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Il Catechismo e la dottrina in briciole con aneddoti e racconti

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2014 20:18
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Sesso: Femminile
25/07/2014 09:18
 
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La ginnastica della volontà, le piccole e quotidiane mortificazioni, la grazia di Dio facciano volare per l'aria schegge di difetti e di imperfezioni.
Adagio, adagio il rozzo blocco di marmo del nostro carattere si cambierà, si modificherà, assumerà una forma, lascerà veder le prime linee d'una statua bella, che con lavoro paziente andremo perfezionando.
La disciplina è legge di vita per tutti! è il respiro stesso dell'organizzazione, senza disciplina non esisterebbe alcun progetto, alcuna famiglia, diremo di più, che non esisterebbe neppure la società.
Iddio non si fa sentire nel perturbamento o nell'incendio delle grida del mondo, ma nella tranquillità dell'anima.
Amate il Silenzio dal mondo....

 

Anche noi vogliamo usare il metodo di Gesù, le parabole.

Ma cosa sono?

 

"Il Vangelo insiste anche sul "metodo" della predicazione di Gesù, cioè, appunto, sull’uso delle parabole.

"Perché a loro parli con parabole?" – domandano i discepoli (Mt 13,10).

E Gesù risponde ponendo una distinzione tra loro e la folla: ai discepoli, cioè a coloro che si sono già decisi per Lui, Egli può parlare del Regno di Dio apertamente, invece agli altri deve annunciarlo in parabole, per stimolare appunto la decisione, la conversione del cuore; le parabole, infatti, per loro natura richiedono uno sforzo di interpretazione, interpellano l’intelligenza ma anche la libertà. Spiega San Giovanni Crisostomo: "Gesù ha pronunciato queste parole con l’intento di attirare a sé i suoi ascoltatori e di sollecitarli assicurando che, se si rivolgeranno a Lui, Egli li guarirà" (Comm. al Vang. di Matt., 45,1-2).

In fondo, la vera "Parabola" di Dio è Gesù stesso, la sua Persona che, nel segno dell’umanità, nasconde e al tempo stesso rivela la divinità.

In questo modo Dio non ci costringe a credere in Lui, ma ci attira a Sé con la verità e la bontà del suo Figlio incarnato: l’amore, infatti, rispetta sempre la libertà."

(Benedetto XVI - Angelus 10 luglio 2011)

 

I grandi han sempre consumato inginocchiarsi dinanzi a Dio!

 

LA FORMAZIONE DEL CARATTERE (1)

 

C'è chi crede, erroneamente, che esiste la predestinazione e chi dice, oggi, che se uno ha il carattere che ha, non si possa fare nulla...

Sono idee sbagliate entrambe, il carattere può e deve essere educato, formato alla vita, addolcito laddove fosse necessario.

 

Si racconta d'un tiranno, che, impadronitisi d'un suo terribile avversario, l'aveva posto in una torre altissima, in cima, dove la fuga sarebbe stata assurda.

Il prigioniero guardava invano, cercando col suo sguardo disperato un mezzo di liberazione.

Scorgeva talvolta un suo amico, che veniva ai piedi della torre, mirava in alto, crollava mestamente la testa e partiva.

Un bel giorno ebbe un'idea felice.

I suoi capelli erano divenuti lunghissimi ed egli ne strappò una ciocca.

Poi con infinita pazienza legò un capello all'altro, ne fece un filo sottilissimo e lungo, e con la speranza nel cuore lo lasciò cadere dalla torre.

Venne l'amico intelligente; vide quel filo sottile sottile; e comprese.

Legò al filo di capelli un filo di seta leggero ed ugualmente sottile.

Il prigioniero, esultante, quando tirò a sè il filo di capelli, trovò il filo di seta, che non mancò di calare al dì seguente per avere dall'amico un filo più grosso...

E poi una funicella, e poi una corda più resistente alla quale, una notte, potè affidarsi per scendere, fuggire, salvarsi!

 

Ecco il simbolo del metodo da seguirsi nella formazione del nostro carattere.

Con le piccole cose, e tanta pazienza, si ottengono grandi risultati.

Col sassolino messo nella bocca, il balbuziente Demostene diventa il più grande oratore della Grecia.

Con la minuscola ginnastica quotidiana della volontà, si riesce a liberarsi dai propri difetti.

E' l'insegnamento della pedagogia moderna; ed è anche l'insegnamento del Cristianesimo.

 

Se non ne sei ancora convinto, ascolta ancora questo.

Un giorno a Michelangelo fu chiesto da un suo ammiratore:

- Come mai voi sapete creare col vostro scalpello capolavori splendidi, che saranno immortali? -

E Michelangelo, subito:

- Tutto è nel marmo. Basta saperlo trarre. 

 

Ognuno di noi prenda in mano il proprio scalpello e batta su sè stesso senza pietà.

La ginnastica della volontà, le piccole e quotidiane mortificazioni, la grazia di Dio facciano volare per l'aria schegge di difetti e di imperfezioni.

Adagio, adagio il rozzo blocco di marmo del nostro carattere si cambierà, si modificherà, assumerà una forma, lascerà veder le prime linee d'una statua bella, che con lavoro paziente andremo perfezionando.

Come Michelangelo sapeva che, scavando e battendo pazientemente nel marmo, avrebbe trovato  la figura che cercava, così il buon Dio ha messo dentro l'Uomo il Bene che deve essere necessariamente  tirato fuori.

 

Lo spiega meglio lo stesso San Paolo allorché dice: " noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi" (2Cor.4,7), come il marmo si lasciò scolpire dal grande Michelangelo, così i grandi Santi si lasciarono scolpire dal Divino Maestro, così viene richiesto a noi ché se santi dobbiamo e vogliamo divenire, è necessario che il Maestro tiri fuori dalle nostre carni corrotte dal peccato, l'opera scolpita nelle anime immortali, per tirar fuori quella "somiglianza" nella quale fummo scolpiti e che il Peccato Originale deturpò, oscurandola, come ci parla tutta la Scrittura,

 

Al sistema della battitura del marmo, e della creta di Paolo santa catechesi, noi abbiamo gli Esercizi Spirituali, la Preghiera, il Silenzio.

Fin dall'Aurora della Chiesa la Preghiera e la contemplazione, che sono poi diventati gli Esercizi Spirituali, ebbero sempre del prodigioso e del miracoloso per moltissime vite, anche di giovani fanciulli e fanciulle ai quali hanno rivelato la vita coi suoi abissi e con le sue salite: per tutti essi riservano dei grandi conforti e degli incitamenti, che invano si cercherebbe altrove, inutilmente si troverebbero altrove, e con essi la formazione del carattere acquisisce una forma stabile di grande bontà fino a compiere atti di santo eroismo.

 

Per sentire certi richiami di Dio, per udire nitida la sua voce occorre sintonizzarsi, come si fa con la radio, sulle sue frequenze, ed uno dei canali preferiti dal buon Dio è il Silenzio e la Contemplazione.

In questo modo il carattere perde le sue scorie ed udendo un 'altra voce, la più maestosa che un animo possa udire, esso si forma e si modella nelle mani del suo scultore.

Iddio non parla allo spirito quando è agitato dalle passioni o immerso nel rumore del mondo: la Sua voce è delicata e non è di questo mondo.

Ad Elia Egli aveva detto:

- Scoppierà un vento impetuoso che sconvolgerà i monti e spezzerà i macigni: ma non sarò io in quel vento!

Arriverà poi un perturbamento generale: neppure in quello sarò io.

E dopo succederà un grande incendio: io non parlerò neppure in quello.

Dopo il fuoco spirerà un tenero venticello. Allora Elia mi ascolterà! - (cfr 1Re 19, 11-18)

 

Iddio non si fa sentire nel perturbamento o nell'incendio delle grida del mondo, ma nella tranquillità dell'anima.

Amate il Silenzio dal mondo, almeno due o tre  volte all'anno!

Come si ritempra lo spirito in quei giorni di santi Esercizi, non accade in nessun altro posto del mondo, in nessun'altra attività del mondo è possibile udire davvero Dio e forgiare il proprio carattere.

Lasciatevi guidare da chi ha il compito di organizzare questi Esercizi Spirituali, prendetevi questo tempo indispensabile, lasciate che il buon Dio faccia di voi delle opere immortali di inestimabile valore.

 

Se non hai la possibilità di lasciare la tua casa e il lavoro, puoi organizzarti in casa un tempo di Esercizio Spirituale:

 

scegli una settimana a te opportuna (il Tempo della Quaresima o l'estate, sono Tempi propizi), disdici ogni impegno mondano, organizzati in modo tale da avere nella giornata delle ore tutte per te...

Fin dal mattino fai delle Preghiere in più di quelle che faresti o dovresti fare ogni mattina, se non l'hai ancora fatto, impara l'uso del Breviario (ogni Sacerdote potrà insegnartelo, è facile e semplice trovarlo anche in rete), se puoi comincia la giornata con un Rosario...

Cerca di recarti in Chiesa per far visita al Santissimo Sacramento e se puoi confessati e prendi la Santa Messa con l'Eucarestia.

Le faccende che farai dedicale tutte al Signore e naturalmente rinuncia alla televisione, alle uscite mondane, alle spese inutili, alle letture sciape, alle chiacchiere, ai pettegolezzi. Tra le faccende metti in cantiere la visita ad un ammalato, ad un parente che non ami molto, a qualche anziano, senza trascurare che l'opera svolta verso un povero è come se tu la facessi a Gesù.

Un giorno Santa Caterina da Siena, come soleva fare, si apprestò a dare un tocco di pane ad un povero che sostava vicino la sua casa. Il povero allora gli chiese se avesse una veste da offrirgli, giacché era quasi ignudo e aveva freddo. La Santa non aveva nulla di suo avendo ella fatto voto di povertà, ma non ci pensò due volte a donare al povero il suo mantello di mantellata domenicana. Il povero si fece scrupolo di quel dono che avrebbe potuto mettere in imbarazzo la santa poiché si trattava di un mantello d'ordinanza, quasi una divisa, ma Caterina si disse pronta di ricevere le canzonature del mondo, se queste l'avessero avvicinata ancor di più al suo diletto Sposo.

Come vedi i Santi ci insegnano tante cose.

 

Ora proseguiamo: nel primo pomeriggio, dopo un pranzo leggero e senza troppe ricchezze o prelibatezze, dedicati alcune ore alla lettura della Scrittura e a qualche testo della Chiesa, la scelta è vasta, ma cerca di seguire un itinerario che potrai facilmente avere consultando un Sacerdote...

Se non sei riuscito/a ad andare in Chiesa la mattina, cerca di farlo nel pomeriggio, ma non rinunciare a questo momento d'intimità fra te e il Signore Dio....

 

Sbriga le faccende domestiche, o altro impiego che fosse, serenamente, parlando il meno possibile di cose futili e ascoltando di più i figli o perfino le lamentele del marito - o della moglie -, se si riuscisse a fare questi Esercizi con tutta la Famiglia sarebbe l'ideale, soprattutto la sera quando tutti sono riuniti...laddove non fosse possibile, sarebbe indispensabile che almeno i coniugi o uno dei due, portasse Dio all'interno della Famiglia con queste intenzioni!

Se ti "avanza" del tempo, termina la giornata con il Rosario - se non lo hai detto nella giornata - e con la lettura di qualche pagina presa dai Santi per esempio Santa Teresina del Bambin Gesù "Storia di un anima", oppure con i "Fioretti di san Francesco d'Assisi", oppure con le Lettere ai Laici di Santa Caterina da Siena.... la scelta non ti mancherà, esercita la volontà a questo stile di vita e presto ne vedrai i benefici e non solo tu, ma anche la Famiglia resterà più unita trovando nei genitori una solida ancora in mezzo alle tempeste del mondo.

 

Lentamente, ma con tutta la volontà, questo stato di cose verrà a far parte della tua vita ed anche al di fuori degli Esercizi Spirituali, se manterrai le promesse fatte a Gesù e continuerai con la Preghiera di Maria Santissima, tu stesso/a avvertirai di non poterne fare più a meno.

Se avvertirai questo significa che hai intrapreso davvero lo stile di vita del Cristiano, lo stile di vita di Gesù che "si ritirava spesso a Pregare"; che per quaranta giorni si ritirava nel deserto per pregare e digiunare; che nel Getzemani, davanti alla passione, pregava insistentemente il Padre "ripetendo la stessa preghiera", così come non disprezzava l'invito alle Nozze di amici, l'invito a condividere momenti di serenità con gli altri. Tutto faceva ma senza mettere da parte il Padre, piuttosto, portando la gente verso il Padre.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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