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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Meditazioni quotidiane per Ottobre, novembre

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2014 09:03
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Sesso: Femminile
16/10/2014 08:52
 
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 Paolo VI sull'Amore coniugale, dice: " L’amore coniugale rivela massimamente la sua vera natura e nobiltà quando è considerato nella sua sorgente suprema, Dio, che è "Amore", che è il Padre " da cui ogni paternità, in cielo e in terra, trae il suo nome ".
Il matrimonio non è quindi effetto del caso o prodotto della evoluzione di inconsce forze naturali: è stato sapientemente e provvidenzialmente istituito da Dio creatore per realizzare nell’umanità il suo disegno di amore.
Per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, gli sposi tendono alla comunione delle loro persone, con la quale si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite. Per i battezzati, poi, il matrimonio riveste la dignità di segno sacramentale della grazia, in quanto rappresenta l’unione di Cristo e della Chiesa" (Humanae Vitae n.8).


18 Ottobre

1 GIUDIZI TEMERARI

 

1. Sono veri peccati. Si dice temerario il giudizio quando viene fatto senza fondamento e senza necessità. Sebbene sia una cosa tutta nascosta nella nostra mente, Gesù la proibì: Nolite iudicare. Non giudicare gli altri; e v'aggiungeva una pena: Il giudizio usato con gli altri sarà adoperato con voi (Matth. VII, 2). Gesù è il Giudice dei cuori e delle intenzioni. Ruba i diritti di Dio, dice san Bernardo, chi giudica temerariamente. Quante volte si fa, e non si pensa al peccato che si commette.

 

2. Donde nascono tali giudizi. Al vedere una persona che fa un'opera indifferente o in apparenza non retta, perché non la scusi? Perché ne pensi subito male? Perché la condanni? Non è forse per malignità, per invidia, per odio, per superbia, per leggerezza, per sfogo d'una passione? La carità dice: Compatisci anche i colpevoli, perché tu puoi far peggio!... Tu, dunque, sei senza carità?

 

3. Danni dei giudizi temerari. Se nessun vantaggio viene a chi giudica ingiustamente, è certo che incorre in due danni: Uno per se al Tribunale Divino, che sta scritto : Aspetti un giudizio senza misericordia chi non la usò con gli altri (Jac. Il, 13). L'altro è per il prossimo, perché avviene di rado che il giudizio non si manifesti; ed allora, con la mormorazione si ruba l'onore, la fama altrui temerariamente... danno enorme. Che debito di coscienza per chi lo cagiona!

 

PRATICA. — Medita se pensi bene o male del prossimo. Un Pater per chi hai danneggiato con i giudizi temerari.

 

19 Ottobre                

L'ELEMOSINA

 

1. È l'arte più lucrosa: Cosi definisce il Crisostomo, l'elemosina. Date all'indigente, e vi sarà data una misura piena, abbondante, dice Gesù. Chi dona al povero, non cadrà in miseria, dice lo Spirito Santo. Chiudi l'elemosina nel seno del povero; essa ti trarrà da ogni afflizione e ti difenderà meglio che una valorosa spada; così l'Ecclesiastico. Beato chi fa l'elemosina, dice Davide, il Signore lo libererà nei giorni brutti, in vita e in morte. Che ne dici? Non è l’arte più lucrosa?

 

2. È comando di Dio. Non è solo consiglio : Gesù disse che giudicherà e condannerà i crudeli che, nella persona dei poveri, non Lo vestirono nudo, non Lo cibarono affamato, non Gli mitigarono la sete: l'intendi? Condannò il ricco Epulone all'Inferno perché dimenticava alla porta Lazzaro mendico. O duro di cuore, che chiudi la mano e neghi l'elemosina della tua sostanza, de! tuo superfluo, ricordati che sta scritto : “Chi non usa misericordia, non la troverà presso il Signore ” !

 

3. Elemosina spirituale. Chi semina poco, raccoglierà poco; ma chi semina abbondantemente, raccoglierà ad usura, dice S. Paolo. Chi fa la carità al povero, impresta a interesse a Dio stesso che gli darà la ricompensa. L'elemosina ottiene la Vita Eterna, dice Tobia. Dopo tali promesse, chi non s'innamora dell'elemosina? E tu, o povero, falla almeno spirituale, di consigli, di preghiere, dì qualunque aiuto; offri a Dio la tua volontà, e ne avrai il merito.

 

PRATICA. — Fa oggi un'elemosina, o proponi di farla abbondante alla prima occasione.

 

20 Ottobre

PARABOLA DEI CINQUE TALENTI

 

1. Varia distribuzione dei doni di Dio. L'uomo difficilmente rimane contento dello stato in cui lo pose la Divina Provvidenza. Quanti lamenti ha in bocca il povero! Quanta invidia hanno tutti della ricchezza, dell'ingegno, della abilità, perfino delle grazie spirituali degli altri! Chi mai è capace di benedire il Signore, come Giobbe, in tutte le cose? Eppure, chi può pretendere cosa alcuna da Dio? Egli, il Padrone, non può disporre come vuole?! Di' sempre: fiat voluntas tua!

 

2. Talenti di Dio. Essi sono i doni di natura : il corpo, l'anima, la sanità, l'ingegno, le ricchezze, gli onori, le scienze; sono di più i doni soprannaturali, la Fede, la Speranza, la Carità, la Grazia, le virtù, che il Signore dona a tutti, in maggiore o minor abbondanza, affinchè siano trafficati a gloria del celeste Datore e a vantaggio dell'anima nostra. Ci pensi a questo fine sublime? Lo ringrazi tu Dio di tanti doni? Li adoperi in bene o in male?

 

3. Rendiconto dei talenti. L'invidioso dei talenti altrui mediti come il Signore richieda di più da quelli a cui dona di più; di cinque talenti renderà conto chi n'ebbe cinque; chi n'ottenne uno solo, di uno solo darà ragione al Signore. Consolati nella tua piccolezza: sarà per tè più facile il giudizio. Ma guai al servo pigro che nasconde i doni di Dio con la negligenza, con la pigrizia, con la tiepidezza! Chi sotterrò il suo talento, fu riprovato: e di te freddo che farà Iddio?

 

PRATICA. — Sfrutta i talenti che hai per il tuo benessere materiale e specialmente spirituale. Recita un Gloria Patri.

 

21 Ottobre

MOTIVI D'UMILTÀ

 

1. I nostri peccati. Medita quanto siano vere le parole del profeta Michea, che l'umiliazione ti sta nel centro del cuore, in medio tui. Prima di tutto ti umiliano i tuoi peccati. Considera quanti ne hai commessi con i pensieri, con le parole, con le opere e omissioni: in pubblico e in privato: contro tutti i comandamenti : in chiesa, in casa : di giorno, di notte: da fanciullo, da adulto: nessun giorno senza peccati! Dopo tale constatazione puoi ancora insuperbire? Che gran cosa sei!,.- Nemmeno un giorno sai passare perfetto... anzi, forse neppure un'ora...!

 

2. La poca nostra virtù. Dopo tante ripetute promesse al Signore, dov'è la tua costanza? In "tanti anni di vita, di aiuti, di stimoli interni, di esortazioni, di grazie singolari, dov'è la tua carità, la pazienza, la rassegnazione, il fervore, l'amor di Dio? Dove sono i meriti guadagnati? Possiamo noi vantarci d'esser santi? Eppure, alla nostra età quante anime già erano sante!

 

3. La nostra miseria. Che cosa sei riguardo al corpo? Polvere e cenere. Nascosto nel sepolcro il tuo corpo, chi si ricorda più di te, dopo poco tempo? Che è mai la tua vita? Fragile come canna, basta un soffio, e muori. Con l'abilità tua, e di tutti gli scienziati più insigni, sei tu capace di creare un grano di polvere, un filo d'erba? Di sondare le profondità del cuore umano? Come sei piccolo a paragone del mondo e del Cielo, ai piedi di Dio... Strisci quasi verme nella polvere, e pretendi di essere gran cosa? Impara a tenerti per quel che sei ; un nulla.

 

PRATICA. — China qualche volta il capo, dicendo: Ricordati che sei polvere.

 

 

22 Ottobre

LA VANAGLORIA

 

1. Frequenza delta vanagloria. Considera quante volte mostri la vanità nelle tue parole, nel vantarti di quel poco che fai o sai, nel gloriarti per un'ombra di bene! Quante volte gongoli di gioia per un elogio, per una misera lode! Quante volte operi con il fine d'esser veduto, stimato, preferito agli altri! Quante volte con il Fariseo ti preferisci al peccatore, a chi erra... Non sai che la vanagloria è superbia e dispiace a Dio?

 

2. Ingiustizia della vanagloria. “ Che cosa c'è in te che non abbia ricevuto? dice S. Paolo; e come gloriarti di ciò che non è tuo? ”. Tu rideresti se vedessi un pazzo che si pavoneggiasse perché vestito da re...E non sei tu insensato e stolto che ti vanti e t'inorgoglisci per un po' d'ingegno, per un po’ d'abilità? Tutto ciò è dono di Dio; dunque, la gloria è dovuta a Lui, e tu ingiusto gliela rubi? Se non puoi dire, con merito, nemmeno : Gesù, senza l'aiuto suo, come osi vantarti di ciò che non è tuo?

 

3. Danni della vanagloria. Fa pure le cose per essere veduto; prega, sii largo nelle elemosine, opera il bene per avere stima presso gli uomini! Forse l'otterrai; ma Gesù ti dice: Hai ottenuto la tua mercede: non attenderla più in Paradiso. Tarlo funesto della virtù, la vanagloria ruba, in tutto o in parte, il merito delle nostre azioni, guasta le opere più belle e più sante, e rende nullo, e magari anche peccaminoso, dinanzi a Dio, quanto agli occhi degli uomini ci procura maggiore stima. Impara a detestare la vanagloria.

 

PRATICA. Ripeti durante il giorno: Tutto per voi, mio Dio.

 

23 Ottobre

IL RISPETTO UMANO

 

1. Rovine del rispetto umano. Dove non si palesa questo tiranno dei cuori? Chi può dir franco : io non tralascio mai il bene, non m'adatto mai al male, per il rispetto umano? In società si ride, si parla, si opera come gli altri, per paura d'un sorriso sardonico. Quanti si convertirebbero, ma... non osano affrontare le dicerie del mondo. In famiglia, nelle pratiche di pietà, nel correggere, quanto bene impedisce il rispetto umano! Non cedi mai all'idolo della paura?

 

2. Viltà del rispetto umano. Che cos'è questo mondo che tanto temi? Sono forse tutti gli uomini del mondo, o la miglior parte? Prima di tutto pochi ti conoscono e ti veggono; poi, tra questi, i buoni ti lodano se fai bene; solo alcuni cattivi, ignoranti delle cose di Dio, rideranno di te; e tu li temi? Eppure, non li temi per scapricciarti, per gli affari temporali. Diranno di te che sei devoto; ma non è forse una lode per te? Ti diranno qualche parola pungente...! Quanto sei dappoco se cedi le armi per una parola!

 

3. Condanna del rispetto umano. Tre giudici lo riprovano: 1° la tua coscienza che si sente avvilita dopo d'avergli ceduto; 2° la tua Religione che è la Fede dei forti e dei coraggiosi, è la Fede di molti milioni di martiri; e tu, soldato di Cristo, non t'accorgi che, cedendo al rispetto umano, diserti la santa bandiera? 3° Gesù. tuo capitano, il quale proclamò che si vergognerà di chi si sarà vergognato di mostrarsi suo seguace! Pensaci bene.

 

PRATICA. — Recita il Credo quale professione della tua Fede. Esamina come vincere il rispetto umano.

 

24 Ottobre

LA CONFESSIONE

 

1. Sua preziosità. Considera che disgrazia sarebbe la tua se, caduto in un solo peccato mortale, dovessi, senza rimedio, andare perduto... In mezzo a tanti pericoli, così debole a resistere, una tale sventura ti potrebbe incogliere facilmente. Gli Angeli, spiriti tanto nobili, al loro unico peccato non trovarono scampo; e tu, invece, con la Confessione, trovi sempre aperta la porta del perdono, anche dopo cento colpe... Come è stato buono Gesù con te! Ma come apprezzi tu questo Sacramento?

 

2. Sua facilità. Iddio, per un solo peccato d'Adamo, volle novecento e più anni di penitenza! Il reprobo pagherà, con un Inferno eterno, la pena anche d'un solo peccato mortale. Potrebbe bene il Signore intimarti lunghissima penitenza, prima d'assolverti!... Eppure no ; Gli basta una sincera contrizione, la Confessione delle tue colpe e una piccola penitenza, e sei già perdonato. E ti pare tanto difficile? E provi noia a confessarti?

 

3. Confessioni sacrileghe! Non saresti tu una di quelle anime che, per timore d'essere conosciuta o rimproverata, per vergogna d'un antico o d'un nuovo peccato, non osi dir tutto? E vuoi tu cambiare il balsamo in veleno? Pensaci: non è a Dio o al confessore che fai torto, bensì a tè stesso. Non saresti uno di quelli che si confessano per abitudine, senza dolore, senza proponimento, con svogliatezza? Pensaci: è un abuso del Sacramento, quindi un peccato di più!

 

PRATICA. — Esamina il tuo modo di confessarti; recita tre Pater a tutti i Santi.

 

25 Ottobre                

LA CONTRIZIONE

 

1. Come deve essere. Con i tuoi peccati offendi Dio che è un Padre infinitamente buono; offendi Gesù che, per amor tuo, sparse, fino all'ultima goccia, il Suo Sangue. Allora puoi tu pensarci, senza provare afflizione, pena, rincrescimento, senza detestare la tua colpa, senza proporre di non più commetterla? Ma Dio è Sommo Bene, il peccato è sommo male; il dolore ha da essere proporzionato; dunque deve essere sommo. È tale il tuo dolore? T'affligge più d'ogni altro male?

 

2. Segni della vera contrizione. I veri segni non sono le lacrime della Maddalena, gli svenimenti del Gonzaga: cose desiderabili, ma non necessarie. L'orrore al peccato e il timore di commetterlo; il dolore d'aver meritato l'Inferno; un segreto affanno per la perdita di Dio e della sua grazia; la sollecitudine di ritrovarla nella Confessione; un ardore di usare i mezzi convenienti per conservarla, e un forte coraggio per vincere gli impedimenti a mantenerci fedeli: ecco i segni d'una vera contrizione.

 

3. Contrizione necessaria alla Confessione. Sarebbe noltraggio a Gesù l'esporgli le colpe, senza dolore d'averle commesse; qual padre perdonerebbe al figlio che si accusa, ma con indifferenza, e senza proposito d'emendarsi? Senza contrizione è nulla, è un sacrilegio la Confessione. Ci pensi tu quando ti confessi? Svegli in te, per quanto puoi, il dolore? Non ti affanni più per l'esattezza dell'esame che per la vivezza del pentimento?

 

PRATICA. — Fa qualche atto di contrizione; fermati su quelle parole: Non voglio più commetterne in avvenire.

 

26 Ottobre

LA SANTA COMUNIONE

 

1. Comunione santa. Basta una sola per farci santi, dice S. Teresa. Quando l'anima s'accosta con Fede, Pietà e Amore; quando il cuore s'apre ad accogliere Gesù come rugiada, come manna, come fuoco, come tutto, come Dio : chi mai può immaginare il lavorio della Grazia in quel cuore? Gesù ne prende possesso e vive in lui, lo monda, lo abbellisce, lo fortifica, combatte per lui; e, se non trova ostacolo, lo fa santo. Ne facessi tu almeno una cosi! E dire che potresti farle tutte...

 

2. Comunione tiepida. Osi tu appressare le labbra a Gesù con il cuore così freddo, così dissipato, così privo di mortificazione? Dov'è la tua preparazione? Dove sono i tuoi affetti, i tuoi propositi, il tuo amore? Cerchi almeno di rompere il ghiaccio che ti sta dentro? Se sei arido, distratto, ti disponi almeno del tuo meglio? È forse per abitudine, o per desiderio di migliorare che frequenti la S. Comunione? Lo sai che il tiepido è di nausea a Dio?

 

3. Comunione sacrilega. L'infelice Giuda, come pagò caro il suo sacrilegio!... Da apostolo divenne un reprobo... Non l'abbiamo noi imitato, ponendo Gesù, tutto puro, santo, immacolato, presso l'impuro demonio che regnava nel nostro cuore con il peccato mortale? Quante volte bastò un sacrilegio a dare principio a una catena di peccati che trascinarono nell'Inferno! Pentitene, se ne hai commessi, e proponi di morire prima di commettere un sacrilegio.

 

PRATICA. — Procura di far una Comunione santa, per riparare le Comunioni tiepide e quelle sacrileghe.

 

27 Ottobre                 

LA COMUNIONE SPIRITUALE

 

1. In che consiste. L'anima amante brama sempre di congiungersi con Gesù; e, se potesse, si accosterebbe più volte al giorno alla santa Comunione, come sospirava S. Veronica Giuliani. Vi supplisce con la Comunione spirituale che, secondo S. Tommaso, consiste in un desiderio ardente e in una santa fame di comunicarsi e di partecipare alle grazie di chi si comunica con le dovute disposizioni. È un abbraccio amoroso di Gesù, è una fervida stretta di cuore, è un bacio spirituale. Tu non sai farle, perché non ami.

 

2. I suoi meriti. Il Concilio di Trento e i Santi la raccomandano con calore e i buoni la praticano con frequenza, perché è un mezzo potente per infervorarci, non è soggetta a vanità, rimanendo tutta segreta tra il cuore e Dio, e si può ripetere ogni momento. Inoltre, nell'ardore dell'affetto, nella purità d'intenzione, un'anima può meritare maggiori grazie con essa che con una Comunione fredda. Ne fai tu?

 

3. Come si pratica. Quando il tempo basta, si possono fare i medesimi atti suggeriti per la Comunione reale, supponendo che Gesù stesso ci comunichi dì sua mano, e ringraziandolo di tutto cuore. Se il tempo stringe, si faccia con tre atti: 1° di fede in Gesù; 2° di desiderio di riceverlo; 3° d'amore e d'offerta del proprio cuore. Per chi ci è avvezzo, basta un sospiro, un Gesù mio; un Vi amo, vi desidero: Venite a me, Vi abbraccio, non allontanatevi mai più da me. Ti sembra tanto difficile?

 

PRATICA. — Procura, lungo il giorno, di fare Comunioni spirituali, e prendi tale abitudine.

 

28 Ottobre

LE RICADUTE NEL PECCATO

 

1. Si ricade per debolezza. La nostra vita e le nostre confessioni sono un ritornello continuo di proponimento e dì ricadute. Che umiliazione per la nostra superbia! Che timore ci deve ispirare dei giudizi divini! Se però t'impegni con serietà a vincere quella passione dominante, a tenerti da quella cattiva abitudine, se t'aiuti con le preghiere, con la mortificazione, con i Sacramenti, e tuttavia ricadi : non affannarti : ciò è permesso da Dio; segui a combattere. Iddio perdonerà la tua debolezza.

 

2. Si ricade per trascuranza. Il sonnacchioso vuole e non vuole, leva il capo e torna a cadere;... così il tiepido, il negligente. Oggi propone e si mantiene saldo; ma costa assai combattere sempre; la mortificazione, la preghiera, allontanarsi da quell'occasione contrasta con la volontà;… prende qualche mezzo e presto lo abbandona; propone di fare meglio domani, intanto oggi ricade. Questa è una trascuratezza colpevole. Credi che il Signore ti scusi?

 

3. Si ricade per propria volontà. Così avviene a chi rimane in mezzo ai pericoli, a chi si fida delle proprie forze, a chi ama piuttosto sfogare la propria passione che non contentare Iddio, a chi non pratica i mezzi suggeriti dalla prudenza sebbene abbiano del difficile, a chi propone, ma è persuaso di non sapersi tenere... Infelice! troppo tardi si accorgerà, che la colpa è tutta sua. Pensaci e muta vita.

 

PRATICA. — Recita tre Pater, Ave, e Gloria a tutti i Santi per ottenere la perseveranza.

 

29 Ottobre                

IL NOSTRO DEBOLE

 

1. Tutti l'abbiamo. L'imperfezione ed il difetto sono annessi alla nostra guasta natura. Tutti figli di Adamo, non abbiamo di che vantarci sugli altri; è un superbo chi si preferisce; è stoltezza ridere dei difetti altrui con tanti difetti che ci attorniano; la carità comanda; Compatisci a tutti- Ma fra tante debolezze ve ne ha una per ciascheduno, che, qual regina predomina su tutte; tu forse, cieco, non la conosci, ma chi tratta con te sa dire: Questo è il tuo debole... Forse la superbia, forse l'impurità, la gola, ecc.

 

2. Come si manifesta. Chi vuole, non incontra grande difficoltà a conoscerlo: è quel peccato che trovi in tutte le tue confessioni; è quel difetto più conforme al tuo temperamento, che occorre ogni momento e fa commettere errori frequenti; quel difetto che più ti ripugna combattere, che entra più sovente nei tuoi pensieri e nelle tue risoluzioni, ed eccita le altre passioni. In te qual è? Di quali peccati ti confessi sempre?

 

3. Che cosa è il nostro debole. Non è solo un piccolo difetto, ma la passione dominante capace di trarci a grande rovina, se non viene corretta. Il debole di Caino era l'invidia: non combattuta, lo condusse al fratricidio. Il debole della Maddalena era la sensualità, ed a che vita la trasse! L'avarizia era il debole di Giuda e tradì per essa il Maestro... Il tuo debole della superbia, della vanità, dell'ira... sai dire a che può trascinarti?

 

PRATICA. — Recita un Pater, Ave e Gloria allo Spirito Santo perché t'illumini. Chiedi al confessore qual è il tuo debole.

 

30 Ottobre

RIMEDI ALLA PASSIONE DOMINANTE

 

1. Risolutezza nel combatterla. La passione dominante è, generalmente, la croce interna più difficile a sopportare; è un martirio per le anime buone! Sempre combattuta, sempre risorge; quando la credi vinta, si mostra ancora gagliarda. Le continue cadute scoraggiano: dopo venti anni di lotta, il trovarsi da capo suscita in noi melanconia e sfiducia: tutto si crede perduto!,.. Coraggio, combatti ancora; purché tu sia vittorioso nell'ultimo istante di vita, basta, dice l’Imitazione.

 

2. Rimedi generali. 1° Bisogna conoscerla per saperla combattere; e ciò si la con l'esame attento di coscienza, con l'interrogare un amico sincero o il proprio confessore. L'hai tu praticato? 2° Persuadersi dell'importanza di combatterla; qui non c'è mezzo: o vincere, o rimanere vinti! Se ne saremo gli schiavi in vita, ne saremo vittime nell'eternità... Ci pensi tu? 3° Aiutano alla vittoria, la meditazione, i Sacramenti, le mortificazioni.

 

3. Rimedi particolari. 1° Fare atti interni ed esterni della virtù opposta alla passione dominante: di umiltà per il superbo, di pazienza per l'iracondo, di dolcezza e di carità per l'invidioso, di purità d'intenzione per il vanitoso. 2° Usare grande diligenza nel prevenire le occasioni di cadere, proponendoci i mezzi per vincere. 3° Far l'esame particolare sulla passione, per conoscere i nostri progressi. Ma chi adopera tali mezzi sicuri della vittoria? Pratichiamoli.

 

PRATICA. Fa l'esame particolare sulla passione dominante.

 

31 Ottobre                

IL PARADISO

 

1. La speranza del Paradiso. In mezzo alle tribolazioni, alle miserie continue, è come un dolce e soave raggio di sole dopo la pioggia, il pensiero che lassù ci aspetta il Padre Celeste nella sua splendida dimora, per tergerci Egli stesso il pianto, levarci ogni affanno, pagarci munificamente di ogni più piccola pena, per Lui sofferta, e coronare con una beata Eternità le minime nostre virtù. Anche tu, se vuoi, ci puoi giungere...

 

2. Il possesso del Paradiso. Appena entrato in Paradiso, sarò felice... Che pensiero! Ora anelo alla felicità, le corro dietro, e non l'ottengo mai; in Cielo l'avrò perfetta, e per tutta l'eternità... Che gioia! In compagnia di tanti Santi, simile anch'io a un Angelo, alla presenza di Maria, di Gesù trionfante, vedrò Iddio nella sua sovrana Grandezza e Bellezza; L'amerò, Lo possederò con i suoi tesori, sarò messo a parte della Sua stessa felicità... Che gloria! Voglio giungervi ad ogni costo.

 

3. Il Paradiso sta nelle nostre mani. Il Signore non crea alcuno per dannarlo : vuole tutti salvi, dice San Paolo; la vita e la morte eterna vennero poste nelle mie mani; se vuoi, dice S. Agostino, il Paradiso è tuo. Non si compra col denaro, non con la scienza, non con gli onori; ma con la volontà, accompagnata dalle opere buone. Quanti lo vollero, tutti l'ottennero. E tu lo vuoi sinceramente e francamente? Ti pare che le opere tue siano per il Cielo? Rifletti, e risolvi.

 

PRATICA. — Recita una Salve Regina alla Vergine, e tre Pater a tutti i Santi, per ottenere il Cielo.

 


[Modificato da Caterina63 16/10/2014 09:12]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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