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"Francesco! Và e ripara la mia Chiesa" Le croci di un Papa (2)

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2015 21:24
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11/06/2015 10:23
 
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  IL QUI PRO QUO seguite il fatto.... (il caso Medjugorie e le parole del Papa cliccare qui del 9 giugno)

Stiamo sempre lì, a tirare l'acqua ognuno per il proprio mulino 
Cascioli oggi 11 giugno per difendere la sua visione su Medjugorje scrive un bell'articolo su LaBussola...l'articolo è buono ma.... dice per due volte (per difendere Medjugorje) una cosa sbagliata, o meglio, sconfessata dal Papa stesso....

scrive:
"Nelle omelie a Santa Marta il Papa parla a braccio, va a ruota libera, e ormai sappiamo che ama usare espressioni molto colloquiali o delle immagini evocative, che avranno sì il dono dell’immediatezza ma che si prestano anche a facili fraintendimenti ed equivoci. 
Ormai gli incidenti di questo genere non si contano, e poco vale che tutti dovrebbero sapere che conferenze stampa e omelie a Santa Marta non costituiscono magistero né possono essere considerate canali per annunciare decisioni ufficiali...."

dice dunque che:
"tutti dovrebbero sapere che conferenze stampa e omelie a Santa Marta non costituiscono magistero"

e cita anche padre Lombardi:
"Il portavoce vaticano padre Lombardi già a suo tempo disse che non avrebbe mai commentato le omelie di Santa Marta, proprio perché non rappresentano posizioni ufficiali o Magistero..."

   ma è il Papa che smentisce e afferma l'esatto contrario:

Dicembre 2014, così riportava Radio Vaticana:

Dopo 21 mesi di pontificato Papa Francesco concede un’altra intervista. 
Una lunga intervista, 50 minuti, al quotidiano argentino La Nacion, la giornalista è Elisabetta Piquè che con il pontefice ha un rapporto di lunga data.
e sulla questione del valore del pensiero del Papa e del magistero dice:

UNA BARCA SENZA TIMONE?
... ma «fino a quando non si chiede all’interessato: “Hai detto questo?”, mantengo il dubbio fraterno. Però, generalmente è perché non leggono le cose. 
Uno una volta mi ha detto: “Sì questo discernimento è una cosa buona, ma abbiamo bisogno di cose più chiare”. 
E io gli ho detto: “Guarda, ho scritto un’enciclica, è vero, a quattro mani, e un esortazione apostolica. 
Continuamente sto facendo dichiarazioni, omelie, e questo è magistero. 
Lì c’è quello che penso, non quello che i media dicono che io penso. Vai qui e lo trovi in modo molto chiaro....»

   e dunque...?
le omelie del mattino e i suoi interventi sono "quello che penso; questo è magistero...."
il punto è sempre quello dell'INTERPRETAZIONE
nelle sue parole, ben interpretate c'è il pensiero di Papa Francesco e il suo magistero, e NON quello che dicendo viene poi riportato, stravolto, dai Media... ma in quelle omelie e in ciò che dice c'è il suo pensiero e il suo MAGISTERO....
lo ha detto lui!
Se si interpretasse di meno ciò che dice e lo si leggesse CON IL CATECHISMO ALLA MANO, Papa Francesco sarebbe più comprensibile, è più comprensibile.... il fatto è che NESSUNO ha studiato il Catechismo, specialmente quello pubblicato da Giovanni Paolo II.... è più facile ed invitante avanzare con interpretazioni di ciò che il Papa dice, anzichè studiarsi 500 pagine di Catechismo   





 

C'è chi lascia la chiesa a causa di Papa Francesco

 

di Camillo Langone | 09 Settembre 2015 

 

 

Sono sempre più numerosi gli amici, anche persone all'apparenza religiosamente più salde di Magdi Allam, che disgustate da Papa Francesco mi comunicano di voler lasciare la Chiesa, verso le mete più svariate: l'ortodossia, l'anglicanesimo, il nulla (non che l'anglicanesimo differisca molto dal nulla...).
Quindi torna utile Thibon, filosofo-contadino francese, in Italia poco tradotto, che mi è un po' meno sconosciuto da quando Nicola Tomasso gli ha dedicato “Il realismo dell'incarnazione. Introduzione a Gustave Thibon” (Tabula Fati).

Thibon nel bel mezzo del Novecento scrisse: “Nelle epoche classiche, le istituzioni morali, politiche o religiose superavano e sorreggevano gli uomini che le rappresentavano. La monarchia era più del re, il sacerdozio più del prete, il matrimonio più degli sposi. Tale fatto rendeva possibile a volte disprezzare un re o un papa senza che il principio della monarchia o della potestà pontificia venisse infirmato. Si pensi alle invettive d'una santa quale Caterina da Siena contro il clero del tempo, a un grande cattolico come Dante che apostrofa all'inferno il papa regnante! Oggi, come in tutti i periodi di decadenza, assistiamo al fenomeno inverso: le istituzioni non sono tollerate e amate che nell'individuo”.

Oggi 2015 troppe persone amano oppure odiano la Chiesa sulla base dei propri sentimenti verso il Papa attuale e questo è un atteggiamento superdecadente. Che i tradizionalisti se ne rendano conto e facciano come me che sono superclassico: le uniche personalità religiose verso le quali nutro sentimenti si chiamano Maria e Gesù.





sottolineamo soltanto che ciò accadeva all'inverso da parte chi odiava Benedetto XVI.... oppure oggi ama Francesco perchè non sopportava Benedetto... come la rigiri si tratta sempre di stoltezza....





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IL PAPA PIÙ (O MENO) AMATO DAGLI ITALIANI

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Un atteggiamento diffuso: apprezzare il Papa, ma senza avvertire il bisogno di ascoltarlo, dato che dice sempre le stesse quattro cosette semplici semplici.

di Satiricus

Relativamente ai dati della Prefettura, secondo cui l’affluenza alle udienze pontificie sarebbe miseramente in calo, così tuona Barile: “Considero di una gravità inaudita, l’incompletezza e la parzialità dei dati della Prefettura della Casa Pontificia, secondo cui è in calo l’affluenza di fedeli alle Udienze Generali di Papa Francesco”.

486208100Poche righe per consolare il vaticanista: i critici di Francesco – tra cui si pone il sottoscritto – non hanno per scopo di far passare il Papa come un “isolato” e nemmeno insinuare una “freddezza” verso di lui.

Le cifre peraltro sembrerebbero plausibili in quanto coerenti con un atteggiamento diffuso: apprezzare il Papa, ma senza avvertire il bisogno di ascoltarlo, dato che dice sempre le stesse quattro cosette semplici semplici. Questa l’idea che va crescendo, giusta o errata che sia rispetto ai fatti.

Piuttosto direi che la soddisfazione per nulla mascherata, che io stesso ho provato, nasce da un altro nobile sdegno, quello che si oppone a coloro che, fin dall’inizio del pontificato franceschiano, ne hanno esaltato la popolarità a danno – ascoltare bene – non della popolarità rivale, ma del Magistero stesso di Benedetto XVI.

Francesco, il Papa di cui si lodano anche gli errori; Benedetto XVI, il Papa di cui si ignorano i documenti canonici.

È per amore alla completezza della proposta ecclesiale, ed è per sottrarre il delicato fatto cattolico alle tifoserie da stadio, che a me non è dispiaciuto il report della Prefettura. Poi, se si vuole, possiamo interpretarne meglio i numeri. Ma, a questo punto, porrei un diverso quesito e duplice. Il primo: come mai questo massiccio spostamento di affluenze (da quelle munite di biglietto a quelle prive)? Mi interesserebbe una lettura sociologica seria.

Il secondo – che forse si collega al primo -: si potrebbe misurare il rapporto tra presenza fisica alle udienze e grado di assimilazione spirituale e crescita cristiana del popolo? Detto sinteticamente: se il flop delle udienze di Francesco mi piaceva in quanto smacco al criterio valutativo da stadio del suo pontificato (vince il Papa con più share), va ammesso che il vero superamento di tale criterio idiota può avvenire solo su un altro campo, cioè nella valutazione dell’incremento effettivo della fede del Popolo di Dio. Di questo non ci dirà la stampa, né la Prefettura, ma la storia.

A conti fatti, standomi a cuore la Chiesa e non i pontefici, spero che le udienze siano (o tornino ad essere) strapiene, e strapiene di gente che si vuole realmente convertire.

Fonte: campariedemaistre.com






[Modificato da Caterina63 09/09/2015 15:35]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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