Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

San Cipriano e la vera unità nella Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 04/08/2013 22:03
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
31/07/2013 15:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

[SM=g1740758] Nella Chiesa la salvezza

6. - La sposa di Cristo non sarà mai adultera: essa è incorruttibile e pura. Ha conosciuto una sola casa, ha custodito con casto pudore la santità di un sol talamo. Lei ci conserva per Dio, lei destina al regno i figli che ha generato. Chiunque, separandosi dalla Chiesa, ne sceglie una adultera, viene a tagliarsi fuori dalle promesse della Chiesa: chi abbandona la Chiesa di Cristo, non perviene certo alle ricompense di Cristo. Costui sarà un estraneo, un profano, un nemico. Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa per madre. Se avesse potuto salvarsi chi restò fuori dell’arca di Noé, allora potremmo dire che si salverà chi è fuori della Chiesa (Genesi 7,1). Ecco quanto il Signore ci dice ammonendoci: «Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde» (Matteo 12,30). Colui che spezza la concordia, la pace di Cristo, è contro Cristo; e colui che raccoglie fuori della Chiesa, disperde la Chiesa di Cristo. Il Signore dice: «Io e il Padre siamo uno» (Giovanni 10,30). E ancora sta scritto del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo: «E i tre sono uno» (1 Giovanni 5,7). Ebbene, può forse esserci qualcuno che creda si possa dividere l’unità nella Chiesa, questa unità che viene dalla stabilità divina e che è legata ai misteri celesti, e penserà che si possa dissolvere per la divergenza di opposte volontà? Chi non si tiene in questa unità, non si tiene nella legge di Dio, non si tiene nella fede del Padre e del Figlio, non si tiene nella vita e nella salvezza.

 

La tunica di Cristo simbolo dell’unità

7. - Questo mistero dell’unità, questo vincolo di concordia stretto alla perfezione, ci viene indicato nel Vangelo, là dove si parla della tunica del Signore Gesù Cristo: essa non viene affatto divisa né strappata; ma si gettano le sorti sulla veste di Cristo, sicché chi dovrà rivestirsi di Cristo (Galati 3,27; Romani 13,14) riceva la veste intatta e possieda indivisa e integra quella tunica. Cosi leggiamo nella divina Scrittura: «Quanto poi alla tunica, poiché era senza cuciture dall’alto al basso e tessuta d’un pezzo, si dissero a vicenda: Non stracciamola, ma tiriamola a sorte a chi tocchi» (Giovanni 19,23). Lui portava l’unità che viene dall’alto, che viene cioè dal cielo e dal Padre: tale unità non poteva essere affatto divisa da chi la ricevesse in possesso, conservandosi tutta intera e assolutamente indissolubile. Non può possedere la veste di Cristo, colui che divide e separa la Chiesa di Cristo. Invece, quando alla morte di Salomone il suo regno e il suo popolo si dividono, il profeta Achia, fattosi incontro al re Geroboamo nel campo, strappa in dodici pezzi il suo mantello, e dice: «Prenditene dieci pezzi, poiché questo dice il Signore: Ecco che io strappo il regno di mano a Salomone, e darò a te dieci scettri, e due saranno lasciati a lui per riguardo al mio servo David e per la città di Gerusalemme che io ho eletta per stabilire lì il mio nome » (1 Re 11,31-36). Il profeta Achia strappò il suo mantello perché Israele si divideva in dodici tribù. Ma, al contrario, poiché non può dividersi il popolo di Cristo, la tunica di lui, tessuta tutta d’un pezzo e senza cuciture, non sarà divisa da coloro che la possiedono: essa, cosi indivisa, tutta insieme tessuta, mostra la stretta concordia del nostro popolo, di noi che ci siamo rivestiti di Cristo (Galati 3,27; Romani 13,14). Egli, dunque, col segno e il simbolo della tunica, ha rappresentato l’unità della Chiesa.

 

I simboli dell’Antico Testamento

8. - Chi perciò sarà così scellerato e perfido, e così fuor di testa per furore di discordia, da credere che si possa dividere o che egli stesso osi divide l’unità di Dio, la veste del Signore, la Chiesa di Cristo? Egli ci ammonisce e ci insegna nel suo Vangelo: «E ci sarà dice un sol gregge e un solo pastore» (Giovanni 10,16). E può forse pensare qualcuno che possano esserci in uno stesso luogo molti pastori e più greggi? Parimenti l’apostolo Paolo ci raccomanda la stessa unità con questa pressante esortazione: «Vi scongiuro, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, che tutti teniate uno stesso linguaggio e non vi siano scismi fra voi: siate invece perfettamente uniti in uno stesso sentimento e in uno stesso pensiero» (1 Corinzi 1,10). E ancora dice: «Sopportandovi a vicenda con amore, studiatevi di conservare l’unità dello spirito nel vincolo della pace» (Efesini 4,2). Ebbene, credi tu che si possa stare in piedi e continuare a vivere, allontanandosi dalla Chiesa, costruendosi altre sedi e dimore diverse? se pensi che a Rahab, nella quale era prefigurata la Chiesa, fu detto: «Radunerai tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli, tutta la tua parentela presso di te in casa tua; e accadrà che chi uscirà fuori della porta di casa tua, sarà colpevole della sua rovina» (Giosuè 2,18). Parimenti, il rito della Pasqua, nella legge dell’Esodo, prescriveva che l’agnello, il cui sacrificio era figura di quello di Cristo, fosse mangiato in una stessa casa. Ecco le parole stesse di Dio: «Sarà mangiato in una sola casa, e non getterete la sua carne fuori della casa» (Esodo 12,46). Non può dunque essere gettata fuori la carne di Cristo, la cosa santa del Signore; né ci sarà altra casa per i credenti all’infuori del l’unica Chiesa. È questa casa, questa dimora in cui tutti si è un’anima sola, che lo Spirito Santo indica e annunzia nei Salmi con queste parole: «Ai derelitti Dio fa abitare una casa, fa uscire con gioia i prigionieri; solo i ribelli abbandona in terra arida» (Salmo 67,7). Nella casa di Dio, nella Chiesa di Cristo, vi abitano coloro che sono un’anima sola, e che perseverano in concordia e semplicità.

 

L’esempio della colomba [SM=g1740752]

9. - Per questo, lo Spirito Santo venne in forma di colomba (Matteo 3,16); essa è un animale semplice e gaio, senza amarezza né fiele, incapace di mordere con crudeltà, senza unghie che lacerino con violenza; essa ama le abitazioni degli uomini, conosce e si affeziona a una sola casa. Quando una coppia procrea, i due allevano insieme la prole; quando si muovono, vanno uniti in volo; passano la vita in comune armonia; col bacio della loro bocca dimostrano il reciproco amore di pace; in tutto adempiono la legge della concordia. Ecco la semplicità che si deve conoscere nella Chiesa, ecco la carità che si deve avere. Imitiamo la colomba nel l’amore fraterno, e la nostra mansuetudine e la nostra dolcezza possano riprodurre quelle della pecora e dell’agnello (Luca 10,3; Giovanni 21,15). Che ci sta a fare, in un cuore cristiano, la ferocia del lupo, la rabbia del cane, il veleno mortifero del serpente, la cruenta violenza della belva? C’è da rallegrarci che una tal genia si separi dalla Chiesa, affinché non vengano a soffrire il contagio di una simile compagnia, velenosa e crudele, le colombe e le pecore di Cristo. Non possono convivere e stare insieme l’amarezza con la dolcezza, la tenebra e la luce, la pioggia e il bel tempo, la guerra e la pace, la sterilità e la fecondità, la siccità e le sorgenti d’acqua, la tempesta e il sereno. Non c’è da pensare che possano uscire dalla Chiesa i buoni; il vento non porta via il grano, né la bufera abbatte un albero ben piantato su profonda radice. È invece la paglia leggera che viene sollevata dalla tempesta, sono gli alberi deboli che vengono atterrati dall’irrompere del turbine. Ed è questo tipo di gente che l’apostolo Giovanni detesta e stigmatizza, dicendo: «Si sono allontanati da noi, ma non erano dei nostri: se infatti fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi » (1 Giovanni 2,19).


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:58. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com