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Editae Saepe, Pio X per il III Centenario canonizzazione di san Carlo Borromeo

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2013 15:09
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23/12/2013 15:08
 
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  E questo appunto un nuovo distintivo dei veri riformatori dai falsi, come più volte voi avete conosciuto a prova, Venerabili Fratelli.
I riformatori falsi cercano i proprii interessi, non quelli di Gesù Cristo [59], e dando orecchio all'invito insidioso già fatto al divino Maestro : Va e mostrati al mondo [60], ripetono anch'essi le parole ambiziose : Facciamoci anche noi un nome. Per la quale temerità, come pur troppo deploriamo anche ai nostri giorni, caddero dei sacerdoti in guerra, nell'atto che pretendevano fare cose grandi, e uscivano alla mischia senza prudenza[61].

Al contrario il riformatore sincero non cerca la sua gloria, ma la gloria di Colui che lo ha mandato [63]; e come Cristo, suo esemplare, non contenderà né griderà né alcuno udirà la sua voce per le piazze; non sarà torbido nè irrequieto [63ma sarà dolce e umile di cuore [64]. Quindi egli piacerà al Signore e riporterà frutti copiosissimi di salute.

Per un altro distintivo ancora si differenziano l'uno dall'altro, mentre quegli, appoggiato solo alle forze umane, confida nell'uomo e pone la sua fortezza nella carne [65]; questi invece mette in Dio tutta la sua speranza; da lui e dai mezzi soprannaturali aspetta ogni forza e virtù, esclamando con l'Apostolo : Ogni cosa io posso in colui che mi conforta [66].

Questi mezzi, che Cristo comunicò in larga copia, il fedele cerca nella Chiesa stessa a comune salvezza, e primi fra essi la preghiera, il sacrificio, i sacramenti, i quali divengono quasi fonte di acqua che sale alla vita eterna [67]. Ma di tutti questi mezzi mal sofferenti coloro che per vie traverse e dimentichi di Dio si affannano intorno all'opera della riforma, mai non cessano di intorbidare quelle fonti purissime, se non del tutto disseccarle, per tenerne lontano il gregge di Cristo. Nel che certo fanno anche peggio i loro moderni seguaci, che sotto una certa maschera di più alta religiosità, hanno in niun conto quei mezzi di salute e li mettono in discredito, particolarmente i due sacramenti, coi quali o si perdonano i peccati alle anime pentite o si fortificano le anime col cibo celeste. Ogni fedele pertanto procurerà con sommo studio che benefizi di così gran pregio siano tenuti nel massimo onore, nè soffrirà che l'affetto degli uomini illanguidisca verso queste due opere della carità divina.

Così appunto si adoperò il Borromeo, del quale fra le altre cose leggiamo scritto : « Quanto maggiore e più copioso è il « frutto dei sacramenti di quello che se ne possa spiegare facilmente il valore, con tanto più diligenza e intima pietà dell'anima ed esterno culto e venerazione si devono trattare e ricevere » [68]. Del pari degnissime di essere ricordate sono le raccomandazioni ond'egli esorta i parrochi e altri sacri predicatori di richiamare alla pratica antica la frequenza della santa Comunione, il che pure Noi abbiamo fatto col Decreto che incomincia : Tridentina Synodus. « I parrochi e i predicatori, dice il santo vescovo, esortino quanto più spesso il popolo alla pratica salutarissima di ricevere frequentemente la sacra Eucaristia, appoggiandosi alle istituzioni ed agli esempi della Chiesa nascente, alle raccomandazioni dei Padri più autorevoli, alla dottrina del catechismo romano, in questo stesso punto più distesamente spiegata, e alla sentenza infine del Concilio Tridentino, il quale vorrebbe che in ogni messa i fedeli comunicassero non solo con ricevere l'Eucaristia spiritualmente, ma anche sacramentalmente » [69]. Con quale intenzione poi, con quale affetto si debba frequentare questo sacro convito, lo insegna con queste parole : « Il popolo non solo dev'essere spronato alla pratica di ricevere frequentemente il santissimo Sacramento, ma pure ammonito quanto sia pericoloso ed esiziale l'accostarsi indegnamente alla sacra mensa di quel cibo « cavino » [70]. E una simile diligenza sembra richiesta massimamente dai tempi nostri di fede vacillante e di carità illanguidita, acciocchè dalla cresciuta frequenza non venga sminuita la riverenza debita a tanto mistero, ma piuttosto se ne tragga motivo a far che l'uomo provi se stesso e così mangi di quel pane e beva del calice [71].

Da queste fonti sgorgherà una ricca vena di grazia, e da essa trarranno vigore ed alimento anche i mezzi naturali ed umani. Nè l'azione del cristiano disprezzerà punto le cose utili e di conforto alla vita, venendo anch'esse dal medesimo Iddio, autore della grazia e della natura; ma eviterà con gran diligenza che in cercare e godere le cose esterne e i beni del corpo, si riponga il fine e quasi la felicità di tutta la vita. Chi vuole pertanto usare di questi mezzi con rettitudine e temperanza, li ordinerà alla salute delle anime, ubbidendo al detto di Cristo : Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date per giunta [72].

Un siffatto uso dei mezzi ordinato e sapiente tanto è lungi che mai venga ad opporsi al bene di ordine inferiore, cioè proprio della società civile, che anzi ne promuove in gran maniera gli interessi; nè già con vana iattanza di parole, com'è il costume dei faziosi riformatori, ma coi fatti e col sommo dello sforzo, fino al sacrifizio delle sostanze, delle forze e della vita. Di tale fortezza ci dànno esempio sopra tutto molti vescovi, i quali, in tempi tristi per la Chiesa, emulando lo zelo di Carlo, avverano le parole del divino Maestro : Il buon pastore dà la sua vita per le sue pecorelle [73]. Essi non da bramosia di gloria, non da spirito di parte, non da stimolo di alcun privato interesse sono tratti a sacrificarsi per la salvezza comune, ma da quella carità che mai non viene meno. Da questa fiamma, che sfugge agli occhi profani, acceso il Borromeo, dopo essersi esposto a pericolo di vita nel servire agli appestati, non contento di avere sovvenuto ai mali presenti, così mostravasi ancora sollecito dei futuri : «É affatto conforme ad ogni ragione che, in quel modo « onde un ottimo padre, il quale ama di amore unico i suoi figliuoli, provvede ad essi sia per il presente come per il futuro, preparando le cose necessarie alla vita, così noi, mossi dal debito dell'amore paterno, provvediamo ai fedeli della nostra provincia con ogni precauzione e prepariamo per l'avvenire quegli aiuti che nel tempo della peste abbiamo conosciuto per esperienza essere salutari » [74]

I medesimi disegni e propositi di affettuosa provvidenza, Venerabili Fratelli, trovano una pratica applicazione in quell'azione cattolica che spesse volte abbiamo raccomandato. E a parte di questo apostolato nobilissimo, il quale abbraccia tutte le opere di misericordia da premiarsi col regno eterno [75], sono chiamati gli uomini scelti del laicato. Ma essi, accogliendo in sé questo peso, devono essere pronti e addestrati a sacrificare interamente se stessi e tutte le cose loro per la buona causa, a sostenere l'invidia, la contraddizione e anche l'avversione di molti che ricambiano d'ingratitudine i benefizi, a faticare ognuno come buon soldato di Cristo [76], a correre per la via della pazienza al certame propostoci, riguardando all'autore e consunimatore della fede Gesù [77]. Lotta certamente ben dura, ma efficacissima al benessere stesso della società civile, anche quando ne sia ritardata la piena vittoria.

Anche per questo ultimo punto ora menzionato, si possono ammirare esempi splendidi di S. Carlo, e da essi prendere, ciascuno secondo la propria condizione, di che imitare e confortarsi. Benchè, infatti, e la virtù singolare e l'operosità maravigliosa e la profusa carità lo facessero tanto ragguardevole, neppure egli, tuttavia, andò esente da questa legge : Tutti quelli che vogliono per ciò stesso ch'egli seguiva un tenore di vita più austero, che vivere piamente in Cristo Gesù, patiranno persecuzioni [78]. Quindi sosteneva sempre la rettitudine e l'onestà, che sorgeva vindice incorrotto delle leggi e della giustizia, si guadagnò l'avversione di uomini potenti; si trovò esposto a raggiri di diplomatici; venne talora in diffidenza ai nobili, al clero ed al popolo, e in fine si trasse addosso l'odio mortale dei malvagi, e ne fu cercato a morte. Ma a tutto egli resistette con animo invitto, sebbene d'indole mite e soave.

Nè solo non cedette mai a cosa che fosse esiziale alla fede ed ai costumi, ma neppure a pretensioni contrarie alla disciplina e gravose al popolo fedele, ancorchè attribuite a un monarca potentissimo e nel resto cattolico. Memore della parola di Cristo : Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio [79], come pure della voce degli Apostoli : « Meglio è obbedire a Dio che agli uomini [80], egli si rese benemerito al sommo, non della causa della religione solamente, ma della stessa civile società, la quale, pagando il fio della sua stolta prudenza e sommersa quasi dalle tempeste delle sedizioni da sè eccitate, correva a morte certissima.

La medesima lode e gratitudine sarà dovuta ai cattolici del nostro tempo e ai loro valorosi condottieri, i vescovi, mentre né gli uni né gli altri verranno mai a mancare in parte alcuna ai doveri che sono proprii dei cittadini, sia che trattisi di serbare fedeltà e rispetto ai dominanti anche discoliquando comandino cose giuste, sia di ripugnare ai loro comandi quando siano iniqui, tenendo lontana del pari e la procace ribellione di quelli che corrono alle sedizioni ed ai tumulti, e la servile abiezione di quelli che accolgono quasi leggi sacrosante gli statuti manifestamente empii di uomini perversi, i quali col mentito nome di. libertà sconvolgono ogni cosa e impongono la tirannide più dura. Ciò avviene al cospetto del mondo e alla piena luce della moderna civiltà, in qualche nazione specialmente, ove il potere delle tenebre sembra che abbia messo la sua sede principale. Sotto quella prepotente tirannide vanno calpestati miseramente i diritti tutti dei figliuoli della Chiesa, spento affatto nei governanti ogni senso di generosità, di gentilezza e di fede, onde per tanto tempo splenderono i loro padri, insigni del titolo di cristiani. Tanto è evidente che, entrato l'odio di Dio e della Chiesa, si torna addietro in ogni cosa, e si corre a precipizio verso la barbarie dell'antica libertà, o piuttosto giogo crudelissimo, da cui la sola famiglia di Cristo e l'educazione da lei introdotta ci ha sottratti. Ovvero, come esprimeva la cosa stessa il Borromeo, tanto è « cosa certa e riconosciuta, che da nessun'altra colpa è  Dio più gravemente offeso, da nessuna provocato a maggiore  sdegno quanto dal vizio delle eresie, e che a sua volta nulla può tanto a rovina delle provincie e dei regni quanto può quell'orrida peste » [81]. Senonchè molto più funesta si deve stimare l'odierna congiura di strappare le nazioni cristiane dal seno della Chiesa, come dicemmo. I nemici infatti, sebbene discordissimi di pensieri e di volontà, ciò che è contrassegno certo dell'errore, in una cosa solo si accordano, nell'oppugnazione ostinata della verità e della giustizia; e poichè dell'una e dell'altra custode e vindice è la Chiesa, contro la Chiesa sola, strette le loro file, muovono all'assalto. E benché vadano dicendo di essere imparziali o di promuovere la causa della pace, altro in verità non fanno, con dolci parole ma non dissimulati propositi, se non tendere insidie, per aggiungere al danno lo scherno, il tradimento alla violenza. Con un nuovo metodo di lotta è ora dunque assalito il nome cristiano; e una guerra si muove di gran lunga più pericolosa che non le battaglie prima combattute, dalle quali raccolse tanta gloria il Borromeo.

Di qui noi tutti prendendo esempio ed istruzione, ci animeremo a combattere da forti per i più grandi interessi, da cui dipende la salvezza degl'individui e della società, per la fede e la religione, per l'inviolabilità del pubblico diritto; combatteremo sforzati certo da una amara necessità, ma confortati insieme da una soave speranza che la onnipotenza di Dio affretterà la vittoria a chi combatte in così gloriosa battaglia. A tale speranza aggiunge vigore l'efficacia potente, perpetuata fino ai nostri giorni, dell'opera di S. Carlo, sia per fiaccare l'orgoglio delle menti, sia per assodare l'animo nel proposito santo di ristaurare ogni cosa in Cristo.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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