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NOMEN OMEN BREVE STORIA DEI 16 PAPI COL NOME BENEDETTO

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2014 13:25
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12/07/2014 11:11
 
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* Arriviamo così a Papa Benedetto XV (1914 +1922).


"il piccoletto", lo chiamavano con affetto alla Segreteria di Stato prima che San Pio X, da poco eletto, conoscendone le virtù lo nominò prima Vescovo a Bologna e poi cardinale due mesi prima di morire.  Fu quindi una sorpresa per tutti quando il 3 settembre fu annunciato in piazza San Pietro, davanti ad una piazza gremita, la nomina del Della Chiesa. Un "piccoletto" di statura, ma dal cuore gigante e dalla statura dottrinale pari a un grande Padre della Chiesa. Una di quelle figure, persone, che a vederle forse non possono dire apparentemente nulla, ma che una volta entrati in contatto non si dimenticano più per il carico di umanità e la profonda santità che sanno imprimere nel cuore dell'interlocutore.


Assumendo il pontificato in un momento assai critico, Benedetto XV, Giacomo Della Chiesa, fece meravigliare il mondo intero per il tatto squisito con cui seppe destreggiarsi fra le insidie avverse, per affermarsi come il padre e maestro di tutti i popoli, che tutti abbraccia e tutti vuole affratellati nella pace e nella giustizia del Dio vivo e vero, Gesù Cristo.


Il 1° novembre, da poco intronizzato, offriva all'Urbe e all'Orbe la sua prima enciclica, a tutto il popolo cristiano per invitarlo  a ritornare sinceramente alla pratica della Vangelo: " Il tremendo fantasma della guerra domina dappertutto, e non v'è quasi altro pensiero che occupi ora le menti. Nazioni grandi e fiorentissime sono là sui campi di battaglia. Qual meraviglia per ciò, se ben fornite, come uomo, di quegli orribili mezzi che il progresso dell'arte militare ha inventati, si azzuffano in gigantesche carneficine? Nessun limite alle rovine, nessuno alle stragi: ogni giorno la terra ridonda di nuovo sangue e si ricopre di morti e feriti. E chi direbbe che tali genti, l'una contro l'altra armate, discendano da uno stesso progenitore, che sian tutte dell'istessa natura, e parti tutte d'una medesima società umana? Chi li ravviserebbe fratelli, figli di un unico Padre, che è nei Cieli?"


Ma non è solo la guerra che preoccupa il nuovo Pontefice, citando già le preoccupazioni avanzate dal suo santo predecessore, Pio X, il Papa Benedetto XV prosegue:


" Ma non è soltanto l'attuale sanguinosa guerra che funesti le nazioni e a Noi amareggi e travagli lo spirito. Vi è un'altra furibonda guerra, che rode le viscere dell'odierna società: guerra che spaventa ogni persona di buon senso, perché mentre ha accumulato ed accumulerà anche per l'avvenire tante rovine sulle nazioni, deve anche ritenersi essa medesima la vera origine della presente luttuosissima lotta. Invero, da quando si è lasciato di osservare nell'ordinamento statale le norme e le pratiche della cristiana saggezza, le quali garantivano esse sole la stabilità e la quiete delle istituzioni, gli Stati hanno cominciato necessariamente a vacillare nelle loro basi, e ne è seguito nelle idee e nei costumi tale un cambiamento che, se Iddio presto non provvede, sembra già imminente lo sfacelo dell'umano consorzio. I disordini che scorgiamo, sono questi: la mancanza di mutuo amore fra gli uomini, il disprezzo dell'autorità, l'ingiustizia dei rapporti fra le varie classi sociali, il bene materiale fatto unico obbiettivo dell'attività dell'uomo, come se non vi fossero altri beni, e molto migliori, da raggiungere. Son questi a Nostro parere i quattro fattori della lotta, che mette così gravemente a soqquadro il mondo. Bisogna dunque diligentemente adoperarsi a torre di mezzo tali disordini, richiamando in vigore i principi del cristianesimo, se si ha veramente intenzione di sedare ogni conflitto e di mettere in assetto la società....".


Sempre nella medesima enciclica il Papa chiarisce l'urgenza per: "un'attenzione specialissima a sopire i dissensi e le discordie tra i cattolici, quali esse si siano, e ad impedire che ne sorgano altre in avvenire, talché tra i cattolici, uno sia il pensare e uno l'operare..." e specifica:


"  Vogliamo pure che i nostri si guardino da quegli appellativi, di cui si è cominciato a fare uso recentemente per distinguere cattolici da cattolici; e procurino di evitarli non solo come profane novità di parole, che non corrispondono né alla verità, né alla giustizia, ma anche perché né è ammissibile il più, né il meno: "Questa è la fede cattolica, alla quale chi non crede fedelmente e fermamente non potrà essere salvo" (Symb. Athanas.); o si professa intero, o punto non si professa. Non vi ha dunque necessità di aggiungere epiteti alla professione del cattolicismo; basti a ciascuno di dire così: "Cristiano il mio nome, e cattolico il mio cognome"; soltanto, si studi di essere veramente tale, quale si denomina." (9)


E' questo in sostanza il suo programma di Pontefice: fare tutto il possibile per scongiurare la guerra restando neutrale ma non inerme, e "richiamando in vigore i principi del cristianesimo, se si ha veramente intenzione di sedare ogni conflitto e di mettere in assetto la società....". Per Benedetto XV non c'è altra soluzione.


Per quanto egli volle assumere il nome Benedetto in onore al Predecessore, a buona ragione si può dire che Benedetto XV rifulge per una fortezza d'animo pari a quella di un Gregorio VII. A re ed imperatori diceva loro che, rinnegando il Vangelo , davano scandalo alle popolazioni ancora incivilizzate e che, con "l'orrenda carneficina che disonora l'Europa", affogavano nel sangue la stessa civiltà Cristiana faticosamente seminata dal grande San Benedetto.


In una società veramente cristiana - prosegue il Pontefice - non ci può essere posto per la guerra: per altre vie e con altri mezzi civili si devono definire le contese tra i popoli; la giustizia e il diritto possono certamente usare la guerra quando si tratta di difesa a causa di invasioni, ma non stanno sulle punte delle spade, nè sulle bocche dei cannoni. Per Benedetto XV vale più che mai, in quel momento critico della storia, il monito di Nostro Signore Gesù Cristo: Qui gladio ferit gladio perit «chi di spada ferisce di spada perisce» (Mt.26,52). Un conto è la difesa, altra cosa è cercare di risolvere i conflitti con l'uso voluto della guerra (10)


"Il Pontefice, armato del massimo potere spirituale, è tuttavia impotente di fronte al conflitto che continua. Ma egli non desiste, e mentre si adopera a favore delle persone e delle regioni più colpite, inviando e stimolando soccorsi ai bimbi affamati, ai feriti e ai prigionieri, il 24 dicembre 1916, parlando al Sacro Collegio Cardinalizio, invoca ancora una volta « quella pace giusta e durevole che deve mettere fine agli orrori della presente guerra ». Invano: la tragedia continua sui campi della morte, ma anche Benedetto XV non cede e il 1° agosto 1917 invia ai capi dei popoli belligeranti quell’Esortazione, Dès le début, nella quale indica soluzioni particolari, idonee a far cessare l’« inutile strage ». L’espressione del Vicario del Principe della pace, evidentemente male interpretata, suscita più proteste che consensi. Mentre i pangermanisti la ritengono uno strumento diretto a strappare la vittoria dalle mani degl’Imperi centrali ormai lanciatissimi, in Italia e in Francia c’è chi la giudica addirittura al servizio della Germania e dei suoi alleati, tanto che Georges Clemenceau definisce Benedetto XV il « Pape boche » (il « Papa tedesco »). Sono le amarezze di chi guarda il mondo con occhio paterno!


Qualche gioia, tuttavia, il Pontefice Della Chiesa ha potuto assaporare anche in quel periodo, quando con la Bolla Providentissima Mater del 27 maggio 1917 promulga il nuovo Codice di diritto canonico, già auspicato dal Concilio Vaticano e voluto da Pio X, e quando — particolarmente attento ai problemi delle Chiese orientali — con il Motu proprio Dei providenti del 1° maggio 1917 istituisce la Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale, e con il Motu proprio Orientis catholici del 15 ottobre 1917 fonda a Roma l’Istituto pontificio per gli studi orientali, con annessa una Biblioteca largamente dotata di opere specifiche"


(dalla Biografia sul sito ufficiale del Vaticano).


Benedetto XV fu anche il vero iniziatore del Dialogo e della Preghiera Ecumenica.


"La pratica della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani fu introdotta nel 1908 da Padre Paul Wattson, fondatore di una comunità religiosa anglicana che entrò in seguito nella Chiesa cattolica. L’iniziativa ricevette perima la benedizione del Papa San Pio X e fu poi promossa dal Papa Benedetto XV, che ne incoraggiò la celebrazione in tutta la Chiesa cattolica con il Breve Romanorum Pontificum, del 25 febbraio 1916" (11).


Orbene, e cosa ha detto di preciso Benedetto XV, ricordato dalle parole di Benedetto XVI, come per esortarci ad un sano ecumenismo? Altrimenti non avrebbe senso citare il suo predecessore se poi non lo si legge e non lo si mette in pratica.


I testi firmati da Benedetto XV sulla Preghiera per l'unità dei Cristiani sono due:


il Breve Romanorum Pontificum, del 25 febbraio 1916


- e il Breve Cum Catholicae Ecclesiae del 15 aprile 1916


Preghiera per l’unione dei Cristiani d’Oriente alla Chiesa Romana, di Benedetto XV:


«O Signore, che avete unito le diverse nazioni nella confessione del Vostro Nome, Vi preghiamo per i popoli Cristiani dell’Oriente. Memori del posto eminente che hanno tenuto nella Vostra Chiesa, Vi supplichiamo d’ispirar loro il desiderio di riprenderlo, per formare con noi un solo ovile sotto la guida di un medesimo Pastore. Fate che essi insieme con noi si compenetrino degl’insegnamenti dei loro santi Dottori, che sono anche nostri Padri nella Fede. Preservateci da ogni fallo che potrebbe allontanarli da noi. Che lo spirito di concordia e di carità, che è indizio della Vostra presenza tra i fedeli, affretti il giorno in cui le nostre si uniscano alle loro preghiere, affinché ogni popolo ed ogni lingua riconosca e glorifichi il nostro Signore Gesù Cristo, Vostro Figlio. Così sia ». 


E ancora, così prosegue Benedetto XV:


"Noi, udito anche il parere dei Nostri Venerabili Fratelli Cardinali di Santa Romana Chiesa Inquisitori Generali, a tutti i fedeli dell’uno e dell’altro sesso che in qualunque parte della terra — dal giorno 18 del mese di gennaio, festa della Cattedra Romana di San Pietro, fino al giorno 25 dello stesso mese, nel quale si onora la Conversione di San Paolo — reciteranno ogni anno tali preghiere una volta al giorno, e poi nell’ottavo giorno, veramente pentiti, confessati e nutriti della Santa Comunione, dopo aver visitato qualsiasi Chiesa o pubblico Oratorio abbiano innalzato a Dio pie preghiere per la concordia dei Governanti Cristiani, per l’estirpazione delle eresie, per la conversione dei peccatori e per l’esaltazione di Santa Madre Chiesa, Noi concediamo ed elargiamo misericordiosamente nel Signore l’indulgenza plenaria di tutti i loro peccati (...)


Le presenti concessioni saranno valide anche in futuro, nonostante il parere contrario di chicchessia. Le preghiere che dovranno essere recitate, negli otto giorni sopra stabiliti per l’unità della Chiesa, sono le seguenti, e affinché su di esse non venga operata alcuna variazione, abbiamo ordinato che una copia delle stesse alla custodita nell’Archivio dei Brevi Apostolici. 


« Antifona (Giovanni, XVII, 21): Perché tutti siano una cosa sola, come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. 


— Io dico a te che tu sei Pietro. 


— E su questa pietra io edificherò la mia Chiesa ». 


Preghiera: « Signore Gesù Cristo che hai detto ai tuoi Apostoli: Vi lascio la pace, vi dò la mia pace, non guardare ai miei peccati, ma alla fede della tua Chiesa; dégnati di pacificarla e riunirla secondo la tua volontà, tu che vivi e Regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Amen ».


"...e affinché su di esse non venga operata alcuna variazione..."


Non avanziamo alcun giudizio, solo ci sembra ragionevole ed onesto riflettere e meditare su queste variazioni invece avvenute....


Benedetto XV fu il primo Papa al quale, ancora in vita,  venne dedicata una statua nel 1919 in Turchia, in chiave ecumenica: «Al grande Pontefice della tragedia mondiale, Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o di religione, in segno di riconoscenza, l’Oriente».


Con una Bolla, ha ribadito la dottrina sul Purgatorio e il Suffragio delle Anime del Purgatorio per mezzo della Messa:


"Il Concilio Ecumenico Tridentino, con una particolare solenne definizione, propose la stessa cosa alla nostra fede quando insegnò che « le anime trattenute nel Purgatorio vengono aiutate dai suffragi dei fedeli specialmente con il sacrificio dell’Altare, a Dio gradito », e colpì con la scomunica coloro che affermassero che il sacro sacrificio non deve essere offerto « per i vivi e per i defunti, per i peccati, per le pene, per le soddisfazioni e per altre necessità ». Per la verità, la pia Madre Chiesa non ha mai seguito un comportamento diverso da questo insegnamento; in nessun tempo ha mai cessato di esortare intensamente i fedeli cristiani a non lasciare che le anime dei defunti venissero private di quegli aiuti spirituali che sgorgano abbondantemente dal sacrificio della Messa. E su questo punto si deve lodare il popolo cristiano, che non è mai venuto meno all’amore e all’impegno in suffragio dei defunti. Lo testimonia la storia della Chiesa che, quando le virtù della fede e della carità elevavano le anime, re e popoli si adoperavano più attivamente ovunque si estendeva il nome cattolico, onde ottenere la purificazione delle anime del Purgatorio" (12)


Devoto alle grandi Figure che hanno onorato la Chiesa, in occasione di particolari celebrazioni illustra con analitici documenti la vita e la dedizione agl’ideali religiosi di personaggi che meritano di essere additati alla pietà di tutti:


- Margherita Maria Alacoque (Allocuzione Non va lungi del 6 gennaio 1918; Bolla Ecclesiae consuetudo del 13 maggio 1920);


- San Bonifacio (Enciclica In hac tanta del 14 maggio 1919);


- Giovanna d’Arco (Bolla Divina disponente del 16 maggio 1920);


- San Girolamo (Enciclica Spiritus Paraclitus del 15 settembre 1920);


- Efrem il Siro (Enciclica Principi Apostolorum del 5 ottobre 1920);


- San Francesco d’Assisi (Enciclica Sacra propediem del 6 gennaio 1921);


- Dante Alighieri (Enciclica In praeclara del 30 aprile 1921);


- San Domenico di Guzman (Enciclica Fausto appetente del 29 giugno 1921).


L'indisposizione nella notte del 18 gennaio 1922 degenerava in bronco-polmonite acuta facendo giungere alla morte Benedetto XV il 22 gennaio. Nelle parole estreme il moribondo Pontefice offriva la sua vita per la vera pace nel mondo.


FINE SECONDA PARTE l'ultima parte, la terza, sarà dedicata, naturalmente, a Papa Benedetto XVI in questo momento vivente.


qui la prima parte 


Naturalmente, nell'ultima e quarta parte della serie, ci dedicheremo esclusivamente a Benedetto XVI.


 


NOTE


1) Benedetto XIV enciclica Etsi minime del 7 febbraio 1742


2) di Lorenzo Cappelletti da una serie di articoli in archivio alla rivista, dismessa, 30giorni


3) da qui e tutto il resto dell'articolo: prende spunto  dal Vol. I e II Storia dei Papi - C.Castiglioni prefetto all'Ambrosiana - 1957 seconda Ed. riveduta e aggiornata  fino al Papa regnante Pio XII


- ed anche:  Grande Dizionario dei Papi - Oxford University Press - J. N.D. Kelly 1986.


4) Benedetto XIV Ubi primum e dicembre 1740


5) Benedetto IXV Vix pervenit 1°novembre 1745


6) sul caso Voltaire: dal Vol. II Storia dei Papi - C.Castiglioni prefetto all'Ambrosiana - 1957 seconda Ed. riveduta e aggiornata  fino al Papa regnante Pio XII, pag. 547 (che a sua volta cita: Luca di Castri, Due falsi di Voltaire, Napoli 1939)


7) Tarcisio Bertone (cardinale è stato Segretario di Stato con Benedetto XVI), Il governo della Chiesa nel pensiero di Benedetto XIV (1740-1758) - LAS, Libreria Ateneo Salesiano, 1977


8) Lorenzo Cappelletti da una serie di articoli in archivio alla rivista, dismessa, 30giorni


9) Benedetto XIV 1° novembre 1914 Ad beatissimi apostolorum principis


10) leggi su La legittima difesa nel Catechismo n.2263 e ss.


11) Benedetto XVI Udienza generale del 18 gennaio 2012


12) Benedetto XV Bolla del 10 agosto 1915 Incruentum Altaris - imperdibile!





 


[Modificato da Caterina63 25/10/2014 13:25]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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