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ATTENZIONE: la Preghiera, digiuno e penitenza indetti dal Papa a favore della Pace vera

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2013 11:57
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07/09/2013 09:51
 
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Papa Pio XII nel Radio messaggio del 24.12.1951 insegnava: “Bisogna che ciascuno si persuada di questo carattere spirituale inerente al pericolo di guerra. Ispirare tale persuasione è in primo luogo ufficio della Chiesa; è il suo primo contributo alla pace.”

Può il cattolico ignorare che la pace non si ristabilisce se non tornando alla più ampia convivenza civile, che in Siria si cercava di realizzare, ma questa guerra d’importazione ha spazzato via? Intanto, organizzazioni pacifiste tuonano a favore di una qualche pace come fanno da sempre, ed ecco che non poteva mancare il capo della chiesa conciliare per rivendicare diritti sulla gran trovata per la pace: – Mai più la guerra! Ripetuta con forza da Paolo 6º nell’ONU, ritenuta allora da lui «l’ultima speranza per l’umanità!».

È dunque argomento caro a Bergoglio, che ha convocato per questo 7 settembre una Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria. – Francesco si pronuncia nei suoi ultimi commenti sul profilo Twitter @Pontifex_pt: “Mai più la guerra! Mai più la guerra!Vogliamo un mondo di pace; vogliamo essere uomini e donne di pace!”

L’idea sarebbe opportuna se si avessero le intenzioni di preghiera secondo la Chiesa. Ma è così?

 Si tratta, spiega Papa Francesco, del ”grido della pace. È il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società dilaniata da divisioni e da conflitti scoppi la pace.

“Mai più la guerra. La pace è un dono troppo prezioso che deve essere promosso e tutelato” e condanna ”con particolare fermezza l’uso delle armi chimiche’. ‘Ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi – dice – C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire”.

 
Leggiamo ora come spiegava questo MAI PIU' LA GUERRA di Pio XII

L’ORDINE CRISTIANO ORDINE DI LIBERTÀ

 

Papa Pio XII sempre nel RM del 24.12.1951 insegnava: Se si vuole veramente impedire la guerra, si deve innanzi tutto cercare di sovvenire all’anemia spirituale dei popoli, alla inconsapevolezza della propria responsabilità, dinanzi a Dio e agli uomini, per la mancanza dell’ordine cristiano, che solo vale ad assicurare la pace.

A ciò sono rivolti gli sforzi della Chiesa. Ma essa urta qui in una difficoltà particolare, dovuta alla forma delle presenti condizioni sociali : la sua esortazione in favore dell’ordine cristiano, in quanto fattore principale di pacificazione, è al tempo stesso uno stimolo alla giusta concezione della vera libertà.
Perché infine l’ordine cristiano, in quanto ordinamento di pace, è essenzialmente ordine di libertà. Esso è il concorso solidale di uomini e di popoli liberi per la progressiva attuazione, in tutti i campi della vita, degli scopi assegnati da Dio all’umanità. È però un fatto doloroso che oggi non si stima o non si possiede più la vera libertà. In queste condizioni la convivenza umana, come ordinamento di pace, è interiormente snervata ed esangue, esteriormente esposta ogni istante a pericoli.

Coloro, per esempio, che nel campo economico o sociale vorrebbero tutto riversare sulla società, anche la direzione e la sicurezza della loro esistenza; o che attendono oggi il loro unico nutrimento spirituale quotidiano, sempre meno da loro stessi, – vale a dire dalle loro proprie convinzioni e conoscenze, – e sempre più, già preparato, dalla stampa, dalla radio, dal cinema, dalla televisione; come potrebbero concepire la vera libertà, come potrebbero stimarla e desiderarla, se non ha più posto nella loro vita?Essi cioè non sono più che semplici ruote nei diversi organismi sociali; non più uomini liberi, capaci di assumere e di accettare una parte di responsabilità nelle cose pubbliche.

Perciò, se oggi gridano: Mai più la guerra!, come sarebbe possibile fidarsi di loro? Non è infatti la loro voce; è la voce anonima del gruppo sociale, nel quale si trovano impegnati. Questa è la condizione dolorosa, la quale inceppa anche la Chiesa nei suoi sforzi di pacificazione, nei suoi richiami alla consapevolezza della vera libertà umana, elemento indispensabile, secondo la concezione cristiana, dell’ordine sociale, considerato come organizzazione di pace.

Invano essa moltiplicherebbe i suoi inviti a uomini privi di quella consapevolezza, ed anche più inutilmente li rivolgerebbe ad una società ridotta a puro automatismo. Tale è la pur troppo diffusa debolezza di un mondo, che ama di chiamarsi con enfasi «il mondo libero». Esso s’illude o non conosce sé stesso : nella vera libertà non risiede la sua forza. È un nuovo pericolo, che minaccia la pace e che occorre denunziare alla luce dell’ordine sociale cristiano. Di là deriva altresì in non pochi uomini autorevoli del cosiddetto «mondo libero» una avversione contro la Chiesa, contro questa ammonitrice importuna di qualche cosa che non si ha, ma si pretende di avere, e che, per uno strano invertimento di idee, ingiustamente si nega proprio a lei : vogliamo dire la stima e il rispetto della genuina libertà.

 

Sempre Papa Pio XII nel RM del 24.12.1951 insegna sulle armi moderne:

 “Anche Noi — e più di chiunque altro — deploriamo la mostruosa crudeltà delle armi moderne. Le deploriamo e non cessiamo di pregare che non vengano giammai adoperate. Ma, d’altra parte, non è forse una specie di materialismo pratico, di sentimentalismo superficiale, il considerare nel problema della pace unicamente o principalmente l’esistenza e la minaccia di quelle armi, mentre si mette in non cale l’essenza dell’ordine cristiano, che è il vero garante della pace?
Da qui, tra gli altri motivi, le discrepanze e anche le inesattezze sulla liceità o la illiceità della guerra moderna; da qui parimente la illusione di uomini politici, che contano troppo sulla esistenza o sulla scomparsa di quelle armi.
Il terrore, che esse ispirano, viene perdendo a lungo andare la sua efficacia, come ogni altra causa di spavento; o almeno non basterebbe, all’occorrenza, a frenare lo scatenamento di una guerra, specialmente là ove i sentimenti dei cittadini non hanno un peso sufficiente sulle determinazioni dei loro Governi.

Bergoglio invita a pensare ”a quanti bambini non potranno vedere la luce” e osserva: ”Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza. Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi ma di guardare all’altro come a un fratello e di intraprendere con coraggio e decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione”. 

Quindi il richiamo alla comunità internazionale: ”Non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi è colpito da questo terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese e ai numerosi profughi nei Paesi vicini”. Ora è Bergoglio «a decidere di indire per il 7 settembre ”una giornata di digiuno e preghiera’‘ per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero”. L’umanità ”ha bisogno di vedere gesti di pace e parole di speranza” sottolinea Bergoglio che chiede ”a tutte le chiese particolari che organizzino qualche atto liturgico con questa intenzione. A Maria chiediamo di aiutarci a rispondere alla violenza, al conflitto e alla guerra con la forza del dialogo, della riconciliazione e dell’amore. Lei è madre, ci aiuti a trovare la pace”».

 

Pio XII, però, insegna: “Chi volesse implorare alla Vergine la cessazione dei flagelli, senza un serio proposito di riforma della vita privata e pubblica, starebbe semplicemente chiedendo l’impunità della colpa, il diritto di regolare la propria condotta, non secondo la Legge di Dio, ma delle passioni scatenate. Tale supplica sarebbe la negazione e il contrario della supplica cristiana, sarebbe ingiuria a Dio, una provocazione alla Sua giusta collera, l’ostinarsi nel peccato, che è l’unico e vero male del mondo.” (Omelia del 13.6.1944, Chiesa di S. Ignazio)

 

[SM=g1740733]  perciò è fondamentale che alla richiesta della vera Pace ci sia da parte delle genti LA CONVERSIONE A CRISTO che è la vera Pace come infatti dice ai discepoli: Pace a voi! Vi do la mia pace, non come quella che il mondo vi da.....

segnaliamo due preghiere tratte dal Messale tradizionale, facenti parte del Proprio della S. Messa votiva per la pace:

Deus, a quo sancta desidéria, recta consília et iusta sunt ópera: da servis tuis illam, quam mundus dare non potest, pacem; ut et corda nostra mandátis tuis dédita, et, hóstium sublata formídine, témpora sint, tua protectióne, tranquilla. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum. Amen.
O Dio, da cui viene ogni santo desiderio, retto consiglio ed opera buona, concedi ai tuoi servi quella pace che il mondo non può dare: affinché i nostri cuori siano dediti all’osservanza dei tuoi precetti e, cessato il timore dei nemici, la nostra vita, per la tua protezione, sia tranquilla. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. Amen.
(Messale tradizionale, Oratio della S. Messa votiva per la pace)

Deus, qui credéntes in te pópulos nullis sinis cóncuti terróribus: dignare preces et hóstias dicátae tibi plebis suscípere; ut pax a tua pietate concessa christianórum fines ab omni hoste fàciat esse securos.Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula saeculórum. Amen.
O Dio, che non lasci abbattere da alcun terrore i popoli che in Te sperano, accetta le preghiere e le offerte del tuo popolo, affinché la pace da Te concessa, renda sicuro da ogni nemico il mondo cristiano. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. Amen.

(Messale tradizionale, Secreta della S. Messa votiva per la pace)

infine da unavox segnaliamo due passi di Thomas Merton, trasmessici da un caro amico:

Alla radice di ogni guerra sta la paura: non tanto la paura che gli uomini hanno gli uni degli altri, quanto la paura che essi hanno di tutto. 
 … … …
In nulla possono riporre la loro fiducia, perché hanno cessato di credere in Dio. Porrete fine alle guerre chiedendo agli uomini di fidarsi di uomini che evidentemente non meritan fiducia?
No.
Insegnate loro ad amare Dio e ad avere fiducia in Lui; allora saranno in grado di amare gli uomini in cui non possono avere fiducia ed oseranno far la pace con loro, fidandosi non di loro ma di Dio.
(Thomas Merton, ”Semi di contemplazione”, Garzanti, 1951, p. 64, passim)

Se gli uomini volessero veramente la pace, la chiederebbero a Dio ed Egli la darebbe loro. Ma perché Egli dovrebbe dare al mondo una pace che in realtà il mondo non desidera? Perché quella pace che il mondo sembra desiderare non è affatto pace.
Per alcuni pace significa semplicemente libertà di sfruttare altri senza pericolo di rappresaglie o di interferenze. Per altri pace significa la possibilità di derubarsi continuamente a vicenda.
… … …
Per la grande maggioranza pace significa semplicemente l'assenza di ogni violenza fisica che possa gettare una ombra su vite dedite alla soddisfazione dei propri appetiti animali di comodità e di piacere.
Molti uomini come questi hanno domandato a Dio ciò che essi credevano fosse la “pace” e si sono chiesti perché le loro preghiere non fossero state esaudite. Essi non potevano comprendere che in realtà erano esaudite.
Dio ha lasciato loro ciò che desideravano, perché la loro idea di pace era soltanto una altra forma di guerra.
Così, invece di amare ciò che tu credi sia la pace, ama gli altri uomini e ama soprattutto Dio. E invece di odiare coloro che credi fomentatori di guerra, odia gli appetiti e il disordine della tua anima, che sono le cause della guerra. 
(Thomas Merton, ”Semi di contemplazione”, Garzanti, 1951, p. 65, passim)


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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