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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Testi importanti di San Pio X

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2017 16:18
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08/04/2014 11:43
 
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san Pio X
Haerent animo

Esortazione Apostolica

I. MOTIVI E INTENTI

1. Scopo dell’esortazione – L’avvenire della Chiesa dipende dalla qualità degli Ecclesiastici

Abbiamo scolpite nella mente e ci riempiono di salutare timore le parole dell’Apostolo agli Ebrei (Eb 13,17), che, inculcando loro il dovere dell’ubbidienza verso i superiori, affermava con tutta la sua autorità: "Essi vegliano come responsabili che dovranno render conto delle anime vostre". Se questa sentenza riguarda tutti quelli, che hanno nella Chiesa una qualunque preminenza, principalmente riguarda noi, che, benché impari a tanto officio, abbiamo nella Chiesa la suprema autorità. Quindi notte e giorno senza posa non ci stanchiamo di meditare e di tentare tutto quanto interessa l’incolumità e la prosperità del gregge affidatoci da Dio. Fra queste preoccupazioni una più delle altre ci sta a cuore, ed è che i sacerdoti siano tali, quali li esige la dignità del loro ministero, poiché a nostro avviso, per questa via principalmente, possiamo nutrire liete speranze dell’avvenire della religione. Così, non appena saliti al soglio pontificio, benché, volgendo uno sguardo all’universalità del clero, scorgessimo in esso molteplici titoli di lode, tuttavia non potemmo non esortare con ogni studio i nostri venerandi fratelli, i vescovi dell’orbe cattolico, che in nulla ponessero tanta perseveranza e tanta cura, quanto nel formar Cristo in quelli che a formar Cristo negli altri sono destinati. Né ci sfugge lo zelo e l’attività, che dispiegano nell’educare il clero alla virtù, del che ci torna dolce non tanto di render loro una pubblica lode, quanto di esprimere i sensi della più viva riconoscenza.

2. Stimolo ai ferventi ed ai meno ferventi

Se non che, mentre per una parte ci allieta il vedere che, per tali cure dei vescovi, già molti ecclesiastici si mostrano accesi di un sacro fuoco, che risuscita o ravviva in essi la grazia di Dio ricevuta nell’imposizione delle mani nella sacra ordinazione, per l’altra ci resta ancora a lamentare che alcuni altri, in diverse regioni, non sono così esemplari, che i fedeli cristiani, volgendo gli occhi in loro, quasi in uno specchio, siccome a guida, possono conformare se stessi al loro esempio. A questi vogliamo aprire il nostro cuore con questa lettera, come il cuore di un padre palpitante di ansiosa carità nel cospetto del figlio infermo. Per un tale veemente amore, aggiungiamo a quelli dei vescovi i nostri ammonimenti; i quali, benché indirizzati specialmente a ridurre a miglior consiglio i fuorviati e giacenti in letargo, tuttavia possono, come è nostro vivo desiderio, essere anche agli altri di stimolo. Noi additiamo la via, seguendo la quale, ciascuno deve sforzarsi ogni giorno più di riuscire, secondo la chiara espressione dell’Apostolo, "uomo di Dio" (1Tm 6,11), e di corrispondere alla giusta aspettazione della Chiesa. Nulla diremo di non mai udito da Voi, o di nuovo per chicchessia, ma cose, le quali conviene che ognuno si rammenti: e Dio ci infonde la speranza che la nostra voce sia per produrre notevole buon frutto. Questo è il nostro desiderio: "che vi rinnovelliate... nello spirito della vostra mente, e vi rivestiate dell’uomo nuovo creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità" (Ef 4,23-24): e sarà questo il più bello e il più gradito dono, che Ci possiate offrire nel cinquantesimo del nostro sacerdozio. E mentre noi, "contriti di anima e umiliati di spirito" (Dn 3,39), ripenseremo in Dio i passati anni del nostro sacerdozio; espieremo in certo qual modo i nostri umani mancamenti, dei quali Ci abbiamo a pentire, ammonendovi con paterna cura, "onde camminiate in maniera degna di Dio, piacendo a Lui in tutte le cose" (Col 1,10). Ed in una simile esortazione non miriamo semplicemente alla vostra utilità, ma al vantaggio generale dei fedeli cattolici, che da quella non si può separare. Poiché tale non è il sacerdote che possa essere buono o cattivo semplicemente per sé, ma l’esempio della sua vita non è a dire di quali conseguenze sia fecondo sull’indirizzo della vita dei fedeli. Ove è un sacerdote veramente buono, qual tesoro è veramente largito dal cielo!

 

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san Pio X
Communium rerum

Lettera Enciclica

L’opera e la dottrina di s. Anselmo d’Aosta: una lettura con attualizzazione nell’ottavo centenario della sua morte.

Fra le acerbità dei tempi e le recenti calamità che opprimono l’animo Nostro di dolore, Ci è di grato conforto la gara unanime, onde tutto il popolo cristiano è stato testé e continua ad essere "spettacolo al mondo e agli angeli e agli uomini" (1 Cor. 4,9). La qual gara, se dalla vista delle presenti sventure poté avere eccitamento più pronto, come da causa unica provenne dalla carità di Gesù Cristo Signore nostro. E poiché la carità degna di tale nome non è fiorita nel mondo né può fiorire se non per Cristo, da Cristo solo dobbiamo riconoscere ogni frutto ch’ella reca fra noi, anzi pure fra gli stessi uomini rilassati nella fede o nemici della religione, nei quali, se appare qualche vestigio di carità vera, è tutto merito di quella civiltà che Cristo è venuto a portare nel mondo e che essi non sono riusciti ancora a scacciare in tutto da sé e dalla società cristiana.

Di tanto pietoso concorso di tutte le anime cristiane gareggianti a conforto del padre e a sollievo dei fratelli nelle comuni e private tristezze, è commosso e riconoscente il Nostro cuore più che non si possa esprimere a parole. E sebbene già più volte l’abbiamo significato in particolare ai singoli, non vogliamo ora tardare di rendere a tutti pubblicamente le più vive azioni di grazie, a voi prima, venerabili fratelli, indi per mezzo vostro ai fedeli tutti alle vostre cure affidati.

E parimenti intendiamo protestare pubblicamente la Nostra gratitudine per tante e così luminose dimostrazioni di amore e di ossequio che Ci diedero i Nostri figli carissimi in ogni parte del mondo cattolico, in occasione del Nostro giubileo sacerdotale. Esse riuscirono gratissime al Nostro cuore non tanto per il riguardo Nostro quanto per quello della religione e della chiesa, perché furono testimonianza di fede, intrepidamente professata, quasi a riparazione sociale e ad ossequio pubblico reso a Cristo e alla sua chiesa nella persona di Colui che il Signore ha posto a governare la sua famiglia. Ma anche altri frutti, per questo rispetto, Ci confortarono grandemente. Così le feste onde tante diocesi del Nord dell’America ricordarono con religiose solennità il primo centenario della loro erezione, benedicendo il Signore, che aveva chiamato tante anime alla luce della verità nel seno della cattolica chiesa; così lo stupendo omaggio, ripristinato a Cristo presente nella divina eucaristia, da migliaia e migliaia di credenti col concorso di molti Nostri venerabili fratelli e del Nostro stesso legato, sul suolo della nobilissima isola d’Inghilterra; e così anche le consolazioni della perseguitata chiesa di Francia al mirare gli splendidi trionfi del santissimo Sacramento, particolarmente nel santuario di Lourdes, delle cui origini godemmo pure di vedere celebrato così solennemente il cinquantesimo anniversario. Per questi e altri fatti è bene appaia a tutti, e si persuadano i nemici della fede cattolica, come lo splendore delle cerimonie e il culto della augusta Madre di Dio, e gli stessi filiali omaggi resi al sommo pontefice, sono tutti rivolti in fine alla gloria di Dio e alla salute degli uomini medesimi col trionfo del regno di Dio in mezzo a loro, perché sia "Cristo in ogni cosa e in tutti" (Col. 311).

Questo trionfo di Dio sulla terra, che deve avverarsi negli individui e nella società, sta appunto in quel ritorno degli uomini a Dio mediante Cristo, e a Cristo mediante la chiesa, che Noi abbiamo annunziato come il programma del Nostro pontificato nel rivolgervi la prima volta la parola con la lettera enciclica E supremi Apostolatus Cathedra,e di poi altre volte ripetutamente. A questo ritorno fiduciosi Noi miriamo e ad affrettarlo indirizziamo i Nostri propositi e desideri, come ad un porto in cui si quietino anche le tempeste della vita presente. Né per altro motivo, appunto, Ci sono grati gli omaggi resi alla chiesa nella Nostra umile persona. se non perché, con l’aiuto di Dio, sono indizio di tale ritorno delle nazioni a Cristo e di più intensa e pubblica adesione a Pietro e alla chiesa.

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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