in cielo (come abbiamo appena accennato), e per salvare le loro anime.

        L'Ecumenismo falso si esercita tramite il così detto ‘dialogo’. Questo viene inteso come una specie di relazione reciproca con l'altro, dove l'uno è aperto all'altro e l'uno impara dall'altro vicendevolmente, in un processo senza fine alla ricerca di una verità elusiva o mutabile, considerata meno importante del dialogo stesso, o dell'amore che lo costituisce.

       Per valutare questo concetto di dialogo, bisogna spiegare che la santa Chiesa cattolica ha ricevuto la Verità da Dio Stesso che è la Verità tutta intera. Nostro Signore Gesù Cristo, di cui il Nome sia sempre adorato e benedetto, disse: ‘Io vi manderò lo Spirito della verità, che vi condurrà alla verità intera’. Questa verità è la Verità sovrannaturale, l’oggetto della Fede, la Verità assoluta e immutabile: più stabile della terra, delle stelle, della luna, e del sole, perchè ‘il cielo e la terra passeranno, ma - dice il Signore - le mie parole non passeranno’.

      Le parole del Signore, le verità della Fede, sono immutabili e non cambieranno: neanche un’ jota cambierà, e nessun uomo di Chiesa ha il potere di cambiare il minimo dettaglio della Fede.

      Ora, la santa Chiesa Cattolica ha ricevuto un mandato del Signore di predicare questa Fede, raccontato alla fine del vangelo di san Matteo con le parole: ‘Andate, dunque, e ammaestrate tutte le nazioni battezzandole, insegnando loro ad osServare tutto ciò che vi ho comandato’; alla fine del vangelo di san Marco, con le parole: ‘Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura, chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato’; alla fine del vangelo di san Luca, con le parole: ‘Il Cristo doveva patire e risorgere e nel Suo nome saranno predicate a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati’.

      Queste parole alla fine dei vangeli sono di fatti lo strumento per comunicare il contenuto dei vangeli alla intera umanità: quegli avvenimenti e le parole dei trentatrè anni di vita terrena dell'adorabilissimo Figlio di Dio e di Maria che hanno cambiato per sempre la faccia di questa terra, e hanno determinato definitivamente il destino eterno di ogni uomo, dall'inizio dei tempi fino alla loro fine.

       Questo mandato è il munus docendi, l’ufficio di insegnare di Nostro Signore Gesù Cristo Stesso. Questo Suo ufficio, assieme a quello di governare e quello di santificare, li ha tramandati alla Sua Chiesa una, santa, Cattolica, ed Apostolica, e ad ogni membro del Suo Clero.

      Insegnare la Fede è dunque un ufficio, un compito, un obbligo, della Chiesa e del suo clero: ‘guai a me se non predico il vangelo’ dice san Paolo. Insegnare la Fede significa che la Chiesa, che è in possesso della verità, la comunichi a qualcuno che non è ancora in possesso di questa verità, a qualcuno che ne è ignorante, affinchè questa persona venga in possesso di essa anche lui: affinche anche lui la conosca.

     Non è un processo interminabile di dialogo, di discussione, di interessamento da parte della Chiesa alle opinioni false di altri, per cercare insieme una specie di amalgama del vero e del falso, nell'interesse di una convivenza puramente terrena. E’ la comunicazione della Verità, dell'unica Verità: della Verità sovrannaturale e assoluta, la Verità che in fin dei conti è Nostro Signore Gesù Cristo Stesso che disse: ‘Io sono la Verità’, affinchè ogni uomo venga alla conoscenza di questa Verità, e ogni uomo venga salvato! Amen.

 

                                                           

 

                                                          III  VALUTAZIONE

 

 

    11. I Benefici della Fede

 

   Meditiamo adesso sui benefici della Fede coll’aiuto della definizione della Fede di san Paolo, interpretata da san Tommaso. Questa breve meditazione può servirci come una piccola sintesi dei alcuni tratti principali della Fede sopra evocati. Nella sua epistola agli Ebrei XI, 1 san Paolo scrive: ‘La Fede è sostanza delle cose che si sperano e convinzione delle cose che non si vedono.’

 

   Notiamo per primo che la Fede si riferisce al futuro: alle ‘cose che si sperano’, alle ‘cose che non si vedono’. Queste cose le possederemo nel futuro, le vedremo nel futuro, cioè nel cielo. Queste cose sono le verità divine ed eterne che non sono altro che Iddio stesso. In questo mondo quaggiù abbiamo una conoscenza oscura di queste cose; nell’altro mondo ne avremo una conoscenza chiara. Qui crediamo con la luce della Fede; la vedremo con la luce della gloria: ‘Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto’. (Cor. I, 13)

 

    Il secondo elemento di questa definizione che vogliamo meditare è l’espressione: ‘la Fede è sostanza’. Questo significa che la Fede ci da (già in questo mondo) la comprensione dei suoi oggetti: cioè le verità divine ed eterne che sono Dio: Così afferriamo quaggiù in modo iniziale e preparativo ciò che possederemo in cielo in modo perfetto e definitivo.

   Ebbene in cosa consiste questa comprensione di Dio, questa conoscenza di Dio? Evidentemente è una specie di unione con Dio, un’unione che la Sacra Scrittura paragona con il matrimonio: nel libro Osea (2, 20) leggiamo: ‘Ti fidanzerò con me nella Fede.’ Quando pensiamo in genere all’unione con Dio, pensiamo forse all’unione con Dio nel cielo, o all’unione mistica con Dio su questa terra, come quella di un santo rapito nell’amore dell’Onnipotente; dimentichiamo che la Fede in Se stessa è già un’unione con Dio.

   Ma questa comprensione, questa conoscenza di Dio, non è soltanto un’unione con Dio, ma anche la vita eterna stessa, perché questa comprensione amorevole di Dio sulla terra (che è la Fede) è già l’inizio della visione beatifica del cielo (che è la vita eterna). In questo riguardo ci dice il Signore: ‘Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo’ (Gv. 17, 3).

 

   Il terzo elemento della definizione di S. Paolo che vogliamo guardare adesso è la parola ‘convinzione’. La Fede coinvolge la convinzione, la certezza. Se ciò non è la certezza della ragione, è la certezza la più grande che si possa raggiungere qui sulla terra su Iddio e sulle cose di Dio. Per citare il sacro Concilio di Trento:‘Il verbo ‘credere’ significa il sicurissimo assenso, in virtù del quale l’intelligenza aderisce con fermezza e tenacia a Dio che rivela i propri misteri. Perciò chi crede (nel Senso qui inteso) possiede indubbia e nettissima convinzione di qualcosa’. Il Catechismo Maggiore di san Pio X aggiunge (19) : ‘La parola Credo vuol dire: io tengo per verissimo tutto quello che in questi dodici articoli si contiene: e credo più fermamente queste cose, che se le vedessi cogli occhi miei…’

   In questo senso la Fede è una luce più forte di quella della ragione. In fatti la luce della ragione è solo un riflesso di essa. Qualcuno potrebbe chiedere, però, a questo punto, perché si parla allo stesso tempo dell’oscurità della Fede. La risposta è che la Fede è chiara quanto al modo, e oscura quanto all’oggetto, della sua conoscenza. Il suo oggetto, come abbiamo già detto, è Iddio Stesso, Che non può essere compreso che imperfettamente e oscuramente dalla conoscenza finita dell’uomo; il modo di conoscere questo oggetto invece è una luce forte, una certezza assoluta, perché unisce la mente direttamente e immediatamente colla Verità Stessa, Che è Dio.

 

   In questa analisi breve della natura della Fede abbiamo visto il suo beneficio principale, cioè che ci dà la vita eterna già su questa terra, legata evidentemente ad una vita buona, alle opere buone, ed alla Carità (nel senso dell’amore sovrannaturale).

   Il suo beneficio secondario è che ci insegna come arrivare a questa vita eterna mediante i nostri atti, o, in altre parole, come condurre una vita buona. In breve: la Fede è la nostra guida. La Fede dà la buona direzione alla nostra vita terrestre: ci insegna le grandi verità, tra le quali si trovano per esempio il fatto che ci sia una vita dopo questa vita terrestre, e che Dio ricompensi il bene e punisca il male; la Fede ci dà i comandamenti, la predicazione, e l’esempio di Nostro Signore Gesù Cristo.

  Finalmente in questo modo la Fede ci dà i mezzi per superare le tentazioni: Nella sua lettera agli Efesini S. Paolo ci parla del combattimento spirituale, scrivendo:‘Tenete Sempre in mano lo scudo della Fede con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno’ (6, 16). San Pietro dice: ‘Il vostro nemico il diavolo come un leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella Fede.’ ( 1.5,8)

  

    Tutto ciò che abbiamo meditato sulla Fede può essere espresso con l’immagine della luce: La Fede è la luce nella quale vedo Iddio in questo mondo; questa luce è la luce d’aurora che precede la luce del giorno nel quale vedrò Iddio nel cielo; la Fede è la luce che mi condurrà attraverso la valle oscura di questo mondo per unirmi a Lui in un’unione perfetta e stabile per tutta l’eternità.

    

 

     12. Il male dell’eresia

 

     Oggigiorno il male dell’eresia non viene più adeguatamente apprezzato. Un motivo per ciò è, come abbiamo già accennato, che il bene della Fede non viene adeguatamente apprezzato neanche esso. Il male dell’eresia si capisce solo quando si capisce il bene della Fede. Se la Fede ci dà la conoscenza certa di Dio e l’unione a Lui: ossia la vita eterna già sulla terra, l’eresia cene priva; se la Fede ci mostra la strada al cielo, l’eresia cene svia; se la Fede ci aiuta a superare gli ostacoli su questa strada, l’eresia li moltiplica.

     Per mostrare il vero male dell'eresia, guardiamo il commentario dei Padri della Chiesa su un passo dell'Apocalisse (all'inizio del capitolo 9) che hanno inteso di questo grave peccato contro la Fede. Guardiamone una sintesi fatta da Dom Jean de Monléon OSB nel suo libro Le Sens Mystique de l’Apocalypse*, riflettendo soprattutto sulla sua rilevanza alla piaga attuale del Modernismo.

 

    ‘E il quinto Angelo suonò la tromba e vidi una stella che era caduta dal cielo sulla terra, e fu data a lei la chiave del pozzo dell'abisso. E lei aprì il pozzo dell'abisso e il fumo si elevò dal pozzo, come il fumo di una grande fornace, e s'oscurò il sole e l'aria per il fumo del pozzo. E dal fumo del pozzo uscivano delle cavallette sulla terra (…) e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo (...) E queste somiglianze di cavallette sono simili ai cavalli preparati al combattimento - E sulla testa avevano corone simili all'oro e le loro facce simili a quelle degli uomini. E avevano capelli come di donne, e i loro denti erano come denti di leoni. E avevano corazze come corazze di ferro e la voce delle loro ali era come voci di carri di numerosi cavalli correnti al combattimento (...) E avevano su di loro come re l'angelo dell'Abisso, il cui nome in ebraico è ‘Abadòn’, e in greco ‘Apollyon’, e in latino ha il nome di ‘Exterminator’...’

 

     Ora, la stella caduta dal cielo è Lucifero, a cui fu data la chiave del pozzo dell'abisso che è il potere di chiudere alla grazia ed aprire al peccato il cuore degli eretici. ‘Aprì il pozzo’ cioè li spinse a pubblicare tutti gli errori e i disegni perversi che nascondevano nel loro fondo. ‘E il fumo si elevò’, cioè, la loro dottrina uscì accecante e stufante come un fumo fitto per tutti coloro che lo respiravano. ‘E si oscurò il sole’, cioè, la Luce di Cristo che illumina la Sua Chiesa fu velata; ‘ - e l'aria’, ossia la Fede, perché questa virtù è necessaria alla vita sovrannaturale quanto l'aria alla vita naturale; ‘si oscurò l'aria’ come da una nebbia nella quale molti perdevano la via della verità.

     ‘E dal fumo del pozzo uscivano cavallette’ che sono gli eretici. Loro, incapaci di mantenersi in alto come le aquile o le colombe che sono i santi sulle ali delle loro virtù, si sforzavano in vano di alzarsi con salti indecorosi e disordinati come le cavallette, per ricadere di nuovo sulla terra, sulle loro preoccupazioni materiali. Gli eretici sono come scorpioni, in quanto si avvicinano dolcemente alle loro vittime, come se volessero accarezzarle, per poi ferirle mortalmente, subito, e all'improvviso.

     Queste cavallette sono come cavalli pronti a correre in qualsiasi direzione senza discernimento, mettendo tutta la loro impetuosità e forza al servizio del loro cavalliere: il Diavolo. Sulle loro teste avevano ‘delle corone simili all'oro’, cioè di una saggezza finta, ed una intelligenza finta della Sacra Scrittura; e le loro facce erano ‘simili alle facce degli uomini’ perché proponevano delle massime puramente umanitarie, e davano l'impressione di agire e di parlare secondo la ragione. Ma sotto queste corone avevano dei ‘capelli di donne’, e sotto le loro facce dei ‘denti di leoni’: capelli di donne perché questa falsa saggezza non copriva che dei pensieri morbidi ed effeminati; denti di leoni perché erano sempre pronti a strappare e divorare le loro vittime.

    Avevano intorno al petto delle corazze,‘come corazze di ferro’: i loro cuori induriti dai pregiudizi e princìpi falsi erano assolutamente impenetrabili ai tratti della verità. ‘E la voce delle loro ali era come voci di carri di numerosi cavalli correnti in combattimento’ cioè, incapaci di fornire argomenti ragionevoli per sostenere la loro dottrina, li sostituiscono con il tumulto delle loro parole. Questo tumulto consiste in dottrine le più contradittorie che non possedono nessun principio di unità se non la loro motivazione comune, che è l’odio verso la Sposa Immacolata di Cristo.

    Il Re delle cavalette è l'angelo dell'abisso. Il suo nome viene dato in ebraico, greco, e latino per mostrare che vuole imitare Cristo di Cui il titolo regale fu iscritto nello stesso modo sulla croce. Che il titolo di Cristo viene scritto in tre lingue significa la Sua sovranità universale: il latino si riferisce al mondo visibile, allora soggetto a Roma; il greco si riferisce al mondo dell’intelligenza, dove la Grecia è maestra incontestabile; l’ebraico si riferisce al mondo sovrannaturale, essendo quella la lingua in cui Dio ha parlato agli uomini mediante i profeti e il Suo divin Figlio.

     Il fatto che il nome del Diavolo viene dato nelle stesse lingue significa che vuole imitare Cristo nella propria pretesa alla sovranità universale. Il modo che vuole esercitare questa sovranità viene espresso nel nome stesso di ‘Sterminatore’: ossia colui che non ha altro disegno in tutte le sue nefande operazioni che di impedire agli uomini di raggiungere il loro termine. Mentre il Signore, il vero Re, ossia Condottiere, si occupa di condurre gli uomini al loro termine: il loro fine ultimo che è il Paradiso.

 

   E così, alla fine di questo breve trattato sulla Fede e l’Eresia si rivela in piena luce il nemico della Fede e il Dottore delle Eresie*. Agisce in questo modo non perché non ha la Fede e crede l’eresia che dissemina, poiché lui ‘crede e trema’, bensì, come abbiamo appena detto, al fine di impedire l’uomo di raggiungere il Paradiso. Agisce, in una parola, come ‘Ingannatore’ che ‘non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna’ (Gv. 8.44).

    Il suo avversario ultimo, come sempre, è Dio Stesso, Che vuol ferire rovinando gli esseri fatti alla Sua immagine e somiglianza. In questo campo di battaglia opera come Ingannatore, contro Dio come Verità Stessa.

 

    Il commentario dei Padri della Chiesa, che abbiamo brevemente esposto, ci mostra la vera natura ed il vero male dell'eresia, anche se oggi non se ne parla più: anzi, come abbiamo spiegato sopra, si lasciano crescere e selvaggemente sviluppare le eresie nel seno stesso della Chiesa.

    Il nostro compito invece è di riconoscerle e di detestarle, perché piene di veleno mortale, e di pregare alla Santissima Madre di Dio per liberarcene, perché lei sola, come preghiamo nel Terzo Notturno del comune delle sue Feste, ha distrutto tutte le eresie nel mondo intero. Gaude, Maria Virgo, cunctas haereses sola interemisti in universo mundo.

 

                       In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen.

 

 

 

 

 



* Nouvelles Editions Latines 1984.

* Inimicus fidei ed hereticorum doctor nel grande esorcismo. Per vedere un esempio di un suo intervento diretto sugli uomini per disseminare l’eresia, si legga ‘La Conférence entre Luther et le Diable au sujet de la Messe, racontée par     Luther Lui-meme’ Editions Saint-Rémi.




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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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