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Editae Saepe, Pio X per il III Centenario canonizzazione di san Carlo Borromeo

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2013 15:09
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23/12/2013 15:01
 
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  Così il nostro Antecessore, trascorsi cinque lustri dalla morte di Carlo. E ora, trascorsi tre secoli dalla glorificazione a lui decretata, « meritamente è pieno il nostro labbro di gaudio e la nostra lingua di esultanza nell'insigne giorno della nostra solennità, quando col decretare i sacri onori a Carlo prete cardinale della Santa Romana Chiesa, alla quale Noi per disposizione del Signore presediamo, fu aggiunta una corona ricca di ogni pietra preziosa all'unica sua Sposa ». Così Noi abbiamo comune col nostro Antecessore la confidenza, che dalla contemplazione della gloria, ma più ancora dagli insegnamenti e dagli esempi del Santo, si possa vedere umiliata la protervia degli empi e confusi tutti quelli che « si gloriano dei simulacri degli errori » [12]. Quindi la rinnovata glorificazione di Carlo, modello del gregge e dei pastori nei tempi moderni, propugnatore e consigliere indefesso della verace riforma cattolica contro quei novatori recenti, il cui intento non era la reintegrazione, ma piuttosto la deformazione e distruzione della fede e dei costumi, riuscirà dopo tre secoli per tutti i cattolici di singolare conforto ed istruzione, come di nobile incitamento a tutti per cooperare strenuamente all'opera che tanto Ci sta a cuore della ristaurazione di tutte le cose in Cristo.


Certamente è a voi ben noto, Venerabili Fratelli, come la Chiesa, quantunque tribolata continuamente, non è mai lasciata da Dio priva di ogni consolazione. Poiché Cristo l'amò e dette se stesso per lei, affine di santificarla e farsela comparire innanzi gloriosa, senza macchia nè ruga nè altra cosa tale, ma perchè sia santa e immacolata [13]. Anzi, quando più sbrigliata la licenza dei costumi, più feroce l'impeto della persecuzione, più astute le insidie dell'errore sembrano minacciare a lei rovina estrema, fino a strapparle dal seno non pochi dei suoi figliuoli, per travolgerli nel vortice dell'empietà e dei vizi, allora la Chiesa sperimenta più efficace la protezione divina. Perocchè Iddio fa che l'errore stesso, vogliano o no i malvagi, serva al trionfo della verità, di cui la Chiesa è vigile custode; la corruzione serva all'incremento della santità, di cui essa è altrice e maestra, la persecuzione ad una più mirabile liberazione dai nostri nemici. Così avviene che quando la Chiesa appare agli occhi profani sbattuta da più fiera tempesta e quasi sommersa, allora n'esca più bella, più vigorosa, più pura, rifulgendo nello splendore delle maggiori virtù.


In questo modo la somma benignità di Dio viene confermando con nuovi argomenti, che la Chiesa è opera divina; sia perchè nella prova più dolorosa, quella degli errori e delle colpe che s'infiltrano nelle stesse sue membra, le fa superare il cimento; sia perchè le mostra attuato il detto di Cristo : Le porte dell'inferno non prevarranno contro di lei [14]; sia perchè comprova di fatto la promessa :Ecco io sarò con voi tutti i giorni sino alla consumazione del secolo [15]; sia infine perchè testimonia di quella misteriosa virtù per cui un altro Paraclito, promessole da Cristo nel suo sollecito ritorno al cielo, continuamente in lei effonde i suoi doni, e la difende e la consola in ogni tribolazione; spirito che rimane con lei in eterno; spirito di verità che il mondo non può ricevere, perchè non lo vede, nè lo conosce, perchè egli dimorerà fra voi e sarà con voi [16]. Da questa fonte sgorga la vita e il nerbo della Chiesa; e da questa pure il distinguersi da ogni altra società, come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano, per le note manifeste, ond'è segnalata e costituita « quasi un vessillo sollevato fra le nazioni » [17].


E infatti, solo per un miracolo della potenza divina può succedere che tra l'innondare della corruzione e la frequente deficienza delle membra, la Chiesa in quanto è il corpo mistico di Cristo, si mantenga indefettibile nella santità della dottrina, delle leggi, del suo fine; dalle cause stesse tragga del pari fruttuosi effetti; dalla fede e dalla giustizia di molti suoi figliuoli raccolga frutti copiosissimi di salute. Né meno chiaro apparisce il sigillo della sua vita divina in ciò che fra tanta e così turpe colluvie di perverse opinioni, fra così grande numero di ribelli, fra il tanto multiforme variare degli errori, essa persevera immutabile e costante, quale colonna e sostegno della verità, nella professione di una stessa dottrina, nella comunione degli stessi sacramenti, nella sua divina costituzione, nel governo, nella morale. E ciò tanto più è mirabile, perchè ella non solamente resiste al male, ma vince il male col bene, e mai non resta dal benedire e agli amici e ai nemici, mentre tutta si affatica ed anela a operare la rinnovazione cristiana della società non meno che dei singoli individui. Poichè questa è la sua missione propria nel mondo, e di questa gli stessi suoi nemici sentono i benefizi.


Un tale mirabile influsso della Provvidenza divina nell'opera ristauratrice promossa dalla Chiesa appare splendidamente in quel secolo che vide sorgere a conforto dei buoni S. Carlo Borromeo. Allora, spadroneggiando le passioni, travisata quasi del tutto e oscurata la cognizione della verità, eravi lotta continua con gli errori, e l'umana società, precipitando al peggio, sembrava correre all'abisso. Fra questi mali insorgevano uomini orgogliosi e ribelli, nemici della croce di Cristo... uomini di sentimenti terreni, il Dio de' quali è il ventre [18]. Costoro, applicandosi non a correggere i costumi, ma a negare i dogmi, moltiplicavano i disordini, allargavano a sè ed agli altri il freno della licenza, o certo sprezzando la guida autorevole della Chiesa, a seconda delle passioni dei principi o dei popoli più corrotti, con una quasi tirannide ne rovesciavano la dottrina, la costituzione, la disciplina. Indi, imitando quegli iniqui, a cui è rivolta la minaccia : Guai a voi che chiamate male il bene e bene il male [19], quel tumulto di ribellione e quella perversione di fede e di costumi chiamarono riforma e se stessi riformatori. Ma, in verità, essi furono corrompitori, sicchè, snervando con dissensioni e guerre le forze dell'Europa, prepararono le ribellioni e l'apostasia dei tempi moderni, nei quali si rinnovarono insieme in un impeto solo quei tre generi di lotta, prima disgiunti, da cui la Chiesa era uscita sempre vincitrice : le lotte cruente della prima età, indi la peste domestica delle eresie, infine, sotto nome di libertà evangelica, quella corruzione di vizi e perversione della disciplina, a cui forse non era giunta l'età medievale.






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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