CIPRIANO
L’UNITÀ DELLA CHIESA CATTOLICA
Le eresie e gli scismi
1. - Il Signore ci avverte e ci sottolinea: «Voi siete il sale della terra » (Matteo 5,13). E vuole che siamo semplici fino all’innocenza, e tuttavia prudenti nella semplicità (Matteo 10,16). Perciò, fratelli carissimi, è necessario che noi, con cuore vigile e attento, sappiamo prevedere e capire e fuggire le insidie dell’astuto nemico, affinché, essendoci rivestiti di Cristo (Galati 3,27; Romani 13,14), sapienza di Dio Padre (1 Corinzi 1,24), non manchiamo poi di prudenza nel mettere al sicuro la nostra salvezza. Infatti, non c’è solo da temere la persecuzione, né gli attacchi aperti che si sferrano contro i servi di Dio per abbatterli e sopraffarli. È molto più facile difendersi nel caso in cui sono evidenti i motivi del terrore: quando l’avversario insorge scopertamente, l’animo si premunisce. C’è più da temere e da guardarsi, quando invece il nemico si avvicina di soppiatto e, mimetizzato da apparenze di pace, si insinua serpeggiante per varchi segreti, e da qui il suo nome di serpente. Tale è la sua astuzia di sempre; tale è l’inganno subdolo e oscuro con cui tenta di raggirare l’uomo. Così, sin dal l’inizio del mondo, sedusse e circuì con carezzevoli menzogne l’anima inesperta e incauta nella sua credulità (Genesi 3,1). E così pure si spinse a tentare il Signore, accostandosi a lui con cautela, come per ripetere l’insidia di sorpresa: ma ora fu riconosciuto e respinto, e condannato all’umiliazione proprio perché scoperto e smascherato (Matteo 4,1).
2. - Da qui, per noi, l’esempio e l’avvertimento di fuggire le vie dell’uomo vecchio, e di camminare invece sulle orme del Cristo vincitore (Efesini 4,20). In questo modo non ricadremo incauti nei lacci della morte; al contrario, messi in guardia dinanzi al pericolo, potremo ricevere e possedere l’immortalità. Ma ecco, forse potremo conquistare l’immortalità senza osservare quei comandamenti di Cristo, mediante i quali la morte è espugnata e vinta? Lo dichiara lui stesso, col dire: «Se vuoi pervenire alla vita, osserva i comandamenti» (Matteo 19,17); e ancora: «Se fate quanto vi comando, non vi chiamerà più servi ma amici» (Giovanni 15,14). Costoro, poi, egli li chiama forti e stabili, fondati sulla roccia, irremovibili e radicati nella più provata fermezza contro tutte le tempeste e i turbini del mondo. «Colui che ascolta — dice — le mie parole e le mette in pratica, lo paragonerò ad un uomo saggio che ha edificato la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e s’abbatterono su quella casa: essa non crollò. E ciò perché era stata fondata sulla roccia» (Matteo 7,24). Dunque, dobbiamo conformarci alle sue parole, dobbiamo imparare e mettere in pratica tutto quello che egli insegnò e operò. Del resto, come può dire di credere in Cristo colui che non fa ciò che Cristo ha comandato di fare? o come giungerà al premio della fede, colui che non vuole star fedele ai comandamenti? Costui necessariamente ondeggerà disorientato, e, in balia dello spirito dell’errore, sarà come la polvere che il vento solleva e si porta via qua e là. Non potrà certo avanzare nel cammino verso la sua salvezza, colui che non si mette sulla vera via della salvezza.
3. - Ora, bisogna guardarsi non solo dai pericoli aperti e manifesti, ma pure dalle insidie tese con l’astuzia sottile dell’imbroglio. Ed ecco, cosa può esserci di più astuto e sottile? Il nemico, smascherato e abbattuto dalla venuta di Cristo, dopo che la luce venne alle genti e irraggiò il suo splendore per la salvezza degli uomini sicché i sordi ricuperavano l’udito della grazia spirituale e i ciechi aprivano gli occhi al Signore e gli infermi si rinvigorivano della sanità eterna e gli zoppi accorrevano alla Chiesa e i muti articolavano con chiara voce le loro preghiere: quel nemico, vedendo i suoi idoli abbandonati, e disertati i suoi templi e le sue sedi a causa del gran numero dei credenti, ha escogitato un nuovo inganno quello cioè di far cadere gli imprudenti presentandosi con l’etichetta del nome cristiano. Ha inventato, cosi, le eresie e gli scismi per sovvertire la fede, per corrompere la verità, per spezzare l’unità. In questo modo, coloro che egli non può più tenere nel vicolo cieco dell’antico errore, li raggira e li inganna per una nuova via. Strappa gli uomini proprio dalla Chiesa e, mentre essi credono di essersi già accostati alla luce sfuggendo alla notte del mondo, li avvolge ancora in altre tenebre senza che essi se ne accorgano. Cosi costoro finiscono per chiamarsi cristiani senza però osservare la legge del Vangelo di Cristo; e mentre camminano nelle tenebre, pensano di stare nella luce. Tutto ciò è opera appunto dell’avversario, il quale attira con lusinghe nell’errore, e — come dice l’Apostolo (2 Corinzi 11,14) — si trasforma in angelo di luce, e spaccia i suoi ministri per ministri di giustizia: costoro chiamano giorno la notte, salvezza la morte, e insinuano la disperazione con l’appannaggio della speranza, e l’incredulità sotto il pretesto della fede, e dicono Cristo l’Anticristo, cosicché frustrano sottilmente la verità con menzogne verosimili. Ma ciò accade, fratelli carissimi, quando non ci si rifà all’origine della verità, quando non se ne ricerca il principio, quando non si osserva la dottrina del magistero celeste. Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)