A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Paolo VI sul Concilio, sulle riforme e sulle false interpretazioni

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2014 21:40
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
02/08/2013 14:50
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 8 settembre 1965

 

Auspice Maria, capire il Concilio come l'ora di Dio. Maria quale vero "spirito" del Concilio nelle sue virtù.

Diletti Figli e Figlie!

La vostra venuta coincide oggi con una festa cara alla Chiesa e alla pietà mariana: la natività di Maria Santissima. Questa coincidenza Ci obbliga a raccomandare a voi, che desiderate avere da questo incontro qualche impulso spirituale conforme al pensiero della Chiesa nel momento presente, di onorare la Madonna con le vostre preghiere durante questi giorni precedenti alla ripresa finale del Concilio ecumenico, e poi anche durante lo svolgimento del Concilio stesso. Il perché è chiaro. Abbiamo esortato tutti a pregare per tale scopo; e siamo abituati, noi cattolici, a inserire sempre nelle nostre implorazioni un ricorso all’intercessione di Maria, come quella che, nella sua umanissima bontà e nella sua incomparabile prossimità a Cristo mediatore d’ogni grazia, meglio le può per noi interpretare e meglio avvalorare. Quando poi la nostra orazione intende chiedere i favori divini per la santa Chiesa e per il Concilio, ragioni speciali ci spingono all’esercizio della fiducia nella Madonna, e proprio nella festa della sua natività.

La liturgia infatti di questa celebrazione c’invita a vedere non tanto il fatto della nascita della Vergine, quanto il significato e l’importanza che tale fatto riveste nel disegno divino della nostra salvezza: «La tua nascita - dice l’antifona del Magnificat -, o Vergine Genitrice di Dio, è stata un annuncio di gaudio per il mondo intero».
Maria è l’annuncio, Maria è il preludio, Maria è l’aurora, Maria è la vigilia, Maria è la preparazione immediata, che corona e mette termine al secolare svolgimento del piano divino della redenzione; è il traguardo della profezia, è la chiave d’intelligenza dei misteriosi messaggi messianici, è il punto d’arrivo del pensiero di Dio, «termine fisso d’eterno consiglio», come Dante si esprime. L’apparizione di Maria nella storia del mondo è come l’accensione d’una luce in un ambiente oscuro; una luce del mattino, ancora pallida e indiretta, ma soavissima, ma bellissima: la luce del mondo, Cristo, sta per arrivare; il destino felice dell’umanità, la sua possibile salvezza, è ormai sicuro; Maria lo reca con sé.

Ora il Concilio, che è senza dubbio un grande episodio nella storia della Chiesa e della salvezza del mondo, ha bisogno di tale prefazione mariana. Ha bisogno appunto d’essere compreso e valutato come un avvenimento collegato con la nostra salvezza e con quella del mondo moderno, un avvenimento provvidenziale, un avvenimento innestato nella trama messianica ed escatologica della storia dell’umanità. Va preso sul serio.
Va meditato con sapienza. Va vissuto con umiltà e con devozione. Va celebrato con profonda presenza di spirito. Va considerato come una grazia, di cui non dobbiamo perdere il beneficio. Ecco allora la nostra invocazione alla Madonna; la dobbiamo pregare affinché ci sia data la grazia di capire il Concilio come l’ora di Dio. Fu ora di Dio, ora unica e determinante tutta la redenzione la nascita di Maria; preghiamola che questa nuova ora, in cui quella di lei si continua e si riflette, apporti a noi di nuovo Cristo salvatore, ci ottenga una vera rigenerazione.

E perché ciò sia possibile, più facile almeno, domanderemo alla Madonna che le sue virtù, la sua impareggiabile figura morale, la sua immacolata purezza; la sua dolcezza, la sua umiltà, la sua primigenia verità umana, siano in nuova misura concesse alla Chiesa in Concilio. Così infatti, dentro e fuori dell’aula conciliare, deve essere vissuta l’ora di Dio, in un rinnovato sforzo, di evangelica santità, in una ricerca interiore e in una professione esteriore di quei sentimenti, di quello stile morale e spirituale, che caratterizzano in grado sublime, la forte, l’umile, la dolce, la regale profetessa del Magnificat.

Se così pensiamo, se così preghiamo, otterremo, noi speriamo, due effetti importantissimi: quello di meritare al Concilio una ricchezza di grazie, di luce, di virtù, di carismi, quale è, nei comuni desideri della Chiesa e nei nostri; e quello, non ultimo, anzi non meno degli altri prezioso, di rianimare con saggezza e con fervore il nostro culto a Maria Santissima, come già il Concilio ha insegnato, con profondo senso cristologico ed ecclesiologico: comincerà da ciò, in grande parte, la perfetta rinnovazione della nostra vita cristiana.

Salutiamo dunque con filiale affezione il genetliaco della nostra Madre celeste, e chiediamo di far sua per voi la benedizione che Noi ora vi diamo.



ANGELUS 

Domenica, 17 ottobre 1965

 

Sarete certo informati che il Concilio ha approvato lo schema relativo ai rapporti della Chiesa con gli appartenenti a religioni non cristiane. 

Si riafferma che la religione vera, quella voluta da Dio, è una sola, è quella che noi abbiamo la fortuna e il dovere di praticare; [SM=g1740733]

ma insieme si riconosce che dobbiamo avere rispetto, per quanto di buono e di vero contengono, alle altre religioni, e dobbiamo trattare bene ed amare i loro seguaci. La legge della carità si allarga e si applica a tutti. 

Ne daremo noi stessi oggi l'esempio pregando per i non cristiani, per quelli specialmente che, derivando dal padre Abramo le loro credenze, hanno una parentela spirituale con la nostra fede, gli Ebrei; e, oltre ad essi, anche i Musulmani. 

La Madonna vuol certo bene anche a loro, e noi per essi la pregheremo.




UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 15 settembre 1965

 

La Ss.ma Eucaristia centro e vertice della liturgia e della vita cristiana

Diletti Figli e Figlie!

Anche questa volta, volendo farvi partecipare ai Nostri pensieri, quasi per dare all’udienza un contenuto spirituale comune per voi che qua venite, e per Noi che qui vi riceviamo, vi diremo, assai brevemente, che due sono gli oggetti principali delle Nostre riflessioni in questi giorni; ed è ovvio: l’Enciclica sull’Eucaristia, che abbiamo poco fa pubblicata, e il Concilio ecumenico, di cui abbiamo ieri aperto la quarta sessione.
Noi vogliamo credere che nessuno di voi ignora qualche notizia circa questi due temi: l’Eucaristia e il Concilio, temi grandissimi, temi importantissimi, temi bellissimi, che Noi raccomandiamo alla vostra riflessione, se vi preme di non chiudere gli occhi davanti agli aspetti spirituali più significativi dei nostri giorni, e se vi sta a cuore avere con la Chiesa e con questo suo centro un’armonia di sentimenti degna di buoni cattolici e di figli intelligenti.
Che l’Eucaristia infatti sia argomento degnissimo di considerazione tutti sappiamo, se solo ricordiamo che l’Eucaristia è il sacramento della carità (come il battesimo si qualifica piuttosto come il sacramento della fede); e la carità, come tutti sanno, è la legge riassuntiva, il vincolo della perfezione (Col. 3; 14), la base, la radice di tutte le virtù cristiane, il fondamento di tutto il sistema morale cristiano; inoltre l’Eucaristia è al centro del culto cattolico e la vita religiosa vi trova il suo momento di pienezza e di più alta espressione; e, ciò che più conta, l’Eucaristia è al vertice dell’economia sacramentale, perché, se tutti i sacramenti ci dànno la grazia e ci uniscono a Cristo, l’Eucaristia ci mette in comunione con Cristo stesso, presente nell’Eucaristia; con Lui, autore dei sacramenti e fonte della grazia; possiamo perciò dire l’Eucaristia base, centro, vertice della vita spirituale del fedele cristiano (cfr. S. Th. III, 65, 3; e III, 73, 3).

E quanto al Concilio siamo tutti facilmente persuasi che si tratta di avvenimento singolare, di rilievo storico, e di grande importanza per la vita della Chiesa, e di riflesso su quella del mondo.

Ma l’interesse di questi accenni sta in un’altra questione; e cioè nel cercare quale rapporto vi può essere fra due temi, l’Eucaristia e il Concilio, apparentemente così diversi l’uno dall’altro. Vorremmo che vi provaste a cercare tale rapporto!

E vi sarà facile intuirlo (comprenderlo, misurarlo sarebbe meraviglioso, ma non poco difficile), se pensate che il Concilio altro non è che un momento, un’espressione, quasi una sintesi della Chiesa. Allora la ricerca si pone in questi termini: quale relazione vi è tra l’Eucaristia e la Chiesa?

Un valente studioso moderno (non forse sconosciuto ad alcuni di voi) ha enunciato tale relazione in bel capitolo d’un suo bel libro con queste due proposizioni: la Chiesa fa l’Eucaristia; e l’Eucaristia fa la Chiesa! (De Lubac). Provate ad esplorare queste due affermazioni, e vedrete quale ricchezza di dottrina ne risulta. Un altro illustre teologo scrive: «Tutta la grazia santificante del mondo è sospesa alla grazia della Chiesa. E tutta la grazia della Chiesa è sospesa all’Eucaristia» (Journet, 11, 672).

Contentiamoci ora di ricordare come l’Eucaristia sia simbolo della Chiesa. È questo uno dei punti più studiati è ricorrenti nella storia e nella letteratura relativa al mistero eucaristico. Esso rappresenta e rinnova il sacrificio di Cristo sulla croce; ed è questo il suo primo e sacramentale, significato; ma esso, per via delle specie del pane e del vino, in cui è contenuto, prende figura anche della Chiesa; o meglio della sua unità. Sentiamo S. Cipriano, il vescovo martire del terzo secolo, dottore dell’unità della Chiesa. Egli scrive: «. . . quando il Signore chiama il suo corpo pane, risultante dall’unione di molti grani, vuol indicare il nostro popolo adunato . . .» (Ep. 76, 6; P.L., 3, 1142). E altrove: «nel sacramento stesso si mostra il nostro popolo riunito» (Ep. 62, 13; P.L., 4, 384).
La teologia va oltre, e scopre nell’Eucaristia, cioè nella realtà a cui essa tende, nell’effetto ch’essa produce (oltre che la santificazione dell’anima che si comunica), «l’unità del corpo mistico, senza la quale non vi può essere salvezza» (S. Th. III, 73, 3); quell’unità profonda e ineffabile, di cui parlava San Paolo: «. . . noi molti siamo un solo corpo, noi tutti che partecipiamo allo stesso pane» (1 Cor. 10, 17). Così che l’Eucaristia non è soltanto la figura, ma altresì il principio della carità unitiva dei fedeli a Cristo, ed in Cristo fra loro.

E basti questo per vedere nel Concilio (fatto più d’ogni altro realizzatore e rappresentativo dell’unità gerarchica e comunitaria della Chiesa), un estremo postulato, quasi un. totale anelito della Chiesa stessa verso l’Eucaristia; e per vedervi insieme un supremo risultato, quasi un preludio di comunione dei santi, dell’Eucaristia medesima creduta e celebrata dalla Chiesa di Cristo.

E basti ora questo per la vostra devozione verso la Chiesa, in Concilio e per il vostro culto verso Cristo nel SS.mo Sacramento: cose alte, cose altissime; ma quali altre, se non queste vi può presentare quel Vicario di Cristo, che voi siete venuti a cercare nella umilissima persona che vi parla e che ora, in nome di Cristo, vi benedice ?


L’alto ufficio umano e morale dei medici condotti

Salutiamo con piacere il numeroso e cospicuo gruppo dei Medici Condotti, riuniti a Roma, i quali hanno molto gentilmente, voluto procurarci l’occasione d’incontrarci con loro.

Cari Signori! Il primo sentimento che sorge nel Nostro animo alla vostra presenza è quello di riconoscenza per i servizi che voi rendete alla società; e quali servizi! Voi assistete e curate il nostro popolo nelle molteplici sue necessità d’ordine sanitario; curate coloro che non hanno possibilità di scegliersi l’assistenza sanitaria di loro gradimento; curate i malati che ancora non entrano nella rete, ormai vasta e complessa, delle assistenze prestabilite dai grandi organismi sanitari moderni; curate i malati nelle loro case, nelle loro contingenze personali e domestiche, dove voi soli potete loro apportare il primo consiglio, il primo rimedio, e dove voi soli sorprendete alla prima radice l’apparizione delle malattie, che potrebbero diventare fatali o contagiose e che trovano invece in voi chi le individua, le previene, le arresta, o loro oppone il soccorso dei più validi interventi, di cui l’organizzazione medica, pubblica o privata, dispone.

Perciò, il Nostro sentimento verso la vostra categoria di sanitari è quello di ammirazione. Sappiamo in quali condizioni voi dovete esercitare la vostra professione, specialmente in campagna o in montagna. Voi dovete assistere tutti! E tutti hanno diritto di chiamarvi, di farvi correre, intervenire; ad ogni ora, ad ogni distanza, ad ogni necessità! È proverbiale il disagio, la fatica, la solitudine, la responsabilità di codesta vostra disponibilità. Siete davvero dei soldati del dovere! Siete coloro in cui la professione medica arriva al grado più alto di dedizione e di disinteresse! Siete i curatori della gente modesta e povera; siete i medici di tutte le malattie, di tutte le categorie di cittadini, di tutte le età. Per questo vi ammiriamo!

Due pensieri sorgono in Noi nel considerare la vostra professione: il primo si è che la deontologia medica, ricca oramai di una vastissima casistica, cade in pieno sopra di voi; voi siete i medici della casistica più ampia e più svariata; e tutto si richiede da voi. Questa circostanza, che sembra aggravare la vostra professione e toglierle il prestigio e la comodità della specializzazione, è ciò che fa del medico condotto il medico tipico, il medico completo, il medico che deve unire alla comune preparazione scientifica di base una versatilità sua propria, che l’incomparabile abbondanza della vostra esperienza educa alla terapia pratica più saggia e più semplice e avvia anche ad una riflessione scientifica per cui il medico condotto, che ha dato all’esercizio dell’arte sua la passione, ch’essa merita, trae onore e stima e fiducia, quali sono dovute al saggio, all’esperto, all’uomo veramente pratico e benefico.

E l’altro pensiero è dato dalla somiglianza che l’esercizio del vostro ufficio ha con quello del Sacerdote in cura d’anime, col Parroco. Anch’egli è legato all’assistenza del popolo, come voi lo siete; lui per il bene spirituale, voi per quello fisico; ed entrambi con dedizione e abnegazione che spesso non hanno misura. Perciò vediamo in voi persone buone, persone amiche dell’umile gente, bravi professionisti nei quali l’aspetto umano - anzi l’aspetto cristiano - delle vostre prestazioni acquista uno splendore incomparabile. Parroco e Medico Condotto dovrebbero sempre essere amici e collaboratori; e lo sono in tanti casi, che danno alla vita della comunità un argomento di familiarità, di fiducia, di stabilità morale.

Avremmo tante altre cose da dirvi, tanto è alto e degno il vostro ufficio; ma concluderemo con una duplice raccomandazione: amate la vostra professione! Avete fatto bene a distinguere e a premiare quelli di voi che sono apparsi più meritevoli; è professione che andrebbe tutta premiata! E l’altra raccomandazione riguarda l’«animus» con cui dovete esercitarla: fate che cotesto «animus» abbia in sé un’infusione di sentimento cristiano; è tanto più facile, è tanto più bello, è tanto più meritorio quando si assiste il dolore umano per amore, per amore di Cristo, il grande e misterioso Paziente che soffre, piange e muore in ciascuno dei miseri e dei piccoli, su cui si curva buona e saggia la vostra professione.

Questo vi dica come Noi seguiamo con la Nostra stima, con i Nostri voti; con la Nostra benedizione i Medici Condotti.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:29. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com