È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Meditazioni quotidiane per Ottobre, novembre

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2014 09:03
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
09/11/2014 20:43
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

ANGELUS


Piazza San Pietro
Domenica, 9 novembre 2014

[Multimedia]


 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi la liturgia ricorda la Dedicazione della Basilica Lateranense, che è la cattedrale di Roma e che la tradizione definisce "madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe". Con il termine "madre" ci si riferisce non tanto all’edificio sacro della Basilica, quanto all’opera dello Spirito Santo che in questo edificio si manifesta, fruttificando mediante il ministero del Vescovo di Roma, in tutte le comunità che permangono nell’unità con la Chiesa cui egli presiede.

Ogni volta che celebriamo la dedicazione di una chiesa, ci viene richiamata una verità essenziale: il tempio materiale fatto di mattoni è segno della Chiesa viva e operante nella storia, cioè di quel "tempio spirituale", come dice l’apostolo Pietro, di cui Cristo stesso è "pietra viva, rigettata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio" (1 Pt 2,4-8).

Gesù, nel Vangelo della liturgia d’oggi, parlando del tempio, ha rivelato una verità sconvolgente: che cioè il tempio di Dio non è soltanto l’edificio fatto di mattoni, ma è il suo corpo, fatto di pietre vive. In forza del Battesimo, ogni cristiano fa parte dell’"edificio di Dio" (1 Cor 3,9), anzi diventa la Chiesa di Dio. L’edificio spirituale, la Chiesa comunità degli uomini santificati dal sangue di Cristo e dallo Spirito del Signore risorto, chiede a ciascuno di noi di essere coerente con il dono della fede e di compiere un cammino di testimonianza cristiana.
E non è facile, lo sappiamo tutti, la coerenza nella vita fra la fede e la testimonianza; ma noi dobbiamo andare avanti e fare nella nostra vita, questa coerenza quotidiana. "Questo è un cristiano!", non tanto per quello che dice, ma per quello che fa, per il modo in cui si comporta.
Questa coerenza, che ci dà vita, è una grazia dello Spirito Santo che dobbiamo chiedere.

La Chiesa, all’origine della sua vita e della sua missione nel mondo, non è stata altro che una comunità costituita per confessare la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio e Redentore dell’uomo, una fede che opera per mezzo della carità. Vanno insieme! Anche oggi la Chiesa è chiamata ad essere nel mondo la comunità che, radicata in Cristo per mezzo del Battesimo, professa con umiltà e coraggio la fede in Lui, testimoniandola nella carità. A questa finalità essenziale devono essere ordinati anche gli elementi istituzionali, le strutture e gli organismi pastorali; a questa finalità essenziale: testimoniare la fede nella carità. La carità è proprio l’espressione della fede e anche la fede è la spiegazione e il fondamento della carità.

La festa d’oggi ci invita a meditare sulla comunione di tutte le Chiese, cioè di questa comunità cristiana, per analogia ci stimola a impegnarci perché l’umanità possa superare le frontiere dell’inimicizia e dell’indifferenza, a costruire ponti di comprensione e di dialogo, per fare del mondo intero una famiglia di popoli riconciliati tra di loro, fraterni e solidali. Di questa nuova umanità la Chiesa stessa è segno ed anticipazione, quando vive e diffonde con la sua testimonianza il Vangelo, messaggio di speranza e di riconciliazione per tutti gli uomini.

Invochiamo l’intercessione di Maria Santissima, affinché ci aiuti a diventare, come lei, "casa di Dio", tempio vivo del suo amore.





Pensiero spirituale. Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo: «È cosa veramente santa pregare per i morti»

«Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi?» (Sal 8,5). Qual nuovo e grande mistero avvolge la mia esistenza? …È necessario che io sia sepolto con Cristo, che risorga con Cristo, che sia coerede di Cristo, che diventi figlio di Dio… Non dimentichiamoci di raccomandare al Signore le anime nostre e anche quelle di coloro che ci hanno preceduto nel comune viaggio verso la casa paterna. O Signore… Sei tu che dirigi il progresso di tutte le cose, scegliendo le scadenze più opportune e ubbidendo alla tua infinita sapienza e provvidenza e sempre attraverso la tua parola.

Accogli fra le tue braccia, o Signore, il mio fratello maggiore che ci ha lasciati. A suo tempo accogli anche noi, dopo che ci avrai guidati lungo il pellegrinaggio terreno fino alla meta da te stabilita. Fa' che ci presentiamo a te ben preparati e sereni, non sconvolti dal timore, non in stato di inimicizia verso di te, almeno nell'ultimo giorno, quello della nostra dipartita. Fa' che non ci sentiamo come strappati e sradicati per forza dal mondo e dalla vita e non ci mettiamo quindi contro voglia in cammino. Fa' invece che veniamo sereni e ben disposti, come chi parte per la vita felice che non finisce mai, per quella vita che è in Cristo Gesù, Signore Nostro, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

(Disc. 7 per il fratello Cesare, 23-24; PG 35,786-787)





Meditazioni del Padre Jean-Marie Girardin tratte dal volume "Il mese delle anime del purgatorio" (Edizioni Segno).

Proposte al microfono da Franca Salerno.

"Approfittiamo dei lumi di Dio che illumina la nostra fede nelle realtà dell'aldilà, essi ci rivelano la santità e la misericordia di Dio e la necessità che ci si converta costantemente, affinchè si possa giungere purificati nel Regno di Dio, per il quale Dio ci ha creati.

Siamo docili ad ogni lume e ad ogni ispirazione dello Spirito Santo che ci guida e fortifica in vista del cielo!".

http://it.radiovaticana.va/news/2014/11/11/dio_applica_ai_morti_i_meriti_dei_vivi/1109753
 






In occasione della Solennità di Cristo Re che chiuderà domenica l'Anno Liturgico, desideriamo offrirvi un nuovo inedito dell'amato Ratzinger-Benedetto XVI.
Inedito non tanto per il testo in sè che è racchiuso in un libro conosciuto, ma certamente per il suo contenuto e perchè, in rete, lo abbiamo trovato poco o per nulla citato, eppure si tratta di un testo fondamentale per noi che amiamo la devozione al Sacro Cuore di Gesù 

Conferenza tenuta dall'allora cardinale Ratzinger sul Sacro Cuore di Gesù a Toulouse 24-28 luglio 1981, per il 25° dell'Enciclica Haurietis aquas di Papa Pio XII del 15 maggio 1956

Buona lettura e meditazione e Buona Solennità a tutti, nel Cuore di Cristo Re!
Viva Cristo Re!   

 

(cliccare sulle immagini per ingrandirle)

Contenuto e fondamento profondo della devozione al Sacro Cuore di Gesù - del cardinale J. Ratzinger (1)

1.      La crisi della devozione al sacro cuore nell’epoca della riforma liturgica

L’enciclica Haurietis aquas venne scritta in un momento in cui la devozione al sacro cuore di Gesù secondo le forme del XIX secolo era sì ancora viva, ma era già chiaramente avvertibile una crisi di questa forma di devozione. Nell’Europa centrale la spiritualità del movimento liturgico ha dominato in modo sempre più forte il clima spirituale nella Chiesa; questa spiritualità, che si nutriva del modello        classico della liturgia romana, ha tuttavia comportato un deciso allontanamento dal sentimento devozionale del XIX secolo e dal suo simbolismo.

Suo criterio diveniva la forma rigorosa delle orazioni romane, nelle quali il sentimento viene frenato e domina la massima disciplina di un’espressione che s’è affrancata da ogni soggettività. A ciò corrispondeva un modello teologico che voleva orientarsi totalmente alla Sacra Scrittura e ai Padri e doveva prendere le sue misure in modo altrettanto rigido sulle leggi oggettive del cristiano; i punti di forza di natura più emozionale che l’epoca moderna aveva trasmesso, dovevano essere di nuovo ricondotti a questa forma oggettiva.

Ciò significava anzitutto che la devozione mariana, ma anche le forme moderne di preghiera a carattere cristologico, come la Via Crucis e la devozione al Sacro Cuore di Gesù, passavano in seconda linea o dovevano cercarsi nuove forme.

A partire dalla penetrazione del movimento biblico e liturgico erano iniziati anche gli sforzi di fondazione ed approfondimento biblico e patristico tanto dell’adorazione del sacro cuore che della devozione mariana, al fine di mantenere l’eredità dell’epoca moderna della Chiesa e di inserirla nella nuova predilezione per le origini cristiane.

Nell’area linguistica tedesca deve qui essere citato soprattutto Hugo Rahner (2) che ha rivelato la connessione di Maria e Chiesa nella teologia dei Padri ed è così stato tra i primi a preparare la strada alla mariologia del concilio Vaticano II.

Egli cercò di dare una nuova fondazione alla adorazione del sacro cuore, collegandola con l’interpretazione patristica di Gv 7, 37-39 e di Gv 19, 34 . Entrambi i passi trattano del fianco aperto di Gesù, di sangue ed acqua, che fuoriescono da questo fianco.

Entrambi i testi sono espressione del mistero pasquale: dal cuore crocifisso del Signore scaturisce la fonte viva dei sacramenti; il chicco di grano morente diviene spiga — esso porta attraverso le epoche il frutto della Chiesa vivente.

Entrambi i testi sono inoltre l’espressione dell’unità di cristologia e pneumatologia: l’acqua di vita, che scaturisce dal fianco del Signore, è lo Spirito Santo; egli è la fonte viva che rende il deserto una terra fiorente.

Con questo cade nello stesso tempo sotto lo sguardo anche la connessione di cristologia, pneumatologia ed ecclesiologia: Cristo si comunica nello Spirito Santo; ed è lo Spirito Santo che trasforma l’argilla in corpo vivente, ossia unisce gli uomini divisi nell’unico organismo dell’amore di Gesù Cristo. È ancora mediante lo Spirito Santo che la parola di Adamo secondo la quale «i due saranno una sola carne», guadagna un nuovo significato in rapporto al secondo Adamo: «Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito» (1 Cor 6,17).

Il movimento liturgico aveva trovato il punto centrale della devozione cristiana nel mistero pasquale. Con le sue ricerche Hugo Rahner aveva cercato di mostrare che anche la devozione al Sacro Cuore non è altro che sguardo portato al mistero pasquale e si riferisce quindi interamente al nocciolo della fede cristiana.

 

L’enciclica Haurietis aquas inizia con quelle parole profetiche di Is 12,3: delle quali il Signore, in Gv 7, 37-39, annuncia di essere lui stesso il compimento nel suo mistero pasquale.

Con le sue parole iniziali essa raccoglie, così, anche gli sforzi di uomini come Hugo Rahner. Anche all’enciclica stava a cuore di superare l’ormai pericoloso dualismo tra devozione liturgica e devozione del XIX secolo, di far fecondare entrambe reciprocamente e di portare l’una verso l’altra in un rapporto fecondo, senza dissolverle semplicemente l’una nell’altra.

L’enciclica era evidentemente consapevole che le riflessioni di Hugo Rahner non potevano bastare da sole per una nuova fondazione e per la sopravvivenza della devozione al Cuore di Gesù.

Infatti Hugo Rahner aveva sì chiarito in modo convincente che tale devozione è ordinata ad una centrale realtà biblica — essa è devozione pasquale.

Egli aveva posto davanti all’anima della cristianità la grande immagine del fianco aperto di Gesù, da cui scaturiscono sangue ed acqua, per così dire come nuova immagine di meditazione, come icona biblica della devozione al Sacro Cuore di Gesù ed aveva invitato a tradurre in atto nella meditazione di questa immagine la parola profetica di Zc 12, 10, che Giovanni stesso cita in questo contesto: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (cfr. Gv 19, 37; Ap 1, 7; cfr. altresì Gv 3, 14).

Rimangono tuttavia due obiezioni con le quali H. Rahner non si è confrontato:

1. In entrambi i testi, Gv 7 e Gv 19, che egli ha esaminato come fondamento della devozione al sacro cuore di Gesù, la parola «cuore» non compare.

Per colui che suppone che l’adorazione del cuore di Gesù sia già una realtà all’interno della Chiesa, questi testi possono diventare il fondamento interno ed il contenuto più profondo di tale devozione, poiché in effetti essi spiegano il mistero del cuore.

Ma non possono spiegare da sé il motivo per cui il cuore del Signore è centro dell’immagine pasquale.

2. Si potrebbe però domandare in modo ancor più radicale: se la devozione al sacro cuore di Gesù è un tipo di devozione pasquale, che cosa ha essa di specifico? Non è inoltre superfluo guardare al mistero della Pasqua devozionalmente mediante un’immagine sensibile, invece di partecipare realmente là dove esso in mysterio si dà realmente, ossia nei Sacramenti, vale a dire nella liturgia della Chiesa?

Non è inoltre la partecipazione devozionale, l’attualizzazione sensibile del mistero pasquale una forma secondaria di devozione cristiana, un tipo secondario di mistica, rispetto alla mistica primaria del mistero, ossia alla liturgia?

Non ha essa forse la sua ragion d’essere nel fatto che non si conosceva più questa mistica primaria, non la si comprendeva più nella forma sclerotizzata dell’antica liturgia? Non viene a decadere nel momento in cui questa stessa liturgia si risveglia?

2.      Elementi per una nuova fondazione della devozione al sacro cuore a partire dall’enciclica Haurietis aquas

Dopo il concilio le suddette domande hanno portato a ritenere che tutto ciò che era stato detto prima della riforma liturgica sia ora caduco. Esse hanno contribuito alla completa scomparsa della devozione al Sacro Cuore di Gesù. Questo è senza dubbio un fraintendimento del concilio Vaticano II: l'enciclica Haurietis aquas aveva dato una risposta proprio a tali domande, una risposta che viene presupposta nella riforma liturgica del concilio e non è superata da essa.

Così non è solo l’occasione esterna del venticinquesimo della pubblicazione di questa enciclica ad imporci di riflettere di nuovo sul suo messaggio; lo esige la situazione stessa della devozione nella Chiesa. Nelle mie considerazioni io vorrei semplicemente cercare di riprendere le fondamentali risposte dell’enciclica a queste domande e di riassumere e chiarire un po’ di più la sua impostazione alla luce del lavoro teologico svolto da allora ad oggi.

   CLICCATE QUI PER LEGGERE IL RESTO



[Modificato da Caterina63 19/11/2014 18:17]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:09. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com