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Avvento-Natale 2013 e Gennaio 2014 con la Santa Madre Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2014 18:25
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04/01/2014 11:14
 
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FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH

PAPA FRANCESCO

ANGELUS 

Piazza San Pietro
Domenica, 29 dicembre 2013

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa prima domenica dopo Natale, la Liturgia ci invita a celebrare la festa della Santa Famiglia di Nazareth. In effetti, ogni presepio ci mostra Gesù insieme con la Madonna e san Giuseppe, nella grotta di Betlemme. Dio ha voluto nascere in una famiglia umana, ha voluto avere una madre e un padre, come noi.

E oggi il Vangelo ci presenta la santa Famiglia sulla via dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio in Egitto. Giuseppe, Maria e Gesù sperimentano la condizione drammatica dei profughi, segnata da paura, incertezza, disagi (cfr Mt 2,13-15.19-23). Purtroppo, ai nostri giorni, milioni di famiglie possono riconoscersi in questa triste realtà. Quasi ogni giorno la televisione e i giornali danno notizie di profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi, alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie.

In terre lontane, anche quando trovano lavoro, non sempre i profughi e gli immigrati incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori. Le loro legittime aspettative si scontrano con situazioni complesse e difficoltà che sembrano a volte insuperabili. Perciò, mentre fissiamo lo sguardo sulla santa Famiglia di Nazareth nel momento in cui è costretta a farsi profuga, pensiamo al dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, che sono vittime della tratta delle persone e del lavoro schiavo. Ma pensiamo anche agli altri “esiliati”: io li chiamerei “esiliati nascosti”, quegli esiliati che possono esserci all’interno delle famiglie stesse: gli anziani, per esempio, che a volte vengono trattati come presenze ingombranti. Molte volte penso che un segno per sapere come va una famiglia è vedere come si trattano in essa i bambini e gli anziani.

Gesù ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste difficoltà, perché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio. La fuga in Egitto a causa delle minacce di Erode ci mostra che Dio è là dove l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l’abbandono; ma Dio è anche là dove l’uomo sogna, spera di tornare in patria nella libertà, progetta e sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi familiari.

Quest’oggi il nostro sguardo sulla santa Famiglia si lascia attirare anche dalla semplicità della vita che essa conduce a Nazareth. E’ un esempio che fa tanto bene alle nostre famiglie, le aiuta a diventare sempre più comunità di amore e di riconciliazione, in cui si sperimenta la tenerezza, l’aiuto vicendevole, il perdono reciproco. Ricordiamo le tre parole-chiave per vivere in pace e gioia in famiglia: permesso, grazie, scusa. Quando in una famiglia non si è invadenti e si chiede “permesso”, quando in una famiglia non si è egoisti e si impara a dire “grazie”, e quando in una famiglia uno si accorge che ha fatto una cosa brutta e sa chiedere “scusa”, in quella famiglia c’è pace e c’è gioia. Ricordiamo queste tre parole. Ma possiamo ripeterle tutti insieme: permesso, grazie, scusa.

(Tutti: permesso, grazie, scusa!

Vorrei anche incoraggiare le famiglie a prendere coscienza dell’importanza che hanno nella Chiesa e nella società. L’annuncio del Vangelo, infatti, passa anzitutto attraverso le famiglie, per poi raggiungere i diversi ambiti della vita quotidiana.

Invochiamo con fervore Maria Santissima, la Madre di Gesù e Madre nostra, e san Giuseppe, suo sposo. Chiediamo a loro di illuminare, di confortare, di guidare ogni famiglia del mondo, perché possa compiere con dignità e serenità la missione che Dio le ha affidato.


Dopo l'Angelus:

Cari fratelli e sorelle,

il prossimo Concistoro e il prossimo Sinodo dei Vescovi affronteranno il tema della famiglia, e la fase preparatoria è già iniziata da tempo. Per questo oggi, festa della Santa Famiglia, desidero affidare a Gesù, Maria e Giuseppe questo lavoro sinodale, pregando per le famiglie di tutto il mondo. Vi invito ad unirvi spiritualmente a me nella preghiera che ora recito:

Preghiera alla Santa Famiglia


Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.

Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo
e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.

Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.


   




SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO
XLVII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

PAPA FRANCESCO

ANGELUS

Piazza San Pietro
Mercoledì, 1° gennaio 2014

Video

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buon anno!

All’inizio del nuovo anno rivolgo a tutti voi gli auguri di pace e di ogni bene. Il mio augurio è quello della Chiesa, è quello cristiano! Non è legato al senso un po’ magico e un po’ fatalistico di un nuovo ciclo che inizia. Noi sappiamo che la storia ha un centro: Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto, che è vivo tra noi; ha un fine: il Regno di Dio, Regno di pace, di giustizia, di libertà nell’amore; e ha una forza che la muove verso quel fine: la forza è lo Spirito Santo. Tutti noi abbiamo lo Spirito Santo che abbiamo ricevuto nel Battesimo, e Lui ci spinge ad andare avanti nella strada della vita cristiana, nella strada della storia, verso il Regno di Dio.

Questo Spirito è la potenza d’amore che ha fecondato il grembo della Vergine Maria; ed è lo stesso che anima i progetti e le opere di tutti i costruttori di pace. Dove è un uomo o una donna costruttore di pace, è proprio lo Spirito Santo che li aiuta, li spinge a fare la pace. Due strade si incrociano oggi: festa di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace. Otto giorni fa è risuonato l’annuncio angelico: “Gloria a Dio e pace agli uomini”; oggi lo accogliamo nuovamente dalla Madre di Gesù, che «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc2,19), per farne il nostro impegno nel corso dell’anno che si apre.

Il tema di questa Giornata Mondiale della Pace è «Fraternità, fondamento e via per la pace». Fraternità: sulla scia dei miei Predecessori, a partire da Paolo VI, ho sviluppato il tema in un Messaggio, già diffuso e che oggi idealmente consegno a tutti. Alla base c’è la convinzione che siamo tutti figli dell’unico Padre celeste, facciamo parte della stessa famiglia umana e condividiamo un comune destino. Da qui deriva per ciascuno la responsabilità di operare affinché il mondo diventi una comunità di fratelli che si rispettano, si accettano nelle loro diversità e si prendono cura gli uni degli altri. Siamo anche chiamati a renderci conto delle violenze e delle ingiustizie presenti in tante parti del mondo e che non possono lasciarci indifferenti e immobili: c’è bisogno dell’impegno di tutti per costruire una società veramente più giusta e solidale. Ieri ho ricevuto una lettera di un signore, forse uno di voi, che mettendomi a conoscenza di una tragedia familiare, successivamente elencava tante tragedie e guerre oggi, nel mondo, e mi domandava: cosa succede nel cuore dell’uomo, che è portato a fare tutto questo? E diceva, alla fine: “E’ ora di fermarsi”. Anche io credo che ci farà bene fermarci in questa strada di violenza, e cercare la pace. Fratelli e sorelle, faccio mie le parole di quest’uomo: cosa succede nel cuore dell’uomo? Cosa succede nel cuore dell’umanità? E’ ora di fermarsi!

Da ogni angolo della terra, oggi i credenti elevano la preghiera per chiedere al Signore il dono della pace e la capacità di portarla in ogni ambiente. In questo primo giorno dell’anno, il Signore ci aiuti ad incamminarci tutti con più decisione sulle vie della giustizia e della pace. E incominciamo a casa! Giustizia e pace a casa, tra noi. Si incomincia a casa e poi si va avanti, a tutta l’umanità. Ma dobbiamo incominciare a casa. Lo Spirito Santo agisca nei cuori, sciolga le chiusure e le durezze e ci conceda di intenerirci davanti alla debolezza del Bambino Gesù. La pace, infatti, richiede la forza della mitezza, la forza nonviolenta della verità e dell’amore.

Nelle mani di Maria, Madre del Redentore, poniamo con fiducia filiale le nostre speranze. A lei, che estende la sua maternità a tutti gli uomini, affidiamo il grido di pace delle popolazioni oppresse dalla guerra e dalla violenza, perché il coraggio del dialogo e della riconciliazione prevalga sulle tentazioni di vendetta, di prepotenza, di corruzione. A lei chiediamo che il Vangelo della fraternità, annunciato e testimoniato dalla Chiesa, possa parlare ad ogni coscienza e abbattere i muri che impediscono ai nemici di riconoscersi fratelli.













 









Nel nome di Gesù, "Dio Salva"
Il nome nella Bibbia e nel trigramma inventato da San Bernardino da Siena

Roma, 04 Gennaio 2014 (Zenit.org) Laura Guadalupi

Gesù significa in ebraico “Dio salva” e, come si legge nel Catechismo della Chiesa Cattolica, esprime al tempo stesso la sua identità e missione: “Poiché Dio solo può rimettere i peccati, è Lui che, in Gesù, il suo Figlio eterno fatto uomo, ‘salverà il suo popolo dai suoi peccati’ (Mt 1, 21). Così, in Gesù, Dio ricapitola tutta la sua storia di salvezza a vantaggio degli uomini” (art.2, I. 430). Inoltre, prosegue il Catechismo,questo nome è al centro della preghiera cristiana e anche la preghiera del cuore, tanto diffusa tra gli orientali, è detta “Preghiera di Gesù”.

Scrive San Paolo, nella Lettera ai Filippesi (2, 8 – 11), che il Messia “si umiliò facendosi obbediente fino alla morte e alla morte in croce. Per questo Dio lo ha sopraesaltato ed insignito di quel nome che è superiore a ogni nome, affinché, nel nome di Gesù, si pieghi ogni ginocchio, degli esseri celesti, dei terrestri e dei sotterranei e ogni lingua proclami, che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre”. Ancora, nel Vangelo di Giovanni, Cristo dice agli apostoli: “Se mi chiederete qualcosa nel mio nome, io lo farò” (Gv, 14, 14).

Sono numerosi, insomma, i riferimenti biblici al Santissimo Nome di Gesù, che fu onorato nella Chiesa sin dai primi tempi, benché il culto liturgico sia iniziato solo nel XIV secolo per impulso del santo francescano Bernardino da Siena, che nei suoi “Discorsi” (Serm. 49 de nom. Iesu:; Opera omnia 4, 505-506) lo definisce “splendore degli evangelizzanti”, ossia dei predicatori. Il francescano tanto si prodigò che ne diffuse la devozione. Il 3 gennaio ricorre la memoria facoltativa del Santissimo Nome, ripristinata nel Calendario Romano dal Beato Giovanni Paolo II

(dopo che fu addirittura rimosso con la recente Riforma liturgica del Concilio. In effetti, da quando Papa Innocenzo XIII estese la Festa del "Santissimo Nome di Gesù" a tutta la Chiesa nel 1721, tale è rimasta nel rito detto oggi Straordinario ripristinato da Benedetto XVI nel 2007 con il Summorum Pontificum, e si celebra fra il 2 e il 5 gennaio, oppure il 2 gennaio, quando non ricorre la domenica. Nota mia)



Ma torniamo a San Bernardino e ai confratelli che ne continuarono la predicazione, animati dal medesimo zelo apostolico. A Bernardino è legato il trigramma del nome di Gesù. Fu lui a inventarlo e a disegnarlo, tanto che è considerato il patrono dei pubblicitari. Ben presto divenne un emblema esibito sulle facciate di edifici pubblici e privati, finanche sul Palazzo Pubblico di Siena e sugli stendardi che precedevano il suo arrivo in qualche nuova città. Il trigramma ebbe un gran successo anche nel resto d’Europa, tanto che S. Giovanna d’Arco volle ricamarlo sul suo stendardo e, più tardi, venne adottato pure dai Gesuiti come emblema della Compagnia. Divennero sostenitori del culto e al Santissimo Nome dedicarono alcune delle chiese più belle in tutto il mondo come, ad esempio, la Chiesa del Gesù a Roma.

Ma vediamo più nel dettaglio il simbolo. È un sole raggiante su sfondo azzurro, con sopra le lettere IHS, ovvero le prime tre lettere del nome Gesù in greco ΙΗΣΟΥΣ (Iesûs). C’è da dire che sono state date anche altre spiegazioni alle lettere IHS, come l’abbreviazione del motto costantiniano “In Hoc Signo (vinces)”, oppure di “Iesus Hominum Salvator”. Gli altri elementi sono anch’essi significativi: con il sole centrale Bernardino volle alludere a Cristo, che al pari del sole, dà la vita, mentre suggerisce l’idea dell’irradiarsi della Carità.

Il sole emana calore attraverso i raggi: dodici sono serpeggianti, otto diretti, chiaro riferimento ai dodici Apostoli e alle otto Beatitudini. Una fascia circonda il sole: è la felicità senza fine dei beati. Anche i colori sono portatori di una ricca simbologia. Il celeste dello sfondo rappresenta la fede, l’oro sta per l’amore. L’asta sinistra dell’H venne allungata e tagliata in alto, così da formare una croce, croce che a volte è poggiata sulla linea mediana dell’H. Vennero poi riprese le parole in latino tratte dalla Lettera ai Filippesi a cui prima abbiamo fatto cenno: tutto il simbolo è circondato dalla frase “nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, sia degli esseri celesti, che dei terrestri e degli inferi”.

  




[Modificato da Caterina63 05/01/2014 08:29]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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