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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Avvento-Natale 2013 e Gennaio 2014 con la Santa Madre Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2014 18:25
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06/12/2013 12:56
 
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seconda



La Liturgia di questo tempo ci invita a riflettere su 4 grandi Figure: Isaia, San Giovanni Battista, San Giuseppe e la Vergine Maria. Attraverso il compito provvidenziale che fu loro affidato, si ha la meravigliosa manifestazione dei piani divini, passati, presenti e futuri, che preparano la salvezza promessa della Redenzione, dopo la colpa del Peccato Originale.

Giovanni Battista, l'ultimo dei profeti e il primo dei testimoni della venuta del Messia, ci mostra Cristo e ci esorta ad andare verso di Lui: "Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco".

Non c'è altro da fare che lasciarci conquistare da Gesù facendo penitenza e convertendoci al Suo amore.

Così dice il Papa nell'Esortazione Evangelii gaudium:

"Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché « nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore ». Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo:

« Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici ». Ci fa tanto bene tornare a Lui quando ci siamo perduti! Insisto ancora una volta: Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. Colui che ci ha invitato a perdonare « settanta volte sette » (Mt 18,22) ci dà l’esempio: Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti!"


Vi ricordiamo che questa Domenica seconda di Avvento, coincide con la Solennità dell'Immacolata in questo link troverete meditazioni e che domani, 7 dicembre, è anche il primo sabato del Mese dedicato a Maria santissima.....




Nel presepe manca il bue. È made in China

di Elisabetta Broli06-12-2013

 

Certo, nessun Vangelo ne parla – al massimo ne allude lontanamente citando la mangiatoia - ma da un millennio nel presepe il bue fa coppia fissa con l’asinello, a scaldare Gesù Bambino nella grotta. Ed allora perché eliminarlo?

Un paio di settimane fa ho comprato nel centro di Roma un presepe completo, incartato e riposto con cura in una scatola. Quando l’ho aperta mancava il bue. Il giorno dopo sono tornata al negozio e il commesso mi ha dato un nuovo presepe. Ho aperto la seconda confezione: anche in quella il bue non c’era. Come mai? Entrambi i presepi erano made in China, e cosa ne sanno, in un paese dove è stato bandito il cristianesimo, del bue e dell’asinello, ma anche di Gesù Bambino, della Madonna e di Giuseppe?

La Repubblica Popolare della Cina ufficialmente è atea e cristianesimo, sciamanesimo, taoismo, islamismo o buddhismo sono più o meno la stessa cosa. Su una popolazione di un miliardo e trecentomila persone, i cristiani sarebbero solo sessanta milioni; e secondo la “China Aid”, un’organizzazione per la difesa dei diritti umani, il Partito Comunista cinese ha redatto un documento contro il crescente diffondersi del cristianesimo nei campus universitari.

Nei presepi che arrivano dalla Cina potremmo trovare di tutto, dalle giraffe al posto delle pecore, ad una bambina nella mangiatoia. Invece della grotta un bel minareto con la mezza luna e la stella. A Mosca ho visto un presepe realizzato con le matrioske, pecore incluse, però in regola.

Il bue e l’asinello sono il presepe, anche se i Vangeli non ne parlano. Il primo testo a inserire i due animali nella natività, non proprio alla nascita ma al terzo giorno, sembra sia stato un apocrifo, il Vangelo dello Pseudo-Matteo: quando la Sacra Famiglia si sposta dalla grotta ad una stalla. Ma la loro funzione non era tanto quella di scaldare con il fiato nella notte di Betlemme il Figlio di Dio, bensì di adorarlo, rafforzando il riconoscimento della sua divinità, sull’esempio di angeli, pastori e re magi. Ma c’è dell’altro: i due animali danno compimento alle profezie di Isaia – ll bue conosce il proprietario e l’asino la greppia del padrone – e di Abacuc – In mezzo a due animali ti farai conoscere. Insomma, il bue e l’asinello, ma questo i nostri cinesi non possono neppure immaginarlo, sono diciamo due “strumenti teologici”, per confermare appunto le promesse dell’Antico Testamento e ammonire chi non riconosceva il Salvatore in quel bambino.

Una volta entrati nella grotta, sui due animali si pronunciarono in tanti all’interno della Chiesa. Per san Gerolamo rappresentavano l’Antico e il Nuovo Testamento; per san Riccardo l’asinello l’umiltà evangelica e per san Girolamo la pazienza virtuosa. In ogni caso il bue e l’asinello sono entrati definitivamente nel presepe fin dal IV Secolo, ed è un anonimo francescano del Trecento a trasformarli in un calorifero e investendoli di una devozione romantica. San Francesco non sminuì la tradizione, imponendo nella sua sacra rappresentazione la coppia di animali, non solo per verismo ma per una questione di umiltà, un messaggio implicito di pace e povertà; il contrario della presunzione e dell’altero cavallo che, a quei tempi e ancora a lungo, rappresentava il mezzo di trasporto dei nobili ricchi e dei cavalieri.

Una leggenda vuole che, nella notte di Natale coperta dalla neve, nelle stalle al bue e all’asinello – proprio per il ruolo che rappresentano nella Natività – è concesso di parlare e di dialogare con l’uomo. Naturalmente se la Cina permette la loro presenza.







 
 

[Modificato da Caterina63 06/12/2013 16:04]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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