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Il sensus fidei nel documento della Commissione teologica internazionale

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2014 11:32
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  Il «sensus fidei» nel documento della
Commissione teologica internazionale

- Risorsa vitale


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2014-06-24 L’Osservatore Romano

Giovanni XXIII ha pregato perché il concilio Vaticano II, per grazia dello Spirito Santo, potesse essere una «nuova Pentecoste» per la Chiesa, ispirandola ed equipaggiandola per proclamare il Vangelo con rinnovato vigore nel mondo moderno.
Il concilio ha opportunamente insegnato che il popolo di Dio, nella sua totalità, partecipa al ministero profetico di Cristo (Lumen gentium, n. 12).

Tutti i fedeli, uniti in comunione dallo stesso Spirito Santo, danno attivamente testimonianza di Cristo nei loro rispettivi modi; nessuno è passivo. Lo spirito dona a tutti un «senso soprannaturale della fede», un istinto per ciò che davvero appartiene al Vangelo, vale a dire il sensus fidei, per mezzo del quale i fedeli nella loro totalità non solo aderiscono alla fede, ma penetrano in essa attraverso la riflessione e la preghiera e l’applicano nella vita quotidiana (Lumen gentium, n. 12).

Il sensus fidei pertanto non va inteso solo reattivamente, come mezzo attraverso il quale i fedeli riconoscono la verità di Dio quando viene loro predicata, ma anche in modo proattivo: permette ai fedeli di approfondire e comprendere il Vangelo che vive nel loro cuore e li sprona a dare testimonianza con le parole e l’azione.

Come afferma la Commissione teologica internazionale nel suo nuovo documento Sensus fidei nella vita della Chiesa,
il sensus fidei «anima la vita della fede e guida l’azione cristiana autentica» (n. 70). Correttamente inteso, è una risorsa vitale per la vita e la missione della Chiesa.

Il terzo capitolo del documento esamina vari aspetti del  sensus fidei fidelium nella vita della Chiesa, ricordando anche l’insegnamento del Vaticano II in Dei Verbum, secondo cui la Scrittura e la tradizione formano «un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa», vale a dire a «tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori» (n. 67; cfr. Dei Verbum, n. 10).

È di particolare importanza comprendere la natura del rapporto che esiste tra pastori e fedeli per quanto riguarda la fede e l’insegnamento della Chiesa (senza mai dimenticare che i pastori fanno anch’essi parte dei fedeli). Il documento osserva che «i fedeli in generale, i pastori e i teologi, hanno tutti un proprio ruolo da svolgere», mentre la Chiesa compie il suo pellegrinaggio sulla terra, cercando di proclamare in ogni nuovo tempo la parola salvifica di Dio con il necessario discernimento, e che «occorrono pazienza e rispetto nella loro mutua interazione se il sensus fidei deve essere chiarito e se si vuole realizzare un’autenticaconspiratio pastorum et fidelium» (n. 71).

Per quanto riguarda il rapporto tra il sensus fidei e il magistero, il documento ne sottolinea il duplice aspetto. Anzitutto, poiché tutti i fedeli ricevono dallo Spirito i doni per edificare la Chiesa, e poiché tutti insieme sono portatori della fede apostolica, il magistero «deve essere attento al sensus fidelium, la voce viva del popolo di Dio» (n. 74).
Poi, in virtù del loro dono e della loro chiamata particolare in seno alla Chiesa, il Papa e i vescovi giustamente nutrono, educano, discernono e giudicano con autorità l’autenticità del sensus fidelium, vale a dire se le opinioni presenti tra i fedeli rispecchiano in maniera autentica il sensus fidelium e sono conformi alla tradizione apostolica (nn. 76-77).

Il sensus fidelium viene formato e modellato in particolare nell’Eucaristia.

I vescovi la presiedono come sommi sacerdoti e maestri, e il mistero della fede viene celebrato da tutti. È inoltre qui che, in fondo, sin dai primordi del cristianesimo, l’insegnamento dei vescovi e dei concili, attraverso credi e formule, è stato «ricevuto» dai fedeli (n. 75). Il documento presta un’attenzione specifica alla questione fondamentale della «ricezione», per mezzo della quale i fedeli riconoscono e accettano l’insegnamento magisteriale, ed esamina gli sforzi necessari, da entrambe le parti, quando ci sono difficoltà nella ricezione (nn. 78-80).

Anche il rapporto tra il sensus fidei e la teologia è duplice. Il sensus fidei è in realtà un locusper la teologia; i teologi dipendono dal sensus fidelium poiché la fede studiata dalla teologia vive nel popolo di Dio. Tuttavia, i teologi servono anche il sensus fidelium, proponendo criteri (come nel presente documento) per il suo discernimento e aiutando i fedeli in vari modi a conoscere, comprendere e applicare la loro fede (nn. 81-84). Il terzo capitolo conclude riportando alcuni riferimenti specifici al sensus fidei in dichiarazioni ecumenicamente approvate degli ultimi decenni (nn. 85-86).

Riconoscendo quanto il sensus fidei sia «essenziale» per la vita della Chiesa, il quarto e ultimo capitolo del documento esamina come poter discernere le manifestazioni autentiche del sensus fidei, specialmente laddove esistono tensioni di vario genere e «occorre distinguere il sensus fidei autentico da semplici espressioni di opinione popolare, di interessi particolari o dello spirito del tempo» (n. 87).  

Il documento adotta una metodologia molto particolare. Poiché il sensus fidei è in primo luogo una realtà ecclesiale, vale a dire l’istinto per mezzo del quale la Chiesa stessa riconosce il suo Signore e vive conformemente al Vangelo nelle parole e nelle azioni, il documento identifica sei disposizioni che occorrono ai singoli fedeli per partecipare alla comunione della Chiesa e, in tal modo, al sensus fidei.

La «prima e più fondamentale» di tali disposizioni è la partecipazione attiva alla vita della Chiesa, ovvero alla liturgia, alla missione e al servizio. I membri della Chiesa devono camminare insieme, con un atteggiamento comunemente espresso dalla frase «sentire cum ecclesia» (nn. 89-91).

Altri criteri sono:
- l’ascolto attento della parola di Dio, in spirito di gratitudine e di lode (nn. 92-94);
- apertura alla ragione quale interlocutore fondamentale della fede (nn. 95-96);
- e una volenterosa attenzione per l’insegnamento del magistero della Chiesa (nn. 97-98).
- Come quinto criterio il documento indica la santità e i suoi elementi distintivi dell’umiltà, della libertà, della gioia e della pace, e identifica i santi, e in particolare Maria, come «portatori di luce del sensus fidei» (nn. 99-103).
- Il sesto criterio è l’edificazione della Chiesa, rafforzando gli altri ed evitando ciò che divide (nn. 104-105).

Sono diverse le questioni pratiche e pastorali che emergono riguardo al sensus fidei, e pertanto il documento integra il suo elenco di criteri con una ricca riflessione su tre aspetti specifici:

- il rapporto tra sensus fidei e pietà popolare;
- il rapporto tra sensus fidei e opinione pubblica;
- i modi per consultare i fedeli.

Ricordando la descrizione che Papa Francesco offre della pietà popolare quale «manifestazione di una vita teologale animata dall’azione dello Spirito Santo che è stato riversato nei nostri cuori», il documento afferma che «la pietà popolare scaturisce dal sensus fidei e lo rende manifesto, e deve essere rispettata e alimentata» (nn. 109-110; cfr. Evangelii gaudium, n. 125), e interpreta l’insegnamento di Papa Francesco secondo cui nella «pietà popolare (…) è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare» in quanto «opera dello Spirito Santo», proprio come un riferimento al sensus fidei (n. 112; cfr. Evangelii gaudium, n. 126). L’importanza del sensus fidei per la nuova evangelizzazione è di fatto un tema ricorrente nel documento della Commissione teologica internazionale.

La principale differenza tra il sensus fidei e l’opinione pubblica o maggioritaria è che, mentre quest’ultima è una realtà sociologica di importanza intrinseca per l’attività politica democratica, la prima è una realtà teologica intimamente collegata con il dono della fede e con la vita della Chiesa quale mistero di comunione che riceve la propria costituzione da Cristo (nn. 113-114).

Occorre distinguere attentamente tra le due. Le voci laiche certamente devono essere rispettate; nella storia della Chiesa ci sono tempi in cui, più che la maggioranza dei vescovi o dei teologi, sono stati i laici a sostenere la vera fede (n. 119).
Tuttavia, nella storia del popolo di Dio spesso è stata una minoranza più che una maggioranza a custodire la fede (n. 118).  

Poiché John Henry Newman ha affermato che «l’insieme dei fedeli è uno dei testimoni del fatto che esiste la tradizione di una fede rivelata», è giusto e opportuno che i pastori della Chiesa «consultino» i fedeli, nel senso di informarsi su ciò che in realtà credono. Il documento conclude incoraggiando tale consultazione e, di fatto, appoggiando l’«opinione pubblica», nel senso di uno scambio di pensiero libero, amorevole e reciprocamente rispettoso tra membri della Chiesa. Tale scambio è un mezzo eccellente per sondare il sensus fidelium, e occorrono strutture di consultazione adeguate perché la Chiesa sia «viva e vivace» (nn. 125-126).

di Paul McPartlan, Membro della Commissione teologica internazionale




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE

SENSUS FIDEI NELLA VITA DELLA CHIESA

(2014)

 

* NOTA PRELIMINARE

Nel suo quinquennio 2009-2014 la Commissione Teologica Internazionale ha condotto uno studio riguardante la natura del sensus fidei e il suo ruolo nella vita della Chiesa. Il lavoro si è svolto all’interno di una Sottocommissione, presieduta da Mons. Paul McPartlan e composta dai seguenti Membri: P. Serge-Thomas Bonino, O.P. (Segretario Generale), Sr. Sara Butler, M.S.B.T., Rev.do Antonio Castellano, S.D.B., Rev.do Adelbert Denaux, Mons. Tomislav Ivanĉić, S.E. Mons. Jan Liesen, Rev.do Léonard Santedi Kinkupu, Prof. Thomas Söding e Mons. Jerzy Szymik.

Le discussioni generali su questo tema si sono svolte in vari incontri della Sottocommissione e durante le Sessioni Plenarie della stessa Commissione, tenutisi a Roma negli anni 2011-2014.

Il presente testo, dal titolo “Sensus fidei nella vita della Chiesa”, è stato approvato “in forma specifica” dalla maggioranza dei membri della Commissione, con voto scritto, ed è stato poi sottoposto al suo Presidente, il Cardinale Gerhard L. Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale ha dato la sua approvazione per la pubblicazione.



Il fiuto delle pecore

Un nuovo documento della Commissione Teologica Internazionale:

Il sensus fidei nella vita della Chiesa

 

 

di Serge-Thomas Bonino*

 

Ad Assisi, nell’ottobre 2013, Papa Francesco ha invitato i pastori a “camminare con il popolo”, “a volte davanti, a volte in mezzo e a volte dietro. Davanti, per guidare la comunità; in mezzo, per incoraggiarla ; dietro […] perché il popolo ha ‘fiuto’! Ha fiuto nel trovare nuove vie per il cammino, ha il ‘sensus fidei’, che dicono i teologi”. Papa Francesco ama far riferimento a questo istinto soprannaturale o sensus fidei che possiede il popolo di Dio. Vi vede una risorsa fondamentale per la nuova evangelizzazione. È dunque lieto che la Commissione teologica internazionale pubblichi, al termine del suo VIII quinquennio, un documento intitolato “Il sensus fidei nella vita della Chiesa”. Redatto in inglese, è disponibile in diverse lingue sul sito della CTI.



Questo documento risponde a un duplice obiettivo. In primo luogo, fa il punto teologico su una nozione tradizionale che è stata rivalutata dal Vaticano II, al crocevia tra l’ecclesiologia rinnovata della Lumen gentium e la teologia fondamentale della Dei Verbum. Confermando il ruolo insostituibile del Magistero nella trasmissione della fede, il Concilio ha voluto superare la dicotomia semplicistica tra una Chiesa insegnante e una Chiesa passivamente insegnata. Ha ricordato che, con l’impulso dello Spirito di verità, il popolo di Dio nel suo complesso prende parte alla funzione profetica di Gesù Cristo e gode di un’infallibilità in credendo, tanto che il consensus dell’insieme dei credenti costituisce una testimonianza resa alla fede apostolica.
La recente consultazione delle Chiese particolari in vista del Sinodo straordinario sulla famiglia poggia proprio sulla convinzione che l’insieme del popolo di Dio, in virtù del senso della fede, è atto a discernere quali sono le vie del Vangelo per oggi.

Ma non tutte le opinioni che circolano tra i battezzati derivano dal sensus fidelium sicchè il secondo obiettivo del documento è proprio quello di proporre criteri per discernere il sensus fideliun autentico e scartarne le contraffazioni.

Per raggiungere questo duplice obiettivo, il documento si articola in quattro capitoli. Il primo presenta le fonti bibliche e ripercorre la storia della nozione. I due capitoli successivi affrontano in modo più sistematico la natura e le manifestazioni del sensus fidei. È l’istinto della fede, innanzitutto della comunità ecclesiale (sensus fidei fidelium) e poi di ogni credente in particolare nella misura in cui partecipa alla vita della Chiesa (sensus fidei fidelis).
Questi due aspetti – personale ed ecclesiale – sono inseparabili. Quindi, il capitolo 2 riguarda l’istinto della fede di ogni credente e il capitolo 3 si dedica al ruolo del sensus fidei nella vita della Chiesa, concentrandosi su due tematiche : la sua valore prospettico poi la sana “pericoresi” o interazione all’interno del triangolo: “sensus fidei – Magistero – teologia”.
Il capitolo 4 costituisce il punto culminante del documento poiché, basandosi su quanto detto in precedenza, tenta di rispondere alla domanda: come si può, nel frastuono delle opinioni, discernere la realtà del sensus fidei? Non è infatti raro che s’invochi ilsensus fidelium per giustificare una resistenza a certi insegnamenti del Magistero, ma non si può considerare come un’espressione del sensus fidei qualsiasi opinione, per quanto aritmeticamente maggioritaria, poiché “nell’universo mentale concreto del credente, le giuste intuizioni del sensus fidei possono trovarsi mescolate a diverse opinioni puramente umane” (n. 55).

Come si fa a scegliere? Il criterio è duplice. C’è un criterio oggettivo: la conformità alla Tradizione apostolica. Una convinzione che non potrebbe presentarsi come uno sviluppo omogeneo della fede apostolica non può esprimere il sensus fidelium. Ma il documento si occupa soprattutto dei criteri soggettivi, ossia delle qualità richieste ai credenti affinché siano veramente “soggetti” del sensus fidelium. Tali criteri si riassumono in una sola parola: ecclesialità, cioè partecipazione attiva alla vita intima della Chiesa.

Questi criteri di discernimento vanno applicati a due realtà importanti. Innanzitutto il documento sottolinea che la religiosità popolare, anche se deve sempre essere evangelizzata e resa più “ecclesiale”, costituisce un’espressione privilegiata del senso della fede. Si occupa poi dei rapporti tra senso della fede e opinione pubblica.
L’opinione pubblica è senza dubbio essenziale per il funzionamento delle società democratiche fondate sulla sovranità popolare. Ma, sebbene la Chiesa riconosca gli valori della democrazia, è chiaro che nessun modello politico secolare potrebbe determinare la sua struttura e neppure la sua vita interna. L’opinione pubblica, anche se ha un proprio posto nella Chiesa, non può quindi svolgervi lo stesso ruolo che nelle società secolari. La storia dimostra inoltre che il sensus fidei autentico è stato spesso sorretto da un “piccolo gregge” fedele agli insegnamenti evangelici. Comunque sia, “consultare i fedeli”, secondo la formula classica del beato Newman, è una prassi sana e tradizionale che contribuisce alla vitalità di una Chiesa impegnata nell’evangelizzazione.

 

*Domenicano, segretario generale della Commissione Teologica Internazionale

 


L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n.139, Sab. 21/06/2014



[Modificato da Caterina63 04/07/2014 11:09]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Sensus fidei
NELLA VITA DELLA CHIESA
 * 
(2014)

 

 

CONTENUTI

Introduzione

Capitolo Uno: Il sensus fidei nella Scrittura e nella Tradizione

1. Insegnamento biblico

a) La fede come risposta alla Parola di Dio. 
b) Le dimensioni personali ed ecclesiali della fede 
c) La capacità dei credenti di conoscere e testimonianza della verità

 

2. Lo sviluppo dell'idea, e il suo posto nella storia della Chiesa

a) periodo patristico 
b) periodo medievale 
c) riforma e post-riforma periodo 
d) 19 ° secolo 
e) del 20 ° secolo

 

Capitolo Due: Il sensus fidei Fidelis nella vita personale del credente

 

1. L' sensus fidei come un istinto di fede

2. Manifestazioni del sensus fidei nella vita personale dei credenti

 

Capitolo tre: Il sensus fidei fidelium nella vita della Chiesa

 

1. L' sensus fidei e lo sviluppo della dottrina e della pratica cristiana

a) gli aspetti retrospettivi e prospettici del sensus fidei
b) Il contributo dei laici alla sensus fidelium

2. L' sensus fidei e il magistero

a) Il magistero ascolta il sensus fidelium
b) Il magistero nutre, discerne e giudica il sensus fidelium 

c) Reception

 

3. L' sensus fidei e la teologia

a) I teologi dipendono dal sensus fidelium
b) I teologi riflettere sul sensus fidelium

 

4. Aspetti ecumenici del sensus fidei

 

Capitolo Quattro: Come discernere le manifestazioni autentiche del sensus fidei

 

1. Disposizioni necessari per la partecipazione autentica nel sensus fidei

a) La partecipazione alla vita della Chiesa 
b) L'ascolto della parola di Dio 
c) L'apertura alla ragione 
d) L'adesione al magistero 
e) Santità - l'umiltà, la libertà e la gioia 
f) Cerco l'edificazione della Chiesa

 

2. Applicazioni

a) Il sensus fidei e popolare religiosità 
b) Il sensus fidei e l'opinione pubblica 
c) forme di consultazione dei fedeli

 

Conclusione


 

 

 

* NOTA PRELIMINARE

 

Nel quinquennio del 2009-2014, la Commissione Teologica Internazionale ha studiato la natura delsensus fidei e il suo posto nella vita della Chiesa. Il lavoro si è svolto in una sottocommissione presieduta da mons. Paul McPartlan e composto dai seguenti membri: p. Serge Thomas Bonino, OP (Segretario Generale); Suor Sara Butler, MSBT; Don Antonio Castellano, SDB; Rev. Adelbert Denaux; Mons. Tomislav Ivancic; Mons. Jan Liesen; Rev. Leonard Santedi Kinkupu, il dottor Thomas Söding, e mons. Jerzy Szymik.

Le discussioni generali di questo tema si sono svolte in numerosi incontri della sottocommissione e durante le sessioni plenarie della stessa Commissione Teologica Internazionale tenutosi a Roma tra il 2011 e il 2014. Il testo " Sensus fidei nella vita della Chiesa "è stato approvato in forma specificadalla maggioranza dei membri della commissione, con una votazione scritta, ed è stato poi sottoposto al suo presidente, il cardinale Gerhard L. Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha autorizzato la pubblicazione.

Introduzione

 

1. Con il dono dello Spirito Santo, 'lo Spirito di verità che procede dal Padre' e testimonia il Figlio (Gv 15,26), tutti i battezzati partecipano all'ufficio profetico di Gesù Cristo, 'i fedeli e vero testimone '(Ap 3,14). Sono a rendere testimonianza al Vangelo e alla fede apostolica nella Chiesa e nel mondo. Lo Spirito Santo li unge e li prepari per quello ad alta vocazione, conferendo loro una conoscenza molto personale ed intima della fede della Chiesa. Nella prima lettera di San Giovanni, i fedeli sono detto: 'avete l'unzione ricevuta dal Santo e tutti avete conoscenza', 'l'unzione che avete ricevuto da [Cristo] dimora in voi, e così non si fa bisogno di nessuno per insegnare ',' la sua unzione vi insegna ogni cosa "(1Gv 2:20, 27).

 

2. Come risultato, i fedeli hanno un istinto per la verità del Vangelo, che permette loro di riconoscere e convalidare autentica dottrina e la pratica cristiana, e di respingere ciò che è falso.Che l'istinto soprannaturale, intrinsecamente legata al dono della fede ricevuta nella comunione della Chiesa, è chiamato il sensus fidei , e permette ai cristiani di adempiere la loro vocazione profetica.Nel suo primo discorso dell'Angelus, il Papa Francesco citato le parole di un umile, donna anziana una volta ha incontrato: 'Se il Signore non perdona tutto, il mondo non esisterebbe'; e ha commentato con ammirazione: 'questa è la saggezza che lo Spirito Santo dà'. [1] intuizione della donna è una manifestazione evidente della sensus fidei , che, oltre a consentire un certo discernimento per quanto riguarda le cose della fede, promuove la vera sapienza e dà luogo, come in questo caso, alla proclamazione della verità. E 'chiaro, quindi, che il sensus fidei è una risorsa vitale per la nuova evangelizzazione a cui la Chiesa è fortemente impegnata nel nostro tempo. [2]

 

3. Come un concetto teologico, il sensus fidei si riferisce a due realtà che sono distinte anche se collegato strettamente, il soggetto proprio di un essere della Chiesa, 'colonna e sostegno della verità' (1 Tm 3,15), [3] , mentre il oggetto l'altro è il singolo credente, che appartiene alla Chiesa attraverso i sacramenti dell'iniziazione, e che, per mezzo di regolare celebrazione dell'Eucaristia, in particolare, partecipa nella sua fede e nella vita. Da un lato, il sensus fidei si riferisce alla capacità personale del credente, nella comunione della Chiesa, di discernere la verità della fede. D'altra parte, il sensus fidei si riferisce ad una realtà comune ed ecclesiale: l'istinto della fede della Chiesa stessa, con la quale si riconosce il suo Signore e proclama la sua parola. Il sensus fidei in questo senso si riflette nella convergenza dei battezzati in un'adesione vissuta ad una dottrina di fede o ad un elemento di Christian prassi . Questa convergenza ( consenso ) svolge un ruolo fondamentale nella Chiesa: il consenso fidelium . è un criterio sicuro per determinare se una particolare dottrina o una pratica appartiene alla fede apostolica [4] Nel presente documento, usiamo il termine, sensus fidei fidelis , per indicare l'attitudine personale del credente di fare un discernimento accurato in materia di fede, e sensus fidei fidelium fare riferimento al proprio istinto di fede della Chiesa.Secondo il contesto, sensus fidei si riferisce sia al primo o il secondo, e in quest'ultimo caso il termine, sensus fidelium , è anche usato.

 

4. L'importanza del sensus fidei nella vita della Chiesa è stato sottolineato con forza dal Concilio Vaticano II. Bando la caricatura di una gerarchia attiva e un laicato passiva, e in particolare l'idea di una rigida separazione tra la Chiesa docente ( docens Ecclesia ) e la Chiesa di apprendimento (discens Ecclesia ), il consiglio ha insegnato che tutti i battezzati partecipano nel loro corretta modo nei tre uffici di Cristo come profeta, sacerdote e re. In particolare, si insegnava che Cristo adempie il suo ufficio profetico, non solo per mezzo della gerarchia, ma anche attraverso i laici.

 

5. Nella reception e l'applicazione dell'insegnamento del Consiglio su questo argomento, però, molti interrogativi, soprattutto in relazione a controversie riguardanti vari temi dottrinali o morali. Qual è esattamente il sensus fidei e come può essere identificato? Quali sono le fonti bibliche di questa idea e come funziona il sensus fidei funzione nella tradizione della fede? Come funziona il sensus fidei riferiscono al magistero ecclesiastico del papa e dei vescovi, e alla teologia? [5] Quali sono le condizioni per un autentico esercizio del sensus fidei ? Il sensus fidei qualcosa di diverso dalla opinione della maggioranza dei fedeli in un dato momento o luogo, e se sì in che cosa differisce da quest'ultimo? Tutte queste domande richiedono risposte se l'idea del sensus fidei è da intendersi più pienamente e usato più fiducia nella Chiesa di oggi.

 

6. Lo scopo del presente testo non è quello di dare un resoconto esaustivo del sensus fidei , ma semplicemente per chiarire e approfondire alcuni aspetti importanti di questa nozione fondamentale al fine di rispondere ad alcune questioni, in particolare per quanto riguarda come identificare l'autentico sensus fidei in situazioni di polemiche, quando per esempio ci sono tensioni tra l'insegnamento del magistero e vista la pretesa di esprimere il sensus fidei . 
Pertanto, in primo luogo prendere in considerazione le fonti bibliche per l'idea del sensus fidei e il modo in cui questa idea ha sviluppato e funzionato nella storia e nella tradizione della Chiesa (capitolo uno). La natura delsensus fidei fidelis sarà poi considerato, insieme con le manifestazioni di questi ultimi nella vita personale del credente (capitolo due). 
Il documento sarà poi riflettere sul sensus fidei fidelium , cioè, il sensus fidei nella sua forma ecclesiale, considerando in primo luogo il suo ruolo nello sviluppo della dottrina e della pratica cristiana, poi il suo rapporto con il magistero e la teologia, rispettivamente, e quindi anche la sua importanza per il dialogo ecumenico (capitolo tre).
 
Infine, si cercherà di individuare le disposizioni necessarie per una partecipazione autentica nel sensus fidei - costituiscono criteri per un discernimento autentico sensus fidei - e verrà riflettere su alcune applicazioni delle sue scoperte alla vita concreta della Chiesa (capitolo quattro) .

Capitolo 1: Il sensus fidei nella Scrittura e nella Tradizione

 

7. La frase, sensus fidei , si trova né nella Scrittura né nell'insegnamento ufficiale della Chiesa fino al Concilio Vaticano II. Tuttavia, l'idea che la Chiesa nel suo insieme è infallibile nel suo credo, dal momento che è il corpo e sposa di Cristo (cf. 1 Cor 12:27; Ef 4:12, 5:21-32; Ap 21,9), e che tutti i suoi membri hanno una unzione che insegna loro (cf. 1 Gv 2:20, 27), essendo dotato dello Spirito di verità (cfr Gv 16,13), è ovunque emerge dalle origini del cristianesimo. Il presente capitolo traccerà le principali linee di sviluppo di questa idea, prima nella Scrittura e poi nella successiva storia della Chiesa.

 

1. Insegnamento biblico

 

a) La fede come risposta alla Parola di Dio

 

8. In tutto il Nuovo Testamento, la fede è la risposta fondamentale e decisiva delle persone umane al Vangelo. Gesù annuncia il Vangelo, al fine di portare la gente alla fede: 'Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo '(Mc 1,15). Paolo ricorda i primi cristiani della sua proclamazione apostolica della morte e risurrezione di Gesù Cristo, al fine di rinnovare e approfondire la loro fede: 'Ora vorrei ricordarvi, fratelli e sorelle, la buona notizia che ho proclamato a voi, che avete in girare ricevuto, in cui anche ti trovi, attraverso il quale siete stati salvati, se si tiene saldamente al messaggio che ho proclamato a voi - a meno che non siete venuti a credere in vano '(1Cor 15,1-2). La comprensione della fede nel Nuovo Testamento è radicata nel Vecchio Testamento, e soprattutto nella fede di Abramo, che si fidava completamente nelle promesse di Dio (Gn 15:06;. Cf Rm 4:11,17). Questa fede è una risposta libera alla proclamazione della Parola di Dio, e come tale è un dono dello Spirito Santo per essere ricevuti da coloro che veramente credono (cf. 1Cor 12,3). Il 'obbedienza della fede' (Rm 1,5), è il risultato della grazia di Dio, che libera gli esseri umani e dà loro appartenenza alla Chiesa (Gal 5:1,13).

 

. 9 Il Vangelo suscita la fede, perché non è semplicemente il trasporto di informazione religiosa, ma la proclamazione della Parola di Dio, e 'la potenza di Dio per la salvezza', che è veramente di essere ricevuti (Rm 1,16-17; . cf Mt 11:15; Lc 7,22 [Is 26:19, 29:18, 35:5-6; 61:1-11]). È il Vangelo della grazia di Dio (Atti 20:24), la 'rivelazione del mistero' di Dio (Rm 16,25), e la 'parola della verità' (Ef 1,13). Il Vangelo ha un contenuto sostanziale: la venuta del Regno di Dio, la risurrezione e l'esaltazione del crocifisso Gesù Cristo, il mistero della salvezza e glorificazione da Dio nello Spirito Santo. Il Vangelo ha un argomento forte: Gesù stesso, il Verbo di Dio, che manda i suoi apostoli ei loro seguaci, e prende la forma diretta di proclamazione ispirata e autorizzato da parole e azioni. Per ricevere il Vangelo richiede una risposta di tutta la persona 'con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e con tutta la tua forza' (Mc 12,31). Questa è la risposta della fede, che è 'la certezza di cose che si sperano, la convinzione di cose non viste' (Eb 11,1).

 

10. '"Faith" è sia un atto di fede o fiducia e anche ciò che si crede o confessato, fides qua e fides quae , rispettivamente. Entrambi gli aspetti lavorano insieme inseparabilmente, dal momento che la fiducia è l'adesione a un messaggio con contenuti intelligibile, e la confessione non può essere ridotto a mera a parole, deve venire dal cuore. ' [6] L'Antico e il Nuovo Testamento mostrano chiaramente che la forma e il contenuto della fede appartengono insieme .

 

b) la dimensione personale ed ecclesiale della fede

 

11. Le Scritture mostrano che la dimensione personale della fede è integrato nella dimensione ecclesiale; si trovano sia le forme singolare e plurale della prima persona: 'noi crediamo' (cfr Gal 2,16) e 'credo' (cfr Gal 2,19-20). Nelle sue lettere, Paolo riconosce la fede dei credenti sia come personale e una realtà ecclesiale. Egli insegna che chiunque confessa che 'Gesù è il Signore' è ispirata dallo Spirito Santo (1Cor 12,3). Lo Spirito incorpora ogni credente nel corpo di Cristo e lui o lei dà un ruolo speciale, al fine di edificare la Chiesa (cfr 1Cor 12:4-27). Nella lettera agli Efesini, la confessione dell'unico e solo Dio è collegata con la realtà di una vita di fede nella Chiesa: 'Un solo corpo e un solo spirito, come siete stati chiamati a una sola speranza della vostra vocazione, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti '(Ef 4,4-6).

 

12. Nelle sue dimensioni personali ed ecclesiali, la fede ha i seguenti elementi essenziali:

 

i) La fede richiede pentimento. Nella proclamazione dei profeti di Israele e di Giovanni Battista (cfr Mc 1,4), come pure nella predicazione della Buona Novella da Gesù stesso (Mc 1:14 f.) E nella missione degli Apostoli ( Atti 2:38-42;. 1Ts 1:09 f), il pentimento significa che la confessione dei propri peccati e l'inizio di una nuova vita vissuta all'interno della comunità dell'alleanza di Dio (cfr Rm 12,1 f)..

 

ii) La fede si sia espressa e alimentata dalla preghiera e di culto ( leiturgia ). La preghiera può assumere varie forme - accattonaggio, implorando, lodando, ringraziamento - e la confessione di fede è una forma speciale di preghiera. La preghiera liturgica, e pre-eminentemente la celebrazione dell'Eucaristia, si è fin dall'inizio stato essenziale per la vita della comunità cristiana (cfr At 2,42). La preghiera si svolge sia in pubblico (cfr. 1Cor 14) e in privato (cfr Mt 6,5). Per Gesù, il Padre nostro (Mt 6:9-13; Lc 11:1-4) esprime l'essenza della fede. Si tratta di una 'sintesi di tutto il Vangelo'. [7] Significativamente, il suo linguaggio è quello di 'noi', 'noi' e 'nostro'.

 

iii) La fede porta la conoscenza. Colui che crede è in grado di riconoscere la verità di Dio (cfr Fil 3,10 s.). Tale conoscenza scaturisce dalla riflessione sulla esperienza di Dio, basata sulla rivelazione e condivisa nella comunità dei credenti. Questa è la testimonianza di Antico e Nuovo Testamento Sapienza teologia (Sl 111:10;. Cfr. Proverbi 01:07, 09:10, Mt 11,27; Lc 10,22).

 

iv) La fede porta alla confessionemarturia ). Ispirato dallo Spirito Santo, i credenti sanno quello in cui hanno riposto la loro fiducia (cfr 2Tm 1,12), e sono in grado di rendere conto della speranza che è in loro (cf. 1Pt 3,15), grazie alla proclamazione profetica e apostolica del Vangelo (cfr Rm 10,9 s.). Lo fanno in nome proprio; ma lo fanno dal di dentro la comunione dei credenti.

 

v) La fede comporta fiducia. A confidare in Dio significa basare la propria vita insieme, sulla promessa di Dio. In Eb 11, molti vecchi credenti Testamento sono menzionati come membri di una grande processione attraverso il tempo e lo spazio per Dio in cielo, guidati da Gesù 'autore e perfezionatore della nostra fede' (Eb 12,3). I cristiani sono parte di questa processione, condividendo la stessa speranza e convinzione (Eb 11,1), e gia 'circondati da un così gran nugolo di testimoni' (Eb 12,1).

 

vi) La fede comporta responsabilità e, soprattutto, di carità e di servizio ( diakonia ). I discepoli saranno noti 'dai loro frutti' (Mt 07:20). I frutti appartengono essenzialmente alla fede, perché la fede, che nasce dall'ascolto della Parola di Dio, richiede obbedienza alla sua volontà. La fede che giustifica (Gal 2,16) è 'la fede che opera per mezzo della carità' (Gal 5,6;. Cf Gc 2:21-24). L'amore per il fratello e la sorella è in realtà il criterio per amore di Dio (1 Gv 4,20).

 

c) La capacità dei credenti di conoscere e testimoniare la verità

 

13. In Geremia, una 'nuova alleanza' è promesso, quello che coinvolgerà l'internalizzazione della parola di Dio: 'Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore; e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non più si insegnano l'un l'altro, o dirsi, "Conosci il Signore", perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità, e ricordare loro non peccare più '(Ger 31:33-34). Il popolo di Dio deve essere creato di nuovo, ricevendo 'un nuovo spirito', in modo da essere in grado di riconoscere la legge e di seguirlo (Ez 11,19-20). Questa promessa si compie nel ministero di Gesù e la vita della Chiesa mediante il dono dello Spirito Santo. E 'particolarmente soddisfatta nella celebrazione dell'Eucaristia, dove i fedeli ricevono la coppa che è' nuova alleanza 'nel sangue del Signore (Lc 22,20; 1Cor 11,25;. Cf Rm 11:27; Eb 08:06 -12; 10:14-17).

 

14. Nel suo discorso d'addio, nel contesto dell'Ultima Cena, Gesù promise ai suoi discepoli 'avvocato', lo Spirito di verità (Gv 14:16, 26; 15:26; 16:7-14). Lo Spirito li ricorderà le parole di Gesù (Gv 14,26), permetterà loro di testimoniare la parola di Dio (Gv 15,26-27), 'dimostrare al mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio' (Gv 16, : 8), e 'guida' dei discepoli alla verità tutta intera "(Gv 16,13). Tutto ciò avviene grazie al dono dello Spirito attraverso il mistero pasquale, celebrato nella vita della comunità cristiana, soprattutto nell'Eucaristia, fino a quando il Signore viene (cf. 1Cor 11,26). I discepoli hanno un senso ispirato per la verità sempre attuale della Parola di Dio incarnata in Gesù e del suo significato per l'oggi (cf. 2Cor 6,2), e questo è ciò che guida il popolo di Dio, guidato dallo Spirito Santo, a testimoniare la propria fede nella Chiesa e nel mondo.

 

15. Mosè voluto che tutte le persone che potrebbero essere profeti per ricevere lo Spirito del Signore (Num 11,29). Tale desiderio è diventato una promessa escatologica per mezzo del profeta, Joel, e alla Pentecoste Pietro proclama il compimento della promessa: 'Negli ultimi giorni sarà, Dio dichiara, che io verserò il mio Spirito sopra ogni carne, ei vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno '(Atti 2:17;. cf Gioele 3:01). Lo Spirito che era stato promesso (cfr At 1,8) è versato, consentendo ai fedeli di parlare 'su gesta di Dio di potere »(At 2,11).

 

16. La prima descrizione della comunità dei credenti a Gerusalemme combina quattro elementi: 'Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere "(At 2,42). La devozione a questi quattro elementi si manifesta con forza la fede apostolica . Faith si aggrappa l'autentico insegnamento degli Apostoli, che ricorda l'insegnamento di Gesù (cfr Lc 1,1-4); richiama i credenti in comunione gli uni con gli altri; si rinnova attraverso l'incontro con il Signore nella frazione del pane; e si alimenta nella preghiera.

 

17. Quando nella chiesa di Gerusalemme è sorto un conflitto tra gli ellenisti e gli Ebrei sulla distribuzione quotidiana, i dodici apostoli chiamati 'tutta la comunità dei discepoli' e ha preso una decisione che 'piacque a tutta la comunita'. L'intera comunità ha scelto 'sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza », e li presentarono agli apostoli che poi pregato, imposero loro le mani su di loro (Atti 6:1-6). Quando i problemi sono sorti nella chiesa di Antiochia, concernente la circoncisione e la pratica della Torah, il caso è stato sottoposto al giudizio della Chiesa madre di Gerusalemme. Il consiglio apostolica risultante era della massima importanza per il futuro della Chiesa. Luca descrive la sequenza di eventi con attenzione. Le «apostoli e gli anziani si riunirono per esaminare la questione '(Atti 15:06). Peter ha raccontato la storia del suo essere ispirato dallo Spirito Santo a battezzare Cornelio e la sua casa, anche se erano circoncisi (Atti 15:7-11). Paolo e Barnaba raccontato della loro esperienza missionaria nella chiesa locale di Antiochia (Atti 15:12;. Cfr 15,1-5). James si riflette su quelle esperienze alla luce delle Scritture (Atti 15:13-18), e ha proposto una decisione che ha favorito l'unità della Chiesa (Atti 15:19-21). 'Allora gli apostoli e gli anziani, con il consenso di tutta la Chiesa, ha deciso di scegliere alcuni uomini tra i propri membri e di inviarli ad Antiochia con Paolo e Barnaba' (Atti 15:22). La lettera che comunicava la decisione è stata accolta dalla comunità con la gioia della fede (Atti 15:23-33). Per Luca, questi eventi hanno dimostrato azione corretta ecclesiale, che coinvolge sia il servizio pastorale degli apostoli e dagli anziani e anche la partecipazione della comunità, qualificata a partecipare con la loro fede.

 

18. Scrivendo ai Corinzi, Paolo identifica la stoltezza della croce come la sapienza di Dio (1Cor 1,18-25). Spiegando come questo paradosso è comprensibile, dice: 'noi abbiamo la mente di Cristo' (1Cor 2,16; ἡμεῖς δὲ νοῦν Χριστοῦ ἔχομεν; nos autem sensum Christi habemus , nella Vulgata) . 'Noi' qui si riferisce alla Chiesa di Corinto in comunione con il suo apostolo, come parte di tutta la comunità dei credenti (1Cor 1,1-2). La capacità di riconoscere il Messia Crocifisso come la sapienza di Dio è data dallo Spirito Santo; non è un privilegio dei saggi e degli scribi (cfr. 1 Cor 1:20), ma viene dato ai poveri, agli emarginati ea chi e 'stupido' agli occhi del mondo (1Cor 01:26 - 29). Anche così, Paolo rimprovera i Corinzi di essere 'ancora della carne', ancora non è pronto per il 'cibo solido' (1Cor 3:1-4). La loro fede ha bisogno di maturare e di trovare una migliore espressione nelle loro parole e azioni.

 

19. Nel suo ministero, Paolo dimostra rispetto e il desiderio di approfondire la fede delle sue comunità . In 2Cor 1:24, egli descrive la sua missione di apostolo nei termini seguenti: 'Io non intendo dire che abbiamo da padroni sulla vostra fede; anzi, siamo lavoratori con voi per la vostra gioia, perché voi siete già saldi nella fede ', e incoraggia Corinzi:' Rimanete saldi nella fede '(1Cor 16,14). Ai Tessalonicesi, egli scrive una lettera 'a rafforzare e incoraggiare per il bene della vostra fede' (1Ts 3,2), e prega per la fede di altre comunità altrettanto (cfr Col 1,9; Ef 1:17 -19).L'apostolo funziona non solo per un aumento della fede degli altri, sa che la sua propria fede essere rafforzata in tal modo in una sorta di dialogo di fede: '... che abbiamo in comune incoraggiati da ogni altra fede, voi e io' ( Rm 1,17). La fede della comunità è un punto di riferimento per l'insegnamento di Paolo e di un punto di riferimento per il suo servizio pastorale, dando luogo ad uno scambio reciprocamente vantaggioso tra lui e le sue comunità.

 

. 20 Nella prima lettera di Giovanni, la Tradizione apostolica è menzionato (1Gv 1,1-4), ei lettori sono ricordato del loro battesimo: 'Hai l'unzione ricevuta dal Santo e tutti avete conoscenza' ( 1Gv 2,20). La lettera prosegue: 'Quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui dimora in voi, e quindi non ha bisogno di nessuno per insegnare. Ma, come la sua unzione vi insegna ogni cosa, ed è vero, e non è una bugia, e proprio come essa vi ha insegnato, dimorare in lui '(1 Gv 2,27).

 

21. Infine, nel libro dell'Apocalisse, Giovanni il profeta ripete in tutte le sue lettere alle Chiese (cfr Ap 2-3) la formula: 'Lasciate che chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese '(Ap 2,7, et al.). I membri delle chiese sono a carico ascoltare la parola viva dello Spirito, di riceverlo, e per dare gloria a Dio. E 'per l'obbedienza della fede, essa stessa un dono dello Spirito, che i fedeli sono in grado di riconoscere l'insegnamento che stanno ricevendo veramente come l'insegnamento dello stesso Spirito, e per rispondere alle istruzioni che vengono date.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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04/07/2014 11:23
 
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2. Lo sviluppo dell'idea, e il suo posto nella storia della Chiesa

 

22. Il concetto di sensus fidelium ha cominciato ad essere elaborato e utilizzato in modo più sistematico al tempo della Riforma, anche se il ruolo decisivo della fidelium consenso nel discernimento e sviluppo della dottrina in materia di fede e di morale è stato già riconosciuto nel patristica e medievale. Ciò che è stato ancora bisogno, tuttavia, era maggiore attenzione al ruolo specifico dei laici a questo riguardo. Tale questione ha ricevuto l'attenzione soprattutto a partire dal XIX secolo.

 

a) periodo patristico

 

23. I Padri ei teologi dei primi secoli considerata la fede di tutta la Chiesa ad essere un sicuro punto di riferimento per discernere il contenuto della Tradizione apostolica. La loro convinzione circa la solidità e anche l'infallibilità del discernimento di tutta la Chiesa in materia di fede e di morale è stata espressa nel contesto della polemica. Hanno smentito le novità introdotte dal pericolosi eretici confrontandoli con quanto dichiarato e fatto in tutte le chiese. [8] Per Tertulliano (c.160-225 ca), il fatto che tutte le chiese hanno sostanzialmente la stessa fede testimonia Cristo presenza e la guida dello Spirito Santo; quelli si smarriscono che abbandonano la fede di tutta la Chiesa. [9] Per Agostino (354-430), tutta la Chiesa, 'dai vescovi al minimo dei fedeli', testimonia la verità. [10] Il generale consenso delle funzioni cristiani come una norma sicura per la determinazione della fede apostolica: 'Securus judicat orbis terrarum [il giudizio del mondo intero è sicuro] ' . [11] Giovanni Cassiano (c.360-435) ha ritenuto che il consenso universale del fedele è un argomento sufficiente per confutare gli eretici, [12] e Vincenzo di Lérins (c.445 morto) ha proposto come norma della fede che si è svolta ovunque, sempre e da tutti ( quod ubique, quod Semper, quod ab omnibus creditum est ). [13]

 

24. Per risolvere le controversie tra i fedeli, i Padri della Chiesa appello non solo alla credenza comune, ma anche per la costante tradizione della pratica. Girolamo (c.345-420), per esempio, ha trovato la giustificazione per la venerazione delle reliquie puntando alla pratica dei vescovi e dei fedeli, [14] e Epifanio (c.315-403), in difesa di Maria perpetua verginità, ha chiesto se qualcuno avesse mai osato pronunciare il suo nome senza aggiungere 'Vergine'. [15]

 

25. La testimonianza del periodo patristico riguarda essenzialmente la testimonianza profetica del popolo di Dio nel suo insieme, qualcosa che ha un certo carattere oggettivo. Le persone che credono nel suo insieme non può errare in materia di fede, si è affermato, perché hanno ricevuto l'unzione di Cristo, lo Spirito Santo promesso, che li prepari a discernere la verità. Alcuni Padri della Chiesa riflette anche sulla capacità personale di cristiani, animati dalla fede e abitata dallo Spirito Santo per mantenere la vera dottrina della Chiesa e di respingere errore. Agostino, per esempio, ha richiamato l'attenzione a questo quando affermava che Cristo 'il Maestro interiore' abilita i laici così come i loro pastori, non solo per ricevere la verità della rivelazione, ma anche approvano e trasmettono. [16]

 

26. Nei primi cinque secoli, la fede della Chiesa nel suo insieme si è rivelato decisivo nel determinare il canone della Sacra Scrittura e nella definizione delle principali dottrine riguardanti, per esempio, la divinità di Cristo, la verginità perpetua e la maternità divina di Maria, e la venerazione e di invocazione dei santi. In alcuni casi, come il Beato John Henry Newman (1801-1890) osservò, la fede dei laici, in particolare, ha giocato un ruolo cruciale. L'esempio più eclatante è stato nella famosa polemica nel IV secolo con gli ariani, che sono stati condannati al Concilio di Nicea (325 dC), dove è stata definita la divinità di Gesù Cristo. Da allora fino al Concilio di Costantinopoli (381 dC), tuttavia, ha continuato ad essere l'incertezza tra i vescovi. Durante questo periodo, 'la tradizione divina affidata alla Chiesa infallibile fu proclamata e mantenuta molto di più dai fedeli che dal Episcopato'. '[T] qui era una suspense temporanea delle funzioni dei "docens Ecclesia". Il corpo dei Vescovi fallito nel loro confessione della fede. Parlavano variamente, uno contro l'altro; non c'era nulla, dopo Nicea, di società, invariabile, la testimonianza coerente, per quasi 60 anni '. [17]

 

 

b) periodo medievale

 

27. Newman ha anche commentato che 'in età più avanzata, quando i benedettini appreso della Germania [cfr. Rabano Mauro, c.780-856] e in Francia [cfr. Ratramnus, morì c.870] erano perplessi nella loro enunciazione della dottrina della presenza reale, Pascasio [c.790 -. C.860] è stata sostenuta dai fedeli nel suo mantenimento di essa ' [18] Qualcosa di simile è accaduto con rispetto al dogma, definito da Papa Benedetto XII nella costituzione, Benedictus Deus (1336), per quanto riguarda la visione beatifica, godono già da anime dopo il purgatorio e prima del giorno del giudizio: [19] 'la tradizione, su cui è stata effettuata la definizione , si è manifestata in fidelium consenso , con un luminousness che la successione dei Vescovi, anche se molti di loro erano"Sancti Patres ab IPSI Apostolorum temporibus" , non fornire '. '[M] ost notevole deferenza è stata dedicata al "sensus fidelium"; il loro parere e la consulenza in effetti non è stato chiesto, ma la loro testimonianza è stata presa, i loro sentimenti consultati, la loro impazienza, avevo quasi detto, temevano '. [20] Il continuo sviluppo, tra i fedeli, di fede, e devozione, l' Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, nonostante l'opposizione alla dottrina da alcuni teologi, è un altro importante esempio del ruolo svolto nel Medioevo dal sensus fidelium .

 

28. I medici Scolastica riconosciuto che la Chiesa, la Congregatio fidelium , non può errare in materia di fede perché è insegnata da Dio, uniti con Cristo capo, e abitato dallo Spirito Santo.Tommaso d'Aquino, per esempio, prende questo come premessa per il fatto che la Chiesa universale è disciplinato dallo Spirito Santo che, come il Signore Gesù ha promesso, avrebbe insegnarle 'tutta la verità' (Gv 16,13). [21] Egli sapeva che la fede della Chiesa universale è autorevolmente espressa dai suoi prelati, [22] ma era particolarmente interessato a istinto personale di ogni credente di fede, che anche ha esplorato in relazione alla virtù teologale della fede.

 

c) Riforma e periodo post-riforma

 

29. La sfida posta dai riformatori del secolo 16 richieste rinnovata attenzione al sensus fidei fidelium , e la prima trattazione sistematica di esso è stato elaborato in seguito. I Riformatori hanno sottolineato il primato della Parola di Dio nella Sacra Scrittura ( sola Scriptura ) e il sacerdozio dei fedeli. A loro avviso, la testimonianza interna dello Spirito Santo dà tutti i battezzati la capacità di interpretare, di per sé, Dio di parola; questa convinzione non li scoraggia, però, dall'insegnamento in sinodi e produzione di catechismi per l'istruzione dei fedeli. Le loro dottrine chiamati in causa, tra le altre cose, il ruolo e lo status della Tradizione, l'autorità del papa e ai vescovi di insegnare e l'inerranza dei consigli. In risposta alla loro richiesta che la promessa della presenza di Cristo e la guida dello Spirito Santo era dato a tutta la Chiesa, non solo ai Dodici, ma anche di ogni credente,[23] i teologi cattolici sono stati indotti a spiegare meglio come le pastori servire la fede del popolo.Nel processo, hanno dato sempre maggiore attenzione al magistero della gerarchia.

 

30. Teologi della Riforma cattolica, basandosi sulle precedenti sforzi per sviluppare una ecclesiologia sistematica, ha preso la questione della rivelazione, le sue fonti e la loro autorità. In un primo momento, hanno risposto alla critica di alcune dottrine dei Riformatori appellandosi alla infallibilità di tutta la Chiesa, laici e clero insieme, in credendo . [24] Il Concilio di Trento, infatti, più volte fatto appello al giudizio di tutta la Chiesa nella sua difesa di articoli controversi della dottrina cattolica. Il suo decreto sul sacramento dell'Eucaristia (1551), per esempio, specificamente richiamato 'la comprensione universale della Chiesa [ Universum Ecclesiae sensum ] '. [25]

 

31. Melchior Cano (1509-1560), che ha partecipato al consiglio, ha fornito il primo trattamento estesa del sensus fidei fidelium nella sua difesa di stima cattolica per la forza probatoria della Tradizione in argomento teologico. Nel suo trattato, De Locis theologicis (1564), [26] ha identificato l'attuale accordo comune dei fedeli come uno dei quattro criteri per determinare se una dottrina o una pratica appartiene alla tradizione apostolica. [27] In un capitolo sulla chiesa di l'autorità per quanto riguarda la dottrina, ha sostenuto che la fede della Chiesa non può fallire perché è la Sposa (Os 2; 1Cor 11,2) e Corpo di Cristo (Ef 5), e perché lo Spirito Santo la guida (Gv 14: 16, 26). [28] Cano ha anche osservato che la parola 'Chiesa' volte designa tutti i fedeli, compresi i pastori, e, talvolta, designa suoi capi e pastori ( principes et Pastores ), per troppo possiedono lo Spirito Santo. [ 29] Ha usato la parola nel primo senso quando affermava che la fede della Chiesa non può fare a meno, che la Chiesa non può essere ingannato nel credere, e che l'infallibilità non appartiene solo alla Chiesa di epoche passate, ma anche alla Chiesa che è attualmente costituita. Ha usato 'Chiesa' nel secondo senso quando ha insegnato che i suoi pastori sono infallibili nel dare giudizi dottrinali autorevoli, perché essi sono assistiti in questo compito dallo Spirito Santo (Ef 4, 1 Tim 3). [30]

 

32. Roberto Bellarmino (1542-1621), difendendo la fede cattolica contro i suoi critici della Riforma, ha preso la Chiesa visibile, la 'universalità di tutti i credenti', come suo punto di partenza.Per lui, tutto ciò che la stiva fedeli de fide , e tutto ciò che i vescovi insegnano come appartenenti alla fede, è necessariamente vero e di essere creduto. [31] Egli ha sostenuto che i concili della Chiesa non possono fallire perché possiedono questo consenso Ecclesiae universalis . [32]

 

33. Altri teologi dell'epoca post-tridentina continuato ad affermare l'infallibilità della Ecclesia (con cui intendevano tutta la Chiesa, comprensivo dei suoi pastori) in credendo , ma ha cominciato a distinguere i ruoli della 'Chiesa docente' e ' Chiesa 'apprendimento piuttosto bruscamente. L'enfasi in precedenza sulla infallibilità 'attivo' della Ecclesia in credendo stato gradualmente sostituito da un accento sul ruolo attivo delle docens Ecclesia . E 'diventato comune dire che le discens Ecclesiaavevano solo una infallibilità 'passiva'.

 

d) 19 ° secolo

 

34. Il 19 ° secolo fu un periodo decisivo per la dottrina della sensus fidei fidelium . Ha visto, nella Chiesa cattolica, anche in risposta alle critiche da parte dei rappresentanti della cultura moderna e da cristiani di altre tradizioni, e in parte da una maturazione interiore, l'ascesa della coscienza storica, un risveglio di interesse nei Padri della Chiesa e in teologi medievali, e una rinnovata esplorazione del mistero della Chiesa. In questo contesto, i teologi cattolici come Johann Adam Möhler (1796-1838), Giovanni Perrone (1794-1876), e John Henry Newman ha dato nuova attenzione al sensus fidei fidelium come theologicus locus per spiegare come lo Spirito Santo mantiene tutta la Chiesa nella verità e per giustificare gli sviluppi nella dottrina della Chiesa. I teologi evidenziato il ruolo attivo di tutta la Chiesa, in particolare l'apporto dei fedeli laici, a conservare e trasmettere la fede della Chiesa; e il magistero implicitamente confermato questa intuizione nel processo che porta alla definizione dell'Immacolata Concezione (1854).

 

35. Per difendere la fede cattolica contro il razionalismo, lo studioso di Tubinga, Johann Adam Möhler, ha cercato di rappresentare la Chiesa come un organismo vivente e di cogliere i principi che hanno governato lo sviluppo della dottrina. A suo avviso, è lo Spirito Santo che anima, guide, e unisce i fedeli come comunità in Cristo, operando in essi un ecclesiale 'coscienza' della fede (Gemeingeist o Gesamtsinn ), qualcosa di simile a un Volksgeist o spirito nazionale . [33] Questosensus fidei , che è la dimensione soggettiva della Tradizione, comprende necessariamente un elemento oggettivo, l'insegnamento della Chiesa, per il 'senso' cristiano dei fedeli, che vive nei loro cuori ed è praticamente equivalente alla Tradizione, non è mai divorziata dal suo contenuto. [34]

 

36. John Henry Newman inizialmente studiato il sensus fidei fidelium per risolvere la sua difficoltà per quanto riguarda lo sviluppo della dottrina. Egli fu il primo a pubblicare un intero trattato su quest'ultimo tema, Saggio sullo sviluppo della dottrina cristiana (1845), e precisare le caratteristiche dello sviluppo fedeli. Per distinguere tra vero e falso sviluppi, ha adottato norma di Agostino - il consenso generale di tutta la Chiesa, 'Securus judicat orbis terrarum' - ma vide che l'infallibile autorità è necessaria per mantenere la Chiesa nella verità.

 

37. Uso intuizioni da Möhler e Newman, [35] Perrone recuperato la comprensione patristica delsensus fidelium per rispondere ad un desiderio diffuso di una definizione papale di Maria Immacolata Concezione; trovò nel consenso unanime, o conspiratio , dei fedeli e dei loro pastori un mandato per l'origine apostolica di questa dottrina. Egli sosteneva che i teologi più illustri attribuito valore probatorio al sensus fidelium , e che la forza di uno 'strumento di tradizione' in grado di compensare il deficit di un altro, per esempio, 'il silenzio dei Padri'. [36]

 

38. L'influenza della ricerca di Perrone sulla decisione di Papa Pio IX per procedere con la definizione dell'Immacolata Concezione è evidente dal fatto che prima ha definito così il Papa ha chiesto ai vescovi di tutto il mondo a riferire per iscritto, per quanto riguarda la devozione dei loro clero e fedeli alla concezione della Vergine Immacolata. [37] 

Nella costituzione apostolica contenente la definizione, Ineffabilis Deus (1854), Papa Pio IX ha detto che anche se sapeva già la mente dei vescovi in materia, ha avuto particolare ha chiesto ai vescovi di informarlo della pietà e la devozione dei loro fedeli a questo proposito, e ha concluso che 'la Sacra Scrittura, venerabile tradizione, la mente costante della Chiesa [ perpetuus Ecclesiae sensus ], il notevole accordo dei vescovi cattolici e dei fedeli [ singularis catholicorum Antistitum ac fidelium conspiratio ], e gli atti memorabili e le Costituzioni dei nostri predecessori 'tutto meravigliosamente illustrato e proclamato la dottrina. [38] Egli ha quindi utilizzato il linguaggio del trattato di Perrone per descrivere la testimonianza combinata dei vescovi e dei fedeli. Newman ha sottolineato la parola,conspiratio , e ha commentato:. 'i due, l'insegnamento della Chiesa e la Chiesa ha insegnato, sono messi insieme, come una duplice testimonianza, che illustrano a vicenda, e non da dividere' [39]

 

39. Quando Newman scrisse più tardi Sulla consultazione dei fedeli in materia di dottrina(1859), è stato quello di dimostrare che i fedeli (distinto da loro pastori) hanno un proprio ruolo attivo da svolgere nella conservazione e trasmissione della fede. '[T] lui la tradizione degli Apostoli' e 'impegnato a tutta la Chiesa nelle sue varie componenti e funzioni per modum unius ', ma i vescovi ei fedeli laici testimoniano in modi diversi. La tradizione, egli dice, 'si manifesta variamente in vari momenti: a volte per bocca dell'episcopato, a volte dai medici, a volte dalla gente, a volte da liturgie, riti, cerimonie e costumi, dagli eventi, le controversie, i movimenti, e tutti quegli altri fenomeni che sono compresi sotto il nome di storia '. [40] Per Newman, 'c'è qualcosa nel "Pastorum et fidelium conspiratio "che non è nelle pastori soli '. [41] In questo lavoro, Newman citato a lungo dagli argomenti proposti oltre un decennio prima da Giovanni Perrone a favore della definizione dell'Immacolata Concezione. [42]

 

. 40 costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II, Pastor Aeternus , in cui è stato definito il magistero infallibile del papa, in alcun modo ignorato il sensus fidei fidelium ; al contrario, presupponeva esso. Il progetto iniziale di costituzione, Supremi Pastoris , da cui si è sviluppato, ha un capitolo sulla infallibilità della Chiesa (capitolo nove). [43] Quando l'ordine dei lavori è stato modificato al fine di risolvere la questione dell'infallibilità papale, tuttavia, la discussione della fondazione è stato differito e mai ripreso. 

Nella sua relatio sulla definizione dell'infallibilità papale, il vescovo Vincent Gasser, tuttavia, ha spiegato che l'assistenza speciale dato al papa non lo distingue dalla Chiesa e non esclude la consultazione e la cooperazione. [44] La definizione dell'Immacolata Concezione era un esempio, ha detto, di un caso 'così difficile che il Papa ritenga necessario per la sua informazione per informarsi dai vescovi, come mezzo ordinario, qual è la mente delle chiese'.[45] In una frase destinata ad escludere gallicanismo , Pastor Aeternus affermato che ex cathedra dottrinali definizioni del papa in materia di fede e di morale sono irreformable 'di se stessi e non dal consenso della Chiesa [ ex sese non autem ex consensu ecclesiae ] ', [46] ma questo non rende il consenso Ecclesiae superfluo. Che esclude è la teoria che una tale definizione richiede tale consenso, antecedente o conseguente, come condizione per la sua autorevolezza. [47] In risposta alla crisi modernista, un decreto del Sant'Uffizio, Lamentabili (1907), ha confermato la la libertà diEcclesia docens vis-à-vis le discens Ecclesia . Il decreto ha censurato una proposta che permetterebbe i pastori di insegnare solo ciò che i fedeli già creduto. [48]

 

e) 20th Century

 

41. Teologi cattolici nel 20 ° secolo esplorato la dottrina del sensus fidei fidelium nel contesto di una teologia della Tradizione, una rinnovata ecclesiologia, e una teologia del laicato. Essi hanno sottolineato che 'la Chiesa' non è identico con i suoi pastori; che tutta la Chiesa, per l'azione dello Spirito Santo, è il soggetto o 'organo' della Tradizione; e che i laici hanno un ruolo attivo nella trasmissione della fede apostolica. Il magistero ha approvato questi sviluppi sia nella consultazione finalizzata alla definizione della gloriosa Assunzione della Beata Vergine Maria, e nel recupero e la conferma della dottrina del Concilio Vaticano II sensus fidei .

 

42. Nel 1946, seguendo il modello del suo predecessore, Papa Pio XII inviò una lettera enciclica,Deiparae Virginis Mariae , a tutti i vescovi del mondo chiedendo loro di informarlo 'circa la devozione dei vostri clero e del popolo (tenendo conto della loro la fede e la pietà) verso l'Assunzione della Santissima Vergine Maria '. Ha ribadito quindi la prassi di consultare i fedeli prima di fare una definizione dogmatica, e, nella costituzione apostolica Munificentissimus Deus(1950), ha riferito la 'risposta quasi unanime' che aveva ricevuto. [49] La fede in Maria Assunta era , anzi, 'completamente radicata nelle menti dei fedeli'. [50] Papa Pio XII, di cui 'l'insegnamento concorde di ordinaria autorità dottrinale della Chiesa e la fede concorde del popolo cristiano », e disse, con riferimento ora alla credenza in Maria Assunta, come Papa Pio IX aveva detto per quanto riguarda la fede nella sua Immacolata Concezione, che c'era un 'singularis catholicorum Antistitum et fidelium conspiratio' . Ha aggiunto che la conspiratio ha mostrato 'in modo del tutto certa e infallibile' che Maria Assunta fu 'una verità rivelata da Dio e contenuta in quel divino deposito che Cristo ha consegnato alla sua Sposa da custodire fedelmente e di essere insegnato infallibilmente'. [51 ] In entrambi i casi, poi, le definizioni papali confermate e celebrato le credenze profondamente radicate dei fedeli.

 

43. Yves M.-J. Congar (1904-1995) ha contribuito in modo significativo allo sviluppo della dottrina del sensus fidei fidelis e il sensus fidei fidelium . In Jalons pour une Théologie du Laïcat (orig. 1953), ha esplorato questa dottrina in termini di partecipazione dei laici nella funzione profetica della Chiesa. Congar conosceva l'opera di Newman e ha adottato lo stesso schema (cioè la triplice ufficio della Chiesa, e il sensus fidelium come espressione della funzione profetica), senza, però, tracciando direttamente a Newman. [52] Egli ha descritto il sensus fidelium come dono dello Spirito Santo 'dato alla gerarchia e l'intero corpo dei fedeli insieme', e si distingue la realtà oggettiva della fede (che costituisce la tradizione) dal punto di vista soggettivo, la grazia della fede. [53] Dove autori precedenti avevano sottolineato la distinzione tra i docens Ecclesia ei discens Ecclesia , Congar era preoccupato per mostrare la loro unità organica. 'La Chiesa amare e credere, cioè, il corpo dei fedeli, è infallibile in possesso vivente della fede, non in un dato atto o sentenza', ha scritto. [54] L'insegnamento della gerarchia è al servizio di comunione.

 

44. In molti modi, l'insegnamento del Concilio Vaticano II riflette il contributo di Congar. Capitolo uno dei Lumen gentium , su 'Il Mistero della Chiesa', insegna che lo Spirito Santo 'dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio'. 'Guida la Chiesa sulla via della verità tutta intera (cfr Gv 16,13), la unifica nella comunione e nelle opere del ministero, egli dona i suoi diversi doni gerarchici e carismatici, e in questo modo la dirige; e la abbellisce dei suoi frutti (cf. Ef 4,11-12; 1Cor 12,4; Gal 5,22) '. [55] Capitolo due poi continua a trattare con la Chiesa nel suo insieme, come il "popolo di Dio ', prima di distinzioni tra laici e ordinati. L'articolo (LG 12), che menziona ilsensus fidei insegna che, avendo 'ricevuto l'unzione dal Santo (cf. 1 Gv 2:20, 27)', il 'intero corpo dei fedeli ... non può errare in materia di fede '. Lo 'spirito di verità' suscita e sostiene un 'apprezzamento soprannaturale della fede [ supernaturali sensu fidei ] ', visualizzare quando «tutto il popolo, ..." dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici "... manifesti l'universale suo consenso in materia di la fede e la morale ". Tramite il sensus fidei , 'il popolo di Dio, guidati dal sacro magistero (magistero ), e obbedendo essa, riceve non la semplice parola di uomini, ma veramente la parola di Dio (cfr 1Ts 2,13) ​​' . Secondo questa descrizione, il sensus fidei è una capacità attiva o sensibilità con cui sono in grado di ricevere e comprendere la 'fede una volta per tutte trasmessa ai santi (cf. Giuda 3). Infatti, per mezzo di essa, il popolo 'aderisce indefettibilmente alla fede', non solo, ma anche 'penetra più in profondità con retto giudizio, e più pienamente l'applica nella vita quotidiana'.E 'il mezzo con cui il popolo quote' ufficio profetico di Cristo '. [56]

 

45. Lumen Gentium , successivamente descrive, nei capitoli tre e quattro, rispettivamente, come Cristo esercita il suo ufficio profetico non solo attraverso i Pastori della Chiesa, ma anche attraverso i fedeli laici. Essa insegna che, 'fino alla piena manifestazione della sua gloria', il Signore compie questo ufficio 'non solo dalla gerarchia che insegnano in suo nome e con la sua potenza, ma anche dai laici'. Per quanto riguarda quest'ultimo, continua: 'che perciò costituisce suoi testimoni e fornisce loro l'apprezzamento della fede e della grazia della parola [ sensu fidei et gratia verbi instruit ] (cfr. Atti 2:17-18; Ap 19,10) perché la forza del Vangelo risplenda nella quotidiana, familiare e sociale. ' Forti dai sacramenti, 'laici diventano potenti araldi della fede nelle cose da sperare (cfr Eb 11,1)'; 'I laici possono, e devono, fare un lavoro prezioso per l'evangelizzazione del mondo'. [57]Qui, il sensus fidei si presenta come dono di Cristo ai fedeli, e ancora una volta è descritto come una capacità attiva con la quale i fedeli sono in grado di comprendere, vivere e annunciare le verità della rivelazione divina. E 'la base per la loro opera di evangelizzazione.

 

46. ​​L' sensus fidei è anche evocato nell'insegnamento del consiglio sullo sviluppo della dottrina, nel contesto della trasmissione della fede apostolica. Dei Verbum afferma che la Tradizione apostolica 'progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo '. 'C'è una crescita comprensione delle realtà e le parole che vengono trasmesse', e il Consiglio individua tre modi in cui questo accade: 'con la riflessione e lo studio dei credenti che le meditano in cuor loro (cf. Lc 2 : 19 e 51) '; 'Dal senso intimo delle cose spirituali che essi provano [ ex intima spiritualium rerum quam experiuntur intelligentia ] '; e 'la predicazione di coloro che [i vescovi] che hanno ricevuto ... un carisma sicuro di verità ». [58] Anche se questo passaggio non nomina il sensus fidei , la contemplazione, lo studio e l'esperienza di credenti a cui si riferisce sono tutti chiaramente associati con il sensus fidei , e la maggior parte dei commentatori concordano sul fatto che i padri conciliari sono stati consapevolmente invocando teoria dello sviluppo della dottrina di Newman. Quando questo testo viene letto alla luce della descrizione del sensus fidei in Lumen Gentium 12 come apprezzamento soprannaturale della fede, suscitato dallo Spirito Santo, attraverso il quale persone guidate dai loro pastori aderisce indefettibilmente alla fede, si è prontamente visto a esprimere la stessa idea. Quando si fa riferimento a 'la notevole armonia' che deve esistere tra i vescovi ei fedeli nella pratica e la professione di fede trasmessa dagli apostoli, Dei Verbum in realtà usa l'espressione trovata nelle definizioni di due dogmi mariani, ' singularis fiat Antistitum et fidelium conspiratio ' . [59]

 

47. Poiché il Consiglio, il magistero ha ribadito i punti chiave dall'insegnamento del consiglio sulsensus fidei , [60] ed anche affrontato una nuova emissione, in particolare, l'importanza di non presumendo che l'opinione pubblica all'interno (o all'esterno) la Chiesa è necessariamente la stessa cosa che il sensus fidei (fidelium) . Nel post-sinodale, Familiaris consortio (1981), Papa Giovanni Paolo II ha esaminato la questione di come il 'senso soprannaturale della fede' può essere correlato al 'consenso dei fedeli' e di opinione della maggioranza come determinato dal sociologica e di ricerca statistica. Il sensus fidei , scrisse, 'non consiste esclusivamente o necessariamente nel consenso dei fedeli'. È compito dei pastori della Chiesa per 'promuovere il senso della fede in tutti i fedeli, vagliare e giudicare autorevolmente la genuinità delle sue espressioni, ed educare i fedeli in un discernimento evangelico sempre più maturo'. [61]




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Capitolo 2: Il sensus fidei Fidelis nella vita personale del credente

48. Questo secondo capitolo si concentra sulla natura del sensus fidei fidelis . Utilizza, in particolare, il quadro di argomenti e categorie offerto dalla teologia classica al fine di riflettere come la fede è operativa nei singoli credenti. Anche se la visione biblica della fede è più grande, la comprensione classica mette in luce un aspetto fondamentale: l'adesione dell'intelletto, attraverso l'amore, di verità rivelata. Questa concettualizzazione della fede serve ancora oggi per chiarire la comprensione del sensus fidei fidelis . In questi termini, il capitolo prende in considerazione anche alcune manifestazioni del sensus fidei fidelis nella vita personale dei credenti, essendo chiaro che gli aspetti personali ed ecclesiali del sensus fidei sono inseparabili.

 

1. L' sensus fidei come un istinto di fede

49. L' sensus fidei fidelis è una sorta di istinto spirituale che permette al credente di giudicare spontaneamente se un determinato insegnamento o una pratica sia o non sia conforme con il Vangelo e con la fede apostolica. Si è intrinsecamente legata alla virtù della fede stessa; scaturisce, ed è una proprietà di fede. [62] Si è paragonato a un istinto perché non è principalmente il risultato di deliberazione razionale, ma è piuttosto una forma di conoscenza spontanea e naturale, una sorta di percezione ( aisthesis ) .

 

50. L' sensus fidei fidelis nasce, innanzitutto, dalla connaturalità che la virtù della fede stabilisce tra il credere soggetto e l'oggetto autentico della fede, cioè la verità di Dio rivelato in Gesù Cristo. In generale, connaturalità si riferisce ad una situazione in cui un soggetto A ha una relazione con un'altra entità B così intima che azioni A nelle disposizioni naturali di B come se fossero proprie.Connaturalità permette una forma particolare e profonda conoscenza. Ad esempio, nella misura in cui uno amico è unita a un altro, egli diventa capace di giudicare spontaneamente ciò che si adatta l'altro perché lui o lei condivide le stesse inclinazioni degli altri e così capisce da connaturalità ciò che è buono o cattivo per l'altra . Questa è una conoscenza, in altre parole, di un ordine diverso rispetto conoscenza oggettiva, che procede a titolo di concettualizzazione e di ragionamento. Si tratta di una conoscenza dall'empatia, o una conoscenza del cuore.

 

51. Ogni virtù connaturalises suo soggetto, in altre parole colui che lo possiede, al suo oggetto, cioè, ad un certo tipo di azione. Cosa si intende per virtù ecco la disposizione stabile (o habitus ) di una persona a comportarsi in un certo modo sia intellettualmente o moralmente. La virtù è una sorta di 'seconda natura', con il quale la persona umana se stesso costruisce da attualizzare liberamente ed in accordo con la retta ragione i dinamismi inscritti nella natura umana. Si dà quindi un preciso, orientamento stabile all'attività delle facoltà naturali; dirige quest'ultimo a comportamenti che la persona virtuosa d'ora in poi compie 'naturalmente', con 'facilità, padronanza di sé e gioia'. [63]

 

. 52 Ogni virtù ha un doppio effetto: in primo luogo, si inclina naturalmente la persona che la possiede verso un oggetto (un certo tipo di azione), e la seconda, lui o lei allontana spontaneamente da tutto ciò che è contrario a tale oggetto. Ad esempio, una persona che ha sviluppato la virtù della castità possiede una sorta di 'sesto senso', 'una sorta di istinto spirituale', [64] che lui o lei permette di discernere il modo giusto di comportarsi anche nelle situazioni più complesse , spontaneamente percepire ciò che è opportuno fare e cosa evitare. Una persona casta adotta così istintivamente l'atteggiamento giusto, dove il ragionamento concettuale del moralista potrebbe portare a perplessità e indecisione. [65]

 

53. L' sensus fidei è la forma che l'istinto che accompagna ogni virtù prende nel caso della virtù della fede. 'Proprio come, dalle abitudini delle altre virtù, si vede quello che sta diventando nei confronti di tale abitudine, così, per l'abitudine di fede, la mente umana è diretto ad assentire a cose come stanno diventando una retta fede, e non assentire ad altri '. [66] La fede, come virtù teologale, permette al credente di partecipare alla conoscenza che Dio ha di se stesso e di tutte le cose. Nel credente, prende la forma di una 'seconda natura'. [67] Per mezzo della grazia e le virtù teologali, i credenti diventano 'partecipi della natura divina' (2Pt 1,4), e sono in un modo connaturalised per Dio. Come risultato, essi reagiscono spontaneamente sulla base di tale partecipato natura divina, nello stesso modo che gli esseri viventi reagiscono istintivamente di quanto fa o non secondo la loro natura.

 

54. Differenza di teologia, che può essere descritto come scientia fidei , il sensus fidei fidelis non è una conoscenza riflessiva dei misteri della fede, che distribuisce i concetti e utilizza procedure razionali per raggiungere le sue conclusioni. Come il suo nome ( sensus ) indica, è simile piuttosto a una reazione naturale, immediato e spontaneo, e paragonabile a un istinto vitale o una sorta di 'stile' con cui il credente aderisce spontaneamente a ciò che è conforme alla verità della fede e rifugge ciò è in contrasto con esso. [68]

 

. 55 Il sensus fidei fidelis è infallibile in se stessa per quanto riguarda il suo oggetto:. della vera fede[69] Tuttavia, nell'universo mentale attuale del credente, le giuste intuizioni del sensus fidei può essere miscelato con vari pareri puramente umane , o anche con gli errori legati ai ristretti confini di un determinato contesto culturale. [70] 'Anche se la fede teologale in quanto tale non può errare, il credente può ancora avere opinioni erronee, dal momento che tutti i suoi pensieri non nascono dalla fede. Non tutte le idee che circolano nel Popolo di Dio sono compatibili con la fede '. [71]

 

56. L' sensus fidei fidelis flussi dalla virtù teologale della fede. Che la virtù è una disposizione interiore, spinto dall'amore, di aderire senza riserve a tutta la verità rivelata da Dio, non appena viene percepito come tale. La fede, pertanto, non implica necessariamente una conoscenza esplicita di tutta la verità rivelata. [72] Ne consegue che un certo tipo di sensus fidei può esistere in 'i battezzati che sono onorato con il nome di cristiano, ma che non professano la fede cattolica nella sua interezza '. [73] La Chiesa cattolica deve quindi essere attenti a ciò che lo Spirito può dire a lei per mezzo di fedeli nelle chiese e comunità ecclesiali non in piena comunione con lei.

 

57. Dal momento che è una proprietà della virtù teologale della fede, il sensus fidei fidelis sviluppa in proporzione allo sviluppo della virtù della fede. Quanto più la virtù della fede mette radici nel cuore e nello spirito dei credenti e informa loro vita quotidiana, più il sensus fidei fidelis sviluppa e rafforza in loro. Ora, poiché la fede, intesa come una forma di conoscenza, basata su amore, la carità è necessaria al fine di animare e informare, in modo da renderla una viva e vissuta la fede (fides Formata ). Così, l'intensificarsi della fede nel credente particolare dipende dalla crescita all'interno di lui o di lei di carità, e il sensus fidei fidelis è quindi proporzionale alla santità della vita.San Paolo insegna che 'l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato' (Rm 5,5), e ne consegue che lo sviluppo del sensus fidei nello spirito del credente è dovuto in particolare all'azione dello Spirito Santo. Come lo Spirito d'amore, che infonde l'amore nei cuori umani, lo Spirito Santo apre ai credenti la possibilità di una conoscenza più profonda e più intima di Cristo Verità, sulla base di una unione di carità: 'Mostrando la verità è una proprietà di lo Spirito Santo, perché è l'amore che porta la rivelazione di segreti '. [74]

 

58. Carità consente al fiorente nei credenti dei doni dello Spirito Santo, che li porta ad una maggiore comprensione delle cose di fede "in ogni sapienza e intelligenza spirituale» (Col 1,9). [75]In effetti, il virtù teologali raggiungono la loro piena misura nella vita del credente solo quando il credente permette allo Spirito Santo di guidare lui o lei (cfr Rm 8,14). I doni dello Spirito sono proprio le disposizioni interiori gratuite e infusi che servono come base per l'azione dello Spirito nella vita del credente. Per mezzo di questi doni dello Spirito, soprattutto i doni della comprensione e della conoscenza, i credenti sono in grado di comprendere intimamente le «realtà spirituali che essi provano ', [76] e il rifiuto di ogni interpretazione contraria alla fede.

 

59. C'è un'interazione vitale in ogni credente tra il sensus fidei e il vivere la fede nei vari ambiti della sua vita personale. Da un lato, il senso della fede illumina e guida il modo in cui il credente mette la sua fede in pratica. D'altra parte, osservando i comandamenti e mettendo in pratica la fede, il credente ottiene una comprensione più profonda della fede: 'coloro che fanno ciò che è vero viene alla luce, in modo che appaia chiaramente che le loro opere sono state fatte in Dio '(Gv 3,21).Mettere in pratica la fede nella realtà concreta delle situazioni esistenziali in cui lui o lei è posto dalla famiglia, relazioni professionali e culturali arricchisce l'esperienza personale del credente. E 'lui o lei permette di vedere in modo più preciso il valore ei limiti di una determinata dottrina, e proporre modi di perfezionare la sua formulazione. Ecco perché coloro che insegnano in nome della Chiesa deve prestare la massima attenzione all'esperienza dei credenti, soprattutto laici, che si sforzano di mettere l'insegnamento della Chiesa in pratica nei settori della propria esperienza e competenza specifica.

 

2. Manifestazioni del sensus fidei nella vita personale dei credenti

 

60. Tre principali manifestazioni del sensus fidei fidelis nella vita personale del credente possono essere evidenziati. Il sensus fidei fidelis consente singoli credenti: 1) discernere se un insegnamento particolare o pratica che effettivamente incontrano nella Chiesa è coerente con la vera fede che vivono nella comunione della Chiesa (cfr. infra, § § 61 -63); 2) per distinguere in quello che viene predicato tra l'essenziale e il secondario (§ 64); e 3) di determinare e mettere in pratica la testimonianza di Gesù Cristo, che dovrebbero dare nel particolare contesto storico e culturale in cui vivono (§ 65).

 

. 61 'Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo '(1 Gv 4:1). Il sensus fidei fidelis conferisce al credente la capacità di discernere se un insegnamento o prassi siano coerenti con la vera fede con cui lui o lei già vive. Se i singoli credenti percepiscono o 'senso' che la coerenza, spontaneamente danno la loro adesione interiore a quegli insegnamenti o impegnarsi personalmente nella prassi, se si tratta di una questione di verità già esplicitamente insegnate o di verità non ancora esplicitamente insegnate.

 

62. L' sensus fidei fidelis consente anche singoli fedeli a percepire qualsiasi disarmonia, incoerenza o contraddizione tra un insegnamento o una pratica e l'autentica fede cristiana da cui vivono.Reagiscono come un amante della musica fa per stonature nell'esecuzione di un brano musicale. In questi casi, i credenti interiormente resistono gli insegnamenti e le pratiche in questione e non li accettano o partecipare in loro. 'L' habitus della fede possiede una capacità in cui, grazie ad esso, il credente viene impedito di dare assenso a ciò che è contrario alla fede, proprio come la castità dà protezione per quanto riguarda tutto ciò che è contrario alla castità '. [77]

 

63. Allarmato dalla loro sensus fidei , singoli credenti possono negare l'assenso anche l'insegnamento dei pastori legittimi se non riconoscono dal fatto che l'insegnamento della voce di Cristo, Buon Pastore. 'Le pecore seguono [Buon Pastore] perché conoscono la sua voce. Essi non seguiranno un estraneo, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei '(Gv 10:4-5). Per san Tommaso, un credente, anche senza competenza teologica, può e anzi deve resistere, in virtù del sensus fidei , il suo vescovo, se quest'ultimo predica eterodossia. [78] In tal caso, il credente non trattare se stesso o se stessa come il criterio ultimo della verità della fede, ma, di fronte alle materialmente predicazione 'autorizzato', che lui o lei trova inquietante, senza essere in grado di spiegare esattamente perché, rinvia assenso e si appella interiormente all'autorità superiore della Chiesa universale. [79]

 

64. L' sensus fidei fidelis consente anche il credente a distinguere ciò che è predicato tra ciò che è essenziale per un'autentica fede cattolica e che, senza essere formalmente contro la fede, è solo accidentale o addirittura indifferenti per quanto riguarda il nucleo della fede. Ad esempio, in virtù della loro sensus fidei , singoli credenti possono relativizzare alcune particolari forme di devozione mariana con precisione di adesione a un autentico culto della Vergine Maria. Esse potrebbero anche prendere le distanze da predicazione, che mescola indebitamente insieme la fede cristiana e le scelte politiche di parte. Mantenendo lo spirito del credente concentrata in questo modo su ciò che è essenziale per la fede, il sensus fidei fidelis garantisce un'autentica libertà cristiana (cf. Col 2:16-23), e contribuisce ad una purificazione della fede.

 

65. Grazie al sensus fidei fidelis e sostenuta dalla prudenza soprannaturale che lo Spirito conferisce, il credente è in grado di percepire, in nuovi contesti storici e culturali, quali potrebbero essere le modalità più adeguate a cui dare una testimonianza autentica della verità di Gesù Cristo, e per di più ad agire di conseguenza. Il sensus fidei fidelis acquista così una dimensione prospettica nella misura in cui, sulla base della fede già vissuto, permette al credente di prevedere uno sviluppo o una spiegazione della pratica cristiana. A causa del legame reciproco tra la pratica della fede e della conoscenza del suo contenuto, il sensus fidei fidelis contribuisce in questo modo alla nascita e l'illuminazione degli aspetti della fede cattolica, che in precedenza erano implicito; e per il collegamento reciproco tra il sensus fidei del singolo credente e il sensus fidei della Chiesa in quanto tale, che è il sensus fidei fidelium , tali sviluppi non sono mai puramente privata, ma sempre ecclesiale. I fedeli sono sempre in rapporto tra loro, e con il magistero e teologi, nella comunione della Chiesa.

 

Capitolo 3: Il sensus fidei fidelium nella vita della Chiesa

 

66. Poiché la fede del singolo credente partecipa alla fede della Chiesa come soggetto credente, in modo che il sensus fidei (Fidelis) dei singoli credenti non può essere separata dal sensus fidei (fidelium) o 'sensus Ecclesiae' [80] di la Chiesa stessa, dotata e sostenuta dallo Spirito Santo,[81] e il fidelium consenso costituisce un criterio sicuro per riconoscere una particolare dottrina o pratica in accordo con la Tradizione apostolica. [82] Il presente capitolo, quindi, si rivolge a considerare vari aspetti del sensus fidei fidelium . Essa riflette, anzitutto, sul ruolo di quest'ultimo nello sviluppo della dottrina cristiana e la pratica; poi su due rapporti di grande importanza per la vita e la salute della Chiesa, vale a dire il rapporto tra il sensus fidei e il magistero, e il rapporto tra il sensus fidei e la teologia; poi, finalmente, su alcuni aspetti ecumenici del sensus fidei .

1. L' sensus fidei e lo sviluppo della dottrina e della pratica cristiana

 

67. Tutta la Chiesa, laici e gerarchia insieme, ha la responsabilità di e media nella storia della rivelazione contenuta nella Sacra Scrittura e nella viva Tradizione apostolica. Il Concilio Vaticano II ha affermato che quest'ultima forma 'un solo sacro deposito della parola di Dio', che è 'affidato alla Chiesa', cioè, «tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori». [83] chiaramente il consiglio ha insegnato che i fedeli non sono destinatari soltanto passivi di ciò che la gerarchia insegna e teologi spiegano;anzi, essi vivono e soggetti attivi all'interno della Chiesa. In questo contesto, ha sottolineato il ruolo fondamentale svolto da tutti i credenti in articolazione e lo sviluppo della fede: 'la Tradizione che viene dagli apostoli, progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo'. [84]

 

a) gli aspetti retrospettivi e prospettici del sensus fidei

 

68. Per capire come funziona e si manifesta nella vita della Chiesa, il sensus fidei deve essere vista nel contesto della storia, una storia in cui lo Spirito Santo rende ogni giorno un giorno per sentire la voce del Signore di nuovo (cf. Eb 3:7-15). La Buona Novella della vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo viene trasmesso alla Chiesa nel suo insieme attraverso la viva Tradizione apostolica, di cui le Scritture sono l'autorevole testimonianza scritta. Quindi, per la grazia dello Spirito Santo, che ricorda alla Chiesa di tutto ciò che Gesù ha detto e fatto (cfr Gv 14,26), i credenti si basano sulle Scritture e sulla costante Tradizione apostolica nella loro vita di fede e nell'esercizio del sensus fidei.

 

. 69 Tuttavia, la fede e il sensus fidei non sono solo ancorate nel passato; sono anche orientati verso il futuro. La comunione dei credenti è una realtà storica: 'edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, con se stesso Cristo Gesù come pietra angolare', si 'cresce in un tempio santo nel Signore' (Ef 2:20-21), nella potenza dello Spirito Santo, che guida la Chiesa 'alla verità tutta intera' e dichiara ai credenti già ora 'le cose che sono a venire »(Gv 16,13), in modo che, soprattutto nell'Eucaristia, la Chiesa anticipa il ritorno del Signore e la venuta del suo regno (cf. 1Cor 11,26).

 

70. Mentre attende il ritorno del suo Signore, la Chiesa ei suoi membri sono costantemente di fronte a nuove circostanze, con il progresso della conoscenza e della cultura, e con le sfide della storia umana, e devono leggere i segni dei tempi, 'di interpretarli alla luce della Parola divina', e discernere come possono consentire verità rivelata stessa ad essere 'più a fondo, sia meglio compresa e più profondamente presentato'. [85] In questo processo, il sensus fidei fidelium ha un ruolo essenziale da svolgere. Non è solo reattivo ma anche proattivo e interattivo, come la Chiesa e tutti i suoi membri fanno strada pellegrina nella storia. Il sensus fidei è quindi non solo retrospettiva, ma anche prospettico, e, anche se meno familiare, gli aspetti prospettici e proattiva del sensus fidei sono molto importanti. Il sensus fidei dà un'intuizione per la strada giusta tra le incertezze e le ambiguità della storia, e la capacità di ascoltare con discernimento di ciò che la cultura umana e il progresso delle scienze stanno dicendo. Si anima la vita di fede e di guida autentica azione cristiana.

 

71. Può richiedere molto tempo prima che questo processo di discernimento giunge ad una conclusione. Di fronte alle nuove circostanze, fedeli alle grandi, pastori e teologi hanno tutti i loro rispettivi ruoli da giocare, e la pazienza e rispetto sono necessari nelle loro interazioni reciproche se il sensus fidei è da chiarire e un vero consenso fidelium , un Pastorum conspiratio et fidelium , deve essere realizzato.

 

b) Il contributo dei laici alla sensus fidelium

 

72. Fin dall'inizio del cristianesimo, tutti i fedeli svolto un ruolo attivo nello sviluppo della fede cristiana. L'intera comunità ha testimoniato la fede apostolica, e la storia dimostra che, quando le decisioni circa la fede necessaria da adottare, la testimonianza dei laici è stata presa in considerazione dai pastori. Come si è visto nella rassegna storica di cui sopra, [86] non vi sono prove che i laici ha svolto un ruolo importante nella venuta all'esistenza di varie definizioni dottrinali.A volte il popolo di Dio, e in particolare i laici, intuitivamente sentire in quale direzione lo sviluppo della dottrina sarebbe andato, anche quando i teologi e vescovi sono stati divisi sulla questione. A volte c'era una chiara conspiratio Pastorum et fidelium . A volte, quando la Chiesa è venuto a una definizione, i docens Ecclesia avevano chiaramente 'consultato' fedeli, e indicò il consenso fidelium come uno degli argomenti che legittimavano la definizione.

 

73. Ciò che è meno noto, e in genere riceve meno attenzione, è il ruolo svolto dai laici per quanto riguarda lo sviluppo della dottrina morale della Chiesa. E 'quindi importante riflettere anche sulla funzione svolta dai laici nel discernere la comprensione cristiana di adeguati comportamento umano in conformità con il Vangelo. In alcune zone, l'insegnamento della Chiesa si è sviluppata a seguito di laici alla scoperta degli imperativi derivanti dalle nuove situazioni. La riflessione dei teologi, e quindi il giudizio del magistero episcopale, è basata sulla esperienza cristiana già chiarito dall'intuizione fedeli laici. Alcuni esempi possono illustrare il ruolo del sensus fidelium nello sviluppo della dottrina morale:

 

i) Tra il canone 20 del Concilio di Elvira (c. 306 dC), che vietava chierici e laici di ricevere gli interessi, e la risposta, inquietandos Esse non , di Papa Pio VIII al vescovo di Rennes (1830), [87 ] vi è un chiaro sviluppo della didattica, sia per la nascita di una nuova consapevolezza tra laici impegnati nel mondo degli affari, nonché una nuova riflessione da parte dei teologi per quanto riguarda la natura del denaro.

 

ii) L'apertura della Chiesa verso i problemi sociali, specialmente manifesti del Papa Leone XIII Lettera Enciclica, Rerum Novarum (1896), fu il frutto di una preparazione lenta in cui si trovava "pionieri sociali, attivisti e pensatori, ha svolto un importante ruolo.

 

iii) Il suggestivo seppur sviluppo omogeneo dalla condanna delle tesi 'liberali' in parte 10 del Sillabo (1864) di Papa Pio IX la dichiarazione sulla libertà religiosa, Dignitatis Humanae (1965), del Concilio Vaticano II non sarebbe stato possibile senza l'impegno di molti cristiani nella lotta per i diritti umani.

 

La difficoltà di discernere l'autentico sensus fidelium in casi come quelli sopra indica in particolare la necessità di individuare disposizioni necessarie per la partecipazione autentica al sensus fidei , disposizioni che possono servire, a sua volta, come criteri per discernere l'autentico sensus fidei .[88]






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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2. L' sensus fidei e il magistero  

 

a) Il magistero ascolta il sensus fidelium

 

74. In materia di fede battezzati non può essere passiva. Hanno ricevuto lo Spirito e sono dotati come membri del corpo del Signore con doni e carismi "per il rinnovamento e la costruzione della Chiesa ', [89] in modo che il magistero deve essere attento al sensus fidelium , il viva voce del popolo di Dio.. Non solo hanno il diritto di essere sentiti, ma la loro reazione a ciò che viene proposto come appartenenti alla fede degli Apostoli devono essere prese molto sul serio, perché è dalla Chiesa come un tutto che la fede apostolica è sopportato nel potere dello Spirito. Il magistero non è la sola responsabile di esso. Il magistero dovrebbe quindi fare riferimento al senso della fede della Chiesa nel suo insieme. Il sensus fidelium può essere un fattore importante nello sviluppo della dottrina, e ne consegue che il Magistero ha bisogno di mezzi con cui consultare i fedeli.

 

75. La connessione tra il sensus fidelium e il magistero è particolarmente si trovano nella liturgia. I fedeli sono battezzati in un regale sacerdozio, esercitato principalmente nell'Eucaristia, [90] ei vescovi sono i "sommi sacerdoti" che presiedono l'Eucaristia, [91] regolarmente esercitano il loro magistero c'è, anche. L'Eucaristia è la fonte e il culmine della vita della Chiesa, [92] è lì soprattutto che i fedeli ei loro pastori interagiscono, come un solo corpo per uno scopo, cioè quello di dare lode e gloria a Dio. Le forme Eucaristia e costituisce il sensus fidelium e contribuisce notevolmente alla formulazione e la raffinatezza delle espressioni verbali della fede, perché è lì che l'insegnamento dei vescovi e dei consigli è in definitiva 'ricevuto' dai fedeli. Da primi tempi del cristianesimo, l'Eucaristia sostenuto la formulazione della dottrina della Chiesa, perché non più di tutto era il mistero della fede incontrata e celebrato, ed i vescovi che ha presieduto l'Eucaristia delle loro chiese locali, tra i loro fedeli sono stati quelli che si sono riuniti nei consigli per determinare il modo migliore per esprimere la fede nelle parole e formule: lex orandi, lex credendi . [93]

 

b) Il magistero nutre, discerne e giudica il sensus fidelium

 

76. L'magistero di coloro 'che hanno ricevuto, insieme con il loro diritto di successione episcopale, il carisma certo di verità' [94] è un ministero di verità esercitato nella e per la Chiesa, i cui membri sono stati unti dal lo Spirito di verità (Gv 14:17, 15:26, 16:13, 1Gv 2:20, 27), e dotato del sensus fidei , un istinto per la verità del Vangelo. Essere responsabile di assicurare la fedeltà della Chiesa nel suo insieme la parola di Dio, e per mantenere il popolo di Dio, fedele al Vangelo, il magistero è responsabile per nutrire ed educare il sensus fidelium . Naturalmente, coloro che esercitano il magistero, cioè il papa ei vescovi, sono essi stessi, prima di tutto, i membri del popolo di Dio, che partecipano per ciò stesso nella battezzato sensus fidelium .

 

77. L'magistero anche giudici con autorità se opinioni che sono presenti tra il popolo di Dio, e che può sembrare di essere il sensus fidelium , in realtà corrisponde alla verità della tradizione ricevuta dagli Apostoli. Come ha detto Newman: 'il dono di discernere, discriminare, definendo, promulgare e applicare qualsiasi parte di questa tradizione risiede esclusivamente nelle docens Ecclesia ". [95]Così, il giudizio per quanto riguarda l'autenticità del sensus fidelium non appartiene in ultima analisi, ai fedeli stessi né alla teologia, ma al magistero. Tuttavia, come già sottolineato, la fede che serve è la fede della Chiesa, che vive in tutti i fedeli, quindi è sempre nella vita comunione della Chiesa che il magistero esercita il suo ministero essenziale di supervisione.

 

c) Reception

 

78. 'Ricezione' può essere descritto come un processo attraverso il quale, guidata dallo Spirito, il popolo di Dio riconosce intuizioni o intuizioni e li integra nei modelli e le strutture della sua vita e di culto, di accettare un nuovo testimone della verità e della corrispondente forme della sua espressione, perché li percepisce di essere in accordo con la Tradizione apostolica. Il processo di ricezione è fondamentale per la vita e la salute della Chiesa come un popolo pellegrino in cammino nella storia verso la pienezza del Regno di Dio.

 

79. Tutti i doni dello Spirito, e in modo speciale il dono del primato nella Chiesa, sono dati in modo da favorire l'unità della Chiesa nella fede e nella comunione, [96] e la ricezione di insegnamento magisteriale da parte del fedele è a sua volta suscitata dallo Spirito, come i fedeli, per mezzo delsensus fidei che essi possiedono, riconoscere la verità di ciò che viene insegnato e si aggrappano ad essa. Come è stato spiegato in precedenza, l'insegnamento del Vaticano I che le definizioni infallibili del papa sono irreformable 'di se stessi e non dal consenso della Chiesa [ ex sese non autem ex consensu ecclesiae ] ' [97] non vuol dire che il papa è tagliato fuori dalla Chiesa o che il suo insegnamento è indipendente dalla fede della Chiesa. [98] Il fatto che prima le definizioni infallibili sia dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria e della sua Assunzione corporea al cielo un'ampia consultazione del fedeli è stata effettuata presso l'espresso desiderio del papa in quel momento dimostra ampiamente il punto. [99] Che cosa si intende, piuttosto, è che tale insegnamento del papa, e per estensione tutto l'insegnamento del papa e dei vescovi, è autorevole in sé perché del dono dello Spirito Santo, il Certum carisma veritatis , che essi possiedono.

 

80. Ci sono occasioni, tuttavia, quando la ricezione dell'insegnamento magisteriale da parte dei fedeli incontra difficoltà e resistenze, e le azioni appropriate da entrambe le parti è richiesto in tali situazioni. I fedeli deve riflettere sull'insegnamento che è stato dato, facendo ogni sforzo per capire e accettare. La resistenza, per una questione di principio, per l'insegnamento del magistero è incompatibile con l'autentico sensus fidei . Il magistero deve riflettere altresì sulla insegnamento che ci è stato dato e considerare se ha bisogno di chiarimenti o riformulazione al fine di comunicare in modo più efficace il messaggio essenziale. Questi sforzi comuni in momenti di difficoltà si esprimono la comunione che è essenziale per la vita della Chiesa, e allo stesso modo un anelito per la grazia dello Spirito che guida la Chiesa 'a tutta la verità' (Gv 16,13).

 

3. L' sensus fidei e la teologia

 

81. Come servizio verso la comprensione della fede, teologia sforzi, in mezzo al conspiratio di tutti i carismi e le funzioni nella Chiesa, per fornire la Chiesa con precisione l'obiettivo per quanto riguarda il contenuto della sua fede, e si basa necessariamente l'esistenza e il corretto esercizio delsensus fidelium. Quest'ultimo non è solo un oggetto di attenzione per i teologi, esso costituisce un fondamento e un luogo per il loro lavoro. [100] La teologia stessa, quindi, ha un rapporto duplice alsensus fidelium . Da un lato, i teologi dipendono dal sensus fidei , perché la fede che studiano e vive articoli nel popolo di Dio. In questo senso, la teologia deve porsi nella scuola del sensus fidelium in modo da scoprire lì le profonde risonanze della parola di Dio.. D'altra parte, i teologi aiutano i fedeli a esprimere l'autentico sensus fidelium ricordando loro le linee essenziali della fede, e aiutandoli a evitare deviazioni e confusioni causati dall'influenza di elementi fantasiosi da altrove.Questo rapporto duplice bisogno di qualche chiarimento, come nelle seguenti sezioni (a) e (b).

 

a) I teologi dipendono dal sensus fidelium

 

82. Ponendosi nella scuola del sensus fidelium , teologia si bagna nella realtà della Tradizione apostolica che è alla base e trabocca i severi limiti del bilancio in cui l'insegnamento della Chiesa è formulato, perché comprende 'tutto quello che . stessa è, tutto ciò che essa crede ' [101] A questo proposito, tre considerazioni particolari emergono:

 

i) La teologia dovrebbe cercare di individuare la parola che sta crescendo come un seme nella terra della vita del popolo di Dio, e, dopo aver stabilito che un accento particolare desiderio o l'atteggiamento non effettua infatti provengono dallo Spirito, e così corrisponde a il sensus fidelium , essa dovrebbe integrare nella propria ricerca.

 

ii) Attraverso il sensus fidelium , il popolo di Dio sensi intuitivamente ciò che in una moltitudine di idee e dottrine presentate ad essa corrisponda effettivamente al Vangelo, e possono quindi essere ricevuti. La teologia dovrebbe applicarsi stessa attenzione per indagare i diversi livelli di accoglienza che si verificano nella vita del popolo di Dio.

 

iii) Il sensus fidelium sia suscita e riconosce l'autenticità del linguaggio simbolico o mistico spesso si trovano nella liturgia e nella religiosità popolare. Consapevole delle manifestazioni di religiosità popolare, [102] il teologo ha bisogno effettivamente di partecipare alla vita e alla liturgia della chiesa locale, in modo da essere in grado di cogliere in modo profondo, non solo con la testa ma anche con il cuore, il contesto reale, storico e culturale, all'interno del quale la Chiesa ei suoi membri si sforzano di vivere la loro fede e testimoniare Cristo nel mondo di oggi.

 

b) I teologi riflettere sul sensus fidelium

 

83. Perché il sensus fidelium non è semplicemente identico al parere della maggioranza dei battezzati in un dato momento, la teologia deve fornire principi e criteri per il suo discernimento, in particolare dal magistero. [103] Per mezzo critici, teologi aiutano a rivelano e per chiarire il contenuto del sensus fidelium , 'riconoscendo e dimostrando che le questioni relative alla verità della fede possono essere complesse, e che le indagini di loro deve essere preciso'. [104] In questa prospettiva, i teologi dovrebbero anche esaminare criticamente le espressioni pietà popolare, nuove correnti di pensiero e anche nuovi movimenti nella Chiesa, per il bene della fedeltà alla Tradizione apostolica. [105] In tal modo, i teologi aiuteranno il discernimento di se, in un caso particolare, la Chiesa si sta occupando con: una deviazione causata da una crisi o un fraintendimento della fede, un parere che ha un posto adeguato al pluralismo della comunità cristiana, senza necessariamente influenzare gli altri, o qualcosa di così in sintonia con la fede che essa dovrebbe essere riconosciuta come fonte di ispirazione o un suggerimento dello Spirito.

 

84. Teologia assiste il sensus fidelium in un altro modo, troppo. Essa aiuta i fedeli a conoscere con maggiore chiarezza e precisione il senso autentico della Scrittura, il vero significato delle definizioni conciliari, i contenuti propri della tradizione, e anche che le domande restano aperte - per esempio, a causa di ambiguità in affermazioni correnti, o perché dei fattori culturali che hanno lasciato il loro segno su ciò che è stato tramandato - e in quali settori è necessaria una revisione delle posizioni precedenti. Il sensus fidelium si basa su una comprensione forte e sicura della fede, come la teologia cerca di promuovere.

 

4. Aspetti ecumenici del sensus fidei

 

85. Le nozioni, sensus fidei , sensus fidelium e il consenso fidelium , sono stati tutti trattati, o almeno accennato, in vari dialoghi internazionali tra la Chiesa cattolica e le altre Chiese e comunità ecclesiali. In generale, vi è stato un accordo in questi dialoghi che l'intero corpo dei fedeli, laici e ordinati, ha la responsabilità di mantenere fede apostolica della Chiesa e la testimonianza, e che ogni battezzato, in ragione di una unzione divina (1Gv 2:20, 27), ha la capacità di discernere la verità in materia di fede. C'è anche un accordo generale che alcuni membri della Chiesa, esercitano una particolare responsabilità di insegnamento e supervisione, ma sempre in collaborazione con il resto dei fedeli. [106]

 

. 86 Due domande particolari relativi al sensus fidelium sorgono nel contesto del dialogo ecumenico a cui la Chiesa Cattolica è irrevocabilmente impegnata: [107]

 

i) Qualora solo quelle dottrine che guadagnano il consenso comune di tutti i cristiani essere considerate come espressione della sensus fidelium e quindi come vero e vincolante? Questa proposta va contro la fede e la prassi della Chiesa cattolica.Attraverso il dialogo, i teologi cattolici e quelli di altre tradizioni cercano di raggiungere un accordo sulle questioni-Chiesa divide, ma i partecipanti cattolici non possono sospendere il loro impegno a proprie dottrine stabilite della Chiesa cattolica.

 

ii) Qualora separati cristiani essere inteso come partecipazione e contribuire al sensus fidelium in qualche modo? La risposta è senza dubbio affermativa. [108] La Chiesa cattolica riconosce che «numerosi elementi di santificazione e di verità" si trovano al di fuori i propri confini visibili, [109] che 'certe caratteristiche del mistero cristiano sono a volte stati più efficacemente sottolineato 'in altre comunità, [110] e che il dialogo ecumenico la aiuta ad approfondire e chiarire la propria comprensione del Vangelo.

Capitolo 4: Come discernere le manifestazioni autentiche del sensus fidei

 

87. L' sensus fidei è essenziale per la vita della Chiesa, ed è necessario ora considerare come discernere e individuare le manifestazioni autentiche della sensus fidei . Tale discernimento è particolarmente richiesto in situazioni di tensione quando l'autentico sensus fidei deve essere distinta dalle espressioni semplicemente dell'opinione popolare, interessi particolari o lo spirito del tempo.Riconoscendo che il sensus fidei è una realtà ecclesiale in cui i singoli fedeli partecipano, la prima parte di questo capitolo si propone di individuare quelle caratteristiche che sono richiesti dei battezzati se sono veramente di essere sudditi del sensus fidei , in altre parole, le disposizioni necessario per i credenti a partecipare autenticamente al sensus fidelium . La criteriologia offerto nella prima parte viene poi completata da considerazione dell'applicazione pratica di criteri con riguardo al senso della fede nella seconda parte del capitolo. La seconda parte prende in considerazione tre temi importanti: in primo luogo, la stretta relazione tra il sensus fidei e la religiosità popolare; quindi, la necessaria distinzione tra il sensus fidei e l'opinione pubblica all'interno o all'esterno della Chiesa; e, infine, la questione di come consultare i fedeli in materia di fede e di morale.

 

1. Disposizioni necessari per la partecipazione autentica nel sensus fidei

 

88. Non c'è una semplice disposizione, ma piuttosto un insieme di disposizioni, influenzato da ecclesiale, spirituale, e fattori etici. Nessun singolo può essere discusso in modo isolato; la sua relazione con ciascuno e tutti gli altri deve essere preso in considerazione. Solo le disposizioni più importanti per partecipazione autentica al sensus fidei sono indicate di seguito, tratti da indagini biblico, storico e sistematico, e formulati in modo da essere utile in situazioni pratiche di discernimento.

 

a) La partecipazione alla vita della Chiesa

 

89. La prima e più fondamentale disposizione è partecipazione attiva alla vita della Chiesa.L'adesione formale della Chiesa non è sufficiente. La partecipazione alla vita della Chiesa significa costante preghiera (cfr 1Ts 5,17), la partecipazione attiva nella liturgia, soprattutto l'Eucaristia, la ricezione regolare del sacramento della riconciliazione, discernimento ed esercizio di doni e carismi ricevuti dallo Spirito Santo, e l'impegno attivo nella missione della Chiesa e nella sua diaconia .Esso presuppone l'accettazione della dottrina della Chiesa in materia di fede e di morale, la volontà di seguire i comandamenti di Dio, e il coraggio sia per correggere i fratelli e le sorelle, e anche ad accettare la correzione se stessi.

 

90. Ci sono innumerevoli modi in cui può verificarsi tale partecipazione, ma ciò che è comune in tutti i casi è una solidarietà attiva con la Chiesa, che viene dal cuore, un sentimento di comunione con gli altri fedeli e con la Chiesa nel suo insieme , e un istinto di conseguenza, per quanto le esigenze di e pericoli per la Chiesa sono. L'atteggiamento necessario viene convogliato dall'espressione, sentire cum ecclesia , di sentire, senso e percepire in sintonia con la Chiesa. Ciò è necessario non solo dei teologi, ma di tutti i fedeli; unisce tutti i membri del popolo di Dio, come fanno il loro pellegrinaggio.E 'la chiave del loro' camminare insieme '.

 

. 91 I soggetti del sensus fidei sono membri della Chiesa che partecipano alla vita della Chiesa, sapendo che 'noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e individualmente siamo membri gli uni degli altri' (Rm 12: 5).

 

b) L'ascolto della Parola di Dio

 

92. Partecipazione autentica al sensus fidei si basa necessariamente su un ascolto profondo e attento alla parola di Dio. Perché la Bibbia è la testimonianza originale della parola di Dio, che si tramanda di generazione in generazione nella comunità di fede, [111] la coerenza alla Scrittura e alla Tradizione è il principale indicatore di tale ascolto. Il sensus fidei è l'apprezzamento della fede con cui il popolo di Dio »non riceve la semplice parola di uomini, ma veramente la parola di Dio '. [112]

 

93. Non è affatto necessario che tutti i membri del popolo di Dio dovrebbero studiare la Bibbia ei testimoni della Tradizione in modo scientifico. Piuttosto, ciò che è richiesto è un ascolto attento e ricettivo alle Scritture nella liturgia, e una risposta sincera, 'Grazie a Dio' e 'Gloria a te, Signore Gesù Cristo', una confessione desideroso del mistero della fede, e un 'Amen', che risponde al 'Sì' Dio ha detto al suo popolo in Gesù Cristo (2Cor 1,20). La partecipazione alla liturgia è la chiave per la partecipazione alla Tradizione viva della Chiesa, e la solidarietà con i poveri ei bisognosi apre il cuore a riconoscere la presenza e la voce di Cristo (cfr Mt 25,31-46).

 

94. I soggetti del sensus fidei sono membri della Chiesa che hanno 'ricevuto con gioia la parola ispirata dallo Spirito Santo' (1Ts 1,6).

 

c) L'apertura alla ragione

 

95. Una disposizione fondamentale richiesto per la partecipazione autentica al sensus fidei è l'accettazione del ruolo proprio della ragione rispetto alla fede. Fede e ragione vanno insieme. [113]Gesù ha insegnato che Dio è di essere amato non solo 'con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima, ... e con tutta la tua forza', ma anche 'con tutta la tua mente [ nous ] ' (Mc 12,30). Poiché c'è un solo Dio, c'è una sola verità, riconosciuta da diversi punti di vista e in diversi modi dalla fede e dalla ragione, rispettivamente. La fede purifica la ragione e allarga il campo di applicazione, e la ragione purifica la fede e chiarisce la sua coerenza. [114]

 

96. I soggetti del sensus fidei sono membri della Chiesa che celebrano 'il culto ragionevole' e accettano il ruolo proprio della ragione illuminata dalla fede nelle loro credenze e pratiche. Tutti i fedeli sono chiamati a essere 'trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, per poter discernere qual è la volontà di Dio - ciò che è buono, a lui gradito e perfetto' (Rm 12,1-2).

 

d) L'adesione al magistero

 

97. Un ulteriore disposizione necessaria per la partecipazione autentica al sensus fidei è l'attenzione al magistero della Chiesa, e la volontà di ascoltare l'insegnamento dei pastori della Chiesa, come atto di libertà e di profonda convinzione. [115] Il magistero è radicata nella missione di Gesù, e specialmente nel suo magistero (cf. Mt 7,29). Si è intrinsecamente legata sia alla Scrittura e Tradizione; nessuno di questi tre può 'stare senza gli altri'. [116]

 

. 98 I soggetti del sensus fidei sono membri della Chiesa che ascoltano le parole di Gesù agli inviati che manda: 'Chi ascolta voi ascolta me, e chi disprezza voi disprezza me, e chi disprezza me disprezza colui che ha inviato me '(Lc 10,16).

 

e) La santità - l'umiltà, la libertà e la gioia

 

99. Partecipazione autentica al sensus fidei richiede santità. La santità è la vocazione di tutta la Chiesa e di ogni credente. [117] Per essere santi significa fondamentalmente appartenere a Dio in Gesù Cristo e nella sua Chiesa, per essere battezzato e vivere la fede nella potenza dello Spirito Santo. La santità è, infatti, la partecipazione alla vita di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, e tiene insieme l'amore di Dio e amore del prossimo, l'obbedienza alla volontà di Dio e l'impegno a favore di uno di esseri umani simili. Una tale vita è sostenuta dallo Spirito Santo, che viene ripetutamente invocato e ricevuto dai cristiani (cfr Rm 1:7-8, 11), in particolare nella liturgia.

 

100. Nella storia della Chiesa, i santi sono i portatori di luce del sensus fidei . Maria, Madre di Dio, la Tutta Santa ( Panaghia ), nella sua totale accettazione della parola di Dio è il modello di fede e Madre della Chiesa. [118] Facendo tesoro delle parole di Cristo nel suo cuore (Lc 2: 51) e cantando le lodi del lavoro di salvezza di Dio (Lc 1,46-55), che esemplifica perfettamente il piacere di parola e desiderio di proclamare la buona notizia che il Dio sensus fidei produce nel cuore dei credenti. In tutte le generazioni successive, il dono dello Spirito alla Chiesa ha prodotto un ricco raccolto di santità, e il numero totale dei santi è noto solo a Dio.. [119] Coloro che sono beatificato e canonizzato spiccano modelli come visibili della fede cristiana e la vita. Per la Chiesa, Maria e tutte le persone sante, con la loro preghiera e la loro passione, sono testimoni importanti del sensus fidei nel proprio tempo e per tutti i tempi, nel proprio posto e per tutti i luoghi.

 

101. Perché richiede fondamentalmente una imitatio Christi (cfr Fil 2,5-8), la santità consiste essenzialmente umiltà. Tale umiltà è l'esatto contrario di incertezza o timidezza; è un atto di libertà spirituale. Pertanto, l'apertura ( parresia ) secondo il modello di Cristo stesso (cf. Gv 18,20) è collegato con umiltà e una caratteristica del sensus fidei pure. Il primo posto per praticare l'umiltà è all'interno della Chiesa stessa. Non è solo una virtù dei laici in relazione ai loro pastori, ma anche un dovere dei pastori stessi nell'esercizio del loro ministero per la Chiesa. Gesù insegnò dodici: 'Chi vuol essere il primo sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti' (Mc 9,35). L'umiltà è vissuta dal abitualmente riconoscere la verità della fede, il ministero dei pastori, e le esigenze dei fedeli, soprattutto i più deboli.

 

. 102 Un vero indicatore di santità è 'pace e gioia nello Spirito Santo' (Rm 14,17;. Cfr 1Ts 1,6).Questi sono i doni che si manifestano principalmente su una spirituale, non un livello psicologico o emotivo, vale a dire, la pace del cuore e tranquillità la gioia di chi ha trovato il tesoro della salvezza, la perla preziosa (cfr Mt 13,44 - 46). La pace e la gioia sono, infatti, due dei frutti più caratteristici dello Spirito Santo (cfr Gal 5,22). E 'lo Spirito Santo che muove il cuore e lo trasforma a Dio,' aprendo gli occhi della mente, e dia "la gioia e la facilità a tutti nella assenso alla verità e credendo che [ omnibus suavitatem in consentiendo et credendo veritati ] "'. [120] La gioia è l'opposto di amarezza e ira che rattristare lo Spirito Santo (cfr Ef 4,31), ed è il segno distintivo della salvezza.[121] San Pietro esorta i cristiani a gioire nel condividere le sofferenze di Cristo, 'in modo che si può anche essere contenti e gridare di gioia quando rivelazione della sua gloria '(1Pt 4,13).

 

. 103 I soggetti del sensus fidei sono membri della Chiesa che ascoltano e rispondono alla sollecitazione di San Paolo: 'fare la mia gioia: essere della stessa mente, un medesimo amore, essendo in pieno accordo e una sola mente' . 'Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà considerare gli altri come meglio di voi' (Fil 2,2-3).

 

f) Cerco l'edificazione della Chiesa

 

104. Una manifestazione autentico del sensus fidei contribuisce alla edificazione della Chiesa come un solo corpo, e non favorisce la divisione e particolarismo dentro di lei. Nella prima lettera ai Corinzi, l'essenza stessa della partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa è tale edificazione (cfr. 1Cor 14). Edificazione significa edificare la Chiesa sia nella coscienza interiore della sua fede e in termini di nuovi soci, che vogliono essere battezzati nella fede della Chiesa. La Chiesa è la casa di Dio, un tempio santo, fatta di fedeli che hanno ricevuto lo Spirito Santo (cf. 1 Cor 3:10-17). Per costruire la Chiesa significa cercare di scoprire e sviluppare i propri doni e aiutare gli altri a scoprire e sviluppare le loro carismi, troppo, correggendo i loro errori, e accettando la correzione se stessi, in uno spirito di carità cristiana, lavorare con gli altri e pregando con loro, condividendo le loro gioie e dolori (cfr. 1 Cor 12:12, 26).

 

. 105 I soggetti del sensus fidei sono membri della Chiesa che riflettono ciò che dice san Paolo ai Corinzi: 'A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune' (1Cor 12,7).







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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2. Applicazioni


 


. 106 Discussione di disposizioni adeguate al sensus fidei deve essere completata con considerazione di alcune importanti questioni pratiche e pastorali, per quanto riguarda, in particolare, il rapporto tra il sensus fidei e la religiosità popolare; la necessaria distinzione tra ilsenso della fede , da un lato, e l'opinione pubblica o maggioranza, dall'altro; e come consultare i fedeli in materia di fede e di morale. Questi punti saranno ora esaminate separatamente.


 


 


 


a) Il sensus fidei e religiosità popolare


 


. 107 C'è un 'religiosità' che è naturale per gli esseri umani; questioni religiose sorgono naturalmente in ogni vita umana, che richiede una grande diversità di credenze religiose e pratiche popolari, e il fenomeno della religiosità popolare è stato oggetto di molta attenzione e di studio in tempi recenti.[122]


 


108. 'Religiosità popolare' ha anche un uso più specifico, vale a dire in riferimento alla grande varietà di manifestazioni di fede cristiana trovato tra il popolo di Dio nella Chiesa, o meglio, fare riferimento a 'la sapienza cattolica del popolo' che trova espressione in una tale moltitudine di modi.Quella saggezza 'combina in modo creativo il divino e l'umano, Cristo e Maria, lo spirito e il corpo, la comunione e istituzione, persona e comunità, la fede e la patria, l'intelligenza ed emozione', ed è anche per le persone 'un principio di discernimento e un evangelico istinto attraverso il quale spontaneamente percepire quando il Vangelo è servita nella Chiesa e quando è svuotato del suo contenuto e soffocato da altri interessi '. [123] Come tale saggezza, principio e l'istinto, la religiosità popolare è chiaramente molto strettamente legata alla sensus fidei , e deve essere considerato con attenzione, nel quadro del presente studio.


 


. 109 Le parole di Gesù, 'Ti ringrazio, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli "(Mt 11,25; Lc 10,21) , sono di grande rilevanza in questo contesto. Essi indicano la saggezza e la comprensione delle cose di Dio che viene dato a quelle di umile fede. Tante moltitudini di credenti cristiani umili (e anzi di persone al di là dei confini visibili della Chiesa) hanno accesso privilegiato, almeno potenzialmente, alle verità profonde di Dio.. Religiosità popolare deriva in particolare dalla conoscenza di Dio degnato di queste persone. È 'la manifestazione di una vita teologale alimentata dalla lavorazione dello Spirito Santo che è stato riversato nei nostri cuori (cfr Rm 5,5) ». [124]


 


110. Sia come un principio o istinto e come una grande abbondanza di pratica cristiana, in particolare sotto forma di attività cultuali, ad esempio, devozioni, pellegrinaggi e processioni, popolare molle religiosità da e rende manifesto il sensus fidei , e deve essere rispettata e promossa . Occorre riconoscere che la pietà popolare, in particolare, è 'il primo e fondamentale forma di "inculturazione" della fede'. [125] Tale pietà è 'una realtà ecclesiale promossa e guidata dallo Spirito Santo', [126] per quale il popolo di Dio sono infatti unti come un 'sacerdozio santo'. E 'naturale per il sacerdozio del popolo di trovare espressione in una moltitudine di modi.


 


111. L'attività sacerdotale del popolo ha giustamente il suo culmine nella liturgia, e la cura deve essere presa per assicurare la 'accordo con la sacra liturgia' che le devozioni popolari. [127] Più in generale, come Papa Paolo VI insegnava, dal momento che è in pericolo di essere penetrato 'da molte distorsioni della religione, anzi di superstizioni ", religiosità popolare bisogno di essere evangelizzata. [128] Tuttavia, se curato nei minimi dettagli in questo modo, e 'ben orientato', è, disse, 'ricca di valori ". 'Essa manifesta una sete di Dio che solo i semplici ei poveri possono conoscere. Rende le persone capaci di generosità e di sacrificio fino al punto di all'eroismo, quando si tratta di manifestare la fede. Si tratta di una consapevolezza acuta di attributi profondi di Dio: la paternità, la provvidenza, presenza viva e costante. Genera atteggiamenti interiori raramente osservati nella stessa misura altrove: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione .... Quando è ben orientata, questa religiosità popolare può essere sempre più, per le nostre masse popolari, un vero incontro con Dio in Gesù Cristo '. [129] In ammirando la dichiarazione della donna anziana, [130] Papa Francesco faceva eco la stima espressa qui da Papa Paolo. Ancora una volta, ben orientato religiosità popolare, sia nella sua comprensione nei profondi misteri del Vangelo e nella sua coraggiosa testimonianza di fede, può essere visto come una manifestazione ed espressione del sensus fidei .


 


112. Si può dire che la religiosità popolare è 'ben orientato', quando è veramente 'ecclesiale'. Papa Paolo indicata nello stesso testo alcuni criteri per la ecclesialità. Essere ecclesiale significa essere alimentata dalla Parola di Dio, non essere politicizzata o intrappolati dalle ideologie, rimanendo fortemente in comunione sia con la Chiesa locale e della Chiesa universale, con i pastori della Chiesa e il magistero, e di essere con fervore missionario. [131] Questi criteri indicano condizioni richieste per l'autenticità sia della religiosità popolare e del sensus fidei che la sottende. Nella loro forma autentica, come criterio finale indica, entrambi sono grandi risorse per la missione della Chiesa. Papa Francesco mette in evidenza la 'forza missionaria' di pietà popolare, e in quello che può essere visto come un riferimento al sensus fidei , afferma che 'la pietà popolare sottostante' vi è anche 'una forza evangelizzatrice attiva che non dobbiamo sottovalutare: per farlo sarebbe quello di non riconoscere l'opera dello Spirito Santo '. [132]


 


b) Il sensus fidei e l'opinione pubblica


 


113. Uno dei temi più delicati è il rapporto tra il sensus fidei e l'opinione pubblica o di maggioranza sia all'interno che all'esterno della Chiesa. L'opinione pubblica è un concetto sociologico, che si applica prima di tutto a società politiche. L'emergere di opinione pubblica è legata alla nascita e allo sviluppo del modello politico della democrazia rappresentativa. Nella misura in cui il potere politico guadagna la sua legittimità dal popolo, quest'ultimo deve far conoscere i loro pensieri, e il potere politico deve tenerne conto nell'esercizio del governo. L'opinione pubblica è quindi essenziale per il corretto funzionamento della vita democratica, ed è importante che sia illuminato e informato in modo competente e onesto. Questo è il ruolo dei mass-media, che in tal modo contribuiscono notevolmente al bene comune della società, fintanto che non cercano di manipolare l'opinione a favore di interessi particolari.


 


114. La Chiesa apprezza i valori morali propugnati dalla democrazia ad alta umana e, ma lei stessa non è strutturato secondo i principi di una società politica laica. La Chiesa, mistero di comunione dell'umanità con Dio, riceve la sua costituzione da Cristo. E 'da lui che riceve la sua struttura interna ei suoi principi di governo. L'opinione pubblica non può, quindi, svolgere nella Chiesa il ruolo determinante che svolge legittimamente nelle società politiche che si basano sul principio della sovranità popolare, anche se ha un ruolo adeguato nella Chiesa, come cercheremo di chiarire qui di seguito.


 


115. L'commenti dei media di massa spesso su questioni religiose. L'interesse del pubblico in materia di fede è un buon segno, e la libertà di stampa è un diritto umano fondamentale. La Chiesa cattolica non ha paura di discussione o polemica per quanto riguarda il suo insegnamento. Al contrario, lei accoglie il dibattito come una manifestazione della libertà religiosa. Ognuno è libero di criticare o per sostenere la sua. Infatti, si riconosce che la critica leale e costruttivo può aiutarla a vedere i problemi in modo più chiaro e di trovare soluzioni migliori. Lei stessa, a sua volta, è libero di criticare gli attacchi sleali, e ha bisogno di accedere ai media, al fine di difendere la fede, se necessario. Lei Valori inviti da media indipendenti per contribuire ai dibattiti pubblici. Lei non vuole il monopolio delle informazioni, ma apprezza la pluralità e scambio di opinioni. Ha anche, però, conosce l'importanza di informare la società circa il vero significato e il contenuto, sia della sua fede e del suo insegnamento morale.


 


116. Le voci di laici si sentono molto più frequentemente ora nella Chiesa, a volte con conservatori e talvolta con posizioni progressiste, ma in generale nel partecipare costruttivamente alla vita e alla missione della Chiesa. L'enorme sviluppo della società attraverso l'educazione ha avuto un notevole impatto sulle relazioni all'interno della Chiesa. La Chiesa stessa è impegnata in tutto il mondo in programmi educativi volti a dare alle persone la propria voce e propri diritti. E 'quindi un buon segno se oggi molte persone sono interessate nella dottrina, della liturgia e il servizio della Chiesa.Molti membri della Chiesa vogliono esercitare la propria competenza, e di partecipare a modo loro proprio nella vita della Chiesa. Essi si organizzano all'interno delle parrocchie e in vari gruppi e movimenti per costruire la Chiesa e di influenzare la società in generale, e cercano il contatto attraverso i social media con gli altri credenti e uomini di buona volontà.


 


117. Le nuove reti di comunicazione sia all'interno che all'esterno della chiamata Chiesa di nuove forme di attenzione e di critica, e il rinnovo delle capacità di discernimento. Ci sono influenze da gruppi di interesse che non sono compatibili, o non del tutto così, con la fede cattolica; ci sono convinzioni che sono applicabili solo a un certo luogo o di tempo; e ci sono pressioni per ridurre il ruolo della fede nel dibattito pubblico o per ospitare dottrina tradizionale cristiana alle preoccupazioni e opinioni moderni.


 


118. E 'chiaro che non ci può essere semplice identificazione tra il sensus fidei e pubblica o opinione della maggioranza. Questi non sono affatto la stessa cosa.


 



i) Prima di tutto, il sensus fidei è ovviamente correlato alla fede, e la fede è un dono, non necessariamente posseduto da tutte le persone, in modo che il sensus fidei non può certamente essere paragonato a opinione pubblica nella società in generale. Poi anche, mentre la fede cristiana è, naturalmente, il principale fattore che unisce i membri della Chiesa, molte diverse influenze si combinano per formare le opinioni di cristiani che vivono nel mondo moderno. Come la precedente discussione delle disposizioni dimostra implicitamente, il sensus fidei non può essere semplicemente identificata, quindi, con l'opinione pubblica o di maggioranza nella Chiesa, sia. Fede, non parere, è al centro dell'attenzione necessaria. Parere spesso è solo un'espressione, spesso mutevole e transitoria, dello stato d'animo o desiderio di un certo gruppo o una cultura, mentre la fede è l'eco di quella Vangelo, che è valido per tutti i luoghi e tempi.


 


ii) Nella storia del popolo di Dio, è stato spesso non la maggioranza ma una minoranza che ha veramente vissuto e testimoniato la fede. L'Antico Testamento conosceva il 'santo residuo' di credenti, a volte molto pochi di numero, nel corso contro i re e sacerdoti e la maggior parte degli Israeliti. Il cristianesimo si è iniziato come una piccola minoranza, accusato e perseguitato dalle autorità pubbliche. Nella storia della Chiesa, i movimenti evangelici come i Francescani ei Domenicani, o più tardi i Gesuiti, iniziato come piccoli gruppi trattati con sospetto da diversi vescovi e teologi. In molti paesi oggi, i cristiani sono sotto forte pressione da altre religioni o ideologie secolari a trascurare la verità della fede e indebolire i confini della comunità ecclesiale. E 'quindi particolarmente importante per discernere e ascoltare le voci dei "piccoli che credono' (Mc 09:42).



 


119. E 'senza dubbio necessario distinguere tra il sensus fidei e l'opinione pubblica o di maggioranza, da qui la necessità di individuare le disposizioni necessarie per la partecipazione alsensus fidei , come quelli elaborati in precedenza. Tuttavia, è tutto il popolo di Dio che, nella sua unità interna, confessa e vive la vera fede. Il magistero e la teologia devono lavorare costantemente per rinnovare la presentazione della fede in situazioni diverse, affrontando se necessario nozioni dominanti della verità cristiana con la reale verità del Vangelo, ma si deve ricordare che l'esperienza della Chiesa dimostra che a volte la verità della fede è stato conservato non dagli sforzi dei teologi o l'insegnamento della maggioranza dei vescovi, ma nel cuore dei credenti.


 


c) Modalità di consultare i fedeli


 


120. C'è una effettiva parità di dignità tra tutti i fedeli, perché attraverso il battesimo sono tutti rinati in Cristo. 'A causa di questa uguaglianza tutte contribuiscono, ciascuno secondo la propria condizione e l'ufficio, per l'edificazione del Corpo di Cristo'. [133] Pertanto, tutti i fedeli 'hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, in linea con le loro conoscenze, competenze e la posizione, di manifestare ai sacri Pastori il loro parere su questioni che riguardano il bene della Chiesa ». 'Essi hanno il diritto di comunicare le proprie osservazioni agli altri di fedeli di Cristo, ma così facendo si deve sempre rispettare l'integrità della fede e dei costumi, spettacolo a causa riferimento ai Pastori e prendere in considerazione sia il bene comune e della dignità delle persone '. [134] Di conseguenza, i fedeli, e in particolare i laici, devono essere trattati dai pastori della Chiesa con rispetto e considerazione, e consultate in modo adeguato per il bene della Chiesa.


 


121. La parola 'consultare' comprende l'idea di cercare una sentenza o di consulenza, nonché indagare un dato di fatto. Da un lato, in materia di governance e questioni pastorali, i pastori della Chiesa possono e devono consultare i fedeli, in taluni casi, nel senso di chiedere il loro parere o il loro giudizio. D'altra parte, quando il magistero sta definendo una dottrina, è opportuno consultare fedeli nel senso di indagare infatti, 'perché il corpo dei fedeli è uno dei testimoni del fatto della tradizione dottrina rivelata, e perché il loro consenso attraverso la cristianità è la voce della Chiesa infallibile '. [135]


 


122. La pratica della consultazione dei fedeli non è nuova nella vita della Chiesa. Nella Chiesa medievale, è stato utilizzato un principio del diritto romano: Quod omnes Tangit, ab omnibus tractari et approbari debet (quello che colpisce tutti, dovrebbe essere discusso e approvato da tutti). Nei tre ambiti della vita della Chiesa (fede, sacramenti, la governance), 'tradizione abbinata una struttura gerarchica con un regime concreto di associazione e l'accordo', e questo è stato considerato un 'prassi apostolica' o un 'tradizione apostolica '. [136]


 


123. Problemi sorgono quando la maggioranza dei fedeli rimangono indifferenti a dottrinale o decisioni morali prese dal magistero o quando positivamente li respingono. Questa mancanza di ricezione può indicare una debolezza o una mancanza di fede da parte del popolo di Dio, causati da un abbraccio sufficientemente critica della cultura contemporanea. Ma in alcuni casi può indicare che certe decisioni sono state prese da coloro che hanno autorità senza la dovuta considerazione l'esperienza e il sensus fidei dei fedeli, o senza una sufficiente consultazione dei fedeli da parte del Magistero. [137]


 


124. E 'naturale che ci dovrebbe essere una costante comunicazione e un dialogo regolare sulle questioni pratiche e le questioni di fede e morale tra i membri della Chiesa. L'opinione pubblica è una forma importante di tale comunicazione nella Chiesa. 'Poiché la Chiesa è un corpo vivente, ha bisogno opinione pubblica al fine di sostenere un dare e prendere tra i suoi membri. Senza questo, non si può avanzare nel pensiero e nell'azione '. [138] Questa approvazione di un pubblico scambio di pensieri e delle opinioni nella Chiesa è stato dato subito dopo il Concilio Vaticano II, proprio sulla base dell'insegnamento del Concilio sul sensus fidei e Christian amore, ei fedeli sono stati fortemente incoraggiati a prendere parte attiva in quella pubblica di scambio. 'I cattolici dovrebbero essere pienamente consapevoli della reale libertà di parlare le loro menti, che deriva da un "sentimento per la fede" [cioè il sensus fidei ] e dall'amore. Essa deriva da quella sensazione per la fede, che è suscitato e alimentato dallo spirito di verità, in modo che, sotto la guida della Chiesa docente, che accettano con riverenza, il Popolo di Dio possono aderire fermamente alla fede data alla Chiesa primitiva , con la vera sentenza penetrare il suo significato più profondo, e applicare più pienamente nella loro vita [ Lumen gentium , 12]. Questa libertà deriva anche dall'amore. Perché è con amore che ... il Popolo di Dio si alzano in un'intima condivisione nella libertà di Cristo stesso, che ci purifica dai nostri peccati, in modo che potremmo essere in grado liberamente esprimere giudizi in conformità con la volontà di Dio. Coloro che esercitano l'autorità nella Chiesa si occuperà di garantire che non vi sia scambio responsabile di opinione liberamente detenuto ed espressa nel Popolo di Dio.. Più di questo, che sarà istituito norme e le condizioni per questo abbia luogo '.[139]


 


125. Tale scambio pubblico di opinioni è un ottimo mezzo attraverso il quale, in un modo normale, ilsensus fidelium può essere misurato. Dal Concilio Vaticano II, tuttavia, vari strumenti istituzionali con cui i fedeli possano più formalmente essere sentiti sono stati stabilito, come concili particolari, a cui sacerdoti e altri di fedeli di Cristo possono essere invitati, [140] sinodi diocesani, a cui il vescovo diocesano può anche invitare i laici come membri, [141] il consiglio pastorale di ogni diocesi, che è 'composto da membri di Cristo, dei fedeli che sono in piena comunione con la Chiesa cattolica: chierici, membri degli Istituti di vita consacrata e soprattutto laici', [142] e consigli pastorali nelle parrocchie, in cui 'i fedeli di Cristo, insieme a quelle che in virtù del loro ufficio sono impegnati nella cura pastorale della parrocchia, dare il loro aiuto nel promuovere l'azione pastorale '. [143]


 


126. Strutture di consultazione come quelli di cui sopra può essere molto vantaggioso per la Chiesa, ma solo se pastori e laici sono reciprocamente rispettoso delle reciproche carismi e se attentamente e continuamente ascoltano l'un l'altro esperienze e preoccupazioni. Ascolto umile a tutti i livelli e un'adeguata consultazione degli interessati sono aspetti integranti di una Chiesa viva e vivace.


















Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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  Conclusione

127. Vaticano II è stato una nuova Pentecoste, [144] dotare la Chiesa per la nuova evangelizzazione che i Papi da quando il Consiglio hanno chiesto. Il consiglio ha dato una rinnovata enfasi all'idea tradizionale che tutti i battezzati hanno un sensus fidei e il sensus fidei costituisce una risorsa più importante per la nuova evangelizzazione. [145] Tramite il sensus fidei , i fedeli sono in grado non solo a riconoscere ciò che è in accordo con il Vangelo e di respingere ciò che è contrario ad esso, ma anche di percepire ciò che il Papa Francesco ha chiamato «nuove vie per il viaggio» nella fede di tutto il popolo pellegrino. Uno dei motivi per cui vescovi e sacerdoti bisogno di essere vicini al loro popolo il viaggio ea camminare con loro è proprio per riconoscere "nuovi modi", come vengono percepite dalla gente. [146] Il discernimento di queste nuove modalità, aperto e illuminato dalla Santa Spirito, sarà di vitale importanza per la nuova evangelizzazione.

128. L' sensus fidei è strettamente legato alle «infallibilitas in credendo" che la Chiesa nel suo insieme ha come credente 'soggetto' facendo strada pellegrina nella storia. [147] Sostenuta dallo Spirito Santo, essa permette la testimonianza che l' Chiesa dà e il discernimento che i membri della Chiesa devono continuamente fare, sia come individui e come comunità, del modo migliore per vivere e agire e parlare in fedeltà al Signore. E 'l'istinto per cui tutti e ciascuno' pensare con la Chiesa ', [148] la condivisione di una sola fede e un solo scopo. E 'ciò che unisce pastori e popolo, e rende il dialogo tra di loro, sulla base delle rispettive doni e le chiamate, sia essenziale e feconda per la Chiesa.



NOTE -------------------------------------------


[1] Papa Francesco, all'Angelus, 17 Marzo 2013.

[2] Cfr.. Papa Francesco, Esortazione Apostolica, Evangelii Gaudium (2013), nn.119-120.

[3] citazioni bibliche sono dalla New Revised Standard Version. Salvo diversa indicazione, le citazioni dai documenti del Concilio Vaticano II sono tratte da Austin Flannery, ed,. Concilio Vaticano II , nuova edizione riveduta (Northport, NY / Dublino: Costello Publishing Company / Dominican Publications, 1996). I seguenti documenti conciliari saranno identificati come indicato: Apostolicam Actuositatem (AA), Ad Gentes (AG), Dei Verbum (DV), Gaudium et Spes (GS), Lumen Gentium (LG), Perfectae Caritatis (PC), Sacrosanctum Concilium ( SC). I riferimenti a Heinrich Denzinger, Enchiridion symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum , 38 ° ed., a cura di Peter Hünermann (1999), sono indicati da DH insieme al numero di paragrafo; riferimenti al Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) sono indicati da CCC insieme al numero di paragrafo; e riferimenti a JP Migne, ed., Patrologia Latina (1844-1864) sono indicati da PL, nonché i numeri di volume e di colonna.

[4] Nel suo documento su L'interpretazione dei Dogma (1989), la Commissione Teologica Internazionale (ITC) ha parlato del 'sensus fidelium' come un 'senso interiore' per mezzo del quale il popolo di Dio "riconoscono nella predicazione che le parole non sono uomo di Dio e di accettare e custodire con fedeltà infrangibile '(C, II, 1). Il documento ha anche evidenziato il ruolo svolto dalla fidelium consenso per l'interpretazione del dogma (C, II, 4).

[5] Nel suo recente documento intitolato Theology Today: Perspectives, Principi e Criteri (2012), l'ITC ha identificato il sensus fidei come un fondamentale luogo o un punto di riferimento per la teologia (n.35).

[6] La teologia oggi , § 13.

[7] Tertulliano, De oratione , I, 6; Corpus Christianorum, serie latina (di seguito CCSL), 1, p.258.

[8] Yves M.-J. Congar individua varie questioni dottrinali in cui il sensus fidelium è stato utilizzato in Jalons pour une Théologie du Laïcat (Paris: Éditions du Cerf, 1953), 450-53; ET: Laici nella Chiesa: uno studio per una Teologia di laici (London: Chapman, 1965), Appendice II: Il 'Sensus Fidelium' nei Padri, 465-67.

[9] Tertulliano, De praescriptione haereticorum , 21 e 28, CCSL 1, pp.202-203 e 209.

[10] Agostino, De praedestinatione sanctorum , XIV, 27 (PL 44, 980). Lo dice con riferimento alla canonicità del libro della Sapienza.

[11] Agostino, Contra epistolam Parmeniani , III, 24 (PL 43, 101). . Cfr. De baptismo , IV, XXIV, 31 (PL 43, 174) (per quanto riguarda il battesimo dei bambini): 'Quod universa tenet Ecclesia, nec Conciliis institutum, sed Semper retentum est, nonnisi auctoritate apostolica traditum rectissime creditur'.

[12] Cassiano, De incarnatione Christi , I, 6 (PL 50, 29-30): 'Sufficere ergo solus nunc annuncio confutandum haeresim deberet consensus omnium, quia indubitatae veritatis manifestatio est auctoritas universorum'.

[13] Vincenzo di Lérins, Commonitorium II, 5 (CCSL, 64, p.149).

[14] Girolamo, Adversus Vigilantium 5 (CCSL 79C, p.11-13).

[15] Epifanio di Salamina, Panarion haereticorum , 78, 6; Die griechischen Christlichen Schriftsteller der ersten Jahrhunderte, Epifanio, Bd. 3, p.456.

[16] Agostino, In Iohannis Evangelium Tractatus , XX, 3 (CCSL 36, p.204); Ennaratio in psalmum 120 , 7 (PL 37, 1611).

[17] John Henry Newman, Sulla consultazione dei fedeli in materia di dottrina , modificato con un'introduzione di John Coulson (London: Geoffrey Chapman, 1961), pp.75-101; . alle 75 e 77 Cfr. anche il suo Gli Ariani del IV secolo (1833;. 3rd ed 1871). Congar esprime una certa cautela per quanto riguarda l'uso dell'analisi di Newman di questa materia; vedi, Congar, Jalons pour une Théologie du Laïcat , p.395; ET: Laici nella Chiesa , pp.285-6.

[18] Newman, Sulla consultazione dei fedeli , p.104.

[19] Cfr. DH 1000.

[20] Newman, Sulla consultazione dei fedeli , p.70.

[21] Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae , IIa-IIae, q.1, A.9, sc; IIIa, q.83, A.5, sc (per quanto riguarda la liturgia della Messa); Quodl . IX, QUADRO 8 (per quanto riguarda la canonizzazione). Cfr. anche Bonaventura, Commentaria in IV librum Sententiarum , D.4, p.2, dub. 2 (Opera omnia, vol.4, Quaracchi, 1889, p.105): '[Fides Ecclesiae militantis] quamvis possit deficere in aliquibus personis specialiter, generaliter tamen numquam deficit nec deficiet, iuxta illud Matthaei ultimo: "sum usque Ecce ego vobiscum ad consumationem saeculi "'; d.18, p.2, a. ONU. Q.4 (p.490). In theologiae Summa , IIa-IIae, Q.2, A.6, ad 3, St Thomas collega questa indefettibilità della Chiesa universale alla promessa di Gesù 'a Pietro che la sua fede non sarebbe sicuro (Lc 22,32).

[22] Summa Theologiae , IIa-IIae, q.1, a.10; Q.11, a.2, ad 3.

[23] Cfr. Martin Lutero, De captivitate babylonica ecclesiae praecludium , WA 6, 566-567, e Giovanni Calvino, Institutio Christianae religionis , IV, 8, 11; le promesse di Cristo si trovano in Mt 28,19 e Gv 14, 16, 17.

[24] Cfr. Gustav Thils, L'Infaillibilité du Peuple chrétien "in credendo ': Note de théologie post-tridentina (Paris: Desclée de Brouwer, 1963).

[25] DH 1637; vedi anche, DH 1726. Per espressioni equivalenti, vedi Yves M.-J. Congar, La Tradition et les tradizioni , II. Essai théologique (Paris: Fayard, 1963), pp.82-83; ET, Tradizione e Tradizioni (Londra: Burns & Oates, 1966), 315-17.

[26] De locis theologicis , ed. Juan Belda Piani (Madrid, 2006). Cano elenca dieci loci: Sacra Scriptura, traditiones Christi et apostolorum, Ecclesia Catholica, Concilia, Ecclesia Romana, sancti Veteres, teologica scholastici, rapporto naturalis, filosofico, historia humana.

[27] De Locis theologiae. , Bk. IV, cap. 3 (Piani ed., P.117). 'Si quidquam est nunc in Ecclesia comunicazione fidelium consensione probatum, quod tamen humana potestas Efficere non potuit, id ex apostolorum traditione Necessario derivatum est'

[28] De Locis theologiae ., Bk. I, cap. 4 (pp.144-46).

[29] De Locis theologiae ., Bk. I, cap. 4 (p.149): 'Non Solum Ecclesia universalis, id est, omnium fidelium collectio hunc veritatis spiritum Semper habet, sed eundem habent etiam Ecclesiae principes et pastores'. Nel libro VI, Cano afferma l'autorità del Romano Pontefice quando definisce una dottrina ex cathedra .

[30] De Locis theologiae ., Bk. I, cap. 4 (pp.150-51): 'Priores itaque conclusiones illud astruebant, quicquid ecclesia, hoc est, omnium fidelium concio teneret, id verum esse. Haec autem illud affirmat pastores ecclesiae doctores in buona errare non posse, sed quicquid fidelem populum docente, quod ad Christi fidem attineat, esse verissimum '.

[31] Roberto Bellarmino, De controversiis Christianae fidei (Venezia, 1721), II, I, lib.3, cap.14: 'Et cum dicimus Ecclesiam non posse errare, id intelligimus tam de universitate fidelium quam de universitate Episcoporum, ita ut sensus sit eius propositionis, errare ecclesia non potest, idest, id quod tenent omnes fideles tanquam de fide, Necessario est verum et de fide; et similiter id quod omnes docent Episcopi tanquam ad fidem pertinens, Necessario est verum et de fide '(p.73).

[32] De controversiis II, I, lib.2, cap.2: 'Concilium Generale repraesentat Ecclesiam Universam, et proinde consensum habet Ecclesiae universalis; quare SI Ecclesia errare non potest, Neque oecumenicum Concilium, legitimum et approbatum, potest errare '(p.28).

[33] JA Möhler, Die Einheit in der Kirche oder das Prinzip des Katholizismus [1825], ed. JR Geiselmann. (Colonia e Olten: Jakob Hegner, 1957), 8s, 50FF.

[34] JA Möhler, Symbolik oder Darstellung der dogmatischen Gegensätze der Katholiken und Protestanten, nach Ihren öffentlichen Bekenntnisschriften [1832], ed. JR Geiselmann (Colonia e Olten: Jakob Hegner, 1958), § 38. Contro il principio protestante di interpretazione privata, ha ribadito l'importanza della sentenza di tutta la Chiesa.

[35] Nel 1847, Newman ha incontrato Perrone e hanno discusso le idee di Newman sullo sviluppo della dottrina. Newman ha utilizzato il concetto di sensus ecclesiae in tale contesto. Cfr. T. Lynch, ed., 'Il Libro Newman-Perrone per lo sviluppo', Gregorianum 16 (1935), pp.402-447, esp. cap.3, nn.2, 5.

[36] Ioannis Perrone, De Immacolato BV Mariae concettualmente un definiri possit dogmatico Decreto (Romae, 1847), 139, 143-145. Perrone ha concluso che i fedeli cristiani sarebbe 'profondamente scandalizzato' se Maria Immacolata Concezione sono stati 'anche un po' in discussione '(p.156). Ha trovato altri casi in cui il magistero si è basata sul sensus fidelium per le sue definizioni dottrinali, ad esempio, la dottrina che le anime dei giusti godono della visione beatifica già prima della risurrezione dei morti (pp.147-148).

[37] Cfr. Papa Pio IX, Lettera enciclica, Ubi primum (1849), n.6.

[38] Papa Pio IX, Costituzione Apostolica, Ineffabilis Deus (1854).

[39] Newman, Sulla consultazione dei fedeli , pp.70-71.

[40] Newman, Sulla consultazione dei fedeli , p.63, cfr. p.65. Newman solito contraddistingue la 'pastori' e il 'fedele'. A volte si aggiunge i «dottori» (teologi) come una classe distinta di testimoni, e si comprende il basso clero tra i 'fedeli' a meno che non specifica la 'laici'.

[41] Newman, Sulla consultazione dei fedeli , p.104.

[42] Newman, Sulla consultazione dei fedeli , pp.64-70; cf. sopra, § 37.

[43] Mansi, III (51), 542-543. Essa afferma che l'infallibilità della Chiesa si estende a tutta la verità rivelata, nella Scrittura e nella Tradizione - cioè, al Deposito della Fede - e tutto ciò che è necessario per difendere e preservare, anche se non ha rivelato.

[44] Mansi, IV (52), 1213-1214.

[45] .. Ibidem, 1217 Gasser aggiunge: 'sed talis casus non potest statui pro regula'.

[46] DH 3074. Uno dei 'Quattro articoli' della posizione gallicana ha affermato che il giudizio del Papa 'non è irreformable a meno che il consenso della Chiesa venga fornita'.

[47] Cfr. Gasser, in Mansi, 52, 1213-1214.

[48] ​​La proposizione condannata recita: 'L' "apprendimento Chiesa" e la "dottrina della Chiesa", collaborano in modo tale nella definizione di verità che rimane solo per la "dottrina della Chiesa" per sanzionare i pareri del "learning Chiesa" '( DH 3406).

[49] Papa Pio XII, Costituzione Apostolica, Munificentissimus Deus , n.12.

[50] Munificentissimus Deus, n.41

[51] Munificentissimus Deus , n.12.

[52] Vedi Congar, Jalons pour une Théologie du Laïcat , capitolo 6. Lo schema si trova nella prefazione della terza edizione di Newman Via media (1877).

[53] Congar, Jalons pour une Théologie du Laïcat , p.398; ET, Laici nella Chiesa , 288.

[54] Jalons pour une Théologie du Laïcat , p.399; ET, Laici nella Chiesa , 289.

[55] LG 4.

[56] LG 12. In molti altri luoghi, il Consiglio fa riferimento al 'senso' dei credenti e della Chiesa in modo analogo al sensus fidei del LG 12. Si riferisce al sensus Ecclesiae (DV 23), sensus apostolicus (AA 25), sensus catholicus (AA 30), sensus Christi et Ecclesiae e sensus Communionis cum Ecclesia (AG 19), sensus fidelium christianus (GS 52), e di un intero christianus sensus (GS 62).

[57] LG 35.

[58] DV 8.

[59] DV 10; cf. Ineffabilis Deus , n.18, e Munificentissimus Deus , n.12.

[60] Cfr., ad esempio, l'insegnamento di Papa Giovanni Paolo II nella sua Esortazione Apostolica Christifideles Laici (1988), che tutti i fedeli in triplice ufficio di Cristo, e il suo riferimento ai laici di essere 'partecipi sia del senso di fede soprannaturale della Chiesa ( sensum fidei supernaturalis Ecclesiae ), che «non può sbagliarsi nel credere" [LG 12] '(n.14); inoltre, con riferimento all'insegnamento di LG 12, 35 e DV 8, la dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), Mysterium Ecclesiae (1973), n.2.

[61] Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Familiaris consortio (1981), n.5. Nella sua Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo, Donum Veritatis (1990), il CDF in guardia contro identificare 'il parere di un gran numero di cristiani «con il sensus fidei : il sensus fidei è 'una proprietà della fede teologale' e un dono di Dio che consente a un cristiano 'di aderire personalmente alla Verità', in modo che quello che lui o lei crede è ciò che la Chiesa crede. Dal momento che non tutte le opinioni espresse dai credenti scaturiscono dalla fede, e dal momento che molte persone sono influenzati dall'opinione pubblica, è necessario sottolineare, come ha fatto il Consiglio, il 'legame indissolubile tra il "sensus fidei" e alla guida del popolo di Dio da il Magistero dei Pastori '(n.35).

[62] Il sensus fidei Fidelis presuppone nel credente la virtù della fede. In realtà, è l'esperienza vissuta di fede che permette al credente di discernere se una dottrina appartiene al deposito della fede o meno. E 'quindi solo piuttosto ampio e derivato che il necessario discernimento per l'atto iniziale della fede può essere attribuito al sensus fidei fidelis .

[63] CCC 1804.

[64] Vaticano II, PC 12.

[65] Cfr.. Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae , IIa-IIae, D.45, a.2.

[66] Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae , IIa-IIae, q.1, A.4, ad 3. Cf. IIa-IIae, Q.2, a.3, ad 2.

[67] Cfr.. Tommaso d'Aquino, Scriptum , III, d.23, Q.3, a.3, QLA 2, ad 2: 'Habitus fidei cum non Rationi innitatur, inclinat per modum naturae, sicut et habitus moralium virtutum, et sicut habitus principiorum; et ideo quamdiu Manet, nihil contra fidem credito. '

[68] Cfr.. JA Möhler, Symbolik , § 38: 'Der Geist Göttliche, welchem ​​die Leitung und der Kirche Belebung anvertraut ist, wird in seiner Vereinigung mit dem menschlichen ein eigenthümlich Christlicher tatto, tiefes Ein, Sicher führendes Gefühl, das, wie er in der Wahrheit steht , auch aller Wahrheit entgegenleitet '.

[69] A causa della sua relazione immediata con il suo oggetto, l'istinto non erra. Di per sé, è infallibile. Tuttavia, istinto animale è infallibile solo nel contesto di un determinato ambiente. Quando cambia il contesto, l'istinto animale può manifestarsi da elettrodi non corretta. Istinto spirituale, d'altra parte, ha più portata e sottigliezza.

[70] Cfr. Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae , IIa-IIae, q.1, a.3, ad 3.

[71] CDF, Donum Veritatis , n.35.

[72] Cfr.. Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae , IIa-IIae, Q.2, A.5-8.

[73] LG 15.

[74] Tommaso d'Aquino, Expositio super-Ioannis evangelium , c.14, lect.4 (Marietti, n.1916).

[75] Cfr.. ITC, Teologia Oggi , § § 91-92.

[76] DV 8. Nella teologia dei doni dello Spirito che san Tommaso sviluppato, è in particolare il dono della conoscenza che perfeziona il sensus fidei fidelis come l'attitudine a discernere ciò che è da credere. Cfr. Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae , IIa-IIae, Q.9, a.1 co. et ad 2.

[77] Tommaso d'Aquino, Quaestiones disputatae de veritate , D.14, a.10, annuncio 10; cf. Scriptum , III, d.25, Q.2, a.1, QLA 2, ad 3.

[78] Tommaso d'Aquino, Scriptum , III, d.25, Q.2, a.1, QLA 4, ad 3: '[Il credente] non deve dare assenso a un prelato che predica contro la fede .... L'subordinato non è totalmente giustificata dalla sua ignoranza. In realtà, l'habitus della fede lo inclina contro tale predicazione, perché questo habitus insegna necessariamente tutto ciò che conduce alla salvezza. Inoltre, perché non bisogna dare credito troppo facilmente ad ogni spirito, non si deve dare un assenso alla predicazione strano, ma dovrebbe richiedere ulteriori informazioni o semplicemente affidarsi a Dio, senza cercare di avventurarsi nei segreti di Dio, al di là delle capacità di uno '.

[79] Cfr.. Tommaso d'Aquino, Scriptum , III, d.25, Q.2, a.1, QLA 2, ad 3; Quaestiones disputatae de veritate , D.14, A.11, ad 2.

[80] Cfr. supra, § 30.

[81] Vedi Congar, La Tradizione et les tradizioni , II, pp.81-101, su 'L' "Ecclesia", sujet de la Tradition ', e pp.101-108, su' Le Saint-Esprit, Sujet trascendente de la Tradition '; ET, Tradizione e tradizioni , pp.314-338, a 'L' "Ecclesia", come il tema della tradizione ', e pp.338-346, su' Lo Spirito Santo, il Soggetto trascendente della Tradizione '.

[82] Cfr. supra, § 3.

[83] DV 10 (traduzione modificata).

[84] DV 8; cf. Inoltre, LG 12, 37; AA 2, 3; GS 43.

[85] GS 44 (traduzione modificata).

[86] Vedi sopra, Chapter One, parte 2.

[87] Cfr.. DH 2722-2724.

[88] Vedi sotto, quarto capitolo.

[89] LG 12.

[90] Cfr.. LG 10, 34.

[91] Cf.. LG 21, 26; SC 41.

[92] Cfr.. SC 10; LG 11.

[93] CCC 1124. Cf. Ireneo, Adv.Haer. , IV, 18, ​​5 (Fonti chrétiennes, vol.100, p.610): 'Il nostro modo di pensare è conforme all'Eucaristia, e l'Eucaristia, a sua volta conferma il nostro modo di pensare' (vedi anche CCC, n.1327).

[94] DV 8.

[95] Newman, Sulla consultazione dei fedeli , p.63.

[96] Cfr. Vaticano I, Pastor Aeternus , DH 3051.

[97] Vaticano I, Pastor Aeternus , Cap.4 (DH 3074).

[98] Cfr. supra, § 40.

[99] V. supra, § § 38, 42.

[100] Cf. ITC, Teologia Oggi , § 35.

[101] DV 8.

[102] Cfr. infra, § § 107-112.

[103] Vedi sotto, quarto capitolo.

[104] ITC, Teologia Oggi , § 35; cf. CDF, Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo, Donum Veritatis (1990), nn.2-5, 6-7.

[105] Cf.. Teologia Oggi , § 35.

[106] Particolarmente notevole in questo senso sono le sezioni seguenti dichiarazioni concordate indicate: Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa, conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa: comunione ecclesiale, conciliarità e Autorità (2007; la dichiarazione Ravenna), n.7; Anglicana-cattolica romana Commissione Internazionale, Il dono dell'autorità (1999), n.29; Il dialogo evangelico-cattolica in Missione, 1977-1984, Rapporto , capitolo 1.3; Discepoli di Cristo-cattolica romana Commissione internazionale per il dialogo, la Chiesa come comunione in Cristo (1992), nn.40, 45; Commissione internazionale per il dialogo tra la Chiesa cattolica e il Consiglio Mondiale Metodista, La Parola di Vita (1995), nn.56, 58.

[107] Cf. Papa Giovanni Paolo II, Lettera enciclica, Ut Unum Sint (1995), n.3.

[108] Cfr. supra, § 56.

[109] Cf. LG 8.

[110] Ut Unum Sint , n.14; cf. nn.28, 57, dove Papa Giovanni Paolo fa riferimento al 'scambio di doni' che si verifica nel dialogo ecumenico. Nella sua Lettera ai Vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della Chiesa intesa come comunione, Communionis notio (1992), il CDF riconosce allo stesso modo che la Chiesa cattolica è lei stessa 'ferito' dalla perdita di comunione con le altre Chiese cristiane e comunità ecclesiali (n.17).

[111] Cf. LG 12; DV 8.

[112] LG 12, con riferimento alla 1Ts 2:13.

[113] Cf. Papa Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica, Fides et ratio (1998).

[114] Cf. ITC, Teologia Oggi , § § 63, 64, 84.

[115] V. supra, § § 74-80.

[116] DV 10.

[117] Cf. LG, capitolo 5, su 'La vocazione universale alla santità nella Chiesa'.

[118] CCC 963.

[119] Cf. GS 11, 22.

[120] DV 5 (traduzione modificata).

[121] Cf. Papa Francesco, Evangelii Gaudium , n.5.

[122] Cf. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (CDWDS), Direttorio su pietà popolare e liturgia: Principi e linee guida (2001), n.10: '"religiosità popolare" si riferisce ad una esperienza universale: c'è sempre una dimensione religiosa nel cuore delle persone, delle nazioni, e le loro espressioni collettive. Tutti i popoli tendono a dare espressione alla loro visione totalizzante del trascendente, il loro concetto di natura, società e storia attraverso i mezzi di culto. Una sintesi caratteristica di grande importanza spirituale e umano '.

[123] CELAM, Terza Conferenza Generale (Puebla, 1979), Documento finale, n.448, come citato in CCC 1676.

[124] Papa Francesco, Evangelii Gaudium , n.125.

[125] Joseph Ratzinger, Commento teologico , nella Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima (Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2000), p.35; come citato in CDWDS, Directory , n.91.

[126] CDWDS, Directory , n.50.

[127] SC 13.

[128] Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi (1975), n.48. Congar denominato 'engouements douteux et devozioni aberrantes', e ha ammonito: 'On se gardera de trop attribuer au sensus fidelium : non seulement au riguardo des prerogative de la hiérarchie ..., mais en soi '( Jalons pour une théologie du laïcat , p. 399, ET, Laici nella Chiesa , p.288).

[129] Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi (1975), n.48. Nel suo discorso in apertura della quarta conferenza generale del CELAM (Santo Domingo, 12 ottobre 1992), Papa Giovanni Paolo ha detto che, con le sue 'radici essenzialmente cattoliche ", religiosità popolare in America Latina era' un antidoto contro le sette e una garanzia di fedeltà al messaggio della salvezza '(n.12). Con riferimento al Documento finale della Terza Conferenza Generale del CELAM, il Papa Francesco afferma che, quando la fede cristiana è veramente inculturata, 'pietà popolare' è una parte importante del processo attraverso il quale 'un popolo si evangelizza continuo' ( Evangelii Gaudium , n.122).

[130] Cfr. supra, § 2.

[131] Cf. Papa Paolo VI, Evangelii Nuntiandi , n.58; con riferimento alla necessità di garantire che de base communautés erano veramente ecclesiale.

[132] Papa Francesco, Evangelii Gaudium , n.126.

[133] Codice di Diritto Canonico, can.208.

[134] Codice di Diritto Canonico, can.212, § 3.

[135] Newman, Sulla consultazione dei fedeli , p.63; per il doppio significato della parola 'consultare', vedi pp.54-55.

[136] Y. Congar, 'Quod omnes Tangit, ab omnibus tractari et approbari debet', in Revue historique de droit français et étranger 36 (1958), pp.210-259, ptic. pp.224-228.

[137] V. supra, § § 78-80.

[138] Istruzione Pastorale sui Mezzi di Comunicazione Sociale scritta con decreto del Concilio Vaticano II, 'Communio et progressio' (1971), n.115, che cita anche Papa Pio XII: 'Qualcosa verrebbe a mancare in [Chiesa della] vita se non avesse l'opinione pubblica. Entrambi i pastori di anime e di laici sarebbero da biasimare per questo '(Allocuzione, 17 febbraio 1950, AAS XVIII [1950], p.256).

[139] 'Communio et progressio' , n.116.

[140] Cf.. Codice di Diritto Canonico , can.443, § 4.

[141] Cf.. Codice di Diritto Canonico , can.463, § 2.

[142] Codice di Diritto Canonico , can.512, § 1.

[143] Codice di Diritto Canonico , can.536, § 1.

[144] Questa è stata una frase più volte utilizzata da Papa Giovanni XXIII quando ha espresso le sue speranze e le preghiere per il Consiglio venuta; vedi, ad esempio, Costituzione Apostolica, Humanae Salutis (1961), n.23.

[145] Cf. sopra, § § 2, 45, 65, 70, 112.

[146] Cf. Papa Francesco, Discorso al clero, persone in vita consacrata e membri dei consigli pastorali, San Rufino, Assisi, 4 ottobre 2013. Ha aggiunto il Papa che sinodi diocesani, particolari celebrazioni di 'camminare insieme', come discepoli del Signore, devono tenere conto di 'ciò che lo Spirito Santo dice ai laici, al popolo di Dio, [e] a tutti'.

[147] Intervista con Papa Francesco da don Antonio Spadaro, 21 settembre 2013; cf. Papa Francesco, Evangelii Gaudium , n.119.

[148] Intervista con Papa Francesco da don Antonio Spadaro; cf. sopra, § 90.







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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