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I simboli del Natale spiegati ai giovani: l'albero, la stella.....

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2014 21:46
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Sesso: Femminile
13/12/2013 11:18
 
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 Sono due le riflessioni che vi riportiamo sulla Stella di Natalestella1
la prima parla della pianta quale  simbolo di rinascita attraverso la leggenda messicana; la seconda parliamo proprio della Stella Cometa........ quella che guidò i Magi a Betlemme per adorare il Bambino.....




Il dono di Lola

Era la vigilia di Natale ed in fondo alla cappella una bambina messicana di nome Lola pregava piangendo perché non aveva niente da offrire a Gesù, nemmeno un semplice fiore da mettere ai piedi del Presepe.
All'improvviso la bambina vide un forte bagliore, era la luce che emanava il suo angelo custode che, intenerito dalle lacrime e dal dolore della bambina si palesò a lei per rassicurarla e le disse che Gesù conosceva l'amore che era racchiuso nel suo piccolo cuoricino e che sarebbe stato sufficiente portare in Chiesa solo qualche fiore raccolto sul bordo della strada.

Lola rispose che sulla strada c'erano solo erbe cattive e l'angelo le rispose che non si trattava di erbe cattive ma di piante e che l'uomo ancora non conosceva le intenzioni del Signore. 
Lola uscì dalla cappella e qualche minuto più tardi vi rientrò con un mazzo di erbe che depositò con rispetto davanti al presepe in mezzo ai fiori che gli altri abitanti del villaggio avevano portato. Poco dopo avvenne il miracolo che aveva preannunciato l'angelo: le erbacce portate da Lola si trasformarono in bellissimi fiori rossi.
Da quel giorno le stelle di Natale in Messico sono chiamate " Flores de la Noche Buena" cioè 'Fiori della Santa Notte' ed ancora oggi questa pianta viene utilizzata come simbolo del Natale, come buon auspicio per i mesi a venire grazie ai colori accesi e gioiosi che richiamano la primavera, periodo di semine e raccolti.

Oltre a questo, la Stella di Natale ci deve ricordare che non sono necessari doni costosi per dimostrare affetto e amore e che anche un fiore può essere un regalo piacevole per colui che ne ha il pensiero ed un dono gradito per chi lo riceve.

   La stella di Natale simbolo del Sangue Divino 

Quando Dio creò la natura nel mondo invitò le piante a dar forma ai loro fiori più belli e chiese loro di scegliere la stagione dell'anno in cui fiorire.
Un giorno Dio si accorse che una pianta, pur sforzandosi di compiere la missione che lui gli aveva affidato, non veniva apprezzata e scelta da nessuno perché il suo fiore era troppo piccolo e le sue foglie troppo grandi.
Dio si avvicinò quindi alla pianta lodandola per la sua bellezza interiore che nessuno riusciva ad apprezzare e decise di donarle il suo sangue e di depositarlo sulle sue foglie, colorandole del rosso più intenso e trasformandola nel fiore più bello che, simboleggiando l'amore e l'essenza divina dell'Universo sulla terra, sarebbe fiorita e sbocciata in tutto il suo splendore e la sua bellezza nel momento più importante dell'anno: a Natale.
Da quel momento, la pianta dai fiori piccoli e le grandi foglie diventò la Stella di Natale.


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stella1




La Stella di Betlemme, popolarmente detta stella cometa, è quel fenomeno astronomico che, secondo il racconto del Vangelo secondo Matteo (2,1-12.16), guidò i Magi a fare visita a Gesù appena nato:
"Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".
Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella (o astér), che avevano visto nel suo sorgere (en têi anatolêi), li precedeva (proêghen autoús), finché (eôs) giunse e si fermò sopra (estáthe epáno) il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra..."

L'astro viene citato solo da Matteo (2,1-12.16)
Il testo afferma che la stella non condusse gli astrologi direttamente da Gesù, ma da Erode. E proprio grazie a tale circostanza Erode fu informato della nascita di Gesù. Le parole en têi anatolêi sono state spesso tradotte "in Oriente", quasi come un rafforzamento della provenienza dei Magi (a Oriente di Gerusalemme c'era Babilonia e più in là la Persia).

Il termine greco usato nel vangelo è aster, astro, che può indicare un generico corpo o fenomeno celeste.
Mentre la nostra sensibilità moderna tende a sportarsi sull'aspetto astronomico del fenomeno, da parte dell'evangelista l'intenzione è cristologica: il sorgere della Stella è il sorgere del Messia d'Israele, adempimento dell'oracolo di Balaam (Nm 24,17), riconosciuto dai misteriosi personaggi venuti da oriente.
La presenza di una stella alla nascita di Gesù è un simbolo messianico. 
Il riferimento biblico è la profezia di Balaam su una stella, che sarebbe spuntata da Giacobbe Nm 24,17. Benché la stella sia stata spesso identificata col Re Davide, già prima della nascita di Cristo alcuni ebrei l'avevano identificata col Messia. 
Nel secondo secolo Origene ed Ireneo di Lione richiamarono questa profezia proprio in relazione alla Stella di Betlemme. 
L'identificazione messianica è ancora più chiara nella versione dei LXX (quella normalmente utilizzata dagli evangelisti), in cui lo "scettro", che sorge in Israele, è tradotto in greco con "uomo".
In accordo con la profezia di Balaam, il tema della "luce" compare in molte altre profezie tradizionalmente applicate al Messia, fra cui quella a cui questo passo è maggiormente collegata Is 60,1-6
Il carattere "nazionalistico" della profezia di Baalam potrebbe essere il motivo per cui la stella non compare nel vangelo di Luca, diretto ai "gentili" e agli ebrei ellenizzati. L'ipotesi più comune la identifica con una triplice congiunzione di Giove e Saturno verificatasi nel 7 a.C., data compatibile con l'accenno al censimento universale accennato da Luca e comunemente identificato con quello indetto da Augusto nell' 8 a.C. (vedi Censimento di Quirinio).

Nell'iconografia antica della nascita di Gesù la stella non è rappresentata con la coda. Fu Giotto, che probabilmente aveva visto la cometa di Halley nel 1301, a dipingere nella cappella degli Scrovegni a Padova un affresco con una cometa dalla lunga coda sopra il luogo del presepe.
Dal XIV secolo in poi si moltiplicano i quadri ispirati a questo affresco. La coda risponde al desiderio di avere un oggetto celeste che indichi una direzione.

  RIEPILOGANDO

I Vangeli sono una fonte privilegiata per inquadrare con una certa precisione la "stella" che videro i Magi. Dal Vangelo di Matteo ci proviene un'utile informazione: il fenomeno astronomico osservato dai Magi, fu importante tanto da essere usata come guida, e questo è l'aspetto della Tradizione che più ci interessa.. 
Anche Erode ne era stato a conoscenza, ma il suo interesse verso quel Bambino è ben diverso da quello dei Magi. 
E c'è anche l'aspetto meramente umano: perfetti conoscitori della volta celeste quali erano, i Magi sicuramente si resero conto che ciò che videro, nel loro lungo viaggio da Babilonia a Betlemme, era qualcosa di importante per la propria esperienza di studiosi del cielo, anche se poi, a livello popolare, poteva passare del tutto inosservato. Ecco dunque perché furono i Magi a vedere "la stella" e non altri: solo loro erano in grado, come esperti osservatori delle stelle, di apprezzarne la particolarità.

Di grande interesse sono anche i Vangeli apocrifi, che la Chiesa esclude dal novero di quelli canonici per motivi dottrinali. Già dai primi Sinodi e Concili, i Vangeli detti "apocrifi" persero credito nei confronti dei secondi, riconosciuti come canonici, ma continuarono ad essere usati nella cultura popolare, influenzando fortemente l'iconografia cristiana. 
Gli stessi Vangeli apocrifi, nella loro forma orale, sembrano avere un'origine molto remota, perlomeno come i Vangeli canonici, e contengono elementi dogmatici che la Chiesa ritiene validi. Nel Protovangelo di Giacomo (databile tra il 130 e il 140 d.c.) viene più volte ribadito un concetto: la stella è un simbolo di regalità, rappresenta l'annuncio della nascita di un re. Un altro Vangelo apocrifo, quello definito dello Pseudo-Matteo, delinea molti particolari sulla grotta di Gesù e sulla brillante stella che vi splendeva dal tramonto all'alba. Nei Vangeli apocrifi redatti in Siria intorno al VI secolo si leggono molti altri dettagli: i Magi, avvertiti da un angelo, intrapresero un viaggio durato nove mesi guidati da una stella e giunsero a destinazione nel momento in cui la Vergine dava alla luce Gesù. Sono questi stessi scritti che identificano i Magi con i loro nomi, i quali infatti non sono riportati in quelli canonici.

La Stella, dunque, si muoveva precedendoli, fin quando si fermò sopra la grotta. Allora la sua forma cambiò e divenne simile ad una colonna di luce che si levava dalla terra al cielo. L'angelo che aveva assunto la forma di una stella ritornò per far loro da guida [...].
Un fatto importante va sottolineato quando prendiamo spunto dalle letture evangeliche riguardanti la "stella" dei Magi: quest'ultima è una prova molto evidente di quanto nella cristianità degli albori fosse penetrata la cultura laica, ed astrologica in particolare. 
I racconti di Matteo e dei Vangeli Apocrifi dovettero fare i conti per molto tempo con la scarsa considerazione per l'astrologia, frequente nei primi secoli del cristianesimo. Molti la ritenevano addirittura una pratica demoniaca, che avesse avuto comunque una sua liceità fino alla nascita di Cristo. L'adorazione dei Magi attestava proprio la superiorità dei Vangeli sulle convinzioni dei pagani, rappresentava l'inchinarsi della cultura orientale alla dottrina cristiana e la fine della validità dell'astrologia. 
I Padri della Chiesa del IV secolo attribuirono alla "Stella" dei Magi caratteristiche prodigiose, ma furono anche coloro che seppero dialogare con l'astronomia, portando così una netta distinzione con l'astrologia: insomma, incontro con l'astronomia sì, nulla a che vedere con l'astrologia, nel primo caso la cristologia viene confermata dall'astonomia, nel secondo caso, per i Padri, si accedeva alle superstizioni pagane o delle false divinità.
S.Basilio faceva osservare che la stella in se non era né un pianeta, né una cometa o altro: era qualcosa di straordinario, per esempio nel suo movimento diverso da quello degli astri allora conosciuti, e non poteva certo essere identificata con una stella da cui trarre un oroscopo. Essa poteva anche essere un angelo, o un qualsiasi diretto segno del cielo. 

Tracciamo allora un identikit della "stella" dei Magi. Innanzi tutto essa non apparì eccezionale alla gente comune, mentre la sua osservazione fu particolarmente significativa durante l'opposizione al Sole. Inoltre la stella si mostrò una prima volta, scomparve, poi ricomparve. 
Quale fenomeno astronomico, dunque, può aver attirato l'attenzione dei Magi tra il 7 e il 4 a.C.?
                                               


  Per concludere due leggende

La leggenda della Stella cometa

Tanto tempo fa, la notte prima della vigilia di Natale, nel cielo tutte le stelle erano felici, tranne una.
Dopo un’ora Dio le chiese perché non fosse felice e la stella rispose singhiozzando che tutte le sue amiche erano dorate e lucenti, invece lei non faceva granché di luce.
Dio esclamò: “Visto che tu sei molto leale e cortese, ecco una luce splendente!”, e la stella: “Oh, buon Dio, cosa posso fare per te?”. Dio disse: “Ecco cosa devi fare: indossa questa coda e segna la strada per arrivare alla Mangiatoia, laggiù agli abitanti del villaggio e a tutti coloro che vogliono adorare il divino mio Figlio nato dalla Vergine Maria”.
E così fece, tant’ è che Gesù Bambino ebbe molte visite. Per ricordare questo evento, da allora orniamo il presepe con la stella cometa.


***
                                    


Giuseppe e Maria cercavano una stanza per la notte. Era buio : nè torce , nè lampioni illuminavano le strade. Nel cielo, però, brillavano una moltitudine di stelle . Una di loro vide quell'uomo e quella donna in cerca di un riparo e si avvicinò un pò di più alla terra. La radura prese forma, si illuminò il sentiero e, grazie alla sua luce , Giuseppe e Maria videro una capanna abbandonata e lì si fermarono. La stella non li abbandonò mai : si fermò anch'essa quand'Essi si furono sistemati e la sua luce riscaldava i loro cuori. Quando nacque Gesù Bambino diventò ancora più luminosa . Ella stessa si stupì e pensò:"Che mi succede?!"

Poi si guardò intorno e vide... una lunga scia luminos .
Gesù Bambino aveva voluto premiarla così, donandole "la coda" per aver illuminato il cammino alla sua Mamma e al suo Papà.
La Stella per ringraziare si offrì così di continuare la sua scia luminosa per guidare i Magi dal lontano Oriente che i erano messi in cammino, per andare ad adorare il Divino Bambino, e riconoscere in Lui il Messia che tutti attendevano. Da allora e nella tradizione popolare iniziata poi da San Francesco d'Assisi col suo Presepio, mai mancò la Stella sullo sfondo del cielo stellato.


                      


 







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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