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Il Cuore Immacolato di Maria - di Padre Stefano M. Lanzetta

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2016 19:19
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24/08/2014 23:22
 
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Se non c’è la Fede e la Speranza, non c’è neanche la Carità. La Carità è avere Fede e Speranza in Dio, e quindi avere fede in quello che Dio ha detto, e perciò desiderare di amarlo con tutto il cuore. Per amore suo facciamo il bene; per amore suo, facciamo la carità. Non c’è mai una vera carità verso il prossimo se manca l’alimento della Carità, che è Dio. La Carità verso il prossimo non sono semplicemente le nostre azioni. Noi possiamo fare tante azioni, ma ci illudiamo di fare la Carità, se pensiamo che la Carità è quell’azione buona. Non è quella! Quello è un atto umano! Ciò che fa la Carità è la grazia di Dio, che non si vede, è il suo contenuto, l’Amore di Dio.

La Carità è quel sale che condisce e dà sapore. Se manca il sale dell’Amore di Dio, le nostre azioni sono insipide. Il sapore della Carità è l’Amore di Dio.Non dobbiamo intendere la Carità in senso materialistico, altrimenti rimaniamo uomini materiali, che possiamo anche aiutare chi ha bisogno, ma se non amiamo Dio, quell’azione buona rimane un’azione umana, forse filantropica, forse egoistica. Quanti volontari guardano a se stessi amando il prossimo. Quanti filantropi che si mettono sul piedistallo dell’amore umano per amare di più se stessi. Qual è, allora, il più grande atto di carità che posso fare ad un uomo? Dargli cento euro? No. È dargli l’Amore di Dio, dargli la Fede, portarlo alla Fede.Questa è la carità che dobbiamo fare!E questo dobbiamo dirlo anche alle nostre “Caritas”, che pensano di fare la carità soltanto accogliendo gli stranieri. Non basta! Se a queste persone non diamo il Vangelo, non diamo la Verità, ci illudiamo di fare la carità. La nostra carità diventa un “centro sociale”. E tanti centri Caritas sono completamente secolarizzati, sono meri centri umanitari di accoglienza.

Questo lo può fare il Comune, lo può fare la Provincia, lo dovrebbe fare lo Stato o forse l’Unione Europea. La Chiesa non è una ONLUS – lo ha detto anche il Papa –  non è una ONG.Il Signore ci chiede di aprire il cuore all’amore vero, al suo Amore. E così se doniamo Dio nella carità, doniamo tutto. Doniamo Dio, e abbiamo donato ogni cosa.E come possiamo donare Dio? Se abbiamo il Cuore Immacolato di Maria. Il Cuore di Maria è il Cuore che dona Dio. Con il Cuore Immacolato possiamo e dobbiamo recitare ogni giorno la preghiera che l’Angelo insegnò ai piccoli Pastorelli: «Mio Dio io credo, adoro, spero e vi amo. Domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non vi amano».


Cuore  Addolorato
Il Cuore Immacolato è un Cuore addolorato.

È immacolato, perché in Maria immacolata è la Sua Fede, la Speranza e la Carità. Questo Cuore è poi un Cuore addolorato perché la pienezza di grazia che il Signore Le ha dato, comporta in Lei il sacrificio.La Madonna chiede a Fatima i nostri sacrifici non perché gradisce di vederci soffrire, ma perché Lei ha dovuto soffrire prima di noi: il sacrificio è vero amore, e perché non c’è grazia senza partecipazione, senza cooperazione, senza sacrificio. “Sacrificio” non è una parola ecclesiasticamente scorretta. Significa, in realtà, rendere sacra una nostra azione. Se la Madonna chiede ai Pastorelli di aiutarla a salvare le anime con il loro sacrificio è perché Lei, come Madre, ha fatto tanti sacrifici per noi, per la nostra salvezza e perché nella logica divina solo la Croce, stoltezza umana, è salvezza degli uomini.Possiamo sì dire che quel Cuore è immacolato e quindi già beato, perché la Madonna è Immacolata. Ma quel Cuore immacolato è addolorato, è trafitto dal dolore! E non pensiamo che il nostro dolore sia eguagliabile al dolore della Madonna, perché il Suo dolore è unico, è un dolore indescrivibile, è il dolore di Gesù. Proprio perché Immacolata, ha sofferto più di tutti, perché, quanto più il cuore è puro, tanto più soffre, tanto più è sensibile alla sofferenza. Un cuore intriso di peccato è un cuore che non si dà pena, non è un cuore sensibile.La Madonna ci ha generato con le Sue doglie materne. Mentre, nel dare alla luce Gesù, non ha avuto alcun dolore, perché sempre Vergine – lo ha partorito senza dolore, senza doglie, senza lesioni, perché sempre Vergine: questo è il nucleo dogmatico del parto verginale di Maria –, nel generare noi, nel partorire noi, invece, la Madonna ha sofferto ai piedi della Croce. E questa sofferenza Le viene annunciata fin dalla presentazione al Tempio di Gesù: «Una spada trafiggerà la tua anima» (Lc 2,35), una spada ti trapasserà. Come il Cuore di Gesù è trafitto sulla Croce, così il Cuore di Maria è trafitto nel suo essere sempre con Gesù, sin da quell’evento del tempio, preludio del sacrificio di Cristo. La Madonna si sente dire da Simeone quelle parole terribili e San Luca, dopo un po’, annota: «Conservava tutte queste cose, meditandole nel suo Cuore» (Lc 2, 51)le serbava agitandole nel suo Cuore.

La Madonna, conservando le parole di Simeone, poi le parole stesse di Gesù: «Devo occuparmi delle cose del Padre mio» (Lc 2,49), meditandole attentamente, e vedendo tutta la vita di Gesù alla luce di quelle parole, si univa alla sofferenza del Figlio con il Suo Cuore. Preparava nel Suo Cuore un altare di offerta e di immolazione alla Volontà di Dio. Lì restituiva al Padre quel Figlio che da Lui aveva ricevuto.Il Cuore immacolato è un Cuore trafitto. E solo chi si lascia trafiggere dalla spada di Gesù, dalla spada del Suo Amore, che chiede la nostra cooperazione, il nostro sacrificio, è un cuore vero, un cuore come il Cuore Immacolato.Non dobbiamo dire: «La grazia e la fede ci scampino da tutte le situazioni più difficili della vita». Tante volte pensiamo che noi cristiani siamo veramente tali se tutto ci va bene. Dio è con noi, è presente se tutto fila liscio. Ma questo è “predestinazionismo”. Pensiamo di giudicare la presenza di Dio in noi dagli effetti della nostra vita. Pensiamo erroneamente che Dio è nella nostra vita se siamo predestinati al bene, se tutto va bene, se la nostra vita ha successo, se non ci sono sofferenze. Allora Dio è con me. Altrimenti Dio non è con me, Dio non c’è.

Questo significa, in verità, essere calvinisti: misurare cioè la presenza di Dio dai nostri successi. Questo è materialismo: misurare la capacità di Dio in base alle nostre capacità. Il tutto è molto ridicolo!Il Cuore Immacolato è sempre un Cuore trapassato dalla spada del dolore. Ecco perché la Madonna può chiedere anche a noi: «Vuoi aiutarmi? Vuoi veramente collaborare con me?  Rifugiati in questo Cuore. Prendi il mio Cuore e impara da me a collaborare con Gesù, impara da me ad accettare la sofferenza, a portare la tua croce ogni giorno. Prendi il mio Cuore e imparerai a soffrire con pazienza, a fare di ogni cosa un sacrificio». La Madonna chiede proprio questo ai Pastorelli: «Fate di ogni cosa un sacrificio a Dio». Lei, la Corredentrice del genere umano, ce lo insegni.





 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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