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QUESITI SUL SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE

Ultimo Aggiornamento: 22/04/2018 12:45
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Sesso: Femminile
20/05/2014 23:44
 
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Ce n'è qualcuna che non hai sentito, o anche pensato?




Chi è il prete per perdonare i peccati?

Solo Dio può perdonarli. Sappiamo che il Signore ha dato questo potere agli apostoli (Gv 20,23); questa argomentazione, tra l'altro, l'ho già letta... proprio nel Vangelo: lo dicevano i farisei, indignati, quando Gesù perdonava i peccati (cfr. Mt 9, 1-8).

Io mi confesso direttamente con Dio, senza intermediari

Fantastico... ma c'è qualche “però” da considerare... Come sai che Dio accetta il tuo pentimento e ti perdona? Senti qualche voce celestiale che te lo conferma?

Come sai che sei in condizione di essere perdonato? Ti renderai conto che la cosa non è così semplice... Una persona che ruba in una banca e rifiuta di restituire il denaro, per quanto si confessi direttamente con Dio o con un sacerdote, se non ha intenzione di riparare al danno commesso – in questo caso restituire il denaro – non può essere perdonata... perché non vuole “disfarsi” del peccato.

Dall'altro lato, questa argomentazione non è nuova: quasi 1600 anni fa, Sant'Agostino replicava a chi diceva lo stesso: “Nessuno pensa: io opero privatamente, di fronte a Dio... È senza motivo che il Signore ha detto: 'Ciò che legherete in terra sarà legato in cielo'? Alla Chiesa sono state date le chiavi del Regno dei Cieli senza necessità? Procedendo così frustriamo il Vangelo di Dio, rendiamo inutile la parola di Cristo”.

Perché devo dire i miei peccati a un uomo come me?

Perché quell'uomo non è un uomo qualsiasi: ha il potere speciale di perdonare i peccati (il Sacramento dell'Ordine). È questo il motivo per cui devi andare da lui.

Perché devo dire i miei peccati a un uomo che è peccatore come me?

Il problema non sta nella “quantità” di peccati: se sia meno peccatore di te, uguale o di più... Non ti confesserai perché è santo e immacolato, ma perché ti può dare l'assoluzione, un potere che ha per il Sacramento dell'Ordine, e non per la sua bontà. È una fortuna – in realtà una disposizione della saggezza divina – che il potere di perdonare i peccati non dipenda dalla qualità personale del sacerdote, cosa che sarebbe terribile, visto che non si saprebbe mai chi è sufficientemente santo per perdonare. Il fatto inoltre che sia un uomo e in quanto tale abbia peccati facilita la confessione: proprio perché conosce sulla propria pelle cosa vuol dire essere debole può capirti meglio.

Mi vergogno

È logico, ma bisogna superare la vergogna. C'è un fatto verificato a livello universale: quanto più ti costa dire qualcosa, tanto maggiore sarà la pace interiore che raggiungerai dopo averla detta. E costa proprio perché ti confessi poco; facendolo frequentemente vedrai come supererai quella vergogna.

Non credere poi di essere tanto originale... Il sacerdote ha già ascoltato migliaia di volte quello che gli dirai. A questo punto della storia, è difficile credere di poter inventare peccati nuovi. E poi non dimenticarti di quello che ci ha insegnato un grande santo: il Demonio toglie la vergogna per peccare, e la restituisce aumentata per chiedere perdono. Non cadere nella sua trappola.

Confesso sempre le stesse cose

Non è un problema. Bisogna confessare i peccati commessi, ed è abbastanza logico che i nostri difetti siano sempre più o meno gli stessi. Sarebbe terribile cambiare costantemente i propri difetti; quando ti fai il bagno o lavi i vestiti, non ti aspetti che appaiano macchie nuove che non avevi mai avuto prima; la sporcizia è più o meno sempre dello stesso tipo. Per voler essere puliti basta voler rimuovere il sudiciume... indipendentemente da quanto sia originale oppure ordinario.

Confesso sempre gli stessi peccati

Non è vero che sono sempre gli stessi peccati: sono diversi, anche se sono dello stesso tipo. Se insulto mia madre dieci volte, non si tratta dello stesso insulto, è sempre diverso; così come non è lo stesso uccidere una persona o dieci: se ho assassinato dieci persone non è lo stesso peccato, ma sono dieci omicidi distinti. I peccati precedenti mi sono già stati perdonati; ora ho bisogno del perdono dei “nuovi”, ovvero di quelli commessi dall'ultima confessione.

Confessarmi non serve a nulla, continuo a commettere i peccati che confesso

Lo scoraggiamento può indurre a pensare: “Confessarmi o no è lo stesso, non cambia nulla, tutto resta uguale”. Non è vero. Il fatto che uno si sporchi non fa concludere che lavarsi sia inutile. Chi si fa il bagno tutti i giorni si sporca ugualmente tutti i giorni, ma grazie al fatto di lavarsi non accumulerà sporcizia e potrà essere pulito. Succede lo stesso con la confessione. Se c'è una lotta, anche se si cade, il fatto di togliersi i peccati di dosso rende migliori. È meglio chiedere perdono che non chiederlo. Chiedere perdono ci rende migliori.

So che peccherò di nuovo, il che dimostra che non sono pentito

Dipende... L'unica cosa che Dio mi chiede è che sia pentito del peccato commesso e che ora, in questo momento, sia disposto a lottare per non commetterlo di nuovo. Nessuno chiede di impegnare il futuro che ignoriamo. Cosa succederà tra quindici giorni? Non lo so. Mi viene chiesto di essere sinceramente deciso, davvero, ora, a rifiutare il peccato. Il futuro va lasciato nelle mani di Dio.

E se il confessore pensa male di me?

Il sacerdote è lì per perdonare. Se penserà male sarà un problema suo del quale dovrà confessarsi. Tende sempre a pensare bene: valorizza la tua fede (sa che se sei lì a raccontare i tuoi peccati non è per lui, ma perché credi che egli rappresenti Dio), la tua sincerità, la tua voglia di migliorare...

Suppongo che ti renderai conto del fatto che sedersi ad ascoltare peccati gratuitamente per ore non si fa se non per amore delle anime. Per questo se ti dedica del tempo, se ti ascolta con attenzione, è perché vuole aiutarti e gli importa di te. Anche se non ti conosce ti valorizza abbastanza da volerti aiutare ad andare in Cielo.

E se il sacerdote poi racconta a qualcuno i miei peccati?

Non ti preoccupare di questo. La Chiesa cura tanto questo fatto da applicare la pena più grande che esista nel Diritto Canonico – la scomunica – al sacerdote che si azzarda a rivelare quanto ha appreso durante la confessione. Ci sono martiri per il sigillo sacramentale: sacerdoti che sono morti per non rivelare il contenuto della confessione.

Sono pigro

Può essere vero, ma non credo che sia un vero ostacolo, perché è abbastanza facile da superare. È come se uno dicesse che non si fa il bagno da un anno perché è pigro...

Non ho tempo

Non credo che tu pensi davvero che negli ultimi mesi non hai avuto dieci minuti a disposizione per confessarti. Vogliamo fare un paragone con le ore di televisione che hai visto nello stesso periodo? Moltiplica il numero di ore quotidiane per il numero di giorni.

Non trovo un sacerdote

I sacerdoti non sono una razza in via di estinzione, ce ne sono a migliaia. Come extrema ratio, cerca sull'elenco il numero di telefono della tua parrocchia; se non sai come si chiama, cerca la diocesi, sarà più semplice. In questo modo potrai sapere, in tre minuti al massimo, il nome di un sacerdote con il quale confessarti, e prendere anche un appuntamento per non dover aspettare.



La Confessione.

Papa Francesco ha spiegato così il 25 ottobre 2013, ascoltiamolo:

"Per confessarsi si va dal fratello, “il fratello prete”: è per comportarsi come san Paolo. Soprattutto, sottolinea, con la stessa “concretezza”:

“Alcuni dicono: ‘Ah, io mi confesso con Dio’. Ma è facile, è come confessarti per e-mail, no?

Dio è là lontano, io dico le cose e non c’è un faccia a faccia, non c’è un quattrocchi.

San Paolo invece confessa la sua debolezza ai fratelli faccia a faccia.

Altri dicono: "No, io vado a confessarmi", ma si confessano di cose tanto inutili, tanto nell’aria, che non hanno nessuna concretezza. E quello è lo stesso che non farlo. Confessare i nostri peccati non è andare ad una seduta di psichiatria, neppure andare in una sala di tortura: è dire al Signore ‘Signore sono peccatore’, ma dirlo tramite il fratello prete, perché questo dire sia anche concreto. ‘E sono peccatore per questo, per questo e per questo’” capire se ho seguito i dieci comandamenti.

Concretezza, onestà e anche – soggiunge Papa Francesco – una sincera capacità di vergognarsi dei propri sbagli: non ci sono viottoli in ombra alternativi alla strada aperta che porta al perdono di Dio, a percepire nel profondo del cuore il suo perdono e il suo amore. E qui il Papa indica chi imitare, i bambini:

“I piccoli hanno quella saggezza: quando un bambino viene a confessarsi, mai dice una cosa generale. ‘Ma, padre ho fatto questo e ho fatto questo a mia zia, all’altro ho detto questa parola’ e dicono la parola. Ma sono concreti, eh? Hanno quella semplicità della verità. E noi adulti invece, abbiamo sempre la tendenza di nascondere la realtà delle nostre miserie. Ma c’è una cosa bella: quando noi confessiamo i nostri peccati come sono alla presenza di Dio, sempre sentiamo quella grazia della vergogna. Vergognarsi davanti a Dio è una grazia. E’ una grazia: ‘Io mi vergogno ’. Pensiamo a Pietro quando, dopo il miracolo di Gesù nel lago: ‘Ma, Signore, allontanati da me, io sono peccatore’. Si vergognava del suo peccato davanti alla santità di Gesù Cristo”.

Questo fa parte anche del senso del pudore da riscoprire e da rivivere con coraggio.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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