A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Il Concistoro (creazione di nuovi cardinali) nel Pontificato di Papa Francesco

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2016 22:03
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
06/01/2014 17:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota





  cari amici, rimandandovi al Pontificato precedente sotto Papa Benedetto XVI per la creazione di nuovi cardinali, cliccate QUI, apriamo ora questa nuova pagina... per seguire le nuove nomine....


MA PERCHE' I "CARDINALI"? 

Il "cardinale" funge proprio da CARDINE......ed è strettamente legato ALLA CHIESA ROMANA.....è una sua propria Tradizione, essi rappresentavano dal principio LE PARROCCHIE ROMANE e con tale rappresentanza AIUTAVANO IL PAPA, VESCOVO DI ROMA nella gestione della Chiesa, già sant'Ireneo diceva nel II sec. di quanto fosse INDISPENSABILE "GUARDARE A ROMA" QUALE ESEMPIO DA SEGUIRE,  anche per questo viene concesso ai Cardinali IL TITOLUM ossia, l'assegnazione di una Parrocchia Romana.....
Espandendosi, la Chiesa, ha allargato anche le funzioni e quindi i cardinali hanno cominciato ad essere eletti anche da fuori Roma a seconda appunto, delle necessità della Chiesa di ogni tempo....e a questi si dava così fin dai tempi antichi, in nome del popolo, l'elezione del nuovo Pontefice....

La veste rossa che prima era solo del Pontefice segno del martirio, dal Tredicesimo secolo è stata data anche ai Cardinali i quali, appunto, nel segno della Croce e del Martirio, servivano la Chiesa IN AIUTO AL PONTEFICE, condividendone le sorti.....





COLLEGIO CARDINALIZIO

 

Note storiche

I Cardinali sorti dai presbiteri dei venticinque titoli o chiese quasi parrocchiali di Roma, dai sette (poi 14) diaconi regionali e sei diaconi palatini e dai sette (sec. XII: 6) Vescovi suburbicari, furono consiglieri e cooperatori del Papa. Dal 1150 formarono il Collegio Cardinalizio con un Decano, che è il Vescovo di Ostia, e un Camerlengo quale amministratore dei beni. Dall'anno 1059 sono elettori esclusivi del Papa. Nel secolo XII incominciarono ad essere nominati Cardinali anche prelati residenti fuori di ROma. Precedono dal sec. XII ai Vescovi ed Arcivescovi, dal sec. XV anche ai Patriarchi (Bolla Non mediocri di Eugenio IV, anno 1439); hanno, anche se semplici sacerdoti, voto nei concili. Il numero, nei secoli XIII-XV ordinariamente non superiore ai trenta, fu da Sisto V, anno 1586 (Cost. Postquam verus, 3 dic. 1586), fissato a 70 (6 Cardinali Vescovi, 50 Cardinali Preti, 14 Cardinali Diaconi).

I Cardinali appartengono alle varie Congregazioni romane; sono considerati Principi del sangue, col titolo di Eminenza; quelli residenti in Roma, anche fuori della Città del Vaticano, sono a tutti gli effetti cittadini della medesima (Tratt. Lat., art. 21). Nel Concistoro Segreto del 15 dic. 1958 (A.A.S., anno 1958, vol. XXV, pag. 987), il Beato Giovanni XXIII derogò dal numero dei Cardinali, già stabilito da Sisto V e confermato dal Codice di Diritto Canonico del 1917 (can. 231). Ancora il Beato Giovanni XXIII, col Motu ProprioCum gravissima del 15 apr. 1962, stabilì che tutti i Cardinali fossero insigniti della dignità episcopale. Paolo VI, col Motu Proprio Ad Purpuratorum Patrum dell'11 febb. 1965, determinò il posto dei Patriarchi Orientali nel Collegio Cardinalizio. Lo stesso Sommo Pontefice, con il Motu Proprio Ingravescentem aetatem, del 21 nov. 1970, dispose che con il compimento dell'80° anno di età i Cardinali a) cessano di essere Membri dei Dicasteri della Curia Romana e di tutti gli Organismi Permanenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano; b) perdono il diritto di eleggere il Romano Pontefice e, quindi, anche il diritto di entrare in Conclave. Nel Concistoro Segreto del 5 nov. 1973 lo stesso Paolo VI stabilì che il numero massimo dei Cardinali che hanno la facoltà di eleggere il Romano Pontefice fosse fissato in 120 (A.A.S., anno 1973, vol. LXV, pag. 163).

I Cardinali conservano le loro tradizioni e prerogative di essere elettori e consiglieri del Sommo Pontefice nel governo della Chiesa universale (can. 349). Sono divisi nei tre ordini episcopale, presbiterale e diaconale (can. 350), e vengono liberamente eletti dal Papa tra i chierici che abbiano ricevuto almeno il presbiterato (can. 351, § 1). Presiede il Collegio Cardinalizio il Decano o, se egli si trova impedito, il Sottodecano (can. 352). I Cardinali prestano collegialmente la loro collaborazione al Supremo Pastore della Chiesa nei concistori, ordinari e straordinari (can. 353); se presiedono dicasteri o istituti della Curia Romana o dello Stato della Città del Vaticano, sono pregati di presentare la loro rinuncia al compimento dei 75 anni di 3 età (can. 354). In caso di vacanza della Sede Apostolica i Cardinali hanno soltanto le potestà loro attribuite dalle vigenti leggi particolari.

(Annuario Pontificio 2013)




OMELIA DEL SANTO PADRE Benedetto XVI  ai nuovi Cardinali da lui creati il 24.3.2006
 
Venerati Cardinali, Patriarchi e Vescovi,

illustri Signori e Signore,

cari fratelli e sorelle!   

(...) Il Concistoro Ordinario pubblico è un avvenimento che manifesta con grande eloquenza la natura universale della Chiesa, diffusa in ogni angolo del mondo per annunciare a tutti la Buona Novella di Cristo Salvatore. L’amato Giovanni Paolo II ne celebrò ben nove, contribuendo così in maniera determinante a rinnovare il Collegio Cardinalizio, secondo gli orientamenti che il Concilio Vaticano II e il Servo di Dio Paolo VI avevano dato. 

Se è vero che nel corso dei secoli molte cose sono mutate per quanto concerne il Collegio cardinalizio, non sono però cambiate la sostanza e la natura essenziale di questo importante organismo ecclesiale. Le sue antiche radici, il suo sviluppo storico e l’odierna sua composizione ne fanno veramente una sorta di "Senato", chiamato a cooperare strettamente con il Successore di Pietro nell’adempimento dei compiti connessi con l’universale suo ministero apostolico.


La Parola di Dio, che poc’anzi è stata proclamata, ci porta indietro nel tempo. Con l’evangelista Marco siamo risaliti all’origine stessa della Chiesa e, in particolare, all’origine del ministero petrino. Con gli occhi del cuore abbiamo rivisto il Signore Gesù, a lode e gloria del quale l’atto che stiamo compiendo è totalmente orientato e dedicato. Egli ci ha detto parole che ci hanno richiamato alla mente la definizione del Romano Pontefice cara a san Gregorio Magno: "Servus servorum Dei". Infatti, Gesù, spiegando ai dodici Apostoli che la loro autorità avrebbe dovuto essere esercitata in modo ben diverso da quello dei "capi delle nazioni", riassume tale modalità nello stile del servizio: "Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti " (Mc 10,43-44). La totale e generosa disponibilità nel servire gli altri è il segno distintivo di chi nella Chiesa è posto in autorità, perché così è stato per il Figlio dell’uomo, il quale non venne "per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10, 45). Pur essendo Dio, anzi, spinto proprio dalla sua divinità, Egli assunse la forma di servo – "formam servi" -, come mirabilmente si esprime l’inno a Cristo contenuto nella Lettera ai Filippesi (cfr 2,6-7).


Il primo "Servo dei servi di Dio" è dunque Gesù. Dietro di Lui, e uniti a Lui, gli Apostoli; e tra questi, in modo speciale, Pietro, al quale il Signore ha affidato la responsabilità di guidare il suo gregge. Compito del Papa è di farsi per primo servitore di tutti. La testimonianza di tale atteggiamento emerge chiaramente dalla prima Lettura, che ci ripropone un’esortazione di Pietro ai "presbiteri" e agli anziani della comunità (cfr 1 Pt 5,1). E’ un’esortazione fatta con quell’autorità che all’Apostolo deriva dall’essere stato testimone delle sofferenze di Cristo, Buon Pastore. Si sente che le parole di Pietro provengono dall’esperienza personale del servizio al gregge di Dio, ma prima e più ancora si fondano sull’esperienza diretta del comportamento di Gesù: del suo modo di servire fino al sacrificio di sé, del suo umiliarsi fino alla morte e alla morte di croce, confidando solo nel Padre, che lo ha esaltato al tempo opportuno. Pietro, come Paolo, è stato intimamente "conquistato" da Cristo – "comprehensus sum a Christo Iesu" (cfr Fil 3,12) -, e come Paolo può esortare gli anziani con piena autorevolezza, perché non è più lui che vive, ma Cristo vive in lui – "vivo autem iam non ego, vivit vero in me Christus" (Gal 2,20).

Sì, venerati e cari Fratelli, quanto afferma il Principe degli Apostoli si addice particolarmente a chi è chiamato a vestire la porpora cardinalizia: "Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi" (1 Pt 5,1). Sono parole che, anche nella loro struttura essenziale, richiamano il mistero pasquale, particolarmente presente al nostro cuore in questi giorni di Quaresima. San Pietro le riferisce a se stesso in quanto "anziano come loro", lasciando con ciò intendere che l’anziano nella Chiesa, per l’esperienza accumulata negli anni e per le prove affrontate e superate, deve essere particolarmente "sintonizzato" con l’intimo dinamismo del mistero pasquale. Quante volte, cari Fratelli che tra poco riceverete la dignità cardinalizia, avete trovato in queste parole motivo di meditazione e di spirituale stimolo a seguire le orme del Signore crocifisso e risorto! Esse avranno un’ulteriore e impegnativa conferma in ciò che la nuova responsabilità esigerà da voi. Più strettamente legati al Successore di Pietro, sarete chiamati a collaborare con lui nell’adempimento del suo peculiare servizio ecclesiale, e ciò significherà per voi una più intensa partecipazione al mistero della Croce nella condivisione delle sofferenze di Cristo. Questo vi consentirà di attingere più abbondantemente alle sorgenti della grazia e di diffonderne intorno a voi più efficacemente i frutti benefici.

Venerati e cari Fratelli, vorrei riassumere il senso di questa vostra nuova chiamata nella parola che ho posto al centro della mia prima Enciclica: caritas. Essa ben si associa anche al colore dell’abito cardinalizio. La porpora che indossate sia sempre espressione della caritas Christi, stimolandovi ad un amore appassionato per Cristo, per la sua Chiesa e per l’umanità. Avete ora un ulteriore motivo per cercare di rivivere gli stessi sentimenti che spinsero il Figlio di Dio fatto uomo a versare il suo sangue in espiazione dei peccati dell’intera umanità. Conto su di voi, venerati Fratelli, conto sull’intero Collegio di cui entrate a far parte, per annunciare al mondo che "Deus caritas est", e per farlo anzitutto mediante la testimonianza di sincera comunione tra i cristiani: "Da questo – disse Gesù – tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35).

Conto su di voi, cari Fratelli Cardinali, per far sì che il principio della carità possa irradiarsi e riesca a vivificare la Chiesa in ogni grado della sua gerarchia, in ogni Comunità e Istituto religioso, in ogni iniziativa spirituale, apostolica e di animazione sociale. Conto su di voi affinché il comune sforzo di fissare lo sguardo sul Cuore aperto di Cristo renda più sicuro e spedito il cammino verso la piena unità dei cristiani. Conto su di voi perché, grazie all’attenta valorizzazione dei piccoli e dei poveri, la Chiesa offra al mondo in modo incisivo l’annuncio e la sfida della civiltà dell’amore. Tutto questo mi piace vedere simboleggiato nella porpora di cui siete insigniti. Che essa sia veramente simbolo dell’ardente amore cristiano che traspare dalla vostra esistenza.


Affido questo auspicio alle mani materne della Vergine di Nazaret, dalla quale il Figlio di Dio prese il sangue che avrebbe versato sulla Croce come testimonianza suprema della sua carità. Nel mistero dell’Annunciazione, che ci apprestiamo a celebrare, ci viene rivelato che per opera dello Spirito Santo il Verbo divino si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Per intercessione di Maria, scenda abbondante sui nuovi Cardinali e su tutti noi l’effusione dello Spirito di verità e di carità affinché, sempre più pienamente conformi a Cristo, possiamo dedicarci instancabilmente all’edificazione della Chiesa e alla diffusione del Vangelo nel mondo.





[Modificato da Caterina63 06/01/2014 17:14]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:05. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com