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Il Signore sia con te... spiegato ai più giovani

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2013 22:23
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07/12/2013 22:23
 
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Il Signore sia con te
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   per chi preferisce il testo scritto:

Il Signore sia con te

Oggi parliamo di un breve DIALOGO, ma intenso, che avviene durante la Santa Messa, si ripete per quattro volte, e non sono parole messe lì a caso.....

Il Signore è con te

Chi frequenta la chiesa e partecipa a qualche liturgia, come la Santa Messa, si sente dire per diverse volte, come saluto, come augurio, come inizio di un dialogo:

«Il Signore sia con voi», e noi ripetiamo "e con il tuo spirito".

Dominus vobiscum . Et cum spiritu Tuo.

Prima di dire una preghiera, prima di dare una benedizione, prima di congedare, prima di fare un gesto solenne, il prete dice : «Il Signore sia con voi».

Come sempre, quando ci si abitua a delle espressioni, queste perdono il loro significato e diventano modi di dire.

Ma da dove viene questo saluto?

Quando l’Angelo "mandato da Dio" lo disse alla Vergine Maria, non stava facendo liturgie particolari, non ha detto «il Signore è con te» per cominciare una preghiera, ma definiva un fatto nuovo, un evento nella storia dell’umanità.

Ma Dio non è Colui che abita solo nei cieli, l’inaccessibile, Colui che non può essere circoscritto in nessuna realtà creata? Non il nostro ed unico vero Dio!

È sempre stato un grande desiderio di ogni uomo dal sentimento religioso poter stare con Dio, vivere con Lui, avere un contatto con la divinità. Gli ebrei andavano al tempio e con sacrifici propiziatori chiedevano di poter parlare con Dio, dialogare con Lui. Il pontefice-sacerdote faceva da "ponte" appunto per creare il contatto, per dare all’uomo una vaga speranza di poter invadere lo spazio di Dio in cerca di aiuto.

L'Arcangelo Gabriele invece salta tutti i sacrifici propiziatori, realizza il grande desiderio dell’uomo di voler incontrare Dio nella decisione definitiva di Dio di abitare con l’uomo, di stare con lui.

Così "discende dal Cielo" e garantisce a Maria che il contatto, la Presenza impossibile, la vicinanza di Dio stava diventando per lei un dato di fatto, un’esperienza assolutamente unica e nuova che cambiava il corso della storia.

Con Maria cambia radicalmente la storia: il Signore viene ad abitare nella vita dell’uomo. Si fa Uomo, pur rimanendo Dio.

La Madonna non risponde con un fare  abitudinario: «E con il tuo Spirito», non stava a Messa distratta, ma viene colpita dall’intensità del significato.

"Come avverrà questo?" chiederà Maria che era attenta all'Annuncio. E l'Arcangelo le spiega come avverrà (leggere il Vangelo secondo Luca 1, 29-38).

"A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».  Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».  Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei..."

 

E l'Onnipotente, l'Eccelso Signore, grazie al "Sì" di Maria, per la prima volta sta con la creatura in maniera definitiva, nuova, unica.

Da allora tutto è talmente vero e bello che Dio non ha più abbandonato l’uomo e il saluto nella Santa Messa: «Il Signore sia con voi» è un saluto che ci garantisce che Dio non ci abbandona più, è sempre con noi, ci abita, ci possiede, ci fortifica dall’interno.

Per ogni cristiano si può dire: il Signore è con te. Dio sta qui, come ha promesso quando ascese al cielo, è in te con lo Spirito, è dentro di te con la Sua forza, è con noi in virtù della Sua Parola che è via, verità e vita.

Non sei solo, non sei abbandonato a te stesso, non sei di nessuno, ma c’è con te il Signore, il Kyrios, l’Onnipotente. Dio non abita nei miti, non si fa raccontare, non si fa annunciare da sacrifici di animali, ma interviene direttamente, il Sacrificio è Lui stesso, abita in ogni persona che liberamente gli apre la porta:"Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Apocalisse 3,20).

 

Nel vangelo tante altre volte Gesù si sentirà chiedere dalla gente: «Maestro dove stai? dove abiti? ....». La sua risposta è coinvolgente: «Venite e vedrete....».

Andare dove? 
Noi stiamo cuore a cuore con Dio; da quando Maria ha concepito Gesù, non c’è più nessun vuoto, nessuna solitudine, nessun abbandono. «Io sono con te».

Il Signore è con te come lo è per Maria, ti può riempire tutto, se vuoi.

Perché tante persone che abitano nelle clausure più isolate sono felici? Perché sperimentano che Dio è con loro, si fa incontrare lì nella vita contemplativa. Ma non solo: chi frequenta spesso la Santa Messa come si deve, l'Adorazione Eucaristica, la Confessione, l'Eucaristia, se lo fa perché vuole aprire la porta a Dio, sperimenta questo incontro e non lo lascia più.

La solitudine è sconfitta, Dio è presente nella nostra vita in Cristo Gesù. Quando l'Apostolo Andrea dice a Gesù che "vuole vedere Dio, il Padre": Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? » (Giovanni 14,9).

E noi Lo contempliamo estasiati in Maria e con Maria, ma per esserne pienamente coinvolti dobbiamo, come Lei, dire il nostro personale "Sì"; Sì Gesù, vieni a nascere nel mio cuore.

 


   




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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